BELGIO Superficie: 30.536 km² Popolazione: 11.239.755 ab. Densità: 351 ab./km² Capitale: Bruxelles (1.168.231 ab.) Forma di governo: Monarchia parlamentare federale Ingresso nell'ONU: 27 dicembre 1945 Ingresso nell'UE: 25 marzo 1957(membro fondatore) Lingue ufficiali: francese (vallone), olandese (fiammingo), tedesco ECONOMIA L’economia del Regno del Belgio dal 2014 registra un andamento positivo del Prodotto Interno Lordo (PIL), trend confermato dalle previsioni statistiche anche per il 2017. Secondo i dati pubblicati dalla Banca Nazionale del Belgio, infatti, il PIL è cresciuto del 1.2% nel 2016 con una previsione del 1.4% per il 2017. Nel 2015 il PIL crebbe del 1.5%, e nel 2014 del 1.7%. Il debito pubblico rimane tuttavia elevato. Nel 2016 è ammontato al 106.5% risetto al PIL. L’aumento della spesa pubblica nel 2016 è stato contenuto, registrando un incremento del 0.2% rispetto all’anno precedente. Grazie alla congiuntura economica favorevole, anche la disoccupazione è diminuita a partire dal 2015. La disoccupazione è calata del 4.5% nel 2016, con un tasso di disoccupazione del 8.1% della forza lavoro, rispetto al tasso di 8.5% del 2015. Le stime della Banca Nazionale confermano questo trend anche per il 2017, con una diminuzione della disoccupazione stimata intorno al 1.7% con un tasso di disoccupazione del 7.9%. Sul fronte della domanda interna, nel 2016 i consumi privati sono aumentati del 0.7% rispetto all’anno precedente. Nel 2015 i consumi privati aumentarono del 1.3% soprattutto grazie al maggior potere di acquisto delle famiglie e all’alleggerimento della bolletta energetica. Tuttavia la fiducia dei consumatori (indice che include le aspettative sulla situazione generale dell’economia, disoccupazione, situazione finanziaria e capacità di risparmio) nel 2016 è diminuita di 10 punti. Le previsioni per il 2017 sono tuttavia un nuovo incremento su livelli più elevati. Particolarmente significativo nel 2016 è stato l’aumento degli investimenti. Durante i primi due trimestri del 2016 gli investimenti sono aumentati rispettivamente del 11.0% e del 10.1% rispetto allo stesso periodo di riferimento dell’anno precedente. Contestualmente, è aumentata sensibilmente la produzione manifatturiera ed il settore delle costruzioni. Il commercio estero, infine, ha contribuito significativamente alla crescita economica del paese. Le esportazioni di beni e servizi sono aumentate del 4.0% nel 2016 (nel 2015 aumentarono del 4.3%) e la Banca Nazionale del Belgio stima un ulteriore incremento del 4.1% nel 2017. Anche le importazioni di beni e servizi sono aumentate nel 2016 del 3.0% (contro il 4.3% nel 2015) e con una stima di ulteriore incremento di 4.1% nel 2017. La Germania è il primo partner commerciale del Belgio destinatario del 17% delle esportazioni belghe, seguito da Francia (15,5%), Paesi Bassi (11,4%), Regno Unito (9%) ed Italia (5%). 1 Settori produttivi Il Belgio sta progressivamente rafforzando i settori ad alto contenuto tecnologico. In tale ottica, cresce la presenza nel Paese di parchi scientifici, centri di ricerca, laboratori, università e "business parks”. Rispetto all’attività settoriale, l’economia belga è diventata ancora più orientata ai servizi, che guidano lo sviluppo economico. Ciò rappresenta uno sviluppo naturale nelle economie mature ad alto reddito dove i servizi rappresentano una crescente quota dei consumi. La deindustrializzazione è stata più rapida ed è andata più avanti in Belgio che in altri paesi analoghi. Il settore dei servizi rappresenta il 77% dell’attività economica totale, rispetto al 17% e al 6% dell’industria e delle costruzioni rispettivamente. La attività primarie rappresentano meno dell’1%. La struttura industriale, concentrata