Breve e Sintetico Glossario Musicale Breve e Sintetico Glossario

DOTT.SSA LAURA RUZZA
Breve e Sintetico Glossario Musicale
Appunti del Corso di Antropologia della Musica
presso il Conservatorio C. Pollini di Padova
A.A. 2006-2007
http://www.utenti.lycos.it/lauraruzza/
E-mail: [email protected]
Cell. 3336470115
Glossario Musicale
A
La lettera A indica la nota LA nella notazione letterale utilizzata nei paesi anglosassoni e di lingua tedesca.
Abbellimento
Suono (o gruppo di suoni) aggiunto alla linea melodica e/o al profilo ritmico come ornamento. Sono abbellimenti
l'Acciaccatura, l'Appoggiatura, il Mordente, il Gruppetto ed il Trillo;
Abbreviazioni
Insieme di simboli o scritture alternative che semplificano la scrittura musicale ordinaria quando essa risulti troppo
complessa o manchi di immediatezza. Si riportano rimandi alle principali forme di A.:
• A. testuali.
o accenti: sf sfz fz fp
o agogica: accel. rall. rit.
o tecnica strumentale:
archi: balz. = balzato, stacc. = staccato, leg. = legato, pont. = ponticello
chitarre: w.b. o w/Bar = with bar
o varie: bc (basso continuo), Fond. (fondamentale), Riv. (rivolto)
A cappella
Locuzione indicante una composizione per sole voci, senza nessun tipo di accompagnamento strumentale. Dal
tardo lat. cappa, mantello, poi in fr. chappelle. In seguito divenne sinonimo di luogo di culto per analogia con
l'edificio nel quale i re di Francia custodivano la mantella di S. Martino di Tours. Cappelle musicali furono poi
dette le Scholæ Cantorum annesse ad abbazie, basiliche, monasteri. // A cappella
Accento
1. Evidenziazione di un suono ottenuta attraverso la modifica di uno qualsiasi dei parametri del suono, siano essi la
durata, l'intensità, l'altezza o il timbro. Si parlerà, quindi, di A. temporale, intensivo, frequenziale e timbrico. Si ha
A. anche in presenza di un cambio di armonia (A. armonico) o in coincidenza della percussione di un suono, sul
transitorio d'attacco, quindi (A. transitorio). L'A. per antonomasia nel linguaggio corrente è l'A. intensivo, in
genere ottenuto con un suono più forte degli altri. Nella parte musicale viene segnalato attraverso le indicazioni sf
o sfz (sforzato) oppure fz (forzato), nonché da opportuni segni:
2.
Dall'interazione tra accentuazione del brano e A. metrico (vedi 2.), si hanno coincidenza (A. commetrico) o
sfasamento (A. contrametrico). L'A. contrametrico è alla base dei gruppi irregolari, della sincope e del
controtempo, dell'hemiòlia e di ogni altra forma di ritmo in contrasto. / Armonia; Suono
A. metrico. In ambito metrico, la prima pulsazione in un gruppo di due o tre impulsi che la nostra sensibilità
musicale percepisce come unitario. / Metro
Accessoria, nota
Rispetto ad una nota (1.), si dicono sue note accessorie (o ausiliarie) le due note che sono con essa in grado (2.)
congiunto (ad es. nella scala di SOL maggiore, le note accessorie della nota MI sono RE e #FA).
Accordo
L'accordo musicale è la sovrapposizione eufonica di tre o più suoni di una determinata tonalità ad intervalli di 3ª
maggiore o minore, con partenza da un suono detto basso o suono o nota fondamentale.
• A seconda del numero di note delle quali è formato, un A. si dirà (in grassetto la nomenclatura più
utilizzata):
o 2 suoni - Diade o A. di Terza (viene considerato una triade incompleta)
o 3 suoni - Triade o A. di Quinta
o 4 suoni - Quadriade o A. di Settima
o 5 suoni - Quintiade o A. di Nona
o 6 suoni - Sestiade o A. di Undicesima
o 7 suoni - Settiade o Eptiade o A. di Tredicesima
• Nomenclature. La nota che dà origine all'A. si dice fondamentale o nota (suono) fondamentale; le altre
note sono definite a seconda dell'intervallo le separa dalla fondamentale; avremo quindi la 3ª, la 5ª, la 7ª,
l'11ª e la 13ª.
Acefalo
(Pron. acèfalo)
Si dice A. il ritmo iniziale di un passo, avente la caratteristica di presentare in battere una pausa.
Acustica, chitarra
Chitarra acustica è definito quel tipo di chitarra che non fa uso sistematico di amplificazione del suono. In realtà,
la chitarra classica è già una C.A. ma, in genere, il termine viene riservato a strumenti utilizzati nel blues, folk,
rock e tutto il genere della musica leggera; questi strumenti possono a volte essere amplificati; in questo caso si
differenziano dagli altri tipi di chitarra per la forma dello strumento, sostanzialmente più vicino alla chitarra
classica che non alla chitarra elettrica e per la qualità dell'amplificazione, che è sempre lieve e non fa uso di
distorsioni del suono.
Acutista
Il termine si riferisce, in generale, a cantante o strumentista specializzato nell'emissione dei suoni del registro
acuto. Ad esempio, è spesso un acutista il trombettista che ricopre il ruolo di prima tromba in una Big band.
Ad libitum
Ad libitum (pronuncia ad lìbitum) deriva dal latino lìbitum, a piacere ed è un'espressione con la quale si segnala la
sospensione di una qualche prescrizione; spesso si utilizza con riferimento al metro, per contrassegnare un passo
con ritmo libero. // Ad libitum
Addizionali, Tagli
Segmenti di linee immaginarie, utilizzate per individuare le note che risiedono fuori dal rigo musicale.
Adiastematico
(Pronuncia adiastemàtico) Che non produce diastemazia.
ADSR
Acronimo di Attack-Decay-Sustain-Release, cioè Attacco-Decadimento-Sostegno-Rilascio, le quattro
caratteristiche con le quali si definisce una particolare proprietà del suono chiamata «inviluppo». Questa viene
utilizzata per indicare l'andamento dell'onda sonora nel tempo. Il termine è stato usato soprattutto agli inizi dell'era
della musica elettronica negli esperimenti effettuati tramite sintetizzatori.
Aerofoni
Strumenti nei quali il suono è prodotto mettendo in vibrazione in vario modo una colonna d'aria.
Afonia
Si dice A. (pronuncia afonìa) la perdita irreversibile della voce. // Disfonia
Agogica
Insieme delle modifiche dell'andamento di un brano. Pur essendo considerato parte dell'A. lo stesso andamento,
indicazioni proprie sono accelerando e rallentando (o ritenuto) a volte seguite da una linea punteggiata o
tratteggiata, che indicano corrispettivamente un incremento e un decremento progressivi della velocità delle
pulsazioni (spesso abbreviati in accel. e rall. o rit.). La locuzione A tempo o Tempo prescrive un ritorno alla
velocità precedente mentre Tempo I indica il ripristino dell'andamento iniziale del brano.
Aksak
Termine turco (pronuncia: àksak) che letteralmente significa « zoppicante » ed è usato per indicare i ritmi
asimmetrici tipici della musica popolare dell'est europeo. Lo stesso termine è ora utilizzato per indicare i metri
aventi i tempi di lunghezza diversa (variamente formati di 2 o 3 suddivisioni).
Albertino, basso
Espressione con la quale si indica diversi tipi di accompagnamento strumentale basato su formule arpeggiate degli
accordi. Il termine deriva da Domenico Alberti, un compositore attivo nella prima metà del 1700, che ne faceva
largo uso nelle proprie composizioni. Un esempio di basso albertino lo ritroviamo nei rondò beethoveniani, dove
la rapidità dell'arpeggio crea un'uniformità sonora molto vicina all'accordo.
Alla breve
Si definisce alla breve una composizione avente per frazione metrica il simbolo ¢, sinonimo della frazione 2/2. Il
semicerchio barrato era utilizzato nella polifonia conquecentesca per indicare la proportio dupla, un sistema con il
quale il tactus passava dalla semibreve alla breve, da cui ha poi avuto origine l'espressione.
Alterazione
1. Con A. o accidente si denomina un segno posto a sinistra della testa della nota, posto ad indicare un suono più
acuto o più grave di 1 o 2 semitoni (1.) rispetto alla nota naturale alla quale è collegato.
2. A. in chiave.
3. A. precauzionale. A. posta nella misura immediatamente successiva ad una che presenti un'A.. Il suo uso,
seppur non indispensabile, è considerato necessario per ripristinare o suggerire le alterazioni corrette.
Ambito (Ambitus)
Nel canto gregoriano si diceva A. l'estensione di un modo (da non confondere quindi con il concetto di scala).
Ambrosiano, canto
Esiste una strettissima connessione tra la Cappella Musicale, il Duomo e la tradizione musicale milanese: se,
infatti, la Cappella nacque, con questo nome e con le sue specifiche caratteristiche, insieme alla cattedrale
milanese, non si deve dimenticare che, alla sua fondazione, "prese le consegne" della "Schola cantorum" presente
a Milano fin dai tempi di sant'Ambrogio, nel IV secolo.
Fu allora che, in una Milano che era punto d'incontro tra varie culture, cominciarono a nascere canti particolari,
legati al culto e alla liturgia: erano i primi "pezzi" di un repertorio che, poi, sarà chiamato Canto Ambrosiano: lo
stesso vescovo Ambrogio, infatti, componeva melodie e testi di inni, che cantava in chiesa insieme ai suoi fedeli.
Fu lui, anzi, che radicò l'importanza del canto nella tradizione liturgica milanese.
Ancora oggi il canto ambrosiano fa parte del programma della Cappella Musicale del Duomo, che ha tenuto
sempre fede al suo ruolo di "custode": lo studio di questo antico repertorio è affidato a una sezione speciale di
cantori adulti, ma anche i "pueri" partecipano: come ai tempi di Ambrogio, studiano ed eseguono i brani a loro
riservati.
Amuso
Completamente privo di sensibilità musicale.
Anacrusico
Si dice A. (pronuncia anacrùsico) il ritmo iniziale di un passo, avente la caratteristica di presentare una o più note
in levare. La tipica scrittura prevede che queste note siano inserite in una porzione di misura, più corta della
misura prevista dalla frazione metrica, conteggiata come misura zero e detta, appunto, misura anacrusica.
Ancia
Piccola linguetta di legno di bambù o di altro materiale, posta in diversi strumenti musicali all'interno
dell'imboccatura (ancia semplice: clarinetto, sax...) o costituente l'imboccatura stessa in quanto formata da due
linguette sovrapposte (ancia doppia: oboe, fagotto...) ed utilizzata per mettere in vibrazione la colonna d'aria.
