Corso di Economia Politica Facoltà di Giurisprudsenza – LIUC Prof.ssa Donatella Porrini a.a. 2011-2012 QUARTA LEZIONE 17 OTTOBRE 2011 LE SCELTE DEL PRODUTTORE Le scelte dell’impresa Scelte dell’impresa: - Come usare i fattori produttivi Scelta dei fattori Ottima combinazione (prezzi-quantità) Andamento dei costi di produzione - Quali beni produrre Alternative di produzione Ottima combinazione (prezzi-quantità) Andamento dei ricavi Processo e fattori produttivi Processo di produzione Combinazione di fattori produttivi (input) per ottenere un prodotto (output) Fattori di produzione Lavoro Capitale Altri (materie prime, servizi, ecc.) La funzione di produzione La Funzione della Produzione indica la quantità massima di output che un’impresa può produrre per ogni specifica combinazione di input, dato lo stato della tecnologia. Per semplicità, restringiamo l’analisi considerando solamente due fattori produttivi, capitale e lavoro, K e L. In generale, possiamo affermare che il livello di produzione dipende dalle quantità impiegate dei fattori. Pertanto: q = q (K, L) dove: q = Output, K = Capitale, L = Lavoro La funzione di produzione q = q(K,L) quindi, misura il legame fra il livello di produzione e la quantità dei fattori produttivi impiegati. Possiamo affermare che Q aumenta all’aumentare dei fattori produttivi. Ciò è vero sia se aumentano entrambi i fattori produttivi, sia se aumenta uno solo dei due, ferma restando la quantità impiegata dell’altro. Breve e lungo periodo Breve periodo: Il periodo di tempo nel quale le quantità di uno o più fattori di produzione non possono essere variati. Tali fattori prendono il nome di fattori fissi. Lungo periodo: Periodo di tempo nel quale tutti i fattori di produzione possono essere considerati variabili. La funzione di produzione nel breve e nel lungo periodo BREVE PERIODO • Funzione di produzione con un solo input variabile: relazione tra variazione della quantità prodotta e variazione di uno solo dei fattori produttivi, mentre tutti gli altri sono fissi LUNGO PERIODO • Funzione di produzione con due input variabili: mantenendo costante il livello di produzione Q, si fa variare la dotazione di entrambi i fattori produttivi, K e L La funzione di produzione a un fattore variabile Possiamo affermare che Q aumenta all’aumentare del fattore produttivo variabile, ossia il lavoro L, fermo restando K e gli altri fattori. Per esaminare questa relazione, dobbiamo introdurre il concetto di prodotto marginale e di prodotto medio. Funzione di produzione con un solo input variabile Consideriamo il caso in cui un solo input (il lavoro L) sia variabile q = q(L) Illustriamo i concetti di • Produttività media • Produttività marginale PRODUTTIVITA’ Legge della produttività marginale decrescente Quando quantità crescenti di un fattore variabile sono combinate a quantità date di un fattore fisso, a un certo punto ogni unità addizionale del fattore variabile produrrà un minore output addizionale dell’unità precedente La funzione di produzione a due fattori variabili Ora consideriamo il caso del lungo periodo in cui entrambi i fattori produttivi sono variabili. La funzione di produzione con variabilità di due fattori produttivi è denominata isoquanto perché individua tutte le possibili combinazioni di capitale e lavoro che lasciano invariato il livello di produzione. Lungo l’isoquanto la quantità prodotta resta costante Quello che varia è il rapporto tra le quantità di input impiegati, cioè le differenti proporzioni con cui sono impiegati capitale e lavoro. ISOQUANTO SAGGIO MARGINALE DI SOSTITUZIONE ISOQUANTI Ogni isoquanto individua un livello di produzione. Vi saranno tanti isoquanti in corrispondenza dei diversi livelli di produzione. Mano a mano che ci allontaniamo dall’origine degli assi si individua un isoquanto con un livello di produzione maggiore. La funzione di produzione è rappresentata dalla famiglia di isoquanti e virtualmente rappresentabile con una curva se si immagina lungo un asse tridimensionale in cui si riporta il livello di produzione MAPPA DI ISOQUANTI IL PROBLEMA DUALE DELLA PRODUZIONE Il problema di scelta ottima dell’impresa ha una natura duale: - massimizzare l’output, sotto un vincolo di costo, oppure -minimizzare i costi, dato un certo obiettivo di produzione. Nel secondo caso, l’impresa dovrà stabilire la tecnica che le consenta di minimizzare i costi. In questo modo si determina l’ottimale combinazione dei fattori produttivi, perché consente di ottenere la determinata quantità di prodotto al minor costo possibile. Per procedere nell’analisi dobbiamo introdurre il concetto di isocosto. I COSTI DELL’IMPRESA Un’impresa che per produrre utilizza capitale e lavoro, avrà una funzione di costo data da: CT = wL + rK dove: • w è il costo unitario del lavoro, ossia il salario • L è la quantità di lavoro impiegata nella produzione • r è il costo unitario del capitale, ossia il tasso di interesse • K è la quantità di capitale impiegata nella produzione ISOCOSTO ISOCOSTO LA SCELTA OTTIMA DEI FATTORI PRODUTTIVI LA SCELTA OTTIMA DEI FATTORI PRODUTTIVI Nel punto E la pendenza dell’isoquanto che misura il saggio tecnico di sostituzione tra i due fattori, coincide con la pendenza dell’isocosto che misura il rapporto fra i prezzi. L’inclinazione dell’isoquanto è misurata dal SMS; quella dell’isocosto è misurata dal prezzo relativo w/r. Perciò la scelta che minimizza il costo si trova nel punto dell’isoquanto in cui vale la condizione SMS=-w/r Questa è la condizione dell’efficienza economica. La combinazione ottima degli input Dato il punto di equilibrio E1 con una produzione q1, per aumentare la quantità prodotta (q2): nel breve periodo si raggiungerà il punto E3 aumentando solo il fattore variabile (da L1 a L3); nel lungo periodo si raggiungerà un nuovo punto di ottimo E3. K q2 q1 E2 K1 E1 L1 E3 L2 L3 L