la vista nel tiro

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 Per ogni sportivo è importante vedere bene, una buona vista è uno dei principali presupposti
necessari per il raggiungimento di prestazioni ottimali. In ogni genere di sport, come p. es. nel salto in
lungo, nel salto in alto ed in tutti i giochi di palla e pallone, l'atleta deve essere sempre in grado di
valutare le distanze e di identificare perfettamente tutti gli oggetti.
Tra tutte le discipline sportive il tiro a bersaglio è comunque lo sport che più di ogni altro si basa su
prestazioni massime del potere visivo. Il successo nel tiro al bersaglio dipende in gran misura dallo
stato della vista del tiratore.
In seguito al continuo miglioramento dei risultati, ottenuti grazie ad equipaggiamento ed
addestramento migliorati, le dimensioni del bersaglio sono diminuite continuamente. Il tiratore deve
essere in grado di riconoscere nitidamente oggetti molto piccoli a grandi distanze e durante le
competizioni, come anche nel corso di una lunga serie di tiri, il livello di percezione di immagine deve
mantenere lo stesso grado di bontà. Piccoli errori di vista, che nella vita quotidiana sono del tutto
insignificanti, possono avere delle conseguenze nettamente negative nel tiro a segno in determinate
circostanze.
Vengono pertanto richieste prestazioni notevoli non soltanto all'occhio ma anche ai dispositivi ausiliari
ottici.
Innanzitutto bisogna notare che le lenti a contatto sono quasi sempre non adatte all'uso nel tiro al
bersaglio, poiché le lenti galleggiano sull'occhio, muovendosi ad ogni battito di ciglio. Si verificano
allora dei piccoli spostamenti ottici, che si fanno notare subito in modo negativo nel puntare, poiché
l'immagine presa di mira si sposta.
Bisogna inoltre considerare che il tiratore fissa il bersaglio per un periodo di tempo relativamente
lungo - possibilmente senza socchiudere gli occhi. In seguito ad una diminuita frequenza del battito di
ciglio, la superficie anteriore del cristallino si dissecca più celermente e ne soffre poi la qualità ottica
dell'immagine percepita.
Per le sue necessità visive il tiratore ha dunque bisogno di occhiali particolari - gli occhiali da tiro. Ma
gli occhiali da tiro non sono solo degli occhiali speciali; questi occhiali richiedono anche lenti
particolari. Presupposto necessario per la giusta scelta delle lenti è conoscere il processo di presa di
mira e conoscere inoltre i singoli punti di mira.
Gli ottici e gli oculisti che non si sono mai interessati del tiro al bersaglio solitamente hanno difficoltà a
comprendere i problemi visivi del tiratore, per scegliere poi per gli occhiali le lenti adatte.
Oltre il 70% della gente soffre di difetti visivi, ma quando si tratta di piccoli difetti di vista, molti nella
vita quotidiana nemmeno se ne accorgono, fino a quando non vengono sottoposti ad un controllo
dell'acutezza visiva.
Invece nel tiro al bersaglio, dove viene richiesta la massima precisione ottica, anche il minimo difetto
visivo disturba molto.
A volte un tiratore si scusa per le sue scarse prestazioni, adducendo come causa il nervosismo e la
febbre della ribalta, mentre invece la causa vera sta in un difetto visivo.
Molti tiratori noti per la loro destrezza nel maneggiare l'arma, si domandano a ragione, perché mai non
riescono a raggiungere risultati migliori di quelli della concorrenza. Si può poi dire che competano alle
stesse condizioni?
DOMINO S.r.l. Via IV Novembre 54 20019 Settimo M.se (MI) www.dominoguns.com www.dominogunshop.com Tel. 02.33512040 Fax 02.33511587 [email protected] DOMINO is proud sponsor of Italian champions Lic. Questura Milano 980/6d Trib. Milano 32404/8063/41 CCIAA 138647 P.Iva (Vat) IT 10587440156 In base a dei segni particolari, il tiratore che finora non ha mai portato occhiali, può notare lui stesso
se ha bisogno o meno degli occhiali. Mentre lui stesso è convinto di vedere tutto sempre nitidamente,
mette da parte l'arma più spesso del suo vicino, il suo occhio cerca molto spesso attimi di pausa. E poi
il bersaglio incomincia a "dileguarsi", oppure appare ovale o sfocato. Specialmente nel caso di una
serie più lunga di tiri, l'occhio con "difetto visivo", che normalmente vede tutto bene, viene affaticato e
fa apparire sfocato in parte il mirino e in parte la tacca.
