Q. vol8 Notti Dipartimento di Scienze dell'Educazione [HOME|Inf. Generali|A.Didattiche|Pubblicazioni|Personale|Dottorato|Laboratori|Biblioteca|Link ] QUADERNI DEL DIPARTIMENTO ANNO VII (1999/2000) - pp. 149-168 Achille M. Notti Anna D’Alessio Rosanna Tammaro Prove strutturate di conoscenza linguistica nella scuola media http://www.disced.unisa.it/q__vol8_notti.htm (1 of 6)08/09/2006 1.20.22 Q. vol8 Notti Qualsiasi prova che si pone l’obiettivo di verificare la capacità linguistica di un candidato, può, almeno in parte, essere costruita come prova strutturata. Questo vale sia per le prove di verifica che riguardano una seconda lingua, ma anche per quelle che attengono alla lingua madre. Sebbene, come abbiamo già detto, questi tipi di problematiche possono riguardare, in generale, tutto l’apprendimento linguistico, in questo nostro contributo ci limiteremo ad affrontare alcuni aspetti relativi alla costruzione di prove di lingua straniera, in particolare delle prove scritte di lingua inglese. Quando si parla di “prova di lingua” la maggior parte delle persone probabilmente immagina studenti immersi in una prova scritta di lingua straniera. Tale interpretazione del termine è possibile perché la maggior parte dei docenti e dei discenti ha avuto una simile esperienza. Per costoro un test di lingua è uno strumento attraverso il quale si cerca di accertare quanto si è appreso in un corso di lingua straniera o in parte di esso. Le prove scritte di lingua straniera, in ogni caso sono solo una delle molteplici forme di test di lingua usate in ambito scolastico. I problemi inerenti le verifiche di lingua, rappresentano un ampio sottoinsieme di quelli che sono i problemi della verifica educativa. La verifica delle capacità linguistiche è fondamentale per l’indagine delle reali condizioni di base e per la misurazione del profitto scolastico. Tutte le volte che si vogliono ottenere “misure” in ambito educativo, sia che si tratti di accertamento attitudinale o di verifiche scolastiche, non si può prescindere dalla somministrazione di test di lingua. John Carroll distingue due maggiori categorie di test: “Discrete Point Test” e “Integrative Test” su tale distinzione si è sviluppato un dibattito che riteniamo importante richiamare. Sebbene i due tipi di test non sempre differiscono per i loro fini pratici, contrastano notevolmente per il sostrato teorico, gli effetti e la loro relativa validità. Tradizionalmente un “Discrete Point Test” cerca di concentrare l’attenzione su un solo aspetto grammaticale. Ciascun item del test è indirizzato ad un unico elemento di una particolare componente grammaticale, quale fonologia, sintassi o lessico. Inoltre, un “Discrete Point Test” implica l’accertamento di una sola abilità, o ascolto o produzione orale o lettura o produzione scritta, e di un solo aspetto di un’abilità, produttiva contrapposta a ricettiva, verbale contrapposta a visiva. All’interno di ciascuna abilità, aspetto e componente, questo tipo di item per lo più focalizza l’attenzione precisamente su uno ed un sol fonema, morfema, item lessicale, regola grammaticale o qualsiasi altro elemento che si rivela essere appropriato. I “Discrete Point Test” cercano di raggiungere diversi obiettivi, tra questi, quello principale è la diagnosi delle difficoltà e delle debolezze del discente. Se l’insegnante o colui che corregge il test è capace di notare dai risultati di esso esattamente le capacità e le difficoltà del discente, sarà capace di trovare le giuste soluzioni ai problemi, evitando di sprecare tempo insegnando all’allievo ciò che egli già sa. Un secondo obiettivo, implicito nel primo, è la prescrizione di rimedi del processo insegnamento apprendimento alle debolezze rilevate con la somministrazione del “Discrete Point Test”. Un terzo obiettivo è sviluppare specifiche strategie di insegnamento per aiutare gli allievi a superare particolari difficoltà. Potrebbe essere preparato materiale specifico che tratti precisamente le difficoltà incontrate dai discenti nelle aree delle abilità che richiedono maggiore cura. Potrebbero essere approntate lezioni di pronuncia basate su specifici contrasti