soprattutto in Vallonia, è legata ancora oggi a tale sviluppo; in alcune parti della regione, il declino delle industrie di prima generazione è stato solo in parte compensato dalla nascita di nuovi settori industriali come l’ingegneria elettrica, il chimico, di trasformazione alimentare (incluse le bevande) e dallo sviluppo del settore dei servizi. Per contro le Fiandre, oggi più ricche della Vallonia, hanno sviluppato con successo una base industriale più moderna, attirando investimenti ad alta tecnologia. In termini di numero di lavoratori impiegati nelle industrie high-tech e innovative, le Fiandre rappresentano la terza regione più avanzata dell’UE. L'agricoltura ha ancor oggi una notevole parte nella produzione nazionale e ciò grazie alla sua alta specializzazione. Quasi la metà della superficie del Paese è produttiva. Prati e pascoli predominano nell'Alto Belgio, dove estese sono anche le foreste. L'agricoltura ha i suoi territori migliori nelle pianure delle Fiandre, occupate da cereali (frumento, mais, orzo, avena) e da barbabietole da zucchero, accanto a colture di minor importanza come il tabacco, il lino, il luppolo. Diffusa ovunque è la patata e notevole importanza hanno anche le colture frutticole (mele, pere) e orticole. L'allevamento ha la sua maggior diffusione nelle Ardenne, ricche di pascoli e prati; è condotto anch'esso con tecniche moderne e utilizzato, come in tutto il Paese, per alimentare l'industria casearia. Vi sono complessivamente 3 milioni di bovini e circa 7 milioni di suini; un allevamento prestigioso, benché privo ormai dell'importanza di un tempo, è quello dei cavalli da tiro del Brabante. Complessivamente secondaria è invece la pesca, che ha i suoi porti principali a Ostenda, Zeebrugge e Nieuwpoort. Lo sfruttamento forestale è relativamente rilevante, data l'estensione che hanno ancora le foreste nelle Ardenne. RELAZIONI INTERNAZIONALI La politica estera del Regno del Belgio si muove lungo alcune costanti, in particolare l'impegno europeista, la tutela dei diritti umani, la diplomazia economica. L’azione del Belgio sulla scena internazionale è proiettata verso alcune priorità quali il rafforzamento delle istituzioni democratiche, lo stato di diritto, la ”good governance” e la lotta al terrorismo che, al momento, rappresenta una priorità assoluta. In termini relativi, il Belgio è il paese da cui provengono più foreign fighters (circa 600 è la stima della Autorità belghe). L’appartenenza all'Unione Europea e alla NATO sono gli assi maggiori della politica estera del Belgio. Questa scelta europeista e multilateralista non è dettata solo da ragioni di tipo ideologico ma anche dalla consapevolezza che, per una piccola potenza in un contesto di crescente globalizzazione, l’adesione alla politica europea garantisca anche una maggiore tutela dell’interesse nazionale. 2 L’attuale Governo è a favore di un rafforzamento della politica estera e di sicurezza dell’Unione (PSDC), e intende investire maggiormente nel bilancio per la difesa. Il Belgio vede nell’Europa una “necessità assoluta”, un “progetto irreversibile” che deve focalizzarsi su un programma di lavoro centrato su alcune priorità tra le quali occupazione, immigrazione, energia, ammortizzatori fiscali e sociali. Un ruolo importante viene attribuito alla Commissione, che si vorrebbe più snella con 14 Commissari in carica (e non 28) e 14 delegati. Di particolare rilvenza è stata la firma dell'Accordo CETA tra UE e Canada, finalmente ottenuta dopo un lungo negoziato con la Regione Vallonia, che si era fortemente opposta al Trattato. La politica europea continuerà ad essere tra le priorità della politica estera belga anche nel 2017. Il Governo Michel guarderà con particolare