AIOM NEWS
NEWSLETTER SETTIMANALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA DI ONCOLOGIA MEDICA
Editore Intermedia - Direttore Responsabile Mauro Boldrini
Anno II – numero 43 – 17 novembre 2004
Ricerca
01. POLMONI: GENE MUTATO APRE LE PORTE ALLA NEOPLASIA
02. OVAIO IMPIANTATO NEL BRACCIO EVITA INFERTILITA'
03. RICERCATORI USA STUDIANO SOIA 'OGM' PER PREVENIRE I TUMORI
News
04. VERONESI, VINCEREMO IL CANCRO CON UNA PREVENZIONE MIRATA
05. EMERGENZA ANZIANI, IN ITALIA COLPITI 195 MILA L'ANNO
06. PROSTATA, NASCE 'EUROPA UOMO ITALIA'
07. ULTRASUONI CONTRO IL TUMORE DELLA PROSTATA
08. INTERVENTO ‘SALVA-VIRILITA’’
Dalle Regioni
09. CANCRO ALL’UTERO SOTTO CONTROLLO GRAZIE A SCREENING
10. TECNICA CHIRURGICA RIDUCE LE METASTASI AL FEGATO
Concorsi e Bandi
Agenda: i prossimi appuntamenti Aiom
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01. POLMONI: GENE MUTATO APRE LE PORTE ALLA NEOPLASIA
C'è quasi sempre un gene mutato dietro al tumore al polmone. Lo hanno scoperto i ricercatori
dell'University College di Londra. Le mutazioni del gene LIMD1, infatti, spiegano gli scienziati
sui Proceedings of the National Academy of Sciences, “sono strettamente associate
all'insorgenza della neoplasia polmonare, e si ritrovano nella maggior parte dei malati”. Il gene
LIMD1 si trova in una zona del cromosoma 3 chiamata scientificamente 3p21. Da tempo la
comunità scientifica ha puntato le sue attenzioni su questa area, ritenuta ricca di geni
soppressori dei tumori (chiamati anche oncosoppressori). “Infatti nei malati di cancro la 3p21
non si trova o è mutata”. In quest'ultimo caso soprattutto, “la mutazione impedisce ai geni
benigni di fare compiutamente il loro dovere, inceppando il meccanismo che impedisce alle
cellule cancerose di svilupparsi e proliferare”. Partendo dalla considerazione che nel 90% dei
malati di tumore al polmone la 3p21 non c'è più, i ricercatori hanno scoperto che negli stessi
malati anche il gene LIMD1 “funziona poco e male”. Nei topi di laboratorio invece, ripristinando
la corretta espressione del gene, “si arresta la proliferazione del tumore. Dunque - spiega il
coordinatore dello studio, Tyson Sharp - abbiamo trovato un altro gene soppressore del
cancro. E siccome nei primissimi stadi della malattia avviene la cancellazione dell'intera area
3p sul cromosoma 3 - aggiunge lo scienziato - questo significa che anche il ruolo del LIMD1 è
cruciale nelle fasi iniziali del tumore”. A questo punto Sharp suggerisce la possibilità di mettere
a punto un esame in grado di evidenziare le eventuali mutazioni del gene, in maniera tale da
diagnosticare “agli esordi” la neoplasia. Accanto a questo obiettivo, il team britannico ha
intenzione di verificare se il fumo di sigaretta, responsabile del 90% dei casi di tumore al
polmone, danneggi direttamente o indirettamente anche la zona cruciale del cromosoma 3 e
dunque anche il recentemente scoperto gene oncosoppressore LIMD1.