Andamento
Velocità delle serie metriche, indicata all'inizio del brano, sopra il rigo musicale o il sistema attraverso indicazioni
verbali.
Le principali indicazioni di A. sono (dalla più lenta alla più veloce):
• Grave
• Largo
• Lento
• Adagio
• Andante
• Moderato
• Allegro
• Presto
Queste indicazioni sono spesso modificate attraverso l'aggiunta di comparativi di maggioranza o minoranza (es.
Poco Allegro), di superlativi e diminutivi (es. Prestissimo) o con ulteriori espressioni che chiariscano meglio il
carattere del brano in questione (es. energico, appassionato).
L'A., da Ludwig van Beethoven in poi, è stato specificato con estremo rigore usando il metronomo.
Un'indicazione particolare, posta accanto all'A., è la dicitura "In uno".
Anecoica, camera
Stanza concepita in modo tale da ricreare una completa assenza di riflessioni del suono, con particolari forme e
materiali fonoassorbenti.
Il termine, dal greco, significa "privo di eco", ed è particolarmente utile per studi in laboratorio sui materiali e per
strumenti elettronici in assenza di interferenze. Una versione più semplice è quella tipicamente realizzata negli
studi di registrazione dove si cerca un suono pulito e fedele, in particolare per strumenti con cassa di risonanza
(come quelli a corde) o voce che soffrono della presenza di eco. Uno degli effetti curiosi è la perdita di equilibrio:
l'orecchio, infatti, che è il giroscopio naturale dell'uomo, basa la sua percezione anche sull'eco. La sua assenza,
artificiale, ne compromette parzialmente l'efficacia.
Anemitonico
Privo di semitoni, detto soprattutto in riferimento alle scale. Si oppone a emitonico
Archetto
Bacchetta di legno utilizzata per mettere in vibrazione le corde degli strumenti a corda. Il legno più utilizzato è il
pernambuco, per via dell'eccellente proprietà di propagazione delle vibrazioni. La bacchetta è lievamente arcuata
all'esterno mentre all'interno viene posizionata una fascia di crini di cavallo, incollata alle due estremità dello stelo
in modo da rimanere in costante tensione. La ruvidità dei crini del cavallo viene aumentata strofinando su di essi
una sostanza resinosa allo stato solido, detta colofonia o pece. I crini, così trattati, possono essere passati sulle
corde e produrre suono.
Archi
Famiglia di Strumenti musicali nei quali il suono è creato sfregando la corda con un archetto. Sono classificati
come cordofoni a frizione.
Armonia
Arte e scienza che studia la formazione e la concatenazione degli accordi nella musica colta occidentale.
Armonica, scala
Una delle specie modali del modo minore, consistente nell'alterazione ascendente del VII grado (1) della scala,
tale da creare un intervallo di 2ª aumentata tra VI e VII grado. Per tale motivo, la specie modale armonica non
viene considerata diatonica.
Armonici, suoni
1. S.a. naturali. Vibrazioni multiple della vibrazione fondamentale e coesistenti con essa. Ogni suono contiene S.a.
in proporzione e con intensità diversa e questo contribuisce, insieme al transitorio d'attacco e d'estinzione del
suono, alla differente percezione del timbro
2.
I S.a. naturali sono alla base stessa del funzionamento della maggior parte degli strumenti a fiato, in particolare
degli ottoni.
S.a. artificiali. Suoni ottenuti negli strumenti a corda isolando i S.a. attraverso lo sfioramento della corda con la
mano in determinati punti. Il risultato è un suono diafano e debole, molto utilizzato dai compositori.
Arpa
Strumento musicale della famiglia dei cordofoni a pizzico.
Arpeggio
Abbellimento consistente nell'eseguire le note di un accordo non simualtaneamente ma progressivamente, in
genere dalla più grave alla più acuta.
Arrangiamento
Adattamento di un brano musicale per un organico diverso da quello previsto originariamente. Per elaborazione,
invece, si intende che il brano in questione nell'atto della trasposizione, viene anche modificato, a volte
sensibilmente.
Ascendente
È un termine utilizzato sia nella teoria degli intervalli melodici nei quali il primo suono sia più grave del secondo,
che, per estensione, nelle scale, quando esse si sviluppino dal grave all'acuto.
Asincronia
L'A. (pron. asincronìa) si verifica quando due eventi non si hanno inizio esattamente nello stesso istante. È
l'opposto di sincronia.
Assolo
Si dice di una breve sezione solistica presente in un brano orchestrale o cameristico. La dicitura è frequente in
ambito jazz, rock e pop.
Atarassia
Apatia, mancanza di trasporto nell'esecuzione musicale.
Attacco
1. Inizio di un brano musicale o di una parte significativa. Spesso in orchestra viene chiamato A. l'entrata di uno
strumento che non stava suonando, spesso anticipata dall'A. del direttore d'orchestra (cfr. il seguente).
2.
Gesto direttoriale che mira non solo alla sincronizzazione degli esecutori ma anche a rendere immediatamente
percepibili tutta una serie di informazioni (l'andamento, le dinamiche, l'atmosfera, ecc.) musicalmente
importantissime ma non ancora esplicitate e che dovrebbero essere tutte presenti in potenza nel gesto d'A.. Viene
considerato uno dei gesti direttoriali più importanti.
Ausiliaria, nota
// Accessoria, nota
Indice
ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ?
B
La lettera B indica la nota SI nella notazione letterale utilizzata nei paesi anglosassoni; in Germania indica la nota
SI b.
Bc
Abbreviazione di basso continuo.
Bachiana, scala
Scala minore melodica discendente.
Balzato
Nella tecnica degli strumenti ad arco il balzato consiste nel calibrare il peso del braccio destro e la velocità
dell'archetto in modo tale da sfruttarne la naturale elasticità e permettere che rimbalzi sulla corda.
Bar
1.
2.
Abbreviazione di Baritono
Termine inglese corrispondente all'italiano misura o battuta.
Baritono
Registro maschile che, come estensione si colloca tra il basso e il tenore.
Basso
1.
2.
3.
4.
5.
B. d'armonia. / Armonia; Armonia
B. fondamentale. Nota che da origine ad un accordo.
B. generale o fondamentale o numerato o cifrato.
Registro maschile corrispondente alla voce più grave.
B. albertino..
Basso continuo
Prassi osservata dal XVII secolo fino agli inizi del XIX, consistente nell'utilizzare strumenti in grado di produrre
accordi (come il clavicembalo, il liuto, il chitarrone, l'organo, e simili) per realizzare la base armonica di una
composizione. L'aggettivo continuo si riferisce alla presenza costante all'interno della composizione di questo
accompagnamento, il quale era strettamente legato alla parte più grave della composizione – il basso, appunto –
detto anche bassus generalis o fundamentalis. Spesso il basso era raddoppiato da strumenti di tessitura grave come
il fagotto, il trombone e, più frequentemente, dalla viola da gamba, dal violoncello, dal violone o dal contrabbasso.
Per semplificare questa pratica, si ponevano dei numeri al di sopra del basso, attraverso i quali il continuista
doveva ricavare gli accordi necessari. Di qui il nome alternativo di basso numerato o cifrato. Questa pratica trova
similitudini con le indicazioni usate nella musica jazz, pop e rock, dove peraltro le indicazioni sono spesso molto
sommarie se confrontate con quelle antiche.
Battere
Il B. (o tesi) è quella parte del metro interessata da un accento (2) metrico, con particolare riguardo al primo tempo
di una misura. Analogo significato è l'espressione corrente in B. (in opposizione a in levare).
Battimenti
I battimenti sono un fenomeno legato all'interferenza tra due onde sonore e si manifesta come una fluttuazione
dell'intensità. Ai B. sono collegati il Terzo suono di Tartini e la nota del lupo e si utilizzano normalmente
nell'accordatura degli strumenti a corda (lo strumentista riconosce l'accordatura migliore perché è quella nella
quale il bicordo da accordare è privo di B.). In organaria vengono utilizzati per la costruzione di alcuni registri,
detti appunto battenti come l'Unda maris o la Vox humana.
Battuta d'aspetto
Abbreviazione musicale per cui nelle parti staccate più misure vuote sono raccolte in un'unica misura sormontata
da un numero che indica quante misure sono state abbreviate.
Bel
Il bel, simbolo B è un unità di misura usata per esprimere il rapporto tra due grandezze omogenee; in musica, si
utilizza il suo sottomultiplo decibel (1dB = 0,1B) come unità di misura dell'intensità del suono.
Bemolle
Alterazione (1) ( ) indicante un suono più grave di un semitono rispetto al medesimo suono naturale.
Bend; Bending
Glissando ottenuto nella chitarra, soprattutto in quella elettrica, con la mano sinistra dell'esecutore, premendo la
corda e spingendola verticalmente con il polpastrello (in inglese bending), realizzando in tal modo un glissando
ascendente, o agendo sulla leva del vibrato in dotazione allo strumento. Il B. può raggiungere la distanza di tono,
che nell'intavolatura è segnato con full, o distanze diverse, misurate nell'intavolatura attraverso frazioni di tono
(1/2 sta per semitono, 3/4 per 3/4 di tono, e così via). Release è invece l'effetto di glissando ottenuto dal rilascio
della corda precedentemente tirata. Infine, il pre-bend (o ghost-bend) è il tiraggio della corda senza glissando
ascendente; normalmente al pre-bend segue il release.
Bequadro
Simbolo che annulla l'alterazione precedentemente indicata.
Bicordo
Sinonimo di intervallo armonico.
Big band
Sviluppatesi a partire dalla fine degli anni venti le big band sono il gruppo musicale più ampio utilizzato nel jazz),
costituito tipicamente da 4 trombe, 4 tromboni, 2 sax alti, 2 sax tenori, un sax baritono, pianoforte, contrabbasso, e
batteria, e più raramente chitarra, clarinetti o percussioni.
Bordone
1. Suono grave tenuto, tipico di molta musica etnica e popolare (si pensi ai suoni tenuti delle cornamuse);
nella musica occidentale colta, si può considerare una forma di B. il pedale.
2. Registro organistico dotato di canne di legno o metallo tappate, è solitamente presente in tessitura di 16,
8, 4 piedi.
Bitonale
Caratterizzato dalla sovrapposizione di due distinte tonalità.
Block chord
È un termine inglese che si riferisce ad una tecnica pianistica, mutuata da procedimenti di armonizzazione per Big
band, in cui si costruiscono degli accordi sulla base di una melodia, in modo da raddoppiare il tema al basso
(suonato al piano con la mano sinistra) e da aggiungere una armonizzazione a blocchi di quattro voci che si muove
omoritimicamente con la melodia (suonati con la mano destra). Bill Evans era mancino e talvolta faceva il
contrario.
