PROGRAMMA DI STORIA DELL’ARTE LICEO CLASSICO IL NEOCLASSICISMO Nella seconda metà del '700 la cultura europea è caratterizzata dalla formazione del movimento neoclassico i cui teorici furono J.J Winckelmann, A.R. Mengs e G.E.Lessing. Il neoclassicismo corrisponde al delinearsi del razionalismo illuminista, vuole la ricerca della chiarezza formale, dell'oggettività e della classicità. Nuovi impulsi vengono dagli scavi archeologici italiani (Pompei, Ercolano, Villa Adriana.). Contemporaneamente si sviluppa il collezionismo antiquario che portò poi alla formazione di grandi gallerie e alla loro catalogazione sistematica. Il programma di Winckelmann voleva il recupero del bello ideale tramite l'imitazione delle espressioni più belle della natura. In questo senso il neoclassicismo si pone in contrapposizione con il Rococò e con la sua fantasia e irrazionalità, considerata di cattivo gusto. In tutti i campi dell'arte gli oggetti e le architetture furono depurati da ogni ridondanza decorativa. CANOVA Scultore di origine veneta, Antonio Canova (1757-1822) è l’artista più rappresentativo del neoclassicismo italiano. Dopo la formazione presso botteghe veneziane di scalpellini, presso le quali studiò l'arte classica sui calchi, egli si recò a Roma dove frequentò l'Accademia di Francia, entrando in contatto con i principali esponenti neoclassici. Durante il soggiorno romano ricevette numerosissime commissioni ufficiali. Egli inventò una nuova tipologia di monumento funebre: schema piramidale molto semplificato con figure equilibrate e composte. Canova lavorò pure per Napoleone e per Paolina Borghese, che ritrasse nella celebre statua come Venere vincitrice (Galleria Borghese). Dopo la caduta dell'impero napoleonico si adoperò anche per la restituzione delle opere d'arte italiane trafugate dai francesi durante la campagna di Italia. Fu poi curatore delle collezioni vaticane. La sua interpretazione del gusto neoclassico è raffinata ed elegante, il mondo classico è riprodotto con senso di nostalgia per la capacità di rappresentare la bellezza. Egli è l'ultimo esponente della cultura figurativa italiana. che dall'800 in poi si spostò verso Francia e Germania. Tra le sue opere più famose ricordiamo Amore e Psiche, il Gruppo delle 3 grazie, vari monumenti funebri tra cui quello a Clemente XIII. Quello a Clemente XIV e quello a Maria Cristina d'Austria. DAVID Artista di origine parigina, Jacques-Luis David (1748-1825) si educò in Francia e nel 1775 venne a Roma, fermandosi a Bologna per studiare il classicismo dei Carracci. La sua produzione giovanile rimane ancora legata al classicismo tardo- seicentesco e settecentesco. Dopo il rientro a Parigi, David maturò invece uno stile personalissimo che non ha niente dell’accademismo retorico ancora avvertibile in Mengs. La novità della sua pittura sta nel fatto che per l’artista l’arte classica non è un ideale puramente formale o estetico ma un modello di integrità morale. Tra le opere più famose il Giuramento degli Orzai, la cui composizione è disadorna, i gesti appaiono fermi e solenni, e il Morte di Marat, che presenta un altro soggetto storico, spiegabile con la sua partecipazione attiva alla Rivoluzione francese. ROMANTICISMO Il Romanticismo è un movimento culturale che si sviluppa nella seconda metà del 700 in opposizione al neoclassicismo e all'illuminismo. Esso sostiene la superiorità del sentimento e dell’individualità umana, rifiutando i modelli classici. Il romanticismo sostiene anche l'autonomia e la libertà del genio rispetto ad ogni regola prestabilita. I temi iconografici non sono più tratti dalla mitologia ma dal Medioevo, perché è a questo periodo che risalgono le vere radici della civiltà occidentale. Questa convinzione spiega il fatto che il movimento si sviluppò in Germania, Francia e Inghilterra molto prima che in Italia, che rimase comunque sempre strettamente legata al suo passato classico. DELACROIX De Lacroix (1795-18) fu allievo anche di Guerina ed ebbe la possibilità di conoscere Gèricault. Fu grande amico di C. Baudelaire. Molte delle sue opere sono conservate al Louvre. L'artista si staccò molto presto dalla poetica neoclassica e divenne uno dei migliori pittori romantici francesi. Del romanticismo la sua arte evoca la malinconia, il desiderio di cambiamento, l’avversione per l’accademismo, il riferimento ai fatti storici medioevali, l’esotismo e l’impetuosità creativa. Il soggiorno in Marocco nel 1832 se da un lato appagava il suo esotismo romantico dall’altro gli faceva scoprire la luminosità dei cieli nord africani e colori accesi. Dapprima faceva uso di colori terrosi e di pigmenti scuri per modellare le figure, poi De Lacroix divenne invece colorista. Nella sua pratica pittorica ci sono tutte le linee di ricerca che appariranno nell'impressionismo. Non per nulla i grandi pittori impressionisti proveranno un grande amore per lui e ne copieranno le opere. Tra le più famose: -La barca di Dante: propone un soggetto tratto dall’ottavo canto dell'inferno dantesco, ove si narra del passaggio dello Stile alla palude infernale nel cui fango sono incunearsi gli iracondi che si mordono a vicenda. L’artista ha messo tutti i personaggi in un ambiente tenebroso da cui dal fondo emergono