Blues sotto le stelle – 2008

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Blues sotto le stelle – 2008
Blues sotto le stelle, alla sua 9ª edizione, è uno degli appuntamenti più attesi dell’estate aquilana:
un evento di grande rilievo culturale nella cornice di un monumento esclusivo in un connubio di
arte, musica e spettacolo, una formula vincente per la promozione turistica della città.
Alcuni musicisti ospitati negli anni passati hanno riportato sui loro siti web e CD musicali immagini
dei concerti tenuti nella Fontana delle 99 cannelle, a testimoniare la bellezza, la magia delle
serate, il fascino di un luogo unico al mondo e la calda accoglienza di un pubblico preparato e
attento.
Un luogo ideale per la location del festival che unito ad un lavoro responsabile svolto con
costanza e determinazione dagli organizzatori ha portato il festival a divenire uno degli
appuntamenti estivi di musica blues più ricercati del Centro Italia.
Nelle otto edizioni precedenti sono stati narrati alcuni momenti salienti della storia del blues
attraverso i musicisti che sono stati promotori e protagonisti della sua evoluzione, che hanno
saputo raccogliere e trasmettere con nuovi linguaggi emozioni e stati d’animo propri di questa
musica.
Il blues, sviluppatosi all’inizio del novecento lungo il corso del fiume Mississippi da New Orléans a
Chicago ed espandendosi poi con caratteristiche diverse negli altri Stati del Nord-America, mostra
la sua grande energia e vitalità nel dopoguerra trasformandosi rapidamente e assumendo le
caratteristiche e i colori delle varie culture e contesti, acquistando un ruolo rilevante
nell’integrazione del popolo nero, nell’evoluzione del costume e nella rivoluzione culturale degli
anni “60.
Un viaggio senza sosta, dal primitivo country-blues del Delta del Mississippi, al rag-time di Scott
Joplin, al boogy-woogie, al rock’n’roll, passando per Elvis Presley, i Beatles, i Rolling Stones, Bob
Dylan, Led Zeppelin, e successivamente il punk, l’hip pop, il rap, tutte derivazioni ed evoluzioni di
una cultura che ha radici molto lontane e che non accenna a fermarsi, rinnovandosi e
riproducendosi in modi e sfumature diversi.
Qualche anno fa, nel 2003, in tutto il mondo sono stati celebrati i 100 anni (convenzionali) di vita
del blues, un riconoscimento dovuto, sia per quanto riguarda il linguaggio propriamente musicale,
sia per il messaggio di umanità e solidarietà che ha saputo trasmettere.
Su questa strada, anche quest’anno la scelta artistica cade su stili e forme particolari, nella
continua ricerca di nuove espressioni, contaminazioni e provocazioni, evitando di confinare questo
genere musicale in un territorio limitato che sicuramente non rende omaggio alla dimensione del
fenomeno blues.
In apertura del festival il pianista Raphael Gualazzi propone brani che nascono dalla fusione della
tecnica rag-time dei primi anni del '900 con la liricità del blues, del soul e del jazz nella sua forma
più tradizionale, ispirandosi alle sonorità tipiche del pre-jazz arcaico e dello stride-piano. Poi
l’attesissimo Robben Ford, uno degli indiscussi miti chitarristici dallo stile inconfondibile che
unisce espedienti tecnici e sonorità del blues e del jazz. Ha guadagnato fama mondiale nel 1986
in tour con Miles Davis.
In seconda serata il suono di Ed Gerhard, tra i virtuosi chitarristi acustici e “slide” della scena
musicale americana, un artista costantemente teso all’esplorazione di nuovi orizzonti sonori ed alla
ricerca della poesia e della raffinatezza melodica. A seguire il mitico Carl Palmer fondatore degli
Emerson Lake & Palmer, originale batterista rock in cui è manifesta l'influenza dei grandi jazzisti,
“A.R.S.” Associazione Ricerca Suonoimmagine – Via F.P. Tosti, 96 – 67100 L’Aquila - C.F. 01291450664
tel. 0862 22946 - cell. 338 8060627 - mailto:[email protected] – sito web: www.suonoimmagine.it
con il merito di essere stato tra i primi ad affrontare il delicato quanto insidioso campo del
progressive-rock.