Blue note
Si definiscono blue notes il terzo, il quinto, ed il settimo grado della scala, abbassati di un semitono e suonati
legermente calanti. Esse derivano dall'utilizzo di scale pentatoniche non temperate sovrapposte al modello
occidentale di scale diatoniche. Tipicamente utilizzate in un contesto tonale maggiore, sono caratterizzate da una
indefinitezza tonale che caratterizza alcuni tratti del jazz, del blues e della musica folk americana e inglese.
Blues
Il blues è un genere musicale nato a metà del 1800 nelle piantagioni che si snodavano lungo la Cotton Belt negli
USA. È il padre della musica moderna: generi come il rock il jazz e tutti i generi da loro derivati hanno preso vita
dalle sonorità blues dei primi anni del 1900.I primi musicisti blues ("bluesmen") conosciuti sono nati in Louisiana
intorno a New Orleans sul delta del fiume Mississipi.
Bouchés
Nella tecnica del corno, si dicono suoni B. – cioè suoni chiusi – quelli ottenuti infilando la mano nel padiglione;
essi vengono notati con una crocetta (+) mentre il ripristino dei suoni aperti è segnalato con un cerchietto posto
sopra le note interessate ( ). L'effetto sono suoni nasali di intonazione molto crescente tanto che l'esecutore, per
eseguirli, deve spostarsi un semitono più in basso. Attualmente alcuni corni hanno una leva speciale che effettua
automaticamente l'operazione di trasporto un semitono sotto.
BPM
I battiti per minuto (bpm) sono una unità di misura di frequenza di derivazione anglosassone, equivalente, in
musica, all'indicazione metronomica MM.
Break
Sinonimo di pausa.
Breve
1.
2.
// Figura
Alla B. Indicazione che può o no essere aggiunta al simbolo di tempo tagliato – un semicerchio barrato (¢) –
attualmente equivalente alla frazione metrica 2/2. Il termine si riferiva originariamente alla pratica di raddoppiare
tutti i valori musicali del brano, passando dal tactus alla semibreve al tactus alla breve, da cui poi il nome. Faceva
parte della pratica delle proportiones, tra le quali costituiva la proportio dupla, diminutio o diminutio simplex e
veniva indicata, a parte con il citato semicerchio barrato, anche con un semicerchio seguito da un 2 (c2).
C
La lettera C indica la nota DO nella notazione letterale utilizzata nei paesi anglosassoni e di lingua tedesca.
Cacofonìa
Sensazione musicale sgradevole. In opposizione a eufonìa.
Cadenza
1. Successione di due accordi aventi funzione sintattica. Le C. si dividono in due grandi categorie (con i numeri
romani verranno di seguito indicati i bassi reali della struttura armonica):
• cadenze finali, usate per conludere un brano o parti importanti di esso, quindi analoga funzione
grammaticale del "punto" in grammatica; a loro volta si dividono in:
o cadenza perfetta = V-I, rigorosamente in stato fondamentale
o cadenza plagale = IV-I
• cadenze sospese, usate con funzione sintattica diversa, come la "virgola", il "punto e virgola", il "punto
esclamativo" in grammatica; si dividono in:
o cadenza imperfetta = V-I ma con uno dei due accordi o entrambi in stato di rivolto
o cadenza alla dominante = I-V, II-V, IV-V, VI-V
o cadenza evitata = V-VI (cadenza d'inganno), V-IV, V-II
2. Nel canto monodico (come il canto gregoriano) per C. si intendono le varie formule melodiche con le quali si
conludono le frasi musicali.
3. Con C. si intende anche quella sezione solistica del concerto (1) nella quale l'orchestra non suona (in partitura è
segnalato a volte con l'indicazione latina tacet) ed il solista esegue un passo dichiaratamente virtuosistico. In
passato queste sezioni potevano essere improvvisate estemporaneamente.
Cambio di armonia
Il passaggio da un accordo ad un altro. Il cambiamento che si avverte porta con sé un accento (1) tonico, in base al
quale si organizzano le note ornamentali melodiche.
Canone
Forma di imitazione contrappuntistica basata sul principio della ripetizione esatta di un tema da parte di una voce
imitante. La voce principale è detta dux o antecedente, mentre la seconda voce è detta comes o conseguente. Nei
canoni con un numero di voci superiori a due, ciascuna voce nuova, (comes) diventa il dux della voce successiva.
Ciascuna voce può entrare alla stessa altezza delle precedenti (come ad esempio in Fra' Martino Campanaro) o ad
una altezza diversa. Si chiamano quindi, per estensione, canone alla quarta o alla quinta, ad esempio, canoni nei
quali la prima nota del comes si situa ad un intervallo di quarta o di quinta rispetto alla nota di partenza del dux.
I diversi tipi di canone codificati dalla tradizione si rifanno anche alle tecniche di elaborazione delle singole voci.
Abbiamo così, ad esempio:
• il canone rovesciato
(nel quale il comes è costruito rivoltando gli intervalli del dux)
• il canone retrogrado o cancrizzante
(in cui il comes viene realizzato riproducendo la melodia del dux dall'ultima nota alla prima)
• il canone diminuito
(in cui il comes viene ottenuto riducendo la durata delle note del dux)
• il canone aumentato
(in cui il comes viene realizzato aumentando la durata delle note del dux).
Un esempio straordinariamente efficace dell'applicazione della tecnica del canone si può trovare nell'Offerta
Musicale di Johann Sebastian Bach.
Canto
Il canto è il termine che si riferisce alla produzione di suoni e musica con la voce, ovvero identifica l'atto di
emettere suoni modulati.
Colui che canta viene detto cantante.
Un gruppo musicale composto principalmente da cantanti (più precisamente cantori) viene definito coro, quando il
coro esegue musica senza accompagnamento musicale si parla di canto a cappella.
Capotasto
Negli strumenti a corda con tastiera (come la famiglia degli archi o delle chitarre, la parte conclusiva del manico
situata verso i piroli; costituisce l'inizio della porzione di tastiera sulla quale agiscono le dita dell'esecutore per
ottenere cambi di altezza del suono.
Caratteristica
1. I gradi per i quali il modo maggiore e quello minore differiscono tra loro. Sono il III, il VI e il VII.
2.
I suoni di differenza tra una tonalità e l'altra. Ad esempio, nota C. tra DO maggiore e SOL maggiore è il FA ( in
3.
DO, in SOL).
Una delle denominazioni del terzo grado di una scala eptatonica (insieme a modale e mediante). /
aratteristica
Cartina
Pagina musicale per voci contenente solamente i passaggi solistici di una voce del coro.
Cent
La centesima parte di un semitono del sistema temperato. Ideata da Alexander Ellis, è un'unità di misura molto
usata, soprattutto negli studi sul temperamento. Nel temperamento equabile si hanno quindi semitoni di 100 cent,
toni di 200c, mentre l'ottava misura 1200c.
Centrale, Do
Do situato nell'ottava centrale, tenuto presente l'insieme di tutte le estensioni degli strumenti e delle voci.
Attraverso gli indici di ottava viene contraddistinto dal pedice 3 (Do3)
Chase
Nella terminologia inglese tipica del jazz per chase (o anche trading four o trading eight) si intendono piccoli
scambi di improvvisazione, generalmente di 4 o di 8 battute ciascuno, fra strumenti, in particolare tra i solisti e la
batteria.
Chiave
In musica, C. è un segno convenzionale posto sul rigo ed utilizzato per assegnare ad una delle linee un suono
prestabilito, detta per questo linea di C.: la nota posta su tale linea assumerà l'altezza in questione, permettendo
quindi di ricavare l'altezza di tutte le altre note.
• Chiavi. Esistono tre tipi di C. (per il significato dei pedici che contraddistinguono le note, consulta la
voce indici di ottava):
Chiavi
di SOL3
•
di Do3
di FA2:
Posizioni. Ad ogni C., quando posta su un pentagramma, viene attribuito un nome diverso a seconda della
linea sulla quale viene posta (le linee sono numerate dal basso verso l'alto). Di solito i nomi scelti sono
stati desunti dai registri vocali. Avremo quindi:
posizioni delle chiavi
di SOL3
•
•
sulla 1ª linea = C. di violino
francese
sulla 2ª linea = C. di violino
di DO3
•
•
•
•
sulla 1ª linea = C. di
soprano
sulla 2ª linea = C. di
mezzosoprano
sulla 3ª linea = C. di
contralto
sulla 4ª linea = C. di tenore
Chitarra
Strumento musicale appartenente alla famiglia dei cordofoni a pizzico.
di FA2:
•
•
•
sulla 3ª linea = C. di
baritono
sulla 4ª linea = C. di basso
sulla 5ª linea = C. di basso
profondo
Ciclico
In musica C. è un termine utilizzato quando in una composizione costituita da più brani (come la Sinfonia), si
assiste alla ricomparsa dello stesso materiale tematico in movimenti diversi. Si parlerà quindi di Sinfonia ciclica,
di Sonata ciclica, ecc.
Circolo delle quinte
Viene così denominato l'insieme delle tonalità (in genere quelle maggiori) le cui toniche siano tra loro legate da un
intervallo di 5ª giusta: in tal modo, tra l'una e l'altra scala vi è una sola nota differente. Tutte queste tonalità
possono essere disposte in un cerchio ideale, da cui il termine. Nell'esempio, il C.d.Q. costituito dalle tonalità
maggiori; in blu quelle con i diesis e in giallo quelle con i bemolle:
circolo delle quinte
Da notare che le ultime tre scale con i diesis sono omofone delle ultime tre con i bemolle Do#-Reb, Fa#-Solb, SiDob).
Clarinetto
Strumento musicale classificato tra gli aerofoni ad ancia semplice. In orchestra fa parte della famiglia dei legni.
Clarinetto basso
Strumento musicale di estensione corrispondente all'incirca ad 1 ottava inferiore al clarinetto ordinario.
Cluster
In ingl. grappolo. Il termine è usato per indicare gli agglomerati sonori costituiti da note molto ravvicinate tra loro,
la cui raffigurazione nella notazione tradizionale somiglia molto ad un grappolo d'uva.
Coda
1.
2.
Sezione terminale di un brano, in genere appendice di una sezione più ampia già precedentemente udita senza C.
Nella forma-sonata la C. è situata a volte al termine della ripresa e si distingue dalla codetta perché quest'ultima è
stata già precedentemente utilizzata al termine dell'esposizione mentre la C. è un materiale del tutto nuovo,
aggiunto al termine del movimento per enfatizzarne la conclusione.
Nella fuga, la parte che dal soggetto che si raccorda al controsoggetto.
Comma
Negli studi relativi al temperamento, si definisce comma un intervallo di scarto risultante dalla differenza tra due
intervalli strutturali all'accordatura presa in esame. I C. storicamente più rilevanti sono:
• C. pitagorico o ditonico, corrispondente a 23,46 cents
• C. di Didimo o sintonico, pari a 21,51 cents.