attenzione ai dossier immigrazione, economico e di sicurezza e ritiene fondamentale ripristinare la fiducia dei cittadini nel progetto europeo. È favorevole ad una maggiore integrazione nell’ambito delle politiche economiche, di bilancio e sociali. Le principali forze politiche belghe hanno accolto con profondo disappunto il risultato del referendum britannico. I partiti della maggioranza di Governo, eccetto la N-VA, vedono nella Brexit l’opportunità di rilanciare, senza ritardi ed esitazioni, il processo di integrazione europea, verso un' Unione sempre più stretta (come ricordato nella dichiarazione di Berlino rilasciata dai Ministri degli Affari Esteri dei sei Paesi fondatori nell'immediato post-Brexit). A conferma del rapporto privilegiato con i Paesi Bassi e il Lussemburgo, il 17 giugno 2008 i Primi Ministri e i Ministri degli Esteri di Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo ed i Rappresentanti delle tre regioni belghe hanno firmato il testo del nuovo Trattato sul Benelux, elaborato sotto la presidenza dei Paesi Bassi e destinato a sostituire quello sottoscritto nel 1960. I Paesi del Benelux intendono preservare il loro ruolo di precursori all’interno dell’Unione Europea ed espandere la cooperazione transfrontaliera, soprattutto nell’ambito dei settori del mercato unico e dell’unione economica, dello sviluppo sostenibile, della giustizia e degli affari interni. Una dichiarazione dei Paesi del Benelux siglata il 18 aprile 2012 ha formalizzato il rafforzamento della cooperazione militare tra i 3 Paesi Benelux. Il Belgio è il 18° maggior contributore al bilancio delle Nazioni Unite, ed è attualmente candidato ad un seggio non-permanente presso il Consiglio di Sicurezza ONU per il 2019-2020. Rapporti con l’Italia Il Belgio, grazie alla sua posizione geografica nel cuore dell'Europa, ha un'economia molto aperta agli scambi e rappresenta un importante partner economico per l'Italia, soprattutto nelle relazioni commerciali. Con volumi di interscambio che non hanno conosciuto rilevanti flessioni negli anni della crisi economico-finanziaria, Italia e Belgio si posizionano tra i primi 10 mercati di reciproco interesse. Nel 2015, secondo fonti ISTAT, l’interscambio complessivo di beni tra l’Italia e il Belgio ha registrato un andamento molto positivo, superando i 30 mld di Euro. Le esportazioni italiane verso il Belgio hanno raggiunto 14 mld di Euro con una variazione del 6,1% rispetto al 2014. Le importazioni italiane dal Belgio hanno raggiunto i 17,14 mld di Euro, registrando una variazione rispetto al 2014 del 13,6%. Il saldo della bilancia risulta essere negativo per l'Italia per 3,13 mld di Euro, in aumento del 66,3% rispetto al 2014. I solidi rapporti commerciali tra Italia e Belgio vedono un'attività particolarmente intensa nell'ambito di tre settori 3 merceologici: prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici; macchinari e apparecchiature; autoveicoli, rimorchi e semirimorchi. Importanti sono anche le esportazioni italiane di prodotti agro-alimentari, tra cui quelle di carni, salumi e formaggi. Analogamente, tra le importazioni italiane dal Belgio, emergono il settore dei prodotti chimici, che registra il valore più alto, pari a 4 mld di Euro (+1,6%), seguito dai prodotti farmaceutici, con 3,3 mld (+10,6%), e dai macchinari e le apparecchiature, con 1,1 mld di Euro (+4,5% rispetto al 2015). Relativamente agli investimenti diretti, nel 2015 lo stock di investimenti italiani in Belgio è stato pari a 5.973 mln di Euro (+76,2% rispetto al 2014), mentre lo stock di investimenti belgi sul territorio italiano è stato pari a 10.325 mln di Euro (-0,4% rispetto al 2015). Inoltre, sono stati registrati flussi negativi di investimenti diretti