Dei vari difetti di vista quelli più comuni sono quattro e possono variare in base all’età.
Astigmatismo presente a tutte le età.
Miopia presente a tutte le età.
Presbiopia presente generalmente in età avanzata.
Ipermetropia, presente nella fase pre-adolescenziale e in età avanzata.
Nell'oltre 90% dei casi di difetti di vista si tratta di astigmatismo.
Mentre l'occhio con corrette capacità visive risulta essere uniformemente sferico, con curvatura a
palla, nell'occhio astigmatico la cornea, che sarebbe la pelle anteriore davanti alla pupilla, ha una
curvatura più pronunciata in una e meno in un'altra direzione.
Si vede allora un'immagine distorta, il cerchio appare nella forme di ellisse ed il punto si vede come
una righetta.
Il tiratore con pistola si lamenta spesso di non vedere distintamente o le righe verticali o quelle
orizzontali della mira. Questo difetto visivo si deve correggere con un vetro cilindrico, la cui posizione
d'asse dipende dalla posizione di curvatura della cornea.
Nel caso delle persone presbiti, l'occhio risulta nella sua struttura più corto nei confronti del potere
rifrattivo del cristallino. I raggi di luce che giungono da lontano, che cioè vanno a cadere nell'occhio in
parallelo, si riuniscono appena dietro la retina, sicché sulla retina stessa appare un'immagine sfocata.
Qui sussiste un fenomeno particolare: il cristallino di una persona ancora giovane è tanto elastico, che
il muscolo riesce a modificare la curva delle sue superfici. Questo processo viene chiamato
accomodazione. Con l'accomodazione aumenta il potere rifrattivo del cristallino e sulla retina appare
un'immagine nitida. Quanto più l'occhio è affaticato, tanto più si sforza ad aumentare la forza di
accomodazione, che contribuisce a creare un'immagine nitida e allo sforzo segue a volte i mal di
testa. Quando si fa il calcolo di rifrazione per scegliere il tipo di occhiali adatti, è assolutamente
necessario che l'occhio si trovi in stato di non accomodazione, altrimenti l'occhio darà segni di
stanchezza, con conseguente diminuzione del potere visivo.
Nel caso delle persone miopi ci troviamo in condizioni opposte a quelle sopra descritte. L'occhio risulta
nella sua struttura più lungo nei confronti del potere rifrattivo del cristallino. I raggi luminosi che
pervengono all'occhio in parallelo si riuniscono già prima di giungere fino alla retina. Sulla retina
appaiono immagini nitide solo nel caso di oggetti vicini, mentre gli oggetti lontani si vedono sfocati. E'
più facile accorgersi della presenza di miopia che di quella della presbiopia, poiché la presbiopia non
si può correggere con l'accomodazione, pertanto l'acutezza visiva diminuisce subito.
La presbiopia delle persone anziane è dovuta al fatto che l'occhio perde la capacità di mettere a fuoco
un punto vicino.
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l'uso di occhiali per la lettura. Questo fenomeno è rilevante nel tiro con la pistola, poiché il tiratore
deve vedere nitidamente e chiaramente il congegno di puntamento dell'arma, che si trova in un punto
vicino. Per lui il bersaglio è di importanza secondaria.
Ma già nel caso di tiratori giovani è stato constatato che una lente convergente di 0,25 - 075 diottrie
contribuisce a migliorare l'esattezza di mira. Allora il tiratore riesce a vedere nitidamente il congegno di
puntamento, senza affaticare l'occhio, dunque praticamente in stato di riposo. L'occhio non si affatica
tanto facilmente e i risultati diventano più uniformi. Generalmente una delle tre varianti sopra descritte
si presenta combinata con l'astigmatismo.
