NON CALPESTIAMO IL PIANETA
Gianluca Marziani
Dario Ghibaudo analizza la natura vivente e il suo dinamismo organico. Indaga
le possibili mutazioni fisiche, gli eccessi del lusso e del vizio lungo il Pianeta, i
bastardismi tra categorie e classi inconciliabili. La fantasia potrete intuirla poiché
si sottolinea la simulazione formale. Ma sarà una distorsione ben calibrata che
riguarda la realtà tra letteratura e biologia, cinema e antropologia, fumetto e
zoologia. Ghibaudo ha messo sottovuoto i tipi sociali usando una scala fedele al
vero (avvocato, artista, suora, militare, giornalista...); costruito trofei con teste
umane; creato tappeti plastici attraverso ibridi tra insetti, rettili e anfibi. Coi
diorami ha reinventato piccoli set di un mondo che ingloba animali assurdi,
piante impensabili e paesaggi apocalittici. Stanza dopo stanza, anno dopo anno,
l’autore sta definendo il suo Museo di Storia Innaturale (che raccoglierà l’intera
carriera dell’artista). Una volta terminato, diverrà il più imponente progetto di
ricostruzione della natura mutante e mutata.
Museo di Storia Innaturale
Sala X: Etnografia
Il progetto che abbiamo selezionato ci riporta al 2005 e ad una serie di tappeti
su cui si visualizzano alcuni stati del mondo: glaciazione e desertificazione come
poli estremi della deriva terrestre, mentre al centro ideale ecco il Pianeta come
un dilagante ossario che rivela il sangue dei paesi in guerra. Il Cristo crocifisso
diventa multiplo impazzito, archetipo fluorescente della sofferenza che pulsa
anche al buio, quando il nero della tragedia veste lo sguardo della Terra ferita.