fuoco e nuvole di fumo. Ogni corpo ha dei bagliori di luce che lo modellano; - La libertà che guida il Popolo: l'opera fu esposta al Salon nel 1830 per ricordare ai parigini di combattere per la libertà, in seguito alle giornate gloriose dei ribelli parigini di quell'anno. GERICAULT Jean-Louis-Theodore Géricault (1791 - 1824) fu un pittore romantico francese. Non ha lasciato che quattro o cinque opere "finite", che sembrano la condensazione di tutta una ricerca, espressa in note e studi. Come tutti gli artisti del secolo credeva al "capolavoro" di carattere "eroico" per il quale si accumulano cartelle di note e verso il quale si procede con arditi esperimenti; l'esempio della Zattera della Medusa, che lo portò a passare le serate negli obitori, è notissimo. La pittura esige così delle esplorazioni in cui la personalità si impegna e rischia. Gèricault è profondamente romantico, nel senso di Byron e di Hugo, per il suo interesse immediato a tutto quello che, incatenato, fa forza sulle catene, e allo strano momento in cui carnefici e vittime, saggi o folli, conoscono la stessa convulsione del dolore e della morte. Al Salon del 1819 presentò la sua opera più famosa, che ottenne successo di pubblico e critica, la Zattera della Medusa (Parigi, Louvre), una tela di grandi dimensioni che si ispirava al naufragio della fregata francese Medusa, accaduto nel 1816. Il quadro ritrae con estremo realismo il momento che precede il salvataggio dei superstiti tra i corpi senza vita dei compagni. TURNER Joseph Mallord William Turner (1775 - 1851) fu un pittore inglese, esponente della corrente del romanticismo britannico. Si può dire che il suo stile pose le basi dell'Impressionismo. All'inizio della sua carriera artistica egli divenne famoso per i suoi acquerelli, che lo accompagnarono per tutta la sua vita. Era particolarmente bravo nella scelta dei colori che evocavano le diverse atmosfere dei paesaggio, cosa che divenne il punto di riferimento dello stile del pittore. Utilizzò la tecnica dell'acquerello poiché con la sua fluidità e semplicità di stesura gli permetteva di catturare le sensazioni immediate. Molti quadri del pittore rappresentano le forze della natura (tempeste, alluvioni o piogge torrenziali). Per creare queste tele fece studi approfonditi che lo resero un maestro della composizione dei mulinelli d'acqua. Oltre al mare in tempesta realizzò anche quadri con il mare calmo ed il cielo sereno. Turner è affascinato dal rapporto drammatico tra uomo e natura. Ha una pennellata potente e impetuosa, tralascia spesso i particolari (turbinio di colori). La sua collezione più importante furono le vedute pittoresche in Inghilterra e nel Galles, pubblicate intorno al 1830. Tra i soggetti realizzati: castelli, chiese e fiumi, ma anche soggetti storici. Tra le opere più famose vi è infatti Annibale e il suo esercito attraversano le Alpi realizzato nel 1812 IMPRESSIONISMO L'impressionismo è un movimento pittorico formatosi a Parigi nel 1874 in occasione della prima esposizione di pittura non accademica allestita da un gruppo di giovani artisti. Il termine impressionismo da uno dei dipinti lì esposti da Monet, che era intitolato lmpression. Il precedente del movimento può essere considerato il Realismo con il suo principale esponente, Courbet, che aveva inaugurato la moda di esporre i propri quadri, rifiutati dalla giuria ufficiale del Salon, in esposizioni alternative, non accademiche. Il gruppo degli impressionisti si era formato presso il Caffè Guerbois. Essi rivendicavano all'arte il privilegio di rendere la realtà in tutti i suoi aspetti, anche più semplici e quotidiani. Lo spazio naturale non esiste in quanto frammentario ma come parte di un insieme più vasto, e per ciò la pittura si deve esprimere rendendo le impressioni che l'occhio umano recepisce, senza regole prospettiche fisse. Alla base dell'impressionismo vi sono l'uso della luce e del colore in relazione alla luminosità. Prevale l'uso di colori complementari, amalgamati direttamente sulla tela, dove si possono notare tanti piccoli tocchi. MANET Édouard Manet (1832 - 1883) è conosciuto come il padre dell’Impressionismo, sebbene egli stesso non abbia mai voluto essere identificato col questo gruppo. Egli creò scandalo negli ambienti tradizionalisti per la sua maniera di concepire la pittura come fedele specchio della realtà; eppure la sua pittura, sebbene splendidamente innovativa, affonda salde radici nella tradizione. Agli inizi dejà carriera il pittore si dedicò soprattutto alla "pittura storica", dipingendo tele che raffiguravano scene mitologiche, della Bibbia oppure episodi della storia. Lungo tutta la sua carriera di artista, Manet fu attratto dagli abiti e molte delle figure in costume, un tema ricorrente in molte sue tele, furono ispirate dal suo interesse per la cultura spagnola Si può considerare Manet come il vero maestro delle nature morte: infatti dedicò a questo tema molteplici tele: "Vaso con peonie", "Mazzo di asparagi". Egli mantenne comunque sempre un atteggiamento molto cauto, legato com'era, almeno in teoria, ad una visione tradizionale dell’arte che lo indusse sempre a distinguersi dagli altri pittori di cui condivideva l'impostazione e a ricercare l'approvazione