ThomasRuffeisuoiritratti
iperrealismooestremafinzione?
ElaboratodiGiuliaIapoce
AccademiadibelleartidiBrera
Corsoditeoriaemetododeimassmedia
professoressaOriettaBerlanda
2015/16
Thomas Ruff è un fotografo tedesco nato nel 1958 a
Dussendorf dove vive e lavora. Ha compiuto i suoi studi
frequentandoilcorsodifotografiatenutodaBerndBecher.
Dal suo maestro, documentarista, Ruff ha imparato a
considerare il suo strumento con distacco intellettuale, a
diffidare della soggettività ingenua della “fotografia
artistica”,arifletteresulsensodellatecnica.
Nelsuopercorsodiricercadivergedalorosudiunpunto
fondamentale: “lorocredevanodiavercatturatolarealtà,e
io credo di aver creato un’immagine”. Egli sa di vivere in
un’epocaincuil’immaginehatrionfatoanchese,piùchein
passato, viene costruita e manipolata diventando anche
artificiale, talvolta più consistente della realtà che
rappresenta,talvoltasostituendola.
Partendo da questa affermazione dell’artista vorrei
analizzareilsuolavoro.
Ruff comincia a esprimersi con la fotografia dagli anni ’80 nel momento in cui la cultura
consumista creava, per mezzo della pubblicità, il desiderio e la necessità del prodotto. Egli,
dopoaverosservatoeanalizzatoleimmaginiutilizzateperlapubblicità(rivolteadunampio
pubblico)evistocomeciòinfluisseacreareunarealtàdelmondopercepitainmododistorto,
mostra,aqueglistessispettatoripassivi,immaginifreddeedistaccate.
Egliproponeisuoiritratticontrapponendoliallarealtàdellapubblicità,possibilemafittizia,
che riporta e racconta di vite ideali animate da giovani, belli, felici e realizzati colti in un
momentoincuicompionoungestooun’azioneapparentementenaturaleespontanea.
Dal1981al1985eglilavoraai“Pörtrats”,immaginidigiovanidaiventicinqueaitrentacinque
anni.
Coloro che hanno posato nei “Pörtrats” avevano la piena consapevolezza di essere semplici
pezzidicarnecollocatidaRuffcosìcomeavvenivanelquotidianodoveognigestoeazioneera
osservato e controllato; oggetti prigionieri in una cornice che li costringeva ad un’eterna
immobilitàedestremaapatia.
L’artista utilizza per gli scatti lo stesso modello di macchina fotografica usata dalla polizia
negli anni ’70 per le foto segnaletiche (con negativi di cm 9x12); foto necessarie per
identificareericonoscerel’aspettodellepersone,alfinediuncontrollosudiesse.
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Sono sessanta le immagini che fanno
parte della serie: mezzo busto frontale,
luceneutra,sfondodicoloreuniforme.I
soggetti sono immobili, indossano i loro
abiti consueti, un’espressione neutra. La
ripresanaturalisticadellafotogarantisce
lariconoscibilitàdelsoggettomanonne
riportalarealtà(nonesisteunarealtàdi
quelle dimensioni). Ruff coglie la
mancanza di differenziazione tra un
soggetto e l’altro, sono anonimi e
generalizzabili,sonoimmagini.
I ritratti di Thomas Ruff scardinano il
concetto
di
rappresentazione
dell’individuo inteso come capacità di
esprimere l’aspetto fisico e le
caratteristicheumaneepsicologiche.
Scorrendolastoriadelritrattonelleartivisivepossiamonotarecomeogniculturaeperiodo
storicoabbianorappresentatolafigura,ilvoltoesercitandoilvirtuosismotecnicopercogliere
aspettidifferenti.Igrecihannolasciatotestimonianzadiunidealediuomoincuilabellezza
astrattaprendeilsopravventosull’individuo;neibustiedipintiitalici(etruschieromani)si
coglie spontaneità e vivezza espressiva; dal ‘400 il ritratto può essere allegorico, ufficiale,
religiosoocelebrativo.Leonardoscriveva:”Farailefigureintaleatto,ilqualesiasufficientea
dimostrare ciò che la figura ha nell’animo; altrimenti la tua arte non sarà laudabile”. Il
periodobaroccovolleriportarecarattereestatid’animoeinseguitoipittorihannoproposto
laresarigorosadelmodello.Verosomiglianza,conoscenza,testimonianzadell’esistenzareale
dellapersonacomefinedell’immagine.
La nascita e diffusione della fotografia ha fornito un nuovo strumento d’indagine e
rappresentazione assicurando l’immagine oggettiva della realtà; nel tempo il suo campo di
utilizzo si è allargato in ambito pubblicitario, commerciale e artistico. La fotografia ha reso
popolareedemocratical’immagineelasuadiffusione.Comeognilinguaggioestrumentoalla
portata di tutti, l’uso semplice ha talvolta causato prodotti superficiali; si è banalizzato e
impoveritoillinguaggiovisivofinoagiungereall’omologazione.