Commetrico
Da con-metro: insieme, corrispondente al metro. C. indica la coincidenza di una qualunque forma di accento con
l'accento metrico. Si oppone a commetrico.
Composto
1. Metro C. Nella metrica musicale con C. si intende il metro avente i tempi ripartiti in 3 suddivisioni. / Metro
2. Intervallo C. Nella classificazione degli intervalli, C. si chiama ogni intervallo eccedente l'ottava. / Intervallo
3. Sincope C. Una sincope si dice C. quando formata da più note in sincope.
Concerto
1. Composizione strumentale generalmente concepita per orchestra e strumento solista. Più raramente si incontrano
due o più strumenti solistici: in questo caso spesso si parla di Sinfonia concertante. Si articola in 3 movimenti, il
primo dei quali strutturato praticamente sempre in forma-sonata e di andamento mosso. Il secondo movimento è
lento ed espressivo mentre il terzo e ultimo movimento è veloce. Il C. ha, nella stragrande maggioranza dei casi,
una tendenza al virtuosismo nella parte solistica; tendenza che ha generato l'uso di interpolare all'interno dei
movimenti sezioni solistiche definite cadenze (3), nelle quali il solista dà prova delle proprie capacità tecniche.
// Concerto (composizione musicale); Orchestra
2. C. è anche il termine utilizzato per indicare un'esecuzione musicale pubblica.
Conductus
Il C. era un canto monodico sorto attorno all'XI secolo, sembra in occasione dei riti processionali della messa
cattolica (conductus dal latino conducere, condurre). Nel XIII secolo è ormai una composizione di tipo polifonico,
omoritmica (con le voci tutte procedenti con il medesimo ritmo) e di contenuto profano. Caratteristica saliente del
C., sia monodico che polifonico, è il tenor inventato ex novo dal compositore, contrariamente alla prassi comune
del periodo.
Conduttore
1. C. o direttore è il musicista incaricato di organizzare le prove d'orchestra e di guidare il complesso strumentale
durante le esibizioni. L'impegno può essere assunto, a tratti, dal violino di spalla dell'orchestra o da altro
strumentista preposto oppure, in occasione di concerti (1) per strumento e orchestra, dal solista. / Direttore
d'orchestra
1.
Parte di strumento C. Parte strumentale nella quale sono appuntati gli attacchi (1) dei vari strumenti in modo che
l'esecutore, oltre a suonare il proprio strumento, possa anche dirigere il complesso strumentale.
Congiunto, grado
Intervallo di ampiezza variabile, intercorrente tra un grado di una scala e il seguente o il precedente.
Consonanza
In musica, con i termini consonanza e dissonanza ci si riferisce all'effetto prodotto dall'interferenza di due suoni
prodotti simultaneamente. Il fenomeno è ancora in fase di studio.
• nella consonanza, si ha l'impressione che i due suoni si fondano tra loro, secondo una graduazione che
vede al primo posto gli intervalli di unisono, di 8ª, di 5ª e di 4ª, detti per questo consonanze perfette, per
poi proseguire con un grado di consonanza minore, detta imperfetta, attribuita agli intervalli di 3ª e di 6ª
maggiori e minori.
• nella dissonanza si ha l'effetto opposto: i due suoni danno una sensazione di disomogeneità e di
discordanza. Nella trattatistica, gli intervalli dissonanti sono la 2ª e la 7ª maggiori e minori e il tritono,
cioè l'intervallo di 4ª aumentata o di 5ª diminuita.
Continuista
È detto C. l'esecutore che realizza sugli strumenti polifonici tipici del basso continuo (clavicembalo, clavicordo,
organo, liuto, tiorba, chitarrone, ecc.) le numeriche apposte dal compositore.
Contrabbasso
Cordofono a frizione della famiglia delle antiche viole, più che di quella del violino, avendo tutt'oggi
caratteristiche differenti dalla restante famiglia degli archi (fra tutte, forma arcuata e accordatura per quarte).
Viste laterale e frontale di un contrabbasso moderno con arco francese
Contrametrico
Da contro-metro: differente, discordante dal metro. C. indica la discordanza di una qualunque forma di accento
con l'accento metrico. Si oppone a commetrico.
Contrappunto
Dal latino punctum contra punctum, espressione che, a partire dal XII secolo, indicava l'arte di saper contrapporre
ad una nota (punctum) di un canto, una nota in un'altra voce, secondo principi volti a preservare la sensazione di
polifonia.
Contrattempo
Variante meno corretta di controtempo.
Controfagotto
Aerofono ad ancia doppia. Ha un'estensione approssimativamente situata all'ottava inferiore del fagotto.
Corale
1. Forma polifonica tardo cinquecentesca, nata in ambito luterano. Consta di una melodia concepita con
accompagnamento e composta da più frasi testuali alle quali corrispondono altrettante frasi musicali. La fine di
ogni frase è contraddistinta da una corona (che non ha, quindi, il significato di allungamento del suono). / Corale
2. Con C. spesso si intende anche una piccola formazione vocale, di solito avente funzione liturgica.
-cordo
Suffisso indicante un certo numero di suoni tra loro in grado congiunto. Si avrà quindi il tri-C. (es. do-re-mi), tre
suoni, il tetra-C. (do-re-mi-fa), quattro, ecc. Fa eccezione il termine bicordo, indicante due suoni qualsiasi eseguiti
simultaneamente.
Cordofoni
Strumenti nei quali il suono viene ottenuto attraverso una o più corde vibranti. Essi vengono normalmente distinti
in C. a pizzico, a sfregamento e a percussione; se le corde vengono messe in vibrazione attraverso un sistema
meccanico collegato ad una tastiera, si attribuisce alla classificazione l'aggettivo indiretto:
• C. a pizzico (clavicembalo (indir.), spinetta (indir.), virginale (indir.), liuti, chitarre, sitar, ukulele,
mandolino, cetre, arpe, lire, salteri): la corda viene dapprima tesa e quindi rilasciata usando le dita o un
apposito oggetto di materiale flessibile detto plettro; la vibrazione ottenuta è soggetta ad un decadimento
veloce del suono; / ADSR; Clavicembalo; Spinetta; Virginale; Liuto; Chitarra; Sitar; Ukulete;
Mandolino; Cetra, Arpa; Lira; Salterio
• C. a sfregamento (violino, viola, violoncello, contrabbasso, viole da gamba e da braccio, viella, ribeca,
rebab, arco musicale, ghironda (indir.), tromba marina, crotta): dalla corda si ottiene una vibrazione
continua attraverso l'uso di un arco musicale, di solito un bastone sul quale siano stati tesi crini di cavallo
opportunamente trattati per accentuarne la ruvidezza; / Arco; Violino; Viola; Violoncello;
Contrabbasso; Viole; Viella; Ribeca; Rebab; Arco musicale; Ghironda; Tromba marina; Crotta
• C. a percussione (clavicordo (indir.), pianoforte (indir.), cimbalon): il suono viene ottenuto battendo sulla
corda attraverso bastoncini di legno ricoperti di vario materiale ed è soggetto ad un decadimento minore
rispetto agli strumenti a pizzico. / ADSR; Clavicordo; Pianoforte; Cimbalon
Coro
1.
2.
Nome dato alla coppia di corde tipica di alcuni cordofoni (ad esempio, la Vihuela).
Termine corrente che designa un insieme vocale. Si dice a voci pare quando le voci utilizzate sono solo femminili
o solo maschili, a voci dispare se i registri sono parte maschili e parte femminili. Per C., attualmente, si
sottintende un C. a voci dispare formato da 4 voci: soprani, contralti, tenori e bassi.
Corona
La C. è un simbolo musicale che prescrive l'allungamento del valore della figura musicale sopra o sotto la quale è
posta.
corona
Fino al 1700 poteva però essere utilizzato anche come signum congruentiae, vale a dire come facente parte dei
segni utilizzati per indicare l'inizio o la fine di determinate sezioni. Ancora ai tempi di Bach, la C. posta alla fine
delle varie frasi del corale (1) o delle arie con da capo ha questo significato.
Cromatico
1. Che procede per semitoni, a somiglianza del πυκνóν (pycnòn) nel tetracordo di genere cromatico della teoria
musicale della Grecia antica. In tal senso, il termine si oppone a diatonico (1). / Grecia; Cromatico; Naturale
2. Semitono C. risultante tra due note aventi stesso nome (ad es. DO-DO#). In opposizione a semitono diatonico (2).
3. Scala C. Scala formata da 12 suoni disposti a distanza fissa di semitono l'uno dall'altro e per questo annoverata tra
le scale equalizzate.
Cromatismo
Nel senso corrente, procedimento per semitoni.
Cup
Piccola sordina per ottoni, relativamente poco usata, costruita in materiale fibroso.
D
Indica la nota re nella notazione letterale utilizzata nei paesi anglosassoni e di lingua tedesca.
DC
Abbreviazione per Da Capo.
Da Capo
Locuzione che prescrive la ripetizione del brano dall'inizio fino all'indicazione Fine (che, quindi, deve essere
ignorata durante la prima lettura). È tipica dell'aria detta appunto «con Da Capo».
Decibel
I decibel (simbolo dB) sono un sistema logaritmico di esprimere il rapporto fra due valori; sono un sottomultiplo
del poco usato Bel: 10dB = 1B. La differenza in dB fra due numeri (o due grandezze fisiche dello stesso tipo),
come due potenze N1 e N2 è:
.
Questo sistema di calcolo delle grandezze è particolarmente comodo quando si deve fare uso di formule con
moltiplicazioni o divisioni, che con i decibel si trasformano in somme e sottrazioni, semplificando i calcoli.
In acustica vengolo usati i dBSPL per indicare il livello di pressione sonora. La sigla SPL, infatti, sta ad indicare
Sound Pressure Level. Si calcolano in questo modo:
dove I0 indica l'intensità della soglia di udibilità, pari a 20µPa = 20x10-6 Pa.
Deponente
Il D. o pedice è un numero scritto in carattere minore e posizionato in basso rispetto agli altri caratteri. In musica è
utillizzato per indicare gli indici di ottava
Diacronia
(Pron. diacronìa)
In teoria musicale intervallo diacrònico è sinonimo di salto o intervallo melodico, in opposizione a intervallo
sincronico (o bicordo o intervallo armonico).
Diapason
1. Strumento metallico utilizzato nell'accordatura. Consta di due rebbi che, messi in azione tramite percussione,
emettono un suono determinato. Normalmente questo è costituito dalla nota "la", corrispondente a 440 Hz.
/ Diapason.
2. (Propriamente, diapasòn) Nella teoria musicale dell'antica Grecia, intervallo di ottava.
