AD e funzione di reazione

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Esercitazioni di Economia Politica (Macroeconomia) – [email protected]
DOMANDA AGGREGATA (AD) E FUNZIONE DI REAZIONE 1
Una semplice formulazione analitica della curva di domanda aggregata può essere derivata
dalla ben nota formula della PAE per il calcolo del reddito di equilibrio (di breve periodo) con
(vale a dire, gli investimenti sono in parte esogeni e in parte dipendenti dal tasso
di interesse):
dove
è il moltiplicatore del reddito,
è la spesa autonoma (che include anche ).
Nel lungo periodo, quando le imprese possono variare i prezzi dei prodotti, occorre
considerare a livello aggregato il fenomeno dell’inflazione. Dal punta di vista della precedente
espressione, due importanti novità devono essere considerate: (1)
non è più il reddito di
; (2) non può più essere
equilibrio, ma semplicemente l’ammontare (il livello) domandato
trascurata la differenza tra tasso di interesse nominale e tasso di interesse reale, dove
quest’ultimo è dato dalla differenza tra tasso d’interesse nominale e tasso inflazione:2
In sostanza, si ricava la curva di domanda aggregata (AD):
da cui è possibile notare immediatamente la “dipendenza” di
essa fiscale che monetaria.
dalla politica economica, sia
Politica fiscale
Si ricordi che la spesa autonoma
è crescente nella spesa pubblica
e decrescente nella
tassazione al netto dei trasferimenti . Di conseguenza, un incremento della spesa pubblica o
(politica fiscale espansiva), L’effetto
una riduzione della tassazione netta incrementa
inverso si ottiene quando la spesa pubblica si riduce o la tassazione aumenta (politica fiscale
restrittiva).
Politica monetaria
Per quanto riguarda la politica monetaria, occorre evidenziare che produce (ha) effetti “reali”
(cioè sul reddito) il tasso di interesse reale, sebbene l’autorità monetaria possa manovrare
quello nominale.3 La funzione di reazione sintetizza il ruolo della banca centrale nella politica
monetaria (o per meglio dire la regola seguita nel porre in essere interventi di politica
monetaria):
dove è il tasso di inflazione effettivo o reale,
è il tasso di inflazione programmato dalla
banca centrale (il target, l’obiettivo) e α e β sono due parametri positivi. La precedente
1
AD sta per Aggregate Demand appunto “Domanda aggregata”.
2
In realtà quella proposta è un’utile approssimazione che vale per valori di
,
e
sufficientemente piccoli. È
possibile derivarla prendendo il logaritmo naturale dell’espressione
.
3 Un incremento del tasso d’interesse reale riduce sia i consumi – perché gli individui preferiranno risparmiare
piuttosto che consumare – che gli investimenti – per le imprese è più costoso chiedere (rimborsare) i
finanziamenti per i propri investimenti. Per semplicità, solo gli investimenti sono considerati dipendenti dal
tasso di interesse reale.
1
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espressione ci dice che – intuitivamente – quando l’inflazione aumenta (si riduce), rispetto al
suo valore programmato, la banca centrale deve aumentare (ridurre) il tasso d’interesse reale
(per salvaguardare il valore dei titoli/investimenti finanziari). Tuttavia, come detto, è il tasso
d’interesse nominale lo strumento di politica economica (e non il tasso d’interesse reale).
Sapendo
che
, la funzione di reazione diventa:
Poiché
, un aumento (riduzione) del tasso d’inflazione effettivo aumenta (riduce) il
tasso d’interesse reale. Ad esempio, se
, un incremento unitario del tasso d’inflazione
aumenterà il tasso d’interesse nominale dell’1,15; di conseguenza, il tasso d’interesse reale
aumenterà dello 0,15. Pertanto, gli investimenti saranno più bassi e il reddito si ridurrà
(politica monetaria restrittiva). Gli effetti inversi si ottengono quando il tasso di inflazione si
riduce (politica monetaria espansiva). Di conseguenza, si avrà una relazione negativa tra tasso
di inflazione effettivo e reddito domandato:
NOTA: Guardando alla formula dell’AD, si noti come in questo semplificato modello la politica
fiscale è esogena (graficamente, significa che essa produce spostamenti DELLA curva di
domanda aggregata), mentre la politica monetaria è in parte esogena e in parte endogena. È
endogena quando il tasso reale varia a seguito di una variazione del tasso di inflazione (in
questo caso, graficamente, si avranno invece spostamenti SULLA curva di domanda
aggregata). Infatti la curva di domanda aggregata è costruita sugli assi PIL e TASSO DI
INFLAZIONE:
Esercizio
Si consideri la seguente curva di offerta aggregata (AD):
2
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Inoltre,
obiettivo (
,
e
. Se il tasso di inflazione effettivo è pari a quello
), qual è il tasso di interesse nominale e reale?
Si determini l’equazione della curva di domanda aggregata e si mostri graficamente lo
spostamento della curva AD nel caso in cui la spesa pubblica aumenta di 30, cioè
.
Dalla funzione di reazione dell’autorità monetaria, si ha che:
Si poteva anche procedere nel seguente modo,
poiché il tasso di inflazione effettivo è pari a quello obiettivo, il tasso di interesse reale è pari a
quello desiderato, cioè
. Di conseguenza:
Inserendo la funzione di reazione nella curva di domanda aggregata, si ottiene (si faccia
attenzione che nella curva di domanda aggregata compare il tasso di interesse reale):
in caso di incremento della spesa pubblica pari a 30, si avrà:
π
600/300 = 2
570/300 = 1,9
AD
570
600
Y
Qual è il nuovo tasso di interesse reale e nominale se il tasso di inflazione effettivo è
pari all’1% e la politica monetaria si fa meno restrittiva fissando
?
3
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