degli ambienti ufficiali presentando alle giurie dei Salon i suoi quadri, molto spesso respinti. Partecipava attivamente alle riunioni degli innovatori, ma non partecipò mai alle loro mostre. Inoltre, al contrario degli impressionisti preferiva dipingere nel proprio studio piuttosto che all'aria aperta. Il pittore realizzò anche bellissime scene di interni: scene che ritraevano bar, sale da ballo o bordelli. Negli ultimi anni della sua vita Manet utilizzò molto i pastelli, soprattutto per disegnare le figure femminili oppure per sottolineare i sentimenti di solitudine o monotonia. Tra le sue opere: -Colazione sull'erba: 2 giovani in abiti moderni sono seduti in un bosco con accanto una giovane donna nuda e rivolgono direttamente lo sguardo all'osservatore. Un'altra donna semivestita sta facendo il bagno in un torrente dietro di loro; sull’erba sono raffigurati i loro abiti ed il cestino rovesciato. Sopra di loro vi è un fringuello in volo, un sottile tocco di realismo scherzoso; -Il bar delle Follie-Bergère: uno degli ultimi del pittore, gravemente ammalato, l'atmosfera di tristezza e di mesta accettazione del proprio destino si riflette nell’atteggiamento malinconico a rassegnato della giovane donna al banco del bar. MONET Claude Monet fu il più grande e consacrato tra tutti i pittori impressionisti. Nel corso della sua lunga vita fu fedele soltanto ai principi di questo movimento, traendo ispirazione da immagini di vita contemporanea, soprattutto paesaggi. Egli dipinse soltanto "all'aria aperta". Fu proprio la sua indefinita veduta di Le Havre nel quadro Impressione, sole nascente (1872) che fece colpo sui critici d'arte ispirando il termine "Impressionismo", usato, quella prima volta, in senso dispregiativo. Il suo stile subì negli anni notevoli evoluzioni. Mentre nei primi lavori dipinse paesaggi che comprendevano anche figure e oggetti, nei successivi Monet fu colto dall'ossessione di mostrare solo ed esclusivamente la natura. Negli ultimi anni, addirittura, si dedicò a un solo soggetto le ninfee che lui stesso aveva coltivato nel suo giardino. Seguendo questa ispirazione, Monet creò i numerosi semi-astratti paesaggi d'acqua e di riflessi che sono tra le sue opere più belle. Tra le sue opere: La cattedrale di Rouen, lo stagno delle ninfee e La Grenouille. DEGAS Edgar Degas fu una delle figure centrali e più feconde dell'Impressionismo, ma dal punto di vista sociale e artistico si distinse dagli altri appartenenti al movimento. Nato in una famiglia agiata e amante dell'arte non conobbe le difficoltà incontrate agli inizi da Monet e Renoir; inoltre, si mostrò poco interessato al paesaggio, tema prediletto dagli impressionisti, e preferì le scene d'interno, soprattutto con figure di ballerine, lavandaie e donne al bagno, mentre nella pittura all'aperto i soggetti più ripetuti furono le corse dei cavalli. Negli ultimi anni, tuttavia, i problemi di vista da cui era affetto si aggravarono, portandolo quasi alla cecità. Degas fu consacrato fra i geni artistici dell’Ottocento, ma trascorse gli anni della vecchiaia in cupa solitudine. Tra le opere più note L’assenzio, Lezioni di ballo e La tinozza. RENOIR Pierre-Auguste Renoir è uno degli artisti più amati del XIX secolo. Anche se visse in un'epoca travagliata e soffrì a lungo per gravi problemi di salute, manifestò sempre un grande ottimismo esaltando in tutta la sua opera la bellezza del mondo e la gioia di vivere. Renoir era di umili origini e agli inizi - come gli altri Impressionisti - faticò duramente per guadagnarsi da vivere; ma a partire dai 40 anni la sua attività cominciò a prosperare tanto che negli ultimi anni di vita era ormai divenuto famoso e apprezzato in tutto il mondo. Nonostante il successo, però, restò sempre umile e modesto e anche quando era ormai vecchio e sofferente per i reumatismi continuò a lavorare per soddisfare il suo innato amore per l'arte. Nei primi lavori Renoir trasse ispirazione dalla vita parigina, mostrando giovani allegri e spensierati, mentre negli ultimi anni evocò una specie di Paradiso Terrestre, dipingendo nudi voluttuosi in una campagna incontaminata, riscaldata dal sole mediterraneo. Tra le opere più note la Colazione dei canottieri, e Mou/in de la Gaiette. IL POST IMPRESSIONISMO Il post-impressionismo è un movimento che nasce in Francia dopo l'impressionismo. Non si trattò in realtà di un vero e proprio movimento riconosciuto, ma di un momento nuovo di ricerca e di assimilazione di ciò che avevano fatto gli Impressionisti. Nelle opere dei post-impressionisti si possono ancora intravedere elementi che legano la loro pittura all'impressionismo, ma il ripristino della linea di contorno e del disegno e di conseguenza il ritorno all'utilizzo del marrone e del nero, la stesura del colore in campiture piatte e monocromatiche, la tendenza al linearismo e la predilezione per la bidimensionalità li allontanano dai pittori precedenti. Altre caratteristiche comuni ai post- impressionisti furono il rifiuto della sola impressione visiva, la tendenza a cercare la solidità dell'immagine, la certezza e la libertà del colore. Le immagini assumono valore per la loro capacità evocativa. Per questo ricompaiono temi mitologici o fantastici, e le immagini