Ogni sportivo del tiro al bersaglio, che porti o meno gli occhiali, dovrebbe far controllare la vista
regolarmente.
Occhiali bene adattati, con lenti che correggono esattamente il difetto visivo, contribuiscono spesso a
miglioramenti delle prestazioni. Gli occhiali da tiro al bersaglio sono parte integrante
dell'equipaggiamento dello sportivo del tiro a segno, non meno di un buon fucile, una buona pistola ed
abiti adatti. Per poter determinare quali siano le migliori lenti per gli occhiali da tiro al bersaglio è
assolutamente necessario effettuare il solito, ma più severo, esame per la scelta delle lenti ed
eseguire la regolazione fine con arma impugnata.
Quale è poi la differenza tra "occhiali da tiro al bersaglio" e occhiali normali? La differenza sta
semplicemente nel fatto che la lente degli occhiali da tiro al bersaglio che si trova davanti all'occhio
che prende la mira, può venire adattata in ogni posizione quando si prende la mira. Mentre invece gli
occhiali normali, con lenti fisse, non sono adatti per il tiro al bersaglio.
Data la posizione inclinata della testa, il tiratore con fucile o con pistola, in ginocchio, in piedi o
disteso, non guarderà mai verticalmente attraverso il centro della lente, è l'orlo degli occhiali che
disturba direttamente quando si prende la mira, oppure si guarda un pochino al di là del punto giusto.
Ma guardando attraverso gli occhiali, l'immagine che si forma è esatta solo se si guarda attraverso il
punto centrale delle lenti.
Nelle zone limitrofe si hanno errori di raffigurazione, che rendono impossibile una vista perfetta. Si
vedono p. es. orlature colorate o deflessioni prismatiche che sono di grande disturbo nel tiro a segno.
Gli occhiali da tiro al bersaglio devono soddisfare innanzi tutto le seguenti esigenze.
Devono potersi adattare all'impiego per fucile, pistola ed arco, per tiratori con mano destra e con mano
sinistra e per tutti i modi di puntare.
A seconda del modo di puntare ogni tiratore assume un differente portamento della testa e del corpo e
per ogni tipo di portamento la lente degli occhiali da tiro al bersaglio deve venire regolata nel modo
adatto, il che significa che bisogna portare il punto ottico centrale della lente esattamente davanti alla
pupilla. Con l'aiuto degli occhiali da tiro al bersaglio devono trovarsi sullo stesso piano: l'incavo della
retina - cioè il punto di massima acutezza visiva - dopo di questa il centro di pupilla, poi il punto
centrale ottico della lente di correzione, più avanti il congegno di puntamento ed infine il bersaglio.
Soltanto quando la lente si trova esattamente centrata tra occhio e bersaglio, viene escluso che il
tiratore debba temere un prolungamento del punto da colpire o altri difetti di immagine data dalla lente.
Gli occhiali da tiro al bersaglio della Knobloch sono dotati di guida di scorrimento e di supporto di lente
con profili rotondi. Solo così è possibile regolare le lenti degli occhiali in continuo in tutte e quattro le
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la rotazione attorno all'asse verticale si possono eseguire senza problemi.
Il tiratore si mette gli occhiali, allenta le viti del cursore di regolazione, con il dispositivo di regolazione
aggiusta la lente e fissa poi le viti con la mano. Poi si toglie gli occhiali e con un cacciavite avvita
saldamente le viti. Si evita in tal modo che il supporto di lente possa slittare o traballare durante il tiro
al bersaglio. Possono apparire le seguenti immagini difettose:
Il cosiddetto "astigmatismo dei fasci obliqui", che per esempio deforma il cerchio in ellissi. Oppure
effetti prismatici collaterali, che fanno apparire l'oggetto in un'altra direzione.
Ulteriori distorsioni ottiche, cioè minime sfocature ed infine l'apparizione di errori di colore trasversali
che formano orli colorati. Errori di immagine di questo genere diminuiscono l'acutezza visiva che si
potrebbe raggiungere con una centratura esatta. Questi errori si hanno anche quando pur trovandosi il
punto ottico centrale giustamente centrato davanti all'occhio, la lente non si trova in posizione
verticale, bensì inclinata in avanti o indietro, oppure girata.