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02. OVAIO IMPIANTATO NEL BRACCIO EVITA INFERTILITA'
Un gruppo di ginecologi olandesi ha trasferito l'ovaio di una giovane donna colpita da cancro al
collo dell'utero nel suo braccio sinistro, per salvarla dalla sterilità cui sarebbe andata incontro
per la chemioterapia salva-vita anticancro. L'intervento, unico al mondo nel suo genere, ha
visto protagonista una ventinovenne del Suriname che, secondo Carina Hilders, del
dipartimento di ginecologia dell'Università Centro Medico di Leiden, in Olanda, potrebbe presto
divenire la prima donna al mondo a rimanere incinta dopo una pratica di autotrapianto di
questo tipo. L'ovaio sinistro rimosso intatto durante l'operazione per eliminare il tumore e
trapiantato nel braccio della giovane paziente continua infatti a funzionare normalmente nella
nuova posizione, ha riferito la ginecologa sulla prestigiosa rivista Cancer. Un'operazione simile
era stata compiuta nel 1987, ha ricordato Hilders, quando un'equipe del Centre Hospitalier
Universitaire, di Caen in Francia aveva eseguito l'autotrapianto di ovaio di una giovane di 18
anni colpita da linfoma di Hodgkin. Questa donna però finora non ha mai tentato di rimanere
incinta. La novità dell'intervento olandese è che l'ovaio, trapiantato intatto con tanto di vasi
sanguigni poi collegati ai vasi del braccio, funziona in modo naturale nella nuova posizione e la
sua attività può essere monitorata in maniera non invasiva dai ginecologi. La giovane del
Suriname potrà sottoporsi a fecondazione in vitro dopo stimolazione dell'ovaio posto nel
braccio e plausibilmente rimanere incinta. Quando colpite da tumore alla cervice uterina (collo
dell'utero), una delle neoplasie femminili più comuni, le donne devono ricorrere a varie terapie
anticancro che, per quanto mirate possano essere, mettono comunque a repentaglio la loro
possibilità di procreare. Se la paziente è giovane questo costituisce un grave problema
aggiuntivo al tumore stesso e abbassa notevolmente la qualità della vita della donna, anche
quando sia sfuggita al male. Oggi i ricercatori tentano di aggirare il problema ricorrendo a varie
pratiche come il congelamento prima della chemioterapia degli ovociti, che poi saranno
fecondati in vitro, oppure mediante il congelamento di una sezione di tessuto ovario prelevata
a sua volta prima di somministrare i farmaci antitumorali. Il tessuto poi, quando la paziente è
guarita dal tumore e termina le terapie, può essere scongelato e reimpiantato. Per la prima
volta, proprio quest'anno, quest'ultima pratica ha decretato il suo successo: grazie ad essa
infatti una trentaduenne ha concepito naturalmente una bimba. Il tessuto ovarico della donna
era stato rimosso prima della chemioterapia, in seguito congelato e poi reimpiantato dopo ben
sette anni nel suo apparato riproduttivo. Tuttavia, hanno sottolineato i ricercatori olandesi, il
trapianto, congelamento e reimpianto del tessuto ovarico, può essere un metodo segnato da
insuccesso perché non è scontato che un lembo di tale tessuto, dopo essere stato tenuto al
freddo per molti anni, mantenga la capacità di 'risvegliarsi' e ricominciare a funzionare. Con
l'autotrapianto invece questo problema non sussiste perché non c'é bisogno di congelare
l'ovaio, semplicemente questo viene impiantato nel braccio nel momento stesso in cui la donna
è sottoposta all'intervento di asportazione della neoplasia. L'autotrapianto però richiede di fatto
che un’eventuale gravidanza poi sia gestita necessariamente con le tecniche di fecondazione
assistita. Certo è, hanno sottolineato gli esperti, che in ogni caso prima di procedere con un
intervento di questo tipo bisogna essere del tutto sicuri che l'ovaio da trapiantare non abbi al
suo interno cellule malate, altrimenti nella sua nuova sede rappresenterebbe un nuovo focolaio
del tumore.
