Elettrostatica I • Forza di Coulomb • Principio di Sovrapposizione Lineare • Campo Elettrico • Linee di campo • Flusso, teorema di Gauss e sue applicazioni • Conduttori • Energia potenziale elettrostatica Elettricità e Magnetismo Fenomeni elettrici e magnetici sono stati osservati fin dall’antichità. Un po’ di storia: • In Cina, documenti suggeriscono che il magnetismo fu osservato già nel 2000 AC • In Grecia, fenomeni elettrici e magnetici (esperimenti con ambra e magnetite) erano già noti nel 700 AC Un po’ di storia più recente: • 1785: Charles Coulomb formula la legge dell’inverso del quadrato per le forze elettriche • 1820: Hans Ørsted scopre che l’ago della bussola cambia direzione quando è posto vicino ad un filo che porta corrente Elettricità e Magnetismo - segue • 1831: Michael Faraday e Joseph Henry mostrano che se un filo è in moto vicino ad un magnete, una corrente elettrica è prodotta nel filo • 1870: James Clerk Maxwell usa osservazioni e altri fatti sperimentali come base per formulare le leggi dell’elettromagnetismo note come equazioni di Maxwell Unificazione di elettricità e magnetismo – sono le equazioni giuste, ma non sono consistenti con il principio di relatività galileiana • 1888: Heinrich Hertz verifica le predizioni delle leggi di Maxwell e produce onde elettromagnetiche • 1905: Albert Einstein propone la soluzione per l’inconsistenza fra equazioni di Maxwell e relatività galileiana (teoria della relatività) Legge di Coulomb • Ci sono due tipi di cariche elettriche: positive e negative – Le cariche negative sono il tipo posseduto dagli elettroni – Le cariche positive sono il tipo posseduto dai protoni • Cariche dello stesso segno si respingono Cariche di segno opposto si attraggono • La forza è diretta lungo la congiungente fra le due cariche û12 La forza è proporzionale all’inverso del quadrato della distanza r: q1 q2 ~ F12 = k 2 û12 r nel vuoto. Ovviamente vale la III legge di Newton, per cui F~21 = −F~12 Unità di misura della carica Quanto vale la costante k che appare nell’espressione q 1 q2 F12 = k 2 r della forza di Coulomb? dipende dall’unità di misura della carica. Nel SI, la carica q si misura in Coulomb (indicata con C); k vale: 1 = 8.99 × 109N · m2/C2 k≡ 4π0 La costante 0 = 8.85 × 10−12C2/N/m2 è introdotta per convenienza ed è chiamata costante dielettrica del vuoto. Da notare che k = 10−7c2 unità SI, dove c ' 3 × 108 m/s è la velocità della luce. Due cariche di 1C a distanza di 1m si attirano quindi con una forza F = 9 × 109 N! Quantizzazione della carica Molti esperimenti mostrano che la carica elettrica è quantizzata, ovverosia esiste solo in pacchetti discreti: q = ±N e, dove N è un intero, e è l’unità fondamentale di carica: • e = 1.6 × 10−19 C. Per gli elettroni: q = −e; per i protoni: q = +e. Dato il gran numero di cariche presenti nella materia, l’uguaglianza delle cariche fondamentali positive e negative deve essere esatta, o altrimenti tutti i corpi avrebbero una carica netta. La carica netta di un sistema isolato è sempre conservata. Per esempio, se si elettrizza un corpo per sfregamento, non c’è né creazione né distruzione di carica, ma solo trasferimento di carica (elettroni) dal materiale che si carica positivamente (vetro) a quello che si carica negativamente (seta). Esempio: l’atomo di idrogeno Il modello più semplice dell’atomo più semplice: un sistema formato da un elettrone e un protone, tenuto insieme dalla forza di Coulomb. Consideriamo orbite circolari, assumiamo il protone (particella di massa mp ' 1800me >> me ' 0.9 × 10−30 kg) fisso nel centro. 