Vedete dunque quanto sia importante regolare nel modo giusto la lente davanti all'occhio. Inoltre è
rilevante il fatto che il tiratore stesso possa regolare la lente facilmente, senza nessun problema.
Bisogna poi considerare che i poligoni di tiro non hanno tutti le stesse strutture; possono sussistere
differenze nel piano di tiro, p. es. nell'inclinazione del terreno, per cui il tiratore non ha più disponibile
la sua posizione ideale, anche se la differenza risulta essere minima. Quando si è regolata una volta
la lente, non bisogna credere che su un altro poligono di tiro, o anche già in un altro giorno la
centratura non ci sia più assolutamente il bisogno di effettuare una nuova regolazione. Per essere
veramente buoni, gli occhiali da tiro al bersaglio devono permettere una regolazione fine.
Oltre agli occhiali da tiro al bersaglio, consistenti di montatura e lente, sono disponibili anche degli
accessori che rendono più comodo e piacevole guardare e prendere la mira.
Schermo ribaltabile verso l'alto
Schermo con protezione laterale mobile
polarizzazione
Schermo a
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Entrambe le versioni sono fornibili nei colori bianco e nero. In base alle molteplici osservazioni ed alle
esperienze raccolte è noto quanto sia importante per il tiratore poter lasciare aperto l'occhio che non
prende la mira, quando si tira al bersaglio. Nella maggior parte dei casi appaiono poi immagini doppie,
poiché non sempre si riesce a sopprimere l'impressione visiva dell'occhio che non prende la mira. E'
grande la tentazione di chiudere nuovamente l'occhio che non prende la mira. Quando però si chiude
soltanto una palpebra, l'altra palpebra si irrigidisce e preme sul globo oculare, con grande disturbo per
il tiratore. Diminuisce allora il potere rifrattivo e di conseguenza diminuisce anche l'acutezza visiva.
Quando viene chiuso l'occhio che non prende la mira, oltre ad avere un effetto negativo sull'occhio
che prende la mira, si ha anche un effetto di affaticamento del tiratore col passare del tempo. Al fine di
evitare tali fattori di disturbo, non si può rinunciare all'applicazione di uno schermo davanti agli occhiali
da tiro al bersaglio .
Di solito il tiratore prova i due colori e si domanda quale gli dia una sensazione più piacevole. In linea
di principio si può dire che per l'occhio che non prende la mira è più opportuno prendere uno schermo
chiaro in presenza di raggi di luce chiari che vanno a colpire l'occhio che prende la mira. Bisogna
dunque fare attenzione che non ci sia una differenza di luminosità troppo grande tra l'occhio che
prende la mira e l'altro.
Quando l'occhio che non prende la mira è coperto da uno schermo nero, all'occhio perviene poca
luce. Diminuiscono così il contrasto e la profondità di campo. Ha senso impiegare uno schermo nero
soltanto in combinazione con un diaframma ad iride. Dopo una serie di misurazioni di luce e dopo un
gran numero di prove, il Dr. Lösel, medico ufficiale dell'Associazione tedesca dei tiratori, ha realizzato
lo schermo a polarizzazione.
Nei confronti degli schermi chiari e scuri finora in uso, lo schermo a polarizzazione offre il vantaggio
della possibilità di regolare la trasparenza. Ciò significa che si può regolare la diminuzione di luce
necessaria per sopprimere l'immagine in modo da mantenere minima la perdita di luce. In caso di
maggiore perdita di luce si ha una sovrapposizione dell'impressione dell'occhio che prende la mira,
con conseguente riduzione di contrasto, con un velo grigio chiaro o grigio scuro sopra l'impressione
visiva dell'occhio che prende la mira. Lo schermo a polarizzazione è composto di due dischi
polarizzanti, che si possono girare di 90° l'uno rispetto all'altro.