perdono il carattere di realtà, nel volume, nello spazio, nel colore. Si utilizza l'arte come mezzo di reazione ai valori della società borghese di fine secolo, anche se non sempre in modo consapevole. Fra i più importanti post-impressionisti vanno ricordati Paul Cézanne, Paul Gauguin, Harry Lachman, Henri Rousseau, Georges Seurat, Henri de Toulouse-Lautrec e Vincent van Gogh, che influenzeranno significativamente tutta l'arte pittorica del 900, ed il movimento divisionista italiano. CEZANNE La carriera artistica di Paul Cézanne cominciò nel solco della tradizione romantica, con opere caratterizzate da un cupo tormento, per evolversi in uno stile sereno e luminoso, espresso da paesaggi e nature morte di straordinaria concezione classica e di grande potenza innovativa allo stesso tempo. Cézanne apparteneva a una famiglia benestante e ciò gli permise, soprattutto dopo aver ereditato il patrimonio di famiglia, di lavorare tranquillamente portando avanti con ostinazione la propria ricerca stilistica e ignorando le incomprensioni della critica e l'indifferenza del mondo artistico ufficiale. Il suo obiettivo era quello di combinare la maestosità dei grandi maestri del passato con la freschezza e il colore degli impressionisti, o meglio, come scriveva l’artista stesso, quello di “rendere l’Impressionismo qualcosa di solido e duraturo, farlo oggetto di opere da museo". I risultati raggiunti negli ultimi anni faranno della sua pittura un punto di riferimento imprescindibile. Tra le opere più famose La casa dell’impiccato, I Giocatori di carte e Mont Sant Victoire. GAUGUIN Paul Gauguin (1848-1903) iniziò la sua parabola artistica nel 1883 abbandonando la sua redditizia attività di uomo d'affari. Gli antefatti di questa scelta furono gli incoraggiamenti dell'amico Schutfenecker e dalla protezione del tutore Arosa, al quale Gauguin deve la conoscenza dell'arte contemporanea, l'accettazione di un suo paesaggio al Salon del 1876, e soprattutto l'amicizia con Pissarro, che gli diede la possibilità di conoscere gli impressionisti. Importante per la formazione dell'artista furono i numerosi soggiorni in Bretagna, a Pont-Aven e a Le Pouldu, dove con E. Bernard approfondì e formulò i principi del cloisonnisme e del sintetismo; l'amicizia con Vincent van Gogh; le esperienze di ceramista; il viaggio ai Tropici nel 1887 e quello a Papeete e a Mataieu dal 1891 al 1893; gli incontri con i letterati simbolisti al caffè Voltaire; le mostre al caffè Volpini nel 1889, all'Hotel Druot nel 1891 e presso P. Durand Ruel nel 1893. Sono di questo periodo opere quali "La lotta di Giacobbe con l'angelo, "Il Cristo verde, "La bella Angèle". In seguito trasformò il colore in assolutezze astratte, la cui intensità di suggestione ha il potere di evocare simboli e di suscitare sensazioni di mondi lontani e misteriosi ad esempio nelle opere "Ta Matete", "Donne tahitiane sulla spiaggia", "La ragazza con il fiore", "Marahi Metua No Tebamana". Nel 1895 lasciò la Francia per sempre; fino al 1901 rimase a Tahiti stabilendosi fino alla morte, a Dominica, attuale Hiva Oa, nelle isole Marchesi. A questo periodo appartengono i capolavori "Navenave Mahana", "Il cavallo bianco", "Fanciulle tahitiane con fiori di mango" e "Racconti barbari". ART NOUVEAU L'Art Nouveau è un termine francese che definisce uno stile che si diffuse in Europa e in America tra il 1890 ed il 1910. In realtà In Gran Bretagna esso assunse il nome di "Modem Style", negli Stati Uniti di "Liberty", in Italia di "Floreale", ecc. Specchio fedele del gusto della classe dirigente borghese, questo movimento si dedicò particolarmente alla decorazione di interni e, sebbene fosse nato per aprire nuove vie alla pittura, esercitò le sue influenze più profonde nel campo delle arti applicate. Le forme che caratterizzano l'Art Nouveau traggono origine dalla vita delle piante e degli esseri animati, con una spiccata tendenza alla sinuosità, alla longilineità, alla deformazione asimmetrica, ma sempre con raffinato intellettualismo. In ambito grafico diede forte impulso alla cartellonistica, specie ad opera di Bonnard, Toulouse-Lautrec, Jules Chéret, Eugène Grasset, Mucha, Caran d'Ache e Cappiello. Tra i maggiori protagonisti citiamo: due architetti tra tutti, Victor Horta e Antonio Gaudì, un pittore Gustav Klimt, Tiffany soprattutto per l'arte del vetro, Beardsley per l'illustrazione. L'ESPRESSIONISMO L'espressionismo è una corrente culturale formatasi in Europa nei primi anni del '900, caratterizzata dalla manifestazione diretta tramite il segno e il colore dell'esperienza emozionale e spirituale della realtà e spesso del disagio interiore provocato dal contrasto tra gli ideali umani e la reale condizione dell'uomo. Tale disagio viene espresso, appunto, con la massima accentuazione cromatica e l’estrema e a volte volutamente sgradevole incisività del segno. Anticipatori dell’Espressionismo furono Gauguin, Van Gogh, Ensor e Munch. Il volto più drammatico del movimento è rappresentato dagli artisti tedeschi, dai componenti del gruppo Die Briicke (Il Ponte) tra cui spicca la figura di Kirchner e Nolde, a quelli del Blaue Reiter (Il cavaliere azzurro) - punto di partenza dell'astrattismo, con Kandinskii e Mare, alla pittura oggettivamente