Flora
Parco
Adda Nord
del
Guida alla flora
a cura del
Servizio Educazione Ambientale
e del Servizio Risorse Naturali
Parco Adda Nord
Consorzio per la gestione
Sistema Parchi
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Parco
Adda Nord
MILANO
La biodiversità è tra i valori essenziali per il Parco Adda Nord
e per questo motivo riteniamo importante condividere con gli studenti la
scoperta, la conoscenza e la consapevolezza del valore naturalistico dei boschi del Parco, attraverso la rivisitazione del libretto “La Flora del Parco”.
Con questa nuova edizione abbiamo voluto evidenziare non solo quante
specie di alberi, arbusti e fiori si possono trovare nei nostri boschi, ma anche qual è il loro valore naturalistico, sia per gli animali che se ne cibano
o che vi trovano rifugio, sia per l’uomo che può utilizzarle nelle siepi, nei
filari, nei parchi urbani e nei giardini, contribuendo a diffondere le specie
tipiche locali e “arricchendo di biodiversità” il proprio ambiente.
La guida “La flora del Parco” è una porta aperta alla scoperta dei boschi
del Parco, da esplorare con occhi diversi: le schede descrittive riportano
gli elementi di riconoscimento delle specie tipiche dei nostri boschi e sono
arricchite da fotografie scattate nel territorio del Parco.
Una sezione della guida è inoltre dedicata alle più comuni specie invasive
introdotte dall’uomo, la cui conoscenza è importante per comprendere
la recente evoluzione del bosco e recuperare gli equilibri ecosistemici del
passato.
La conoscenza della vegetazione locale può essere un primo passo verso
una maggior tutela e valorizzazione dei boschi e un’occasione per favorirne la diffusione negli ambienti naturali e seminaturali che ci circondano.
Una sezione della guida è infatti dedicata a coloro che vogliono arricchire il proprio giardino con specie autoctone: vengono forniti suggerimenti
utili per la scelta delle essenze, per la loro collocazione e per la cura con
metodi di gestione sostenibile, a basso impatto ambientale.
Il Presidente
Agostino Agostinelli
Il consigliere delegato
Risorse Naturali
Simona Colzani
Il consigliere delegato
Educazione Ambientale
Luisa Ghidini Comotti
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INDICE
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IL BOSCO
I BOSCHI DEL PARCO
L’ALBERO
GLI ALBERI E GLI ARBUSTI DEL PARCO
Salice bianco
Salicone
Pioppo nero
Platano
Betulla bianca
Ontano nero
Carpino bianco
Carpino nero
Nocciolo
Rovere
Roverella
Farnia
Cerro
Castagno
Olmo campestre
Bagolaro
Rosa canina
Ciliegio selvatico
Biancospino
Acero campestre
Prugnolo selvatico
Spincervino
Evonimo
Sanguinello
Tiglio selvatico
Orniello
Frassino maggiore
Sambuco
Ligustro
Pallon di maggio
I FIORI DEL PARCO
LE SPECIE INVASIVE
UNA MANO ALL’AMBIENTE
ATTRAVERSO UN GIARDINO
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Fotografie:
archivio fotografico Parco Adda Nord.
Si ringraziano inoltre le G.E.V. del Parco,
il Gruppo WWF di Trezzo sull’Adda e
Elena Ballabio per alcune fotografie.
Realizzazione grafica:
Castelletti grafica immagine
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IL BOSCO
Il bosco è un ecosistema complesso, costituito da esseri viventi
vegetali e animali e dall’ambiente fisico, a sua volta composto
da suolo, acqua e fattori climatici.
Gli organismi vegetali sono importantissimi, perché da essi
dipendono tutti gli altri esseri viventi del bosco: i vegetali,
produttori primari dell’ecosistema, catturano l’energia solare
e la trasformano in ossigeno e materia organica, alimentando
gli ecosistemi.
Del materiale vegetale vivo o in decomposizione si nutrono i consumatori
primari, che a loro volta rappresentano
la base alimentare per i consumatori
secondari; a chiudere il ciclo vi sono
infine i decompositori, che riducono
le sostanze organiche contenute nei resti animali e vegetali morti in sostanze
minerali, utilizzabili a loro volta dagli
organismi vegetali.
Il bosco svolge molte funzioni importanti:
salvaguardia della biodiversità: il bosco infatti ospita diversi microhabitat, utili per la
crescita di specie vegetali diverse e per molti animali che trovano cibo e rifugio tra
le fronde degli alberi, nelle cavità dei tronchi, tra gli arbusti del sottobosco, sotto le
cortecce marcescenti o nella lettiera di foglie;
miglioramento della qualità dell’aria e del microclima: il bosco, oltre a produrre
ossigeno tramite le parti verdi delle piante, assorbe polveri ed inquinanti, e con l’ombreggiamento offerto dagli alberi, rinfresca il microclima locale;
produzione di legname (legna da ardere, legname da opera o per la fabbricazione
della carta);
produzione di prodotti secondari, come i frutti di bosco (more, fragole, lamponi,
nocciole, castagne), il miele, i funghi;
protezione del suolo dall’erosione, dalle frane, dalle piogge intense, dalle valanghe e
dal vento: le foglie attenuano la capacità erosiva della pioggia e le radici delle piante
stabilizzano il terreno;
miglioramento del paesaggio e luogo di svago: il bosco, oltre a rendere più piacevole
l’ambiente in cui viviamo, è anche un luogo in cui passare il tempo libero e conoscere da vicino il mondo naturale.
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I BOSCHI DEL PARCO
Molti boschi, soprattutto in pianura padana, sono stati sfruttati, impoveriti, in molti casi ridotti in estensione. Attualmente gli unici grandi boschi rimasti in pianura si trovano nelle
valli fluviali, come quella dell’Adda, ed è per questo che i
boschi del Parco costituiscono un fondamentale serbatoio di
biodiversità, la cui tutela e conservazione è essenziale per tutti gli esseri viventi, uomo compreso.
I boschi del Parco sono un vero e proprio mosaico di formazioni forestali diverse. Nei pressi dell’Adda e nelle zone
frequentemente sommerse dalle acque sono comuni i salici
arbustivi, accompagnati, presso le rive e dove il terreno è costantemente intriso d’acqua, da salici bianchi e ontani neri.
Nelle zone poco distanti dal fiume si trovano specie meno
legate all’acqua, come il pioppo nero, l’olmo campestre e
il frassino. Sui suoli più asciutti crescono farnia e carpino
bianco, le specie tipiche della foresta che un tempo ricopriva
l’intera pianura padana. Sulle colline nella zona centro-settentrionale del Parco si trovano poi le specie amanti di luoghi più assolati e asciutti, come castagno, rovere, roverella e
carpino nero.
Le specie arbustive ed arboree di seguito descritte sono le specie autoctone o naturalizzate più rappresentative e tipiche dei boschi del Parco. Per ogni specie vengono riportati, insieme ad un’illustrazione fotografica, nome comune, nome latino e
famiglia, una descrizione delle caratteristiche morfologiche principali (portamento,
corteccia, foglie, fiori, frutti), un accenno alle condizioni ecologiche ottimali per la
specie e alcune curiosità riguardanti i rapporti con la fauna e i principali usi, in particolar modo negli interventi di riqualificazione del territorio.
L’ALBERO
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L’albero è l’organismo vegetale più evoluto,
ed è costituito da radici, foglie e fusto
legnoso.
Il fusto legnoso sostiene gli apparati fogliari e permette il passaggio dell’acqua e delle sostanze
nutritive assorbite dalle radici
alle foglie.
Le foglie sono gli organi vegetali specializzati per gli scambi
gassosi, la fotosintesi e la traspirazione.
Grazie all’energia solare, nelle foglie avviene il processo di
fotosintesi clorofilliana: esse
catturano l’anidride carbonica contenuta nell’aria, la
combinano con l’acqua assorbita dalle radici e producono zuccheri utili per la pianta, rilasciando ossigeno.
Le foglie sono tra i principali elementi distintivi di un albero, sono costituite dal
picciolo e dalla lamina fogliare, verde e appiattita e percorsa da nervature che trasportano la linfa.
Si possono riconoscere grazie a diverse caratteristiche:
- in base al numero di foglie da cui sono formate:
composte (più foglioline inserite sullo
semplici (non divise in foglioline)
stesso asse) frassino
bagolaro
- in base alla forma
ovale
carpino nero
cuoriforme
tiglio
lanceolata
salice bianco
- in base alla presenza o all’assenza del picciolo, che sorregge la foglia
e la collega al fusto
picciolata (con picciolo)
sessile (senza picciolo)
pioppo nero
farnia
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Il fiore è l’organo riproduttivo tipico delle piante più evolute,
le angiosperme, di cui fanno parte tutte le specie di alberi e
arbusti del Parco. Gli insetti impollinatori, attirati dai petali
molto vistosi e colorati, si cibano del nettare e trasportano il
polline da fiore a fiore. I petali circondano gli organi riproduttori: quello maschile è detto stame e contiene il polline, mentre
quello femminile, il pistillo, contiene gli ovuli.