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03. RICERCATORI USA STUDIANO SOIA 'OGM' PER PREVENIRE I TUMORI
Soia 'Ogm' per prevenire i tumori. L'idea è di un gruppo di ricercatori americani del Rockfeller
Medical Center, che stanno studiando una varietà di soia più pura di quella naturale e
geneticamente modificata così da avere un maggior potere antiossidante. Gli scienziati sono
partiti dalle raccomandazioni dell'American Cancer Society, secondo cui - ricorda 'Biotech.com',
notiziario di Assobiotec-Federchimica - oltre il 30% dei tumori attualmente diagnosticabili
potrebbe essere evitato con una dieta basata su proteine vegetali piuttosto che animali. “Le
proteine vegetali - spiega Christofer Lambing, del centro americano - appesantiscono meno gli
organi di elementi contaminanti e, nell'elaborazione metabolica, assorbono un carico maggiore
di tossine che potrebbero essere fortemente implicate nel processo di degenerazione citologica
all'origine del cancro”. “Tra i diversi prodotti di base che abbiamo analizzato ci si è orientati
sulla soia - prosegue il ricercatore - perché facilmente reperibile e ben tollerata. L’obiettivo
dello studio è proprio l'impiego di una soia ulteriormente purificata e modificata con l'impiego
di tecniche ricombinanti d'avanguardia, introducendo un segmento di DNA antiossidante che
potrebbe rappresentare un ulteriore motivo di protezione delle cellule”.
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04. VERONESI, VINCEREMO IL CANCRO CON UNA PREVENZIONE MIRATA
Il corpo umano diventa 'trasparente', grazie alle nuove tecnologie di diagnosi per immagini.
Così si possono scoprire i tumori al loro esordio, molto piccoli e maggiormente guaribili, con
esami mirati sulla base del rischio individuale. E' la strategia vincente nella lotta ai tumori,
illustrata dall'oncologo Umberto Veronesi durante la presentazione, in Rai, delle iniziative per la
Giornata nazionale per la ricerca sul cancro, promossa dall'AIRC (Associazione Italiana per la
Ricerca sul Cancro) il 19 novembre. “La grande rivoluzione di questi anni in medicina - afferma
il direttore scientifico dell'Istituto Europeo di Oncologia - è stata la nascita della diagnostica per
immagini, con tecniche sempre più sofisticate che permettono di individuare proliferazioni
tumorali al loro esordio in ogni parte del nostro corpo. Questo ha modificato le prospettive
della terapie anti-cancro, permettendo di ottenere alte percentuali di guaribilità e di ridurre gli
interventi chirurgici e di radioterapia”. Dunque, sottolinea l'oncologo, “non bisogna più
aspettare che il tumore si manifesti con sintomi come noduli o sanguinamenti, ma esaminare
la popolazione sana: chiedere con pazienza che i gruppi a rischio di essere colpiti da una
particolare forma di tumore si sottopongano regolarmente a esami mirati”. Queste tecnologie
hanno costi elevati e sono ancora presenti a ‘macchia di leopardo’. Ma, secondo lo scienziato,
fra un quinquennio saranno diffuse su tutto il territorio nazionale anche le tecniche più
avanzate come le capsule dotate di micro-telecamere o le sonde molecolari, la Tac Spirale e la
PET . Gli sforzi nella lotta ai tumori vanno concentrati in questa direzione, spiega Veronesi:
“setacciare la popolazione secondo i rischi che, in base a età, stili di vita o ‘abitudini’ come il
fumo, può essere colpita da specifici tipi di cancro. E poi cercare e identificare questi piccoli
tumori nascosti, per curarli con altissime probabilità di successo. I farmaci - prosegue
l'oncologo - sono la grande speranza del futuro. Conoscendo il Dna di ogni singolo tumore, se
ne può delineare il 'ritratto' molecolare e realizzare farmaci mirati che non colpiscono le cellule
sane”. Un esempio è ciò che oggi si può fare contro il tumore della prostata. “L'esame del PSA
- ricorda - è in grado di selezionare persone a rischio di sviluppare tumore prostatico:
all'interno di questo gruppo vanno eseguiti esami e accertamenti sempre più specifici”. Se il
responso è positivo “si può evitare l'intervento chirurgico grazie alla radioterapia
conformazionale, che distrugge il tumore come se la prostata fosse asportata chirurgicamente,
ma senza danno agli organi circostanti e senza gli svantaggi dell'intervento”. Infine, dallo
scienziato un appello a “impegnarsi tutti insieme, in un'alleanza globale, per una nuova,
definitiva spallata ai tumori”.