2 e F = meac = −meω 2r =⇒ k 2 = meω 2r r r e k da cui ω = r rme Per l’atomo di H, r = 0.529 × 10−10 m e si trova F ' 8.2 × 10−8 N, ω mentre la frequenza di rotazione vale f = ' 6.6 × 1015 Hz, come 2π la frequenza delle onde elettromagnetiche emesse o assorbite. Velocità: v = ωr ' 2.2 × 106 m/s, circa 1/100 della velocità della luce. Principio di sovrapposizione • La legge di Coulomb è lineare nella carica. • Per essa vale il principio di sovrapposizione lineare: La forza risultante agente su di una carica è uguale alla somma vettoriale delle forze individuali dovute a tutte le altre cariche Nel caso in cui non sia possible o conveniente tenere traccia delle forze individuali (per esempio quando si ha una distribuzione continua di cariche) la forza risultante può essere scritta come somma (o integrale) vettoriale delle forze esercitate da ogni volumetto infinitesimo di carica Campo Elettrico La forza elettrica agente su di una carica 2 da parte di una carica 1 è fattorizzabile come prodotto della carica del corpo 2 per una funzione vettoriale che dipende solo dalle caratteristiche della carica 1. Quest’ultima si dice campo e si indica di solito con la lettera E: ~1 F~12 = q2E ~ 1 è il campo elettrico generato dalla particella 1, che sappiamo valere E kq1 ~ E1 = 2 û12 r12 In generale, un campo (vettoriale) associa ad ogni punto dello spazio un vettore. Esempio già noto: campo gravitazionale terrestre, ~g (sulla superficie della Terra). E’ un esempio di campo costante. Linee di Campo Per rappresentare graficamente un campo, e per darne una descrizione qualitativa, si usano le linee di campo: • si tracciano linee tangenti in ogni punto al campo, indicandone il verso con una ”freccetta”: • le linee sono più fitte in regioni di campo forte, meno fitte in regioni di campo debole. In figura le linee di campo per il campo di una carica. Notare che le linee di campo ”escono” dalle cariche positive (o ”entrano” nelle cariche negative). Linee di Campo II Le linee di campo per un campo costante sono parallele e con spaziatura costante. Come è diretto il campo? Campo generato da due cariche uguali. Vicino ad ogni carica, le linee di forza somigliano a quelle di una singola carica. Attorno al punto C non ci sono linee: perché? Linee di campo per due cariche uguali ma di segno opposto (un dipolo): notate come le linee ”escano” dalla carica positiva ed ”entrino” nella carica negativa. Campo elettrico di un dipolo Il campo elettrico di un dipolo (vedi figura) è un caso semplice (ma non banale) ed importante. ~ è diretto lungo x e vale Nel punto P, E E = E1x + E2x = 2 kq kq a p cos θ = 2 r2 a2 + y 2 a2 + y 2 2qa ovvero E = k 2 . Notare la dipendenza dal (a + y 2)3/2 fattore D = 2qa, noto come momento di dipolo. D A grandi distanze, y >> a, si trova: E ' k 3 . y ~ di modulo D e diretto dalla Introduciamo un vettore D ~ D ~ ' −k . carica negativa a quella positiva: E 3 y Qual è il valore del campo elettrico se il punto P è lungo l’asse x? Elettrone in campo costante Supponiamo che un elettrone sia ”iniettato” in una zona di campo elettrico costante. Qual è il suo moto? ~ è costante in modulo e direzione, quindi il moto è La forza F~ = eE ~ uniforme in direzione perpendicolare uniformemente accelerato lungo E, ~ a E: eE 1 2 x(t) = vit, y(t) = at , a=− 2 me eE 2 La traiettoria è una parabola: y = − x . 