Sanità Camuna
L’ASL
INFORMA
L’Augurio del Natale
Periodico trimestrale
a carattere tecnico-informativo,
ANNO XI - n. 4
ASL di Vallecamonica-Sebino
Iscr. Trib. di BS n. 10/2004
in data 8 marzo 2004
Natale:
mistero della luce,
mistero del dono
mistero per gli occhi,
MISTERO PER IL CUORE
04/2014
L’Augurio del Capodanno
Buon Capodanno!
S’alza il sipario
Via il primo foglio del calendario.
Sui tuoi foglietti scritto che hai,
O anno che sorgi, letizie o guai?
Giornate bianche, giornate nere?
I tuoi segreti non vo’ sapere
Sopra ogni pagina che Dio mi dona
Io voglio scrivere giornata buona.
all'interno
■ PSICOLOGIA CLINICA
■ INFORMA FAMIGLIA
■ SANITà PUBBLICA VETERINARIA
La Scuola della Salute
La tua Sanità in Click
I Disturbi “Esternalizzanti”
del comportamento
Sommario
L’editoriale
Eugenio Fontana
03_Intervista al Direttore Generale Renato
Pedrini - Bilancio di fine anno
05_I nostri laureati
06_Intervista al Primario del Reparto di
Chirurgia dell’Ospedale di Esine
08_La Scuola della Salute - Intervista al
Direttore Sanitario dell’ASL
12_La promozione della salute nei
luoghi di lavoro. Il programma WHP
(workplace health promotion)
2
Psicologia Clinica
14_Porte aperte al Centro Disturbi
Alimentazione - 2ª Edizione
16_La gestione dello Stress attraverso la
Mindfulness (2ª parte)
17_ Lo Psicologo risponde
18_La tua Sanità in Click
20_L’ASL di Vallecamonica-Sebino al 42°
Congresso Nazionale SIMFER
Informa Famiglia
22_Ufficio di Protezione Giuridica – La
tutela giuridica delle persone fragili
24_Progetti di Prevenzione Dipendenze
in Ambito Scolastico
26_Tavolo Maternità Fragili
28_Assistenza alle persone fragili: l’Unità
di Valutazione Multidimensionale
29_I disturbi “esternalizzanti” del
comportamento
31_La Pediatria di Esine si colora di
allegria grazie ad ABIO
Sanità Pubblica Veterinaria
L’ASL INFORMA
Sanità Camuna
32_Manuale di buone pratiche di igiene
per le microimprese alimentari
Direttore Responsabile: Eugenio Fontana
Direttore Editoriale: Siro Casatti
Comitato di Redazione: Gemma Torri (Coordinatore)
Daniele Venia
Loredana Sanzogni
Editore: ASL di Vallecamonica - Sebino
Via Nissolina, 2 - 25043 Breno (BS)
E-mail: [email protected]
Progetto grafico e stampa: la Cittadina - Gianico (BS)
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UN IMMENSO DESTINO
Charles Péguy è stato un grande scrittore francese
dell’Ottocento. Era nato nel 1873, figlio poverissimo
di una madre impagliatrice di sedie. Il padre gli morì
appena quando egli era ancora infante. Adolescente
fu notato dal direttore dell’École Normale d’Orléans e,
con una borsa di studio, si diplomò brillantemente.
Ciò gli consentì di proseguire gli studi all’École
Normale di Parigi, dove fu alunno e conobbe quindi
Henri Bergson il filosofo dell’Évolution créatrice
e dello «slancio vitale». Péguy nel 1907 si convertì
al cattolicesimo. Allo scoppio della prima guerra
mondiale si arruolò e fu tra i primi a cadere sul fronte:
era il 5 settembre 1914. Ma Péguy fece in tempo a
scrivere capolavori assoluti di letteratura e di poesia:
tra questi il poema Ève, maestoso come un fiume in
piena, con lo svolgimento instancabile di strofe che
si spingono l’una con l’altra come le onde del mare.
Fu pubblicato nel 1913 ed è un poema che mette in
dialogo l’antica umanità incarnata da Eva e la nuova
umanità incarnata dall’evento del Natale o, in altre
parole, il mistero della caduta, dell’incarnazione e
della redenzione.
Non è questa la sede, anche se la festa del Natale è
ormai vicina ed è una festa divenuta universale, per
credenti e non credenti, anche solo per imbastire
una predica o peggio un predicozzo sul Natale, sui
sentimenti che suscita o sul consumismo delle società
occidentali. E poi chi scrive non ha alcun titolo per
farlo.
Ma rileggere Péguy alla luce del Natale è comunque
un’occasione benefica anche per chi si trova in un
letto d’ospedale a guardare oltre le finestre in attesa
di una visita familiare.
Péguy sottolinea con forza lo stretto (si vorrebbe dire
ontologico) rapporto tra anima e corpo, sicché ogni
dolore, ogni malattia del corpo è anche un dolore
e una malattia dell’anima. Il Natale è una “storia”
accaduta sulla terra e nella carne. Per questo «è
carnale anche il soprannaturale e l’albero della grazia
ha radici profonde nell’albero della natura». «Gli angeli
non sanno che cosa sia avere un corpo». Il Natale
allora ci riguarda. È un evento che coinvolge il passato
e qui Péguy martella le sue strofe con l’espressione
«per lui tutto il passato ha camminato», ma riguarda
anche il futuro e qui l’espressione martellante è «stava
per cominciare»: «stava per cominciare un immenso
destino», «stava per cominciare un’immensa parola».
La stessa cosa si può dire definendo il Natale «la festa
della speranza». E la speranza - scrive Péguy - «è
essenzialmente la contro-abitudine, la contro-malattia,
la contro-morte. Essa è la fonte e il germe. Essa è
lo sgorgare e la grazia». A questi pensieri e a queste
parole la Direzione e la Redazione affidano il loro
augurio di Buon Natale a quanti lo trascorreranno in
una corsia dei nostri ospedali.
L’ASL INFORMA
Sanità Camuna
Intervista al Direttore Generale
Renato Pedrini.
Bilancio di fine anno
a cura di Eugenio Fontana
D. Direttore, mi rendo perfettamente conto dell’impresa improba di
voler racchiudere in una breve intervista il bilancio di una anno di
attività, specie nel caso - ed è il caso nostro - di una realtà così complessa come un’Azienda Sanitaria che, unica in Regione Lombardia, ha in carico anche le strutture ospedaliere di Esine e di Edolo,
senza poi contare le difficoltà che quotidianamente si incontrano a
livello di gestione, anche perché i chiari di luna che si affacciano sul
cielo di Lombardia (manzonianamente, così bello quando è bello)
non sono dei più luminosi. La sanità costa sempre di più e le risorse
disponibili sono un gran bel problema nazionale, immersi come siamo in una crisi tutt’altro che risolta o in via di risoluzione.
R. Bene. Incomincerei proprio da Edolo. Francamente non capisco
su quali basi, su quali dati reali di programmazione regionale, di
tanto in tanto, quasi con una cadenza periodica, si lanciano inutili
allarmi, quali per l’ennesima volta con un volantino anonimo fatto
circolare in alta Valle. Ma nella propria programmazione la Regione
Lombardia non ha mai inteso ne intende davvero procedere ad
una soppressione del Presidio ospedaliero di Edolo - e sottolineo
Presidio ospedaliero, pertanto non si capisce come e in base a quali
fatti una tale notizia, prima di fondamento, venga diffusa. Per quanto
mi riguarda, sono fermo alle parole pronunciate dal Vicepresidente
della Regione e assessore alla Sanità, Mario Mantovani e dal Presidente della III Commissione Sanità Fabio Rizzi, nel convegno tenuto
a Breno nel maggio 2014 oltre che dal governatore Maroni nella sua
recente visita in Valle ai primi di ottobre: parole che hanno escluso
qualsiasi taglio o intervento di ridimensionamento. Certo il tempo
delle vacche grasse (se mai c’è stato) è finito. Ora la parola-chiave,
è razionalizzazione, con tutto quel che segue, lotta agli sprechi,
miglior utilizzo delle risorse finanziarie e soprattutto umane, per
spendere non meno, ma meglio. E debbo qui manifestare la mia
più viva soddisfazione nell’aver constatato che su questo fronte non
siamo soli: il personale ha risposto magnificamente. Dobbiamo fare
di più. Accenno al solo problema di un più organico e sistemico
coinvolgimento dei medici di base con le strutture ospedaliere. Ma
lo stesso discorso vale anche per le residenze anziani. Dobbiamo
utilizzare al meglio tutte le risorse disponibili sul territorio. Non è
un’utopia. È una strada obbligata, percorribile e da percorrere.
D. Direttore, Lei ha accennato al convegno di maggio che è stato un
successo, non solo di partecipazione ma di idee. Nessuno ha fatto
la semplice comparsa. Tutti gli interventi hanno posto problemi e
hanno cercato di individuare la via giusta per risolverli: e risolverli
al meglio, insieme.
R. Indubbiamente quel convegno ha tracciato, certo per linee ge-
3
4
nerali, la riforma sanitaria che la Regione
intende varare. Dentro questa riforma ci siamo anche noi, o, meglio, c’è il futuro della sanità in Vallecamonica. Personalmente
sono soddisfatto di come sono andate le
cose e soprattutto dell’indicazione del traguardo verso il quale si punta, riassumibile
in una tanto semplice quanto impegnativa
formula: prendersi cura del paziente, che è
qualcosa di più che curarlo per compartimenti separati: l’ospedale fa la sua parte, i
medici di famiglia fanno la loro e così via.
Le cose non dovrebbero più coniugarsi in
questi termini. Nell’assistenza al malato non
ci devono più essere spazi bianchi o spazi
vuoti o brusche interruzioni. Ecco perché
è importantissimo quell’avverbio contenuto nella domanda: insieme, confrontandoci
con i livelli istituzionali e sociali, perché c’è
il rischio, tutt’altro che ipotetico, che le decisioni siano poi magari assunte altrove e
senza di noi. Non dimentichiamo che siamo
in tempi di revisione della spesa pubblica:
la coperta si è fatta corta. Per questo bisogna scegliere obiettivi condivisi e realizzabili. Siamo chiamati ad un impegno e ad una
responsabilità enormi. Le difficoltà economiche del paese non possono essere pagate dalla sanità, bene primario della persona
e termometro di civiltà.
D. L’anno scorso ha visto la predisposizione della Radioterapia per la cura in
sede locale delle malattie oncologiche, ponendo così fine ai viaggi massacranti a
Brescia e da Brescia, agli Spedali Civili.
È un traguardo che fa onore a tutti e che
ha riempito di gioia la Signora Fulvia Glisenti per l’impegno profuso senza riserve
dall’ANDOS, l’Associazione delle Donne
Operate al Seno di Vallecamonica. All’inaugurazione, oltre al nostro card. Giovanni Battista Re, erano presenti sindaci,
consiglieri provinciali, consiglieri regionali e parlamentari bipartisan: la sanità è
problema di tutti e non è una questione di
bandiera politica. A rappresentare la Regione c’era il brillante presidente della III
Commissione Sanità, il dottor Fabio Rizzi che con mano ha toccato l’importante
realizzazione. Ho ricordato questo evento
non già per abbandonarmi ad una laus
temporis acti, ma perché quell’intervento
segnò definitivamente, anche nella metodologia, la strada da seguire in futuro,
perché non vi possono più essere ospedali
di serie A e di serie B. Tutti devono fornire
un servizio di eccellenza.
