opera per occhi e cuore Requiem, in memoria di Ustica ISTITUTO STORICO PARRI EMILIA-ROMAGNA Installazione-ambiente con performance a cura dell’artista Laboratorio 2 L’opera dell’artista tace il vero rapporto esistente tra i propri segni e i segni della storia accaduta. Parallela a complemento si apre ad un nuovo sentire. Gli angoli retti delle pareti circoscrivono il vuoto del primo ambiente espositivo. Un vuoto di presenze assenti. Testimonianze di uno stato più che di un essere. Qui l’occhio è orientato nella verticalità del vedere. Forme ermetiche sono ammassate su di un lato dei quattro muri. Quel muro di corpi su corpi rifiuta lo sguardo del frequentatore di gallerie. L’ingresso senza porta si affaccia su un’altra stanza. La seconda stanza complementare alla prima indica anche un’altra vista. L’occhio in questo caso sceglie l’orizzontalità del vedere. Il pavimento diventa supporto di un diverso mostrare. A questo punto l’autore dell’opera ribalta il vedere in visione. La musica viene sottratta a note e suoni. I leggii sostengono spartiti vuoti. Il silenzio è pari a quello del più profondo abisso del mare. Sparse a terra testimonianze di nuovi enigmi. Teste calcinate prive di orifizi. Una fanciulla traccia geroglifici a passi di danza. In aria volano manciate di fiori. La stanza si è trasformata in un tappeto soffice e bianco dopo l’azione. Dal caos della storia accaduta all’ordine presente. Il rumore che fu assordante è diventato puro silenzio. Non si può immaginare che qualcuno abbia potuto tanto gridare. Ustica, 1980 / Bologna, 2008 Silvano Chinni