Curriculum Vitae di Giuseppe Passarino Direttore dell`OpenLab dell

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OpenLab
Dipartimento di Biologia cellulare
Curriculum Vitae
di Giuseppe Passarino
Direttore dell’OpenLab dell’Università
della Calabria
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Giuseppe Passarino (GP) è Professore Straordinario di Genetica presso il Dipartimento di Biologia
Cellulare dell’Università della Calabria, Vice Direttore dello stesso dipartimento e direttore
dell’OpenLab per la diffusione della Cultura scientifica. Iscritto dal 1990 all’albo dei Biologi
Italiani, GP è inoltre membro dell’ Associazione Genetica Italiana (AGI), e della European Society
of Human Genetics (ESHG).
GP è nato a Cosenza il 7 Gennaio 1964, si è laureato con lode presso l’Università della Calabria il 7
Novembre 1988 con una tesi sui polimorfismi del DNA mitocondriale. La sua attività di Ricerca è
cominciata presso il Dipartimento di Genetica e Microbiologia dell’Università di Pavia, dove, dopo
la laurea ha lavorato come borsista nel campo, allora pionieristico, della variabilità del DNA
mitocondriale e del cromosoma Y nelle popolazioni mondiali. Tali ricerche sono poi continuate nei
laboratori del Dipartimento di Genetica Umana dell’Università di Leiden (Paesi Bassi) dove ha
trascorso due anni tra il 1993 ed il 1994. Nel 1994 egli diviene Ricercatore presso il Dipartimento
di Biologia dell’Università della Calabria, dove svolge ricerche sull’origine della variabilità
mitocondriale nelle popolazioni non africane. Nel 1999 diviene Research Associate presso la
Medical School dell’Università di Stanford, in California-USA, dove partecipa alla ridefinizione
della storia evolutiva di Homo sapiens sapiens, attraverso lo studio del cromosoma Y e del DNA
mitocondriale. Nell’aprile 2002 diviene professore Associato di Genetica presso il Dipartimento di
Biologia Cellulare dell’Università della Calabria, dove, nel Febbraio 2007, diviene Professore
Straordinario. La sua ricerca attuale riguarda il ruolo della Variabilità del DNA mitocondriale e dei
geni nucleari coinvolti in alcuni tratti complessi correlati con l’invecchiamento e la longevità. GP è
co-autore di circa 60 pubblicazioni su riviste internazionali tra cui Nature Genetics, Science,
American Journal of Human Genetics, PNAS. Recentemente è stato invitato a redigere la voce “Il
polimorfismo del DNA mitocondriale” per la Enciclopedia del Del Genoma Umano della Nature
Publishing Group. Svolge attività di referee per Annals of Human Genetics, American Journal of
Human Genetics, Human Mutation, Human Biology, Experimental Gerontology.
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Curriculum Vitae di Giuseppe Passarino
Nome e Cognome
Giuseppe Passarino
Luogo e data di nascita
Cosenza 7 Gennaio 1964
Posizione attuale
Professore Straordinario di Genetica, settore
scientifico disciplinare BIO18 presso la Facoltà di
Scienze Matematiche Fisiche e Naturali dell’Università
della Calabria.
Vice Direttore del Dipartimento di Biologia
Cellulare, Università della Calabria.
Aprile 2002-Dicembre 2006
Professore Associato di Genetica, settore scientifico
disciplinare BIO18 presso la Facoltà di Scienze
Matematiche Fisiche e Naturali dell’Università della
Calabria.
Gennaio 2001-Marzo 2002.
Ricercatore Confermato di Genetica, settore
scientifico disciplinare E11A presso la Facoltà di
Scienze Matematiche Fisiche e Naturali dell’
Università della Calabria.
Gennaio 1999 - Gennaio 2001
Research Associate, presso il laboratorio di Human
Population Genetics, Department of Genetics, Stanford
University Medical School , Stanford (USA).
