Un gruppo al lavoro con un obiettivo [email protected] Lavorare in gruppo Nelle organizzazioni il processo di integrazione delle funzioni, delle competenze è diventato un presupposto dell’agire organizzativo. La forma elementare di gestione della vita organizzativa è basata sul gruppo: team orientati ai progetti, al prodotto, rappresentano forme diverse di gruppi di lavoro. Sempre più spesso attività quali l’analisi, la progettazione, la verifica degli indirizzi organizzativi, la definizione di strategie operative, tecniche, progettuali o la decisione in merito a scelte operative o strategiche si realizzano in gruppo. Il lavoro di gruppo è quindi il contesto privilegiato in cui si definiscono obiettivi, si confrontano idee, prospettive ma anche modelli di intervento, si raggiunge un consenso, si prendono decisioni sull’agire organizzativo. Come per gli altri strumenti di integrazione organizzativa il lavoro di gruppo ha una logica interna: non può essere improvvisato, richiede una competenza specifica sia riguardo all’osservazione dei processi in atto, sia rispetto alla gestione dell’attività. Lavorare di gruppo consente, dunque, di confrontarci con finalità, dinamiche e clima; ciò a partire dalla contemporanea presenza di funzioni diverse e di una reciprocità relazionale. Le dimensioni costitutive di un gruppo di lavoro. Cosa si intende per gruppo di lavoro? Quaglino et al (1992) lo definiscono come quel luogo di possibile collaborazione, sostenuto da processi di negoziazione in cui i vari punti di vista dei costituenti il gruppo possano essere articolati fra loro fino al raggiungimento di un punto di vista del gruppo di lavoro. La definizione di gruppo di lavoro, qui proposta, vede confluire in sé, affinché esso si possa realizzare, un’efficace definizione dei ruoli non necessariamente stabili, una suddivisione dei compiti anch’essa non immobile, ed una progettualità organizzativa al fine di integrare ruoli e compiti. Essa implica una responsabilità non solo individuale, bensì collettiva; la creazione di !1 relazioni di reciprocità fra i membri, all’interno di un continuo processo di mediazione di posizioni diverse fra loro; una condivisione dei processi in atto per il raggiungimento degli obiettivi. Per comprendere il funzionamento di un gruppo di lavoro è importante considerare gli aspetti strategici che conducono alla scelta di utilizzare il gruppo come struttura di lavoro più efficace, di processo che influiscono sulla vita relazionale del gruppo e metodologici che contengono e regolano il lavoro di gruppo. Per questo si adotta una definizione di gruppo da cui avviare l’individuazione degli aspetti costitutivi di un gruppo di lavoro e degli elementi cui prestare attenzione durante l'attività: "un gruppo al lavoro con un obiettivo" è un’espressione completa poiché contiene sia gli elementi costitutivi, sia le aree di attenzione metodologica, sia i livelli di processo presenti in un gruppo. L’analisi di ogni parola conduce ad una chiara presentazione delle componenti essenziali: l’obiettivo, il gruppo, il lavoro. Innanzitutto il termine "gruppo" permette di risalire alla dimensione presente nel momento in cui due o più persone si uniscono per lavorare insieme. Ogni volta che qualcuno entra a far parte di un gruppo vive una dimensione di relazione con gli altri membri. Questa genera tutta una serie di interazioni, di legami che si attivano in funzione del confronto e integrazione di caratteristiche personali, atteggiamenti, prospettive e azioni diversi. La dimensione relazionale permette quindi di spiegare i fenomeni che di fatto ostacolano il lavoro di gruppo quali: i conflitti di gruppo, le problematiche decisionali, le difficoltà di adattamento di un gruppo nel momento di ingresso o uscita di membri. La dimensione relazionale è composta dall'area socio-emotiva delle persone: il termine “socio” pone l'attenzione al gruppo come soggetto sociale con una cultura, un modo di pensare, un obiettivo di lavoro; questi elementi formano l'identità di gruppo che si esprime nelle relazioni con gli altri gruppi e il contesto organizzativo globale. . Il secondo invece spiega i processi tra ogni membro e il gruppo. In questo secondo caso si osservano le relazioni che si instaurano tra i membri in funzione dei bisogni, desideri, caratteristiche, competenze individuali, le modalità di comunicare sentimenti, emozioni. La parola "obiettivo" permette di individuare il secondo elemento costitutivo di un gruppo di lavoro, la dimensione organizzativo- strategica, che consiste nella presenza di una mission assegnata al gruppo da un’organizzazione. Questa area situa il gruppo in un contesto e spiega la relazione di committenza tra organizzazione e gruppo offrendo un modello di lettura per !2 analizzare le scelte strategiche di un’azienda