SanitàCremona Notiziario a cura di Azienda Sanitaria Locale della provincia di Cremona e Azienda Istituti Ospitalieri di Cremona Sistema Sanitario MARCHIO SISTEMA SANITARIO. LA “COMUNITÀ AMICA DEI BAMBINI” NELL’ASL DI CREMONA - INSIEME PER L’ALLATTAMENTO Il programma “Comunità Amica dei Bambini” per l’allattamento materno è un’iniziativa di UNICEF Italia per la protezione, promozione e sostegno dell’allattamento materno nelle strutture socio-sanitarie territoriali, finalizzato a fornire alle madri tutte le informazioni e il supporto necessari per soddisfare i bisogni di salute del proprio bambino. L’ASL di Cremona ha aderito al percorso UNICEF “Comunità amica dei bambini” divenendo così promotrice di un cambiamento culturale caratterizzato dalla realizzazione di programmi e buone pratiche che attiveranno percorsi virtuosi di collaborazione con i punti nascita ospedalieri, i Pediatri di Libera Scelta, i comuni, il terzo settore e tutto il territorio in generale. La letteratura e le numerose evidenze a livello internazionale e nazionale sostengono l’allattamento materno poiché da tempo è dimostrato che contribuisce in modo positivo alla salute della madre e del bambino. Le azioni volte ad aumentare i tassi dell’allattamento al seno nella popolazione non apportano solo benefici di salute per il bambino, ma sono anche in grado di favorire la relazione madre - fi- I MITI DA SFATARE IN TEMA DI ALLATTAMENTO • Quando si allatta si deve mangiare per due: falso. Una mamma produce da 750 ml a un litro di latte e necessita di 500-700 calorie aggiuntive, una quota di energia facilmente assimilabile con una piccola porzione di cibo in più. • Molti cibi, come aglio, cipolla, cavoli, broccoli, sono controindicati durante l’allattamento: falso. Una donna che allatta al seno deve sentirsi libera di mangiare secondo le proprie abitudini. Non ci sono alimenti vietati, anche perché nella vita intrauterina il bimbo già si abitua a sapori, gusti o spezie. Più l’alimentazione della mamma è variata, più il latte cambia sapore e maggiore è il gusto che prova il bambino. Inoltre, poiché il cibo fa parte della cultura, rispettare le abitudini alimentari significa rispettare la cultura di una persona. L’alimentazione vegetariana non pone problemi in allattamento, mentre nell’alimentazione vegana il latte materno può essere carente di vitamina B12, che la mamma deve assumere. • Bere birra facilita la lattazione: falso. Non è neppure documentato che alcun tipo di bevanda assunto in abbondanza faciliti la produzione di latte, che dipende in gran parte dalla correttezza dell’attacco e della suzione. • Il caffè e il tè vanno aboliti: falso. Non ci sono prove scientifiche sul fatto che siano dannosi e vadano quindi aboliti. Va usato il buon senso, non superando le tre tazzine al giorno se gradite. Solo con un consumo elevato (7-8 tazze) è descritto il rischio di irritabilità nel lattante, ma non ci sono prove che determinino insonnia. • È vietato fumare: vero. Gravidanza e allattamento sono una buona occasione per smettere di fumare. È importante creare un ambiente libero dal fumo, eliminando non solo il fumo passivo, ma anche quello cosiddetto di terza mano e cioè l’odore e le sostanze che rimangono sul corpo e sui vestiti dei fumatori (e sono presenti anche sugli arredi domestici) e vengono respirate e assorbite dai conviventi. L’impegno a non fumare vale per entrambi i genitori che devono essere consapevoli che il fumo in casa è più dannoso dell’inquinamento perché si respira in un ambiente più ristretto e chiuso. Se una donna che allatta non riesce comunque a smettere di fumare, questo non rappresenta una ragione per rinunciare all’allattamento al seno. • Durante il ciclo mestruale non si deve allattare: falso. Se si allatta in maniera corretta generalmente la ricomparsa delle mestruazioni viene ritardata. Alcune mamme hanno un capoparto (la prima mestruazione dopo la gravidanza) più