Sussistono così una posizione "chiara" e una posizione "scura". Lo schermo polarizzante si gira
innanzi tutto sulla posizione chiara. Mentre si prende la mira si gira lo schermo a polarizzazione
oscurando così l'impressione visiva fino a far sparire la doppia immagine, che poi non disturba più. Il
congegno di puntamento si vede poi chiaro e con contrasto pronunciato.
A differenza del tiratore con fucile, quello con pistola spara con congegno di puntamento aperto, non
ha dunque nessuna diottra davanti all'occhio che prende la mira. L'essenziale per lui e vedere
chiaramente il congegno di puntamento della sua arma - tacca e mirino. Ciò va a tutto scapito della
chiarezza di percezione del bersaglio, che non riesce a vedere molto chiaramente. Bisogna tener
conto di questo fatto già quando si determina la lente di correzione. Un aiuto viene dato qui dal
diaframma ad iride.
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Con il diaframma ad iride il tiratore ha la possibilità di regolare in continuo la grandezza del foro che
attraversa con lo sguardo, influenzando in tal modo la profondità di campo e l'entità di contrasto.
Con un miglior campo di profondità si delimitano maggiormente i dintorni del bersaglio.
Così il diaframma ad iride è di aiuto per il tiratore, poiché gli permette di vedere chiaramente sia il
congegno di puntamento come anche il bersaglio. Bisogna tuttavia fare attenzione a non scegliere
un'apertura di iride troppo piccola, al fine di evitare sui bordi rifrazioni di luce incontrollabili, che
influenzerebbero negativamente la qualità dell'immagine. La grandezza ideale di apertura dipende
dalla struttura dell'occhio e dalla luminosità ambientale. Per ogni tiratore è facile trovare l'apertura a lui
più adatta. Al fine che il tiratore possa adattarsi celermente a mutevoli condizioni di illuminazione, non
molto tempo addietro è stato sviluppato ed immesso sul mercato un sistema di adattamento da
preporre alla lente con vetro giallo, vetro marrone al 30 % e vetro marrone al 65 %. C'è poi una novità:
un vetro ricambiabile verde. Il sistema di adattamento si avvita dal davanti sul supporto di lente.
Girando semplicemente il trittico di vetri colorati, un meccanismo apposito permette di inserire a
scatto, ben centrato, davanti alla lente il vetro col colore desiderato. Si può sempre cambiare
celermente il colore.
Sistema di adattamento semplice da preporre alla lente
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un filtro scuro per smorzare ulteriormente la luce. In questo sistema di adattamento da preporre alla
lente si possono inserire anche vetri di correzione deboli in versione incolore e - come sopra già
accennato - in versioni colorate. Come già descritto, l'occhio che non prende la mira si scherma in
modo ideale quando si creano condizioni di luminosità eguali per entrambi gli occhi e quando l'occhio
che non prende la mira viene schermato in modo tale, che l'occhio possa continuare a vedere in giro.
da preporre alla lentePer l'occhio che non prende la mira è disponibile un sistema di adattamento da
preporre alla lente dotato di vetri colorati opachi, in analogia al sistema appena descritto. I vetri di
questo sistema sono opachi, in modo che il bersaglio sparisce proprio dal campo visivo. Con semplice
girata, naturalmente anche senza togliersi gli occhiali da tiro al bersaglio, il tiratore può regolare in
ogni momento l'intensità di luce per l'occhio che non prende la mira, analogamente come nel caso
dell'altro occhio. Il vantaggio di questo sistema di adattamento con lenti opache: intensità di luce
eguale per entrambi gli occhi, schermatura o dissolvimento del bersaglio per l'occhio che non prende
la mira, mantenendo la vista per i dintorni. Un ulteriore vantaggio viene dato da una migliore vista
diretta del bersaglio. La vista tridimensionale aumenta anche l'impressione di acutezza visiva.
Il dispositivo di aggiustaggio è diventato un accessorio indispensabile. Abbiamo già accennato come
sia importante trovare la posizione giusta per la lente davanti all'occhio e come sia svantaggiosa una
centratura difettosa. Dopo aver effettuato una regolazione preliminare approssimata della lente, il
dispositivo di aggiustaggio si inserisce davanti alla lente degli occhiali oppure nel sistema di
adattamento da preporre alla lente e si gira poi assieme al supporto di lente.