L’ultima serata è con i Jefferson Starship un omaggio ai 40 anni di storia della band: dai primi
movimenti culturali nell’area “love & peace” della San Francisco anni “60, alla sperimentazione di
nuove forme di rock "west coast" sound proprio dell’area californiana, alla indimenticabile
performance nel festival di Woodstock nel 1969.
Blues sotto le stelle alla gradevoli serate di divertimento lega la conoscenza di una cultura in
continuo mutamento, proponendo stili musicali e visioni diverse appartenenti però ad una radice
comune.
Il Direttore artistico
Claudio Mastracci
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L’Aquila 4 – 5 – 6 agosto
Fontana Monumentale delle 99 cannelle
PROGRAMMA :
4 agosto
ore 21.30 - Raphael Gualazzi trio (ITA) - www.raphael-gualazzi.com
ore 22.30 - Robben Ford band (USA) - www.robbenford.com
5 agosto
Ore 21.30 – Ed Gerhard (USA) - www.edgerhard.com
ore 22,30 – Carl Palmer and his band (USA) - www.carlpalmer.com
6 agosto
ore 22,00 – Jefferson Starship (USA) - www.jeffersonstarshipsf.com
Costo del biglietto:
per singola serata € 15,00
abbonamento per tre serate € 30,00
Info:
www.suonoimmagine.it
[email protected]
Tel. 338.8060627 – 347.6283392 – 0862.2294
Il Direttore artistico
Claudio Mastracci
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L’Aquila 4 – 5 - 6 agosto 2008
Fontana Monumentale delle 99 cannelle
Lunedì 4 agosto
Ore 21.30 - Raphael Gualazzi (ITA)
Dopo aver intrapreso gli studi
di pianoforte al Conservatorio
Rossini di Pesaro, dove è
stato
avviato
all'apprendimento degli autori
classici, estende la sua
ricerca musicale anche nel
campo del Jazz, Blues e della
Fusion, collaborando con
qualificati artisti del settore e
distinguendosi per le sue
peculiari qualità vocali e
strumentali. La sua musica
nasce dalla fusione della
tecnica Rag-time dei primi
anni del '900 con la liricità del
Blues, del Soul e del Jazz
nella sua forma più tradizionale, ispirandosi alle sonorità tipiche del pre-jazz arcaico e dello stridepiano facenti capo a Scott Joplin, Jelly Roll Morton, Fats Waller, Art Tatum e Mary Lou Williams,
ma anche ai colori tipici del blues di Ray Charles e Roosevelt Sykes. Diverse influenze "soul"
ispirate a figure di grandi artisti eclettici quali Jamiroquai e Ben Harper, restituiscono l'ascolto ad
una dimensione di grande attualità, in uno stile personalissimo dove le radici tradizionali si fondono
con le tendenze musicali più innovative. Dal 16 settembre 2005, distribuito dalla Edel-Italia, è
disponibile "Love Outside The Window", l'album d'esordio di Raphael Gualazzi prodotto da Master
Studio che comprende 14 brani tra i quali alcune importanti rivisitazioni di famose composizioni
come "Summertime", "Georgia On My Mind" e "Besame Mucho".
Line up: Raphael Gualazzi: voce & piano - Alex Gorbi :contabbasso - Emanuele Cecchetelli :
batteria
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ore 22.30 - Robben Ford Band
La carriera artistica e il ventaglio di
collaborazioni di Robben Ford, uno tra gli
indiscussi miti chitarristici ancora in
circolazione, è davvero impressionante.
Impossibile etichettarlo o incatenarlo ai
limiti di un genere: sa suonare e cantare il
blues con grande classe, ma il suo
percorso artistico prevede diverse tappe
nel jazz, nella fusion e nel funky. Nato e
cresciuto a Ukiah in California, si avvicina
alla studio dello strumento da autodidatta
all’età di 13 anni, ispirandosi alla figura di
Mike Bloomfield.