Maggio 1994 -Dicembre 1998
Ricercatore presso la Facoltà di Scienze Matematiche
Fisiche e Naturali dell’Università della Calabria,
Settore scientifico disciplinare E11A.
Marzo1993-Aprile1994
Research fellow presso il laboratorio di Genetics and
Biochemistry, Department of Human Genetics, Leiden
State University, Leiden, (The Netherlands).
Marzo1991- Febbraio1993
Borsista CNR, presso il laboratorio di Genetica Umana
del Dipartimento di Genetica e Microbiologia
dell’Università di Pavia.
Marzo 1990- Febbraio 1991
Servizio militare di Leva.
Novembre 1990
Abilitato alla professione
l’Università della Calabria.
Novembre 1988
Laureato con lode in Scienze Biologiche presso
l’Università della Calabria.
di
Biologo
presso
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Attività Didattica
L’attività didattica si è svolta nell’ambito dei Corsi di Laurea di Scienze Biologiche, di Scienze
Naturali e di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università della Calabria. Dal 2001 è membro
del Collegio dei Docenti del Dottorato in Biopatologia Molecolare dell’Università della Calabria.
Anno accademico 2008-2009
Corso di Genetica di Popolazioni per il corso di Laurea in Scienze Naturali.
Corso di Gestione della Diversità Genetica per il corso di Laurea in Scienze Naturali.
Corso di Genetica Evolutiva per il corso di Laurea in Scienze Biologiche.
Corso di Genetica Umana per il corso di Laurea in Scienze Biologiche.
Corso di Genetica Umana II per il corso di Laurea in Scienze Biologiche.
Anno accademico 2007-2008
Corso di Genetica degli Eucarioti per il corso di Laurea in Scienze Naturali.
Corso di Genetica di Popolazioni per il corso di Laurea in Scienze Naturali.
Corso di Gestione della Diversità Genetica per il corso di Laurea in Scienze Naturali.
Corso di Genetica Evolutiva per il corso di Laurea in Scienze Biologiche.
Corso di Genetica Umana II per il corso di Laurea in Scienze Biologiche.
Anno accademico 2006-2007
Corso di Genetica degli Eucarioti per il corso di Laurea in Scienze Naturali.
Corso di Genetica di Popolazioni per il corso di Laurea in Scienze Naturali.
Corso di Gestione della Diversità Genetica per il corso di Laurea in Scienze Naturali.
Corso di Genetica Evolutiva per il corso di Laurea in Scienze Biologiche.
Corso di Genetica Umana II per il corso di Laurea in Scienze Biologiche.
Anno accademico 2005-2006
Corso di Genetica per il corso di Laurea in Conservazione dei Beni Culturali.
Corso di Genetica Evolutiva per il corso di Laurea in Scienze Biologiche.
Corso di Emoglobinopatie per il corso di Laurea in Scienze Biologiche.
Corso di Genetica di Popolazioni per il corso di Laurea in Scienze Naturali.
Anno accademico 2004-2005
Corso di Genetica Formale e di Popolazione per il corso di Laurea in Scienze Biologiche.
Corso di Antropologia Genetica per il corso di Laurea in Scienze Biologiche.
Corso di Genetica per il corso di Laurea in Conservazione dei Beni Culturali.
Anni accademici 2002-2004
Corso di Genetica Formale e di Popolazione per il corso di Laurea in Scienze Biologiche.
Corso di Genetica Umana per il corso di Laurea in Scienze Biologiche.
Corso di Antropologia Genetica per il corso di Laurea in Scienze Biologiche.
Anno accademico 2001-2002
Corso di Principi di Biologia Sperimentale per il corso di Laurea in Scienze Biologiche.
Corso di Variabilità Molecolare in Popolazioni Umane per il corso di Laurea in Scienze Biologiche.
Corso di Antropologia Genetica per il corso di Laurea in Scienze Biologiche.
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Anno accademico 2000-2001
Corso di Principi di Biologia Sperimentale per il corso di Laurea in Scienze Biologiche.
