Perché questo libro Prima di iniziare la mia formazione erboristica mi chiedevo: come farò a imparare tutte quelle piante? E le funzioni, le proprietà, gli usi... Ai nostri tempi sono rare le mamme, le zie o le nonne che possono insegnarci l'arte delle erbe. Le mie due nonne hanno messo semi luminosi in me; fin da piccola conoscevo i nomi dei fiori del giardino della mia nonna materna, e la aiutavo a frantumare i gusci delle uova per concimare la terra dei vasini. Poi, più grande, ho avuto la mia nonna paterna con me nell'orto, ad insegnarmi a togliere le erbacce, a porre le piantine a terra, a zappettare intorno alle radici per far penetrare bene l'acqua. La mia nonna paterna mi ha anche insegnato a riconoscere e utilizzare qualche erba: la nepetella, la fanellina, la menta piperita, la vitalba e gli asparagi selvatici. E mi ritengo molto fortunata. Perchè dalle mie nonne ho imparato anche che le Erbe hanno una voce semplice. Non per niente le erbe officinali erano chiamate proprio così: Semplici. Il metodo che preferisco come approccio alla fitoterapia è quello che mescola semplicità e scienza. Grazie agli studi che ho fatto so quali composti chimici sono attivi dentro le piante, ma in parte mi lascio guidare anche dalla voce dei Semplici, e non solo dalla scienza. Gli anziani utilizzavano le erbe che crescevano intorno alle loro case, nei luoghi dove vivevano . E annusandole, assaggiandole, toccandole e osservandole ascoltavano la loro voce. Tutta la Signatura, il metodo per cui si determinava una proprietà della pianta attraverso i sensi, attinge a questo comportamento, a questa esperienza. E molto spesso semplicità e scienza si trovano in accordo: quello che il raccoglitore intuiva attraverso l'esperienza sensoriale della pianta il chimico lo verifica poi in laboratorio. Perchè i primi maestri sono proprio le piante stesse. Loro non possono dirci quante vitamine e minerali contengono, oppure quali sono i loro costituenti chimici, ma possono parlarci della bellezza e della forza della vita, dell'immediatezza della Natura, del valore del dono. Se ti metti ad osservare una piantina, da quando nasce a quando diventa grande, oppure se fai una passeggiata nel bosco e ti fermi ad osservare la perfezione delle bacche di Rosa Canina, il giallo invadente della Verga d'Oro, le foglie di Menta ancora profumate, ti ritrovi in uno stato di pace, di armonia, di gioia. La comunicazione con le piante ci pone davvero a tu per tu con la nostra intuizione più profonda. Ci sono libri e libri di erbe e di erboristeria, e io sono la prima a comprarne sempre uno in più. Ma ho capito, nel tempo, che restare in casa a studiare non basta. Non ti mette davvero in contatto con le piante: loro hanno bisogno che tu esca di casa e vada ad incontrarle, fuori, lungo un fiume o dentro il bosco, ma anche in un parco cittadino o lungo una strada poco trafficata. Anche quando ti prepari una tisana, entri in contatto con le erbe, con la loro forza e con il loro messaggio. Annusa il profumo della tua tisana, aspetta il momento giusto, senti come la tazza ti scalda le mani e il cuore. Loro si donano a noi, e noi siamo grate per accoglierle, con il loro messaggio e il loro effetto benefico. Questo pdf nasce con il preciso intento di farti uscire di casa, e di farti incontrare le piante che vivono vicine a te: saprai riconoscerle, le assaggerai, e cucinando in maniera selvatica ti approprierai della tua natura più autentica. Dopo la spiegazione di ogni pianta, trovi un foglio stampabile, che può esserti utile per comporre il tuo Erbario personale. Puoi attaccare la pianta corrispondente alla spiegazione che ne hai appena letta; poi, puoi stampare altri fogli per comporre il tuo Erbario personale, con le altre piante che incontrerai! Nella scheda trovi anche la voce: cosa ti ha detto la pianta? Qui scrivi l’impressione che hai ricevuto mettendoti in ascolto della tua nuova amica. Indice 1. Dove raccogliere? 2. Come raccogliere? 3. Cosa raccogliere? 4. Papavero (Papaver roheas) 5. Ortica (Urtica dioica) 6. Violetta (Viola odorata) 7. Tarassaco (Taraxacum officinalis) 8. Sambuco (Sambucus nigra) 9. Primula (Primula vulgaris) 10. Achillea (Achillea millefolium) 11. Preparazioni Infuso e decotto Tintura madre Oleolito Unguento 12. Per finire In questo pdf trovi una parte preziosa del mio lavoro: le fotografie sono tutte scattate da me, se non espresso diversamente, e i consigli che condivido con te fanno parte della mia esperienza decennale di erborista. Quindi non è consentita la sua riproduzione, né copiarlo, passarlo o diffonderlo per usi diversi da quelli strettamente personali. Se lo fai attiri un sacco di bad karma (cit.) © 2016-2017 Cecilia