Quando le parti fertili maschili e femminili coesistono i fiori
sono detti ermafroditi, mentre quando sono separate si hanno
fiori unisessuali; in questo caso se gli organi riproduttori si trovano sullo stesso individuo la specie è detta monoica, mentre
se i fiori sono su individui differenti la specie è dioica.
I fiori possono essere:
solitari
bagolaro
riuniti in infiorescenze
sambuco
riuniti in amenti
salicone
Il frutto è l’organo che contiene i semi, li protegge e ne facilita la
diffusione e può essere:
carnoso (forma una drupa che circonda il seme)
ciliegio selvatico
costituito da ali membranose (samare) che facilitano la
dispersione del seme con il vento
acero campestre
costituito da capsule che si aprono a maturazione,
liberando i semi
pioppi e salici
GLI ALBERI E GLI ARBUSTI DEL PARCO
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SALICE BIANCO
Salix alba (Fam. Salicacee)
Portamento Albero che raggiunge i
25 metri di altezza, con tronco dritto
e ampia chioma non molto folta. E’
riconoscibile per l’aspetto grigiastro
delle foglie.
Corteccia Grigia, profondamente
fessurata con l’età.
Foglie Foglie semplici, lanceolate, a
margine finemente dentato, con pagina superiore verde lucida e pagina
inferiore grigio- argentea.
Fiori Amenti maschili di colore giallastro (6-7 cm) e femminili verdastri
(4-5 cm), in fiore al momento della
fogliazione.
Frutti Gli amenti femminili producono capsule che liberano semi piumosi.
Ambiente Il salice predilige i suoli
umidi, anche periodicamente inondati ed è tipico delle rive dei fiumi e
delle zone umide. Nel Parco presso le
rive del fiume forma boschi monospecifici o misti con pioppi e altri salici
arbustivi.
Curiosita’
Attecchisce facilmente e si propaga
rapidamente e per questo viene impiegato
spesso negli interventi di miglioramento
ambientale lungo i corsi d’acqua, gli
argini e le golene; è molto adatto anche
per i filari e i vecchi esemplari sono un
ottimo sito di nidificazione e rifugio per
numerose specie di uccelli e invertebrati.
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SALICONE
Salix caprea (Fam. Salicacee)
Portamento Albero con chioma arrotondata
e fitta che raggiunge altezze di 10-12 metri, anche se più spesso è arbustivo.
Corteccia Sottile, liscia e grigiastra, poi progressivamente fessurata con l’età.
Foglie Semplici, ad inserzione alterna, di forma
ellittica con apice a punta ripiegato e margine
seghettato; sono biancastre nella faccia inferiore
e con fitta peluria.
Fiori Le infiorescenze maschili sono amenti
cilindrici giallastri di 4-6cm, con peli argentei
prima della fioritura; gli amenti femminili sono
più lunghi (5-8 cm). Fioritura prima della fogliazione, nel mese di marzo-aprile.
Frutti Gli amenti femminili producono capsule
che a maturità liberano semi piumosi.
Ambiente Specie amante dei luoghi assolati e
pioniera, si adatta a vari tipi di suolo, purchè
non intrisi d’acqua. Può colonizzare le aree
umide portando rapidamente alla formazione
del bosco. Nel Parco è variamente diffuso.
Curiosita’
Per la sua rapida crescita, viene
usato negli interventi di recupero
ambientale; il salicone è facilmente
riconoscibile per la fioritura
molto precoce che attrae gli insetti.
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PIOPPO NERO
Populus nigra (Fam. Salicacee)
Portamento Albero alto fino a 30 metri, con
chioma ovale espansa e tronco eretto, frequentemente con numerose protuberanze, molto ramificato e diviso sin dalla base.
Corteccia Grigio chiara da giovane, poi grigio scura, spessa e profondamente solcata, con
nodosità.
Foglie Foglie triangolari o romboidali, lunghe
6-10 cm, acuminate all’apice e cuneate alla base,
con margine seghettato, di colore verde intenso,
lucide sulla pagina superiore, più chiare su quella inferiore; il picciolo è lungo e spesso ricurvo.
Ambiente Specie amante dei luoghi
assolati, predilige suoli sciolti e profondi, che possono essere soggetti a
sommersioni; nel Parco è diffuso lungo le rive del fiume.
Fiori Infiorescenze in amenti penduli lunghi
10-15 cm, di colore rosso vivo i maschili, giallo-verdastro i femminili, si sviluppano su alberi
differenti.
Frutti Infruttescenze in lunghi amenti formati
da capsule verdastre ovali di circa 8 mm; i semi
piumosi vengono liberati a maturità.
Curiosita’
E’ molto adatto alla creazione di
filari, soprattutto vicino a corsi
d’acqua, ma anche in ambito
urbano.
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PLATANO
Platanus hybrida (Fam. Platanacee)
Portamento Albero alto fino a 30 m, con
tronco dritto e slanciato, di diametri anche
superiori al metro e chioma cupuliforme.
Corteccia verde-grigiastra da giovane, con
l’età si sfalda in placche grigio-brune, scoprendo lo strato sottostante grigio-giallastro o
chiaro, liscio.
Foglie semplici, alterne, a lamina palmatolobata con 3-5 lobi appuntiti, a margine intero, con pochi denti grossolani e lungo picciolo.
Fiori in capolini globosi unisessuali (2-3cm),
penduli e lungamente peduncolati, a gruppi
di 2-4. A maturità i capolini si sfaldano disperdendo gli acheni.
Frutti Il frutto è un achenio dalla forma sferica e di colore bruno, che permane sull’albero tutto l’inverno, liberando i singoli acheni
nella stagione successiva
Curiosità
Il platano, ormai naturalizzato nel
nostro territorio, è stato introdotto a
partire dalla seconda metà del
secolo scorso. Viene spesso piantato a
filare e governato a ceppaia lungo i
canali per rafforzarne gli argini, ma è
impiegato anche nelle alberature
stradali, o come albero ornamentale
in parchi e giardini.
Ambiente Specie eliofila, ha
un’elevata rapidità di crescita su
terreni fertili, profondi e freschi,
mentre mal si adatta a crescere in
posizioni ombreggiate; nel Parco il
platano è molto diffuso e coltivato,
soprattutto lungo i canali irrigui,
le strade, le separazioni poderali, è
meno frequente nei boschi.
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BETULLA BIANCA
Betula pendula (Fam. Betulacee)
Portamento Albero alto fino a 30 metri, ma spesso con portamento arbustivo;
la chioma è allungata e verde e il tronco è
eretto, slanciato con rami lunghi e sottili e
ramuli penduli.
Corteccia Corteccia bianca con macchie
nere irregolari che si sfoglia in liste orizzontali; ha grosse fenditure nerastre verso
la base.
Foglie Le foglie sono romboidali con lunga cima appuntita, doppiamente dentate,
lunghe 4-8 cm.
Fiori Infiorescenze unisessuali, le maschili
in amenti penduli lunghi 4-6 cm, di colore
giallo, quelle femminili verdi, lunghe 1-2
cm.
Curiosita’
E’ una specie ornamentale spesso
piantata nei giardini, ma può essere usata
anche nei rimboschimenti, viene anche
usata nelle opere di rinaturalizzazione
di suoi frutti sono apprezzati da molti
lepidotteri e dagli uccelli granivori.
Frutti Infruttescenze cilindriche, prima
erette, poi pendule, lunghe 3-4 cm, che a
maturazione liberano dei semi alati.
Ambiente La betulla è una specie pioniera e ricolonizzatrice, presente su vari tipi di
suolo, anche se predilige substrati acidi. Nel
Parco è presente sporadicamente nei boschi, soprattutto ai margini e nelle radure.
ONTANO NERO
Alnus glutinosa (Fam. Betulacee)
Portamento Albero alto fino a 30 metri,
con chioma ovale, leggermente piramidale e
tronco eretto e slanciato.
Corteccia Corteccia bruno-grigiastra o
verdastra, lucida nei soggetti giovani, con
lenticelle trasversali, nerastra e fessurata con
l’età.
Foglie Le foglie sono semplici, alterne, ovali,
con apice arrotondato e margine seghettato
irregolarmente; hanno inserzione alterna e
sono di colore verde scuro su entrambe le
pagine.
Fiori Infiorescenze unisessuali, le maschili in
amenti penduli lunghi 6-12 cm di colore giallo, riuniti in gruppi di 3-5; quelle femminili
sono più piccole (1-3 cm), ovali e peduncolate, di colore verde, lignificano con il procedere della stagione.
Frutti Infruttescenze in achenio che a maturazione liberano dei semi ovali e strettamente
alati.