oppressiva di Grosz, Dix e Beckmann, che documentano con impietosa lucidità la miseria dell'animo umano e la stoltezza del regime nazista e della classe borghese che lo sostiene, allo scultore Barlach. MUNCH Edvard Munch(1863-1944) fu un pittore ed un incisore norvegese. Frequentò la scuola d’arti e mestieri di Oslo ed esordì con dipinti di intima e delicata espressività. Il periodo più importante dell’attività di Munch è compreso nel decennio 1892-1902, nel corso del quale l’artista definì e rivelò la sua ricerca poetica e le qualità del suo linguaggio pittorico, che affondava le radici nel clima secessionistico del tempo e si arricchì degli apporti del simbolismo in un’interpretazione di intensa drammaticità, secondo i modi che divennero propri dell’espressionismo tedesco. I temi pressanti di tutta la sua pittura furono l’amore, la morte e più tardi la vita. Alcune sue opere: "Sera" del 1892; "L'urlo" del 1893; “Madonna”, “Angoscia” ora ad Oslo nel Museo Munch; “li fregio della vita” del 1899-1900; affreschi dell'università di Oslo nel 1911; " Pubertà" del 1894 nella Galleria Nazionale di Oslo. CUBISMO Rivoluzionario metodo pittorico creato da Pablo Picasso e George Braque nella prima decade del XX secolo. Sebbene possa sembrare astratta e geometrica, l’arte cubista in realtà rappresenta oggetti reali svolti sulla tela in modo da mostrare simultaneamente i diversi lati di una forma osservati da più punti di vista. Invece di creare l’illusione di un oggetto nello spazio, obiettivo di tutti i pittori dal Rinascimento in poi, il cubismo sviluppa gli oggetti nei termini bidimensionali della tela. Questa novità diede origine a uno straordinario riassestamento dei rapporti tra forma e spazio che cambiò per sempre il corso dell’arte occidentale PICASSO Picasso, spagnolo (1881-1973), ha la sua formazione culturale nella tradizione artistica iberica, avviato in ciò dal padre, insegnante nella scuola d'arte locale. Nel 1895 viene ammesso all'Accademia di Belle Arti di Barcellona, città alla quale rimarrà sempre legato. Pur essendo molto giovane si sposta con facilità da un luogo all'altro, privilegiando la Catalogna. A Madrid, frequenta soprattutto il Museo del Prado dove si applica nello studio dei grandi capolavori del passato (Velasquez e Goya). Nel 1900, l’artista si reca a Parigi dove si stabilirà successivamente. Gli studi di questi anni creeranno le basi di quella che sarà la sua straordinaria capacità di dedicarsi a qualsiasi tipo di espressione artistica. Dal 190Ial 1904 si individua il cosiddetto Periodo Blu. Si tratta, come dice il nome stesso, di una pittura giocata sui colori freddi, dove i soggetti umani rappresentati, emarginati e sfruttati, sembrano sospesi in un’atmosfera malinconica e assumono un’asciutta monumentalità. Successivamente vivrà un periodo Rosa, nel quale è presente un rinnovato interesse per lo spazio ed il volume, ma nel quale la malinconia, per quanto temperata, è sempre presente. Soggetti privilegiati sono saltimbanchi, acrobati o comunque legati al mondo del circo. Il 1906 lo porta a contatto con la cultura nera, non ancora contaminata da ideologie e condizionamenti sociali. Nel 1907, la mostra retrospettiva dedicata a Cézanne gli rivela l’opera di questo grande artista; sempre in questo stesso anno, c'è l'incontro con Braque con il quale inizia un proficuo sodalizio artistico. Da questa loro collaborazione nasce il Cubismo. Un punto d’arrivo del cammino artistico di Picasso sono Le Demoisel/es d' Avignon, opera con la quale abbiamo la premessa del Cubismo. Nel 1909 Picasso trascorre l’estate in Spagna, e crea i primi paesaggi cubisti, intesi come ricostruzione ideale del volume. Nel suo travaglio artistico sperimenterà varie tecniche (il collage), e del cubismo stesso vivrà vari stadi (proto cubismo, cubismo analitico, cubismo sintetico). La durata del periodo cubista è estremamente breve e con la prima guerra mondiale esso può considerarsi definitivamente chiuso. Nel dopoguerra alterna dipinti monumentali a riprese di cubismo sintetico, rivolgendo il suo interesse anche alla grafica e alla scenografia. Del 1937 è Gemica, forse il dipinto più famoso, che rappresenta il bombardamento aereo da parte dei tedeschi durante la guerra civile spagnola. Per incarico del governo repubblicano spagnolo il quadro cubista era destinato a decorare il padiglione spagnolo durante l'Esposizione Mondiale di Parigi, del 1937.L'opera è diventata emblema e denuncia contro la guerra per l'immediatezza con cui raffigura persone, animali, ed edifici straziati dalla violenza e dal caos del bombardamento a tappeto, dando efficacemente il senso della disumanità, brutalità e disperazione della guerra, e la crudeltà del bombardamento di civili. FUTURISMO Movimento rivoluzionario 1905/1915 fondato da F. T. Marinetti. Include: letteratura, pittura, scultura, musica e teatro, architettura. Esalta la macchina, la velocità e la dinamica. "La tipografia in libertà": esasperazione del ritmo e composizione; contrasti di disegno e della struttura del carattere. È utilizzata come mezzo di espressione poetica insieme al collage, creando un poema-pittura. AUTORI: U. Boccioni, G. Balla, G. Severini, F. Depero. Gli esiti compositivi perseguiti