R. È proprio così. Si è lavorato molto per
raggiungere quel traguardo e fu doveroso
che all’evento si sia stato dato il giusto risalto. Richiamarsi a quell’evento non è un
atto di autocelebrazione, ma un esempio di
collaborazione tra pubblico e privato. Tra
l’altro con soddisfazione, soprattutto dei
pazienti, il nuovo servizio funziona molto bene. Lei accennava alla metodologia
d’approccio. Non posso dimenticare che
alla realizzazione ha dato un contributo
decisivo la Fondazione Zaleski. Debbo aggiungere che in questi anni sono davvero
state numerose le donazioni di privati, in
risorse finanziarie ed in strumenti. Ne diamo puntuale informazione sul nostro Notiziario. Certo, contano le cifre, ma conta
anche e soprattutto il segno che attraverso
quelle donazioni viene dato: la gente sente
l’ospedale come proprio. Mi ha commosso
in particolare il gesto di un pensionato che
ha voluto dare un defibrillatore del costo
di una mensilità della sua pensione. Spero
che questa attenzione continui anche per
il futuro.
D. Ma adesso guardiamo appunto in avanti. Quali sono le opere realizzate o messe in
cantiere e che sono vicine all’ultimazione
nel corso del 2014?
R. Non voglio dilungarmi in un elenco di
piccole e grandi opere. Ma debbo dire che
il 2014 ha registrato una serie di interventi
nel campo dell’aggiornamento degli strumenti diagnostici di alta tecnologia: con un
investimento mirato, finanziato dalla Regione, è stato così possibile acquistare per Esine una Tac per il Pronto Soccorso, un’apparecchiatura radiologica telecomandata
ed un ecotomografo per l’UO di Ostetricia
e Ginecologia. La dotazione della TAC per
l’ospedale di Edolo verrà perfezionata con
la prossima primavera. Nel corso dell’anno
sono stati poi previsti altri investimenti per
l’acquisto di medie e piccole attrezzature
finalizzate alla messa in sicurezza, così da
garantire lo svolgimento di attività sanitarie
secondo standard qualitativi sempre più
elevati. Vorrei per quanto riguarda le opere,
ricordare la realizzazione della Cittadella
della Salute Mentale che ha consentito
di riunire specialità oggi disperse qua e là
Grazie, Direttore. A proposito di auguri,
quella che segue non è una domanda ma
una circostanza obbligata visto che siamo alla vigilia del Natale. Gli auguri del
Direttore.
I nostri laureati
Il Personale del Corso di Laurea in Infermieristica di Esine
Sono ben 33 i neo laureati dottori in Infermieristica della sede di Esine dell’Università
degli studi di Brescia che hanno acquisito il
titolo nel novembre 2014.
Altre due studentesse si sono laureate nel
mese di aprile dell’anno in corso e si prevede che nove ragazzi discuteranno la tesi
nella prossima primavera.
L’acquisizione del titolo e dell’abilitazione
all’esercizio della professione avvengono
presso la sede dell’Università degli studi di
Brescia dopo l’esame di stato e la discussione di un elaborato finale al termine del
percorso formativo triennale svoltosi presso
la nostra azienda.
Per questo come ogni anno l’ASL di Vallecamonica-Sebino festeggerà il 17 dicembre
i suoi neo laureati attraverso un momento
di saluto e di riconoscimento alla presenza
della Direzione aziendale, ospedaliera e infermieristica, dei docenti, degli assistenti di
tirocinio, dei tutor e del Coordinatore del
corso di Laurea presso la sala assembleare
del Presidio ospedaliero di Esine. Questa
festa rappresenta anche un’occasione per
ringraziare tutti coloro che in varie vesti
hanno contribuito alla formazione di questi
studenti e agli ottimi risultati raggiunti.
Per la nostra ASL avere una sede del Corso di Laurea in Infermieristica è da sempre
motivo di orgoglio e soddisfazione; la sensibilità e l’attenzione alla formazione sono
prerogativa della nostra direzione e dunque
investire sulla nuova generazione di infermieri, che rappresentano i professionisti
sanitari che ogni giorno si prendono cura
in maniera olistica delle persone assistite,
diventa assolutamente prioritario.
LAUREATI IN
INFERMIERISTICA 2014
ALBERTINELLI PAOLA
ARETI ILARIA
AVOGADRI MARIA LUISA
BELOTTI SARAH
BRULLO ERIKA
CAPITANIO PETRA (aprile
2014)
CAPITANIO VERONICA
COLOMBI ELISABETTA
CROTTI CHIARA
CROTTI EVA (aprile 2014)
DUCOLI ANNALISA
FRASSI ZELDA
GAIONI ELENA
GALLIZIOLI CLAUDIA
GAUDENZI FRANCESCA
GEORGIU ALEXANDRA
GHERMAN VERONICA
MARTINELLI SARA
MAZZUCCHELLI MARI’
MENDENI MARIA GIOVANNA
MORA RAFFAELLA
MORA VIVIANA
MORETTI MICHELA
NOSTRANI TAMARA
PEDERSOLI LAURA
PELAMATTI CRISTINA
POLETTI ROBERTA
POLI LUCIANA
SALVETTI SARA
TABONI ROBERTA
TOSETTI LAURA
VAILATI MONICA
VITALI MELISSA
ZANARDINI FRANCESCA
ZANI ALESSIA
L’ASL INFORMA
Non è né semplice né facile formulare gli
auguri di Buon Natale, rivolti a tutti i dipendenti e alle loro famiglie. Direi cosa ovvia e
scontata. Ma forse non è cosa né ovvia né
scontata se il mio augurio assume la forma del ringraziamento. Sì, perché in questi
anni, pur in mezzo a tante difficoltà, mai è
mancata la collaborazione leale ad ogni livello. Perché un conto è adempiere deontologicamente al proprio dovere, altro conto
è l’adempiervi in uno spirito costruttivo che
tende al bene di tutti ed in particolare delle
persone che sono state visitate dalla malattia e quindi dalla sofferenza, alle quali va il
mio affettuoso e particolare augurio.
Sanità Camuna
e l’ultimazione della Palazzina per la Libera Professione con indubbi vantaggi:
la tempestività della visita e soprattutto la
fiducia che intercorre tra il paziente e il medico. Non voglio assolutamente dimenticare
la Scuola, rectius l’Università per Infermieri,
fiore all’occhiello della nostra sanità e l’attenzione per Edolo per la definizione della
Riabilitazione specialistica.
5
Intervista al primario
del reparto di chirurgia
dell’Ospedale di Esine
Dr. Lucio Taglietti - Primario UO Chirurgia dell’Ospedale di Esine e Direttore Dipartimento gestionale di
Chirurgia - Dott.ssa Cinzia Zanardini - Staff Direzione Sanitaria Aziendale
6
C
ontinuano gli incontri con i Primari dei nostri Ospedali per conoscere più da vicino l’attività
dei reparti, la loro organizzazione ed i servizi a disposizione degli
utenti. In questo numero proponiamo
un focus sul reparto di Chirurgia dell’Ospedale di Esine, riportando l’intervista
del primario, il dr. Lucio Taglietti, che è
anche Direttore del Dipartimento gestionale di Chirurgia.
In data 01/02/2012 è stato nominato primario della UO di Chirurgia dell’Ospedale di Esine e dal
01/04/2013 è anche Direttore del Dipartimento Gestionale di Chirurgia.
Qual’è il bilancio di questi mesi di
attività?
Quando all’inizio del 2012, ho accettato
l’incarico affidatomi dal direttore generale, gli articoli dei giornali, i commenti dei
colleghi, le considerazioni degli addetti
ai lavori mi avevano messo in guardia
sulla difficoltà del compito assegnatomi.
Oggi, se mi volto indietro a guardare il
cammino percorso, il bilancio è senz’altro positivo perché, se è vero che si è
trattato di un impegno gravoso e totalizzante, è altrettanto vero che la fiducia
della gente e le manifestazioni di stima
e gratitudine dei pazienti, che sono ciò
che alla fine conta di più per chi ha scelto questo mestiere, ripagano ampiamente dei sacrifici compiuti.
I risultati sono giunti grazie ad una presenza costante, alla meticolosa attenzione ai dettagli, ma anche a decisioni
scomode e alla intransigenza assoluta sui
principi fondamentali sui quali si basa la
nostra professione. Oggi penso di poter
dire che la Chirurgia di Esine é un reparto affidabile e moderno, a cui i pazienti
possono rivolgersi con fiducia; l’affluenza ai nostri ambulatori e al reparto ne
sono la conferma.
Numeri alla
mano, quali
sono i dati
rilevanti
sull’attività
del reparto?
Ritengo che
sia importante ragionare
sui numeri e
non sul sentito dire. Nel 2014 raggiungeremo la quota
di circa 1.000 interventi chirurgici, esclusi i piccoli interventi. Poichè nel 2012 ne
erano stati effettuati 640, l’aumento sfiora il 40%, che corrisponde esattamente
all’aumento del fatturato dell’Unità Operativa. All’aumento dei ricavi si è affiancata la riduzione dei costi (-10%), fondamentale nell’attuale congiuntura economica, grazie ad un’oculata gestione delle
risorse e all’appropriatezza prescrittiva. Se
passiamo a valutare l’attività di tutto il Dipartimento Gestionale di Chirurgia registriamo anche in questo caso un aumento dell’attività (7%), dovuto all’aumento
dell’attrattività delle U.O. Chirurgiche, ed
a una riduzione delle spese (20%).
Questo permette all’Azienda di razionalizzare meglio le risorse e offrire agli utenti
servizi più completi ed efficienti.
Quali sono le attività che intende incrementare o stabilizzare?
L’attività preponderante dell’Unità Operativa è costituita dalla chirurgia oncologica del tratto gastro-enterico (colon-retto
e stomaco soprattutto) e della mammella,
poiché purtroppo queste patologie sono
molto frequenti in Vallecamonica.
L’impegno è volto a coniugare la radicalità oncologica con una ridotta invasività,
al fine di garantire alti tassi di sopravvivenza con la miglior qualità di vita possibile. Per quanto riguarda il colon-retto,
ad esempio, lo screening consente di dia-
Spesso si sente parlare dell’importanza di “fare rete” per poter operare
in modo coordinato all’interno di un
sistema composto da più attori che
si occupano di salute e con lo scopo
comune di erogare agli utenti camuni un servizio sempre più efficiente e
completo.
A tal proposito, quali sono i rapporti con la direzione e con i colleghi
dell’ospedale e del territorio?
I rapporti con la direzione sono improntati ad un costante confronto dialettico,
al fine di far fronte alle gravi problematiche legate all’incremento dell’attività
in concomitanza di una riduzione delle
risorse a seguito della spending review.