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05. EMERGENZA ANZIANI, IN ITALIA COLPITI 195 MILA L'ANNO
Dei circa 300 mila italiani l'anno che si ammalano di cancro, 195 mila sono anziani. E dei 550
mila over 65 che nel nostro Paese muoiono ogni anno, 150 mila perdono la vita a causa di un
tumore. Il 65% dei nuovi casi di cancro che si registrano nella penisola interessa infatti
cittadini che hanno superato i 65 anni, e il 40% riguarda persone ultra70enni. “Un'allarmante
emergenza sanitaria, se si pensa al crescente invecchiamento della popolazione (nei prossimi
20 anni sarà anziano un italiano su cinque) e al fatto che oggi, di fronte a un paziente
oncologico anziano, i nostri medici sono impreparati”. A lanciare l'allarme sono gli esperti
dell'Associazione Italiana per l'Oncologia della Terza Età (AIOTE), che a Milano hanno
presentato un nuovo magazine mensile pubblicato on line all'indirizzo Internet
“www.aiote.org”. Gli specialisti chiedono più formazione. Perché “mentre negli Usa si investono
26 milioni di dollari per addestrare oncologi geriatri, in Italia si fa ancora troppo poco”. “Gli
studi epidemiologici indicano che nelle persone con più di 65 anni il rischio di ammalarsi di
cancro è circa 40 volte maggiore che nei 20-44enni e circa quattro volte più alto che nei 4564enni”, ha ricordato Silvio Monfardini, direttore della Divisione di Oncologia medica presso
l'azienda ospedaliera di Padova e presidente del Comitato scientifico di AIOTE. E benchè tra il
1985 e il 1998 la mortalità per cancro fra gli anziani europei sia diminuita di circa il 5% grazie
alla prevenzione, alla diagnosi precoce e alle nuove terapia, “le previsioni per il futuro sono
preoccupanti: secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, nel 2020 l'aspettativa di
vita potrebbe aumentare di quattro anni nei Paesi dell'Europa Orientale, di 13 anni nell'Africa
Sub-sahariana e di circa 10 anni nei Paesi industrializzati, e con il numero di anziani si
impenneranno anche i casi di tumore”. ”Il medico che si confronta con un anziano malato di
cancro non può applicare i protocolli terapeutici standard - ha proseguito Monfardini Prescrivergli una cura è un processo molto complesso, perché la maggior parte degli over 65
deve fare i conti con malattie croniche che vanno dall'ipertensione ai problemi cardiovascolari,
al diabete e all'artrosi, e per ognuna di queste patologie l'anziano assume già numerosi
farmaci”. Non solo. “La situazione è peggiorata dal fatto che almeno nella metà dei casi gli
anziani tendono a non seguire le terapie in modo corretto e sospendono una cura senza
avvertire il medico”. Insomma, “serve formazione ad hoc per i medici e gli infermieri. Così
come esiste l'oncologo pediatra deve esistere anche l'oncologo geriatra”, ha aggiunto l'esperto,
sottolineando che sul modello americano “un certificato di oncologia geriatrica esiste anche in
Francia”. Ma “serve anche informazione ai pazienti”, ha osservato Guido Rossi, giurista e
presidente dell'AIOTE. Da questo punto di vista, infatti, “verso gli anziani c’è una
discriminazione strisciante - ha confermato Monfardini - La famiglia tende a fare da filtro, a
'escluderli' dalle decisioni che li riguardano, con il risultato che in oltre la metà dei casi
vengono assistiti senza richiederne il consenso informato”. Formazione dei tecnici e
informazione agli anziani, sani e malati, sono tra le priorità dell'AIOTE e del nuovo magazine,
on line da oggi con varie sezioni di cui alcune aggiornate ogni settimana o ogni mese. Gli
aggiornamenti verranno comunicati via e-mail a chi ne farà richiesta attraverso una newsletter
mensile. L'associazione prende posizione anche sul modello sanitario più adatto a far fronte
all'Italia che invecchia. L'ideale è “un sistema misto - ha detto Rossi - dove l'intervento
pubblico sia rafforzato e integrato dal privato attraverso l'associazionismo”.