Lezioni del modulo di Genetica dei Caratteri Uniparentali nel corso di Genetica Umana per il corso
di Laurea in Scienze Biologiche.
Anno accademico 1998-1999
Esercitazioni del Corso di Genetica per i corsi di Laurea in Scienze Biologiche e Scienze Naturali.
Lezioni del modulo di Genetica Molecolare, nel corso di Genetica per il corso di Laurea in Scienze
Biologiche.
Anni accademico 1994- 1998
Esercitazioni del Corso di Genetica per i corsi di Laurea in Scienze Biologiche e Scienze Naturali.
Seminari all’interno del corso di Genetica Umana per il corso di Laurea in Scienze Biologiche.
Attività di Gestione
Dal Febbraio 2007 è Vice Direttore del Dipartimento di Biologia Cellulare dell’Università della
Calabria per la diffusione della cultura Scientifica, finanziato con fondi MIUR, Legge 6/2000.
Dal Novembre 2005 è Direttore Responsabile dell’OpenLab dell’Università della Calabria per la
diffusione della cultura Scientifica, finanziato con fondi MIUR, Legge 6/2000.
Dal Luglio 2004 è Delegato Permanente del Direttore del Dipartimento di Biologia Cellulare
dell’Università della Calabria presso il Comitato di Coordinamento e Programmazione (CoCoP)
dello stesso Ateneo.
Dal Maggio 2001 è Segretario del Collegio dei Docenti del Dottorato in Biopatologia
Molecolare, dell’Università della Calabria.
Dal Luglio 1997 al Dicembre 1998 è stato Segretario del Consiglio di Corso di Laurea in
Scienze Biologiche della facoltà di SS. MM. FF. NN. dell’Università della Calabria.
Progetti finanziati
1.
Coordinatore nazionale del progetto PRIN, “Studio genetico e funzionale dei polimorfismi del
DNA Mitocondriale e della variabilità somatica età correlata nella regione di controllo” ,
Finanziato dal MIUR; durata: 2 anni (2005-2006).
2.
Membro del Financial Board e del Ethical Board del Progetto “GEnetics of Healthy Ageing”
(GEHA Project), Finanziato dalla Unione Europea; durata: 5 anni (2004-2009).
Attività di Referee
Svolge attività di referee per American Journal of Human Genetics, Annals of Human Genetics,
Experimental Gerontology, Human Mutation, Human Biology.
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Società Scientifiche
E’ iscritto alla Associazione Genetica Italiana (AGI) e alla European Society of Human Genetics
(ESHG).
Attività Scientifica
Dal 1987 ad oggi ha svolto attività scientifica in diversi laboratori italiani e stranieri con ricerche
riguardanti diversi aspetti della Genetica umana. Inoltre, ha partecipato a campagne per il
reclutamento di campioni in diversi paesi.
Attività scientifica svolta in laboratori italiani:
Gennaio 2001-.
Studi sulla genetica dell’invecchiamento e della
longevità umana presso il Dipartimento di Biologia
Cellulare dell’Università della Calabria, come
Ricercatore Universitario, come Professore Associato e,
dal gennaio 2007, come Professore Straordinario.
Maggio 1994-Dicembre 1998
Studi sulla origine della diffusione di Homo sapiens
sapiens, mediante l’utilizzo di polimorfismi genetici del
cromosoma Y presso il Dipartimento di Biologia
Cellulare dell’Università della Calabria, come
Ricercatore Universitario.
Marzo1991- Febbraio1993
Studi della variabilità dei polimorfismi ad eredità
uniparentale (DNA mitocondriale e cromosoma Y) in
diverse popolazioni umane presso il laboratorio di
Genetica Umana del Dipartimento di Genetica e
Microbiologia dell’Università di Pavia in qualità di
Borsista CNR.
Settembre1987-Marzo 1990
Studi sulla variabilità del DNA mitocondriale in diverse
popolazioni italiane presso Dipartimento di Biologia
Cellulare dell’Università della Calabria, prima come
laureando e poi come tirocinante.