Abbiamo trovato soluzioni che, grazie
all’organizzazione dipartimentale, hanno
consentito risparmio di personale senza
intaccare la qualità dell’assistenza. Questo è stato possibile, sul versante infermieristico con l’unificazione delle unità
di degenza di Chirurgia, ORL e Urologia,
gestite dalla stessa équipe infermieristica, che ha dimostrato grande professionalità e flessibilità oltre che senso di responsabilità.
Sul versante medico le difficoltà dovute
alla riduzione del personale sono state
affrontate con la fusione delle équipes
chirurgiche di Esine ed Edolo ed attualmente il dr. Cazzaniga ed io gestiamo in
maniera coordinata l’attività chirurgica
dei due presidi, centralizzando le attività
più impegnative.
Le collaborazioni all’interno dell’ospedale
sono molteplici e riguardano pressoché
tutti i reparti ed i servizi ospedalieri. In
particolare la collaborazione con l’oncologia e la radioterapia consente attualmente ai pazienti di affrontare tutto l’iter
terapeutico presso il nostro ospedale, con
riduzione degli spostamenti, ma soprattutto dei tempi d’attesa, mentre la collaborazione con l’emodinamica consente il
In questo periodo si parla molto di riorganizzazione della sanità lombarda.
Per quanto riguarda la realtà camuna
cosa ne pensa?
è imminente la riorganizzazione della
sanità lombarda secondo le direttive ed
i criteri proposti nel libro bianco. Poiché
chi sarà chiamato a decidere terrà conto dell’attività svolta dalle realtà esistenti
è fondamentale che il nostro ospedale si
presenti con le carte in regola per pretendere un ruolo adeguato. In un territorio
come il nostro, con 100.000 abitanti, è importante la presenza di un ospedale efficiente in grado di far fronte alle patologie
più frequenti e soprattutto alle urgenze.
E’ sacrosanto il principio secondo cui è
preferibile avere un ospedale efficiente a
30 km piuttosto che uno poco attrezzato
sotto casa. Ma nel caso del territorio camuno le distanze sono maggiori e il ruolo
dell’ospedale di Vallecamonica (sui due
presidi di Esine come ospedale per acuti
ed Edolo per patologie di minor intensità,
tra loro strettamente interconnessi) è strategico non solo per ridurre gli spostamenti e quindi le spese, ma soprattutto per la
sicurezza dei pazienti.
L’ASL INFORMA
trattamento mini-invasivo di alcune patologie vascolari.
I rapporti con i medici del territorio sono
stati costanti e ultimamente, grazie alla risoluzione dei problemi interni, ho avuto
più tempo di dedicarmi all’organizzazione di incontri per la condivisione di percorsi diagnostico-terapeutici. E’ già stato
organizzato un incontro molto partecipato sulle patologie vascolari ed è in fase di
programmazione un incontro sulle patologie oncologiche.
Ma la rete si estende oltre i confini della nostra ASL: il nostro Ospedale fa parte
del Dipartimento Oncologico Provinciale
(DIPO) e del GIRC (Gruppo Italiano per
la Ricerca sul Cancro Gastrico), dei quali
condivide linee guida e protocolli di ricerca.
Infine abbiamo stipulato una convenzione con l’Università di Brescia in forza della quale i medici della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Generale frequentano attivamente l’U.O. di Chirurgia.
Sanità Camuna
gnosticare lesioni iniziali asportabili per
via endoscopica o mediante resezioni con
tecnica laparoscopica in un numero crescente di casi. Altro dato importante è l’attivazione della chirurgia vascolare e endovascolare che consente il trattamento
delle patologie delle carotidi, degli aneurismi dell’aorta addominale e degli arti e
delle arteriopatie.
7
LA SCUOLA DELLA SALUTE
INTERVISTA AL DIRETTORE
SANITARIO DELL’ASL
Dr. Fabio Besozzi Valentini - Direttore Sanitario Aziendale - Dott.ssa Cinzia Zanardini - Staff Direzione
8
L
o scorso 6 novembre è stato presentato al pubblico e ai media il
Progetto Scuola della Salute durante una conferenza stampa che
ha visto tra gli ospiti, il Presidente della III
Commissione Sanità di Regione Lombardia,
dr. Fabio Rizzi, e il consigliere regionale ing.
Fabio Fanetti.
A settembre il direttore sanitario aziendale
dell’ASL di Vallecamonica-Sebino, dr. Fabio
Besozzi Valentini, in delegazione con l’ing.
Fiorino Fenini, Presidente dell’Assemblea
dei Sindaci di Vallecamonica e il Sindaco
di Ponte di Legno, dott.ssa Aurelia Sandrini,
si era infatti recato in Regione per proporre
il Progetto alla III Commissione Sanità. La
Scuola della Salute ha ottenuto l’approvazione dell’organo regionale ed il suo Presidente ha dichiarato che l’iniziativa entrerà
ufficialmente nella revisione della riforma
del sistema socio sanitario come strumento
di primaria importanza per le attività di prevenzione e che il progetto dovrà ricevere
il sostegno, anche economico, di Regione
Lombardia.
Il complesso progetto è stato ideato dal dr.
Fabio Besozzi Valentini, con il supporto e
la collaborazione tecnica
della dott.ssa
Stefania Bellesi, responsabile dell’Ufficio Promozione
alla
Salute. Ecco
quindi che lo
incontriamo
oggi per capire più da vicino di che cosa si tratta.
Com’è nato il progetto “La Scuola della
Salute”?
Abbiano iniziato a parlare di questo progetto nel 2013, partendo dall’esigenza di fare
Promozione della Salute in maniera coordinata e condivisa sul territorio.
La promozione della salute e l’educazione
sanitaria nell’immaginario comune appaiono come estremamente facili da attuare
in confronto alla parte terapeutica classica
della medicina (interventi chirurgici, prescrizione farmaci, ecc.). Tutti sono d’accordo, molto spesso a parole, che prevenire
è meglio che curare e molti, a volte anche
senza la dovuta competenza, organizzano
azioni di prevenzione per lo più sporadiche. Basti pensare al grande seguito che
ricevono le trasmissioni televisive, i blog e
le riviste casalinghe che trattano di salute.
I clinici “veri” per la gente comune sono
quelli che curano, non quelli che fanno
prevenzione. In effetti la prevenzione vede
i suoi risultati dopo anni, mentre la cura
può avere ottimi risultati in pochi giorni. Va
però ricordato che tra le attività di prevenzione rientrano ad esempio le vaccinazioni
e gli screening dei tumori, tutte cose che
hanno contribuito a cambiare il mondo,
riuscendo a non fare ammalare miliardi
di persone. Pertanto è necessario prestare
molta attenzione alle azioni di prevenzione
e alle loro potenzialità.
Quali sono quindi in sintesi gli obiettivi del progetto?
In sintesi, il Progetto “La Scuola della Salute”
si pone gli obiettivi di:
-aumentare le competenze di coloro che
sono professionalmente impegnati nel campo della promozione della salute e dei corretti stili di vita;
-dare strumenti a coloro che possono fare
promozione della salute, anche se non
sono professionisti che fanno questo tutto
il giorno;
-favorire il collegamento di tutti all’interno
di un sistema che coinvolga il cittadino e lo
sostenga nelle sue scelte di salute.
Tutti parlano di prevenzione e tutti sanno, a
parole, quali risparmi al sistema sanitario e socio sanitario porterebbe un mondo
dove si adottassero stili di vita adeguati. Per
un territorio ad esempio come la Vallecamonica si parla di milioni di euro (a 2 cifre)
entro 10 anni.
La Scuola della Salute ambisce a risparmiare
soldi pubblici, ora usati per le cure, rimettendoli in un circolo virtuoso dove alla cura
sia abbinata una prevenzione di rete efficace, raggiungendo maggiore efficienza di
sistema. A ciò si possono senz’altro aggiungere i risparmi propri delle famiglie quando si trovano ad affrontare le malattie o gli
incidenti con peggioramento della qualità
di vita dovuti a stili di vita errati.
Come pensa di monitorare i risultati
del lavoro in rete?
Stiamo cercando di sviluppare un sistema
informatico che permetta di caricare su un
server alcuni indicatori di salute (peso, glicemia, ecc.) e comportamenti agiti che, oltre ai sistemi già in uso in questa Azienda,
come ad esempio la banca dati assistito che
fotografa la situazione delle malattie croniche e il registro tumori, ci potrà confortare
sulla scelta strategica di lavorare in rete.
Cosa porta di nuovo “La Scuola della
Salute” rispetto alle azioni di promozione della salute fino ad ora realizzate?
Come detto, in questi anni non solamente
in questo territorio ma in tutta Italia, sono
state organizzate numerose attività di promozione della salute da parte di operatori
impegnati nella prevenzione, che hanno
L’ASL INFORMA
che ne fanno parte o che nel frattempo entreranno nel sistema.
Sanità Camuna
La promozione della salute è un processo che può essere agito sulla popolazione
sana (prevenzione primaria) e sulla popolazione affetta da malattia, in genere cronica
(prevenzione secondaria), consentendo alle
persone di esercitare un maggior controllo
sulla propria salute, migliorandola, e adottando corretti stili di vita in vari ambiti,
dall’alimentazione all’attività fisica, dal
benessere alla prevenzione del tabagismo, alcolismo e dipendenze.
Come igienista, ovvero medico della prevenzione, e soprattutto come direttore di
un’azienda sanitaria piccola ma molto complessa, ritengo non sia più accettabile assistere ad azioni spot di prevenzione, sia
per motivi di etica professionale che per
motivi economici di sistema. Ciò che serve
è mettere insieme tutti gli attori che hanno
possibile influenza preventiva sul singolo
soggetto residente nell’ambito di vita, diffondendo sul territorio la cultura dello stile
di vita corretto.
Le azioni pensate sono state quindi:
- individuare i soggetti che operano
normalmente e hanno competenza
diretta in promozione della salute (ad
es. medici di medicina generale, pediatri,
specialisti diabetologi, cardiologi, nutrizionisti, farmacisti e insegnanti, ecc.);
-individuare altri soggetti che, svolgendo
professioni in parte legate alla diffusione
di corretti stili di vita, possono contribuire
alle politiche di promozione della salute sul territorio (ad es. laureati in scienze
motorie nelle palestre, allenatori di squadre dilettantistiche, maestri di sci, conduttori di gruppi sportivi in genere, cuochi,
panettieri, venditori di frutta, verdura e
alimenti sani, ecc.);
-individuare soggetti che influenzano direttamente e indirettamente la possibilità
di fruizione da parte del cittadino di occasioni per praticare stili di vita corretti
(ad es. amministratori locali promotori di
politiche a favore dell’ambiente di vita, di
lavoro e del tempo libero ecc.).
Una volta individuati i soggetti da coinvolgere, il progetto prevede la costruzione di
una rete che li unisca con l’obiettivo di “avvolgere” il cittadino, indirizzandolo, come
sistema, verso l’agire secondo uno stile di
vita corretto.