precoce, ma questo non interferisce con l’allattamento e non disturba il bambino. È possibile che la madre noti un lieve calo nella produzione di latte in prossimità della mestruazione. • In caso di febbre, influenza, raffreddore o diarrea della mamma è meglio non allattare: falso. Se è comparsa la febbre, l’infezione è già in corso e quindi il bambino ha già reagito. Si possono prendere antipiretici come il paracetamolo o l’ibuprofene, ma non l’aspirina. In caso di diarrea si può proseguire tranquillamente l’allattamento, anche se è comunque prudente informare il medico. • Durante l’allattamento, la madre deve evitare l’attività sportiva: falso. La mamma può fare attività motoria. • Allattare indebolisce e depaupera le risorse dell’organismo materno. In particolare danneggia i denti della mamma: falso. Basta mantenere una corretta igiene orale. • Fa cadere i capelli: vero. Si tratta dei capelli che non sono caduti durante la gravidanza per effetto degli estrogeni e cadono tutti contemporaneamente dopo il parto con la discesa del tasso ormonale: una donna non in gravidanza ha lo stesso ricambio, ma più graduale. • Fa male alla vista ed è controindicato per le donne che soffrono di miopia: falso. Si tratta di una convinzione superata, non esistono controindicazioni al riguardo. * Liberamente tratto da “Allattamento al seno: tra arte, scienza e natura” del Ministero della Salute nell’ambito del progetto Guadagnare Salute realizzato in partnership con Unicef. glio. La tutela dell’allattamento al seno va quindi ben oltre l’aspetto nutrizionale: la realizzazione di programmi specifici richiede infatti la messa in atto di una serie di interventi che vanno a soddisfare i bisogni di salute del bambino, della madre e della famiglia. Il programma “Comunità amica dei bambini” si basa sulla realizzazione di sette passi, ovvero di sette traguardi che le comunità devono raggiungere per potere ottenere il riconoscimento di comunità amiche dei bambini. I sette passi indicano le strategie necessarie per migliorare il sostegno sia alle madri che allattano, sia a quelle che non lo fanno, con l’obiettivo di dare loro gli strumenti per una scelta informata riguardo all’alimentazione del bambino. Unicef è garante di questo percorso e valuta l’aderenza e i miglioramenti dello stesso mediante il superamento di step valutativi. L’Asl si prepara a superare la prima fase. Lo scorso mese di Ottobre, l’Asl di Cremona ha organizzato un’intera Settimana di eventi di Promozione dell’Allattamento che è stata l’occasione per dare avvio ad un iniziale cambiamento culturale, ad una riflessione sulle buone prassi, sugli usi e costumi diffusi tra la popolazione, con la collaborazione di una fitta rete di esponenti di Istituzioni Pubbliche (Punti Nascita Ospedalieri, Comuni, Licei Artistici, Collegio delle Ostetriche ecc.) e Private (Terzo settore, Associazioni di Volontariato, Associazioni sportive, ecc.). L’ASL DI CREMONA PREMIA IL LICEO ARTISTICO “B.MUNARI”. Le innumerevoli collaborazioni hanno permesso un intreccio di relazioni che hanno portato, ad esempio, alla premiazione, da parte dell’ Asl di Cremona, degli studenti del Liceo Artistico “B.Munari” di Cremona. Ai docenti e agli studenti del Liceo Artistico “B.Munari” è stato chiesto di realizzare un logo identificativo unico, da apporre ai documenti di Politica Aziendale in materia di protezione, promozione e sostegno dell’allattamento al seno; in particolare si è chiesto di realizzare un’immagine simbolica nei formati, colori, linee, tratteggi e scritte che ritenevano più adeguati al tema. Nella popolazione adulta da 2 a 6 persone ogni 100 hanno un disturbo di panico con agorafobia. LA PAURA DI AVERE PAURA Spesso tali disturbi si manifestano per la prima volta tra i 20 e i 30 anni. Affrontare il problema senza vergogna è la prima terapia. Allattare A domanda risponde Franco Spinogatti Responsabile del Centro Psico Sociale di Cremona FOBIE