Martedì 20 maggio dalle ore 9.30 presso l’auditorium provinciale “Maccarrone” di Pisa si svolge la
Giornata provinciale su e con il Volontariato edizione 2008 dal tema “ I volontari: cittadini attivi e
costruttori di comunità solidali”su iniziativa della Consulta del Volontariato della Provincia di Pisa in
collaborazione con le Delegazioni pisana ed empolese del Cesvot.
L’intera giornata è tradizionalmente dedicata e partecipata dai volontari (variamente rappresentati nelle
Consulte Provinciali del Volontariato, delle Persone Anziane, delle Dipendenze, delle Cooperative Sociali,
dei Giovani) e dagli alunni delle scuole di istruzione superiore, alcune delle quali già “aperte” al
volontariato, inteso anche come “stile di vita” (grazie a specifici progetti sia di promozione della
solidarietà sia di promozione del “ben-essere e di sani stili di vita” in parte cofinanziati dall’Assessorato alle
Politiche Sociali).
Perché la Giornata sia un’occasione per dare “voce” alle organizzazioni di volontariato, valorizzarne il
protagonismo, le ”tipicità” ma, soprattutto, un’occasione di confronto tra i “volontariati” tradizionali ed i
nuovi ambiti e le nuove forme di volontariato (ad es. tutela dei diritti, tutela ambientale, housing sociale,
immigrazione) e di interazione tra i “vecchi” volontari ed i “giovani”, “nuovi” volontari. , è prevista una
“tavola rotonda” con dibattito, condotta da Antonello Riccelli, giornalista di Granducato Tv.
Il tema vuole dare risalto al ruolo dei volontari in quanto “attori di cittadinanza attiva, costruttori di
welfare, di reti di solidarietà, di comunità solidali e di ben-essere”.
E’ ormai indiscutibile infatti che il Volontariato è, nell’attuale contesto socio-politico, un importante
“snodo” per coniugare insieme valori e bisogni che talvolta, a prima vista, sembrano essere percepiti
come antitetici tra loro, quali “partecipazione”, “legalità”, “inclusione sociale”, “sicurezza urbana”ma
che invece, “ben mescolati”, possono garantire davvero il “Ben-essere” sociale.
Il desiderio di comunità e la solidarietà sono alla base del Volontariato che è una vera e propria ricchezza
del nostro paese (in particolare modo della nostra Regione), espressione di cittadinanza attiva ma anche
forte collante sociale in una società, come la nostra, sempre più caratterizzata da diversità, contraddizioni,
nuove fragilità e povertà, da innovazioni (immigrati, disabili, sfida delle nuove “frontiere” dell’Europa ed
internazionali, ”pari opportunità per tutti”, disagio giovanile, individualismo, fragilità e solitudine anziani,
mancanza di comprensione e di solidarietà intergenerazionale).
Come testimone forte di accoglienza, di dialogo, di capacità creativa e di coraggio è stato invitato don
Alessandro Santoro sacerdote della diocesi fiorentina.
Nato a Livorno nel 1965, alla fine del 1994 viene inviato come delegato arcivescovile nella “terra di
frontiera”chiamata Le Piagge, quartiere popolare alla periferia nord-ovest di Firenze, portando con se'
gli insegnamenti di don Milani, padre Zanotelli, dei teologi della liberazione.
Nata e sviluppatasi dal niente durante gli anni ’80 per affrontare l’emergenza casa, la zona è dotata solo di
strutture abitative, con una mancanza totale di servizi. Il quartiere, popolato da circa 10.000 persone, è
abitato per il 70% da famiglie spesso immigrate con esperienze di sfratto e di disagio sociale alle spalle.
L’abbandono scolastico nella scuola dell’obbligo è alto come alto è il rischio di devianza nei ragazzi, alcuni
dei quali sono già utilizzati dalla criminalità.
In tale contesto, Don Alessandro sceglie di non avere né chiesa né parocchia e di entrare nella difficile
realtà di questa zona vivendo la stessa vita e provando la stessa fatica degli altri.
Con il suo arrivo si sviluppa un movimento popolare di base che ha rappresentato una liberazione per
quelli che vivono nel quartiere. Qui, infatti, con alcuni abitanti del quartiere, dà vita alla Comunità di Base
delle Piagge la cui idea di fondo è quella di voler lavorare con e non per le persone: sono gli abitanti stessi
che si auto-formano e si auto-organizzano per la crescita di una autentica comunità territoriale, nella
quale si intersecano i vari piani del vivere umano e civile.
La Comunità di base delle Piagge si impegna dunque a migliorare questo sistema economico e
finanziario, promuovendo esperienze associative che rendano i cittadini consapevoli e partecipi
direttamente della vita del quartiere, al fine di riappropriarsi delle problematiche in esso esistenti.
Una comunità può definirsi solidale quando le persone decidono di non ignorarsi l’una con l’altra e si fanno
carico, cercando di porvi un rimedio, dei problemi individuali, soprattutto di quelli che rendono la vita di
alcuni drammatica.
Come è stato ben detto “Esiste un solo tipo di uomo veramente adulto: la persona che ha cura di sé,
dell’altro, dell’ambiente; in una parola, l’uomo solidale” ( E.H. ERIKSON).
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