Alimentazione Bambini, stop all’obesità La nostra campagna si conclude, ma l'impegno non finisce qui. Abbiamo consegnato le vostre firme al Governo. rassottelli e bombardati dagli spot pubblicitari: ecco l’allarmante condizione in cui si trovano i bambini italiani. A denunciarlo non sono solo i dati raccolti in occasione di “Pubblicità che ingrassa”, la nostra campagna contro il marketing aggressivo e le abitudini alimentari scorrette, ma anche le testimonianze raccolte in questi mesi sul nostro sito. “Sono stata obesa da bambina - ci scrive la signora M.C. - oggi ne pago ancora le conseguenze”. Non tutti sanno, infatti, che G INTERVISTA "Serve una presa di coscienza collettiva" Molti credono che, crescendo, un bambino grasso si trasformerà in un adulto magro. Ma non è scontato. Come si modifica questo atteggiamento? Il bambino grassottello è considerato in buona salute. Tra i 2 e i 6 anni è il momento in cui il bambino è più magro e il genitore è sensibile a ciò che può fargli aumentare il peso. In questo periodo il bambino forma il proprio gusto: se gli vengono offerti regolarmente cibi non salutari imparerà a sceglierli. Il compito dei genitori è invece quello di proporre un’alimentazione varia e stimolante, ricca di frutta e verdura. 16 Altroconsumo Aprile 2009 In che modo il marketing influenza l’acquisto di un prodotto? La pubblicità rivolta ai bambini è piena di cartoni animati e fumetti; le confezioni di snack sono farcite di regali. E poi ci sono sms, videogiochi, suonerie. Quale bambino può resistere? Le conseguenze degli spot alimentari sulle abitudini dei bambini sono documentate in molti studi: un’esposizione di 30 secondi a spot alimentari influenza le preferenze e l’effetto è raddoppiato se lo stesso spot è mostrato due volte nello stesso intervallo di tempo. Il marketing usa un linguaggio diverso per genitori e bambini. I personaggi sportivi negli spot producono un senso di fiducia in mamma e papà. E siccome non si può dire sempre di no, dunque, cedo sullo snack: anzitutto mi sento autorizzato a proporlo a mio figlio e poi è la scelta più economica. Quali iniziative possono funzionare? Va ridotta la pressione del marketing: non si può solo educare il consumatore a resistere. La responsabilità della salute delle persone spetta allo Stato. Nei Paesi in cui esiste una legislazione che limita gli spot pubblicitari per i bambini e vieta quelli alimentari, il tasso di obesità infantile è inferiore: in Finlandia e nei Paesi Bassi è al 12%. In Italia tocca il 35%. Ci sono alcune iniziative che non hanno bisogno di fondi, ma solo di una presa di coscienza collettiva. In primis dello Stato. www.altroconsumo.it BUONI E CATTIVI IN MOSTRA Tra tanti esempi negativi ci sono anche (poche) aziende che lavorano bene, associando personaggi accattivanti a prodotti sani (mousse di frutta, a destra). LA CAMPAGNA PARTE DALLA RETE La campagna contro la “Pubblicità che ingrassa”parte dalla rete. Ma non si ferma al web. Sul sito consigli ed esempi per capire meglio. Non solo una raccolta di firme: la nostra campagna contro l’obesità infantile ha voluto essere lo spunto per capire meglio il problema e diffondere un’informazione corretta, utile a genitori e bambini. Ecco perché online abbiamo inserito un cartone un bambino obeso ha molte possibilità di diventare un adulto obeso, sviluppando un maggior rischio di malattie cardiovascolari. Il primo passo contro l’obesità infantile, dunque, è non sottovalutarla. Una delle armi contro questa emergenza mondiale è la buona educazione alimentare. Non tutti i genitori però insegnano ai figli come mangiare. Il motivo è che non sanno come farlo. Anche perché sono fuorviati da una serie di messaggi sbagliati. La tv li traveste da consigli, ma in realtà sono informazioni animato, capace di parlare in modo semplice a tutti; alcuni consigli per le mamme e l’elenco dei nostri sostenitori, ricco di nomi illustri del mondo scientifico. Per dimostrare concretamente come si muove il marketing abbiamo inserito una galleria virtuale di prodotti. Guardate e capirete come qualsiasi confezione può diventare uno strumento di forte persuasione all’acquisto, soprattutto quando i bambini accompagnano i genitori al supermercato. non adeguate, che diffondono l’idea che ai bambini servano merendine “rinforzate”, che consumare snack sia normale o addirittura rientri tra le attività sociali indispensabili per i più piccoli oppure che il cibo sia una ricompensa per situazioni particolari. Al contrario è necessario insegnare ai genitori a ragionare con la propria testa, perché siano loro a dare il buon esempio e poi a trasmettere ai propri figli uno stile di vita sano. La strada, però, è in salita.”Ho una figlia in sovrappeso- ci scrive la signora L.L. difficile dirle “no” quando è circondata da SUL NOSTRO SITO Sul nostro sito trovi tutto il materiale della campagna e scarichi il Codice Internazionale di autoregolamentazione proposto da CI www.altroconsumo.it/ pubblicitacheingrassa tentazioni”. La pubblicità di cibi non salutari bombarda i bambini e gli effetti sono sotto i nostri occhi: “Mio figlio piuttosto che portare a scuola un frutto, non fa merenda, per paura di essere preso in giro dai compagni. Al giorno d’oggi anche lo snack fa tendenza”. La nostra campagna ha puntato il dito proprio contro la pubblicità che influenza negativamente le abitudini dei più piccoli, ma non dimentichiamo gli altri colpevoli, come la scarsa attività sportiva o la presenza di distributori di merendine nelle scuole. ¬ La nostra voce MARGHERITA CAROLI Pediatra e presidente Ecog (European childhood obesity group), l'associazione europea contro l'obesità infantile. www.altroconsumo.it Avete firmato quasi in 6.500. E le vostre voci ora sono al Governo, a cui abbiamo consegnato le firme e i risultati della nostra campagna. Con tutte le nostre richieste. Altroconsumo ha chiesto al Governo di sostenere la proposta di Consumers International (CI) - l’organizzazione mondiale dei consumatori di cui siamo membri - perché si adotti in sede Oms un Codice internazionale di autoregolamentazione sulla pubblicità di alimenti e bevande destinate ai più piccoli. La finalità del Codice è quella di prevenire i danni alla salute e le conseguenze economiche e sociali legate al consumo di cibi ipercalorici e nello stesso tempo di pro- muovere il concetto di marketing responsabile. In occasione della campagna abbiamo chiesto al Governo italiano di difendere i bambini, inserendo l’educazione alimentare tra le materie di insegnamento a scuola e promuovendo il consumo di frutta e verdura con campagne pubblicitarie animate da cartoni e personaggi famosi. Ma non solo: nella nostra petizione abbiamo proposto uno stop al bombardamento pubblicitario di cibi non salutari tra le 6.00 e le 21.00; alla promozione del cibo non salutare nelle scuole; al ricorso a regali gratuiti o all’uso di personaggi famosi o cartoni animati per incentivare la vendita dei prodotti non salutari. Vi terremo informati. Aprile 2009 Altroconsumo 17