Curiosita’
L’ontano nero viene usato per
stabilizzare le ripe di corsi
d’acqua o nelle opere di rinatura
lizzazione in zone molto umide.
I semi sono apprezzati da
numerosi uccelli granivori,
soprattutto in inverno.
Ambiente Specie legata a costante presenza di acqua nel suolo, si trova nelle zone
umide e paludose, nelle lanche fluviali o
presso le risorgive di acque freatiche.
Nel Parco l’ontano è molto comune presso
le rive del fiume e in tutte le zone umide.
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CARPINO BIANCO
Carpinus betulus (Fam. Corilacee)
Portamento Albero con fogliame deciduo
alto fino a 25 metri, con chioma arrotondata
e tronco eretto.
Corteccia Grigio-pallida, liscia, scanalata,
fessurata con l’età. Rami giovani bruno-rossastri.
Foglie Foglie semplici, ellittiche o ovate, doppiamente seghettate, con nervature pronunciate, lunghe 4-10 cm, ad inserzione alterna.
Fiori Unisessuali, quelli maschili in amenti,
lunghi fino a 5 cm, gialli, penduli, quelli femAmbiente Specie che vegeta bene
minili più brevi e piccoli, all’apice dei rami.
sia su suoli sciolti e profondi che su
terreni argillosi, sopporta bene l’omFrutti Il frutto duro e verde è all’interno di
breggiamento; molto più diffusa in
un’infruttescenza peduncolata formata da
passato, attualmente si trova nei boacheni trilobati lunghi fino a 7,5 cm.
schi di pianura o sui bassi versanti
freschi. Nel Parco è presente nei boschi meglio conservati.
Curiosita’
Specie ideale per la creazione
di siepi, perché resiste bene
alle potature e mantiene le
foglie secche d’inverno; è anche
adatta per gli interventi di
rimboschimento.
CARPINO NERO
Ostrya carpinifolia (Fam. Corilacee)
Portamento Albero alto 15 metri, con
tronco diritto e chioma raccolta allungata.
Corteccia La corteccia è marrone, prima
liscia e poi grigiastra con lenticelle trasversali più chiare.
Foglie Ovali e appuntite, a margine doppiamente seghettato e nervature primarie
parallele molto evidenti.
Fiori I fiori sono unisessuali; quelli maschili, raggruppati in amenti penduli di 2-4,
sono lunghi fino a 10 cm e si sviluppano in
primavera assieme a quelli femminili (spighe), più piccoli e poco vistosi.
Frutti I frutti sono acheni portati a grappoli, di colore giallastro o verde e consistenza
membranosa, che assomigliano al frutto del
luppolo.
Curiosita’
Il carpino nero è molto adattabile
e può essere impiegato per
rimboschire le aree denudate in
ambiente collinare e per ornare
parchi e giardini, o per le
alberature stradali.
Ambiente Specie tipica degli ambienti
collinari, predilige suoli freschi, maturi e
di preferenza calcarei, ma cresce anche su
suoli superficiali, dove si comporta come
specie pioniera. Nel Parco è diffuso soprattutto nella porzione settentrionale sui versanti assolati, insieme a rovere e roverella.
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NOCCIOLO
Corylus avellana (Fam. Corilacee)
Portamento Grande arbusto fittamente
ramificato fin dalla base, alto fino a 6-8
metri, con chioma arrotondata ed espansa
di colore verde vivo e tronco eretto.
Corteccia Grigio-brunastra lucida e liscia
con lenticelle trasversali, solo tardivamente
con lunghi solchi longitudinali.
Foglie Foglie alterne rotondo-ovali con
base cuoriforme e apice appuntito; di colore verde chiaro, sono doppiamente seghettate e possono essere lunghe 9-12 cm.
Ambiente
Specie
amante dei suoli neutri,
è frequente nel sottobosco di tutti i boschi del
Parco e nelle siepi.
Fiori Fiori riuniti in infiorescenze unisessuali che si sviluppano molto prima delle
foglie (febbraio-aprile). Gli amenti maschili sono riuniti in gruppi di 2-4 e sono lunghi circa 6-10 cm, mentre i fiori femminili
sono simili a piccole gemme.
Frutti Le nocciole sono avvolte quasi completamente da due brattee fogliari frangiate. I frutti hanno una grandezza di circa 2
cm, e sono di solito riuniti in ciuffi di 2-5.
Curiosita’
E’ ideale per la creazione di siepi,
anche nei parchi urbani, e può
essere usata per rinfoltire il sottobosco, migliorando la qualità dei
boschi; le nocciole sono il cibo
preferito di molti uccelli, degli
scoiattoli e del moscardino.
ROVERE
Quercus petraea (Fam. Fagacee)
Portamento Albero alto fino a
30-40 m, con chioma arrotondata e
tronco eretto.
Corteccia Corteccia grigia, solcata e fessurata.
Foglie Semplici, ad inserzione alterna, lobate e lunghe 8-12 cm, con
picciolo di 1-3 cm.
Fiori Infiorescenze unisessuali, con
amenti maschili gialli e penduli,
lunghi 5-8 cm e fiori femminili a
piccoli gruppi, ascellari e sessili.
Frutti Ghiande ovali di 1,5-3 cm,
sessili o appena peduncolate.
Ambiente Specie amante dei luoghi collinari e assolati e dei suoli
asciutti ben drenati. Nel Parco si
trova nei boschi collinari.
Curiosita’
Specie ornamentale per la sua
maestosità, si trova anche
nei giardini urbani.
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ROVERELLA
Quercus pubescens (Fam. Fagacee)
Portamento Albero alto fino a 20 m, con
chioma arrotondata e tronco sinuoso ed
eretto.
Corteccia Bruno-scura, finemente fessurata in piccole scaglie.
Frutti Ghianda allungata, acuta all’apice, più piccola di quelle delle altre
querce, con cupola che la ricopre fino
a metà.
Ambiente Specie amante dei luoghi
assolati e dei suoli asciutti ben drenati,
prevalentemente calcarei. Nel Parco si
trova prevalentemente sulle scarpate.
Curiosita’
Specie utilizzabile per la
ricostituzione e la rinnovazione
dei boschi seminaturali; per le sue
caratteristiche frugali, è ideale
per rimboschire le aree degradate
e denudate, soprattutto
in collina.
Foglie Semplici, ad inserzione alterna,
obovato-lobate lunghe 5-10 cm, pubescenti soprattutto da giovani, con picciolo breve e peloso; persistono sull’albero durante
l’inverno.
Fiori Infiorescenze unisessuali, con amenti maschili gialli e penduli, lunghi 5 cm e
fiori femminili a piccoli gruppi terminali
all’ascella delle foglie in modo sessile; si
sviluppano in concomitanza della fogliazione.
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FARNIA
Quercus robur (Fam. Fagacee)
Portamento Albero alto fino a 30 metri
con chioma ovale o arrotondata, ampia;
il tronco è diritto e robusto, con molte
ramificazioni.
Corteccia Corteccia grigio-brunastra
pallida e con lenticelle nei rami giovani,
molto fessurata con l’età.
Foglie Semplici, alterne con lamina
obovata e apice arrotondato con due
orecchiette alla base, margini profondamente lobati; si distingue dalle altre
querce per le foglie sessili (senza picciolo).
Fiori Fiori maschili in amenti gialli penduli, i femminili all’ascella delle foglie,
portati sulla stessa pianta.
Frutti I frutti sono ghiande sessili di forma ovale, lunghe fino a 4 cm, ricoperte
per circa un quarto da cupole formate da
squame; sono portate in gruppi di due o
tre su di un lungo peduncolo comune.
Curiosita’
Specie impiegata nella ricostituzione
dei boschi, nell’arboricoltura da legno
e nella formazione di filari. Le ghiande sono cibo per numerosi uccelli,
scoiattoli ed altri roditori, mentre il
legno, soprattutto quello marcescente,
ospita numerose larve di insetti.
Ambiente Predilige i terreni fertili,
ricchi di humus, profondi e ben drenati, ma è comune anche su suoli argillosi; anticamente costituiva vaste
foreste su tutta la pianura padana, in
associazione ad altre latifoglie. Nel
Parco si trova nei boschi più conservati, insieme ad altre querce e al carpino,
più frequentemente nella porzione settentrionale.
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CERRO
Quercus cerris (Fam. Fagacee)
Portamento Albero alto fino a 35 metri con chioma da ovale a globosa spesso
irregolare, molto ampia, tronco diritto, robusto e slanciato.
Corteccia Grigio-marrone scuro, spessa e con fessure profonde.
Foglie Semplici, subcoriacee, lunghe fino a 12 cm, lamina lanceolata o ellittica, lobi
molto incisi con apice appuntito, di colore scuro e lucide.
Fiori Fiori unisessuali riuniti in infiorescenze: maschili penduli di 4-5 cm, femminili
solitari o a gruppi di 2-3, peduncolati.
