Autostereoscopy as a
Representation Criteria for
Distributed Simulation
Conferenza DSIMday
11 Marzo 2011
Università di Tor Vergata
Giovanni Saggio, Valerio Selis, Carlo Alberto Pinto, Remy
Verbanez, Franco Giannini
1
I sei Criteri DSim
Un completo Dsim deve soddisfare i sei criteri di simulazione:
y
y
y
y
y
y
Le esigenze degli utenti.
La rappresentazione.
La disponibilità dei dati e la loro affidabilità.
La tecnologia.
Un solido approccio.
Costi / benefici.
2
La rappresentazione
y
La nostra scelta ricade principalmente sul secondo
criterio: la rappresentazione.
y
È un aspetto fondamentale in quanto
comportamento dinamico di un sistema.
y
La terza dimensione fornisce alla rappresentazione, caratteristiche
come: facilità di utilizzo e di interazione con lo spazio simulato,
maggiore realismo e quindi maggiore somiglianza con il mondo
reale.
aiuta
a capire il
3
Tipi di rapprentazioni in 3D
y
Esistono due approcci per la rappresentazione
stereoscopico e autostereoscopico
in
3D:
y
La caratteristica predominante dell’approccio stereoscopico è la
necessità da parte dell’utente di indossare un paio di occhiali (attivi o
passivi).
Svantaggi: sfarfallio delle immagini, poca luminosità, cross-talk fino al
10%, necessità di indossare occhiali stereoscopici.
y
Si migliora con l’autostereoscopia.
4
Tecniche autostereoscopiche
y
Autostereoscopia a rete lenticolare
y
Autostereoscopia a barriera di parallasse
y
Autostereoscopia a illuminazione
y
Autostereoscopia a schermo olografico
5
Autostereoscopia a rete lenticolare
y
y
y
y
y
y
Il nostro progetto si basa sulla tecnica autostereoscopica con sistema
a rete lenticolare.
Si basa sulla ripresa di un modello grafico, virtuale o reale, attraverso
8 punti di vista.
Sulle riprese viene effettuato il mixing.
Dalle immagini 3D viene creato un video.
L’ampiezza dell’ angolo visivo è determinata dalla quantità di punti di
ripresa.
Maggiori punti di vista comportano un più libero posizionamento
degli spettatori.
6
Caratteristiche del monitor (1)
y
y
y
È basato su standard Full HD LCD.
Ogni pixel sul pannello combina 3 celle colorate (rosso,
verde e blu).
Il display Full HD ha un minimo di 2 milioni di pixel a
matrice.
7
Caratteristiche del monitor (2)
y
y
y
Una matrice di piccole lenti cilindriche è posizionata sul pannello.
La rete permette di indirizzare a ciascun occhio un’immagine
differente.
Ogni lente cilindrica copre accuratamente 8 celle.
8
Caratteristiche del monitor (3)
y
y
Ciascun sub-pixel viene utilizzato per un diverso punto di
vista.
Ogni lente sovrappone 8 diversi punti di vista, per questo
viene detto multiscopico.
9
Caratteristiche del monitor (4)
y
y
Il monitor è basato su uno streaming di dati di 9GB per minuto che
consente, ad un osservatore posto ad almeno 3.5 / 4 metri di
distanza dallo schermo, di visualizzare delle immagini in 3D.
Al momento esistono tre tipi di monitor:
3DHD-24’’
risoluzione 1920 x 1080 (16:9) o 1920 x 1200 (16:10).
Distanza min-max per effetto 3D 3.50-6 metri.
Angolo di visuale per effetto 3D 100°.
3DHD-42’’
risoluzione 1920 x 1080 (16:9).
Distanza min-max per effetto 3D 3.5-9 metri.
Angolo di visuale per effetto 3D 100°.
3DHD-47’’
stesse caratteristiche del 42 ’.
10
Due approcci
y Virtuale
y Reale
11
Approccio virtuale : entità (1)
y
y
La scena virtuale viene gestita interamente in 3dStudioMax 2010.
Cosa impossibile per un approccio reale.
La scena virtuale deve essere popolata dalle seguenti entità:
1- Piano di collimazione (PIANO ZERO).
2- BLOCCO MULTI-CAMERA.
3- Scatole di sicurezza (rossa e verde). La scatola verde è la porzione
della scena in cui si ha una resa autostereoscopica soddisfacente. La
scatola rossa rappresenta una zona secondaria in cui l’effetto
autostereoscopico risulta accettabile.
12
Approccio virtuale : entità (2)
PIANO ZERO
13
Approccio virtuale : parametri iniziali (1)
Per un effetto autostereoscopico ottimale esistono dei parametri
fondamentali. Questi parametri regolano il corretto equilibrio della
scena:
1 - OriginCameraSeparation : distanza tra due camere adiacenti.
6,5 cm per impostazione iniziale
2 - OriginFOV : ampiezza dell’angolo visivo delle camere.
14,25 gradi per impostazione iniziale
3 - OriginImageZ : distanza tra il blocco multi-camera e il piano zero.
4 m per impostazione iniziale.
y
14
Approccio virtuale : parametri iniziali (2)
Asse Y
4m
4m
4m
4m
4m
4m
4m
6
6.5 cm
6.5 cm
6.5 cm
6.5 cm
6.5 cm
4m
8
6.5 cm
6.5 cm
Asse X
15
Approccio virtuale : parametri iniziali (3)
y
y
y
y
Risulta necessario modificare i parametri iniziali in base alle esigenze
e all’evoluzione della scena per garantire sempre un effetto 3D
autostereoscopico.
