Le corna di Baphomet, divenute nell`iconografia cristiana

Le corna di Baphomet, divenute nell’iconografia cristiana inquietante segno di energia negativa, in
realtà sono raggi luminosi, infatti nella prima traduzione in latino della Bibbia ebraica, la Vulgata,
venne probabilmente commesso un errore di traduzione (“keren”, “corna”, al posto di “karan” o
“karnaim”, “raggi”, e anche Mosè, descritto nella Bibbia col volto “raggiante”, venne
successivamente scolpito da Michelangelo, con le corna.
(http://alchimilla.me/2013/10/03/baphomet-demone-oscuro-o-luce-alchemica/)
539 a.C Dopo la presa di Babilonia da parte dei Persiani, Ciro diede ai Giudei il permesso di ritornare nel loro
paese di origine e di ricostruirvi il Tempio di Gerusalemme (515 a.C.); si dice che più di quarantamila
approfittarono del permesso. E’ questo il momento in cui si consolida la rigidità del credo Ebraico. Il
monoteismo assoluto, la consegna del culto nelle mani dei soli sacerdoti, la chiusura del popolo
eletto alle mescolanze con altre etnie, l’inizio della Letteratura Apocalittica al posto di quella
Profetica.
VI sec a.C. L’Orfismo nasce in Grecia, come corrente mistico-religiosa, basata sul mito di Orfeo, musicista e
poeta Tracio. “Il mito narra che la moglie
di Orfeo, Euridice muoia e l’abilissimo
artista incantando creature e dei, riesce
a penetrare negli inferi per riportarla in
vita. Ma mentre esce dal Tartaro,
temendo di non averla più dietro di lui, si
volta, mancando di fiducia negli dei e la
perde per sempre.” Nell'Orfismo si
riscontra per la prima volta un inequivocabile riferimento a un'"anima" (ψυχή psyke), di natura
divina e immortale, contrapposta al corpo (σῶμα sōma).
Così scrive lo storico della filosofia antica Giovanni Reale:
«Nei documenti letterari greci a noi pervenuti compare per la prima volta in Pindaro una concezione
della natura e dei destini dell'uomo pressoché totalmente sconosciuta ai Greci dell'età precedenti ed
espressione di una credenza per molti aspetti rivoluzionaria, la quale, giustamente, è stata
considerata come elemento di un nuovo schema di civiltà. In effetti, si comincia a parlare della
presenza nell'uomo di qualcosa di divino e non mortale, che proviene dagli Dei ed alberga nel corpo
stesso, di natura antitetica a quella del corpo. [...] L’anima.”
Eric R. Dodds[13] ritiene di individuare l’origine della religione Orfica nella colonizzazione greca del
Mar Nero avvenuta intorno al VII secolo a.C.[14] che consentì alla cultura greca di venire a contatto
con le culture sciamaniche proprie dell'Asia centrale, in particolar modo con quella Scita[15]. La
concezione Orfica dell’esistenza è innovativa anche perchè legata al concetto di Metempsicosi e
quindi ad una trasmigrazione di corpi infinita finalizzata ad una Katarsis totale, che permetterà
all’anima di lasciare del tutto il mondo materiale. Molti filosofi Greci, come Pitagora, Platone o
Socrate, sembrano spesso offrire chiari riferimenti alla visione del mondo Orfica, anche quando non
ne parlano esplicitamente. Secondo Platone: "... Difatti alcuni dicono che il corpo è tomba (sema)
dell'anima, quasi che essa vi sia presentemente sepolta: e poiché d'altro canto con esso l'anima
esprime (semainei) tutto ciò che esprime, anche per questo è stato chiamato giustamente 'segno'
(sema > Quindi il corpo segno dell’Anima?). Tuttavia mi sembra che siano stati soprattutto i seguaci
di Orfeo ad aver stabilito questo nome, quasi che l'anima espii le colpe che appunto deve espiare, e
abbia intorno a sé, per essere custodita, questo recinto, immagine di una prigione (desmotèrion).
Taluni dicono che questo carcere dell'anima è, sinché non abbia pagato i suoi debiti, appunto il corpo
(soma), e non c'è niente da cambiare, neanche una sola lettera". (Platone, Cratilo, 400 aC)