Questa “rete fra pari” sarà sostenuta con interventi formativi mirati al miglioramento delle competenze tecniche dei soggetti
9
10
contribuito a sensibilizzare su questo tema
e a migliorare le competenze e la professionalità in questo settore.
Affinchè la promozione della salute esprima tutte le sue potenzialità con risultati
concreti e su larga scala, è necessario però
superare il limite attuale per cui tante sono
le azioni attivate ma spesso solo a spot e
non coordinate attraverso la rete, cioè un
sistema di professionisti impegnati in ambiti
diversi che colleghino tra loro le azioni di
prevenzione.
Lei continua a sottolineare il concetto
di rete. Il progetto è stato condiviso
con altri enti?
Il progetto è stato ideato da me con il forte
supporto della dr.ssa Stefania Bellesi, che si
occupa di promozione della salute in ASL.
La Scuola della Salute è un progetto molto
ambizioso e difficile da scrivere e mettere
in atto. Per organizzarlo e portarlo ai nastri
di partenza (l’inizio dei primi corsi è fissato
durante il mese di gennaio 2015), ho chiesto e ottenuto la partnership dell’Università
degli Studi di Brescia il cui Rettore, prof. Pecorelli, e il pro Rettore, prof. Memo, hanno
messo a disposizione le porte delle facoltà
interessabili (medicina e il dipartimento di
ingegneria civile e architettura). Il Progetto
inoltre gode della partnership della Provincia di Brescia, dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Brescia, della Comunità Montana
di Vallecamonica, del Comune di Ponte di
Legno, del Centro Formativo Professionale CFP Zanardelli e dell’A.S.D. Scuola del
Cammino di Saluzzo (CN), condotta da
Maurizio Damilano, vincitore della 20 chilometri di marcia alle Olimpiadi di Mosca
del 1980.
Il supporto scientifico è dato, oltre che
dall’Università di Brescia, dall’Ordine dei
Medici di Brescia, dall’Ordine dei Farmacisti di Brescia, da Federfarma Brescia, da
SIMG (Società italiana di Medici di Medicina Generale), da AMDI (Associazione Medici Diabetologi Italiani), dalla Società Italiana di Tabaccologia, e altre associazione
e fondazioni quali Novo Nordisk - Italian
Barometer Diabetes Observatory (IBDO) e
Adamello Ski.
Con i soggetti sopra elencati, abbiamo attivato numerosi professionisti, rappresentanti
di coloro che devono avere una funzione
fondamentale nella rete: amministratori locali, docenti scolastici, medici di medicina
generale, pediatri, medici sportivi, medici
competenti, farmacisti, nutrizionisti, laureati
in scienze motorie, maestri di sci e cuochi.
Insieme a loro abbiamo steso dei programmi formativi con obiettivo la rete e l’aumento delle competenze in materia di promozione della salute.
E’ chiaro che ha in mente una scuola
che deve creare una rete e deve aumentare le competenze dei nodi della rete.
Il destinatario finale del progetto è
però il cittadino che deve essere preso
in carico e condotto verso stili di vita
corretti. E’ così?
è esatto. Il progetto procederà secondo due
fasi. In un primo step (I anno) l’attività di
prevenzione sarà rivolta alle persone sane,
mentre dal secondo anno in avanti verranno coinvolte le persone con patologie
croniche, arrivando così a coprire i bisogni
preventivi dell’intera popolazione del territorio camuno.
Chi frequenterà la scuola della salute
che vantaggi avrà?
La scuola della salute avrà una sede istituzionale a Ponte di Legno, presso il CFP, che
la gestirà con il supporto culturale dell’ASL
di Vallecamonica-Sebino e dell’Università.
Tale sede dispone di cucine attrezzate, palestre idonee, aule informatiche, aule per la
didattica ed è è situata in zona libera da
rumori e da inquinamento, ideale per parlare fra professionisti di stili di vita. Questa
scuola sarà abilitata da Regione Lombardia
a cura di ASL o del gestore della scuola a
rilasciare un bollino di accreditamento a coloro che verranno chiamati a partecipare ai
lavori e che, una volta tornati nel territorio
di provenienza, dovranno mettersi in collegamento con gli altri soggetti della rete per
A livello pratico, in che modo la popolazione verrà coinvolta e accederà a
questa rete di salute?
Numerosi sono gli strumenti con cui la rete
potrà coinvolgere la popolazione. Ad esempio attraverso la prescrizione di attività fisica ed alimentazione sana fatta in maniera
competente dai medici di medicina generale e dai pediatri, attraverso la conduzione di
attività fisica nelle palestre accreditate con
l’obiettivo di “fare attività fisica sana”, attraverso le consulenze dei cuochi su come
preparare piatti sani, attraverso le consulenze di altri operatori sportivi e di nutrizionisti. In quest’ottica i gruppi cammino e i
piedibus verranno ancor più capillarizzati
e potranno essere organizzati con maggiore consapevolezza rispetto agli obiettivi di
salute, essendo condotti da soggetti maggiormente preparati. Nelle scuole potranno
essere attivati laboratori esperienziali tenuti
dai docenti a sostegno del percorso educativo sui vari temi della prevenzione (alimentazione, attività fisica, tabagismo, guida
sicura, ecc.) e, attraverso la collaborazione
con associazioni di volontariato già impegnate in questo settore, si svilupperanno sul
Perchè il progetto si chiama “La Scuola
della Salute”?
Come le ho detto operatori che svolgono
promozione della salute già esistono, ma
non lavorano come rete. Dobbiamo creare un sistema vero di professionisti fra loro
collegati, aumentandone le competenze
specifiche. La rete così organizzata dovrà
prendere in cura il cittadino aiutandolo a
fare scelte di vita consapevoli e sane. Non è
una scuola questa?
Visto che il Progetto però, oltre alla
formazione, prevede altro, per evitare
equivoci non sarebbe meglio cambiare
nome in “La Rete della Salute”?
Potrebbe essere una soluzione e per questo
accolgo il suo suggerimento. Vedremo più
avanti se cambiare il nome. Prima dobbiamo creare la rete e deve essere una rete
vera e adeguata al momento. Per ora il
nome resta questo: La Scuola della Salute.
L’ASL INFORMA
territorio azioni coordinate. Nell’ambito della scuola della salute poi, vorremmo dare in
gestione alcuni spazi all’interno della nostra
struttura ospedaliera di Esine al fine di adibirli a palestra in cui venga praticata attività
fisica sana rivolta ai dipendenti ma anche
alla popolazione esterna.
Sanità Camuna
prendere in carico gli utenti che a tale rete
si rivolgeranno. Pensiamo che i corsi formativi si potranno svolgere anche in altre sedi
del CFP Zanardelli situate sul territorio camuno quali Darfo e Edolo, non fosse altro
per facilitare la partecipazione degli invitati
ai lavori.
C’è poi un vantaggio collaterale che è bene
sottolineare e che riguarda l’Alta Vallecamonica. La presenza della Scuola della Salute
a Ponte di Legno potrà aumentare l’offerta turistica della zona. Potrebbero essere
progettati pacchetti turistici che abbinano
la classica settimana bianca con ski pass a
corsi di cucina sana, piuttosto che a percorsi esperienziali antistress e a ore di attività
fisica corretta tenuti dagli esperti della rete
formati all’interno della Scuola della Salute. è facile capire come questa offerta verrà
fatta anche alle scuole per le gite scolastiche oppure ai gruppi di Federanziani, con i
quali sono stati già stati presi contatti.
Oltre ad un impulso turistico per l’Alta Valle,
il Progetto potrebbe portare alla formazione
di nuove professioni (ad es. il maestro di
sci in estate potrebbe diventare maestro di
feetwalking), vista la domanda di salute e le
modalità di risposta pensate.
11
La promozione della salute
nei luoghi di lavoro
Il programma whp
(workplace health promotion)
12
Dr. Fabio Besozzi Valentini - Direttore Sanitario
Dott.ssa M.Stefania Bellesi - Responsabile Ufficio Promozione alla Salute
Dott.ssa Cinzia Zanardini - Staff Direzione Sanitaria Aziendale
L
a promozione della salute include
tra i suoi obiettivi la creazione di
ambienti di vita e di lavoro favorevoli alla salute, in grado di offrire
un adeguato supporto alle persone per
garantire le migliori condizioni di sicurezza, benessere, gratificazione e salute.
Gli ambienti di lavoro sono sempre stati difficili da raggiungere e i recenti progressi hanno riguardato prevalentemente
le tematiche legate alla sicurezza e ai rischi lavoro-correlati, molto meno le tematiche legate al contenimento dei fattori di
rischio per la salute e ai fattori protettivi
nei confronti delle malattie cronico-degenerative.
Quali soluzioni per affrontare la cronicità?
Nel 2013 Regione Lombardia, partendo
dall’eccellenza sviluppata dall’Asl di Bergamo in collaborazione con Confindustria, ha attivato un programma di promozione della salute negli ambienti di lavoro: WHP ( Workplace Health Promotion)
esteso a tutte le Asl della Regione.
Il programma WHP offre l’opportunità alle Aziende del territorio di adottare
“buone pratiche” sostenibili per il controllo dei principali fattori di rischio per le
malattie croniche, attraverso un accreditamento gratuito ed una collaborazione tra
pubblico e privato.
6 sono le aree tematiche su cui si può
intervenire: alimentazione, fumo, attività fisica, alcool dipendenza, sicurezza stradale, benessere e conciliazione
famiglia-lavoro.
Ogni anno le aziende realizzano buone
pratiche con il supporto della consulenza
di operatori Asl, in particolare nella delicata fase della scelta delle aree ritenute
critiche per quell’Azienda e nell’individuazione delle risorse interne impegnate
nel raggiungimento degli obiettivi.
A che punto siamo?
Ad oggi in Lombardia sono coinvolte circa 300 aziende con oltre 20.000 lavoratori
complessivamente. L’esperienza Lombarda è ritenuta particolarmente interessante
sia per le dimensioni della rete che per il
modello di partnership pubblico-privata.
Nel nostro territorio il programma è
stato attivato a fine 2013 e hanno aderito
le seguenti aziende:
Quali sono le buone pratiche attuate
nelle tre aziende aderenti?
In questo primo anno di attività le aziende hanno sviluppato buone pratiche nella promozione di una sana alimentazione,
dell’attività fisica e del benessere conciliazione famiglia-lavoro, raggiungendo circa
1500 dipendenti.
In concreto per promuovere sana alimentazione si è promosso, nelle mense aziendali e nell’area di refezione, la
presenza di frutta e verdura e pane a ridotto contenuto di sale. Inoltre l’affissione di appositi manifesti che prevedono
l’attribuzione del colore all’alimento da
scegliere in termini di valori nutrizionali
(codice colore) hanno fornito elementi
concreti per la costruzione di un pasto
equilibrato. Nei distributori automatici si
è garantita la presenza di almeno il 30%
di snack salutari (150/200 Kcal e meno di
5 gr di grassi).