Frutti Ghiande scure lunghe 2-3 cm con cupola a squame tipicamente arricciate.
Ambiente Il cerro predilige terreni profondi ed
argillosi, acidi o sub-acidi con ristagno d’acqua in
profondità; è amante delle stazioni soleggiate.
Curiosita’
Specie utile per la costituzione
di boschi naturali, anche se a
crescita lenta.
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CASTAGNO
Castanea sativa (Fam. Fagacee)
Portamento Grande albero con portamento maestoso, di 30-35 metri di
altezza; il tronco, che raggiunge grossi diametri, è normalmente dritto e
se isolato si diparte in grosse branche,
dando alla chioma un aspetto ampio e
tondeggiante.
Corteccia La corteccia da giovane
è liscia e bruno-rossastra, diviene poi
grigia e scanalata.
Foglie Le foglie sono semplici, alterne, elittico-lanceolate e a margine seghettato; la pagina superiore è liscia,
lucida, verde intenso con nervature
rilevate. La fogliazione è tardiva (fine
aprile-maggio).
Fiori L’infiorescenza maschile è costituita da fiori riuniti in amenti eretti, lunghi fino a 20 cm, mentre i fiori
femminili sono riuniti in gruppi di 2-3,
alla base delle infiorescenze maschili, e
sono ricoperti da un rivestimento spinoso.
Curiosita’
Le castagne hanno diversi usi
alimentari, si possono arrostire o
bollire, o se ne possono ricavare
farine o marmellate.
Il miele di fiori di castagno
è particolarmente aromatico.
Frutti Il riccio (5-10 cm di diametro) è
molto spinoso, contiene normalmente 3
frutti (ma a volte fino a 7); i frutti (le castagne) sono acheni con pericarpo liscio e
coriaceo bruno.
Ambiente E’ una specie tipica degli ambienti collinari, ama i pendii soleggiati e
i terreni acidi, freschi e ricchi di humus.
Il castagno è molto diffuso sulle pendici
della zona settentrionale del Parco.
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OLMO CAMPESTRE
Ulmus minor (Fam. Ulmacee)
Portamento Albero alto fino a 30 metri, con
tronco dritto e slanciato e chioma densa. I rami
sono disposti regolarmente su un unico asse e opposti.
Corteccia Bruno-grigiastra e liscia da giovane,
con scanalature sempre più profonde con l’età.
Foglie Semplici, ad inserzione alterna e apice appuntito, con margine doppiamente seghettato, a tipica base asimmetrica che può coprire il picciolo.
Fiori Ermafroditi, sessili, di colore porpora e riuniti a gruppi, fioriscono a fine inverno prima della
fogliazione.
Frutti I frutti sono samare alate riunite in gruppi.
Curiosita’
L’olmo viene spesso impiegato
nelle siepi e nei filari, anche
in ambiente urbano, per la
sua resistenza alle potature e
all’inquinamento.
Ambiente L’olmo è
molto adattabile, anche
se predilige suoli freschi,
profondi, con buona disponibilità di acqua e
sali minerali. E’ diffuso
nel Parco nei boschi più
evoluti, nei querceti e nei
saliceti, ma è spesso presente anche nei filari.
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BAGOLARO
Celtis australis (Fam. Ulmacee)
Portamento Albero alto fino a 20 metri,
con tronco diritto, robusto con chioma arrotondata e folta.
Corteccia Di color grigio cenere, liscia
anche su piante adulte, con striature orizzontali.
Foglie Semplici, alterne, lanceolate, con
apice acuminato e margine doppiamente
dentato,appena ruvide nella pagina superiore, più chiare nella pagina inferiore.
Fiori Fiori ermafroditi o unisessuali, solitari o a piccoli gruppi, piccoli (2-4 cm), poco
vistosi, gialli.
Frutti Drupe rotondeggianti verdi, poi brune a maturazione.
Curiosita’
Il bagolaro è molto adattabile anche
a substrati rocciosi (da cui deriva il
nome popolare di “spaccasassi”), si
adatta al consolidamento delle ripe
scoscese e viene usato spesso per la
costituzione di filari, anche in ambiente
urbano, per la sua resistenza all’inquinamento. I suoi frutti sono
utilizzati dall’avifauna.
Ambiente Specie amante dei luoghi assolati e dei suoli aridi e sassosi,
nel Parco si trova spesso sulle scarpate ripide, sulle pendici e sui suoli
poveri.
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ROSA CANINA
Rosa canina (Fam. Rosacee)
Portamento Arbusto alto fino a 2
m, dal portamento arbustivo o strisciante.
Corteccia Fusti sottili e glabri,
spesso ricadenti, prima verdi poi
striati e bruni, con spine adunche,
compresse lateralmente, rosse.
Foglie Foglie alterne, imparipennate, composte da 5-7 foglioline ovatoellittiche, a margine semplicemente
o doppiamente dentato. Possono
anche persistere sulla pianta d’inverno.
Fiori Fiori solitari, appariscenti, a
corolla rosea o roseo-biancastra.
Frutti Il falso frutto rosso e liscio
detto cinorrodio (1-2 cm) è persistente durante la stagione invernale
e porta all’ interno i veri frutti, che
sono numerosi acheni pelosi.
Ambiente Specie molto adattabile, si
trova preferibilmente nei luoghi assolati,
ai margini dei boschi, nelle radure e negli
arbusteti. Nel Parco la rosa canina è largamente diffusa.
Curiosita’
Specie ornamentale, è adatta
per la formazione di siepi.
Il frutto attrae numerosi
uccelli, come i tordi, che se ne
cibano soprattutto durante
la stagione invernale.
CILIEGIO SELVATICO
Prunus avium (Fam. Rosacee)
Portamento Albero alto sino a 20 m, con tronco rettilineo, portamento slanciato e
chioma ampia di forma piramidale-ovata.
Corteccia Da grigio-cinereo a bruno-rossastra, lucida, che si sfalda in strisce orizzontali. I rami sono eretti, lisci e glabri da giovani.
Foglie Foglie semplici, alterne, a lamina sottile, obovato-ellittica, affusolate all’apice
e a margine dentellato, generalmente pendule. Picciolo glabro, con due ghiandole
rosse verso il lembo fogliare.
Fiori Fiori bianchi con 5 petali rotondati,
portati in corimbi.
Curiosita’
Frutti I frutti, le ciliegie, sono drupe gloSpecie che viene spesso piantata nelle
bose rosse, eduli.
siepi e filari per la coltivazione delle ciliegie, viene anche usata nella riqualificazione
dei boschi e per l’arboricoltura da legno.
Oltre all’uomo, anche uccelli e mammiferi
Ambiente Specie mediamente eliofila,
si cibano dei frutti del ciliegio, mentre i fiori
predilige suoli ben drenati, freschi e prosono apprezzati da molte farfalle e api.
fondi; si trova spesso ai margini dei boschi
Il frosone, grazie al suo becco durissimo,
di latifoglie e nel Parco è presente in orti,
riesce a romperne i noccioli, cibangiardini, filari.
dosi delle parti interne.
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BIANCOSPINO
Crataegus monogyna (Fam. Rosacee)
Portamento Arbusto o raramente piccolo albero alto fino a
10 metri, molto ramificato e con
rami spinosi.
Corteccia Prima liscia e grigia,
diventa bruna con piccole squame.
Foglie Decidue, profondamente
lobate, ovoidali o romboidali a 3-7
lobi, con margine grossolanamente e doppiamente dentato. Sono
provviste di picciolo e presentano
la pagina superiore color verde
chiaro e lucida, mentre quella inferiore è verde-grigiastra, glabra o
leggermente pelosa.
Fiori Fiori ermafroditi bianchi, a 5 petali, numerosissimi in corimbi eretti.
Frutti I falsi frutti sono piccoli pomi di forma tondeggiante, rossi quando diventano
maturi, coronati all’apice dai residui del calice; contengono un solo seme.
Ambiente Specie adattabile a diversi tipi di
suolo, predilige i luoghi assolati: si trova nelle
siepi, ai margini dei boschi o in boschi radi. Nel
Parco è diffuso in tutti i boschi e nelle siepi.
Curiosita’
Il biancospino è ideale per formare
siepi campestri dense e impenetrabili,
anche per via del rapido accrescimento,
mentre per la resistenza all’inquinamento
e per la bellezza dei fiori e dei frutti può
essere impiegato anche in ambito urbano.
I frutti sono cibo per l’avifauna e
attirano un gran numero
di farfalle.
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ACERO CAMPESTRE
Acer campestre (Fam. Aceracee)
Portamento Albero di medie dimensioni (10-15 metri), con chioma arrotondata, tronco eretto e molto ramificato.
Corteccia Di colore grigiastro, più
scura e fessurata con l’età. I giovani
rami hanno spesso formazioni suberose.
Foglie Semplici, palmate e lobate, lunghe fino a 7,5 cm, a 5 lobi arrotondati.