Attività di ricerca svolta in laboratori stranieri:
Gennaio 1999- Gennaio 2001
Ricerca mediante DHPLC di nuovi polimorfismi del
cromosoma Y e loro filogenesi in qualità di Research
Associate, presso il laboratorio di Human Population
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Genetics, Department of Genetics, Stanford University
Medical School , Stanford (USA).
Marzo1993-Aprile1994
Studi sulla variabilità dei geni emoglobinici e delle
rispettive regioni di controllo, in qualità di Research
fellow presso il laboratorio di Genetics and
Biochemistry, Department of Human Genetics, Leiden
State University, Leiden, (The Netherlands).
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Attività seminariale come Invited speaker
1996.
International Congress on “The origin of hugarian populations and mitochondrial diseases”,
Orgnazed by the Ministry of Education of Hungary for the 1100th anniversary of the foundation of
the Hungarian Country. Budapest 3-5 Luglio 1996
1999
49th Annual Meeting of the American Society of Human Genetics , San Francisco, CA,October
19-23, 1999
2005
2° Riunione e Aggiornamento in Tema di Biologia Computazionale. Vibo Valentia, 17-18 Marzo
2005.
2001
International Congress on “Mitochondria: Evolution, Genomics, Homeostasis and Pathology",
Fasano, 9-12 May, 2001
2006
51° Congresso della Società Italiana di Geriatria e Gerontologia, La longevità del Paese: Risorsa e
problema. Firenze, 29 Novembre-3 Dicembre 2006.
2007
5th ISABS Conference on Human Genome Project Based Applications in Forensic Science,
Anthropology and Individualized Medicine", Spalato 3-7 Settembre 2007.
2008
PhD program in Biology of Ageing, Facoltà di Biologia, Università di Barcellona. 31 Marzo 2008.
2008
5° congresso dell Associazione geriatria Extraospedarlieri. Copanello, 2-5 Ottobre 2008
2008
6th European Congress of Biogerontology 2008 Ageing and individual life history.
Noordwijkerhout, the Netherlands, 30-3 Dicembre 2008
2009
6th ISABS Conference on Human Genome Project Based Applications in Forensic Science,
Anthropology and Individualized Medicine", Spalato 1-5 giugno 2009.
2009
Organizzatore e chairman del Simposio, “The genetic component of aging and longevity: a
reappraisal” nell’ambito del XIX Congresso Mondiale dell’International Agency for Gerontology
and Geriatrics, Parigi, 5-9 luglio 2009
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Campagne di reclutamento per la raccolta di campioni biologici:
Ottobre 1992
Campagna di reclutamento in Ungheria (Budapest,
Gyongos, Matraderecka, Eber) per la raccolta di
campioni di sangue da soggetti appartenenti a diversi
gruppi etnici Magiari.
Settembre 1992
Campagna di reclutamento in Etiopia (Addis Abeba)
per la raccolta di campioni di sangue da soggetti di
diverse etnie Etiopi.
Marzo 1991
Campagna di reclutamento in Grecia (Atene) per la
raccolta di campioni di sangue da soggetti Greci.
Maggio 1989
Campagna di reclutamento in Albania (Tirana, Saranda,
Valona) per la raccolta di campioni di sangue da
soggetti Albanesi.
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Riassunto dell’attività di ricerca
L'attività scientifica ha riguardato diversi aspetti della genetica umana. In particolare egli si è
interessato all’analisi dei marcatori ad eredità uniparentali nello studio dell’evoluzione e della
diffusione delle popolazioni umane e allo studio delle basi genetiche della longevità umana.
I risultati sono documentati da 59 pubblicazioni in estenso su riviste internazionali e oltre 100
comunicazioni a congressi nazionali ed internazionali.
L’analisi dei marcatori uniparentali nello studio dell’evoluzione e della diffusione delle
popolazioni umane.
