Bambini migranti: esperienze traumatiche e percorsi di resilienza Puoi lasciarti dietro cio’ che ti insegue, ma non puoi lasciarti indietro cio’ che corre dentro te (proverbio africano) www.gisdi.altervista.org Quale accoglienza per i bambini profughi di guerra? ● ● L’emergenza profughi che attraversa il nostro secolo, la presenza di minori non accompagnati o al seguito di famiglie richiedenti l’asilo a causa dei conflitti di guerra rendono necessaria la riflessione sulla modalita’ di accoglienza e accompagnamento non solo sul piano dei bisogni primari, ma anche sugli interventi che incrementino la salute mentale e il benessere psichico , soprattutto dei bambini particolarmente vulnerabili agli orrori della guerra, della fuga e della migrazione e intervengano sulle principali patologie La ricerca intende rispondere alle raccomandazioni delle linee guida internazionali che auspicano degli interventi precoci in situazioni traumatiche anche per i bambini in modo da attenuare l’impatto del trauma e rafforzare i fattori di protezione interni ed esterni al soggetto Esperienze traumatiche Percorsi di resilienza ESPERIENZE TRAUMATICHE Uno studio condotto dall'ospedale universitario di Zurigo ha evidenziato che il 41 % di richiedenti di asilo soffrono di depressione maggiore e di Ptsd (disturbo post traumatico da stress) oltre a numerosi problemi sociali e familiari. Inoltre il Ptsd sembra avere un impatto negativo anche sulla procedura di richiesta di asilo a causa dello stato confusivo e dei continui flashback. ● Domande iniziali Cosa succede nella mente di un bambino che è costretto a lasciare il proprio paese di origine in condizioni disperate? Quali differenze rispetto agli adulti ●E’ vero che un bambino dimentica in fretta? ●Quali conseguenze possono lasciare eventi fortemente laceranti e traumatici sul suo sviluppo e sulla sua salute mentale? ●In che modo accogliere e sanare le profonde ferite psicologiche? Quali risorse si possono mettere in campo? Quali ostacoli ? ● Definizione di trauma La persona è stata esposta a un evento traumatico nel quale erano presenti entrambe le caratteristiche seguenti: 1)La persona ha vissuto, assistito o si è confrontata con un evento o con eventi che hanno implicato morte, o minaccia di morte, o gravi lesioni, o una minaccia all’integrità fisica propria o di altri. 2) La risposta della persona comprendeva paura intensa, sentimenti di impotenza , o di orrore. Le reazioni che le persone possono avere a un evento traumatico possono essere di diverse intensità: da reazioni acute di stress fino allo sviluppo di un Ptsd con il rischio di un forte invalidamento della propria vita www.gisdi.altervista.org Il trauma in età evolutiva ● ● ● Una serie di ricerche hanno messo in luce come gli eventi di guerra nonché una esposizione attraverso la televisione sono fonte di grave rischio. In eta’ evolutiva infatti l'esposizione ad eventi traumatici e l’accumulo degli stessi ha importanti conseguenze neurobiologiche, con un forte impatto sulla evoluzione strutturale del cervello e una prognosi di remissione dei sintomi piu’ sfavorevole che nell’adulto. Le neuroscienze con le moderne tecniche di neuroimaging sono concordi che il trauma psicologico è al tempo stesso un trauma biologico con cambiamenti a livello chimico e anatomico. (Fernandez, Maslovaric, Veniero Galvagni, 2011, Traumi psicologici, ferite dell’anima) Le esperienze traumatiche si riferiscono a una serie di vissuti emotivi particolarmente dolorosi e angoscianti intollerabili mentalmente e che hanno come conseguenza una disregolazione del sistema psicobiologico dell’individuo. (Caretti, Capraro, 2008) Trauma e cervello Esperienze traumatiche alterano l’attività dell’asse HPA – ipotalamo/ipofisi/corticosurrene, sistema neuroendocrino evoluto nei mammiferi per il coping in condizioni di pericolo e minacciose.In presenza di un trauma acuto, è necessario per la sopravvivenza un aumento del cortisolo, ormone dello stress che esprime diverse ed importanti funzioni. Una disregolazione dell’asse HPA è di frequente riscontro negli studi sui correlati neurobiologici del maltrattamento, che rilevano quasi invariabilmente livelli anormali di cortisolo. In quello che Yehuda (2002) ha definito “il paradosso del cortisolo”, i sintomi neurofisiologici del PTSD possono contraddire quelle che sono le normali reazioni allo stress acuto che ne prevedono, come ricordato, un aumento www.gisdi.altervista.org Trauma e cervello Numerose ricerche confermano inoltre l' alterazione del volume dell'ippocampo e dell'amigdala in soggetti che hanno subito maltrattamenti prolungati. www.gisdi.altervista.org I soggetti traumatizzati hanno una piu’ alta probabilità di elaborare gli imput ambientali in modo neurofisiologicamente inappropriato, Con piu’ alti livelli di attivazione fisiologica rispetto a stimoli non minacciosi, (Van der Kolk) Fattori di rischio nei minori migranti ● L’abbandono del paese di origine Il viaggio che puo’ durare da alcuni mesi a diversi anni e iniziare in tenerissima età ● ● Le torture e le violenze subite L’assistere alla morte dei propri amici o compagni di viaggio ● ● Le minacce dei passatori Fattori di rischio nei minori migranti ● La famiglia dispersa o morta ● Le gravi deprivazioni di cibo, acqua, sonno ● La prigionia L’aver subito minacce alla propria vita o a quella dei compagni ● ● Le difficoltà all’arrivo, l’incertezza del futuro L’apprendere che altri persone conosciute sono morte nei naufragi ● Testimonianze Mentre il passatore guidava lungo la montagna, vedevo altre persone che erano morte cadendo dal dirupo. Stavamo andando sono arrivati i ladri e si sono messi a sparare, hanno ucciso il mio amico di fianco a me, ma non lo potevo aiutare e i passatori ci hanno detto che non ci potevamo fermare perché saremmo morti. Cosa succede dopo l’esposizione a un evento traumatico? Sentirsi minacciati di morte, picchiati, abusati, genera sensazioni di profonda insicurezza, diffidenza, impotenza che inducono alla creazione di meccanismi di funzionamento adatti alla sopravvivenza e che tendono a diventare stabili anche quando il pericolo è passato, ma che bloccano lo sviluppo dell’individuo. ● Gli effetti del trauma sul bambino ● ● ● ● Le manifestazioni sintomatiche possono essere molto diverse che nell'adulto e per questo sottostimate I bambini reagiscono a sentimenti intollerabili ( a cu spesso si associa dolore fisico) bloccando l'accesso al ricordo per averne sollievo, ma di fatto il trauma costituisce sempre una minaccia presente. La risposta al trauma diventa un principio organizzatore primario, intorno al quale si costituisce la personalità, l'umore e il comportamento. (R. Greenwald) Occorre considerare la fase di sviluppo e i fattori di protezione e rischio . Trauma in transito ● ● ● Subito dopo l'evento traumatico è piu' facile osservare la sintomatologia acuta del bambino, ma piu' passa il tempo piu' si ha una cronicizzazione del trauma che rimane iscritto in uno stato grezzo e non elaborato. In questi casi l'apparente guarigione non corrisponde a una effettiva elaborazione e integrazione dell'evento. I bambini reagiscono con un marcata reattiva agli stimoli ambientali, in modo apparentemente incompresibile (trigger) Manifestazioni del Post traumatic stress Sintomi di evitamento: evitare piu' o meno intenzionalemente fatti, persone o emozioni che possono ricordarci l'evento traumatico. Diminuzione della reattività generale Sintomi intrusivi: agire o sentire come se l'evento traumatico si stesse ripresentando (ciò include sensazioni di rivivere l'esperienza, illusioni, allucinazioni, ed episodi dissociativi di flashback, compresi quelli che si manifestano al risveglio o in stato di intossicazione). Nei bambini piccoli possono manifestarsi rappresentazioni ripetitive specifiche del trauma Sintomi da iperattivazione: reattività fisiologica o esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell'evento traumatico Le reazioni possono essere accentuate o contenute attraverso fattori di protezione o di rischio www.gisdi.altervista.org Espressione del dolore psichico nei bambini -Comportamenti agiti, di attacco e di fuga -Difficoltà di concentrazione e insuccessi scolastici -Passività, disinteresse, tristezza, ansia -Perdita di competenze evolutive precedentemente acquisite come controllo degli sfinteri, linguaggio… -aggressività, scoppi di collera improvvisi -ripetizione nel gioco in modo compulsivo Nuove paure anche non in relazione al trauma (del buio, del bagno…) -Comportamenti a rischio (negli adolescenti) www.gisdi.altervista.org Guarire dal trauma ● ● L'intervento individuale è importante , ma non basta; tutto l'ambiente di vita del minore non basta, soprattutto quando la famiglia è assente Gli interventi devono essere collegiali, occore una ecologia dell'ambiente che faccia sentire al sicuro, protetto il minore ● ● ● ● Ricerca condotta dall'Università Cattolica nel 2014 su 271 bambini siriani dei centri di accoglienza milanesi: Forte presenza di una sintomatologia post traumatica a cui si aggiungono disturbi sociali e comportamentali Fattori di protezione individuati,la fede, la famiglia La scuola e l'educazione Fattori di protezione ● Minori che sono stati capaci di superare molte e gravi avversità, resilienza ● Desiderio –aspettativa di un futuro migliore ● Sostegno dalla famiglia di origine