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06. PROSTATA, NASCE 'EUROPA UOMO ITALIA'
Gli italiani colpiti dal cancro alla prostata fanno 'lobby' per chiedere alle istituzioni più
prevenzione e un’assistenza migliore. Nasce così Europa Uomo Italia, libera associazione di
pazienti e cittadini con l'obiettivo di “stimolare i responsabili della politica sanitaria ad adottare
provvedimenti sempre più efficaci per combattere il carcinoma della prostata”. L'istituzione del
Forum e' stata annunciata alla vigilia della Settimana di prevenzione delle patologie prostatiche
(21-28 novembre), promossa e organizzata dalla Società Italiana di Urologia (SIU). E' molto
importante che in Italia, come in molte altre nazioni europee, esistano Associazioni di pazienti
uniti per far valere i propri diritti. Ma al contempo - riferisce una nota - e' anche molto
importante che le associazioni nazionali si ritrovino unite in una federazione europea, che
possa esercitare un'azione politica di pressione a livello delle istituzioni comunitarie.
L'associazione, che rappresenterà l'Italia a livello europeo, si propone inoltre di divulgare
un'educazione sanitaria corretta e aggiornata al grande pubblico. Il comitato scientifico di
Europa Uomo Italia, conclude il comunicato, è presieduto dal professor Aldo Vittorio Bono,
presidente della SIU.
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07. ULTRASUONI CONTRO IL TUMORE DELLA PROSTATA
Ultrasuoni contro il cancro alla prostata: la nuova tecnica sta per iniziare la sperimentazione in
Gran Bretagna. Per i medici che stanno lavorando alla nuova terapia, gli ultrasuoni possono
essere efficaci come e più delle attuali terapie basate sulla chirurgia e la radioterapia, ma con
rischi assai minori di provocare impotenza o incontinenza, riscontrate oggi in quasi due terzi
dei soggetti trattati, e che rendono molti uomini riluttanti a sottoporsi agli esami preventivi. E'
inoltre più economica, meno invasiva e può essere fatta in meno di tre ore in anestesia locale.
La tecnica agli ultrasuoni è stata già testata su 132 uomini affetti dal cancro in Giappone: 70 di
loro non mostravano alcun segno del tumore cinque anni dopo il trattamento, e gli effetti
collaterali sono stati riscontrati solo nel 22% dei casi. I test in Gran Bretagna inizieranno a
gennaio su 150 pazienti.
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08. INTERVENTO ‘SALVA-VIRILITA’’
Un nuovo intervento in anestesia locale, eseguito in due 'tappe', promette una vita sessuale
attiva anche agli uomini che hanno subito l'asportazione della prostata a causa di un tumore. Il
cancro alla prostata in Italia fa registrare circa 9 mila nuovi casi l'anno e rappresenta la
neoplasia più frequente negli over 65. L'operazione 'salva-virilità', indicata soprattutto nei
pazienti che soffrivano di disfunzione erettile già prima di ammalarsi, è stata sperimentata su
500 malati negli Usa e dall'anno scorso viene eseguita anche in Italia dal professor Giovanni
Alei, chirurgo andrologo, docente di urologia all'Università La Sapienza di Roma e presidente
della Società Italiana di Chirurgia Genitale, in congresso presso il Jolly Hotel Vittorio Veneto
della capitale dal 18 al 20 novembre. La tecnica in due fasi - riferisce una nota - permette di
impiantare una protesi idraulica 'risolutiva' nel 90% dei casi. “Esistono pazienti affetti da
tumore prostatico che già soffrono di impotenza al momento della diagnosi - spiega Alei - ed è
evidente che la prostatectomia radicale cui saranno sottoposti può soltanto peggiorare la loro
condizione. Ricorrere a una protesi idraulica rappresenta in questo caso la soluzione ideale, ma
il dispositivo non si può impiantare dopo l'intervento per tumore”. La nuova metodica aggira
l'ostacolo. Nella prima fase, quando viene asportata la prostata, si impianta un primo pezzo di
protesi (il serbatoio che le permetterà di funzionare), mentre dopo circa tre mesi si procede
all'impianto dei cilindri e della pompa vera e propria.