Il tiratore ha trovato la posizione giusta per la lente, quando con arma puntata vede il foro centrale
rotondo e ben centrato sul bersaglio. I fori di orientamento disposti in cerchio sono di aiuto per un
aggiustaggio celere e comodo. Nel caso di uno scostamento di poco meno di 3°, l'immagine del
bersaglio si vede soltanto come forma ovale, mentre nel caso di uno scostamento di 5° il bersaglio
non si vede per niente. L'ultimo controllo avviene con arma puntata. Naturalmente questo dispositivo
di aggiustaggio si toglie prima di sparare, oppure si scosta girando a parte, quando risulta fissato sul
sistema di adattamento da preporre alla lente. Con questo ultimo metodo è possibile controllare in
ogni momento e con la massima precisione come risulta aggiustata la lente, poiché basta girare
semplicemente il congegno fino a tagliare l'asse di vista del tiratore; l'arresto avviene
automaticamente con scatto in posizione centrale
Dispositivi di centraggio Ø mm 37 / 23
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gratitudine da parte di molti tiratori, è la protezione laterale. Le norme sportive prescrivono che
bisogna portare occhiali con protezione laterale quando si spara con polvere nera. Per tutte le
discipline del tiro al bersaglio questa protezione laterale può venire impiegata contemporaneamente
come protezione luminosa laterale. Per potersi concentrare in pieno sulla mira, eliminando ogni
possibile disturbo proveniente dai tiratori vicini, la protezione laterale è una soluzione ideale.
Il tiratore trap e skeet ha bisogno di occhiali con lastre alterali grandi e preminenti, che permettono di
scorgere tempestivamente il bersaglio. Ha difficoltà ad adattarsi ai diodi luminosi ed alle temperature
di colore che variano spesso nel tempo e nello spazio, così ad esempio un prato invaso dal sole,
dietro un bosco oscuro, sopra il cielo con nuvolosità differente tutto ciò rappresenta lo sfondo del suo
bersaglio mobile. Le variazioni di percezione d'ambiente, che si hanno quando si passa ad una nuova
correzione di lente di occhiali (p. es. in seguito a nuove dimensioni di immagine o a distorsioni
periferiche) possono comportare problemi non indifferenti nel tentativo di valutare esattamente una
traiettoria di volo.
Protezione laterale
Nelle discipline del tiro con l'arco da campo o da caccia, l'arciere deve affrontare pure lui il problema di
valutare la distanza fino al bersaglio con continue variazioni estreme di luminosità. La luce di
provenienza laterale disturba spesso nella ricerca del giusto punto di base e nel controllo della
traiettoria di volo. E' poi difficile osservare con calma il bersaglio quando gli occhi vengono colpiti da
una luce che varia di intensità.
L'arciere è costretto a tenere la testa in una posizione estrema, che gli rende difficile far uso di normali
occhiali da tiro al bersaglio. Un paio di anni fa sono stati perciò immessi sul mercato degli occhiali
speciali per arcieri. Questi occhiali sono dotati di un supporto di lente di dimensioni molto piccole.
Nella posizione in cui prende la mira l'arciere può così spingere la lente fino al centro. Poiché il
ponticello è inarcato, quando si acquistano occhiali da tiro al bersaglio per arcieri bisogna specificare
se si desidera occhiali per tiro con destra o con sinistra. Il poligono di tiro o il bersaglio del tiratore con
pistola possono essere illuminati in modi differenti. Nel caso di poligono di tiro all'aperto, a seconda
delle condizioni atmosferiche il bersaglio viene spesso illuminato da un'abbagliante luce solare ed
osservato dal tiratore che si trova in un posto coperto da tetto, con scarsa illuminazione. Trova
difficoltà particolari il tiratore che vede un'ombra scura di muro adiacente che va a cadere attraverso il
centro del bersaglio, oppure quando il bersaglio si trova direttamente accanto ad una parete con
illuminazione del tutto differente da quella del bersaglio. Deve allora affrontare la difficoltà di un
eccesso di raggi luminosi con relativo abbagliamento. Nel caso di poligoni per il tiro con pistola che si
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quando il poligono è costruito bene. Tuttavia molti tiratori disturba la luce artificiale.