in entrambe le direzioni, pari a -1.423 mln (+249,6%) dal Belgio verso l’Italia, e pari a -85 mln (-101,8%) dall’Italia verso il Belgio. La presenza italiana in Belgio è consistente, qualificata e diversificata. Si va dall iniziative commerciali ed artigianali di varie dimensioni, ai grandi investimenti industriali e di servizi. I principali gruppi italiani in Belgio maggiormente rappresentativi e con investimenti di una certa rilevanza.sono: BANCA MONTEPASCHI BELGIO, BURGO ARDENNES, CAMPARI BENELUX, CASE NEW HOLLAND, CHATEAU D'AX BELGIUM, CM TRASLOCHI SRL, DUFERCO BELGIUM, EDILTECO BELGIUM, ENI, ENEL, FERRERO S.A., FERROVIE DELLO STATO, FIAT, GENERALI BELGIUM, GRUPPO BORGHI, GRIMALDI, IXINA CUCINA, LOTTOMATICA, MAPEI, MTS BENELUX, POLIMERI EUROPA BENELUX SPA, RIELLO SPA, VALUE TEAM FINANCE SRL., VITROCISET BARRIERE TARIFFARIE E NON TARIFFARIE In quanto Paese membro della UE, non si applicano tariffe o dazi doganali sulle importazioni provenienti da altri Paesi UE. Non sussistono particolari restrizioni o barriere non-tariffarie rispetto alle importazioni intra-UE. COMMERCIO AGROALIMENTARE Nel corso del 2016 le esportazioni di prodotti agroalimentari verso il Belgio sono ammontate in valore a 1.178,964 meuro con un aumento del +7% rispetto al 2015. I prodotti di maggiore interesse esportativo sono stati: carni bovine fresche o refrigerate, carni suine fresche o refrigerate, carni pollame, prosciutti, latte e crema di latte, formaggi e latticini, altre piante vive, patate fresche, pomodori freschi, cipolle, cavoli e cavolfiori, lattughe, carote, ortaggi freschi o refrigerati, ortaggi e legumi freschi o refrigerati, frutta a guscio, agrumi, uve fresche, mele e pere, albicocche, ciliegie, pesche ecc., fragole, lamponi ecc., frutta anche cotta, frutta secca, caffè, riso, semole e semolini, semi destinati alla semina, olio di oliva, olio di palma, grassi e olii vegetali, margarine, salsicce e salumi, preparazioni di conserve di carni, preparazioni conserve di pesce, crostacei e molluschi preparati, altri zuccheri, cioccolata, paste alimentari, prodotti della panetteria e pasticceria, pomodori preparati, ortaggi e legumi preparati, confetture e gelatine, frutta secca preparata, succhi di frutta, salse preparate, gelati, preparazioni alimentari, vini, vermut, alcole etilico, aceti, preparazioni alimentazione animale, tabacchi greggi. Le importazioni nel corso dello stesso periodo sono ammontate a 1.221,769 meuro in aumento del +4% rispetto al 2015. 4 I prodotti importati sono stati: bovini vivi, carni bovine fresche o refrigerate, carni suine fresche o refrigerate, carni di ovini, caprine ed equini, carni di pollame, carni di coniglio, prosciutti, filetti di pesce congelato, crostacei commestibili, molluschi commestibili, latte e crema di latte, latte e crema di latte con zuccheri, latticello e yogurt, burro, formaggi e latticini, altre piante vive, patate fresche, pomodori, cipolle e navoni, frutta a guscio, banane, datteri, fichi, ananassi, mele e pere, fragole e lamponi, frutta anche cotta, caffè, thé, frumento, oli e grassi vegetali, margarine, preparazioni conserve di carne, preparazioni e conserve di pesce, crostacei e molluschi preparati, zucchero, cioccolata, paste alimentari, prodotti della panetteria e pasticceria, ortaggi e legumi preparati, confetture e gelatine, salse preparate, frutta secca preparata, preparazioni alimentari, birra di malto, alcol etilico, preparazioni alimentazione animale, sigari. Il saldo commerciale risulta negativo per i prodotti nazionali ed è stato pari a -42,805 meuro con una riduzione della passività del -35% rispetto al 2015. Si allegano le schede riassuntive relative al commercio agroalimentare per il triennio 2014-2016. 5