Lattari Dove raccogliere? Un posto indicato per raccogliere le tue prime erbe spontanee, o almeno per riconoscerle, è il tuo giardino A patto che sia in una zona poco trafficata, e che tu non abbia animali che usufruiscono di tutto il giardino…è il posto più vicino dove poter raccogliere erbe davvero a KM0! Vanno benissimo anche campagne, boschi, incolti, sentieri, ruderi: purchè siano in zone non inquinate. Prendi la bicicletta, il tram, la macchina oppure i tuoi piedi ed esplora gli spazi verdi più vicini a dove abiti. Potresti trovare luoghi bellissimi ed incontaminati, suggestivi e poetici – a volte anche dove meno te li aspetti! L’ideale è TORNARE SEMPRE NEGLI STESSI POSTI: questo può avvenire solo dopo un’attenta osservazione delle piante che vi crescono, e anche di altre informazioni. Quanti animali (cani o gatti) passano di lì? I contadini vicini come concimano i loro campi? Le piante che hai raccolto si rigenerano bene, o ne hai raccolte troppe? Come raccogliere? Lo strumento che hai a disposizione più facilmente non devi nemmeno ricordarti di portalo con te: sto parlando delle tue mani, in particolare dell’unghia del pollice. Per raccogliere le piantine tenere, o per testare il grado di morbidezza o maturazione delle foglioline, è davvero lo strumento ideale. Inoltre, ti consiglio sempre di toccare le piante che scopri: non devono restare astratte e lontane come le fotografie di un libro, ma devono lasciare una traccia sensoriale in te che le stai conoscendo. Toccare la foglia di una pianta è come stringere la mano di un nuovo amico! Porta con te un COLTELLINO, utile per recidere le rosette basali, e un paio di FORBICI, che puoi utilizzare per tagliare le piante che crescono vicine e che formano cespugli rigogliosi. Come norma generale: raccogli solo quello di cui hai bisogno, nel rispetto dell’ambiente naturale e degli altri raccoglitori! Cosa raccogliere? Devi raccogliere solo la parte che utilizzerai della pianta, la sua parte edule: tutto quello che è marcio, appassito, ingiallito, secco e anche i fili d’erba è meglio se non li metti nel tuo sacchetto/cestino di raccolta. Così una volta a casa avrai il lavoro fatto a metà! RACCOGLI SOLO QUELLO CHE CONOSCI AL 100%. Aiutati con le foto che trovi in questo pdf, chiedi ai vicini, cerca su internet e vai a chiedere informazioni alla tua erborista. Mi raccomando, devi essere sicura di quello che raccogli e che mangi! ATTENZIONE: in questo libro trovi consigli e suggerimenti per riconoscere le erbe spontanee: non è un testo di medicina. Si declina ogni responsabilità rispetto all’utilizzo improprio di queste piante, alla loro assunzione ed al loro utilizzo alimentare. Papavero (Papaver Roheas) Riconoscimento e uso La rosetta basale è costituita da un gran numero di foglie, profondamente incise, arrotondate e pelose. Il fiore è rosso, e da piccola ci avrai giocato fingendo che fosse una ballerina. Le foglie hanno il contorno lanceolato o ellittico-allungato, le incisioni sono irregolari, il margine è dentato. Le foglie del fusto sono più semplici, senza piccolo, con peli morbidi. Si raccolgono le foglie della pianta giovane, prima della fioritura, ottime crude in insalata. Il sapore è tra la nocciola e il cetriolo. Si possono anche cuocere, saltate in padella con scalogno e una punta di panna. I semi si usano nei dolci, nelle insalate, nelle zuppe… L’unica parte pericolosa del papavero è il latice ricavato dai frutti, che viene usato per la fabbricazione dell’oppio. Può essere usata nella maggior parte delle ricette per problemi di nervosismo, insonnia o di condizioni che portino a questi problemi (come ad esempio coliche infantili, problemi di dentizione, insonnia legata ad infezioni, ecc.). Ha attività ANALGESICA, ANTISPASMODICA, ANTITUSSIVA, SEDATIVA BLANDA. Puoi raccogliere i petali e farli essiccare per farne tisane: aggiunti all’acqua coloreranno la tua tisana di un bellissimo viola-rosso Segreti e magie I semi di Papavero sono usati nei talismani ed in quelle operazioni magiche che si effettuano per la fertilità, le entrate di denaro, l’abbondanza. Erano sacri a Cerere, perché invadevano i campi insieme al grano. Ha anche azione antistress, e può essere usato nei periodi di particolare stanchezza perché aumenta la forza personale. Può essere usato per avere sogni profetici e per preparare alcuni incensi. Bagno di Morfeo Metti in un sacchettino di tela bianca due cucchiai di petali di Papavero, un cucchiaio di bocci di Rosa e un cucchiaio di fiori di Tiglio. Lascia in immersione per 15 minuti in una bacinella di acqua bollente, che aggiungerai all’acqua del bagno per un effetto rilassante e per eliminare la stanchezza e lo stress. Ricetta