La pagina superiore è di colore verde
scuro, quella inferiore è più pallida e
vellutata. Il picciolo (3-9 cm) è porporino.
Fiori Poligami giallognoli o verdognoli, in corimbi eretti, si sviluppano insieme alle foglie.
Frutti Disamare con ali perpendicolari, in grappoli pendenti, lunghi fino a
2,5 cm che diventano rossicce a tarda
estate.
Curiosita’
In passato l’acero campestre
era spesso usato come tutore vivo
della vite; per la resistenza alla
potatura, l’altezza contenuta e la
densità del fogliame, è ideale per
rinfoltire le siepi campestri o
per creare schermature.
Ambiente L’acero campestre è abbastanza rustico, predilige terreni umidi e
profondi ma si adatta bene anche a suoli
argillosi e aridi; è mediamente eliofilo, ma
sopporta anche condizioni di ombreggiamento. Nel Parco si trova nei boschi, soprattutto nei querceti e nelle siepi.
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PRUGNOLO SELVATICO
Prunus spinosa (Fam Rosacee)
Portamento Arbusto alto sino a 2-3m,
con fusto contorto e ramoso.
Corteccia Corteccia grigio-bruna o
nerastra, lucida, incisa con l’età. I rami
giovani sono spinosi, con lenticelle orizzontali.
Foglie Foglie semplici, alterne a lamina ovato-ellittica, a margine finemente
dentato, glabra sulla pagina superiore e
pelosa in quella inferiore.
Ambiente Il prugnolo si adatta
ad ogni tipo di terreno, purché
sufficientemente drenato; è una
specie eliofila e si insedia quindi
in aree soleggiate, nelle radure,
negli arbusteti o al margine dei
boschi. Nel Parco è spesso presente nelle siepi.
Curiosita’
Il prugnolo è utile per rimboschire
le aree degradate, ma è anche ottimo per
costituire siepi campestri. La folta chioma del
prugnolo e le spine, lo rendono un ideale
sito di nidificazione per gli uccelli.
L’averla piccola utilizza le spine del prugnolo
per infilzarvi le prede.
I frutti sono apprezzati anche
dai mammiferi.
Fiori Ermafroditi, bianchi e numerosi,
posti singolarmente sui rametti, fioriscono abbondantemente a marzo o aprile,
prima della comparsa delle foglie.
Frutti Drupa tondeggiante (1-1,5cm), di
colore bluastro, coperta da una leggera
patina blu-cerosa a maturazione; il frutto è commestibile e ha gusto acidulo.
SPINCERVINO
Rhamnus catharticus (Fam. Ramnacee)
Portamento Arbusto alto fino a 4 metri; fusto molto ramoso e di forma irregolare,
con chioma compatta e ramificata. Caratteristici getti terminanti in spine.
Corteccia Grigio bruno, prima liscia poi scabra e squamosa.
Foglie Foglie semplici, alterne o opposte, a lamina ovoidale-ellittica acuminata all’apice e cuneata o troncata alla base, a margine finemente seghettato, con nervature
evidenti.
Fiori Pianta con fiori unisessuali piccoli e profumati, riuniti in folti gruppi ombrelliformi sull’ascella delle foglie, di colore giallo-verde, con 4 petali.
Frutti Il frutto è una drupa globosa (5-8mm), dapprima verde e poi nerastra a maturità, contenente 2-4 noccioli gialli.
Curiosita’
E’ una specie pioniera,
adatta al consolidamento di
terreni sassosi e asciutti.
I frutti sono appetiti
dall’avifauna.
Ambiente Specie amante dei luoghi assolati, è presente ai margini dei boschi e nelle macchie cespugliose.
Predilige terreni calcarei, anche poveri e aridi.
Nel Parco si trova soprattutto nella porzione centro-meridionale.
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EVONIMO
Euonymus europaeus (Fam. Celastracee)
Portamento Arbusto deciduo che di rado supera
i 2,5 m di altezza, con caratteristico portamento a
rami e foglie opposte.
Corteccia Sottile, verde e liscia nei soggetti giovani o bruno-chiara, con chiazze
verdi.
Foglie Opposte, ellittiche o lanceolate, acute, con margine finemente dentato; verde
chiaro in primavera, rosse d’autunno.
Fiori Piccoli, giallastri, a quattro petali.
Frutti Capsule rosse o rosa molto vistose in autunno, a maturità si aprono in quattro lobi in cui sono contenuti semi arancioni.
Curiosita’
Grazie alla colorazione dei frutti e
delle foglie in autunno, è una specie
ornamentale che può essere usata nei parchi
urbani. Si presta bene alla costituzione di
siepi e lungo le strade.
I suoi frutti sono appetiti dagli
uccelli.
Ambiente Specie di mezz’ombra, adattabile a vari tipi di suolo, purchè non soggetti
a ristagno o aridità prolungata. Nel Parco
si trova nel sottobosco di vari tipi di boschi,
soprattutto dei querceti, ma anche nelle
siepi.
SANGUINELLO
Cornus sanguinea (Fam. Cornacee)
Portamento Arbusto molto ramificato alto fino a 4 m.
Corteccia I giovani rami, dai quali la pianta prende il nome, sono di
colore rosso cupo, particolarmente
visibili nel tardo autunno. La corteccia diventa grigiastra e fessurata
con l’età.
Foglie Foglie opposte, ovali, lanceolate; hanno nervature ben evidenti e sono tipicamente rosse in
autunno.
Fiori I fiori sono ermafroditi,
bianchi, a 4 petali portate in infiorescenze a corimbo all’apice dei
rami. Hanno odore sgradevole.
Frutti Piccole drupe sferiche di 56 mm di diametro, prima rosse poi
nerastre a maturità.
Ambiente E’ una pianta molto adattabile, anche se preferisce i
suoli ricchi, maturi e calcarei. Si trova nei boschi e ai loro margini,
nelle siepi e nei cespuglieti e colonizza rapidamente i terreni abbandonati. Nel Parco è molto diffuso.
Curiosita’
Il sanguinello viene usato per il recupero
ambientale di aree argillose, come pianta
ornamentale o per formare siepi campestri
con altre specie arbustive ed arboree.
Le bacche sono una fonte di cibo
per gli uccelli.
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TIGLIO SELVATICO
Tilia cordata (Fam. Tiliacee)
Portamento Albero alto fino a 30 metri, con
ampia chioma a forma di cupola. Il tronco è
robusto e i rami sono rivolti verso il basso.
Corteccia Liscia, macchiettata, grigio-bruna da giovane, diviene solcata longitudinalmente con l’età in solchi poco profondi di
colore grigio.
Foglie Le foglie
sono cuoriformi, alterne, asimmetriche,
picciolate con base
cordata e acute all’apice, dal margine
seghettato. La pagina superiore è verde
scuro mentre quella
inferiore è pallida.
Fiori L’infiorescenza ha un lungo peduncolo sulla quale vi sono 3–15 fiori ermafroditi,
molto odorosi, con un calice di 5 sepali e una
corolla con 5 petali di colore giallognolo.
Ambiente E’ una specie che preferisce terreni profondi, freschi e
ricchi di humus. Nel Parco si trova
in parchi e giardini e lungo percorsi
campestri, raramente in ambienti
forestali.
Curiosita’
Il tiglio è molto usato come specie
ornamentale e nelle alberature
stradali per il suo ombreggiamento;
i profumatissimi fiori del tiglio
selvatico attraggono le api,
che ne ricavano un miele
pregiato.
Frutti I frutti sono subglobosi di circa 5-6
mm a pericarpo membranoso.
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ORNIELLO
Fraxinus ornus (Fam. Oleacee)
Portamento Albero alto fino a 15 metri, con tronco eretto ramificato, con
rami opposti e chioma ovale.
Corteccia Corteccia liscia di colore grigio-scuro, screpolata con l’età; le
gemme sono bruno grigiastre rugginose.
Foglie Le foglie sono opposte, imparipennate e seghettate, con 5-9 foglioline
picciolate ed ovato-lanceolate, più chiare sulla pagina inferiore.
Fiori Fiori in pannocchie apicali erette
lunghe fino a 20 cm, piccoli, bianchi e
molto profumati. I petali lineari sono
lunghi 5-6 mm.
Frutti Samare lineari in grappoli penduli, con un unico seme, che permangono sulla pianta dopo la caduta delle
foglie.
Ambiente Specie che predilige i luoghi caldi e assolati, cresce su terreni magri e aridi a
falda profonda, dove può comportarsi da specie pioniera. Nel
Parco è presente in modo sporadico in tutti i boschi, tranne
che nelle zone più umide.
Curiosita’
Può trovare impiego negli interventi
di miglioramento dei boschi, insieme
ad altre specie.
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FRASSINO MAGGIORE
Fraxinus excelsior (Fam.Oleacee)
Portamento Albero alto fino a 25-30 metri
con chioma globosa e poco densa, allungata,
di colore verde smorto; tronco eretto e poco
ramificato.
