IL CAFFÈ 29 maggio 2011 3 L’audience L’organigramma del dipartimento informazione Rsi Gli indici d’ascolto nelle mani dei quiz e tv-movie Membro direzione Informazione Edy Salmina Resp. Monitoring Maurizio Corti Resp. servizio Segretario generale Settore/Redazione Brunello Besomi News Desk Attualità regionale Attualità Dibattiti e approfondimenti Luigi (Gino) Ceschina Massimiliano Herber Aldo Sofia Reto Ceschi CSI e Quotidiano Nazionale Telegiornali Veronica Alippi Massimiliano Herber Bruno Boccaletti Michele Magistra Modem, Contesto, Il ponte Esteri Radiogiornali Reto Ceschi Alessandra Maffioli Stauffer Federica Bonetti Economia Democrazia diretta Falò Fabio Dozio Patti Chiari Lorenzo Mammone Fonte: Rapporto di attività Corsi 2010 EZIO ROCCHI BALBI Reto Ceschi Luca Fasani Le trasmissioni più viste negli ultimi anni LA PAROLA Ti-Press/il Caffè Televisione “La sfida per il futuro delle tv regionali tra globale e locale”. L’analisi della critica televisiva Alessandra Comazzi A PAGINA 53 Gli spot Accusata di dumping pubblicitario Telegiornale L’appuntamento con l’informazione del telegiornale della Rsi rimane sempre il fiore all’occhiello del palinsesto. Si tratta della trasmissione più vista, con il 45,1% Patti chiari Ottimo successo anche per la trasmissione condotta da Lorenzo Mammone, che oltre a essere la seconda più cliccata sul portale online della Rsi, veleggia stabile con un 32% di share Anche tariffe da 75 franchi per venti secondi, gli editori si rivoltano GIACOMO SALVIONI “Non si tiene conto del costo reale. Basta vedere quello che si paga sulla tv svizzero-tedesca” Ti-Press PETER KAUFMANN “L’offerta pubblicitaria è calcolata con il criterio Cpm, costo per mille contatti” P rezzi stracciati alla Rsi. O quasi. Bastano 75 franchi per uno spot di 20 secondi. Se li potrebbe permettere anche un teen-ager per fare gli auguri dal piccolo schermo alla fidanzata il giorno di san Valentino. L’accusa che circola fra gli editori dei giornali del Ticino, che si trovano anno dopo anno una torta pubblicitaria sempre meno consistente e con sempre più pretendenti - radio, tele, internet -, è quella di essere di fronte a un vero e proprio dumping pubblicitario. Fra i media s’è ingaggiata una lotta all’ultimo cliente. Scottati dalla crisi pubblicitaria del 2009 che ha comportato un calo del 20 per cento rispetto all’anno precedente, toccando in prevalenza il mondo della carta stampata che ha visto ridurre – a livello svizzero - le entrate nette da 2,4 miliardi di franchi a 1,9. Gli altri media si sono difesi meglio. Per Tv, radio, teletext, cinema, la pubblicità è scesa nell’anno terribile da 798 ai 763 milioni. Negli ultimi anni le inserzioni stanno riprendendo in tutti i settori, ma i migliori risultati li sta ottenendo il sistema radio-televisivo. Accusato, e non da ora, di concorrenza al ribasso. Se ne fa interprete, Giuliano Bignasca editore del Mattino, secondo cui la Rsi farebbe un vero e proprio dumping pubblicitario (vedi dichiarazione a fondo pagina). Prezzi ridotti all’osso, promozione per i nuovi arrivati, pacchetti minimi. Appunto quei 75 franchi per venti secondi. E poi la minaccia di voler sbarcare su internet, raccogliere inserzioni pubblicitarie per il portale web. Anche Giacomo Salvioni, presidente dell’Associa- Pierre Rusconi PRESIDENTE DELL’UDC Mancano i documentari locali a un punto di vista strettamente personale trovo che la Rsi, con i mezzi che ha, produce e manda in onda delle buone trasmissioni. Ad esempio i giochi, pur con tutti i distinguo del caso, non sono male. L’offerta dei lungometraggi mi pare sufficientemente fresca, segno che si son trovati i canali giusti. Anche per i telefim, le varie serie mi sembrano aggiornatissime. Per quanto riguarda lo sport, vengono offerti eventi di alto livello. È vero siamo deboli nella produzione di fiction, ma è ovvio, non abbiamo la massa critica. Se ci fosse qualche documentario in più, e se si riproponessero le serie di itinerari alla scoperta del Ticino, credo si migliorerebbe ancora il mercato locale”. “D zione ticinese editori di giornali, fa presente i rischi: “Mi pare che la raccolta pubblicitaria in Ticino per la Rsi non tenga conto del reale costo di produzione, tant’è vero che le differenze con le tariffe della tv svizzero-tedesca sono fortissime. Una scelta più politica che commerciale volta a riempire spazi sempre più ampi che nuoce al libero mercato”. In effetti da quest’anno la Ssr diffonde più pubblicità. Con le nuove disposizioni governative, le trasmissioni a carattere non informativo diffuse al di fuori dall’orario di grande ascolto possono subire interruzioni ogni 30 minuti. Fra le 18 e le 23, le interruzioni pubblicitarie sono possibili solo ogni 90 minuti. Il tempo massimo di pubblicità è stato portato dall’8 al 15 per cento delle trasmissioni quotidiane. E così in tv, alla Rsi, è tutto un rincorrersi per un miglior piazzamento: prima o dopo il Quotidiano. O dopo il Tg. La Meteo, la posizione più ambita. Partendo appunto da 75 franchi per 20 secondi: un prezzo davvero stracciato, ma solo alla mattina alle 8 e a notte inoltrata, quando di fronte alla tele non ci sta nessuno. La tariffa pubblicitaria sale progressivamente a 793 alle 19 e 28, dopo il Quotidiano, a 1.190 franchi dopo il Tg. Fino ad un massimo di 2.400 franchi. Qui