Crespelle di frumento e Papavero • Per le crespelle: • 1 cucchiaio semi di papavero • 100 g farina di frumento integrale • 150 ml acqua gassata • 50 ml di panna • 2 uova • 1 presa di sale Per il ripieno: • 150 g di foglie giovani di papavero • 200 g di ricotta fresca • 1 presa di sale • Un pizzico di noce moscata e pepe nero Mescolare gli ingredienti per le crespelle e formare una pastella leggera, lasciandola riposare 30 minuti. Cuocere poi le crespelle in una padella oliata (come se fossero crepes). Mettere da parte. Lasciar appassire le foglie di papavero con poca acqua in una pentola coperta per pochi minuti Mescolare gli ingredienti del ripieno e farcire le crespelle, arrotolarle e porle in forno a 190°C per 20 minuti. (ricetta tratta da “La mia cucina con le piante selvatiche” di M.Bissegger) Ortica(Urtica dioica) Riconoscimento e uso E’ una pianta perenne tipica di terreni ricchi di sostanze nutritive. E’ molto rigogliosa vicino alle stalle e negli incolti dove viene depositato materiale organico. La si trova come erbaccia nei giardini, negli incolti, ai lati delle strade. Ha la capacità di migliorare il terreno in cui cresce, rendendolo fertile. Il suo potere urticante, noto fin da quando siamo bambini. Le foglie sono appuntite, i fiori sono penduli. E’ riconoscibile comunque dal suo potere urticante. Vengono raccolte le parti più giovani dell’ortica, cioè le punte e i germogli con 2-4 paia di foglie. Dato che le piante gettano ributti laterali e ricrescono dopo il taglio, si possono raccogliere quasi tutto l’anno. Le foglie dell’ ortica sono particolarmente ricche di proteine: 5-9% del peso secco, il doppio della soia! Fonte: http://tisanezenzero.it/ortica.html Ha proprietà emostatiche, antiemorragiche. Combatte l’anemia e favorisce l’assorbimento delle sostanze nutritive. Il suo consumo favorisce la produzione di ferritina, la proteina responsabile dell’assorbimento del ferro. Il succo della pianta è utile in caso di anemia. L’infuso delle foglie è indicato come diuretico e come antinfiammatorio: studi clinici hanno rilevato la sua capacità antinfiammatorie e antiartritica. E’ utilizzata anche in caso di malattie della pelle, eczemi, psoriasi, come impacco. Le sue foglie rientrano anche nelle composizioni per regolare il flusso mestruale. Segreti e magie All’ortica si attribuivano virtù magiche: per esempio, i fulmini potevano essere scongiurati se si buttavano le sue foglie dentro ad un falò. Nell’antica Roma ai suoi semi venivano attribuite proprietà afrodisiache – ver è che adesso sono state scoperte proprietà curative per la prostata proprio dentro ai semi di Ortica! Si può utilizzare come talismano per allontanare persone sgradite, e come protezione intorno alla casa. Incenso Tutti Zitti! Mescola una parte di foglie di Ortica, una parte di semi di Finocchio e 7 gocce di olio essenziale di Cipresso, poi bruciale su di un carboncino ardente per allontanar le dicerie e le persone che amano parlare dietro alle tue spalle. Ricetta Burro alle Ortiche • 150 g di burro ammorbidito • 1 cucchiaino di senape • 1 cucchiaino di sale integrale • 3 manciate di foglie di ortiche Sbattere il burro con una forchetta per 5 minuti. Aggiungere gli ingredienti, comprese le foglie di ortica lavate e sminuzzate a lungo con un coltello affilato Utilizzare su crostini, o su fette di pane, decorate con fiori di primula o violetta. (ricetta tratta da “La mia cucina con le piante selvatiche” di M.Bissegger) Violetta (Viola odorosa) Riconoscimento e uso La Violetta si trova nei luoghi erbosi e ombrosi. Preferisce zone ombreggiate, vicino ai boschi. I fiori della viola sono la parte più interessante per la raccolta. Io ho un posto segreto dove raccolgo, ogni anno, barattoli colmi di fiori: è un posto dall’erba bassa, vicino ad un bosco di castagni. Amo il profumo delle Violette, che ti rimane sulla punta delle dita quando le raccogli delicatamente e le metti nel contenitore. Il fiore della Violetta è formato da 5 petali, tre superiori e due inferiori, molto ravvicinati. Le foglie sono grandi, a forma ovale, dal margine crenato. Le Violette amano crescere in gruppo, non sono mai isolate. E’ una pianta perenne: significa che se la individui, il prossimo anno la ritroverai. E’ una delle prime viole a fiorire, anche a Febbraio se l’inverno è stato mite. E’ anche l’unica ad avere un profumo così pronunciato. I fiori sono di un viola scuro, molto intenso. Le foglie sono arrotondate e lucenti. Formano gruppi e cuscinetti e sono ben visibili, data la loro precocità. I fiori della viola sono la parte più interessante. Vengono usati per la preparazione di sciroppi, canditi, aceti, conserve, vini e liquori. Da crudi sono una fantastica