Corteccia Grigia, liscia, fessurata solo in
esemplari molto vecchi, mentre i rami giovani sono grigio-verdognoli con gemme tipicamente nere e vellutate.
Foglie Opposte, imparipennate, lunghe fino
a 30 cm, composte da 9-14 foglioline lanceolate e oblunghe, a margine seghettato; la pagina superiore è verde scura, mentre quella
inferiore è grigiastra.
Fiori I fiori fioriscono prima della comparsa delle foglie, in pannocchie ascellari, eretti
e brevi con antere porpora.
Frutti Samare lanceolate, brune e lucide
lunghe 4 cm, in densi grappoli penduli.
Ambiente Specie amante del sole o di mezz’ombra, predilige i suoli freschi e profondi.
Nel Parco è presente soprattutto negli avvallamenti umidi della zona settentrionale.
Curiosita’
Specie adatta alla ricostituzione
di boschi su suoli piuttosto umidi,
trova impiego anche nell’arboricoltura
da legno.
SAMBUCO
Sambucus nigra (Fam. Caprifoliacee)
Portamento Grande arbusto molto ramificato alto sino a 8 m; la chioma tende ad
allargarsi ad ombrello.
Corteccia Corteccia verde da giovane poi
grigio-bruna con lenticelle longitudinali.
Foglie Foglie opposte, con 5-7 foglioline
ellittiche o lanceolate, lunghe 6-12 cm, con
margine irregolarmente seghettato.
Fiori Infiorescenza ombrelliforme con numerosi piccoli fiori bianchi.
Frutti Il frutto è una drupa subsferica, a
grappoli subito penduli, lucida e nero-violacea a maturità.
Ambiente Specie mesofila, predilige
suoli umidi e profondi, ricchi di sostanze
azotate. E’ frequente nelle schiarite e nelle
siepi e si adatta bene ai luoghi esposti al
sole.
Curiosita’
Specie adatta per costituire siepi
campestri. E’ utilizzata per la
delimitazione degli orti, sia per
l’azione repellente nei confronti di
insetti parassiti, sia perchè in grado
di attirare molti uccelli insettivori,
che si cibano delle bacche e
trovanositi di nidificazione
tra i suoi rami.
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LIGUSTRO
Ligustrum vulgare (Fam. Oleacee)
Portamento Arbusto di medie dimensioni a ramificazione espansa, che
può raggiungere anche i 3 metri d’altezza.
Corteccia Grigio bruna, liscia, sottile
con lenticelle.
Foglie Foglie piccole, opposte e lanceolate, verde scuro sulla pagina superiore,
più chiare in quella inferiore, coriacee;
sono generalmente caduche, ma possono anche persistere d’inverno.
Fiori I fiori sono bianchi, piccoli e profumati, riuniti in un’infiorescenza a pannocchia.
Frutti Piccole bacche nere e lucide a
maturità, contengono un seme e possono persistere sulla pianta durante
l’inverno.
Ambiente Specie eliofila o di mezz’ombra, si adatta a diverse condizioni
ambientali e vari tipi di suolo, purchè
ricchi di nutrienti e ben drenati; è diffuso nel Parco soprattutto ai margini
dei boschi.
Curiosita’
E’ una specie ideale per formare siepi
campestri miste.
E’ anche una pianta ornamentale sia per la
fioritura sia per la densa chioma dalle foglie
persistenti. Numerosi uccelli come i
fringuelli e le capinere si cibano delle
bacche del ligustro.
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PALLON DI MAGGIO
Viburnum opulus (Fam. Caprifoliacee)
Portamento Arbusto di 2-3 metri di
altezza, a forma cespugliosa ed espansa.
Corteccia Liscia, di colore brunogiallastro, sottile, a strie, si screpola
con l’età.
Foglie Decidue, ad inserzione opposta, lobate a 3 o 5 lobi, di colore vistosamente rossastro in autunno.
Fiori Ermafroditi di piccole dimensioni e colore bianco, riuniti in infiorescenze composte (10 cm), con petali
più grandi sui fiori periferici; fiorisce
a maggio.
Frutti Drupe sferiche lucide e rosse a
maturità, che spesso rimangono sulla
pianta in inverno.
Ambiente Specie eliofila o di mezz’ombra, è diffusa nei boschi umidi e nei margini dei boschi su suoli freschi. Nel Parco è
presente in tutte le zone umide.
Curiosita’
Specie molto ornamentale, indicata
per la formazione di siepi campestri
su suoli umidi, per interventi di recupero
ambientale e anche in giardini urbani.
I fiori sono impollinati da coleotteri e
ditteri, mentre i frutti sono appetiti
dagli uccelli durante la stagione
invernale.
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I FIORI DEL PARCO
SCILLA SILVESTRE
Scilla bifolia (Fam. Liliacee)
Pianta perenne, erbacea e bulbosa, alta 10-20 cm,
con 2 foglie (da cui la specie prende il nome), lanceolate, lucenti e ricurve, che abbracciano il fusto
dalla base. L’infiorescenza è formata da 6-10 fiori, di
circa 1 cm di diametro, con 5 petali di colore azzurro-violetto intenso, o raramente bianco o rossastro;
la fioritura avviene tra marzo e maggio. Nel Parco la
specie si trova soprattutto nei boschi umidi di querce
e nei castagneti.
ELLEBORO VERDE
Helleborus viridis (Fam. Ranuncolacee)
Specie erbacea perenne rizomatosa, alta 20-50 cm,
con grandi foglie basali, lanceolate, i fiori sono formati da 5 grandi tepali di colore tipicamente verde, che emanano un odore sgradevole; come altri
ellebori, fiorisce anche in pieno inverno. Cresce su
terreni calcarei nei boschi umidi e ai margini di essi,
e nel Parco è diffuso soprattutto nei castagneti e nei
querceti della parte collinare.
BUCANEVE
Galanthus nivalis (Fam. Amarillidacee)
Pianta perenne, erbacea e bulbosa, alta circa 10-20 cm;
dal bulbo fuoriescono 2 foglie radicali, lineari e nastriformi
lunghe come il fusto e larghe fino a 5 mm, arrotondate
all’apice e con una patina cerosa. I fiori sono penduli a
forma di campanella, lunghi 2,5 cm, formati da 6 tepali
bianchi con macchie verde chiaro all’apice dei 3 tepali interni (più corti). Specie di mezzombra tipica dei prati e dei
boschi umidi di latifoglie, fiorisce in febbraio - marzo, in
concomitanza con lo scioglimento delle nevi, da cui prende
il nome.
CAMPANELLINO
Leucojum vernum (Fam. Amarillidacee)
Pianta perenne, erbacea e bulbosa, alta circa 10-30 cm;
dal bulbo si dipartono le foglie, lineari e nastriformi lunghe
poco meno del fusto e larghe 1 cm. I fiori sono penduli a
forma di campanella (dalla quale deriva il nome comune),
profumati e con una macchia verde chiara o giallastra all’apice dei tepali. Si trova prevalentemente in prati e boschi
umidi e nel Parco la fioritura è precoce (gennaio - febbraio),
secondo l’esposizione al sole.
DENTE DI CANE
Erythronium dens-canis (Fam. Liliacee)
Pianta perenne, erbacea e bulbosa, alta circa 10-20 cm; ha
2 foglie basali, ellittiche ed appuntite, chiazzate di rosso bruno. Il fiore è solitario e pendulo, di colore rosa-violaceo
con 6 tepali rivolti all’indietro; è frequente nei prati e nelle
radure e nei boschi di latifoglie.
CEFALANTERA MAGGIORE
Cephalanthera longifolia (Fam. Orchideacee)
Pianta erbacea slanciata, alta fino a 40 cm, con fusto glabro, 6-10 foglie alterne, lanceolate-acute, lunghe fino a 15
cm; l’infiorescenza è costituita da 10-20 fiori bianchi, generalmente chiusi, che si aprono solo nelle ore più calde e
luminose della giornata. Nel Parco si trova nei boschi di latifoglie e cespuglieti, preferendo posizioni di mezz’ombra.
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PERVINCA
Vinca minor (Fam. Apocynacee)
Pianta erbacea perenne a portamento strisciante, forma
estesi tappeti sempreverdi. Alta 10 -15 cm, ha un portamento strisciante e tappezzante. Le foglie sono opposte,
coriacee e lucide, mentre i fiori, portati su piccioli di 1-2
cm, compaiono a marzo-maggio e sono solitari, con 5 petali di colore azzurro-violetto (blu-pervinca). La pervinca
è molto diffusa nei boschi di latifoglie del Parco, specialmente nei querceti e sui suoli freschi e ricchi di humus.