Lo schermo solare della Knobloch ha avuto finora molto successo come protezione dai disturbi di luce
specialmente in ambienti chiusi, sia tra i tiratori con pistola che tra i tiratori con fucile e anche tra i
tiratori d'arco. Proprio d'estate lo schermo solare è un aiuto ideale per il tiratore, poiché questo
schermo si può spostare in diverse posizioni e non aderisce alla testa; con queste caratteristiche si
evitano accumuli di calore. Ad un tiratore che porta un berretto con visiera, l'accumulo di calore può
appannare il vetro degli occhiali, con enorme disturbo specialmente durante le competizioni.
In alcuni casi può risultare necessario un accessorio anche per l'occhio che non prende la mira. La
vista di questo occhio viene corretta per la lontananza o per la vicinanza, affinché il tiratore non debba
togliersi gli occhiali da tiro al bersaglio quando ricarica l'arma o quando vuole vedere quanti punti ha
fatto.
Con l'aiuto di un cursore speciale è possibile montare davanti all'occhio che non prende la mira la
giusta lente ed in aggiunta anche un disco di copertura ribaltabile verso l'alto.
Nel caso degli arcieri può essere di aiuto la correzione di entrambi gli occhi, al fine di ottenere un
campo visivo di sufficiente ampiezza quando ci si muove all'aperto, cioè il tiratore può avere fino a tre
vetri (il 3° vetro è quello di mira).
I primi occhiali da tiro al bersaglio , che offrivano al tiratore tutti i vantaggi qui sopra descritti, sono stati
sviluppati da Bruno Knobloch nel 1957. Nella sua qualità di ottico e di attivo tiratore sportivo egli
conosceva alla perfezione i problemi del tiro al bersaglio. Nel corso degli anni ha sviluppato e
migliorato continuamente la qualità degli occhiali da tiro al bersaglio. Attualmente gli occhiali da tiro al
bersaglio della Knobloch sono i più usati nel mondo.
Al giorno d’oggi il tiro al bersaglio è diventato uno sport di massa. Nella Repubblica Federale di
Germania le associazioni sportive del tiro al bersaglio contano in totale circa un milione di iscritti. In
altri paesi la situazione è analoga.
Uno dei fattori principali che determinano il successo del tiratore è la vista. Per esperienza si può dire
che già piccoli difetti di vista dell’ordine di 0,25 o 0,5 diottrie possono essere di grande disturbo. Così
dei piccoli difetti visivi, che nella vita normale neppure vengono notati, possono anche avere effetti
negativi nello sport del tiro al bersaglio. Bisogna assolutamente tenere conto di ciò quando si scelgono
le lenti.
Presupposto necessario per la giusta scelta delle lenti è conoscere il processo di presa di mira e
conoscere inoltre i singoli punti di mira. Dal punto di vista ottico prendere la mira significa centrare
l’arma sul bersaglio tramite i punti di mira tacca e mirino. Questi tre punti sono dunque importanti
anche per il rifrazionista. Inoltre, il rifrazionista deve sapere quale arma maneggerà il tiratore. Bisogna
qui distinguere tra arma di lunga portata (fucile) e di breve portata (pistola).
La presa esatta di mira del bersaglio con tacca e mirino diventa molto difficile per il tiratore in seguito
al continuo cambio di accomodamento. Perciò già diversi decenni fa venne ideato il fucile con diottria,
universalmente diffuso al giorno d’oggi nel tiro al bersaglio. In parole povere la diottria non è altro che
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tale da venirsi a trovare in prossimità dell’occhio (vedasi Fig. 1). Trovandosi direttamente davanti
all’occhio che prende la mira, non influisce in nessun modo sulla scelta delle lenti. Il secondo punto di
mira, cioè il mirino, si trova ad una distanza di 90 - 100 cm dall’occhio, cioè già più vicino al punto in
distanza. Questo punto di mira ha dunque una certa importanza per i tiratori più vecchi. Rimane poi da
considerare il terzo punto di mira: il bersaglio. In seguito a miglioramenti di equipaggiamento e di
istruzione, col tempo le dimensioni del bersaglio sono diminuite continuamente
(Fig. 2).