decorazione per dolci, insalate, creme di verdura, risotti. La letteratura scientifica associa alla Viola attività espettoranti, utili in caso di tosse e lenitive in caso di affezioni bronchiali. Lo sciroppo di Violetta può essere usato per calmare la tosse stizzosa dei bambini; il suo estratto alcolico invece è un buon colluttorio contro la gengivite e il mal di gola. La pianta ha la proprietà di drenare il calore in eccesso nel nostro organismo: si utilizza per migliorare i rush cutanei, gli eczemi e l’acne giovanile. Nel cambio di stagione, la Tintura Madre di Violetta riequilibra l’umore. Segreti e magie Una leggenda francese dice che quando una donna anziana e saggia muore, appassiscono tutte le Viole dei dintorni. Per far prosperare l’amore, puoi piantare un cespuglio di Viole a forma di cuore, e prendertene cura. Se si raccoglie una Viola con la rugiada tra i petali, è segno che pioverà presto. Pozione creAttiva Fai infondere per 15 minuti due manciate di foglie di Melissa, una manciata di fiori di Sambuco e qualche fiore di Violetta. Bevine una tazza per favorire la connessione con il tuo lato creativo e profondo. Ricetta Sciroppo di Viola • 1 bottiglia da 1 litro piena di fiori di viola • 200 ml di vino bianco • 700 ml di acqua fredda • 1 cucchiaio di zucchero bianco • Alcuni granelli di sale • 1 kg di zucchero bianco • Il succo di tre limoni Mescolare gli ingredienti inziali in un barattolo con coperchio, ricoperto all’esterno di carta stagnola per non far entrare la luce. Lasciar riposare una settimana, mescolando ogni tanto. Poi filtrare i fiori e mettere il liquido in una pentola. Aggiungere un chilo di zucchero bianco e farlo sciogliere portando a bollore. Cuocere il minor tempo possibile. Aggiungere il succo di limone e versare in bottiglie di vetro scuro. Consumare entro l’inverno. (ricetta tratta da “La mia cucina con le piante selvatiche” di M.Bissegger) Tarassaco (Taraxacum officinalis) Il Tarassaco è una pianta erbacea molto comune nei prati e nei pascoli, soprattutto in quelli concimati. Si adatta anche ad altre situazioni, per cui lo si può trovare sui sentieri, nei muri, negli orti. Anche questa pianta la conoscerai sin da quando sei piccola: quante volte hai soffiato sul suo pappo, per far avverare i tuoi desideri? La pianta ha caratteristici fiori gialli, che diventano poi i famosi soffioni, semi alati che il vento disperde per la propagazione della pianta. Le foglie sono sagittate, sembrano piccole frecce. Non per niente, è una delle piante che appartengono al segno del Sagittario, ed al pianeta Giove. La parte utilizzata sono le giovani foglie, ma anche i fiori e la radice, questa soprattutto in fitoterapia. Pianta principale per il drenaggio delle scorie, è diuretica e depurativa. E’ anche una delle piante più note per il fegato, utilizzata sotto forma di tintura madre ai cambi di stagione, specie in primavera. Agisce sulla sfera digestiva stimolando la produzione di bile, la secrezione gastrica e regolando l’attività della cistifellea. ATTENZIONE: se sono presenti calcoli renali, biliari o se si soffre di disturbi nella zona epatica, chiedere sempre il parere del medico. Agisce anche a livello di espulsione degli acidi urici: indicato quindi per artrite e artrosi, influisce in maniera benefica sulle articolazioni doloranti. Il tarassaco è tra le insalate amare la più nota. Le foglie tenere raccolte in primavera o dopo il taglio dell’erba vengono consumate crude. Più sono adulte e dure, più vanno tagliate sottili. Il sapore amaro viene attenuato da una cottura veloce in acqua bollente. Le infiorescenze possono essere usate chiuse come capperi o aperte come decorazioni, sciroppi o liquori. La radice viene usata in fitoterapia come tonico e depurativo per il fegato. Segreti e magie I suoi fiori si aprono non appena sorge il Sole e si chiudono al suo tramonto, per questo si credeva che fossero nati dalla polvere del carro di Elio, il dio Sole. Protegge e purifica, e quando è in fiore porta denaro e abbondanza. Per inviare messaggi d’amore alla persone cara, visualizzala bene e poi soffia forte sul soffione: il tuo messaggio sarà recapitato. C’è una leggenda legata al mondo delle fate che accompagna la nascita del tarassaco: quando gli uomini vennero al mondo, che era popolato solo di gnomi, elfi e fate, questi iniziarono ad avere non pochi problemi. Siccome gli uomini non riuscivano a vederli, spesso le calpestavano. Gli gnomi e gli elfi quindi si nascosero sotto terra, mentre alcune fate, amanti del sole e dei vestiti gialli, si trasformarono in fiori di tarassaco. Ecco perché se calpesti un fiore di tarassaco questo si rialza subito: contiene lo spirito della fata che lo abita! Filtro