Appena maggiorenne si sposta a San
Francisco, dando vita con l’aiuto dei suoi
due fratelli alla Charles Ford Band, in
onore del padre. Il suo talento non passa
però inosservato, tanto da attirare su di sé
le attenzioni del celebre armonicista
Charlie Musselwhite, che lo ingaggia per la sua band. Rientrato nelle fila della Charles Ford Band,
arriva nel 1972 l’esordio discografico del gruppo per la Arhoolie. L’ascesa artistica di Robben è
ormai un crescendo inarrestabile: avvia un felice sodalizio con il leggendario cantante Jimmy
Whiterspoon, e poi ancora collaborazioni con Tom Scott, George Harrison, Joni Mitchell e Muddy
Waters.
Nel ’79 vede la luce il primo lavoro a proprio nome: “Inside Story”, a cui partecipano gli stessi
musicisti con cui condivide più tardi l’avventura targata Yellow Jackets, di cui è membro fondatore.
La band è caposcuola nel mondo della fusion, e Ford vi suonerà sino ai primi anni ‘80. Da qui
inaugura una stagione che lo vede impegnato come session-man e gli apre le porte per una dorata
carriera solista: un’esperienza fondamentale che lo mette a contatto tra gli altri con Burt
Bacharach e Randy Crawford, e culmina con la presenza nel tour di sua maestà Miles Davis. Dalla
metà degli anni ‘80 Robben ritorna alle proprie radici. Forma uno straordinario blues trio con il
bassista Roscoe Beck ed il batterista Tom Brechtlein, meglio conosciuti come The Blue Line. E’
con questa band che Ford raggiunge la definitiva consacrazione mondiale, dando vita ad una
apprezzata produzione discografica, al cui interno trovano spazio autentiche gemme quali il
celeberrimo album “Talk To Your Daughter”. Negli anni ‘90 il fuoriclasse della sei corde registra per
la Blue Thumb Records, facendosi accompagnare in studio e dal vivo da una cerchia di nuovi
musicisti, come accade per le session di studio ed i tour degli album “Tiger Walk” e “Supernatural”.
Il 2002 vede la pubblicazione dell’album “Blue Moon”, per il quale sono chiamati a raccolta i fidati
compagni Brechtlein e Beck, che lo accompagnano sia in studio che dal vivo, per donare nuova
vita alla formula vincente di tanti successi. La strumentazione tipica di Robben Ford è costituita da
due elementi fondamentali: gli amplificatori "Dumble" (costosissimi prodotti artigianali statunitensi)
e la chitarra costruita per lui dalla Fender (la "Robben Ford Signature"). Negli ultimi anni ha
abbandonato, sia dal vivo che in studio, la sua Fender Signature, per utilizzare una Fender
Telecaster bianca del '60, o una Gibson Les Paul Gold Top del '57, o Gibson Les Paul di liuteria
Line up: Line up: Robben Ford (guitar, voice) - Travis Carlton (bass) - Anastios Panos (drums)
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Martedì 5 agosto
Ore 21,30 - Ed Gerhard (USA)
Il magico tocco strumentale, basato su di un uso inventivo
delle accordature aperte e la splendida sensibilità per la
melodia rendono le sue composizioni uniche. Gerhard è un
maestro nel creare atmosfere magiche con poche note, ma di
grande intensità: da autentico poeta della chitarra sa
realmente raggiungere il cuore dell’ascoltatore con una
singola nota! Le fonti della sua ispirazione sono le più varie:
vecchie ballate celtiche, musica africana, messicana e
hawaiana, canzoni di Lennon & Mc Cartney, blues di
Missisippi John Hurt..etc. Attaverso sette albums, da “Night
birds” al recente “House of guitars", Gerhard riesce a creare
un vasto raggio di sonorità e trame musicali di grande impatto
emotivo. L’utilizzo dello strumento, sia esso 6 o 12 corde o
Lap Steel Hawaiana, è infatti sempre al servizio del suono
puro. E’ presente in tutte le più importanti collezioni
discografiche di chitarra acustica e pubblicazioni video. La
"Breedlove Guitars" ha recentemente realizzato un modello di
chitarra firmato Ed Gerhard, richiestissima, vincitrice del
"Player's Choice Award" della rivista "Acoustic Guitar".