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Dalle Regioni
09. CANCRO ALL’UTERO SOTTO CONTROLLO GRAZIE A SCREENING
In Italia i tumori dell'apparato genitale femminile sono sotto controllo grazie ad un'attività di
prevenzione basata su programmi di screening del cancro della cervice: il Pap-Test ripetuto
ogni tre anni nella fascia di età 25-65 anni si è dimostrato molto efficace nel ridurre la
mortalità dovuta al tumore della cervice uterina; si stanno inoltre studiando tecnologie
innovative per migliorare l'efficacia dell'intervento preventivo, quali la citologia in fase liquida
e, nel campo delle biotecnologie molecolari, il test per la ricerca del papilloma virus. E' quanto
emerso dai lavori della giornata nazionale di Patologia Cervico-Vaginale, che si è tenuta nei
giorni scorsi all'Aquila. Il convegno ha richiamato i maggiori esperti interdisciplinari italiani
della materia che hanno fatto il punto sulle più innovative metodiche di prevenzione dei tumori
dell'apparato genitale femminile, in particolare del collo dell'utero e della vagina. Dalla giornata
nazionale, promossa dall'Università dell'Aquila in collaborazione con la Facoltà di Medicina e
Chirurgia e il Corso di laurea in Ostetricia, è emerso anche che l'Abruzzo costituisce un centro
di eccellenza per la qualità dell'intervento preventivo e per l'estensione dei programmi di
screening. Il professor Massimo Confortini, segretario nazionale del gruppo italiano screening
cervico-vaginale, ha sottolineato “che grazie al Pap-Test e all'attivazione di programmi di
screening, il cancro della cervice uterina è oggi in Italia sotto controllo”. “E' importante però
estendere i programmi di screening a tutte le regioni italiane - ha continuato - monitorare la
qualità dei programmi, uniformare i protocolli diagnostico-terapeutici e favorire una ricerca che
coniughi i vantaggi dell'innovazione tecnologica ad una migliore efficacia dell'intervento
preventivo”. Secondo il direttore della clinica di Ginecologia ed Ostetricia dell'Università
dell'Aquila, Giulio Mascaretti, “la patologia neoplastica del collo dell'utero è sotto controllo
anche in Abruzzo, dove da anni è in atto uno screening di base per la diagnosi precoce delle
lesioni considerate pre-cancerose del collo uterino”. “Il Pap-Test - ha proseguito - rappresenta
un esame semplice a basso costo, attendibile se eseguito da personale specializzato e
preparato a tale metodica; ma emerge l'importanza di tecniche strumentali innovative come la
microcolposcopia e il Pap-Test in fase liquida, utilizzate su scala internazionale. Nell'ambito
della prevenzione, particolare attenzione deve essere posta alle lesioni virali da HPV (papilloma
virus) che, pur non essendo direttamente coinvolte nella genesi neoplastica, ne rappresentano
un substrato modificativo”.