Diastematico
Che produce diastemazia.
Diastemazia
(Pronuncia diastemazìa) Si dice di una notazione che stabilisca con esattezza gli intervalli tra un suono e l'altro e,
in definitiva, l'altezza assoluta di questi. L'aggettivo diastematico si oppone a adiastematico che indica, quindi, un
sistema notazionale che non determini in modo univoco l'altezza dei suoni.
Per fare un esempio, la notazione occidentale odierna è diastematica mentre quella neumatica medievale (con la
quale si notavano le melodie gregoriane) era adiastematica.
Diatonia
1. Si dice D. in una composizione l'utilizzo delle sole note appartenenti alla scala interessata, senza suoni estranei.
2. Sostantivo dell'aggettivo Diatonico, più usato.
Diatonico
1. Successione intervallare basata su serie di toni separati a tratti da un semitono isolato, così come presente nel
tetracordo diatonico greco. Il termine si contrappone normalmente a cromatico. / Grecia; Cromatico; Diatonico;
Naturale
2. Scala D. Scala che procede secondo i principi del diatonismo (vedi sopra), con successioni di 1, 2, 3 o 4 toni
intervallati da un singolo semitono; i semitoni all'interno della scala non possono essere più di due in totale. In tale
senso, la scala minore armonica non è considerabile una scala D., in quanto i semitoni presenti all'interno di essa
sono tre (tra II e III grado, tra V e VI e tra VI e VII), cosa che produce un intervallo di 2ª aumentata tra VI e VII
grado, intervallo incompatibile con la definizione precedente.
Diesis
1.
(Pronuncia dièsis) Alterazione (1) ( ) indicante un suono più acuto di un semitono rispetto al medesimo suono
naturale. / Bemolle; Bequadro; Diesis; Bequadro; Bemolle
2. (Pronuncia dìesis) Alterazione di quarto di tono nella teoria musicale della Grecia antica.
Diminuito
1. / Intervallo; Intervallo
2. Accordo di settima D. Accordo di settima costruito sul VII grado di una scala minore (armonica) (ad es., in la
minore il sol ) e formato da 3e minori sovrapposte (seguendo l'es. precedente: sol -si-re-fa).
Dinamica
Dimensione della musica relativa all'intensità. Per estensione, qualunque differenziazione dell'intensità in un brano
musicale.
I principali segni di dinamica sono 6: pp (pianissimo), p (piano), mp (mezzopiano), mf (mezzoforte), f (forte), ff
(fortissimo), molto raramente scritti per esteso.
Oltre a questi vi sono i segni relativi agli accenti (1.) e le indicazioni di crescendo e diminuendo, spesso sostituite
dalle rispettive forchette:
Direzione
Uno dei parametri da definire nella classificazione degli intervalli.
Discanto
Con il termine D. si chiamò una delle prime forme polifoniche apparse in occidente (forse la prima vera forma
polifonica). Si trattava di un canto a due o tre voci nel quale le linee melodiche si direzionavano spesso per moto
contrario l'una rispetto all'altra, vale a dire in direzioni opposte. Si differenziava dall'organum in quanto le due
voci si muovevano in assoluta omoritmia. Il moto contrario frequentemente adottato produceva per la prima volta
in occidente la sensazione di polifonia (o diaphonia, secondo il termine dell'epoca) e dette avvio alla stagione della
musica plurilineare, al contrappunto e a tutte le esperienze musicali seguenti.
Dodecafonia
Metodo di composizione musicale codificato da Schoenberg nel 1923 ma risale già al 1907 nel compositore
l'esigenza di allontanarsi dai vincoli imposti dalla tonalità.
I dodici suoni della scala tonale vengono considerati "solo in relazione con se stessi" abbandonando il centro
tonale presente nelle scale tonali tradizionali.
Dominante
Quinto grado di una scala eptatonica.
Duina
Gruppo irregolare costituito da due figure musicali (o da valori equivalenti) che sostituiscono in quel determinato
metro tre figure del medesimo valore.
E
Indica la nota mi nella notazione letterale utilizzata nei paesi anglosassoni e di lingua tedesca.
Elettrofoni
Strumenti nei quali il suono viene prodotto o amplificato attraverso congegni di tipo elettronico. Essi si
ripartiscono in E.:
• a generatori elettromeccanici (organo Hammond)
• a oscillatori (onde martenot, teremin, trautonium)
• elettromagnetici (mellotron)
• a microprocessori (computer, sintetizzatori)
• semielettronici (strumenti tradizionali elettrificati; tipico esempio le chitarre elettriche)
Emitonico
(Pronuncia emitònico).
<Dal greco antico µιτόνιον, composto da µι e τόνος, "mezzo tono", cioè "semitono"> Si dice di scale o altre
strutture melodiche aventi semitoni. Si oppone a anemitònico, "privo di semitoni".
Enarmonia
(Pronuncia enarmonìa)
1. Nella teoria musicale della grecia antica, si diceva enarmonico il tetracordo avente come πυκνóν (pycnòn) tre
suoni a distanza di quarto di tono.
2. Attualmente con E. o omofonìa si intende la possibilità di scrivere il medesimo suono in diverse maniere (es.
DO
-RE ). Il concetto di E. si è rafforzato e diffuso soprattutto in seguito all'adozione del sistema temperato.
Enarmonico
Che segue i precetti dell'enarmonia (2).
Endecalineo
Rigo musicale costituito da 11 linee. Solitamente utilizzato nei solfeggi in unione con una chiave di do posizionata
al centro del rigo in corrispondenza della sesta linea e sopprimendo quest'ultima, in modo da ottenere due
pentagrammi. In tal modo il pentagramma inferiore è equivalente ad un pentagramma avente chiave di basso
mentre quello superiore ad uno in chiave di violino. Con l'E. sostanzialmente si introduce l'allievo alla lettura della
chiave di violino e di quella di basso, offrendone una visione contemporanea che fa meglio comprendere
l'estensione delle due chiavi e la loro complementarietà.
Equalizzata, scala
Si dice di scala nella quale gli intervalli che separano un suono dall'altro sono tutti uguali. Gli esempi più usati di
scala E. sono la scala cromatica e la scala esatonale.
Esatonale, scala
Nota anche come scala esafonica o esatonica, è una scala nella quale tra un grado ed il successivo vi sia sempre un
intervallo di tono. Per tale motivo fa parte della scale equalizzate.
F
Indica la nota fa nella notazione letterale utilizzata nei paesi anglosassoni e di lingua tedesca.
Fiati
Vengono genericamente individuati con questo termine tutti gli strumenti a fiato presenti in orchestra. Essi si
dividono ulteriormente in legni e ottoni.
I più utilizzati sono:
• per i legni: il flauto, l'ottavino, l'oboe, il corno inglese, il clatinetto, il sassofono, il fagotto ed il
controfagotto.
• per gli ottoni: il corno, la tromba, il trombone, il flicorno e la tuba.
Figura
Rappresentazione grafica della durata relativa di un suono. La F. non esprime una durata assoluta perché è solo un
simbolo di rapporto; in questo senso, ogni F. rappresenta solo una durata doppia della F. immediatamente
inferiore.
Ecco di seguito le principali F. della musica eurocolta; nella colonna centrale sinistra la nota, cioè la figura che
esprime il suono, in quella centrale destra la pausa, la figura che esprime il silenzio; nell'ultima colonna, i rapporti
che regolano le durate tra le figure:
NOME
NOTA PAUSA RAPPORTI
semibreve o intero
minima o metà
semiminima o quarto
croma o ottavo
semicroma o sedicesimo
biscroma o trentaduesimo
semibiscroma o sessantaquattresimo
Al di là delle F. in tabella, esistono valori più alti e più bassi. La breve (nella scrittura odierna raffigurata come una
semibreve con due barre verticali alle estremità laterali), la lunga (una nota rettangolare con stanghetta) e la
massima (come la lunga ma con il rettangolo di lunghezza doppia) costituiscono valori più alti della semibreve. La
quintupla o centoventottesimo, la sestupla, ecc. sono valori più bassi della semibiscroma, tutti raffigurati da
progressivi incrementi della bandierina delle note o degli uncini delle pause.
Perché la durata di un suono sia effettivamente codificata, la F. deve essere associata ad una frazione metrica (e
quindi anche al metro da essa rappresentato) e ad un'opportuno andamento, magari corredato da indicazione
metronomica.
Figure irregolari
Con questo termine vengono indicati i raggruppamenti di note che, per eccesso o per difetto, non si inseriscono all'interno
della suddivisone ritmica indicata all'inizio di un brano. Ad esempio, se siamo in una battuta di 4/4 e vogliamo suonare 3
note di uguale durata, non esistendo una figura che da sola indichi quel valore scriviamo 3 minime sovrastate da una
legatura con un 3. Nel caso dell'esempio, otteniamo una terzina. In generale le f. i. prendono il nome a seconda del numero
di note che contengono (duina, terzina, quartina, quintina, sestina, settimina, ecc...)
Fill
(Dall'inglese to fill: «riempire»).
In genere è una indicazione riportata in un arrangiamento (tipicamente per Big band) che richiede all'esecutore di
improvvisare brevemente riempiendo lo spazio stabilito. Non si tratta di un assolo, ma di un commento al tema
musicale o ad un melodia cantata dal solista.
Fingerpicking
Tecnica con la quale i chitarristi di chitarra elettrica suonano il loro strumento esclusivamente con le dita (finger =
«dito» in inglese) senza l'ausilio di plettri, "penne" o altro. Nella chitarra classica è invece la tecnica ordinaria.
Fisica acustica
Scienza che studia il comportamento del suono e della propagazione delle onde sonore.
Flauto
Strumento musicale a fiato di origine antichissima, diffuso in tutte le culture musicali del mondo. Viene
classificato come aerofono ad imboccatura semplice diretta e ne esistono innumerevoli tipologie, accomunate dal
principio di funzionamento dello spigolo frangi-aria (un taglio contro cui viene indirizzato il fiato dell'esecutore):
questo spigolo spezza il flusso dell'aria in due e genera vibrazioni armoniche.
G
Indica la nota sol nella notazione letterale utilizzata nei paesi anglosassoni e di lingua tedesca.
Grado
1. Suoni formanti la scala. Sono contraddistinti attraverso numeri ordinali al genere maschile (primo G., secondo
G., ecc.) oppure con numeri romani (I, II, ecc.) o anche con apposite denominazioni legate alla funzione che
occupa quel grado all'interno della scala (Tonica, Sopratonica, ecc.). Ad esempio, nelle scale eptatoniche abbiamo
che:
• la prima nota è chiamata tonica
• la seconda nota viene chiamata sopratonica
• la terza nota può assumere tre nomi: mediante, modale o caratteristica
• la quarta nota sottodominante
• la quinta nota è chiamata dominante
• la sesta nota è chiamata sopradominante
• la settima nota può assumere due nomi: sensibile o sottotonica (a seconda che sia distante un semitono o
un tono dalla tonica superiore)
2. G. congiunto. G. immediatamente precedente o successivo ad una nota presa come riferimento. È sinonimo di
intervallo di 2ª. / Accessoria, nota.