ERBA TRINITA’
Hepatica triloba (Fam. Ranuncolacee)
Pianta perenne erbacea di 5-15 cm, ha foglie radicali
sempreverdi, di colore verde sulla pagina superiore e viola su quella inferiore; le foglie hanno 3 lobi che ricordano
vagamente la forma del fegato (da cui il nome “epatica”).
Il fiore è singolo, con 6 -10 petali blu-violacei. Nel Parco
è diffusa nei boschi di querce, su suoli calcarei.
ANEMONE BIANCO
Anemone nemorosa (Fam. Ranuncolacee)
Pianta perenne erbacea, non più alta di 30 cm, con rizoma strisciante e foglie palmate, picciolate, costituite
da 5 foglioline lobate e dentate. Ha un solo fiore portato su un esile fusto, con 6 -12 petali bianchi e stami
gialli, molto appariscenti; fiorisce in marzo-maggio e
nel Parco si trova nei boschi di latifoglie soprattutto nei
querceti, nelle radure e nei luoghi ombrosi.
PRIMULA COMUNE
Primula vulgaris (Fam. Primulacee)
Pianta perenne erbacea cespitosa, con foglie di colore
verde chiaro, rugose e glabre sulla pagina superiore e pelose nella pagina inferiore, disposte a rosetta. I fiori hanno
una corolla con 5 petali di colore giallo pallido, di colore
più intenso alla base. Nel Parco la primula, che fiorisce a
febbraio–marzo è diffusa in tutti i boschi umidi.
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LE SPECIE INVASIVE DEL PARCO
Le piante esotiche invasive (alloctone) sono specie non indigene (provenienti in generale da altri continenti), introdotte
dall’uomo intenzionalmente o accidentalmente, che per le
loro caratteristiche si diffondono rapidamente in natura a
scapito delle specie locali. La diffusione delle specie alloctone è tra le principali cause di diminuzione della biodiversità
degli ambienti naturali, ed è perciò importante prevenire
l’introduzione di nuove specie e contrastare la diffusione di
quelle già presenti.
Ognuno può dare il proprio contributo evitando di utilizzare
queste specie nei giardini e boschi e segnalando al Parco la
presenza delle infestanti sul territorio.
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ROBINIA
origine: nord america
Robinia pseudoacacia (Fam. Leguminose)
Albero alto fino a 25 metri, con chioma globosa
di colore verde chiaro; il tronco è eretto e slanciato, con ramuli spinosi e corteccia grigio-brunastra
grossolanamente solcata. Le foglie sono alterne, imparipennate, lunghe fino a 30 cm e composte da
9-21 foglioline ovali; i fiori sono bianchi, molto profumati e raggruppati in racemi penduli lunghi fino
a 20 cm, mentre i frutti sono contenuti in baccelli
lisci e brunastri che rimangono sulla pianta fino all’inverno.
La robinia è una specie rustica che si adatta a qualsiasi tipo di suolo: si può trovare
presso scarpate, negli incolti, nelle siepi e nei boschi. Importata all’inizio del seicento dal nord america, oggi viene considerata naturalizzata, ma per la sua rapida
capacità di crescita tende a soppiantare le specie spontanee, diventando in molti
casi l’unica specie presente e portando ad un impoverimento della biodiversità dei
boschi. Nel Parco la robinia è diffusa ovunque, nelle siepi, ai margini dei boschi e
nei boschi degradati.
PREVENZIONE E LOTTA l’ombreggiamento del suolo da parte di altre specie
e la corretta gestione del bosco limitano la crescita della robinia, che viene gradualmente sostituita dalle specie autoctone.
AILANTO (albero del paradiso)
origine: cina
Ailanthus altissima (Fam. Simaroubacee)
Albero alto fino a 25 metri, con tronco dritto e slanciato e
corteccia grigio chiara, liscia e appena striata.
Ha foglie composte, imparipennate, lunghe fino a 90 cm,
con 10-15 paia di foglioline ovali ellittiche di 7 cm, che se
stropicciate emanano odore sgradevole; le infiorescenze
sono a pannocchia, giallo-verdastre e lunghe 10-20 cm,
mentre i frutti sono samare ad ali lanceolate, rossastre e persistenti d’inverno. L’ailanto, originario della Cina, è stato
introdotto in Italia nel 1700; cresce su ogni tipo di suolo,
si diffonde e tende a diventare infestante in luoghi aperti e
aridi, sui terreni di riporto e nelle radure, mentre si insedia
più difficilmente all’interno dei boschi.
PREVENZIONE E LOTTA è importante prevenirne la crescita ed evitarne
l’espansione, tagliando le infiorescenze prima della formazione dei frutti e strappando tutti i rigetti. Una corretta gestione del bosco limita l’espansione dell’ailanto
all’interno dei boschi.
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QUERCIA ROSSA
origine: nord america
Quercus rubra (Fam. Fagacee)
Albero alto 25 - 50 m, con corteccia grigiastra
leggermente fessurata longitudinalmente; le foglie sono grandi con margine dentato e appuntito, incise fino a metà del lembo in 7 - 11 lobi
angolosi, ognuno dei quali ha 1 - 3 denti setacei.
Si riconoscono dal colore rosso-brunastro in autunno.
Come nelle altre querce i fiori sono unisessuali,
quelli maschili raggruppati in amenti penduli,
quelli femminili individuali e sessili o con brevi
piccioli. I frutti sono ghiande appiattite.
La quercia rossa è originaria delle regioni orientali dei Nord America, introdotta a
fine ‘800 per l’aspetto decorativo della chioma. Meno esigente delle querce europee
e a rapido accrescimento, è stata (ed è ancora) utilizzata spesso nelle alberature stradali e impiegata anche in selvicoltura, per l’alto rendimento in legname.
PREVENZIONE E LOTTA è consigliabile rinunciare all’impiego ornamentale
della specie, per limitarne la diffusione, ma è anche importante prevenirne la crescita, sradicando le giovani piante, eliminando le ghiande e sostituendola con specie
autoctone.
BUDDLEJA (albero delle farfalle)
origine: asia orientale
Buddleja davidii (Fam. Buddleiacee)
Arbusto deciduo, alto 2-3 m, con foglie seghettate, lanceolate, a lamina inferiore bianco-cotonosa. I fiori di color viola scuro-lilla
sono riuniti in pannocchie apicali cilindriche,
lunghe da 20 a 50 cm. La buddleja cresce su
greti di fiumi e torrenti, zone disboscate, cave
e terreni incolti. Per le sue caratteristiche di
pianta pioniera, colonizza rapidamente superfici ghiaiose e aperte, a scapito delle specie autoctone. E’ frequente nei giardini come
specie ornamentale, fattore che ne ha favorito l’espansione.
PREVENZIONE E LOTTA è consigliabile rinunciare all’impiego ornamentale
della specie, per limitarne la diffusione; l’eliminazione della Buddleja dai boschi
naturali richiede tempi lunghi, poiché è necessario sradicare ogni singola pianta,
garantendo una immediata copertura del suolo con specie autoctone.
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POLIGONO DEL GIAPPONE
Origine: giappone
Reynoutria japonica (Fam. Poligonacee)
Grande pianta erbacea (alta 1-3 m), con fusti
vigorosi, rossastri. Produce fusti sotterranei
(rizomi) lunghi e robusti, capaci di svilupparsi in profondità. Le foglie sono alterne, rotonde o largamente ovali, troncate alla base
e lunghe fino a 20 cm, brevemente acuminate, con picciolo corto. I fiori sono bianco-verdastri o rossastri, organizzati in infiorescenze
spighiformi.
Il poligono giapponese, come altri poligoni
invasivi, predilige i bordi dei corsi d’acqua
e le stazioni ben soleggiate, come i margini dei boschi, le siepi, i terreni incolti e le
scarpate; è una delle specie esotiche più invasive, a causa della crescita molto rapida,
della resistenza dei rizomi e della moltiplicazione vegetativa, ed è capace di formare
popolamenti monospecifici che ostacolano la crescita di specie autoctone.
PREVENZIONE E LOTTA per limitarne l’espansione occorre rinunciare all’impiego ornamentale della specie e falciare il popolamento ogni mese almeno per 5 anni.
INDACO BASTARDO
origine: nord america
Amorpha fruticosa (Fam. Fabacee)
Arbusto alto fino a 4-6 m, con foglie brevemente picciolate, imparipennate, composte
di 5-17 paia di foglioline ovali o lanceolate, simili a quelle della robinia. I fiori hanno una corolla violetta, lunga da 4 a 6 mm
e sono raggruppati in racemi densi, eretti,
all’estremità dei rami, mentre il frutto è un
legume ghiandoloso.
L’indaco, diffusosi rapidamente perché coltivato come pianta ornamentale e impiegato
nel consolidamento delle rive di corsi d’acqua,cresce sui terreni di riporto e presso le rive dei fiumi, dove può diventare dominante.
PREVENZIONE E LOTTA è importante non propagarne i semi o piccoli frammenti di fusto o di radici. Nei popolamenti stabiliti il taglio è efficace unicamente
in combinazione con l’uso di erbicidi, mentre le giovani piante devono essere strappate.
