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Savona, la Turandot di Puccini in scena al Priamar
Mercoledì 24 giugno 2009
[thumb:12919:l]Savona. Cresce l’attesa per il debutto della Turandot di Giacomo
Puccini, in scena al Priamàr per la stagione dell’Opera Giocosa venerdì 26 e sabato 27
giugno alle ore 21,15. L’opera viene portata per la prima volta sulle scene a Savona grazie
ad una sinergia tra vari teatri italiani, l’allestimento e i costumi sono infatti di proprietà
dell’importante Fondazione Teatro dell’Opera di Roma, per una coproduzione tra il Teatro
Sociale di Rovigo, l’Opera Giocosa di Savona, la Fondazione Teatro Goldoni-Cel di Livorno,
il Teatro Comunale di Vicenza, il Teatro Comunale di Bolzano e il Centro Servizi Culturali
S. Chiara di Trento.
Turandot, con il finale classico di Alfano, sarà diretta da Oliver Von Dohnanyi alla guida
dell’Orchestra Filarmonia Veneta “G. F. Malipiero”, con la regia di Henning Brockhaus,
scene di Ezio Toffolutti. La compagnia di canto vedrà alternarsi nelle recite Lisa Livingston
e Karmen Ribera nel ruolo del titolo; Chiara Angella (apprezzata Aida nella scorsa
stagione) e Rachele Stanisci, si alterneranno nella giovane e trepidante Liù; Calaf sarà
impersonato da Kamen Chanev e Park Sung Kyu (anche per lui un ritorno). Ping, Pong e
Pang saranno Walter Franceschini, Max-Renè Cosotti e Nicola Pamio; il basso Timur, Elia
Todisco; Altoum, Marco De Carolis; il Mandarino, Gianluca Breda; il Coro del Teatro
Sociale di Rovigo sarà diretto da Giorgio Mazzucato. Presente anche la danza, con la
Compagnia Fabula Saltica e le coreografie di Maria Cristina Madau.
In questa realizzazione spicca la fantasiosa e particolare lettura registica di Henning
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Brockhaus, artista di origini tedesche che vanta una lunga e proficua collaborazione con
Giorgio Strehler e che ha ricevuto ben due volte il Premio Abbiati (attribuito dalla critica
musicale italiana). Brockhaus dice di voler compiere, ad inizio opera, consapevolmente, un
“errore drammaturgico”, questo per introdurre la dimensione della favola (propria di
Turandot) ma soprattutto una dedica a Puccini, alla sua vita ed alla sua ultima fatica. Si
radunano delle persone in piazza, all’arrivo di un circo e “la gente – continua il regista – è
invitata a far parte della storia che stanno per mettere in scena. Davanti ai nostri occhi
tutta questa sagra paesana si trasforma, rapidamente, in una festa cinese. Questo è molto
biografico, perché Puccini amava stare con i suoi amici e scherzare, parlava soltanto con
loro delle sue opere e delle sue donne” .
La lettura di Brockhaus intende intrecciare all’interno dell’opera un noto fatto di cronaca
occorso al compositore toscano: la storia di Doria Manfredi, cameriera di casa Puccini, che
si tolse la vita a soli 23 anni perché accusata da Elvira, moglie del compositore, di essere
l’amante del grande Maestro. Doria diventa Liù, l’innamorata di Calaf che si sacrifica per
lui; orgoglio, amore, gelosia e passione divengono quindi i veri centri di gravità di una
regia che rinuncia al, tradizionale, colossal esotico per prendere invece la via del dramma
intimista e ricco di sentimento. Il regista potrebbe cogliere nel vero quando pensa che
Puccini si sia ispirato a Doria, ai ” pasticci emotivi che questa storia ha creato nel cuore e
nella mente di Puccini: lui si è identificato con il dolore di questa ragazza, ha sofferto
davvero per questa donna, che neppure aveva posseduto fisicamente.” E con la morte di
Liù si conclude anche la musica scritta dal Maestro.
Ma Turandot sarà anche a fumetti: gli appassionati, grandi e piccini, potranno acquistare
(a 7,00 euro) un volumetto illustrato da Michele Cavosi ed edito da Scripta Manent per
OperaComix. Il progetto fa parte di un percorso innovativo per conoscere in modo veloce,
divertente ed assolutamente fedele il mondo dell’opera.
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