Opuscoli informativi sull’allattamento materno e informazioni sui servizi territoriali
e ospedalieri a sostegno dell’allattamento sono stati distribuiti alle dipendenti in
astensione lavorativa per maternità. Per
quest’ultime che, alla ripresa dell’attività
lavorativa, avranno la necessità di estrarre
il latte materno, sarà allestito uno spazio
attrezzato e idoneo in azienda.
Per promuovere l’attività fisica le azioni sviluppate sono state: incentivare l’uso
della bicicletta e lo svolgimento di attività
fisica in azienda, attivare convenzioni con
negozi di articoli sportivi e palestre.
Per l’area del benessere e
conciliazione famiglia lavoro si sono sviluppate azioni formative di diverso genere: è stato attivato lo sportello
di ascolto rivolto ai dipendenti ed è stato distribuito
l’opuscolo “stress lavoro correlato, se lo conosci lo eviti”
in collaborazione con il CUG
aziendale.
Quali sono i vantaggi di un
approccio di questo tipo?
Non vanno poi dimenticati gli aspetti
legati alle componente relazionale, alla
capacità di costruire rapporti positivi basati sulla fiducia e sulla disponibilità reciproca. Il programma punta su efficacia,
semplicità, concretezza e soprattutto SOSTENIBILITA’: in un momento in cui le
difficoltà sono molteplici, lavorare nella
concretezza in un clima di collaborazione, di creatività, consente di portare avanti una serie di attività di “team building”,
normalmente proposte a caro prezzo dai
consulenti aziendali in tempi di maggiori
risorse.
La diffusione del programma WHP è solo
all’inizio. L’obiettivo dell’ASL di Vallecamonica-Sebino è quello di trovare nuove
Aziende camune disponibili ad aderire al
Programma WHP, per garantire anche negli ambienti di lavoro più salute per tutti
i cittadini.
Per maggiori informazioni è possibile
contattare l’Ufficio Promozione alla
Salute - Tel. 0364/329.455
L’ASL INFORMA
Gli elementi che sono apparsi determinanti per la buona riuscita del piano sono
molteplici;
• l’elasticità del metodo proposto che
permette di personalizzare il programma in base al contesto aziendale;
• l’assenza di formalità burocratiche;
• i bassi costi richiesti;
• la progressività dello sviluppo degli
interventi;
• la volontarietà dell’iniziativa che attribuisce un valore aggiunto di “eccellenza” alle Aziende aderenti;
• la collaborazione stabilita tra i diversi
servizi ASL e altre realtà istituzionali o
associative locali.
Sanità Camuna
-Asl di Vallecamonica – Sebino, con le
sue 4 sedi;
-Fondazione Onlus Santa Maria della
Neve di Pisogne;
- Cooperativa Arcobaleno di Breno.
13
PSICOLOGIA
CLINICA
Dipartimento di Salute Mentale
14
Scriveteci a: Servizio di Psicologia Clinica
C/O Ospedale di Vallecamonica, Via Manzoni 142, 25040 Esine (BS)
o, via mail, all’indirizzo [email protected]
o [email protected]
Visita il nostro nuovo sito:
www.menopesoalpeso.it
PORTE APERTE AL
CENTRO DISTURBI
ALIMENTAZIONE SECONDA EDIZIONE
Dott.sssa Giacinta Pini - Dott.ssa Paola Bettoni - Servizio di Psicologia Clinica
I
psicologia clinica
n occasione della Giornata Mondiale della salute mentale, nei giorni 10
e 11 Ottobre 2014 si è tenuta, presso l’Ospedale di Esine, la seconda
edizione dell’iniziativa “Ospedali a Porte
Aperte”. Il Centro Disturbi Alimentazione ha aderito organizzando una serie di
eventi per sensibilizzare e far conoscere
cosa sono i disturbi dell’alimentazione e
quali opportunità di cura vengono offerte
dai servizi della nostra ASL.
I disturbi dell’alimentazione
I disturbi dell’alimentazione sono uno dei
problemi emergenti e più comuni negli
adolescenti e nei giovani adulti dei Paesi Occidentali. Tra questi i più conosciuti
sono l’Anoressia Nervosa, la Bulimia Nervosa ed il Disturbo da Alimentazione Incontrollata.
In questi disturbi sono implicate svariate problematiche psichiche quali blocchi
evolutivi, depressione, chiusura e, se
non trattati precocemente, essi provocano conseguenze fisiche importanti quali
disturbi cardiocircolatori, calo delle dife-
se immunitarie, alterazioni dell’equilibrio
elettrolitico e osteoporosi precoce.
La malattia colpisce non solo la singola
persona, ma l’intero nucleo familiare, il
quale vive con dolore e a volte con impotenza l’evolversi nel tempo del disturbo
che, se non curato, può diventare cronico.
Secondo i dati pubblicati recentemente
dal Ministero della Salute vi è un aumento
di nuovi casi di disturbi dell’alimentazione, che esordiscono già in tenera età. La
malattia è sempre più diffusa. Anche in
Valle Camonica annualmente i nuovi casi
che hanno avuto accesso al Centro Disturbi Alimentazione sono stati circa trenta, per un totale, ad oggi, dopo cinque
anni di attività, di circa 145 persone che
hanno intrapreso o attualmente seguono
un percorso di cura.
L’iniziativa Porte aperte - Meno peso
al peso
Dato il successo raccolto nella prima edizione del 2013, gli operatori del Centro
Disturbi Alimentazione hanno deciso di
riproporre per il secondo anno l’iniziati-
L’ASL INFORMA
Sanità Camuna
15
psicologia clinica
va, ampliando sia le opportunità di incontro e di confronto offerte, sia estendendo
le proposte a due giornate per offrire un
servizio più completo e che raggiungesse
un maggior numero di persone.
Quest’anno inoltre l’iniziativa è stata condivisa, sin dalla fase di progettazione, con
alcuni interlocutori del territorio (Associazione Genitori – AGE, Oratori, Palestre , Scuole di danza,rappresentanti
della scuola) che hanno evidenziato un
bisogno informativo delle figure adulte di
riferimento che ruotano intorno agli adolescenti.
Sono stati organizzati a questo proposito
tre gruppi di lavoro che hanno coinvolto insegnanti, educatori, genitori e operatori dell’area sportiva ed artistico-espressiva. Guidati dagli operatori del Centro
Disturbi Alimentazione, i gruppi si sono
confrontati circa i segnali per identificare
l’insorgere o la presenza di un disturbo
dell’alimentazione e
gli atteggiamenti utili da tenere rispetto
al proprio specifico
ruolo. E’ stato inoltre proposto un incontro specifico di
formazione per gli
studenti del terzo
anno del Corso di
laurea in Scienze
Infermieristiche.
Anche
quest’anno, durante le due
giornate è stata garantita la presenza
di alcuni operatori
del Centro Disturbi
Alimentazione, psi-
cologi e nutrizioniste, assegnati a tre diverse postazioni poste in alcuni punti
dell’ospedale, a disposizione delle persone che desideravano ricevere informazioni e chiarimenti su disturbi alimentari,
anche attraverso la distribuzione di materiale informativo. Le nutrizioniste del
Centro, in modo particolare, hanno offerto alle persone interessate informazioni
circa uno stile di sana e corretta alimentazione. E’ stato riproposto con successo
anche il servizio di consulenze individuali: alcune persone hanno richiesto di
accedervi per poter approfondire la propria problematica alimentare e poter programmare un trattamento personalizzato.
Nella serata del 10 ottobre, presso la sala
riunioni dell’ospedale, è stato infine organizzato un convegno dal titolo “Meno
peso al peso” che ha visto la partecipazione di numerosi operatori sanitari e studenti ( medici, pediatri, infermieri , psicologi, educatori...). A tutti i partecipanti
alle iniziative proposte è stato consegnato un Manuale Informativo “Disturbi
dell’alimetazione. Cosa sapere, cosa
fare.” curato dagli operatori del centro
Disturbi Alimentazione. Chiunque fosse
interessato può richiedere copia del manuale rivolgendosi presso il Centro.
La gestione dello stress
attraverso la Mindfulness
(parte 2)
Dr.ssa Chiara Moreschi - Psicologo e Psicoterapeuta
16
Applicazioni e benefici
della mindfulness
N
psicologia clinica
egli ultimi anni, all’interno della comunità medica (non solo
psichiatrica), si sente sempre
più parlare di “Mindfulness” e
delle sue applicazioni nella gestione dello
stress e di numerose patologie fisiche e
psichiche. Ma di che cosa si tratta?
Il protocollo MBSR è stato ideato per aiutare le persone a gestire lo stress attraverso l’impiego delle pratiche di meditazione di consapevolezza. Lo stress, come
è noto, è una “risposta non-specifica
dell’organismo a qualsiasi pressione o
richiesta” sia interna che esterna (Selye,
1955). Le caratteristiche del mondo del
lavoro odierno, la reperibilità 24 ore al
giorno grazie a telefonini ed e-mail, la
recessione economica, ma anche le situazioni quotidiane, il traffico, i problemi
familiari, le preoccupazioni di qualsiasi
natura sono una fonte costante di stress.
Inoltre anche situazioni di per sé positive, ma comunque impegnative, come una
promozione, il matrimonio, un trasloco in
una casa nuova, la nascita di un figlio rappresentano fonti di stress per le persone.
Il protocollo MBSR mira alla riduzione
dello stress, insegnando a riconoscere
le fonti di stress, a rispondere agli stimoli
invece che a reagire automaticamente, a
rendere più forte il corpo attraverso una
corretta alimentazione, il regolare esercizio fisico e delle corrette abitudini per il
sonno.
Diversi studi hanno evidenziato l’impatto
del protocollo sulla riduzione dei sintomi
dello stress (Baer et al., 2012; Geary, Rosenthal, 2011), sia attraverso questionari
che attraverso la misurazione dei livelli di
cortisolo, anche in soggetti con gravi patologie organiche, quali il cancro (Bränström et al., 2012).
Il programma MBSR oggi viene proposto negli ospedali di tutto il mondo nel
contesto della medicina integrativa; negli
anni ha trovato spazio in programmi di
intervento nelle aziende, nelle organizzazioni, nelle scuole e nelle carceri al fine
di affrontare molte delle problematiche
psicologiche e fisiche legate allo stress.
Sulla scorta di MBSR, sono nati inoltre in
ambito psicoterapeutico, trattamenti che
utilizzano la mindfulness nella gestione
degli stati ansiosi, della depressione ricorrente e dei disturbi alimentari.
Il programma MBSR ha trovato impiego
quindi su pazienti affetti da patologie organiche e psichiche quali:
•Dolori cronici
•Malattie cardiovascolari
•Cancro
•Malattie polmonari (asma)
•Ipertensione
•Cefalea
•Disturbi del sonno
•Disturbi d’ansia, attacchi di panico e depressione
•Disturbi alimentari
•Disturbi digestivi connessi allo stress
(colite, gastrite)
•Malattie della pelle (psoriasi)
Bibliografia
•
J.Kabat Zinn: “Vivere momento per
momento”, 2005 ed. Tea
•
J. Kabat Zinn: “Dovunque tu vada, ci
sei già”, 2011 ed. Corbaccio
•
J. Kabat Zinn: “Riprendere i sensi”,
2008 ed. Tea
•
www.aim.it
•
www.istitutobeck.com
•
www.istitutomindfulness.com
•
www.insightformazione.it
L’ASL INFORMA
la percezione di sè stessi, degli altri e
del mondo;
•un rafforzamento del corpo, della sua
capacità di guarigione, delle sue risposte immunitarie, della reattività allo
stress e del senso generale di benessere fisico (Kabat Zinn, Schumaker et al.