fonologici; esercizi di lessico basati sull’espansione dei repertori ricettivi o produttivi; esercizi di sintassi mirati ad insegnare strutture valide per l’ascolto, altre per la lettura, altre per la produzione scritta e così via fino a che tutti i componenti e le abilità siano esaurite. Questi tre obiettivi, vale a dire diagnosticare le debolezze e le capacità del soggetto, prevedere curricula mirati a particolari abilità e utilizzare strategie adatte al superamento dei problemi riscontrati, sono i più apprezzabili della procedura “Discrete Point”. Bisogna, comunque, notare che i risultati empirici del “Discrete Point Test” non sono migliori delle basi teoriche su cui si basa l’insegnamento Discrete Point. La questione è se i discenti che sono esposti a tale metodo riescano ad acquisire competenze linguistiche reali. La premessa di tale teoria si basa sul presupposto che la lingua può essere acquisita in piccole unità e rimessa insieme nel curriculum. A noi sembra che qualsiasi lingua è certamente più della somma delle sue parti analizzate singolarmente. Le principali proprietà della lingua vengono meno quando è suddivisa in contrasti fonemici, parole, strutture e simili ed è per questo che riteniamo questo tipo di prova del tutto http://www.disced.unisa.it/q__vol8_notti.htm (2 of 6)08/09/2006 1.20.22 Q. vol8 Notti insufficiente a cogliere le competenze linguistiche acquisite. L’ “Integrative Test” capovolge completamente l’approccio teorico al problema; infatti se gli item del Discrete Point Test separano le abilità linguistiche, quelli dell’ “Integrative” le rimettono insieme. Laddove il Discrete Point Test” cerca di verificare la conoscenza linguistica per piccole unità, quest’ultimo cerca di accertare la capacità linguistica attraverso l’uso contemporaneo di molti elementi, aspetti e abilità. “Discrete Point Test” e “Integrative Test” rappresentano due opposte risposte nella ricerca di procedure di verifica che rispondano al meglio all’esigenza di una valutazione puntuale dell’apprendimento linguistico. Non vi è dubbio che c’è l’esigenza di mettere in campo le procedure di verifica che inducano il soggetto ad elaborare sequenze di elementi in un linguaggio che si conforma ai normali vincoli contestuali di quella lingua e che richiede allo stesso di mettere in relazione sequenze di elementi linguistici, attraverso applicazioni pragmatiche, al contesto extralinguistico. I test pragmatici, che costituiscono una categoria speciale di “Integrative Test”, sono gli unici a verificare le abilità linguistiche, se ci si propone di sapere come il soggetto esaminato riesce ad usare gli elementi della lingua in contesti comunicativi reali. Gli “Integrative Test”, in questo senso, sono spesso pragmatici, e i test pragmatici sono sempre integrativi, in quanto non c’è nessuna situazione in cui al soggetto potrebbe essere chiesto di ascoltare e distinguere fra coppie isolate di contrasti fonologici. I “Pragmatic Test” devono quindi presentare due criteri: - richiedere al soggetto di utilizzare normali vincoli contestuali su sequenze nella lingua; - richiedere comprensione e possibilmente anche produzione di sequenze significative di elementi nella lingua in relazione a contesti extralinguistici. Il tradizionale dettato è un interessante esempio di “Pragmatic Test”. Se le sequenze di parole o le frasi dettate sono selezionate da prosa, dialogo o qualsiasi altra forma naturale di discorso e se il materiale è presentato oralmente in sequenze abbastanza lunghe da sfidare la memoria a breve termine, un semplice dettato risponde ai criteri dei “Pragmatic Test”. Un tale compito richiede: 1. un processo di sequenze vincolate temporaneamente; 2. il compito di dividere il discorso e scrivere ciò che si ascolta, cosa che richiede la comprensione del significato del materiale, vale a dire mettere in relazione il contesto linguistico (ciò che è dettato) con quello extralinguistico (ciò che deve essere dedotto). Sebbene il controllo dei risultati del dettato attraverso procedure statistiche appropriate mostra che tale tecnica è da considerarsi attendibile e altamente valida, non sempre è stata apprezzata