2 2mevi e , rapporto fra carica e massa dell’elettrone. Notare la dipendenza da me Elettrone in campo costante II Supponiamo ora la situazione in figura. Qual è il moto dell’elettrone, e quanto vale la sua energia cinetica finale? Supponiamo x(t = 0) = xi = 0. Avremo: 1 2 x(t) = at , 2 v(t) = at, eE a= me L’elettrone arriva in x = xf al tempo t: p p t = 2xf /a, con velocità vf = 2xf a. L’energia cinetica finale è 1 1 2 Kf = mevf = me(2xf a) = eExf 2 2 Da notare che eExf è il lavoro fatto dalle forze elettriche sulla carica. Campo elettrico per distribuzioni di carica Per un sistema di molte cariche puntiformi, il campo elettrico si può calcolare come somma di tutti i contributi delle varie cariche: ~ = E X ~i = E X kqi i i ri2 r̂i Se le cariche sono presenti in numero macroscopico, conviene introdurre la densità di carica ρ(~r): carica per unità di volume, in funzione della posizione. La somma diventa un integrale sul volume: ~ =k E Z r̂dq =k 2 r Z r̂ ρdxdydz 2 r dove ~r è la distanza fra la carica dq e il punto in cui si calcola il campo. Il calcolo del campo elettrico può diventare assai laborioso. Esiste però un altro approccio, spesso più conveniente, basato sul concetto di flusso del campo elettrico. Flusso del campo elettrico Il Flusso di un campo elettrico (o di ~ attraverso qualunque campo) costante E una superficie A è definito come Φ = AE cos θ dove θ l’angolo fra il campo elettrico e la normale alla superficie. Se il campo elettrico e la normale alla superficie sono allineati, il flusso è semplicemente il prodotto della superficie per il campo elettrico: Φ = AE. E se la superficie non è un piano? e se il campo elettrico non è costante? Flusso del campo elettrico II Dividiamo la nostra superficie in tanti elementi di superficie ∆Ai con direzione n̂i che possiamo considerare piani e sui quali possiamo ~ =E ~ i costante considerare E Flusso su ogni elemento di superficie: ~ i · ∆A ~ i = Ei∆Ai cos θi Φi = E ~ i = n̂i∆Ai. Flusso complessivo: dove ∆A Φ= X i Φi = X ~ i · ∆A ~i E i Nel limite di elementi di superficie infinitesimi, la somma diventa un integrale sulla superficie: Z Φ= ~ · dA ~ E Teorema di Gauss Per il flusso su di una superficie chiusa del campo elettrico, vale: I Q ~ ~ Φ = E · dA = 4πkQ = 0 dove Q è la carica contenuta all’interno della superficie I indica integrazione su superficie chiusa • La dimostrazione è semplice per una carica puntiforme; in generale, la si può ottenere dal principio di sovrapposizione lineare • Il teorema di Gauss è valida solo per forze ∝ 1/r2 • E’ equivalente ad una delle equazioni di Maxwell. Teorema di Gauss II Conseguenze del teorema di Gauss: Il flusso prodotto dalla carica puntiforme è lo stesso attraverso tutte le superfici S1, S2, S3,.., che circondano la carica; il flusso attraverso questa superficie è invece nullo se la carica è all’esterno. Applicazione: Filo uniformemente carico Assumiamo un filo di lunghezza infinita. Il campo elettrico non può dipendere dalla posizione lungo il filo; inoltre ha simmetria cilindrica, per cui deve essere diretto radialmente rispetto al filo. Scegliamo una superficie chiusa come in figura: il flusso attraverso di essa è Φ = 2πrlE Solo la superficie laterale del cilindro dà ~ ⊥ E. ~ un contributo: per le altre due, dA La carica contenuta è Q = λl (λ carica per unità di lunghezza), da cui λl λ 2kλ 2πrlE = =⇒ E(r) = = 0 2π0r r Notate la dipendenza come 1/r, distanza dal filo! Applicazione: piano infinito uniformemente carico Per simmetria, il campo elettrico non dipende dalla posizione sul