2003).
Sanità Camuna
•Difficoltà di memoria e concentrazione
•AIDS
Il protocollo MBSR, tuttavia, non si rivolge solo a persone che hanno una patologia fisica o un disturbo psicologico,
ma in generale a tutti coloro che hanno
l’impressione di “aver perso il controllo
non solo del loro corpo, ma di tutta la
loro vita” (Kabat-Zinn, 2005, p.7) ossia a
chiunque, in salute o in malattia, desideri
raggiungere un livello più alto di benessere psicofisico.
Gli studi empirici (Center for mindfulness,
health care and society, 2004, Rosenzweig
e altri, 2010, Merkes, 2010; Grossman et
al., 2004) sull’efficacia del MBSR hanno
dimostrato:
•una significativa riduzione dei sintomi
fisici e psicologici a lungo termine;
•profondi e positivi cambiamenti dell’atteggiamento, del comportamento e del-
17
Lo psicologo risponde
Risponde la Dr.ssa .Giacinta Pini
Paura del buio
Sono una ragazza di 19 anni, devo iniziare l’università in una città lontana da dove
abito. Questo mi costringe ad affrontare una paura che ho da sempre: ho paura del
buio. Non riesco a dormire senza la luce accesa e ho il terrore che per un guasto la
corrente elettrica vada via lasciandomi al buio. Visto che dovrò dividere la camera cin
un’altra ragazza, come posso fare?
Alice
andare in città a studiare e pensa di rinunciare al suo desiderio di frequentare
l’università, le consiglio di chiedere aiuto al
suo medico e, se necessario, rivolgersi allo
psicologo che la potrà aiutare nel superare
questa paura.
Un caro saluto.
Giacinta Pini
psicologia clinica
“C
ara Alice, il buio produce
pensieri brutti, evoca situazioni negative che temiamo
e che non vorremmo affrontare. Come lei scrive, la paura del buio
potrebbe rendere difficile portare avanti il
progetto di studiare via da casa. Infatti il
problema si sta accentuando proprio in
questo periodo in cui si sente sotto stress
per la decisione che dovrà prendere. Come
lei scrive, ora cerca di evitare ancor di più
il buio, andando a dormire molto tardi e
passando la notte insonne.
Chi ha paura del buio, solitamente ha paura di non avere il controllo sulla realtà, ha
il timore di lasciarsi andare. Spesso le origini di questi timori sono da far risalire ad
un’educazione particolarmente rigida. Cosa
fare? Se questo problema le impedisce di
La tua Sanità in Click
a cura della Redazione
18
R
egione Lombardia è all’avanguardia nel panorama nazionale
e internazionale nel garantire la
continuità e la qualità della cura
ai suoi assisiti, anche grazie a servizi strutturati, realizzati da Lombardia Informatica, in
ottica completamente integrata tra di loro.
Il cittadino può consultare i suoi dati
sanitari e utilizzare i suoi servizi attraverso il Portale Servizi Socio-sanitari.
Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE)
E’ il “pilastro” su cui tutti i servizi si basano:
una cartella sanitaria virtuale che raccoglie
e rende disponibili tutte le informazioni e
i documenti clinici relativi a un cittadino,
prodotti sul territorio regionale da medici e
operatori socio-sanitari delle diverse strutture integrate.
La storia sanitaria del paziente, completa e sempre aggiornata, è organizzata
in un unico fascicolo, accessibile tramite computer, smartphone e tablet, in
qualsiasi istante dal cittadino e da chi è autorizzato (medici e operatori socio-sanitari),
limitatamente a quella parte di operatori per
cui l’autorizzazione è stata data. Ogni medico e operatore socio-sanitario autorizzato
inserisce infatti nel fascicolo le informazioni
di sua competenza e consulta quelle contenute durante lo svolgimento della propria
attività, sempre dopo il rilascio del consenso
al trattamento dei dati da parte del paziente.
Inoltre, tutte le informazioni “sensibili” vengono trattate nel più ampio rispetto della
vigente legislazione sulla privacy.
Prenotazioni
Il servizio permette di effettuare on
line la prenotazione di visite ed esami
specialistici e consultare o annullare
gli appuntamenti già prenotati e conoscere in anticipo dove viene erogata la prestazione di cui si ha bisogno consultando le
offerte delle strutture sanitarie regionali. Per
usufruire del servizio è necessario avere a
PRENOTALI
CONSULTALI
SEMPLICE,
VELOCE, SICURO.
SEMPLICE,
VELOCE, SICURO.
ON LINE!
ON LINE!
disposizione una prescrizione SISS del medico curante. La prescrizione SISS è quella
che riporta in alto a sinistra il codice IUP,
l’Identificativo Univoco della Prescrizione.
Pagamenti
Il servizio permette di gestire le spese sanitarie ed esportare dati e documenti in piena
autonomia e sicurezza.
Per usufruire del servizio è necessario completare la procedura di attivazione specifica
che prevede anche la registrazione di un
consenso al trattamento dei dati. Una volta
effettuata questa attivazione è possibile:
•accedere all’elenco delle prestazioni socio-sanitarie da pagare: (conoscere i canali di pagamento abilitati e pagare tramite rid-online);
•accedere all’elenco delle proprie spese:
(effettuate presso le aziende ospedaliere
e asl in regime servizio sanitario regionale
-ssr);
•inserire altre spese: (informazioni e documenti relative ad es. a visite private, prestazioni fruite fuori da regione lombardia,
ecc...);
•scaricare con un click il riepilogo delle
spese sostenute: ai fini fiscali valgono le
ricevute delle prestazioni.
Scelta del medico
Il servizio permette di effettuare la
scelta del Medico di Medicina Generale
on line: è possibile utilizzare il servizio una
sola volta ogni 30 giorni, con decorrenza
immediata. I medici visualizzati in elenco
sono i medici ancora disponibili, ossia coloro che non hanno già raggiunto il numero massimo di assistiti possibili. Pertanto, se
nell’elenco non risulta reperibile il medico
Notifiche
Il servizio notifiche prevede l’invio di
messaggistica via SMS utile per il cittadino, come ad esempio la disponibilità di
un nuovo documento sanitario per la consultazione in rete, a fronte dell’abilitazione
del servizio.
Ritiro documenti clinici
Consultando i referti contenuti nel
FSE si adempie agli obblighi di legge
e quindi si è esonerati dal ritiro del referto cartaceo. Con il servizio di consultazione è anche possibile stampare il referto
in modo da renderlo disponibile a medici
che, ad esempio, non hanno accesso al FSE.
I referti risultano disponibili se:
•è stato prestato il consenso al trattamento dei tuoi dati;
•l’Ente Erogatore della prestazione sanitaria ha aderito al Sistema Informativo
Socio-Sanitario (SISS).
Gestione privacy
Il servizio prevede la possibilità di:
•prestare o revocare il consenso al Trattamento dei dati personali effettuato tramite il Fascicolo Sanitario Elettronico
•consultare gli accessi in emergenza effettuati al tuo Fascicolo Sanitario (solo se è
stato prestato il consenso al “Trattamento
FSE”)
•consultare l’elenco dei medici autorizzati
ad accedere al proprio fascicolo ed eventualmente autorizzare all’accesso nuovi
medici (solo se è stato prestato il consenso al “Trattamento FSE”)
Per usufruire dei servizi previsti nel Portale
dei Servizi Socio Sanitari, il cittadino deve
richiedere la propria password presso gli
Sportelli abilitati della ASL e delle strutture
sanitarie (vedi riquadro)
portando con sé la propria CRS/TS-CNS, facendosi identificare e fornendo il proprio
ON LINE!
numero di telefono cellulare. Verrà consegnato al cittadino un modulo contenente la
prima metà della password (mentre la seconda metà arriverà tramite SMS sul cellulare) e le istruzioni per il primo accesso on
line. Al primo accesso, il sistema chiederà
automaticamente di cambiare e personalizzare la password (composta dalle due metà
precedentemente ricevute).
Il cittadino, anche comodamente da casa,
con smartphone, tablet e pc, collegandosi al sito di Regione Lombardia www.crs.
regione.lombardia.it/ssc non dovrà far
altro che digitare le ultime dieci cifre del
numero di identificazione della tessera presente sul retro della propria CRS/TS-CNS
(login), inserire la password costituita dalla
prima metà contenuta nel modulo ricevuto
allo sportello e dalla seconda metà ricevuta
via SMS e, in tempo reale, riceverà un codice usa e getta sul proprio cellulare per
poter completare l’autenticazione, accedere
al proprio Fascicolo Sanitario Elettronico e
consultare on line i referti delle visite e degli esami.
A disposizione del cittadino, vi è inoltre la
possibilità di attivare, su richiesta, il servizio
“Notifica dei referti”.
SEMPLICE,
VELOCE,
SICURO.
Nel caso di necessità nell’utilizzo dei servizi
previsti nel Portale Servizi Socio Sanitari è
attivo, dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle
20.00, il numero verde:
ASL di VALLECAMONICA-SEBINO
– Elenco postazioni abilitate al rilascio credenziali relative al progetto CRS/TS-CNS
Sedi ASL di:
•Breno, Via Nissolina 2; Sportelli
Scelta e Revoca
•Darfo, Via Cercovi; Sportelli Scelta
e Revoca
•Pisogne, Via Antica Valeriana;
Sportelli Scelta e Revoca
•Ospedale di Edolo, Piazza Donatori di Sangue 1; Sportelli Scelta e
Revoca e Sportelli CUP
•Ospedale di Esine, Via Manzoni
142; Sportelli CUP e Accettazione
Amministrativa Ricoveri
L’ASL INFORMA
che si intende scegliere, occorre rivolgersi
all’ASL di competenza. La scelta del medico curante o del pediatra di famiglia per i
minorenni deve essere eseguita da uno dei
genitori o dal tutore legale.
Esenzioni attive
Il servizio permette di controllare ed aggiornare on line le proprie esenzioni,
avendo anche la possibilità, tramite autocertificazione, di inserire quella per reddito
o altre esenzioni alla quale si ha diritto.
Sanità Camuna
CONSULTALI
19
L’ASL di Vallecamonica-Sebino
al 42° Congresso Nazionale Simfer
Torino 28 settembre – 1 ottobre 2014
L’équipe di Riabilitazione Specialistica: Dr.ssa M.G. Cattaneo - Dr. Andreoli Marco - Dr. Stofler Paolo Maria Dr.ssa Lo Monaco Marina - Dr. D’Antonio Arturo - Logopedista Franzoni Mariuccia
20
D
urante l’ultimo Congresso Nazionale della Società di Medicina Fisica e Riabilitazione tenutosi a fine settembre nella città
di Torino, l’ASL di Vallecamonica-Sebino
ha avuto il proprio momento di visibilità.