il teen ager ha già perso ogni speranza, e si limita alla classica pizza per due. Ma lo spazio che viene venduto in Ticino ad un massimo di 2.400 franchi per 30 secondi, sulla tv svizzero-tedesca a Zurigo costa 38 mila. “Si tratta di tariffe regolate secondo la formula del cosiddetto Cpm, costo per mille contatti spiega Peter Kaufmann di Pubblisuisse, la società di raccolta pubblicitaria della Ssr-Srg - Non stiamo affatto facendo dumping pubblicitario”. Per Kaufmann non si starebbe rastrellando il mercato primo perchè l’entrata complessiva della pubblicità per la Ssr-Srg in tutta la Svizzera è di 312 milioni e rappresenta un quarto circa delle proprie entrare dovute al canone (un miliardo e 169 milioni). Inoltre, secondo motivo, la pubblicità complessiva trasmessa in Ticino è di poco superiore ai 13 milioni. c.m. Alberto Leggeri COPRESIDENTE AD INTERIM DEL PS Ma è una tv con la erre moscia er quel che riguarda un’analisi generale delle trasmissioni, non possiamo non rilevare che la Rsi, pur con i suoi mezzi limitati rispetto alla concorrenza del mercato radiotelevisivo, fa dei veri e propri miracoli. E se confrontati con la qualità dei programmi italiani, la Rsi, nel complesso regge davvero bene la concorrenza, sia per l’intrattenimento, sia per l’informazione, sia per i giochi. Quel che mi disturba invece è un certo pressapochismo nella dizione, accenti che lasciano a desiderare, nei toponimi non corretti che denotano poca conoscenza del Ticino. Credo che sia invalsa l’abitudine di mandare in onda troppa gente con la “erre moscia”. Dà un senso di improvvisazione”. “P Telefilm Spesso, oltre ai film, anche i telefilm sono in prima visione rispetto alle reti italiane. che sia “Grey’s anatomy” o “The Mentalist”, sono sempre un successone costante fin dalle prime stagioni... Film Il film del lunedì (che ha ormai soppiantato quello del sabato dedicato alle famiglie) porta a casa normalmente tra il 25 e il 30% di share, dando un grande contributo alle cifre degli indici d’ascolto S e lo strapotere di informazione e tg non garantiscono più quei picchi di audience che assicuravano alla Rsi una media generale soddisfacente, da almeno un paio di stagioni a tenere aggrappato quello spettatore ticinese su tre ci hanno pensato quiz, film in prima tv e telefilm, oppure trasmissioni di servizio come “Patti chiari” che hanno avuto anche il merito (forse unico esempio di multimediale concretizzato) di creare intorno al programma una vera e propria comunità web. La rubrica di Mammone, che lo scorso venerdì ha chiuso la serie annuale, non solo veleggia senza problemi sul 32% di share, ma online è secondo in termine di clic solo al portale info e alla meteo. Il palmarès dell’audience spetta comunque ad “Attenti a quei due” che in cinque stagioni è oscillato dal 39 al 43%. Una media quindi del 40% che fa oggettivamente dubitare se sia il Tg a fare da traino al telequiz o Matteo Pelli a portare la “dote” di ascoltatori. Sempre tra i quiz non passa inosservata quella media del 35% di “Fuori in 20 minuti”, che forse non conferma l’exploit degli esordi, Il vantaggio offerto dalla fiction è dato anche dalle prime visioni spalmate dal lunedì al mercoledì ma resta abbondantemente sopra la media dei telespettatori di Comano. Altre percentuali di ascolto che contribuiscono a mettere “fieno in cascina” sono i film e i telefilm sapientemente centellinati da Silvana Carminati. Il vantaggio offerto dalla fiction è più importante di quello spettatore su quattro che, comunque, pigia il telecomando sul canale Rsi quando in palinsesto appaiono i film. Il contributo agli indici d’ascolto, infatti, è spalmato su quasi tutta la settimana. Il film del lunedì (che ormai nelle abitudini dei telespettatore ha soppiantato quello del sabato dedicato alle famiglie) porta a casa normalmente tra il 25 e il 30% di share, ma la media diventa praticamente costante nella prima serata di martedì e mercoledì con i telefilm. “Desperate hosewife” non ha mantenuto il passo d corsa della prima, fortunatissima stagione, ma il vuoto d’audience è stato subito colmato dalla serie “Grey’s anatomy” - regina dei tvmovie targati Rsi - e da “The Mentalist” lo psico-giallo che ha fatto boom fin dalla prima serie. Inutile ricordare che, sia film, sia telefilm, spesso sono in prima tv rispetto a Rai e Mediaset. Un suo dignitoso “mattoncino” all’audience l’ha portato anche lo sport, soprattutto con le partite di Champions League che non sono mai scese - nonostante la concomitanza italiana - sotto il 20%. [email protected] Sergio Savoia COORDINATORE DEI VERDI Il problema sta nel management al punto strettamente professionale considero le trasmissioni radiotelevisive della Rsi un buon prodotto. Frutto di una professionalità elevata al netto delle scarse risorse. Con un budget oggettivamente limitato, se si considerano le dirette concorrenti italiane che possono contare su un esercito di autori, alla Rsi si producono programmi di intrattenimento validi e di buon livello. Insomma la Rsi se la cava piuttosto bene. Il problema della nostra televisione non si pone dunque al livello della produzione, delle trasmissioni, ma del management; questo sì che presenta dei deficit di professionalità, con grave commistione ed invadenza della politica. Aspetti segnalati da tempo.” “D