3. G. disgiunto. Rispetto ad una nota presa come riferimento, G. ad essa non adiacente.
Gruppo irregolare
Gruppo ritmico non coincidente con le pulsazioni previste in quella determinata sezione del metro, con il quale si
pone quindi in contrasto, creando un'accentuazione contrametrica. La terzina e la sestina sono esempi di G.I.
H
Indica la nota si naturale nella notazione letterale utilizzata in Germania.
Hemiolia
(Pronuncia emiòlia). Corrette anche le forme emiolia (pronuncia emiòlia), emiola e hemiola (pronuncia emìola).
<Dal greco antico µιόλιος, composto da µι e λος, "uno e mezzo", cioè il rapporto 3/2> Nella teoria musicale
moderna di parla di H. per indicare un raggruppamento binario di due gruppi ternari. Ad esempio una H. in 6/8 si
ottiene raggruppando le crome in modo tale che l'accento (1) tonico si sposti dal 3+3 originario a 2+2+2.
Esempio di hemiolia nel primo tempo della sonata per pianoforte K332 di W.A. Mozart. Lo spostamento dell'accento a
misura 64 e 65 fa sì che due misure di 3/4 vengano percepite come 3 misure da 2/4
Hertz
In musica H. (abbreviato in Hz) è l'unità di misura dell'altezza del suono. Indica il numero di vibrazioni acustiche
per secondo. Notoriamente, il suono di riferimento per l'accordatura degli strumenti è il LA dell'ottava centrale del
pianoforte, corrispondente, in epoca moderna, ad un suono la cui altezza è 440 Hz.
In uno
Indicazione che il compositore appone accanto all'andamento per segnalare una particolare scrittura: ogni misura
del brano va considerata un tempo di una misura più grande, non determinata esattamente dalla frazione metrica.
In pratica, ogni stanghetta di misura non separa più una misura dall'altra, come nella scrittura usuale, ma divide un
tempo dal successivo. Il metro reale, non essendo più determinato con esattezza, va quindi ricavato
dall'accentuazione del brano stesso. Il compositore approfitta spesso di questa indicazione per effettuare cambi
metrici, creando in pratica composizioni a metro variabile senza che questi cambi siano effettivamente segnalati.
Si dice I.d.o. un numero scritto in carattere minore – detto pedice – posto dopo il nome di una nota per indicare
l'ottava alla quale quella nota appartiene. Per convenzione, in Italia l'ottava che ha inizio dal cosiddetto DO
centrale è detta "ottava 3" e il DO suddetto viene contraddistinto dal pedice 3: DO3; di conseguenza tutte le note
seguenti al DO3 saranno contraddistinte dallo stesso pedice: RE3, MI3, FA3, ecc. Le ottave precedenti all'ottava 3
saranno l'ottava 2, l'ottava 1, precedute a loro volta dalle ottave 0, -1 ("meno uno"), -2, ecc. mentre le ottave
seguenti saranno le ottave 4, 5, ecc. Il sistema degli I.d.o. permette di indicare con esattezza l'altezza di un suono
senza dover ricorrere alle note su rigo musicale.
Intavolatura
Metodo di notazione musicale, ampiamente adottato a partire dal 1500, in cui la durata e l'altezza delle note
vengono rappresentate con un codice di numeri, lettere e segni particolari. Questi segni vengono distribuiti su una
rappresentazione grafica schematica della tastiera dello strumento, e quindi l'intavolatura è caratteristica di ogni
singolo strumento (contrariamente alla notazione astratta di uso comune). Oggi viene adottata per indicare al
chitarrista di musica leggera la corretta posizione delle dita nei vari accordi. Nei fiati è usata nelle tabelle
sinottiche delle posizioni e talvolta insieme al rigo musicale per ricordare o suggerire determinate combinazioni di
tasti e fori.
Intensità
Dimensione del suono attinente alla forza con il quale esso è percepito. In musica viene segnalato attraverso i
simboli di dinamica. L'unità di misura in fisica è il decibel.
Interferenza
Fenomeno di sovrapposizione di due suoni. L'I., in musica, è responsabile delle sensazioni di consonanza e
dissonanza.
Intervallo
L'intervallo, in musica, è la distanza fra due suoni. Si dice di due note suonate contemporaneamente (intervallo
armonico) o in successione (intervallo melodico). // Intervallo.
Jam session
Si dice di evento musicale in cui i musicisti non sono parte di una formazione precostituita, ma formata
estemporaneamente. Normalmente la jam session è basata sull'improvvisazione: i musicisti suonano senza aver
provato assieme in precedenza i brani che stanno eseguendo; è frequente nel jazz e nel blues.
K
Prefisso utilizzato per indicare brani di Wolfgang Amadeus Mozart catalogati secondo il Catalogo Köchel
Legato
Modo di suonare le note unite l'una all'altra.
Libro corale
Pagina musicale per voci, nella quale queste siano scritte separatamente e sistemate su due facciate in modo da
essere lette a libro aperto. A volte alcune parti vocali sono stampate in modo da essere lette dagli esecutori posti di
lato o anche rovesciate, per chi è posto di fronte a chi legge il libro.
Lidia, scala
La scala lidia dovrebbe essere più propriamente chiamata modo lidio, in quanto non può essere avulsa dal contesto delle
sette scale modali. Secondo l'accezione odierna, che si distingue nettamente dal concetto dell'antica musica greca - che dava
lo stesso nome di "lidia" ad una scala discendente ben diversamente costruita - la scala lidia in questione è il modo che
inizia dal IV grado di una comune scala maggiore. Ad esempio, prendendo come riferimento la scala di Do maggiore (do re
mi fa sol la si do), la scala lidia sarà costruita sul IV grado della scala in questione, si chiamerà perciò "fa lidio", e sarà
dunque composta dalle note: fa sol la si do re mi fa. Analogamente, per esempio, la scala di re lidio si ottiene utilizzando le
stesse note della scala di La maggiore (di cui il re è IV grado); dunque si ha che la scala di re lidio è così composta: re mi
fa# sol# la si do# re. Quando una composizione è basata sulla scala lidia, pertanto ha un carattere modale, è necessario che
nella melodia sia particolarmente evidenziato il IV grado alzato, che si distingue a livello di sonorità dal quarto grado della
scala maggiore. Ad esempio, componendo in do lidio (do re mi fa# sol la si do) si metterà in evidenza la quarta lidia , nel
caso specifico il fa#, che contraddistinge questo modo dalla comune scala di do maggiore (nella quale il fa è naturale e non
diesis). Anche nell'armonia di una musica in modo lidio si darà la precedenza agli accordi che contengono la nota modale
caratteristica - nell'esempio precedente il fa#; così in do lidio saranno più utilizzati gli accordi di do maggiore (in qualità di
accordo tonale), di re maggiore, di fa# diminuito e di si minore (in quanto tutti e tre contengono il fa#). Il modo lidio è il
più brillante di tutti i sette modi, all'opposto del locrio che è il più cupo. Per l'orecchio occidentale assuefatto alle scale
maggiori e minori, suona come una scala maggiore con la sottodominante innalzata. E' particolarmente utilizzato nella
musica napoletana. La vecchia sigla della trasmissione serale 'l'almanacco del giorno dopo' prevedeva una melodia lidia.
Loudness
In quasi tutti gli amplificatori HiFi esiste un pulsante per l'inserimento del Loudness. L'inserzione di tale
dispositivo porta ad un miglioramento dell'ascolto, in quanto tiene conto dell'udito rispetto al livello di
riproduzione. In pratica il Loudness enfatizza i toni bassi e i toni alti quando il livello di ascolto è basso. A livelli
di ascolto elevati il loudness non interviene anche se inserito.
MM
Acronimo di Metronomo Mälzel, sigla che identifica l'indicazione metronomica dell'andamento di un brano
musicale in pulsazioni al minuto. // BPM, Metronomo, Tempo, Ritmo
Membranofoni
Famiglia di strumenti a percussione in cui il suono è generato da una membrana opportunamente tesa e percossa.
Generalmente le vibrazioni vengono amplificate da un'apposita cassa di risonanza. Sono strumenti dalla tradizione
antichissima che ancora oggi trovano un ampio uso in ogni genere musicale.
Metro
Ritmo di base di una composizione musicale, fondato sull'interazione di diverse ed infinite serie di pulsazioni,
dette serie metriche, in vario rapporto l'una con l'altra. Si parla di M. esplicito quando esso viene reso evidente
attraverso gli accenti (1) del brano; un M. si dice invece implicito quando la musica non presenta un'accentuazione
tale da suggerirlo.
•
Serie metriche. Le pulsazioni delle quali è formato il M. si dicono serie metriche ed hanno
tradizionalmente questo assetto:
•
•
•
•
serie delle misure, la serie metrica più lenta
serie dei tempi, più veloce della precedente e in rapporto di 2/1, 3/1,... fino ad 7/1 con quella precedente
serie delle suddivisioni, ancora più veloce ed in rapporto 2/1 e 3/1 con la serie dei tempi
le serie seguenti non hanno vocaboli che le contraddistinguano e si trovano tutte in rapporto 2/1 rispetto
alla serie loro superiore
•
Tempi per misura. Il M., in base al rapporto misure/tempi, si classifica in:
•
•
•
•
•
•
M. binario, 2 tempi per misura
M. ternario, 3 tempi per misura
M. quanternario, 4 tempi per misura
M. quinario, 5 tempi per misura
M. senario, 6 tempi per misura
M. settenario, 7 tempi per misura
I metri binario e ternario sono detti primari mentre gli altri sono secondari perché risultanti dall'addizione di due
o più metri primari.
I metri quaternario e senario sono detti secondari regolari perché risultanti dall'addizione dello stesso metro
primario per sé stesso (2+2 per il metro quaternario; 2+2+2 o 3+3 per il senario) mentre i metri quinario e
settenario sono detti irregolari perché ricavati dall'addizione di metri primari diversi (2+3 per il quinario e 2+2+3
per il settenario).
•
Suddivisioni per tempo. In base al rapporto tempi/suddivisioni, si dirà:
•
•
•
M. semplice, 2 suddivisioni per tempo
M. composto, 3 suddivisioni per tempo
M. àksak, variamente 2 e 3 suddivisioni per tempo
Metronomo
Congegno meccanico inventato ad inizio Ottocento dal tedesco Mälzel che emette una serie isocrona di pulsazioni
acustiche o luminose ed utilizzato per determinare con esattezza la velocità delle serie metriche di un brano
musicale. Unità di misura è il numero di battiti al minuto, che varia nella pratica comune tra 40 e 200. In genere si
utilizza la sigla "MM" (Metronomo Mälzel) accanto al numero di pulsazioni al minuto.