Un artista costantemente teso all’esplorazione di nuovi
orizzonti sonori ed alla ricerca della poesia e della bellezza
nella musica. Un grande strumentista, ma anche un musicista colto e consapevole dei significati e
degli obiettivi che si propone di raggiungere con la propria arte.
“…Produrre un più vasto raggio di toni e sfumature dinamiche richiede altrettanta e a volte
maggiore tecnica rispetto al puro suonare veloce. Feeling e contenuto emozionale sono per me
molto importanti sia musicalmente che tecnicamente. Da parte mia cerco di non essere troppo
sentimentale, per me è importante che sia il cuore che la mente siano coinvolti nell’ esperienza
artistica…”
martedì 5 agosto
ore 22.00 - Carl Palmer and his
band
Carl Palmer deve sicuramente gran
parte della sua fama al gruppo degli
EL&P. Dotato di una tecnica
indiscutibilmente superiore alla media
dei batteristi rock si destreggia tra
poliritmi e tempi dispari aiutato da un
bagaglio tecnico di primissimo ordine.
Una carriera artistica che inizia in
giovanissima età: a 15 anni suona con
i
Thunderbirds guidati da Chris
Farlowe successivamente con i King
Bees, con i Locomotive insieme al
sassofonista Chris Wood (Traffic),
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con i Crazy World guidati da Arthur Brown. Nel 1969, stanco di questa sua ultima esperienza,
Palmer forma con il tastierista Vincent Crane gli Atomic Rooster. Anche in questo caso la sua
dipartita avviene dopo appena un anno ma per una scelta precisa che segna la sua carriera
artistica. Emerson, Lake & Palmer debuttano nel 1970 nello storico festival dell'isola di Wight
proponendo un classic-progressive-rock che scaturisce dalle infinite tastiere di Keith Emerson,
pianista di evidente estrazione classica e trova nel percussionismo pirotecnico di Palmer un valido
supporto. Nell'album d'esordio del gruppo chiamato semplicemente EL&P del 1970 compare un
solo di batteria in cui Palmer emerge con una raffinatezza fuori dal comune. Cesellatore più che
picchiatore, Palmer fa larghissimo uso di rulli a colpi doppi accentuati, accompagnati dalla cassa
suonata in ottavi, esattamente come Gene Krupa e Buddy Rich dei quali conosce anche alcune
tecniche particolarmente spettacolari come ad esempio quella di colpire il charleston con il corpo e
la punta della bacchetta capovolgendola rapidamente. Anche l'impostazione delle mani è
rigidamente jazzistica, la cosiddetta "regular grip" tipica dei percussionisti delle bande militari. Nel
1977 Carl Palmer tenta la carriera di leader formando i PM con cui registra un album.e nel 1982
fonda gli Asia con John Wetton ex King Crimson e Steve Howe ex Yes. Nel 1988 lascia gli Asia
per poi tornare nel 1992 con gli EL&P che pubblicano l'album Black Moon cui segue un tour
mondiale. Carl Palmer è il batterista rock in cui è maggiormente evidente l'influenza dei grandi
jazzisti, ma al di là dell'aspetto strettamente tecnico, ha avuto il grande merito di essere stato tra i
primi batteristi ad affrontare il delicato quanto insidioso campo del Progressive-Rock. Altro
importante merito che gli si può attribuire senza dubbio è quello di essere stato tra i primi a filtrare
il suono della batteria attraverso dei sintetizzatori in un'epoca in cui era pura fantascienza. Dal
2001 si esibisce nel trio "Carl Palmer Band" con il chitarrista Paul Bielatowicz e il bassista Stuart
Clayton. Il trio esegue brani tratti dal repertorio di EL&P e un adattamento di "Pictures At An
Exhibition" di Mussorgsky.