Hello Spring! Prendi due cucchiai di fiori di Tarassaco e un cucchiaio di foglie di Salvia, e lascia in infusione per quindici minuti in acqua bollente. Bevine una tazza al mattino e una alla sera, prima di andare a dormire. Ricetta Tortino di Tarassaco, patate e carote • • • • • • • 4 patate 200 grammi di foglie di Tarassaco tenere 200 grammi di carote 2 uova 50 grammi di Parmigiano reggiano grattugiato 2 cucchiai di olio extravergine di oliva Sale e pepe Pulisci bene le foglie di Tarassaco, sbuccia le patate e le carote, tagliale a pezzi. Metti tutte queste verdure in un cestello per la cottura a vapore, e lascia cuocere circa quindici minuti Una volta cotte, passale al passaverdure o frullale con un frullatore. Unisci alla purea le uova ed il parmigiano, sale e pepe, e mescola bene. In una padella antiaderente metti due cucchiai di olio e fai cuocere il tortino, prima da un lato e poi dall’atro. Servi caldo, con un’insalata di contorno. (ricetta tratta da “Cucinare con erbe, fiori, e bacche dell’Appennino”, di K. Brentani) Sambuco nero (Sambucus nigra) Riconoscimento e uso Il Sambuco è un albero o un arbusto con fusti legnosi, alto fino a 6 metri, molto appariscente quando è in fiore. Le vistose infiorescenze, bianche, a forma di grande piatto, sono tutte rivolte verso l’ESTERNO ed emanano un forte profumo. Le bacche sono rivolte verso il basso, per il loro peso: sono molto apprezzate dagli uccelli. Le foglie sono appuntite, suddivise. Attenzione: la corteccia e le parti verdi della pianta possono causare vomito e diarrea (anche i frutti non maturi). Del Sambuco si raccolgono i fiori e i frutti ben maturi. Le altre parti non sono commestibili. Le bacche vanno consumate cotte: i fiori si utilizzano per sciroppi, gazzose, tisane, frittelle. Freschi o essiccati possono essere aggiunti al pane e alle torte. Le bacche, ben mature, servono per preparare sciroppi o marmellate, mescolate alla mela cotogna, alla mela o alla pera. Sul Sambuco devo però metterti in guardia, rispetto ad una pianta che potrebbe essere scambiata per lui e che è velenosa: sto parlando dell’Ebbio, pianta per molti tratti simile anche se, una volta che la sai riconoscere, molto molto diversa. L’ebbio non è un albero, ma una pianta erbacea che può arrivare anche a un metro e mezzo di altezza: le sue foglie sono diverse da quelle del Sambuco, e anche i suoi fiori: lo vedi meglio nelle foto qui sotto. Questo è l’Ebbio, che ha forma arbustiva/erbacea: quello sotto è un albero di Sambuco (le foto seguenti sono tratte dal web): Questo è l’Ebbio: non è un albero. Questo è un albero di Sambuco I fiori dell’Ebbio hanno antere color violaceo I fiori del Sambuco hanno antere gialle o bianche I frutti dell’Ebbio sono rivolti verso l’alto I frutti del Sambuco sono rivolti verso il basso I fiori di Sambuco contengono mucillagini, flavonoidi, olii eterici e anche acido salicilico. Sono utili in caso di raffreddore, tosse, dolori muscolari, influenza. I suffimigi di fiori sono utili contro il raffreddore. I fiori di Sambuco hanno anche azione depurativa e diuretica, e sono ottimi nelle tisane drenanti, anche per il loro buon sapore. Hanno anche azione antispastica e possono aiutare, sotto forma di impacchi, quando il ciclo mestruale è doloroso. Segreti e magie La pianta del Sambuco in genere è abitata da creature del Piccolo Popolo. Se si trova nelle vicinanze della casa in cui abiti, proteggerà l’abitazione e tutti quelli che ci vivono. E’ considerato un dono propiziatorio per gli sposi e per le donne che attendono un figlio: il suo legno è uno dei più utilizzati per le bacchette magiche (ricordi la famosa bacchetta di Sambuco di cui si parla anche in Harry Potter?). Pozione della Seconda Vista Mettete 100 grammi di fiori di Sambuco e 50 grammi di foglie di Assenzio in un litro di vino bianco, con un baccello di vaniglia. Lasciate macerare 20 giorni, quindi filtrate. Potete assumerne al massimo 2 bicchierini al giorno; ti aiuterà a vedere le fate. Ricetta Fiori di Sambuco in pastella Ingredienti: Fiori di sambuco 150 gr di farina olio extra vergine d’oliva sale qb 2 uova 200 ml Acqua fredda qb. Prepara una pastella montando gli albumi a neve e poi unendoli ai tuorli e alla farina. Aggiungi l’acqua fredda, per diluire la pastella. Immergi i fiori nella pastella, e friggili in olio ben caldo. Per una versione dolce, aggiungi 50 grammi di zucchero integrale di canna. Primula (Primula vulgaris) Riconoscimento e uso Pianta perenne, ha una rosetta di foglie di forma ovale , al centro della quale nascono i fiori: sono giallo chiaro con il centro più scuro, raramente rosacei o violetti. Il suo nome deriva dal fatto che è tra le prime piante a fiorire in