dagli esperti del settore. L’obiezione più frequente al dettato come test di verifica delle capacità linguistiche sottolinea il fatto che esso valuterebbe molto poco la lingua, non valutando l’ordine delle parole, visto che queste vengono dettate in ordine, non valutandone il lessico visto che le parole vengono già date e difficilmente valutando la percezione orale della pronuncia, dal momento che le parole, in molti casi, possono essere desunte dal contesto. Nonostante molte ricerche debbono essere ancora fatte per capire meglio i vantaggi che possono derivare dal dettato, è chiaro che i processi mentali coinvolti nel sostenere tale test, sono senza alcun dubbio attivi e creativi. Un altro esempio di test pragmatico è il “completamento”. La modalità più nota di questa tecnica è quella di un brano di prosa dal quale si omettono un certo numero di parole. Generalmente le parole soppresse sono rimpiazzate da uno spazio vuoto di lunghezza standard. Il compito richiesto è di riempire gli spazi rimettendo le parole mancanti. Altre variazioni di tale procedura comportano la soppressione di specifici item lessicali, parti del discorso o particolari tipi di elementi grammaticali. Le procedure di verifica pragmatica sono potenzialmente infinite, oltre il dettato e il “completamento” altri esempi sono: combinazioni di dettato e completamento, completamento orale, dettato con interferenze rumorose, questionari, colloquio orale, saggio, racconto e traduzione. Combinazione di dettato e completamento. Il soggetto deve riempire degli spazi vuoti di un brano, leggendo e contemporaneamente ascoltando lo stesso materiale senza parole mancanti. Molte sono le variazioni possibili in questa procedura, possono infatti essere eliminate senza singole parole, o parti di parole, sequenze di parole o anche intere frasi o segmenti più lunghi. http://www.disced.unisa.it/q__vol8_notti.htm (3 of 6)08/09/2006 1.20.22 Q. vol8 Notti Completamento orale. Invece di presentare un brano con spazi vuoti in forma scritta, è possibile usare del materiale registrato, accuratamente preparato con numeri letti o pause e corrispondenza dello spazio vuoto. Oppure è possibile leggere semplicemente il brano fino allo spazio da riempire, dare al soggetto l’opportunità di indovinare la parola mancante, registrare la risposta e a quel punto o dirgli la risposta corretta o semplicemente procedere senza alcun feed back. Dettato con interferenze di rumori. Diverse variazioni di questa procedura sono state utilizzate, la più nota è la versione di Spolsky-Gradman. La procedura prevede rumori sovrapposti al materiale registrato che deve poi essere dettato. Se il contesto linguistico sotto il rumore è pieno di significato e soggetto a normali vincoli extralinguistici, questa procedura può essere definita pragmatica. È chiaro, in ogni caso, che il rumore ricalca situazioni simili a quelle vissute quotidianamente, laddove la lingua è usata in condizioni acustiche non ideali, ad esempio cercare di conversare con qualcuno quando la televisione e il condizionatore producono un rumore molto forte, cercare di parlare o ascoltare qualcuno nella hall affollata di un albergo e così via. Questionari. Viene richiesto di scegliere la risposta giusta da una serie di alternative scritte, ad una domanda posta oralmente. Colloquio orale. Oltre a formulare domande specifiche su situazioni reali o fittizie, i test orali possono assumere una varietà di altre forme. In effetti, qualsiasi opportunità venga data al soggetto di parlare in un contesto educativo, può essere considerata una sorta di test orale di lingua. Il punteggio attribuibile a tale tipo di test può essere solo l’impressione soggettiva dell’insegnante o di colui che valuta. Composizione o saggio. I compiti scritti vanno dal caso estremo di permettere al soggetto di scegliere l’argomento e di svilupparlo come crede, ad un compito strutturato, vale a dire riempire degli spazi vuoti in un brano prescelto, preparato dall’insegnante o dall’esaminatore. Il compito può anche richiedere risposte con finale aperto, in questo caso parliamo di prova semistrutturata. Racconto. Una delle tecniche