Misura
Per M. (o battuta) si intende tradizionalmente lo spazio del rigo musicale compreso tra due stanghette o tra l'inizio
del rigo e la prima stanghetta. In realtà si tratta di una serie metrica, l'unica ad avere una rappresentazione grafica
in partitura.
Monodia
Musica composta per una sola linea melodica senza accompagnamento.
Mordente
Gruppetto di note (in genere da 1 a 4) legate ad una nota principale.
// Abbellimento
Muting
Negli stumenti elettronici e negli apparecchi audio rappresenta l'azione dell'"ammutire" il suono, ovvero di
portarne il volume a zero rendendolo non udibile.
Napoletana
Scala minore armonica con il secondo grado abbassato.
scala napoletana
Naturale
Che appartiene alla scala naturale, cioè a quell'insieme di suoni corrispondenti ai tasti bianchi degli strumenti a
tastiera. Questa successione di suoni non è una vera e propria scala ma piuttosto un raggruppamento di tutto il
materiale sonoro utilizzato nella teoria musicale della Grecia antica, base speculativa per la teoria musicale
occidentale. In particolare, la scala naturale è tratta dal Sistema perfetto maggiore, una successione di due ottave
che si estendeva dal La1 al La3, concepita come unione di tutti suoni diatonici.
Nota
Segno che indica per convenzione un suono musicale.
Note ornamentali melodiche
Chiamati suoni reali i suoni di un accordo, sono dette N.o.m. le note utilizzate per arricchire le melodie. Esse sono
classificate in:
•
N.o.m. dissonanti, cioè non appartenenti all'accordo all'interno del quale si trovano
o N.o.m. in battere
1. Ritardo: suono che, prolungato dall'accordo precedente (preparazione), prende temporaneamente il posto
di una nota dell'accordo, alla quale deve giungere attraverso un movimento discendente (risoluzione); in
latino viene detta suspensio
2. Appoggiatura: simile al ritardo ma senza l'obbligo della preparazione e della risoluzione discendente
(può anche risolvere sulla nota superiore)
•
N.o.m. in levare
1. Nota di passaggio: suono o gruppi di suoni che collegano due note reali; devono obbligatoriamente
procedere per grado congiunto (2) e non possono cambiare direzione; in latino viene detta transitus
2. Nota di volta: suono che si allontana per grado congiunto dal suono reale per farvi immediatamente
ritorno
3. Anticipazione: suono appartenente all'accordo successivo ed eseguito immediatamente prima di questo
Omoritmia
Caratteristica di una composizione polifonica avente tutte le voci procedenti con il medesimo ritmo. Più corretto
rispetto al termine usuale omofonia.
Ottava
Intervallo musicale tra due suoni aventi frequenza di oscillazione doppia. È probabilmente l'unico intervallo
musicale presente in tutte le culture del mondo, essendo in genere la distanza naturale tra una voce maschile ed
una femminile che cantano la stessa melodia. Lo stesso intervallo si può produrre dimezzando la lunghezza di una
corda vibrante o stimolando la produzione del secondo armonico negli strumenti a fiato.
Parte
1.
2.
3.
Notazione musicale riservata ad uno strumento solista, come un pianoforte solo, oppure uno strumento in
formazione cameristica, come un violino in duo con un pianoforte (la parte pianistica è spesso scritta come P. con
guida; cfr. il seguente).
P. con guida. Parte che riporta anche accenni alla musica eseguita dagli altri esecutori. Nella musica da camera
per pianoforte o altro strumento a tastiera, le parti dei diversi strumenti sono tassativamente riportate sopra la parte
del pianoforte e scritte in carattere minore. In questo caso, la parte dello strumento a tastiera viene anche
erroneamente chiamata partitura (1).
P. staccata o scannata. Propriamente, la musica di un solo strumento o di una voce tratta da una partitura in modo
da essere suonata dal corrispettivo esecutore. Raramente la P.s. può raccogliere i righi musicali di più esecutori.
Da non confondere con Spartito. / Battuta d'aspetto
Particella
Pagina musicale nella quale una composizione per voci e orchestra sia ridotta in modo da riportare le sole voci con
il basso continuo.
Partitura
1.
2.
3.
4.
Si dice P. la sovrapposizione di molti righi musicali, eseguiti da diversi esecutori, in una sola parte complessiva,
ad uso del compositore o del direttore d'orchestra. Viene impropriamente chiamata P. anche la parte (2) con guida
nei duo per strumento e pianoforte (o altro strumento a tastiera), con riferimento alla parte del pianista (mentre
qualla dello strumento è detta parte (1)).
P. condensata. Pagina musicale nella quale siano riportati solo le parti principali, spesso ripartendole in famiglie
strumentali.
P. ristretta. Pagina musicale nella quale tutte le parti siano trascritte su pochi righi (solitamente due).
P. vocale. Riduzione di una composizione per voce e strumenti che presenti solo la parte vocale. / Cartina; Libro
corale; Particella
Partiturina
La P., o partitura tascabile, è una partitura di formato che non ecceda i 25 cm.
Pausa
La pausa indica il "silenzio" all'interno di un'esecuzione musicale.Esiste la pusa di semibreve (posizionata sotto il 4°rigo),
la pausa di minima (sopra 3°rigo), la pausa di semiminima (simbolo simile ad una "z" con sotto una "c"), pausa di croma,
semicroma, iscroma, semibiscroma (una lineetta con una rispettivamente una virgola per la croma, 2 per la semicroma..ecc)
Pentagramma
Rigo musicale formato da 5 linee e 4 spazi.
Pianoforte
Pianoforte verticale
Pianoforte a mezza coda
Strumento musicale nel quale il suono viene prodotto attraverso corde percosse da martelletti azionati da una
tastiera. Fa parte, quindi, dei cordofoni a percussione indiretta. Viene normalmente costruito con le corde disposte
orizzontalmente rispetto alla cassa armonica e chiamato P. a coda per distinguerlo dagli strumenti nei quali, per
risparmiare spazio, fasce di corde sono situate in verticale ed intrecciate tra loro (P. verticale). I P. a coda sono a
loro volta costruiti in diverse grandezze e prendono il nome di mezza coda, quarto di coda, gran coda.
// Pianoforte
Plettro
Piccola attrezzatura a forma di cuore realizzata con vari materiali (per lo più plastica) che permette, tenuto tra
l'indice e il pollice, di colpire le corde di strumenti quali la chitarra o il mandolino per farne emettere un suono più
forte. Non viene utilizzato per suonare la chitarra classica in quanto non permette di eseguire accordi se non
arpeggiati.
Polifonia
Musica composta per più linee melodiche indipendenti, sia dal punto di vista melodico che ritmico. Il termine è in
opposizione a Monodia.
Pseudopartitura
Partitura nella quale le voci non siano verticalmente coincidenti.
Quodlibet
È la sovrapposizione di più temi che titpici di una composizione anche tra loro contraposti. Il termine è di origine
latina e significa "ciò che piace". Un esempio di quodlibet si trova nel preludio de I maestri cantori di Norimberga
di Richard Wagner laddove si sovrappongono i tre temi principali.
Rh
Abbreviazione per l'inglese "right hand" utilizzata negli strumenti a tastiera quando si prescrive l'utilizzo della
mano destra in luogo della sinistra. Più comune, l'italiano m.d. (mano destra).
Real Book
Il R.B. è la raccolta di tutti gli spartiti jazz (standars) più noti, ne esistono molte versioni.
// Real Book
Rec
Abbreviazione in uso negli organiorgani per "Recitativo", una delle tastiere dello strumento, corrispondente ad uno
dei corpi dell'organo (gli altri sono Grande Organo e Positivo).
// Organo
Recital
Concerto con strumento solista
Registro
1.
pomelli a tiro che comandano i registri dell'organo di Weingarten, Germany
Ambito nel quale, in una voce o in uno strumento, i suoni sono accomunati da un timbro e/o da una tecnica di
emissione simile, tale da poter identificare nell'intera estensione più zone omogenee, dette appunto R..
2.
Nell'organo, insiemi di canne della stessa forma ma di lunghezza diversa, emettenti suoni di diversa altezza ma di
medesimo timbro. La connessione tastiera-registro, che permette all'organista di ordinare a quella determinata
tastiera di interconnettersi a quel determinato registro, avviene attraverso placchette, pulsanti, pomelli o leve
posizionati sulla plancia e detti anch'essi R..
Relativa/o
Si dice di tonalità o scale con determinate relazioni fra loro.
Requiem
Messa funebre
Respiro
È un segno a forma di apostrofo posto sopra il rigo musicale. Indica il punto in cui il musicista deve sottolineare la
fine di una frase musicale con una piccola pausa. Negli strumenti a fiato e nelle voci indica il punto più opportuno
per l'inspirazione; negli altri strumenti indica comunque una breve interruzione del suono.
Risonanza, legatura di
E' un segno utilizzabile solo negli strumenti a corda o a percussione. Si tratta di una linea curva il cui inizio viene posto su
di una nota o su un accordo ma senza che questi siano collegati ad altra nota o accordo. Prescrive che la durata sia
prolungata fino all'estinguersi del suono o fino alla nuova ripercussione del medesimo suono.
Sul pianoforte e sul vibrafono è sinonimo del pedale di risonanza mentre sugli strumenti a corde pizzicate è sostituibile con
l'indicazione l.v. (lasciar vibrare).
Ritmo
Il R. è l'organizzazione dei suoni e dei silenzi. Non obbligatoriamente questa organizzazione deve avere dei
connotati musicali. Può essere:
1. naturale, quando espressione presente spontaneamente in natura. Esempi di R. naturale possopno essere
considerati il battito cardiaco, le stagioni, l'alternarsi del giorno e della notte; in particolare, il R. giornonotte viene considerato fondamentale per la vita non solo umana ma dell'intero mondo vivente del
pianeta; da qui espressioni come R. circadiano, ultradiano o infradiano, vale a dire rispettivamente R. ad
esso coincidenti oppure più o meno lunghi. Lo stimolo del sonno è un tipico R. circadiano.
2. artificiale, se creato dall'uomo. La musica è la forma più elevata ed artisticamente rilevante di R. nel
mondo occidentale.
Una particolare forma di R. è l'isocronìa, il R. scaturito da una serie di eventi posti tutti simmetricamente
equidistanti l'uno dall'altro. La maggior parte delle volte nelle quali comunemente si riconosce un R., esso è di tipo
isòcrono (tutti gli esempi precedentemente fatti riguardo al R. naturale sono, ad esempio, isocroni; altri esempi
possono essere il gocciolare di un rubinetto o il battito di un orologio).