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10. TECNICA CHIRURGICA RIDUCE LE METASTASI AL FEGATO
Una nuova tecnica chirurgica consente di ridurre del 75% il diametro delle metastasi al fegato
derivate da un tumore al colon e che non rispondono più alle terapie tradizionali. L'Italia la
sperimenterà per prima in Europa con il coordinamento dell'Unità operativa di trapiantologia
epatica dell'ospedale Cisanello di Pisa, diretta dal professor Franco Filipponi. La 'Perfusione
epatica isolata ipertermica antiblastica' (PEIIA), questo il complicato nome della tecnica, è un
intervento di alta specialità importato dagli Usa. Consente di isolare il fegato dal resto del
corpo, attraverso la temporanea chiusura dei vasi sanguigni che lo irrorano. Una volta 'isolato',
l'organo viene riscaldato alla temperatura di 42 gradi e dunque trattato con alte dosi di farmaci
chemioterapici. La temperatura elevata potenzia l'effetto dei farmaci, mentre l'isolamento evita
gli effetti collaterali per il paziente. E risultati osservati fino ad oggi sono molto positivi. “Sui
pazienti sinora trattati - afferma Franco Filipponi, coordinatore dello studio - si è osservata una
regressione del diametro delle lesioni tumorali superiore al 75%, una significativa diminuzione
dei marker tumorali e una maggiore risposta alla chemioterapia sistemica successiva. Questi
dati confermano l'efficacia di questa tecnica chirurgica con la quale prevediamo di trattare circa
70/80 pazienti nei prossimi due anni”. Questo tipo di intervento è indicato soprattutto per i
pazienti giovani, sotto i 55 anni, con metastasi epatiche derivate da adenocarcinoma colorettale (CCR). Un tumore che rappresenta, per incidenza, la terza neoplasia nei Paesi
occidentali. In Europa si calcola che ogni anno siano colpite circa 150.000 persone, mentre in
Italia si stimano oltre 40.000 casi l'anno (77,5 persone ogni 100.000). Il 45-50% dei pazienti
colpiti presentano metastasi epatiche nel corso del follow-up, il 20% dei pazienti sviluppa
metastasi epatiche entro tre anni dall'inizio della malattia. Generalmente la sopravvivenza
media di un paziente con metastasi epatica da CRC è di circa 12 mesi. Con la nuova tecnica,
messa a punto negli anni '90 dal National Cancer Institute (Bethesda), sono stati realizzati, ad
oggi, solo 175 interventi. “Grazie a questo protocollo - precisa Filipponi - l'Italia è l'unico Paese
in Europa ad effettuare e valutare clinicamente tale tecnica chirurgica di alta specialità, che
coinvolge, in uno studio multicentrico, altri tre centri di trapiantologia epatica italiani”. Gli altri
centri selezionati per lo studio sono: II Clinica chirurgica, Università di Padova, l'Unità
operativa di Chirurgia Generale e Trapianti di fegato dell'ospedale Molinette di Torino e l'Unità
operativa di Chirurgia dell'Apparato Digerente e Trapianto di Fegato dell'Istituto Nazionale per
lo studio e la cura dei Tumori di Milano. Il progetto durerà due anni e potrà essere esteso ad
altri centri italiani ed europei.
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Concorsi e bandi
MASTER UNIVERSITARIO DI I LIVELLO PER DATA MANAGER – COORDINATORI DI
SPERIMENTAZIONI CLINICHE – Bando definitivo
Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” – Cattedra di Oncologia Medica
Direttore: prof. Oscar Alabiso
Rete Oncologica Piemontese e della Val d’Aosta
Presidente: dr. Giovanni Monchiero
Corrdinatore: dr. Oscar Bertetto
Gruppo Oncologico Nord-Ovest
Presidente: dr. Marco Merlano
Scadenza 30 novembre 2004
Da oggi è disponibile il bando definitivo. Per le informazioni clicca qui
PREMIO DI RICERCA: IL RUOLO DEGLI ANALOGHI DELLA SOMATOSTATINA NELLA
GESTIONE DELLE MALATTIE NEUROENDOCRINE
Italfarmaco bandisce 2 premi di ricerca clinica da assegnare a Laureati in Medicina e Chirurgia
di età non superiore a 40 anni, operanti presso Strutture Sanitarie del nostro Paese.
I premi saranno dell’importo di 5.000 € cadauno.
Verranno premiati i due lavori originali che avranno prodotto i risultati più interessanti in tema
di miglioramento della prognosi e della terapia del paziente affetto da patologia
neuroendocrina.
I lavori saranno valutati da una apposita commissione costituita da sei membri specialisti in
Endocrinologia ed in Oncologia (Prof. A.Angeli, Prof. E.Ghigo, Prof. A.Giustina, Dr. R.Labianca,
Prof. G.Lombardi, Prof. E.Martino) e da un Rappresentante dell’Azienda.