primavera. Cresce spontanea in boschi e prati, lungo le strade di campagna e intorno ai fossi. Puoi trovarla in montagna fino ai 2000 metri. Le foglie della Primula si possono mangiare, così come i suoi fiori. Erba espettorante, antinfiammatoria, ad azione analgesica e antispastica. Nel passato venivano usate le foglie come decotto per combattere i reumatismi, con le radici venivano realizzati infusi contro l'emicrania, il succo estratto dalle foglie si usava come cosmetico per attenuare macchie e rughe. I fiori, le foglie e le radici essiccate possono essere impiegati per aromatizzare vini e tisane. In cucina, le foglie più giovani possono essere consumate in insalata, ottime anche lessate e nei minestroni. I fiori possono essere utilizzati per preparare un ottimo infuso, ad azione lievemente calmante, per preparare variopinte insalate, canditi come dolci e per farcire torte salate. Segreti e magie Se tenuta sul balcone di casa, tiene lontane le persone indesiderate. Si dice che preservi a lungo la bellezza della gioventù. Se essicchi i suoi fiori e li metti dentro al tuo cuscino, non farai più incubi. Bagno all is full of love Per un bagno rilassante e per attirare energie positive, unisci all’acqua della vasca un infuso realizzato con40 grammi di fiori di Primula essiccati, 40 grammi di fiori di Malva blu essiccati e 30 grammi di fiori di Iperico essiccati, lasciati in un litro di acqua bollente per 20 minuti. Puoi anche fare un bagno pieno di fiori, se li trovi freschi: mettili nell’acqua della vasca e immergiti. Ricettina Marmellata di Primule 400 grammi di fiori di Primule 1 chilo di zucchero Acqua q.b. Pulisci con delicatezza i fiori di Primula, poi pestali nel mortai insieme a qualche cucchiaio di zucchero. In una pentola metti lo zucchero restante, insieme alla quantità di acqua necessaria per ottenere uno sciroppo (sarà di circa un bicchiere). Fai bollire e unisci i fiori di primula pestati. Lascia cuocere per 30 minuti, mescolando di tanto in tanto. Quando la marmellata sarà pronta, mettila in barattoli sterilizzati oppure falli bollire per 20 minuti, chiusi ermeticamente. (ricetta tratta da “Cucinare con erbe, fiori, e bacche dell’Appennino”, di K. Brentani) Achillea (Achillea millefolium) Riconoscimento e usi E’ una pianta erbacea, perenne, dai fusti rigidi, dell’altezza di circa 50 cm. Le foglie sono alterne, lanceolate, divise finemente. I fiori sono capolini di colore bianco, o rosa, della grandezza di pochi millimetri. Sono raccolti in corimbi grandi fino a 10 cm. Si raccolgono le sommità fiorite, in estate, con le forbici perché il fusto è molto rigido. Le parti usate sono fiori e foglie: contengono linalolo, pinene, tujone, azulene, camazulene, vitamina C, vitamina E, flavonoidi Non utilizzare in gravidanza, perché può stimolare la contrazione uterina. Achillea ha proprietà anfotere: cioè agisce nella direzione che richiede il nostro organismo. E’ insieme stimolante e calmante. Per esempio, può essere usata sia per il ciclo troppo abbondante, sia per ripristinare il flusso in caso di amenorrea. Ha la capacità di fermare il sanguinamento: può essere utilizzata il polvere per fermare il sangue dal naso, oppure un sanguinamento eccessivo da una ferita, applicandola sminuzzata. Ha azione antinfiammatoria, antisettica ed astringente. Ha la capacità di abbassare la febbre, grazie ai suoi olii essenziali, che stimolano la circolazione del sangue ed hanno effetto rubefacente: aiutano l’eliminazione delle tossine attraverso i pori della pelle. In caso di febbre, un bagno caldo con un infuso concentrato di Achillea può farla abbassare notevolmente. Achillea ha anche attività antispasmodica, viene usata per dare sollievo ai crampi mestruali e allo stomaco. Combinata con zenzero e applicata esternamente, oppure assunta in tisana, può dare un grande sollievo. Per finire, ha proprietà depurative a livello del fegato, aiuta la digestione e stimola gli enzimi digestivi. A livello dermico, ripara le ferite, elasticizza la pelle, aiuta nel processo riparativo. Le sue foglie vengono aggiunte alla cottura delle carni, ma anche in minestre ed insalate per conferire un sapore aromatico, leggermente amaro. Segreti e magie Achillea aiuta nel cambiamento verso il nuovo: trasmette un messaggio utile ogni vota che ci troviamo di fronte ad una trasformazione: si occupa di tutto ciò che deve cambiare. Accompagna lungo il processo di accettazione, e spinge ad aprire un dialogo. Trasmette messaggi morbidi, tranquilli ma allo stesso tempo incisivi. La pianta si chiama così perché il mito racconta che l’invincibilità di Achille provenisse proprio da questa pianta, in cui era stato immerso da bambino dalla sua balia (che