Per farsi un’idea di cosa viene richiesto all’occhio di uno sportivo del tiro al bersaglio, basta osservare
questa immagine da una distanza di 10 metri. Pertanto i tiratori impiegano sempre più spesso gli
appositi occhiali da tiro al bersaglio. Gli occhiali da tiro al bersaglio non sono soltanto degli occhiali
speciali; gli stessi richiedono anche una particolare rifrazione.
Se per la scelta del tipo di lenti si usano dei normali occhiali di prova, la rifrazione avviene
generalmente ad una distanza di circa 12 mm dal vertice della cornea. Considerando l’inclinazione
particolare della testa del tiratore, la distanza dal vertice della cornea risulta in pratica molto maggiore
(fino a 45 mm). Per le lenti da prendere bisogna dunque calcolare la relativa correzione di distanza,
sicché si avranno valori maggiori per lenti divergenti e minori per lenti convergenti. Sulla base di una
differenza di circa 30 mm per il valore della distanza dal vertice della cornea tra occhiali di rifrazione
ed occhiali di uso normale, già nel caso di 2 diottrie risulteranno valori di scarto pari ad un ottavo di
diottria. Ricordiamo a questo punto che lo sportivo del tiro al bersaglio reagisce sensibilmente già a
scarti minimi di rifrazione.
DOMINO S.r.l. Via IV Novembre 54 20019 Settimo M.se (MI) www.dominoguns.com www.dominogunshop.com Tel. 02.33512040 Fax 02.33511587 [email protected] DOMINO is proud sponsor of Italian champions Lic. Questura Milano 980/6d Trib. Milano 32404/8063/41 CCIAA 138647 P.Iva (Vat) IT 10587440156 Con l’aiuto di rifrazione (Fig. 3) è possibile
stabilire l’esatto valore di diottria per le lenti che
il tiratore dovrà usare, senza dover ricorrere a
calcoli complicati; il tiratore inoltre ha anche la
possibilità di effettuare lui stesso una
regolazione precisa, al fine di determinare il tipo
di lente a lui meglio adatto. Con l’aiuto di
rifrazione si può eseguire la rifrazione sia in
modo completo, oppure soltanto nel settore di regolazione di precisione. L’aiuto di rifrazione viene
montato al posto del supporto di lente sulla guida scorrevole degli occhiali da tiro al bersaglio. Ora si
può impostare e regolare l’aiuto di rifrazione, allo stesso modo come avviene per la lente degli occhiali
da tiro al bersaglio, in corrispondenza della posizione di tiro (supina, a ginocchio piegato o eretta)
rispetto all’occhio. Si può così effettuare una regolazione fine. I migliori risultati si ottengono quando il
tiratore viene alla prova di rifrazione con la sua arma.
Nel caso di tiratori con pistola è poi assolutamente necessario che vengano alla prova di rifrazione
con la loro arma.
Chi tira con la pistola deve vedere chiaramente
soprattutto il congegno di mira, cioè mirino e bersaglio.
Poiché il congegno di mira si trova ai limiti del settore di
vicinanza (Fig. 4), a seconda dell’età del tiratore è
necessario considerare una corrispondente aggiunta di
vicinanza. Il tiratore con pistola non potrà mai vedere
nitidamente allo stesso tempo il congegno di mira ed il
bersaglio. Qui è necessario un compromesso: il settore
di vicinanza viene fissato in modo tale che il tiratore
possa vedere il bersaglio già un po’ meno definito,
mentre invece vede ancora nitido il congegno di mira. In
caso di dubbio durante la prova di rifrazione il tiratore
stesso deve decidere quale sia l’aggiunta di vicinanza
meglio adatta per lui. Fig. 4 Quanto qui sopra descritto
vale del resto anche per la rifrazione nel caso del tiro
con l’arco.
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