UNA MANO ALL’AMBIENTE
ATTRAVERSO IL GIARDINO 45
I giardini delle nostre case, i giardini pubblici e le aiuole delle rotatorie possono diventare degli esempi di biodiversità: la presenza di specie autoctone nei giardini privati
infatti, può contribuire al mantenimento e alla diffusione di piante, arbusti e fiori tipici
del nostro ambiente.
Sono aree che possono diventare un asse importante dell’ecosistema locale e rappresentare un utilissimo punto di passaggio e una fonte di cibo per l’avifauna, gli anfibi, i
ricci e tutti quegli animali che vivono o che attraversano le aree abitate.
La presenza delle piante (soprattutto delle latifoglie) nei centri abitati, contribuisce
con l’ombra delle chiome a migliorare il microclima, riducendo l’emissione di calore
da parte dell’asfalto e del cemento in estate.
In questa parte della guida, vogliamo proporre alcuni consigli per rendere i giardini
e le aree verdi urbane non solo uno spettacolo estetico, ma anche un ambiente utile a
sostenere la biodiversità “sotto casa”.
Ecco quindi alcuni consigli utili per arricchire i giardini con le specie autoctone e
alcune indicazioni per la loro collocazione e il loro mantenimento.
In collina, ad esempio, soprattutto sui versanti esposti a sud, le specie ideali da piantare nei giardini sono quelle che amano il sole e i suoli asciutti e ben drenati: tra gli
alberi tipici del Parco sono quindi consigliati il carpino nero, il castagno, il cerro, la
rovere, la roverella e l’orniello, e tra gli arbusti la rosa canina, il biancospino, il ciliegio
o il prugnolo selvatico.
In pianura, in base alle condizioni locali di drenaggio del terreno, si possono riscontrare condizioni ambientali differenti: vi sono suoli asciutti ottimi per l’orniello
oppure più umidi e quindi idonei all’olmo campestre, al carpino e alla farnia. Sono
particolarmente adatti all’ambiente di pianura la farnia, il carpino bianco, l’olmo
campestre, il bagolaro e il tiglio e per gli arbusti il biancospino, il prugnolo selvatico,
il ligustro, il sanguinello e dove il terreno è più umido anche l’evonimo e il pallon di
maggio.
Lungo il fiume il suolo è spesso intriso d’acqua, o comunque molto umido: solo le
piante che si sono specializzate per questi tipi di terreni vi crescono in maniera ottimale. L’ontano nero, il salice, il salicone e il pioppo nero, ad esempio, vengono utilizzati
per stabilizzare le sponde dei fiumi grazie al loro apparato radicale, inoltre costituiscono un valido riparo per gli insetti che sono una fonte di cibo per l’avifauna. Come
specie arbustive in questi luoghi umidi e ombrosi crescono molto bene il biancospino,
l’evonimo, la frangola e il nocciolo.
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Specie
Acero campestre
Bagolaro
Betulla bianca
Biancospino
Carpino bianco
Carpino nero
Castagno
Cerro
Ciliegio selvatico
Evonimo
Farnia
Frassino maggiore
Ligustro
Nocciolo
Olmo campestre
Ontano nero
Orniello
Pallon di maggio
Pioppo nero
Prugnolo selvatico
Rosa canina
Rovere
Roverella
Salice bianco
Salicone
Sambuco
Sanguinello
Spincervino
Tiglio selvatico
In collina
In pianura
In riva al fiume
Consigli utili:
Vuoi un giardino autoctono ricco di fiori? Scegli il biancospino, il prugnolo
selvatico, la rosa canina, l’evonimo, il pallon di maggio e il tiglio selvatico;
Vuoi un giardino autoctono con specie da frutto? Scegli il ciliegio selvatico, il
castagno, il nocciolo, il prugnolo selvatico, il sambuco;
Vuoi un giardino autoctono utile per gli uccelli? Scegli il ciliegio selvatico, la
rosa canina, il biancospino, lo spincervino, il sambuco;
Vuoi un giardino autoctono che sia bello anche d’autunno o d’inverno?
Scegli l’acero campestre, il carpino bianco, la rosa canina, il biancospino, il pallon
di maggio, l’evonimo.
Come mantenere un giardino in modo sostenibile
Concimare
Le piante per crescere utilizzano le sostanze minerali contenute nel terreno, come
ad esempio l’azoto e il fosforo, che spesso sono disponibili in piccole quantità: è per
questo che, per avere un giardino rigoglioso, l’uomo impiega fertilizzanti e ammendanti, ricchi di tali sostanze.
Per tutelare l’ambiente nella cura del proprio giardino si possono utilizzare concimi
naturali ed evitare l’uso di costosi e inquinanti fertilizzanti chimici. Anche il compostaggio domestico, ad esempio, può essere una utile pratica: nel composter i rifiuti
organici come gli scarti da cucina (bucce di frutta, insalata, ...), decomponendosi e
degradandosi, si trasformano in humus e liberano sostanze utili alla crescita delle
piante. Il compostaggio ripercorre le stesse strade della natura, con il vantaggio di
nutrire le piante riducendo i rifiuti organici.
Innaffiare
Un importante accorgimento riguarda l’utilizzo dell’acqua. L’acqua potabile, destinata al consumo umano, è una risorsa preziosa. Prima di arrivare nelle nostre
case l’acqua viene estratta dalla falda, depurata e distribuita attraverso l’acquedotto.
Questi passaggi richiedono un consumo di energia. Inoltre l’acqua è una risorsa
sempre più limitata a causa dei cambiamenti climatici e dell’aumento dei consumi,
pertanto il suo utilizzo dev’essere attento e responsabile.
E’ possibile adottare alcuni accorgimenti per risparmiare l’acqua nella cura del giardino: utilizzare l’acqua piovana. Durante le piogge i tetti delle case ricevono una
quantità notevole di acqua, che di solito viene convogliata nelle condutture fognarie
e persa. Lo stoccaggio dell’acqua piovana è una soluzione pratica e vantaggiosa per
avere una risorsa importante a disposizione e senza consumare energia. Sul mercato
esistono diverse soluzioni che permettono di installare impianti per la raccolta delle
acque piovane. I piccoli impianti utili per innaffiare l’orto o il giardino sono i più
semplici, facilmente reperibili e installabili; innaffiare solo se necessario, preferibilmente di mattina o sera; utilizzare anche l’acqua di sciacquo della frutta e verdura;
Un giardino sostenibile ha un valore in più perché oltre ad essere bello, riposante e
ospitale, è un piccolo ecosistema in armonia con l’ambiente naturale del territorio.
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GLOSSARIO
ACHENIO frutto secco, che non si apre spontaneamente a maturazione
contenente un unico seme.
AUTOCTONO letteralmente “originario del luogo”; le specie autoctone
sono quelle naturalmente presenti in un territorio.
ALLOCTONO specie che proviene da un altro luogo, presente in un territorio al di fuori dell’areale naturale. Le specie naturalizzate
AMENTO infiorescenza costituita da numerosi fiori unisessuali, disposti su
un asse allungato e pendente, simile a una spiga.
BRATTEA foglia modificata che protegge o sostiene il fiore o il frutto.
CORIMBO infiorescenza nella quale i fiori, anche avendo differenti punti di
inserzione, terminano tutti alla stessa altezza.
DRUPA frutto carnoso con una parte esterna sottile (buccia), una parte centrale carnosa (polpa), ed una parte interna legnosa (nocciolo), che contiene al
suo interno un unico seme osseo.
ELIOFILA pianta che cresce in modo ottimale nei luoghi assolati.
INFIORESCENZA insieme di più fiori, disposto su un asse fiorale privo di foglie.
LAMINA parte sottile e appiattita della foglia nella quale avviene la fotosintesi.
LENTICELLA fessura posta sulla corteccia di alcune piante che favorisce gli
scambi gassosi con l’esterno.
NERVATURA fascio vascolare presente sulla lamina che trasporta la linfa.
PERICARPO parte del frutto che circonda e protegge il seme.
PETALO foglia modificata che compone la corolla del fiore, di solito molto
colorato e vistoso per attrarre gli insetti.
PICCIOLO stelo che in diverse piante collega la foglia al ramo. Se il picciolo
non è presente la foglia è detta sessile
RACEMO infiorescenza costituita da un asse centrale sul quale si inseriscono
in punti diversi i fiori con peduncoli di lunghezza uguale.
SAMARA frutto secco contenente un solo seme che ha un pericarpo a forma
di ala; se le ali sono due il frutto è una disamara. La funzione delle ali è di
disperdere il seme con il vento e facilitarne la diffusione.
SEPALO foglia modificata di colore verde che costituisce il calice del fiore.
TEPALO elemento fiorale che deriva dalla fusione di petali e sepali.
Parco Adda Nord
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