dai vari artisti futuristi nell'elaborazione degli stessi concetti appaiono differenziati e tra loro emergono elementi autonomi: in Carrà il colore va aggregandosi come in una struttura molecolare e a scansione ritmica, sintesi di cubismo e futurismo ("La Galleria di Milano", 1912; "Donna al balcone", 1912); in Boccioni la sua profonda sensibilità luministica, unita alla percezione del movimento, crea nella tela una accentuata tensione lineare; in Severini prevale la sinuosità del disegno e la frammentazione delle figure, creando vivaci intonazioni timbriche ("Dinamismo di una danzatrice", 1912); Balla studia il susseguirsi delle forme azionate da un ritmico spostamento sulla superficie del quadro (oltre all'opera già citata "Bambina che corre sul balcone" del 1912, esemplare è "La mano del violinista" dello stesso anno). I futuristi si presentano sulla scena francese nel 1912 alla galleria parigina Bernheim Jeune alquanto aggressivi e provocatori, scatenando reazioni immediate: in realtà molta della loro forza si basa proprio su questo modo singolare di farsi pubblicità e di asserire la propria individualità. BOCCIONI Umberto Boccioni (1882-1916 - "La città che sale", 1910-11; "Stati d'animo- Gli addii", 1911; "Visioni simultanee", 1911; "Forme uniche nella continuità dello spazio", 1913) frequenta lo studio di Balla a Roma dal 1901. Dopo le prime opere ancora fortemente legate al simbolismo e al divisionismo egli inizia un lavoro di ricerca sulla rappresentazione dell’identità spazio-temporale attraverso l’istanza, propria della poetica futurista, di "simultaneità dinamica” delle forme e dei valori cromatici, realizzata mediante accostamenti di colori complementari, per meglio giungere alla fusione tra oggetto e ambiente. Egli introduce il concetto delle linee forza, come principio assoluto di dinamicità, come nel dipinto "La città che sale", uno dei quadri maggiormente anticipatori del XX secolo, in cui la rappresentazione del movimento è ottenuta attraverso un incalzare di forma-colore lungo la diagonale del dipinto, da destra verso sinistra: una sorta di onda che tutto travolge al suo passare avvolgendo in un vortice questa periferia italiana che perde forma, contorni, dimensione, quasi anticipando i getti di materia dell'ancor lontana action painting. BALLA Giacomo Balla (1871-1958 - "La pazza", 1905; "Compenetrazioni iridescenti", 1912-14; "Ragazza che corre al balcone", 1912; "Velocità astratta + rumore", 1913-14) è maggiormente interessato all'analisi oggettiva e scientifica della scomposizione della luce in relazione al movimento, che rappresenta in modo cronofotografico (dai risultati della cronofotografia di Etienne Jules Marey a cui si rifanno i fotografi futuristi nel tentativo di rendere visivamente la velocità e la traiettoria di un corpo nello spazio). _ questa infatti la chiave di lettura di un'opera come "Ragazza che corre al balcone", simile al risultato ottenibile se si impressionassero su una pellicola diversi istanti statici di una figura in movimento. Totalmente astratte sono le opere di Balla a partire dal 1913 in cui egli esemplifica il suo personale concetto di "dinamismo", inteso soprattutto come traiettoria cromatica e luminosa, ritmata da chiaroscuri che movimentano, nel loro succedersi, l’intera composizione. ASTRATTISMO Tendenza artistica, nata intorno al 1910, che studia gli elementi formali come linguaggio v1s1vo fondamentale, innescando un processo di semplificazione e scomposizione delle forme sul piano percettivo, geometrico e pittorico. Elimina ogni forma di rappresentazione verista e prospettica. Sono il sintetismo, il simbolismo e la stilizzazione dell'art nouveau ad alimentare le diverse tendenze astratte nei movimenti d'avanguardia russa e tedesca. Antecedenti sono i movimenti dell'inizio del secolo: il cubismo e il fauvismo. Varie tendenze dell'Astrattismo: in Germania (deriva dall'espressionismo astratto) W. Kandinsky e P. Klee rapporto tra forme pure e simbolismo del colore (1991); in Olanda P. Mondrian e T. Van Deosburg - rigore matematico e astrazione goemetrica, colori puri; in Francia F. Picabia, R. Delaunay, - arte nonoggettiva; in Italia G. Balla, G. Severini, F. Depero - compenetrazioni irridescenti nel Futurismo; in Russia 1914 Malevic, A.M. Rodcenko, El Lissitskij - forme geometriche pure del costruttivismo e del raggismo di Larianov; in Inghiterra il Vorticismo W. Lewis; in USA il Sincronismo. Negli anni trenta l’Astrattismo, assume il valore di linguaggio internazionale, trova il suo punto di riferimento a Parigi: Art Concret, Abstraction-Création. La stagione dell'Astrattismo si conclude negli anni '50. Lascia spazio a nuove tendenze non figurative: Espressionismo Astratto, Action Panting, Informale, Arte Programmata, Minimalismo. DADAISMO Il nome "dada", usato senza significato preciso, fu dato a un movimento "anti-artistico" internazionale attivo dal 1915 al 1922. Il centro principale di attività fu il Cabaret Voltaire di Zurigo, dove poeti, pittori, scrittori e musicisti con interessi simili si radunavano per partecipare ad attività sperimentali quali poesia astratta, rumore-musica, pittura automatica. Il dada rappresentò una violenta reazione all'altezzoso tradizionalismo