I polimorfismi genetici del DNA mitocondriale e del cromosoma Y si sono rivelati estremamente
utili negli studi di genetica di popolazioni umane. Nel corso degli anni ha partecipato allo sviluppo
delle metodologie per l’identificazione di tali polimorfismi genetici e alla definizione di metodi per
l’analisi dei dati. Tali studi hanno permesso di studiare la struttura genetica di diverse popolazioni
umane e di inferire le principali vie di diffusione di Homo sapiens sapiens che hanno portato al
popolamento dei diversi continenti.
La variabilità dell’mtDNA
Tra la fine degli anni ottanta ed i primi anni novanta, lo studio delle variazioni dell'mtDNA
mediante l’utilizzo di sei enzimi di restrizione (enzimi “core”: HpaI, BamHI, HaeII, MspI, AvaII ed
HincII) e Southern Blotting ha portato alla definizione di un grande numero di aplotipi, alcuni dei
quali si sono rivelati continente specifici, ed ha permesso lo studio della struttura genetica di
diverse popolazioni.
Successivamente, con lo sviluppo delle tecniche di sequenziamento si sono potuti analizzare i
polimorfismi del segmento ipervariabile della regione di controllo, HVSI. Un'analisi comparativa
dei polimorfismi per i sei enzimi di restrizione "core" e di quelli di sequenza della regione HSVI è
stata affrontata in un ampio campione omogeneo di popolazione senegalese (Mandenka). L’analisi
ha mostrato che le sequenze HSVI sono evolutivamente molto correlate con i tipi ottenuti mediante
gli RFLPs, permettendo quindi una sub-tipizzazione.
La diffusione della Polymerase Chain Reaction (PCR) ha in seguito reso più dettagliata l’analisi di
frammenti specifici di mtDNA, che venivano analizzati mediante enzimi di restrizione dopo essere
stati amplificati. Tale metodologia ha permesso di identificare nuovi marcatori e quindi un grande
numero di nuovi aplotipi. Fu così introdotto il concetto di aplogruppo, o gruppo di aplotipi, che
include quegli aplotipi che hanno una origine filogenetica comune testimoniata dalla condivisione
di una o più mutazioni ancestrali.
Di particolare interesse sono stati gli studi sull’aplogruppo M, definito dalla concomitante presenza
dei due siti di restrizione DdeI10394-AluI10397. L’analisi della sua distribuzione (nell’Est
Asiatico, in India, in Etiopia) e lo studio della variabilità molecolare all’interno dell’aplogruppo
hanno suggerito una sua probabile origine africana con una successiva diffusione in India e nell’Est
Asiatico ed hanno dato la prima evidenza genetica dell'uscita dall'Africa dell'Homo sapiens sapiens
lungo la rotta Est Africa-India, che é probabilmente stata la prima uscita dall'Africa con successo
dell’uomo moderno. Inoltre, l’aplogruppo M ha permesso una prima valutazione delle componenti
Pre-Caucasoidi e Caucasoidi nell’attuale struttura genetica della popolazione Indiana, ma anche di
rintracciare l’origine Indiana della popolazione Rom che è attualmente diffusa in molti paesi
europei.
Negli ultimi anni, le tecniche di sequenziamento del DNA sono ulteriormente migliorate, rendendo
possibile un’analisi di sequenza completa di un notevole numero di campioni di diversa origine
etnica. Così l’analisi di 277 genomi mitocondriali ha recentemente fornito una panoramica della
variabilità del DNA mitocondriale umano e di evidenziare alcuni importanti aspetti della sua
evoluzione e dell’adattamento a situazioni ambientali e culturali diverse.
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La variabilità del cromosoma Y.