I temi del Congresso erano: innovazione, efficacia e sostenibilità, come si vede
dall’insegna proposta per questo evento.
La particolarità del nostro lavoro verte
sull’innovazione scientifica, sull’efficacia
in termini di risultato e sulla sostenibilità
in termini di costi/benefici che si associa
all’attività che da ormai tre anni e mezzo
stiamo conducendo all’interno dell’U.O.
di Riabilitazione Specialistica per la terapia specialistica della disfagia con elettrostimolazione. A tutt’oggi questa ASL
si pone come centro di riferimento ed
all’avanguardia; i sanitari che promuovono questa nuova modalità di trattamento
hanno ormai effettuato più di 30 corsi su
tutto il territorio nazionale formando in
modo preciso e professionale più di 800
persone. L’articolo che proponiamo di seguito è quindi il riassunto della costante e
professionale attività che la nostra ASL è
stata in grado di garantire agli utenti.
INTRODUZIONE: Dal 2002 è disponibile uno stimolatore elettrico neuromuscolare periferico di superficie per il trattamento della disfagia e dei deficit del ner-
vo facciale. Tale strumento è in uso presso
la Nostra U.O. Riabilitazione Specialistica
(Ospedale di Esine, ASL di Vallecamonica-Sebino) dal giungo 2011. Il personale
dedicato è composto da una Logopedista
con esperienza trentennale (log. Mariuccia Franzoni) e da un Medico Internista
(dr. Marco Andreoli) che prende decisioni
in merito alle strategie e modalità con cui
praticare l’elettrostimolazione. Tali operatori sono supervisionati e coadiuvati dal
Responsabile di U.O. (dr.ssa Maria Grazia
Cattaneo). Lo stesso team si occupa della
riabilitazione dei deficit del nervo facciale
(siano essi di origine centrale o periferica).
MATERIALI E METODI: L’elettrostimolatore VitalStim è prodotto dalla Chattanooga Group in due forme: il sistema
Vitalstim Portable ed il sistema Vitalstim
Intelect. Entrambi sono forniti di 2 canali
di uscita, producono un’onda rettangolare bifasica simmetrica con frequenza di
scarica fissa a 80 Hz, il picco di corrente
prodotto è variabile dall’operatore (da 0 a
25 mA), l’intervallo tra le fasi è fisso a 100
ms. I due sistemi si differenziano per la
durata della fase prodotta: per il sistema
Portable essa è fissa a 300 ms mentre per
il sistema Intelect è variabile dall’operatore da 100 ms a 300 ms.
Durante la nostra attività abbiamo consu-
RISULTATI: Come già descritto in Letteratura, non abbiamo osservato eventi
avversi riconducibili al trattamento combinato. Per le paralisi del nervo facciale
non abbiamo osservato alcun episodio di
discinesie e/o dissincronie. Nei pazienti
trattati a domicilio non abbiamo osservato alcun evento avverso legato a mal
funzionamento dell’apparecchio o a mal
gestione dello stesso.
CONCLUSIONI: L’esperienza pluriennale della nostra U.O. conferma che se l’apparecchiatura è utilizzata correttamente
non crea eventi avversi né a breve termine né a distanza. La capacità di apprendimento per i non sanitari in condizioni
di chiarezza esplicativa è rapida e non
provoca eventi avversi a domicilio. Il trattamento combinato si configura gestibile
a domicilio, applicabile in diverse età, sicuro e senza sequele così come riportato
dalla Letteratura (Freed nel 1998, Beom,
2011; Bogaardt, 2009; Cheung, 2010).
Si ringrazia quindi la Direzione e tutti
i loro collaboratori per l’appoggio ed il
sostegno datoci.
Si ringrazia tutto il personale dell’U.O. di
Riabilitazione Specialistica per la professionalità con cui ha gestito questi pazienti
così complessi.
Si ringrazia la collaborazione indispensabile dell’ U.O. di Otorinolaringoiatria e
del Servizio di Radiologia senza la quale
tutto ciò non sarebbe stato possibile.
L’ASL INFORMA
minimo di 1 mese ad un massimo di 34
mesi (con una mediana di circa 14 mesi).
Al 10% dei pazienti è stato proposto di
proseguire la terapia al domicilio con il
sistema Portable. I pazienti o i caregivers
hanno mostrato di ottenere buona maneggevolezza del dispositivo dopo 3-8
giorni di supervisione (mediana 4 giorni).
Sanità Camuna
mato circa 200 elettrodi per 50 pazienti
trattati. Di questi pazienti, il 60% è stato
trattato per problemi disfagici (da disfagie severe a disfagie moderate secondo
la scala DOSS); il 40% è stato trattato per
problemi legati a deficit del nervo facciale
sia periferici che centrali (da deficit severi
a deficit moderati secondo la scala AAOHNS). Il 50% dei pazienti è stato trattato in
regime di ricovero ed il 50% in regime di
MAC. Dei pazienti trattati per disfagia, le
patologie più frequenti sono state: 13,3%
MP; 6,6% SM, 6,6% SLA, 10% GCLA, 56,9%
Ictus cerebri (di cui 82% ischemici e 18%
emorragici), 6,6% altro. Dei pazienti affetti da deficit del facciale le problematiche
di origine periferica hanno rappresentato
l’ 80% mentre quelle di origine centrale il
20%. L’età dei pazienti era compresa tra i
6 e gli 88 anni.
Tutti i pazienti sono stati trattati secondo
modalità combinata e contestuale; tranne
alcune rarissime eccezioni, tutte le sedute
proposte sono state di 40 minuti (di cui
effettivi per l’elettrostimolazione 30 minuti) per 2 volte al giorno per 5 giorni alla
settimana. Per i pazienti disfagici il periodo complessivo di trattamento variava da
1 mese ad un massimo di 9 mesi; per i
deficit del facciale il periodo andava da
1 mese a 5 mesi. Gli elettrodi sono stati posizionati secondo le posizioni standard (manuale internazionale e manuale
Andreoli/Franzoni di formazione per il
corso teorico/pratico italiano). Per i pazienti disfagici le posizioni più usate sono
state la posizione 5 (elettrodi orizzontali
sopra- e sotto-ioidei) per un totale di 58%
e la posizione 4 (elettrodi verticali paramediani sottoioidei) per un totale di 46%.
Per i deficit del nervo facciale abbiamo
usato posizioni più variabili rispetto allo
standard per adattarci meglio ai casi dei
paziente. Tutti i pazienti sono stati trattati
secondo un livello di intensità percepita
di contrazione di di 3 su 5. L’arco di tempo di adattamento dei pazienti variava da
3 giorni a 10 giorni (mediana 7 giorni).
I parametri valutati nei pazienti a vari
steps sono stati: frequenza cardiaca, frequenza respiratorie, saturazione arteriosa
di ossigeno, pressione arteriosa, valore
del peso, sensorio. Inoltre, per i deficit
del nervo facciale sono state valutate anche le insorgenze di discinesie e/o dissincronie. Il periodo di follow-up va da un
21
Ufficio di Protezione
Giuridica. La tutela giuridica
delle persone fragili
Dr.ssa Delia Orsignola - Responsabile UPG
informa famiglia
22
C
on decreto n.480 del 28.7.2008 è
stato costituito presso il Dipartimento ASSI l’Ufficio di Protezione
Giuridica (UPG), in attuazione della LR 12.3.2008, n.3 che dispone che “l’ASL,
nell’ambito della propria organizzazione, in
accordo con la Conferenza dei sindaci, individua una struttura finalizzata a promuovere o favorire i procedimenti per il
riconoscimento degli strumenti di tutela
delle persone incapaci, nonché dell’amministrazione di sostegno” e che attribuisce alla Regione il compito di promuovere
“forme di tutela e sostegno a favore di soggetti non autosufficienti, privi di famiglia o la
cui famiglia sia impossibilitata o inidonea a
provvedere”.
L’Ufficio di Protezione Giuridica collabora
con gli uffici comunali e giudiziari per la
presa in carico della persona e l’eventuale
attivazione di strumenti di protezione
giuridica. In particolare, l’Ufficio fornisce
informazioni all’assistito e alla sua famiglia
sugli strumenti di protezione giuridica (tutela,
curatela, amministrazione di sostegno, ...)
offre consulenza e sostegno alla persona e
alla famiglia nella fase di presentazione del
ricorso per l’istituzione dell’amministratore di
sostegno e per il corretto svolgimento delle
funzioni di amministrazione.
In linea anche con quanto previsto dalla
DGR n.IX/4696 del 16.1.2013 che definisce
le linee di indirizzo per la qualificazione ed
il rafforzamento del sistema di protezione
giuridica delle persone fragili, i compiti
principali dell’Ufficio sono:
• assistenza ai servizi sanitari e sociali
competenti nella fase di presentazione
del ricorso di cui all’art. 407 c.c. ;
• svolgere, per mezzo di delega del Direttore
Generale, i compiti dell’Amministratore
di Sostegno ;
• amministrare, per mezzo di delega del
Direttore Generale, eventuali tutele e
curatele;
• gestire i rapporti con difensori civici,
Ufficio Pubblica Tutela, Ufficio Relazioni
con il Pubblico;
• gestire i rapporti con associazioni di
volontariato e altri soggetti del Terzo
Settore.
Nella gestione del caso, fondamentale è
la collaborazione con il personale tecnico
del Dipartimento ASSI, con particolare
riferimento ad assistenti sociali e psicologi,
soprattutto laddove si configuri la necessità
di una presa in carico globale della
persona per la predisposizione di un piano
individualizzato di interventi.
Dal 2010 è attivo a Breno anche lo sportello
attivato dal Forum del Terzo Settore
nell’ambito del progetto “Con 1 sostegno
cammini + diritto”, promosso da Regione
Lombardia e Fondazione Cariplo.
Dal 2012, in accordo con il Tribunale di Brescia,
è stata definita la possibilità di presentare i
ricorsi per la nomina dell’amministratore di
sostegno senza l’assistenza di un legale,
garantendo così al cittadino un servizio
completo e gratuito. E’ stato attivato, inoltre,
un sistema di tracking on line per monitorare
via web lo stato dei provvedimenti pendenti
presso il Tribunale.
La chiusura della sede distaccata del
Tribunale di Breno e l’accentramento della
competenza territoriale presso un unico
ufficio giudiziario con sede nel capoluogo
della Provincia bresciana hanno però
comportato notevoli disagi ai cittadini dei
territori come la Vallecamonica più distanti
geograficamente.
Per ovviare a tale inconveniente, il 25
settembre 2014 è stato stipulato il “Protocollo
per l’istituzione sul territorio degli
sportelli di prossimità”.
Il Protocollo, sottoscritto da Asl, Comunità
montana di Vallecamonica e Forum del Terzo
Settore, si propone di offrire al territorio una
gestione coordinata e partecipata dei bisogni
espressi dalla cittadinanza in materia di
Volontaria Giurisdizione.