Il R., secondo il concetto puramente musicale, si divide poi in:
•
•
R. misurato, quando sono riconoscibili dei moduli ripetitivi e ricorrenti con base stremamente isocrona,
come avviene tipicamente nella maggior parte del repertorio musicale occidentale;
R. libero, quando l'organizzazione delle durate sfugge ad una qualsiasi forma di isocronia perché legata
ad altri parametri, così come riscontrabile nel R. del canto gregoriano (o nel R. oratorio in genere) dove la
parola è l'elemento chiave.
Scat
Tecnica vocale tipica del jazz che consiste nel fraseggiare e improvvisare con la voce utilizzando delle sillabe o
fonemi privi di senso simulando il suono e la dinamica di uno strumento a fiato.
Semitono
1. Per tradizione, nel sistema musicale occidentale il S. è considerato l'intervallo più piccolo. Due S.
formano un tono. Nel sistema temperato equivale a 100 cent. / Tono
2. S. cromatico. S. che intercorre tra due note omologhe, cioè aventi stesso nome (es. DO-#DO).
3. S. diatonico. S. che intercorre tra due note di nome diverso (es. MI-FA o DO-bRE).
Sensibile
Per S. si intende il settimo grado di una scala che si trova ad un intervallo di semitono dalla tonica. Lo stesso grado
se si trova ad un intervallo di tono dalla tonica prende il nome di sottotonica.
Sestiade
Accordo di sei suoni.
Settiade
Accordo di sette suoni.
Setticlavio
L'insieme delle sette posizioni delle chiavi di Sol (violino, 2a linea), di Fa (baritono 3a linea, basso 4a linea) e Do (soprano
1a linea, mezzosoprano 2a linea, contralto 3a linea, tenore 4a linea).
Sincope
Effetto contrametrico ottenuto eludendo l'accento (2) metrico attraverso la percussione della nota su una parte
disaccentata del metro e il successivo prolungamento sulla parte accentata seguente. Com'è noto, il prolungamento
del suono è privo d'accentuazione e la sua sovrapposizione ad una parte metricamente accentata produce l'effetto
tipico della S.:
vari tipi di sincope
Sistema
Si dice S. o accollatura la realizzazione grafica derivata dalla sovrapposizione di più righi da eseguirsi
contemporaneamente. Segno obbligatorio è la linea di simultaneità, una linea verticale che lega tutti i righi tra
loro, posta all'inizio della pagina.
Slap
Tecnica usata prevalentemente con il basso elettrico, e piu' raramente con la chitarra, per cui la corda viene
"strappata" e rilasciata facendola così battere contro la tastiera dello strumento, provocando un effetto ritmico oltre
che acustico.
Sopradominante
Il grado di una scala sopra la dominante (quinto grado), ovvero il sesto grado.
Sottotonica
Si intende per S. il settimo grado di una scala che si trova ad un intervallo di tono rispetto alla tonica. Se si
trovasse ad un intervallo di semitono lo stesso grado della scala prenderebbe il nome di sensibile.
Spartito
Riduzione per voci e pianoforte di una composizione originariamente concepita per voci e orchestra.
Spartitino
Partitura che presenti solo gli strumenti che appartengano alla stessa famiglia strumentale o abbiano altro tipo di
affinità.
Stanghetta di misura
Linea verticale posta sul rigo musicale a delimitare il passaggio da una misura all'altra.
Suono
Vibrazione acustica che determina uno stimolo del senso dell'udito, il suono viene prodotto da un'onda sferica
generata dalla compressione e dall'espansione del mezzo di propagazione. Le caratteristiche acustiche sono:
1. altezza, dipendente dalla frequenza dell'onda, misurato in Hertz (Hz)
2. intensità, legato all'ampiezza dell'onda, misurato in decibel (decibel)
3. timbro, che dipende dalla proporzione tra i diversi suoni armonici che costituiscono il suono e che
determinano la forma dell'onda
4. durata, prolungamento del S. nel tempo, misurato in ore, minuti, secondi, ecc
•
•
•
La velocità del suono è di circa 340 metri al secondo.
Il campo di udibilità, vale a dire la soglia di frequenza al di sotto e al di sopra della quale il nostro
orecchio non riesce più a percepire suoni, è compresa tra 20 Hz e 20.000 Hz. Si dicono infrasuoni le
frequenze più basse di 20 Hz e ultrasuoni quelle più alte di 20.000.
Il suono inoltre viene classificato come determinato se ha caratteristiche tali da permettere
l'individuazione della frequenza e indeterminato se talmente ricco di armonici da rendere impossibile la
percezione di quello fondamentale (che dà l'altezza).
Sweller
Una delle staffe dell'organo a canne. Aumenta progressivamente il numero di registri. Sw; Sweller
Tacet
Locuzione latina che appare talvolta sulle parti staccate dei musicisti di un'orchestra. Indica in generale "non
suonare" e può riguardare un intero movimento/atto (invece di scrivere tutte le battute con pause si scrive molto
più brevemente "tacet" senza rigo musicale) oppure una ripetizione (ad es.: "tacet la prima volta", ovvero suona
solo la seconda volta).
Temperamento
Per Temperamento si intende un sistema di accordatura di uno strumento a tastiera.
•
•
•
La prima forma storica di temperamento nacque con la scuola pitagorica attorno al V secolo a.C..
L'accordatura pitagorica partiva da una base fisica, la consonanza di 5ª giusta, e poi procedeva con calcoli
matematici fino a giungere all'individuazione dei rimanenti intervalli. Può definirsi, quindi, un T. di tipo
speculativo, da un lato, e dall'altro del tutto sufficiente a descrivere la realtà musicale greca, incentrata
sulla monodia. Limite numerico dell'accordatura pitagorica era il 4, secondo quanto dettato dal concetto
filosofico di tetraktìs. Caratteristiche di questo T. sono gli intervalli di 3ª e, conseguentemente, di 6ª,
molto dissonanti.
Nel 1500 Gioseffo Zarlino codificò un T. che aveva già avuto sperimentazione pratica precedentemente e
che, con l'inarrestabile ascesa della musica strumentale, si faceva sentire come riforma urgente.
Nell'accordatura, detta naturale, gli intervalli di 3ª e di 6ª sono accordati estendendo i rapporti numerici
semplici dei pitagorici. Le 3e e le 6e, risultando coincidenti con la serie degli armonici naturali, possono
ora essere liberamente utilizzate nella formazione degli accordi sugli strumenti da tasto. Anche
l'accordatura zarliniana aveva però il grave difetto di concedere trasposizioni limitate in quanto tutti gli
intervalli si presentavano in due diverse forme: grande e piccolo (con la trasposizione gli intervalli grandi
potevano situarsi al posto dei piccoli, compromettendo le consonanze). Da notare infine come, in quel
periodo, la serie degli armonici naturali non fosse ancora stata scoperta; la coincidenza tra rapporti
numerici e consonanze armoniche fu, quindi, fortuita o tutt'al più suggerita a livello istintivo.
Nel periodo barocco le accordature si moltiplicarono. Citiamo l'accordatura mesotonica (raffronto tra
terze pitagoriche e mesotoniche: ascolta (aiuto)) e quella barocca, con le quali si tentava di supplire ai
difetti traspositivi del T. naturale, sempre con risultati limitati (un esempio di come suona una formula di
cadenza in DO e in RE bemolle maggiore nell'accordatura mesotonica: ascolta (aiuto)). Una curiosità:
Johann Sebastian Bach utilizzò diverse forme di T. e, per quanto sperimentasse con successo il T.
equabile (vedi oltre) nel primo libro del Clavicembalo ben Temperato (temperato, cioè accordato), negli
anni seguenti ritornò a comporre le Sinfonie (oggi conosciute come Invenzioni a tre voci) basandosi sul
•
principio dell'accordatura barocca, probabilmente venendo incontro a chi, in quegli anni, ancora non
praticava la nuova accordatura. L'accordatura mesotonica, dal canto suo, fu molto utilizzata, specialmente
nell'accordatura degli organi. In essa tutte le quinte sono calanti, esempio chiaro di come il regno della
quinta giusta intaccabile stava ormai vacillando.
Il T. equabile nacque, dopo il lungo periodo di sperimentazione del barocco, nel 1691 dal teorico tedesco
Andreas Werckmeister e prevedeva l'abbattimento della consonanza perfetta di 5ª e di 3ª, i due intervalli
sui quali si era concentrata l'attenzione dei teorici precedenti, a favore di una ripartizione equidistante dei
12 semitoni del totale cromatico. Con questa nuova accordatura, in voga tutt'oggi su tutti gli strumenti a
tastiera, decaddero le differenze tra le tonalità, dando la possibilità di utilizzare tutte le scale, alcune delle
quali non avevano avuto alcuna applicazione pratica, fino a quel momento, se non sporadica (esempio di
formula cadenzale in DO e in RE bemolle maggiore con l'accordatura Werckmeister: ascolta (aiuto)).
Terzina
Gruppo irregolare costituito, nella forma più semplice, da un gruppo di tre note avente durata equivalente a due
note della medesima durata. Spesso è posto su un tempo di un metro semplice (in cui i tempi sono cioè divisi in
due suddivisioni), interrompendo quindi il regolare scorrere delle pulsazioni binarie interne. Si indica con un
piccolo "3" accompagnato o meno da legatura (o parentesi quadra) sopra o sotto la figura stessa. Pur essendo suoni
più brevi delle figure binarie, all'ascolto la T. dà spesso un'impressione di tranquillità, dilatazione e circolarità
della frase musicale.
Timbro
Per timbro si intende quella caratteristica sonora che permette di distinguere le diverse fonti sonore
Tonalità
Disposizione gerarchica dei gradi di una scala nei confronti di un suono principale detto tonica.
-tonico
Suffisso utilizzato per indicare il numero di altezze delle quali è formata una scala. Ad es., scala penta-T. è una
scala formata da 5 suoni mentre la scala epta-T. ne ha 7.
Transitorio
Sono detti T. d'attacco e d'estinzione i due momenti nei quali si passa dal silenzio al suono e, viceversa, dal suono
al silenzio. Sono elementi importantissimi nella formazione del timbro e variano da strumento a strumento.
Triade
Accordo di tre suoni.
Ut
Indica il nome del primo dei sei suoni del sistema esacordale teorizzato da Guido d'Arezzo.
nella nomenclatura attuale è il Do.
Vocalese
Stile vocale jazz che si basa sull'adattamento di testi di senso compiuto alla linea melodica originariamente
strumentale appartenente a un uno standard del repertorio. Il vocalese si differenzia dallo scat in quanto non
improvvisato e dotato di testi che hanno senso compiuto.