Gli studi sulla variabilità del cromosoma Y, sono stati affrontati fin dal loro inizio con l’uso delle
sonde, p12f2 e p49a,f, che riconoscevano un numero variabile di bande quando erano ibridate con il
DNA umano maschile digerito con l’enzima TaqI. Successivamente, in seguito allo sviluppo della
PCR, furono resi disponibili nuovi marcatori multiallelici, microsatelliti Y specifici, e diallelici , il
polimorfismo YAP dovuto ad una delezione di 200 bp. L'analisi di questi marcatori ereditati per via
paterna consentì di analizzare l’affinità genetica e le correlazioni tra diverse popolazioni. Tali
marcatori hanno infatti evidenziato un importante livello di strutturazione genetica tra popolazioni
umane: tale strutturazione è fortemente correlata alla strutturazione delle popolazioni in gruppi
linguistici oltre che alla localizzazione geografica delle popolazioni. Inoltre, il paragone di
polimorfismi specifici del cromosoma Y e del DNA mitocondriale in un ristretto set di popolazioni
ha mostrato globalmente un elevato grado di congruenza ma ha permesso anche l' identificazione
di un diverso contributo paterno e materno al pool genetico di diverse popolazioni. Particolarmente
interessante è risultata, in tal senso, l’Etiopia dove è stato messo in evidenza un elevato gene flow
di origine medio orientale per via paterna, ed un gene flow di origine bantoide per via femminile.
Due marcatori, l'allele p12f2-8Kb e il 49a,f-aplotipo(Ht)-15, mostrano una distribuzione che illustra
bene la diffusione demica del Neolitico in Europa. L'allele p12f2-8Kb, che è un marcatore
caucasoide ed ha la sua massima frequenza in Medioriente, sembra essere tipico della diffusione
Neolitica. Il 49a,f-Ht15, che è un aplotipo europeo e ha la sua massima frequenza nell'Europa Nord
Occidentale (in particolare nei Baschi), sembra essere caratteristico delle popolazioni protoeuropee. Questi marcatori hanno un gradiente di frequenza Nord-ovest Sud-est in direzione opposta
e furono i primi indicatori molecolari del modello demico di diffusione "Wave of advance" di
Ammerman e Cavalli Sforza. Un'ulteriore caratterizzazione dei cromosomi proto-europei è venuta
poi dall'analisi di quattro sistemi polimorfici, il marcatore bi-allelico YAP e tre microsatelliti
(YACIIa, b, DYS19, DYS392).
Alla fine degli anni novanta, l’identificazione di oltre 200 nuovi polimorfismi genetici biallelici Y
specifici mediante l’utilizzo della Denaturing High Performance Liquid Cromatography (DHPLC)
su larghi tratti del cromosoma Y ha profondamente influenzato il settore della genetica umana di
popolazione. Tali marcatori hanno infatti consentito di riconsiderare diversi aspetti dell’evoluzione
umana, rivelandosi estremamente utili per stabilire le componenti presenti all’interno di diverse
popolazioni. In particolare, lo studio filogeografico degli aplotipi ottenuti con tali marcatori ha
permesso di stabilire che due migrazioni partite dall’ Africa hanno portato ad una prima
colonizzazione dei continenti da parte di Homo sapiens sapiens. In seguito, con la crescita
demografica delle popolazioni, successiva all’ultima glaciazione, si è avuta l’attuale distribuzione
del genere Umano. Inoltre, sette marcatori biallelici (M17, M35, M46, M89, M170, M172, M173)
sono risultati dare conto per il 95% della variabilità del cromosoma Y in Europa. L’utilizzo di tali
marcatori ha permesso di evidenziare la componente genetica delle attuali popolazioni Europee che
risale alle popolazioni che vivevano in Europa già nel periodo Paleolitico e di ricostruire alcune
delle migrazioni umane che all’inizio del Neolitico hanno portato al ripopolamento dell’Europa.
Studi sulla componente genetica della longevità.