piano, è ortogonale al piano, ha verso opposto da lati opposti. Consideriamo la superficie come in figura. Il teorema di Gauss dà Q Φ = 2AE = 0 ovvero ponendo Q = Aσ, dove σ è la carica per unità di superficie: σ E= 20 indipendente dalla distanza dal piano! Applicazione: condensatore piano Due piani paralleli uniformemente carichi di carica opposta a distanza x formano un condensatore. Con il risultato precedente è immediato trovare che il campo elettrico nello spazio fra i due piani vale σ E= 0 dove σ è la densità di carica superficiale per il singolo piano; mentre nello spazio al di fuori dei piani vale E = 0. Questo risultato è valido, in modo approssimato, anche per piani finiti, purché x sia piccolo rispetto alle dimensioni dei piani, nella zona lontana dai bordi. Applicazione: sfera di densità di carica uniforme Per una sfera (di raggio a) uniformemente carica (con densità di carica ρ = Q/(4πa3/3)) il campo elettrico è radiale ovunque. a) Superficie esterna alla sfera: Q 4πr E(r) = 0 2 b) Superficie interna alla sfera: 3 1 ρr q(r) = 4πr2E(r) = 0 0 a3 Q kQ Dal caso a) si ottiene: E(r) = = 2 , come se la carica fosse 2 4π0r r concentrata nel centro (risultato già trovato da Newton per la gravità). Applicazione: sfera di densità di carica uniforme II Dal caso b) si ottiene ρr kρr kQr E(r) = = 3 = 3 3 4π0a a a cioè solo la carica presente all’interno di una sfera di raggio r dà contributo al campo elettrico. Il campo elettrico è quindi nullo, aumenta linearmente con il raggio fino alla superficie, poi inizia a decadere come 1/r2. Questi risultati hanno un corrispettivo per la forza gravitazionale, che obbedisce alla legge 1/r2 come la forza elettrostatica e per la quale vale il teorema di Gauss. Conduttori In un conduttore esistono cariche (elettroni) mobili. Di conseguenza: • il campo elettrico all’interno di un conduttore è nullo ovunque: le cariche si distribuiscono sulla superficie in modo da annullare il campo • la carica totale all’interno di un conduttore è nulla, in conseguenza del teorema di Gauss • il campo elettrico appena fuori del conduttore è ortogonale alla superficie e vale E = σ/0, dove σ è la densità di carica di superficie del conduttore (si dimostra con il teorema di Gauss, vedi figura) Energia potenziale di due cariche Si può dimostrare che la forza di Coulomb è conservativa e quindi esiste una energia potenziale elettrostatica. Consideriamo per semplicità una carica q1 nel campo generato da un’altra carica q2 fissa nell’origine. L’energia potenziale si ricava dal lavoro fatto dalla forza elettrica fra rA e rB : Z B U (rB ) − U (rA) = − F~ · d~s A ed ha la seguente espressione: kq1q2 U (r) = r Il risultato è analogo al caso della forza di gravità; l’energia potenziale gravitazionale U (r) = −GM m/r si riduce alla forma nota U = mgh sulla superficie della terra Energia potenziale elettrostatica II Nel caso in cui abbiamo molte cariche, l’energia potenziale U è data da X X kqiqj U (~r1, ~r2, ...) = |~ri − ~rj | i>j j ovvero dalla somma dell’energia potenziale di tutte le coppie di cariche. ~ dato, Se consideriamo invece una carica q in un campo elettrico E possiamo definire l’energia potenziale U tramite l’espressione Z B U (~rB ) − U (~rA) = − ~ · d~s qE A (possiamo prendere U (~r) = 0 per un qualche valore di ~r, come nell’espressione dell’energia potenziale di due cariche in cui si è assunto U (∞) = 0; oppure limitarci a considerare differenze di energia potenziale che sono le sole significative)