Ruffsadivivereinun’epocaincuil’immaginehatrionfatoanchese,piùcheinpassato,viene
costruitaemanipolatadiventandoancheartificialeetalvoltapiùconsistentedellarealtàche
rappresentaoaddiritturasostituendola.
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Le fotografie di Ruff, al contrario, ritraggono persone
assolutamentenormaliripresefrontalmenteeinmaniera
anonima, come nelle fototessere senza alcuna volontà
accattivante;individuitraaltri.Siservedellafotografiada
artista concettuale: non è interessato a documentare
esperienze, quanto a esplorare le caratteristiche
linguistiche della tecnica. Realismo per lui vuol dire:
“lasciarfareallamacchinafotograficaillavorochefarebbe
comunque.Selecosesonocomesonoperchédovreitentare
difarleapparirediverse?”
Conlaserie“Pörtrats”ThomasRuffvuoledimostrareche
un fotografo può cogliere la realtà esteriore di una
persona ma mai quella interiore. Egli rappresenta i suoi
modelli come oggetti a dimostrare la nonrappresentabilità dell’uomo nella sua interezza; guarda
conscetticismolafotografiacheriducelarealtàumanaad
una superficie, l’artista esprime sfiducia e scetticismo
nellasocietàcheleimmaginiriflettono.
I ritratti non dicono e non comunicano niente né del soggetto che rappresentano né del
fotografo;egliproduceimmagini“freddamenteobiettive”,“meccaniche”,“scientifiche”.Questi
ritrattisonounaraccoltadioggettiinterscambiabili.Ruff,parlandodiquestolavorodirà:“non
meneimportanientediquestepersonesingolarmente”. Conquestoatteggiamentoeglielimina
ognipossibilitàd’immedesimazioneconisuoisoggetti.
Liesponeproponendoliinserie,accostati,comemoduliidenticiripetuticonlostessoritmoe
nonpiùidentificabilisingolarmente,privatidellapropriaunicità.
Dal1986Ruffproduceisuoiritrattiingrandeformato:cm210x165enel1987allargaancora
le dimensioni. Con questa azione costringe lo spettatore ad allontanarsi dall’immagine per
poter cogliere l’insieme delle superfici e vedere l’oggetto-soggetto. Avvicinandosi si può
esaminare attentamente un particolare, probabilmente le trame dei tessuti o le grinze della
pelle, ma solo quello. Continueremo a non cogliere nulla dell’individuo e prevarrà l’effetto
cromatico dell’immagine, l’individuo viene diluito nello spazio perdendo consistenza ma
dominandolospettatore.
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Osservandooggilarealtà,adistanzadicircatrent’annidaiPörtratsdiRuff,possiamonotarne
icambiamentiformalinonsoloriguardolemodalitàdirappresentazionedell’essereumano.
Sonol’evoluzionedialtrimutamentichehannomodificatolasocietàadognilivello.
Rivoluzionaria la nascita e diffusione dei social network sicuramente responsabile di aver
profondamente modificato le interazioni interpersonali creando nuovi linguaggi visivi e
verbali.
Conlaretesiècreatounmondoeunarealtàvirtualedoveèpossibilecrearsiunalter-egoche
corrisponda all’individuo che si vuole mostrare e far conoscere: l’apparenza, l’immagine
miglioreopreferitadiognuno.
Èproprionellaretecheèracchiusalapiùampia
galleria degli odierni ritratti: le immagini dei
profili(perchéneabbiamopiùdiuno).
L’impostazione di questi ritratti scelti per il
profilo virtuale dà all’individuo la libertà di
poter apparire al mondo esterno come vuole;
una libertà che in realtà è solo illusoria perché
orchestratadadettamiestereotipiimpostidalla
società attraverso una martellante persuasione
occulta operata dai mass media, e da chiunque,
nei confronti dei singoli ormai assuefatti dalla
necessità di apparire ed esserci con la loro
immaginemigliore.
L’individualità personale si perde quindi in un
insiemedisimiliougualiidentitàmassificatein
cui ognuno somiglia all’altro anche a causa
dell’alternativitàchecercadiauto-conferirsi.
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In seguito a questa riflessione capiamo che in realtà i
ritrattidiRuffdeglianni’80eiritrattiodierninonsono
poi così lontani tra loro: i soggetti di entrambe le serie
sonocostrettidaunagenteesternoastareinunacornice
formale, cornice da cui se escono perdono visibilità
smettendodiesserepartediquellacomunitàcheglidàla
sola identità che hanno: un’identità apparente, fittizia,
momentaneaemodificabile.
Cisonofotografichenondannoper
scontata la fotografia; per loro la
tecnica e l’esistenza stessa della
fotografia rimangono un problema
aperto da continuare ad indagare e
rimettere in discussione, qualcosa
che continua a interrogare lo
sguardo. L’artista riguardo alla
rappresentazione dell’uomo si è
sempre
chiesto
e
sempre
continuerà a chiedersi: realtà o
illusione?
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Bibliografia:
• “ThomasRuff”acuradiCarolynChristov-Bakargiev,
SkiraeditoreMilano.
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