L’attività di ricerca sul tema della longevità è stata volta alla comprensione delle basi genetiche di
tale carattere. L’iniziale idea dei genetisti coinvolti in questo ambito di ricerca era che le varianti
genetiche che sono sfavorevoli alla longevità vengono eliminate dal pool genico di individui
appartenenti ad una determinata coorte man mano che la coorte stessa invecchia, in un processo
chiamato di “selezione demografica”. In tale ottica è stata studiata la variabilità genetica di molti
geni coinvolti in pathways metabolici importanti per l’invecchiamento in buona salute, quali i geni
delle Heat Shock Proteins ed il gene della Sindrome di Werner al fine di verificare se la loro
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frequenza variava nelle diverse coorti presenti nella popolazione. Lo studio di alcuni polimofismi di
geni candidati in soggetti di diversa età ha poi evidenziato che lo schema iniziale della semplice
“selezione demografica” non rende pienamente conto delle osservazioni effettuate. Infatti, molte
varianti genetiche hanno mostrato di poter favorire la sopravvivenza nell’età adulta (ad esempio
proteggendo da malattie correlate a quella età) ma di avere un effetto opposto sulla probabilità di
sopravvivenza in età più avanzate. Ciò ha comportato lo sviluppo di specifiche ed originali
metodiche di analisi che sono in gran parte attualmente in corso.
Di particolare interesse sono gli studi sulla correlazione tra la variabilità, sia ereditaria che
somatica, del DNA mitocondriale e la longevità. L’analisi degli aplogruppi mitocondriali Europei
nei centenari italiani (i centenari costituiscono il miglior modello di invecchiamento con successo e
longevità umana) ed in un gruppo di controllo formato da soggetti più giovani (età compresa tra i
20 ed i 60 anni) ha evidenziato che l’aplogruppo J ha una frequenza molto maggiore nei centenari
rispetto ai controlli. Tali dati, confermati da diversi Autori con studi analoghi in altre popolazioni
Europee, suggeriscono che l’aplogruppo J favorisce la longevità. Poiché tale aplogruppo è stato
indicato come coinvolto anche nella insorgenza di alcune malattie mitocondriali, si è ipotizzato che
esso produca un diverso fenotipo a seconda della presenza di altre mutazioni sul DNA
mitocondriale e del tipo di genotipo nucleare. Le mutazioni somatiche eteroplasmiche del DNA
mitocondriale, tipiche dell’invecchiamento, sono state per lungo tempo considerate come effetti
causali del deterioramento cellulare correlato.con l’età. In realtà è stato possibile evidenziare che le
mutazioni puntiformi sono tessuto specifiche. Questo ha fatto ipotizzare il controllo del genoma
nucleare sull’insorgenza di tali mutazioni. Lo studio sui gemelli mono e dizigoti ha permesso di
provare tale influenza. Infatti, mentre nei gemelli monozigoti la percentuale di molecole mutate è
uguale, nei gemelli dizigoti le percentuali sono diverse. Inoltre si è visto che tali mutazioni alterano
la funzionalità del DNA mitocondriale, suggerendo quindi che esse siano un adattamento del DNA
mitocondriale agli effetti del tempo.
Oltre agli studi popolazionistici, sono in corso studi per costruire modelli cellulari in cui studiare le
basi degli effetti della variabilità molecolare dei vari geni che hanno mostrato una correlazione con
la longevità. Di particolare interesse, in tale ambito, è lo studio di un VNTR localizzato nell’introne
5 del gene SIRT3, che presenta 7 alleli comuni. Uno degli alleli di tale VNTR, denominato allele
2b, è totalmente assente nei maschi ultra ottantenni, suggerendo che esso sia sfavorevole alla
longevità. Mediante esperimenti di trasfezione si è trovato che tale VNTR ha un’attività di
enhancer allele specifica e che l’allele 2b è l’unico che non presenta questa attività. Tale risultato è
in linea con i dati che emergono dagli studi sugli organismi modello, dove si è visto che
l’espressione di Sir2 (di cui SIRT3 è omologo) direttamente influenza la longevità.