usate talvolta con successo per suscitare esempi di discorso relativamente spontaneo è chiedere al soggetto di parlare di un’esperienza terrificante o un incidente di cui è stato protagonista. Con ragazzi molto giovani è stata usata la ripetizione di storia, che è una versione speciale della narrazione. La cosa importante è comunque, che tali attività sembrino naturali al ragazzo, allo scopo di ottenere una prova realistica da parte del soggetto esaminato. Ad esempio, è importante che la persona alla quale il ragazzo deve ripetere la storia non sia la stessa che l’abbia raccontata. Dovrebbe piuttosto farlo qualcuno che non ha ascoltato la storia prima o almeno non la versione del ragazzo. Traduzione. Sebbene la traduzione, come altri test pragmatici non sia stata considerata valida dagli esperti, di recente, rimane, almeno in alcune delle sue variazioni una procedura valida. Se usate in modo che accosti la sua normale applicazione a contesti di vita reale, può fornire valide informazioni sulla conoscenza linguistica. Le prove oggettive per la loro obiettività ed attendibilità, rappresentano un indispensabile strumento di verifica. Esse possono essere di tipo “Discrete Point” o “Integrative Point” e alcuni di esse possono presentare i criteri tipici dei test pragmatici. La preparazione di specifici test dipende da due cose: la natura delle decisioni richieste dagli item e la natura delle alternative offerte al soggetto esaminato su ciascun item. Riguardo la tipologia di questo tipo di prove si può dire che sono di tipo “Discrete”, quando ci sono item mirati a contrasti fonologici, lessicali, grammaticali. La tecnica più usata è la “minimal pair” o variazione di essa. Si leggono coppie di parole con minimi contrasti di suono mentre gli studenti scrivono “stesso” o “differente” accanto a ciascuna coppia numerata. Una versione molto simile alla precedente consiste nel leggere parole con identico accento e intonazione e chiedere al soggetto quali parole sono le stesse, questa tipologia rientra nelle prove Vero/Falso. Sono integrative quando si richiede di selezionare risposte a domande basate su un brano. Tali domande possono focalizzarsi su alcuni dettagli di informazioni date nel testo: il significato di una parola in particolare, di una frase, e così via. È questo il caso di lettura e comprensione. Oppure ascolto e comprensione quando si richiede di ascoltare un brano e selezionare risposte basate sul brano ascoltato. Rientrano in questo campo anche le prove di completamento su di un brano (rimpiazzare le parole eliminate da un brano con una serie di alternative fra cui operare una scelta). La stessa attività è possibile in una http://www.disced.unisa.it/q__vol8_notti.htm (4 of 6)08/09/2006 1.20.22 Q. vol8 Notti struttura orale, vale a dire, ascoltare il brano, magari più volte per renderlo più semplice poi scegliere fra le alternative date per inserire l’informazione mancante. Per quanto riguarda i test a scelta multipla, non solo è possibile trovare molte varietà di questo tipo di test di chiara natura integrativa, ma è abbastanza possibile convertire qualsiasi tecnica pragmatica in test a scelta multipla. C’è solo un piccolo numero di regole che bisogna rispettare per preparare dei buoni item. Il primo problema è decidere quale tipo di item scrivere. Il secondo problema è scrivere item con distrattori idonei. Test preparati in maniera professionale sono basati su istruzioni specifiche riguardanti la struttura degli item in ciascuna sezione. In ogni caso tutti i normali criteri per valutare la validità del contenuto del test dovrebbero essere applicati sin dalle prime fasi di preparazione. La prima regola dovrebbe essere chiedere se il materiale da includere negli item del test è in qualche modo correlato all’abilità, al costrutto, o al curriculum che il test è supposto misurare e accertare. È doveroso ricordare a questo proposito che molti degli item inclusi i test a scelta multipla preparati da insegnanti non sempre rispettano questa prima regola. Se un test fallisce in questa prima fase di preparazione, indipendentemente dal quanto elegantemente siano stati creati gli