Relative appositive e aggettivi "appositivi"

ANTONIETTA SCARANO (Firenze)
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Relative appositive e aggettivi "appositivi":
tra sintassi e articolazione dell'informazione
Due fenomeni, sicuramente connessi, eppure diversamente affrontati dalla trattazione
grammaticale costituiscono l'oggetto di indagine della nostra ricerca: le relative "appositive" e i
cosiddetti "aggettivi appositivi" (Scarano 1999: 184-206). L'interesse di questi due fenomeni per
la riflessione linguistica in generale sta sicuramente nel loro rapporto con la complessa nozione
di apposizione. La complessità di questo concetto, semplificando al massimo la letteratura
vastissima sull'argomento (Neveu 1998 e 2000a), è costituita essenzialmente dal fatto di riunire
in sé, potenzialmente, almeno tre livelli dell'analisi linguistica: quello sintattico-semantico dei
sintagmi nominali, quello logico-sintattico di frase, e quello dell'organizzazione informativa e
discorsiva, dei testi (Combettes 2000; Neveu 1998 e 2000b).
Il legame delle relative appositive con il concetto di apposizione non è stato mai compiutamente
analizzato nelle nostre grammatiche e rari sono gli accenni ad esso (Sabatini 1984: 377). La
nozione originaria di apposizione si basa sulla coreferenzialità di elemento di supporto ed
elemento nominale "apposto". La definizione tradizionale, infatti, non permette l'estensione del
concetto di apposizione a elementi non nominali: "l'apposizione è un nome che si colloca accanto
a un altro nome, per meglio descriverlo e determinarlo" (Serianni 1997:69; si veda anche Marotta
1996). Una definizione di questo tipo non spiegherebbe la "scelta terminologica" concernente le
relative definite appositive, o quantomeno lascerebbe pensare che non è solamente sulla base
della coreferenzialità che si decida poi, di fatto, nella pratica dell'analisi grammaticale, la natura
appositiva di certe strutture.
Gli aggettivi da noi definiti appositivi, vale a dire gli aggettivi posti fra virgole (Marco, fiero e
sicuro, ci presentò presentò il progetto) o quantomeno separati dal loro riferimento semantico da
una virgola (Calmo e silenzioso, il fiume scorreva nella valle), sono completamente assenti come
oggetto di studio nelle grammatiche italiane, di tipo tradizionale e non. Il loro statuto differente
rispetto a "normali" attributi è tuttavia riconosciuto da tutto un filone della grammatica e della
linguistica, in particolare francese, che li ha appunto riconosciuti come forme di apposizione
("adjectifs en apposition", Wagner-Pinc hon 1966: 147-150; "adjectifs apposés", Chevalier et alii
1964; épithètes détachées", Riegel 1994: 191.).
La nostra comunicazione intende proporre una linea interpretativa dei due fenomeni citati, che
tenga distinti i fenomeni di strutturazione sintattico-semantica e logico-sintattica da quelli di
articolazione dell'informazione (Cresti 2000, vol. I). Proporremo, in altre parola la riconducibilità
dei fenomeni di "slegatezza sintattica" a fenomeni di strutturazione macrosintattica (Scarano
1999, cap. IV e in stampa, cap. V), sostenendo che la realizzazione delle strutture in questione
non riguardi la sintassi della reggenza nominale o strutturazione logico-sintattica della frase,
quanto piuttosto il rapporto tra unità informative che strutturano gli enunciati nella lingua orale e
la loro "traduzione" scritta, anch'essa organizzata in blocchi informativi, segnalati, in questi casi,
dalla punteggiatura. Basandoci sui dati provenienti dalla realizzazione delle strutture relative e
aggettivali in questione nella lingua parlata, facendo riferimento ad un corpus di parlato
spontaneo (campionamento del corpus LABLITA; Cresti 2000, vol. II), proporremo
un'interpretazione delle relative appositive in termini di relative d'integrazione, di relative cioè
che non stabiliscono relazioni di tipo strutturale, sintattico e semantico, con il loro antecedente,
ma che lo integrano, occorrendo per lo più in unità informative di tipo secondario dal punto di
vista informativo (Appendici), unità differenti da quelle in cui esso occorre (Scarano, in stampa).
Per quanto concerne gli aggettivi appositivi, verificheremo, confrontando i dati tratti dal corpus
di scritto letterario archiviato presso LABLITA con quelli provenienti dal corpus di parlato, che
essi sono i corrispondenti nella lingua scritta, di unità informative (Topic, Appendici o Incisi)
che compaiono all'interno di enunciati complessi, informativamente articolati, nel parlato. Gli
aggettivi appositivi non svolgono le stesse funzioni logico-semantiche di aggettivi prenominali,
post-nominali (attributi), aggettivi post- verbali (complementi predicativi), perché operano al di
fuori dei domini delle relazioni strutturali, come mostrano anche semplici test sintattici e
semantici (Scarano 1999:201-206).
Cercheremo di mostrare, in definitiva, che la sintassi di unità d'informazione, che è la trama su
cui riteniamo si costruiscano i testi parlati, può essere anche una modalità di organizzazione dei
testi scritti e che riconoscerlo sulla base di dati concreti, può significare un piccolo passo avanti,
un contributo, per la chiarificazione di concetti "ambivalenti" o "recalcitranti" (Neveu 2000: 3)
della grammatica tradizionale, come appunto l'apposizione.
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