Dato il grande numero dei fattori ambientali, sociali e biologici che possono influenzare la
longevità, per la ricerca delle basi genetiche di questo carattere sono stati anche intrapresi diversi
studi multidisciplinari con interazioni con studiosi di gerontologia e demografia. Ciò ha portato, per
esempio, allo studio della distribuzione del rapporto Femmine Centenari/Maschi Centenari nelle
diverse regioni italiane. Questo studio ha evidenziato che tale rapporto ha un valore di 2:1 nelle
regioni del Sud Italia ed aumenta gradatamente andando verso Nord dove raggiunge 7:1 nelle
regioni del Nord Est Italia. Inoltre, sono state studiate le condizioni di salute degli anziani in diverse
regioni d’Europa, evidenziando una forte differenza tra le condizioni degli anziani di Francia e
Danimarca e quelli del Sud Italia. Si è infatti riscontrato tra i calabresi anziani una condizione
psicologica e fisica più compromessa rispetto ai loro coetanei Francesi e, ancora di più rispetto agli
anziani danesi.
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Elenco delle Pubblicazioni su riviste internazionali prodotte da Giuseppe Passarino.
1. De Blasi S, Montesanto A, Martino C, Dato S, De Rango F, Bruni AC, Mari V, Feraco E,
Passarino G. APOE polymorphism affects episodic memory among non demented elderly
subjects. Exp Gerontol. 2008. In Press.
2. Nasi M, Guaraldi G, Orlando G, Durante C, Pinti M, Nemes E, Nardini G, Passarino G,
Cocchi M, Esposito R, Mussini C, Cossarizza A. Mitochondrial DNA haplogroups and
highly active antiretroviral therapy-related lipodystrophy. Clin Infect Dis. 2008; 47: 962968.
3. Rose G, Longo T, Maletta R, Passarino G, Bruni AC, De Benedictis G. No evidence of
association between frontotemporal dementia and major European mtDNA haplogroups.
Eur J Neurol. 2008; 15:1006-1008.
4. Salvioli S, Capri M, Santoro A, Raule N, Sevini F, Lukas S, Lanzarini C, Monti D,
Passarino G, Rose G, De Benedictis G, Franceschi C. The impact of mitochondrial DNA on
human lifespan: a view from studies on centenarians. Biotechnol J. 2008; 3: 740-749..
5. De Rango F, Leone O, Dato S, Novelletto A, Bruni AC, Berardelli M, Mari V,Feraco E,
Passarino G, De Benedictis G. Cognitive functioning and survival in the elderly: the
SSADH C538T polymorphism. Ann Hum Genet. 2008; 72: 630-635.
6. Ferraresi R, Troiano L, Pinti M, Roat E, Lugli E, Quaglino D, Taverna D, Bellizzi D,
Passarino G, Cossarizza A (2008) Resistance of mtDNA-depleted cells to apoptosis
Cytometry A. 73(6): 528-537.
7. Montesanto A, Passarino G, Senatore A, Carotenuto L, De Benedictis G (2008) Spatial
analysis and surname analysis: complementary tools for shedding light on human longevity
patterns Ann Hum Genet. 72: 253-260.
8. De Rango F, Dato S, Bellizzi D, Rose G, Marzi E, Cavallone L, Franceschi C, Skytthe A,
Jeune B, Cournil A, Robine JM, Gampe J, Vaupel JW, Mari V, Feraco E, Passarino G,
Novelletto A, De Benedictis G. (2008) A novel sampling design to explore gene-longevity
associations: the ECHA study Eur J Hum Genet.16: 236-242.
9. Capri M, Salvioli S, Monti D, Caruso C, Candore G, Vasto S, Olivieri F, Marchegiani F,
Sansoni P, Baggio G, Mari D, Passarino G, De Benedictis G, Franceschi C. (2008) Human
longevity within an evolutionary perspective: The peculiar paradigm of a post-reproductive
genetics. Exp Gerontol.43: 53-60.
10. Rose G, Passarino G, Scornaienchi V, Romeo G, Dato S, Bellizzi D, Mari V, Feraco E,
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