CURIOSE UN GESTO D’AMORE Il Direttore Generale dell’Azienda ha scelto tra 30 proposte, tutte molto belle, colorate, moderne ed eleganti. Il vincitore è FILIPPO GHISLERI al quale vanno le nostre più sentite congratulazioni e i ringraziamenti per l’importante lavoro svolto. Il logo dell’autore è stato valutato per la sinuosità del contorno e l’essenzialità dell’immagine; verrà utilizzato come identificativo per tutti i documenti aziendali di Politica di promozione dell’allattamento nella versione integrale e nella versione sintetica, sui banner dell’iniziativa e sul sito aziendale, al fine di evidenziare tutti gli eventi in tema di allattamento materno. Tutte le realizzazione degli studenti sono state apprezzate ed in particolare una menzione per Chiara Pileci, Alessia Frittoli, Letizia Olini, Angela Paola, Albanesi Denise, Chiara Fiorentini, Rusu Andreea. Il Consultorio Familiare che svolge da sempre una preziosa opera di promozione dell’allattamento è sempre più parte attiva di questo cambiamento culturale ed innovativo che prevede per il mese di Dicembre, un impegno consistente nell’organizzazione della valutazione di Fase 1, finalizzata a garantire che la Politica, i protocolli, le procedure, le linee guida e le informazioni consentano agli operatori di applicare gli standard previsti dalla BFHI/BFCI (Baby Friendly Hostipal Initiative/Baby Friendly Community Initiative). La valutazione di Fase 1 prevede una visita alla struttura, gestita da un Tutor UNICEF (in veste di valutatore), che esamina la documentazione della struttura e intervista, i dirigenti per verificare le loro conoscenze riguardo al progetto e la documentazione che la struttura ha prodotto per garantire la completa applicazione degli Standard. E’ trascorso un anno dalla mostra interattiva “Sicuri che sia un Gioco?” rivolta a tutta la cittadinanza per sensibilizzare sul tema del gioco d’azzardo lecito, realizzata a Cremona e che ha visto il coinvolgimento di 1800 persone circa. Sono anche trascorsi dieci anni dai primi accessi ai Servizi Dipendenze dell’ASL di Cremona di giocatori di azzardo patologici e familiari (dall’anno 2010 al 31/10/2015 sono state prese in carico n° 243 persone/ nuclei familiari). Il fenomeno del gioco d’azzardo lecito è in costante crescita e con esso cresce il numero di famiglie che possono presentare problemi e conseguenze negative correlate. Alla luce della nuova normativa di Regione Lombardia anche la nostra ASL, in sinergia con il Privato Sociale e il mondo dell’Associazionismo, si è attivata per implementare interventi territoriali in tema di GAP rispetto alla prevenzione e all’aggancio precoce di persone a rischio. In particolare si stanno realizzando percorsi formativi specifici rivolti a tutti gli esercenti nei cui locali sono installati apparecchi per il gioco, con la finalità di fare emergere la realtà quotidiana delle persone intrappolate dal gioco e nel contempo trasmettere informazioni utili per le famiglie in difficoltà. Sono attive iniziative di sensibilizzazione (Piano Territoriale GAP) rivolte a tutta la popolazione, in particolare Amministratori locali, Associazioni e cittadini interessati, studenti delle scuole superiori, anziani e altri gruppi considerati a rischio in quanto portatori di altre fragilità. Da anni è in atto una distribuzione costante di materiale informativo a tutte le realtà che possono rappresentare un ambito di interesse per la presenza di giocatori d’azzardo e le loro famiglie (Comuni, Medici di famiglia, Farmacie, locali con punti gioco, Centri di ritrovo ed aggregazione). All’interno di una comunità la possibilità di sviluppare una problematica correlata ad un comportamento a rischio ( come ad esempio anche il consumo di alcol) è proporzionale al numero di persone che intraprendono tale attività : più aumenta il numero di giocatori d’azzardo lecito e più aumenta il numero di stia per succedere qualcosa di grave come la