dell'arte costituita: i suoi membri erano pronti a usare ogni mezzo nei limiti della loro immaginazione per stupire la borghesia. Tipico prodotto dada è il ready-made, un prodotto ordinario tolto dall'oggetto originario e messo in mostra come opera d'arte. Il movimento dada, con il suo culto per l’irrazionalità, preparò il terreno per l’avvento del surrealismo negli anni Venti. Il più famoso fu senz’altro Duchamp. SURREALISMO Movimento letterario ed artistico nato e Parigi sotto l'impulso teorico di André Breton con la pubblicazione, nel 1921, del Primo Manifesto del Surrealismo. Mossi da motivazioni ideologiche, come l'adesione al marxismo, prima ancora che estetiche, i surrealisti rifiutarono la nozione di autonomia dell'arte e concepirono l'attività artistica come mezzo per esprimere “il funzionamento reale del pensiero". L’arte deve essere il risultato dell’immediata corrispondenza tra inconscio e gesto poetico o pittorico: la coscienza non deve esercitare alcun controllo morale o razionale sui risultati finali, in ossequio a canoni estetici prestabiliti o a tabù. Perciò i surrealisti ricorrono al principio dell’automatismo psichico" (preso a prestito dalla psicanalisi freudiana e adattato al dominio della creazione artistica), e al sogno come luogo privilegiato in cui approdare a una "surrealtà" intesa quale "punto supremo" in cui tutte le contraddizioni trovano soluzione. La ricerca di un modello puramente interiore cui la pittura deve ubbidire, trovò ispirazione in varie fonti: l'effetto di straniamento degli interni metafisici di De Chirico, la radicalità dadaista di Duchamp, la spontaneità dell'astrazione lirica di Kandinsky, la valenza magica ed enigmatica dell’arte dell’Oceania, dell’Alaska e del Nuovo Messico, la creatività irrazionale dei malati mentali. I pittori surrealisti non appaiono quindi come un gruppo omogeneo, ognuno di loro ha un suo modo personale di portare alla luce la propria psiche, fra di essi Salvador Dalì si distingue per la sua originale teoria della paranoia critica, definita come "metodo spontaneo di conoscenza irrazionale dei fenomeni deliranti", che mira ad oggettivare le immagini oniriche. Poiché l'obiettivo era di tradurre l’attività dell’inconscio in termini plastici, era ammessa una grande varietà di stili. A tale scopo i surrealisti misero a punto numerose tecniche inedite: il collage, il frottage (Ernst) la pittura automatica (Mirò e Tanguy), i quadri di sabbia (Masson), la decalcomania (Dominguez) il fumage (Paalen). La poetica surrealista coinvolse anche altri artisti che, pur non aderendo ufficialmente al Surrealismo, ne furono comunque influenzati (Picasso e Klee). Alla fine degli anni ‘20 il movimento si internazionalizzò sviluppandosi in Belgio (Magritte) in Cecoslovacchia e in Giappone. Durante la seconda guerra mondiale numerosi surrealisti emigrarono negli Stati Uniti, influenzando in modo determinante la pittura americana. Va infine menzionata la particolare importanza data dai surrealisti all’attività espositiva, che si concretizzò in una serie di mostre internazionali, la prima tenutasi a Londra nel 1938 e l'ultima a Parigi nel 1966. DE CHIRICO Giorgio de Chirico (1888 - 1978) dopo gli studi artistici avvenuti a Atene, de Chirico nel 1906 si trasferì in Germania, e a Monaco di Baviera entrò nell'Accademia delle belle arti, dove ebbe la possibilità di leggere le opere di Nietzsche e Schopenhauer. Dopo lo studio delle opere di Arnold Boccalini e Max Klinger, nel 1909 egli decise di tornare in Italia. La miglior produzione pittorica di de Chirico è avvenuta tra il 1909 e il 1919, ovvero il suo periodo metafisico: i quadri di questo periodo sono memorabili per le pose e per gli atteggiamenti evocati dalle nitide immagini. All'inizio di questo periodo, i suoi soggetti erano cittadini tranquilli ispirati dalla luce del giorno luminosa delle città mediterranee, ma ha rivolto gradualmente la sua attenzione agli studi sui magazzini ingombranti, a volte abitati dai commessi. Nel 1915, egli conobbe il pittore futurista Carlo Carrà, con cui iniziò il percorso che lo portò a definire i canoni della pittura metafisica, pubblicati a partire dal 1920. Le opere realizzate dal 1915 al 1925 sono caratterizzate dalla ricorrenza di architetture essenziali, proposte in prospettive non realistiche, immerse in un clima magico e misterioso, e dall'assenza di figure umane. Questa pittura sarà ispiratrice di architetture reali realizzate nelle Città di fondazione di epoca fascista, dove il Razionalismo Italiano, accanto a strutture razionaliste lavorerà anche su forme, spazi e particolari architettonici metafisici. (Portolago, Sabaudia ect.). Compare anche il tema archeologico, un omaggio alla classicità reinventata però in modo inquietante: ne sono noti esempi Ettore e Andromaca (1917) e Ville romane. La figura del manichino, simbolo dell'uomo-automa contemporaneo (Il grande metafisico, 1917), gli fu invece ispirata dall’uomo senza volto", personaggio di un dramma. In seguito, de Chirico teorizzò una rivisitazione completa dell’arte italiana, e partecipò all’esposizione di Berlino del 1921. Ebbe un periodo di contatto con il surrealismo, con cui espose a Parigi nel 1925: le sue opere successive si