Scadenza 30 giugno 2005
Scarica il Bando
MANAGEMENT IN ONCOLOGIA
Nuovo insegnamento nella formazione universitaria dei medici. La Scuola di Specializzazione in
Oncologia dell’Università di Padova, diretta dal Prof. Alberto Amadori, ha inserito come
insegnamento “Il Management in Oncologia”. Scopo della nuova introduzione - la prima in
Italia - è rendere più completa la formazione degli specializzandi integrandola con
elementi manageriali, soprattutto alla luce delle nuove terapie biologiche fortemente
impegnative anche sul versante economico.
Per informazioni, contattare la Segreteria al tel 049.8215804. E-mail:[email protected]
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AGENDA: I PROSSIMI APPUNTAMENTI AIOM
Le segnalazioni che ci perverranno delle iniziative locali Aiom verranno pubblicate in questo
spazio
IV CORSO EDUCAZIONALE AIOM LAZIO 2004 ''LE NUOVE TERAPIE TARGETED”
Roma, 19 novembre 2004 - CNR Aula magna
Comitato Organizzatore: Dott. Paolo Carlini, Dott. Filippo De Marinis
Segr. Organizzativa AISC & MGR - AIM Group - Tel. 06 80968253 - Fax 06 80968229
E-mail: [email protected] - Internet: www.aimgroup.it
XIV CONGRESSO NAZIONALE SIURO (SOCIETÀ ITALIANA DI UROLOGIA
ONCOLOGICA)
MAIN TOPIC: LE NEOPLASIE DEL RENE E DEL SURRENE
Trieste, 9-12 dicembre 2004 – Palazzo dei Congressi (Stazione Marittima)
Segr. Scientifica: 051.6362421 – [email protected]
Segr. Organizzativa: 051.235993 – [email protected]
IL CARCINOMA DELLA PROSTATA
Genova, 18-19 Febbraio 2005 – Salone Congresso Ente Ospedaliero Ospedale Galliera – Via
Volta, 8
Info: Francesca Marangoni (European School of Oncology) – Tel. 02.43359611 –
[email protected]
Info: Alessandra Vagge (E.O. Ospedali Galliera) – Tel. 010.5634863 –
[email protected]
3RD INTERNATIONAL CONFERENCE
FUTURE TRENDS IN THE TREATMENT OF BRAIN TUMORS
Padova, 11-12 Marzo 2005 - Aula Morgagni , Policlinico Via Giustiniani, 2
Chairperson: Alba A. Brandes, GICNO - Gruppo Italiano Cooperativo Neuro-oncologia
Segreteria organizzativa: Studio E. R. Congressi: 051.4210559 [email protected]
Per scaricare la locandina clicca qui
MASTER UNIVERSITARIO DI I LIVELLO IN INFERMIERISTICA IN ONCOLOGIA E CURE
PALLIATIVE - A.A. 2004/05
Università degli Studi di Udine Facoltà di Medicina e Chirurgia Laurea in Infermieristica
Consorzio Universitario del Friuli
Direttore del Master: Alfonso Colombatti
Iscrizioni e informazioni: Tel. 0432/556680 – Fax 0432/556700 e-mail:
[email protected]
Direzione Didattica: Tel. 0432/590928 – Fax 0432/590918 e-mail: [email protected]
Per scaricare la locandina clicca qui
ALTRI APPUNTAMENTI SONO DISPONIBILI SUL SITO DELL’AIOM ALLA PAGINA
http://www.aiom.it/news/news.asp
Supplemento ad AIOM Notizie – Direttore Responsabile Mauro Boldrini - Redazione: Gino Tomasini, Carlo
Buffoli
Consulenza scientifica: Alain Gelibter (Divisione Oncologia Medica “A” Istituto Regina Elena di Roma), Laura
Milesi (U.O. Oncologia Medica, Ospedali Riuniti di Bergamo)
Editore Intermedia - Reg. Trib. di BS n. 35/2001 del 2/7/2001
Intermedia: Via Costantino Morin 44 Roma Tel. 06.3723187- Via Malta 12/b Brescia Tel. 030.226105
Per contattare la redazione e commentare le notizie clicca qui: redazione
Questa pubblicazione è resa possibile da un educational grant di Roche – innovazione per la salute
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