È stato definito il parametro: DepthScale.
DepthScale può essere modificato da un minimo di 0,0 ad un
massimo di 1,0.
In base alla sua modifica, in automatico andranno ad essere modificati
anche gli altri parametri.
16
Funzionalità di DepthScale (Demo 1)
17
Funzionalità di DepthScale (Demo 2)
18
Modifica dei parametri
y
Formule per il calcolo dei parametri:
NewFOV = 2 * invTan(tan[OriginFOV/2]/DepthScale)
NewImageZ = OriginImageZ* DepthScale;
NewCameraSeparation = OriginCameraSeparation*DepthScale
19
Mixing delle immagini (1)
y
Una volta effettuato il rendering delle 8 camere, le singole immagini
create non hanno ancora caratteristiche tali da rendere un effetto
autostereoscopico sul display multiscopico.
y
A tale proposito è necessario mixare queste immagini.
y
Tutto questo viene reso possibile dal software: “Mix8”.
y
Questo software ha la caratteristica di creare una singola immagine
3D a partire da 8 immagini 2D.
20
Mixing delle immagini (2)
y
Ognuna di queste sotto-cartelle contiene la sequenza di immagini che
definiscono l’evoluzione della scena, vista da una camera ben precisa.
y
Il software Mix8 si avvale di specifiche OPENGL, per rendere la
tecnica del mixing, affidabile e soddisfacente dal punto di vista delle
prestazioni finali.
Le specifiche OPENGL, in questo contesto, svolgono un lavoro
determinante.
y
21
Mixing delle immagini (3)
Cam 001
Cam 005
Cam 002
Cam 006
Cam 003
Cam 007
Cam 004
Cam 008
22
Mixing delle immagini (4)
23
Approccio reale (1)
La tecnica autostereoscopica a rete lenticolare permette di lavorare
non solo in ambienti virtuali, ma anche nel mondo reale. Tuttavia
esistono delle differenze rispetto al primo approccio (virtuale):
1 - Le camere devono essere reali (web-cam oppure videocamere).
2 - Risulta indispensabile, avere a disposizione dopo le riprese, 8 video
indipendenti, contenenti esattamente la stessa scena.
3 - Le riprese possono partire anche in maniera sequenziale, non
parallela, basta sapere qual è il punto di partenza (CIAK),
4 - L’impostazione dei parametri, la loro evoluzione e modifica durante
l’evoluzione della scena reale, deve essere gestita in prima persona.
y
24
Approccio reale (2)
SCENA
INPUT DA
SENSORI
SENSORI PER RILEVARE LA NUOVA DISTANZA TRA LA SCENA E IL BLOCCO MULTI‐
CAMERA. BLOCCO MULTI-CAMERA
AUTOMATIZZATO
LA
DISTANZA
E’
CAMBIATA?
SI
SOFTWARE PER
GESTIONE CAMERE
E POSSIBILE
EVOLUZIONE
DELLA SCENA
NO
ELABORAZIONE INPUT
DA SENSORI E
RICALCOLO DEI
PARAMETRI
COMUNICAZIONE AL
BLOCCO
MULTI-CAMERA
DEI NUOVI
PARAMETRI
25
Vantaggi
1 - Comodità dell’utente.
2 - Realismo.
3 - Possibilità di lavorare in ambienti virtuali e reali.
4 - Costi ragionevoli.
5 - Quantità di dati da elaborare gestibile, se con gli opportuni mezzi
tecnologici.
6 - Il display auto-stereoscopico è la prima, attualmente unica,
tecnologia stereoscopica a fornire la visione multi angolo e a non
richiedere l'uso di occhiali speciali.
26
Svantaggi
1 - La gestione errata della scena: distanza tra le camere adiacenti,
distanza tra il blocco multi-camera e il piano zero, ampiezza
dell’angolo visivo delle camere, il posizionamento dei personaggi nella
scena , comporta effetti di ghosting nella successiva riproduzione
2 - Una visione troppo vicina o troppo lontana comporta un effetto
visivo errato.
3 - Alti tempi di lavorazione e produzione.
27
Punti analizzati (1)
y
y
y
y
y
I 6 criteri Dsim.
Due tecniche di rappresentazione 3D: stereoscopia e
autostereoscopia.
Tecnica analizzata: autostereoscopia a rete lenticolare.
Caratteristiche del monitor multiscopico.
Approccio virtuale
3dStudioMax.
Creazione e gestione della scena mediante entità e parametri iniziali.
Importanza del parametro DepthScale (con 2 Demo).
Formule per la corretta modifica dei parametri.
28
Punti analizzati (2)
Tecnica del mixing e OPENGL.
Esempio immagini 2D ed immagine 3D
y
Approccio reale
Differenze rispetto all’approccio virtuale
Aspetti fondamentali dell’approccio
Diagramma a blocchi illustrativo sulla nostra idea
y
Vantaggi e Svantaggi dei due approcci
29
Conclusioni
L’approccio proposto alla tecnica 3D è tra i più
interessanti nell’ambito delle simulazioni 3D, per
facilità di utilizzo, grado di realismo offerto,
comodità dell’utente.
y Sono state riprodotte immagini e video
dimostrativi.
y
30
Grazie dell’attenzione
Contatti
www.hiteg.uniroma2.it
[email protected]
06 7259 7260
31