nella fase di costituzione, implementazione o scioglimento di un gruppo di lavoro. In particolare analizza le problematiche legate alla presenza / assenza di un mandato organizzativo che assegna un obiettivo al gruppo. Su questa linea si colloca il rapporto tra obiettivo e risultato ossia la relazione tra quello che il gruppo si propone di fare e quello che effettivamente raggiunge. L’obiettivo non è un dato acquisito. Poiché ciascun membro tenderà a portare con sé nel lavoro un insieme di bisogni, competenze, stili di pensiero, aspettative; ma soprattutto perché tenderà a portare una personale interpretazione dell’obiettivo assegnato. La definizione puntuale dell’obiettivo e la comprensione e l’interpretazione corretta da parte di tutti i membri del gruppo sono le precondizioni per un funzionamento efficace del gruppo di lavoro. In questo modo è possibile istituire una forma di identificazione dei membri con l’obiettivo comune, che permette a ciascuno di appropriarsene e di inserirlo nel contesto delle mete individuali da perseguire e contribuire dunque al lavoro di gruppo. Il termine " lavoro" permette di orientarsi verso la dimensione metodologica che rappresenta l'insieme degli elementi a cui prestare attenzione per raggiungere l'obiettivo. In questa area si analizza il ruolo della struttura del gruppo, della gestione del tempo, delle modalità di lavoro per l'analisi, la progettazione, la decisione. E' l'ambito di progettazione del lavoro di gruppo, la sede destinata alla definizione dell'obiettivo, del numero dei membri del gruppo, alla valutazione di fattibilità dell'obiettivo organizzativo. Obiettivo che deve essere chiarito ed articolato in compiti, realizzabile con risorse e mezzi a disposizione, valutabile dal gruppo e dall’organizzazione. Il metodo attraverso cui svolgere tali azioni nasce e si negozia nel gruppo, garantendone la comunicazione e la collaborazione di tutti i membri. Le dimensioni strategico-organizzativa, relazionale e metodologica concorrono insieme nella formazione del gruppo di lavoro, sono sempre attive in modo simultaneo anche se, in momenti diversi, potrebbe predominarne una sola; tuttavia soltanto se le tre dimensioni (organizzativa, relazionale, metodologica) sono in una situazione di equilibrio il gruppo riuscirà a realizzare gli obiettivi organizzativi. In questo la funzione del dirigente è quella di favorire un'azione di gruppo equilibrata sulle tre dimensioni orientando quindi il gruppo verso la dimensione più appropriata. In questo senso la capacità di guidare il gruppo verso la realizzazione del proprio compito, la capacità di riconoscere i bisogni individuali dei membri di esso e la competenza nel gestire i !3 conflitti rappresentano strategie proprie del processo di influenza che avviene tra un leader e i suoi collaboratori. Leadership: quale funzione? L’accento sulla leadership come funzione, presente nel titolo, ci confronta con due aspetti ad essa connessi: quello socio-operativo e quello affettivo, difficilmente scindibili l’uno dall’altro all’interno della funzione stessa e integrabili all’interno di un processo relazionale. L’aspetto socio-operativo della funzione di leadership guarda alla realizzazione del compito del gruppo di lavoro e al perseguimento dei propri fini istituzionali. Quello socio-affettivo può essere inteso come attività di mantenimento della dimensione socio-psicologica del gruppo; riguarda, infatti, la creazione e lo sviluppo di un clima positivo all’interno del gruppo di lavoro e il raggiungimento di una buona qualità delle relazioni interpersonali. È possibile intendere tali funzioni non solo come espressione di un singolo, il leader, bensì come capacità di gestione esercitabili anche da altri membri del gruppo. La leadership rappresenta, dunque, un processo relazionale nel quale un soggetto dimostra la capacità di individuare, interpretare rispondere alle esigenze del gruppo nel raggiungimento del risultato. Presiedendo la possibilità ed il mantenimento delle relazioni tra i membri, il clima affettivo, i bisogni, riconoscimenti, garantendone la crescita attraverso il favorire degli scambi tra interno ed esterno. Tali funzioni sono sempre in equilibrio con la necessità del lavorare con il gruppo, non sostituendosi ad esso nella presa delle decisioni, pur negoziando un ruolo chiaro ed efficace, volto appunto alla ottimizzazione delle risorse operative e relazionali possibili. Non esiste un unico modo per esercitare la leadership, essa è strettamente legata al contesto ed allo specifico gruppo di lavoro, con il quale è sempre in una relazione dialogica, in cui tale funzione è delegata dal gruppo e dal leader vicendevolmente in relazione agli obiettivi del lavoro del gruppo, a seconda delle situazioni ed in virtù delle competenze specifiche. !4 !5