lo teneva, però, per il tallone – non si bagnò, ecco come Achille ebbe il suo punto debole). Talismano Cuor di Leone Per difenderti e proteggerti dai pericoli puoi mettere dentro ad un sacchettino di tela o cotone bianco tre grani di sale grosso e una manciata di fiori di Achillea, uniti ad un piccolo granato rosso. Portalo con te, possibilmente a contatto con la pelle. Preparazioni Queste sono solo alcune delle moltissime piante che puoi incontrare in primavera: il mio consiglio è quello di osservare, fotografare, fare esperienza e conoscere da vicino gli abitanti verdi che vivono intorno a te. Adesso vediamo insieme qualche preparazione base, che puoi applicare a tutte le piante che abbiamo visto, ma anche ad altre - mettiamo le mani in pasta! Infusi e decotti L’infuso medicinale viene fatto con le parti più delicate delle piante: foglie profumate, fiori, boccioli, alcune bacche e alcuni semi, e tutte le parti aromatiche. Una volta che hai filtrato le erbe, aggiungile al tuo compost o restituiscile alla Terra. Per realizzare un’infusione medicinale metti da 4 a 6 cucchiai di erbe essiccate (da 6 a 8 di erbe fresche) in un barattolo da mezzo litro. Porta ad ebollizione l’acqua, poi coprila e lascia in infusione per una ventina di minuti. Filtra e bevi. I decotti si applicano alle parti più coriacee delle erbe, come radici, alcuni semi, corteccia, alcune bacche. Anche per i decotti, restituisci il materiale vegetale alla Terra una volta filtrato. Metti da 4 a 6 cucchiai di erbe essiccate (da 6 a 8 di erbe fresche) in un pentolino. Aggiungi 750 ml di acqua. Con il fuoco molto basso, coprire il pentolino e lasciar bollire per 20 minuti. Per un decotto più forte, dopo la bollitura lascia infondere altri 20 minuti. Filtrare e bere. Puoi realizzare anche infusi solari: usare la luce del sole dona al tu infuso le qualità del Pianeta: energia solare, apertura, guarigione, potere personale, ottimismo. Metti le erbe, usando le stesse proporzioni, in un barattolo da mezzo litro con un coperchio ermetico. Riempi con acqua fredda e lascia esposto alla luce solare per qualche ora. Con l’infuso di Luna darai alla tua tisana il potere del Pianeta: ricettività, intuizione, potere psichico, magia. Metti le erbe in un contenitore aperto, lontano da insetti (oppure copritelo con una garza) e lascia tutta la notte alla luce della Luna. La mattina, filtra e bevi. Tintura Madre Le tinture madri sono estratti della pianta in una soluzione di alcool e acqua. Dette anche soluzioni idroalcoliche, sono molto più concentrate delle tisane. Consiglio di usare la tisana per portare sollievo in disturbi cronici, mentre la tintura madre per le situazioni acute. Molte tinture madri sono fatte con alcool: ma è possibile realizzarle anche con aceto di mele non pastorizzato. La soluzione ottenuta sarà meno intensa come effetto, ma di possibile utilizzo con bambini, o persone che non possono assumere alcool. In fitoterapia classica, per realizzare una tintura madre è necessario controllare la gradazione alcolica per ogni pianta, e poi in seguito realizzare un solvente che abbia la giusta proporzione di acqua e alcool, e che comprenda anche l’acqua contenuta nella pianta, se si parla di estrazione da pianta fresca, e il peso della pianta secca. Per una preparazione casalinga, ma comunque efficace, basterà utilizzare una soluzione fatta da 40% di alcool e 60% di acqua, oppure una soluzione che contenga 50% alcool e 50% acqua. I superalcolici come la vodka hanno già tale percentuale: possono essere utilizzati con successo come solventi per le tue tinture madri. Controlla che la gradazione sia tra 45° e 60° Sminuzza finemente le tue erbe. Se sono fresche, prima lasciale essiccare qualche ora, per permettere all’acqua di evaporare. Mettile in un barattolo che possa essere chiuso ermeticamente. Copri le erbe con alcool, poi chiudi bene il barattolo. Se le erbe dopo qualche giorno galleggiano in superficie, aggiungi altro alcool, in modo da coprirle per 3-4 cm. Metti il barattolo in un posto caldo e soleggiato, e lascia infondere almeno 4 settimane. Filtra il composto, e conserva in bottiglie di vetro scuro, al fresco. Può conservarsi fino a 2 anni. Usane 30-40 gocce tre volte al giorno, a seconda del disturbo e della pianta scelta. Oleolito Ci sono due modi per realizzare un Oleolito: il metodo della doppia bollitura, o metodo a caldo, o il metodo Solare, o metodo a freddo. Il modo più veloce è il primo, ma il secondo ti donerà olii infusi anche dalla carica positiva ed energetica del Sole Metodo a Caldo Sminuzza le erbe e ponile in una pentola a bagnomaria. Copri le erbe con almeno due cm di olio, riempiendo il contenitore. Metti su un fornello e