mercoledì 6 agosto
ore 22,00 – Jefferson Starship (USA)
In occasione del 40° anniversario della
nascita dei Jefferson Airplane, i Jefferson
Starship coinvolgono Frieberg ( ex
Quicksilver messanger e gìà nel 1973 con
Kantner) e Tom Cnstanten ( ex Greatfull
Dead) per celebrare il S. Francisco
Sound. Portabandiera del rock alternativo
"west coast" fin dal primo album Takes
Off (del 1966) e dalle partecipazioni ai
primi festival rock, con l'apice a
Woodstock nel 1969, il gruppo guidato da
Paul Kantner, Grace Slick e Marty Balin è
stato in grado di coniugare la
sperimentazione, la tradizione, la protesta
e la antitesi alle logiche di mercato, con
un grande successo di pubblico, soprattutto negli Stati Uniti. La band si è formata intorno ai
musicisti P. Kantner e M. Balin, sostenuti dal duo di virtuosi della chitarra e del basso Kaukonen e
Casady, custodi della tradizione blues e dal batterista Spencer Dryden, dalle radici country. Il
gruppo punta sin dall’inizio ad una front-woman: la scelta cade dapprima sulla cantante di origine
scandinava Signe Anderson , presto sostituita dalla cantante, pianista e compositrice Grace Slick,
fornita di notevoli capacità musicali, bellezza, potenza della voce, presenza scenica, spirito libero
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e trasgressivo. Già nel febbraio del 1967, anno topico della musica mondiale, Slick firma uno dei
super-classici del gruppo, White Rabbitt, nell'album Surrealistic Pillow, che insieme al brano
Somebody To Love, porta la band a diventare leader nella "summer of love" hippy e psichedelica
della San Francisco del 1967. Nel 1969 un altro album epocale, Volunteers, ma soprattutto la
estensione e partecipazione del gruppo ad una autentica famiglia musicale, che vede coinvolti
nelle stesse esperienze (anche quelle negative, "viaggi" e droghe) tutti i principali personaggi delle
band californiane, da David Crosby ai Quicksilver Messenger Service, ai Grateful Dead di Gerry
Garcia. Album tipici di questi ensemble sono il capolavoro assoluto di Crosby "If I Could Only
Remember My Name" e il disco uscito nel 1973 a nome di Kantner, Slick e Freiberg dei
Quicksilver, "Baron Von ToolBooth & The Chrome Nun". La fase sperimentale ha il culmine nel
1970 con "Blows Against Empire" , l'aeroplano diventa una astronave (il nome cambia da Jefferson
Airplane a Jefferson Starship), ancora buoni lavori ma presto la separazione: Kaukonen e Casady
abbracciano decisamente il root blues elettrico con i loro Hot Tuna. I Jefferson attorno a Kantner,
Slick e il ritrovato Balin iniziano una nuova vita come gruppo di grande successo del rock FM USA,
con il nuovo nome Jefferson Starship. Dagli annni ottanta in poi, dopo l'abbandono di Grace Slick,
messa fuori gioco dagli eccessi dei suoi anni giovanili e dallo stress derivato da una esperienza tra
le più feconde nella musica rock americana, i Jefferson si riuniscono solo in occasione di progetti
personali di Kantner e degli altri della band. Di recente i Jefferson Starship sono tornati con due
nuovi album Deep Space/ Virgin Sky del 1995 e The Windows of Heaven del 1999. Hanno
continuato nel frattempo l´attività live, festeggiando nel 2005 con il tour "The Jefferson Family
Galactic Reunion" i 40 anni dalla fondazione dei Jefferson Airplane.
Line up: Paul Kantner fondatore della band: guitar & vocals David Freiberg (Quicksilver
Messenger Service): lead vocals & bass - John Ferenzik (Todd Rundgren band) : keyboards Cathy Richardson (Big Brothers & O.C.): lead vocals - Mark “Slick” Aguilar : lead guitar - Donny
Baldwin: drums
Il Direttore artistico
Claudio Mastracci
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