paura di morire o perdere il controllo. Dott. Franco Spinogatti Cosa sono le fobie? Fin dall’antica grecia è stato descritto un disturbo che provoca delle paure irragionevoli in persone che per il resto sono sane di mente. Questo disturbo, verso la fine dell’800 è stato chiamato agorafobia che letteralmente significa paura (Fobia) del mercato (Agorà), ma il termine viene usato per indicare la paura di ogni posto pubblico o di ogni spazio aperto. Queste paure sono la conseguenza di una paura sottesa, ossia quella di avere una crisi di ansia detta attacco di panico. Come si manifesta un attacco di panico? L’attacco di panico è una brutta sensazione che insorge improvvisamene con senso di respiro affannoso o mancanza di aria, il cuore che accellera, il senso di vertigine o di sbandamento. Formicolii, pallore, sudorazione, bocca secca, sensazione di svenire, impressione che le cose intorno siano irreali e, soprattutto, la convinzione che In che misura gli attacchi di panico possono condizionare la vita quotidiana? Per alcune persone gli attacchi di panico sono così frequenti da compromettere la qualità della loro vita in quanto la paura di avere un attacco li porta ad evitare una o più situazioni. Ad esempio ascensori, treni, autobus, aerei sono temuti in quanto in caso di attacco di panico bisogna aspettare prima di uscire e chiedere aiuto. Anche aspettare in fila in banca o a un negozio; essere da soli in casa o in altri luoghi crea le stesse difficoltà. Guidare in macchina da soli genera il timore di stare male, di dover abbandonare la macchina specie in autostrada, nelle gallerie, su viadotti o in coda. Che ruolo giocano la vergona e il timore di chiedere aiuto? Per alune persone la difficoltà principale non è quella di andarsene o trovare un soccorso, ma quella di fare brutta figura in pubblico. Spesso l’evitare le situazioni ritenute pericolose porta la persona a perdere l’autonomia in maniera quasi totale. Come si cura tale disturbo? Il disturbo da attacchi di panico, come dimostrato da una serie infinita di studi, si cura in maniera efficace. Il trattamento si basa su una buona e corretta informazione sia del paziente che della famiglia; una farmacoterapia mirata e un aiuto psicoterapico volto a modificare le condotte di evitamento e la gestione delle situazioni di panico. E l’elenco delle fobie più insolite potrebbe essere infinito. C’è chi non sopporta la vista delle ginocchia (genufobia), chi trema, e non di freddo, quando nevica (quionofobia). Altri temono gli angoli di case e palazzi (gonofobia), vanno in panico davanti a un minestrone di verdure (lachanofobia) o alla sola vista di un Pc (ciberfobici). C’è chi ha paura delle buone notizie (Eufobia), dei pagliacci (Courlofobia), delle croci (Staurofobia), dei frutti di mare (Ostraconofobia), del numero 666 (Hexakosioihexekontahexafobia) e chi ha paura di tutto (Panofobia). PERCHÈ È DIFFICILE CHIEDERE AIUTO Difficile confessare ad amici e conoscenti di essere terrorizzati da oggetti e situazioni apparentemente “innocui”. Il primo pensiero di chi è affetto da disturbi tanto specifici, è quello di venir preso per “matto”; di essere considerato una persona debole o viziata. Eppure chi è affetto da questi disturbi non soffre meno di un “normale” claustrofobico, o di un più “popola- re” aracnofobico. Tachicardia, nausea, vertigini, tremori, paura di svenire, morire o perdere il controllo, panico e senso di costrizione al petto sono sintomi comuni nei fobici, indipendentemente dagli incubi che li tormentano. Comune è soprattutto il tentativo di scansare in tutti i modi possibili oggetti e situazioni temute (evitamento fobico). Azienda Ospedaliera Istituti Ospitalieri di Cremona Viale Concordia, 1 - Cremona Centralino tel. 0372 405111 - Emergenza Sanitaria tel. 118 - URP tel. 0372 405550 e-mail: [email protected] CUP - Prenotazioni Prestazioni Ambulatoriali numero verde 800 638 638 www.ospedale.cremona.it 5