lascia sobbollire per almeno un’ora, assicurandoti che l’acqua della caldaia sia sempre al giusto livello e che l’olio non bruci. Filtra, spremi bene le erbe e conserva in barattoli o bottiglie di vetro scuro, all’ombra. Metodo del Sole Poni le erbe in barattolo, e ricoprile di olio, lasciando uno spazio al di sotto del coperchio. Se sono erbe fresche, copri con una garza: se sono essiccate, chiudi il barattolo emetti tutto al sole, in ambedue i casi, per 40 giorni almeno. Filtrare e imbottigliare in contenitori di vetro scuro Unguento Una volta che avrete realizzato il vostro oleolito, potrete realizzare anche gli unguenti, molto semplicemente. Basterà aggiungere la cera, o il burro di karitè, se volete un unguento più morbido, per ottenere i vostri balsami curativi. Ingredienti per realizzare un unguento base 250 ml di oleolito 50 gr di cera d’api, o cera candelilla (per la versione con burro di karitè, 100 gr di burro di karitè) Se vuoi, una 20ina di gocce di OE a scelta Scalda olio e cera a bagnomaria, finchè la cera non è sciolta. Lascia intiepidire e aggiungi gli OE. Poni in barattolini di vetro puliti e fai solidificare: conserva in luogo fresco e asciutto. Per finire Questo viaggio a contatto con le piante vagabonde finisce qui: spero di averti ispirata, di averti spinta fuori di casa, di averti aiutata ad infilare il naso in mezzo ai petali ed alle foglioline verdi di primavera. Sono molto miope, chi mi conosce bene lo sa. Non sono affatto fisionomista: una cosa davvero imbarazzante. Più di una volta ho sbagliato nome, faccia, ricordo. Ho sempre dato la colpa di tutto questo alla mia attitudine da miope: noi vediamo bene le cose da vicino. Forse è per questo motivo che le piante mi piacciono così tanto: per riconoscerle devi avvicinarti. Devi chinarti, accarezzarle, annusarle. A volte assaggiarle, per capire bene il loro messaggio. Le piante richiedono una particolare dedizione. L'etimologia della parola stessa, dedizione, viene da dedo che significa anche arrendersi (senza colpo ferire). Se osservi una cosa da vicino, e nel mio caso una pianta, ad un certo punto devi arrenderti. Arrenderti alla bellezza di ciò che vedi, alla forma, al profumo. Prova ad osservare una pianta senza nessun giudizio: osservala e rimani fedele alla sua forma, al suo colore. Come sono le foglie? Morbide, venate, a punta o a cuore? E il fiore? Piccolo e bianco, lunare, oppure giallo o arancio come il sole? E il profumo? E' una pianta comunicativa, vuole dirti qualcosa? Oppure preferisce starsene in silenzio, ad osservare? Prova ad uscire di casa con un taccuino, e vai in un parco, in campagna, oppure a fare una passeggiata in un bosco. Se vedi una pianta che ti colpisce, avvicinati a lei, e osservala bene. Da vicino. Prova a conoscere la tua piantina attraverso il tatto, la vista, l'odorato. Magari disegnala sul tuo quaderno: così la osserverai ancora meglio, e vedrai tutti i suoi dettagli. Ritroverai in lei la forma fedele della sua anima. Per mettersi in comunicazione con una pianta, dobbiamo abbattere le nostre difese: entrare in contatto con un altro essere vivente, di una specie diversa, implica lasciare da parte la parola-il nostro primo veicolo di comunicazione-e anche i gesti, le espressioni del viso. Dobbiamo metterci su di un livello diverso, che a me piace chiamare di dedizione. Arrendersi, senza colpo ferire. Accogliere, osservare, imparare. Dentro ad un fiore c'è un mondo intero! Bibliografia Bissegger M., La mia cucina con le piante selvatiche, Edizioni Casagrande, 2011 Brentani K., Cucinare con erbe, fiori e bacche dell’Appennino, Damster edizioni, 2011 Cecconi P., Belle e selvatiche, Edizioni Chimienti, 2009 Rangoni L., Il grande libro delle piante magiche, Edizioni Xenia, 2005 Matonti L., Erbe e antichi rimedi di ieri, oggi, domani, Edizioni Graffio, 2015 Sitografia http://www.infoerbe.it/ http://www.cure-naturali.it/ La mia newsletter arriva ad ogni Luna Piena: se ti sei dimenticata di ululare alla Luna, cerca qui la tua ispirazione selvaggia. Una carta dei Tarocchi che ti guida, il messaggio di una pianta, i miei corsi e tutte le novità in anteprima. Per me è come scrivere ad un'amica: e se ti iscrivi riceverai subito la mia MINIGUIDA PER UNA VITA SELVATICA, gratuita e ricca di ispirazioni. Qui trovi il modulo per iscriverti! Se vuoi restare in contatto con me e conoscere altre donne legate dalle erbe, dalla Luna e da tutto ciò che è selvatico, ti aspetto nel mio gruppo facebook Lunatiche. Se hai qualche domanda rispetto al questo pdf, se vuoi chiedermi qualcosa riguardo alle piante che abbiamo trattato o per qualsiasi altra curiosità, puoi scrivermi alla mail: [email protected] www.cecilialattari.com