item, non può essere considerato valido. La seconda regola è quella di scrivere i miglior item possibili selezionando materiali appropriati, prepararli o registrarli in modo che siano quanto più adeguati al contenuto del test. In breve ciascun item deve essere valutato per contenuto, chiarezza ed equilibrio fra le alternative che offre come scelta; ciascun set di alternative dovrebbe, a sua volta, essere valutato per chiarezza, equilibrio, indicazioni non essenziali e precisione delle scelte corrette. Fra le più comuni difficoltà nello scrivere item troviamo: selezionare contenuti inadeguati; incapacità di includere alternative corrette; includere più di un’alternativa plausibile; chiedere al soggetto di indovinare fatti non citati o impliciti; lasciare indicazioni non intenzionalmente riguardanti la scelta corretta fra le alternative date; rendere la risposta esatta più lunga o più breve; includere l’opposto della risposta esatta fra le alternative; fare riferimenti continui ad informazioni sulle risposte esatte in altre alternative; usare alternative ridicole. È chiaro che la preparazione di test a scelta multipla non è delle più semplici, perciò è necessario considerare le fasi indispensabili da seguire per la sua realizzazione: 1. avere chiara consapevolezza di ciò che deve essere verificato; 2. selezionare contenuti appropriati e progettare una adeguata struttura degli item; 3. scrivere gli item; 4. avere una persona qualificata che legga e giudichi gli item per difficoltà editoriali, quali ambiguità, mancata chiarezza, etc.; 5. verificare gli item su un campione di soggetti diversi dal gruppo prescelto; 6. analizzare le risposte del pre-test; 7. modificare o riscrivere item troppo semplici o troppo difficili o con basso potere descriminante, modificare o riscrivere alternative non funzionali; 8. verificare la validità del prodotto finito; http://www.disced.unisa.it/q__vol8_notti.htm (5 of 6)08/09/2006 1.20.22 Q. vol8 Notti L’Item Analysis è un importante e necessaria fase nella preparazione di un buon test ed è per questo utile sapere in cosa consiste e cosa significa. L’Item Analysis solitamente comprende l’esame dell’indice di Difficoltà, Discriminatività e Distrattività. L’indice di Difficoltà è rappresentato dal numero di studenti che risponde in modo scorretto ad un item, diviso per il totale degli studenti sottoposti al test. Esso ci indica quanto difficile sia un item dal punto di vista degli studenti o dei soggetti che hanno sostenuto il test del quale esso fa parte. L’indice di Discriminatività è il numero degli studenti in cima alla distribuzione (basata sul punteggio totale) meno gli studenti in fondo alla distribuzione, che hanno risposto correttamente, tutto diviso per il numero degli studenti sottoposti al test. L’indice di Discriminatività è la valutazione della correlazione tra i punteggi di un item considerato come test in miniatura e i punteggi di un test intero. L’indice di Distrattività indica la capacità dei distrattori di far deviare dalla risposta esatta. Esso vuole chiaramente valutare la solidità delle conoscenze possedute dagli allievi. Qui di seguito riportiamo delle prove che a nostro avviso possono rappresentare un utile esempio di test pragmatici composti con prove oggettive. Alcuni item di queste verifiche sono anche “Discrete point” in quanto all’interno di una verifica riteniamo possa essere di una qualche utilità rilevare competenze particolari siano esse grammaticali, sintattiche o lessicali. Riteniamo, invece poco produttivo costruire una prova complessiva del tipo da noi proposto, composto solamente da test “discrete point”. Le prove proposte sono state costruite come prove di ingresso scritte di lingua inglese, rispettivamente per la prima, seconda e terza media; si tratta, pur se si presentano con una loro coerenza e completezza, di esempi che offriamo alla riflessione ed alla sperimentazione in classe di quanti sono interessati a questi problemi. [HOME|Inf. Generali|A.Didattiche|Pubblicazioni|Personale|Dottorato|Laboratori|Biblioteca|Link ] modificato: 07/09/2006 http://www.disced.unisa.it/q__vol8_notti.htm (6 of 6)08/09/2006 1.20.22