segnalano per il virtuosismo tecnico e rappresentano un tributo e un ringraziamento al periodo barocco. De Chirico fu anche incisore e scenografo. La datazione e l'attribuzione di alcuni suoi dipinti è assai ardua, perché l'artista stesso produsse nel secondo dopoguerra repliche dei suoi capolavori del periodo metafisico. ARCHITETTURA DEL '900 -LE CORBUSIER L'architettura razionale si rivolge in modo del tutto consapevole alla ragione dello spettatore. Deve comunicare chiarezza, sapere e conoscenza. L'architettura funzionale punta sui vantaggi funzionali, razionalmente dimostrabili, anziché sulle valutazioni del gusto e si rispecchia nella definizione di Le Corbusier della casa come macchina per abitare. Le Corbusier - pseudonimo di Charles-Edouard Jeanneret-Gris (1887 1965) era un architetto svizzero. Viene ricordato - assieme a Ludwig Mies van der Robe, Walter Gropius, e Theo van Doesburg - per quello che viene definito Movimento Moderno. Pioniere nell'uso del cemento armato per l'architettura, è stato uno dei padri dell'urbanistica. Membro fondatore dei Congrès Internationaux d'Architecture moderne(CIAM), fuse l'architettura con i bisogni sociali dell'uomo medio, rivelandosi geniale intuitore della realtà del suo tempo. In un libro del 1929, Bruno Taut, teorico del Movimento Moderno, riassume così i caratteri principali del movimento: - La prima esigenza in ogni edificio è il raggiungimento della migliore utilità possibile; - I materiali impiegati e il sistema costruttivo devono essere subordinati a questa esigenza primaria; - La bellezza consiste nel rapporto diretto tra edificio e scopo, caratteristiche dei materiali ed eleganza del sistema costruttivo; -L'estetica di tutto l'edifico è nel suo insieme senza preminenza di facciate o piante o particolare architettonico. Ciò che è funzionale è anche bello; Come le parti vivono nell'unità dei rapporti reciproci, così la casa vive nel rapporto con gli edifici circostanti. La casa è il prodotto di una disposizione collettiva e sociale. Da qui nascono definizioni delle architetture che si inquadrano nel movimento: - L'architettura razionale si rivolge in modo del tutto consapevole alla ragione dello spettatore. Deve comunicare chiarezza, sapere e conoscenza; - L'architettura funzionale punta sui vantaggi funzionali, razionalmente dimostrabili, anziché sulle valutazioni del gusto e si rispecchia nella definizione di Le Corbusier della casa come macchina per abitare; - L'architettura internazionale, che è definita così da Walter Gropius: nell'architettura moderna è chiaramente percepibile l'oggettivazione di ciò che è personale e nazionale. Una moderna impronta unitaria, condizionata dai traffici mondiali e dalla tecnica mondiale, si fa strada in ogni ambiente culturale, fra i tre cerchi concentrici individuo, popolo, umanità - il terzo e maggiore abbraccia gli altri due; di qui il titolo 'architettura internazionale'. In Italia si trova più spesso il termine Razionalismo prima della Seconda guerra mondiale, e Funzionalismo negli anni settanta e ottanta. È da notare che in questi anni il Movimento moderno vero e proprio era già superato sia livello teorico che pratico, rimanevano solo frange, forse più numerose in Italia, che ha vissuto ai margini ed in ritardo l'epoca più espressiva dell'International Style i cui anni corrispondevano al ventennio fascista. ARCHITETTURA DEL '900 -WRIGHT Frank Lloyd Wright, (1867 -1959) è stato un celebre architetto statunitense e una figura centrale dell’architettura organica. Assieme a Le Corbusier, è uno dei maggiori esponenti del Movimento Moderno in architettura. Romanticamente legato all'ideologia individualistica del "pionierismo" americano, si volse all'approfondimento del rapporto fra l'individuo e lo spazio architettonico e fra questo e la natura, assunta come fondamentale riferimento esterno. Questi suoi interessi lo portarono a prediligere come tema le case d'abitazione unifamiliari ("prairie houses"), che costituirono l'aspetto determinante del suo primo periodo di attività. Nel suo volume Architettura organica del 1939 Frank Lloyd Wright esprime compiutamente la sua idea di architettura. Un'architettura che ha come idea trainante, il rifiuto della mera ricerca estetica o il semplice gusto superficiale, così come una società organica dovrebbe essere indipendente da ogni imposizione esterna contrastante con la natura dell'uomo. La progettazione architettonica deve creare un'armonia tra l'uomo e la natura, costruire un nuovo sistema in equilibrio tra ambiente costruito e ambiente naturale attraverso l'integrazione dei vari elementi artificiali propri dell'uomo (costruzioni, arredi, ecc.) e naturali dell'intorno ambientale del sito. Tutti divengono parte di un unico interconnesso organismo, spazio architettonico. The Fallingwater del 1936 è l'esempio più pragmatico ed eccezionale di questo modo Wrightiano di fare ed intendere l’architettura. Una frase molto significativa del pensiero architettonico di Frank Lloyd Wright è la seguente: "... Per Architettura Organica io intendo un'architettura che si sviluppi dall'interno all’esterno, in armonia con le condizioni del suo essere, distinta da un'architettura che venga applicata dall'esterno...".