Il nuovo sportello, che per la Vallecamonica
ha sede presso la Comunità Montana a Breno,
si occupa principalmente di amministrazioni
di sostegno, tutele, curatele e autorizzazioni
Procedimento
- Il ricorso va presentato al Tribunale, anche
senza l’assistenza di un legale, fornendo
tutte le informazioni circa lo stato di
salute psicofisico (documentato da una
certificazione d’invalidità) e la consistenza
patrimoniale del beneficiario;
- Il giudice fissa con decreto l’udienza in
cui dovranno comparire il ricorrente, il
beneficiario ed eventualmente i parenti
entro il 4° e gli affini entro il 2° (questi
ultimi preventivamente informati dal
ricorrente);
- in udienza il Giudice, sentiti gli intervenuti,
nomina l’amministratore di sostegno (AdS)
e indica nel decreto i poteri a lui conferiti
e i compiti che dovrà svolgere in maniera
esclusiva o in affiancamento al beneficiario;
-l’amministratore di sostegno presta il
giuramento di svolgere i compiti affidatigli
con la “diligenza del buon padre di
famiglia”;
- l’amministratore di sostegno rendiconta
periodicamente al Giudice circa l’attività
svolta e la consistenza patrimoniale del
beneficiario, indicando entrate e uscite
relative al periodo considerato.
ASL VALLECAMONICA-SEBINO
DIPARTIMENTO ASSI – UFFICIO DI PROTEZIONE GIURIDICA
Via Nissolina, 2 25043 Breno (Bs)
[email protected] tel. 0364 329290
Aperto al pubblico da lunedì a venerdì ore 9 – 12 / 14 - 15,30
(si consiglia di prendere appuntamento)
Per informazioni è inoltre possibile rivolgersi direttamente allo Sportello Welfare
o telefonare al numero verde 800 480 288
L’ASL INFORMA
Sanità Camuna
Chi può presentare il ricorso?
• lo stesso soggetto beneficiario
• il coniuge od il convivente del
beneficiario
• i parenti entro il 4° e gli affini entro il 2°
• i responsabili dei servizi socio sanitari che
assistono il beneficiario
• il pubblico ministero
• il tutore ed il curatore (con la richiesta di
revoca dell’interdizione o inabilitazione)
23
informa famiglia
riguardanti i minori, evitando così ai cittadini
camuni di raggiungere personalmente la
sede di Brescia.
Gli strumenti di protezione giuridica
La protezione giuridica di una persona
maggiorenne che si trovi in situazione di
incapacità di provvedere ai propri interessi
può essere attuata nel nostro ordinamento
attraverso tre strumenti: l’amministrazione di
sostegno (introdotta con la legge 6/2004 che
ha modificato il Codice Civile), l’interdizione
e l’inabilitazione (entrambe già previste
precedentemente dal Codice Civile agli
artt.414 e ss. e in parte modificate con la
legge 6/2004). Tali strumenti prevedono
un accertamento delle capacità del
soggetto, da parte del Giudice Tutelare (per
l’amministrazione di sostegno) o del Tribunale
(per l’interdizione e l’inabilitazione).
Le tre misure di protezione hanno diversi
effetti sulla capacità di agire:
1. nell’amministrazione di sostegno la
persona viene affiancata o sostituita nel
compimento di determinati atti stabiliti dal
Giudice Tutelare e chiaramente definiti nel
decreto di nomina dell’Amministratore di
Sostegno; il beneficiario conserva la capacità
di agire per tutti gli atti non demandati
all’Amministratore di Sostegno;
2. nell’interdizione, la persona viene
totalmente privata della capacità di agire e
sostituita da un Tutore nel compimento di
tutti gli atti che la riguardano;
3. nell’inabilitazione la persona non può
compiere, senza l’assistenza del suo Curatore,
gli atti di straordinaria amministrazione dei
suoi interessi, mentre può compiere tutti gli
atti di ordinaria amministrazione.
Chi è l’amministratore di sostegno?
La legge 6/2004 istituisce la figura
dell’amministratore di sostegno con la
finalità di “tutelare, con la minore limitazione
possibile della capacità di agire, le persone
prive in tutto o in parte di autonomia
nell’espletamento delle funzioni della vita
quotidiana, mediante interventi di sostegno
temporaneo o permanente”. L’amministratore
di sostegno è nominato con decreto del
Giudice Tutelare, a seguito di ricorso
presentato presso il Tribunale competente.
Progetti di prevenzione
dipendenze in ambito scolastico
Dr.ssa Marina Salada - Referente Prevenzione e Osservatorio Dipendenze
informa famiglia
24
N
el corso dell’anno 2014, il Dipartimento Dipendenze ha
realizzato in ambito scolastico
due progetti di prevenzione
delle dipendenze:
• UNPLUGGED
• LIFE SKILLS TRAINING PROGRAM
La scuola rappresenta un contesto
appropriato per l’attuazione di programmi
di prevenzione sia perché fornisce
la possibilità di raggiungere in modo
sistematico un numero significativo di
studenti ogni anno, sia perché è possibile
intervenire con i ragazzi prima che si
siano formati un’opinione stabile sulle
sostanze.
L’ipotesi di fondo di entrambi i progetti è
di promuovere l’agio e rafforzare i fattori
protettivi individuali, promuovendo :
• una maggiore resistenza all’influenza
negativa dei pari o dei modelli che
provengono dalle società
• una più radicata consapevolezza di sé
• una tendenza all’auto-protezione e al
mantenimento del benessere psicofisico.
PROGETTO UNPLUGGED
UNPLUGGED
rappresenta la prima
esperienza di valutazione dell’efficacia di
un programma scolastico di prevenzione
del fumo di tabacco, dell’uso di sostanze
e dell’abuso di alcol (STUDIO EUDAP EUROPEAN DRUG ADICTION
PREVENTION TRIAL).
Il progetto è indicato per la scuola
secondaria di secondo grado e
si
sviluppa nel primo anno di scuola;
prevede 12 unità di 1 ora ciascuna
condotte dall’insegnante in classe
previa formazione di tipo interattivo.
La formazione consiste in due giornate
dedicate agli insegnanti per prepararli
ad applicare UNPLUGGED in classe con
fedeltà al contenuto e al processo. La
conduzione della formazione è a cura
di formatori UNPLUGGED professionisti
del Dipartimento Dipendenze che hanno
realizzato nell’anno scolastico 2014/2015
la quarta edizione UNPLUGGED nei
seguenti Istituti d’Istruzione Superiore:
• Olivelli Putelli di Darfo
• C.Tassara di Breno
• Centro di Formazione Professionale
Zanardelli di Darfo, Edolo e Ponte di
Legno
• Scuola Edile Bresciana
• Meneghini di Edolo
• C. Golgi di Breno.
Nell’arco delle 4 edizioni formative, sono
stati coinvolti 52 insegnanti che hanno
realizzato la 4° edizione del progetto
Unplugged in circa 25 classi prime per
un totale di circa 540 studenti.
PROGETTO LIFE SKILLS TRAINING
PROGRAM
L’Organizzazione Mondiale della
Sanità ha individuato un nucleo
fondamentale di abilità psico-sociali
(Decision making, Problem solving,
Creatività, Senso critico, Comunicazione
efficace,
Relazioni
interpersonali,
Autocoscienza, Empatia, Gestione delle
emozioni, gestione dello stress) che,
indipendentemente dal contesto socioculturale di riferimento, sono ritenute
centrali nella promozione della salute.
Si tratta delle life skill, definite come “…
L’ASL INFORMA
L’implementazione di LS T ha richiesto:
- la formazione dei docenti della Scuola
da parte di professionisti del Dipartimento
Dipendenze, del Dipartimento ASSI e
Prevenzione Medico dell’ ASL per l’utilizzo
del Programma,
- il coinvolgimento costante dei
docenti alle fasi della sperimentazione,
- la realizzazione da parte dei docenti
delle attività educative/preventive
rivolte agli studenti a partire dalle Classi
I e a seguire nelle II e nelle III nei
successivi aa.ss.,
- la partecipazione dei docenti formati
ai momenti di accompagnamento
metodologico,
- la partecipazione della Scuola alle
attività di valutazione dell’impatto
e dell’efficacia della sperimentazione
stessa
Gli Istituti Comprensivi coinvolti sono
10:Pisogne, Darfo 2, Esine, Bienno, Darfo
2, Cividate Camuno, Breno, Borno, Edolo
e Suore Dorotee di Cemmo. Nell’arco
delle 4 edizioni formative, sono stati
formati circa 80 insegnanti. In questo
anno scolastico le nuove classi prime LST
sono 20, le classi seconde sono 15 e le
classi terze sono 17.
Sanità Camuna
quelle competenze sociali e relazionali
che permettono ai ragazzi di affrontare
in modo efficace le esigenze della vita
quotidiana, rapportandosi con fiducia a
se stessi, agli altri e alla comunità…”.
Nel panorama nazionale ed internazionale,
le attività di prevenzione in ambito
scolastico basate sul potenziamento delle
life skill rappresentano uno degli approcci
innovativi più efficaci per quanto riguarda
l’intervento con gli studenti. Gli interventi
basati sul potenziamento delle life skill si
sono dimostrati efficaci nella promozione
della salute e nella prevenzione di molti
comportamenti a rischio, specie se rivolti
a giovani in età evolutiva (ad es. studenti
secondarie di primo grado).
Il potenziamento delle life skill è anche
uno strumento utile nell’attività didattica
quotidiana perché consente ai docenti di
sperimentare una metodologia di lavoro
attivo e di costruire relazioni positive con
gli studenti; allo stesso tempo, rinforzando
la motivazione e l’autoconsapevolezza
permette agli studenti di migliorare i
propri apprendimenti e di interagire
positivamente nei contesti formativi.
Il LifeSkills Training program è un
programma di prevenzione all’uso e abuso
di sostanze validato scientificamente e
dimostratosi capace di ridurre il rischio
a lungo termine dell’uso/abuso di alcol,
tabacco e droghe (ma anche violenza e
bullismo). Il programma è stato sviluppato
negli Stati Uniti dal dott. Gilbert J. Botvin
il quale sperimenta e verifica la validità
del programma da oltre trent’anni e dal
2008 è stata avviato il suo adattamento
per l’Italia.
25
OBIETTIVI SPECIFICI PER TARGET
Accrescere il bagaglio di risorse
personali
(life skill) negli studenti delle scuole
secondarie di primo grado, in quanto fondamentali fattori protettivi del
consumo di sostanze
INSEGNANTI INSEGNANTI Rinforzare le competenze educative degli insegnanti in
tema di alcol e droghe (all’interno di
un approccio globale al benessere
delle persone)
SCUOLA
Fornire alla Scuola strumenti di intervento validati coerenti con i principi ispiratori della rete di Scuole
che Promuovono Salute (SPS)
informa famiglia
STUDENTI
TAVOLO MATERNITA’ FRAGILI:
i Servizi fanno “rete” a sostegno delle
donne e delle famiglie fragili
Assistente Sociale Dr.ssa Chiara Picinelli e Psicologa dr.ssa Tiziana Torri - Consultorio Familiare di Breno
26
informa famiglia
A
seguito del Decreto della Direzione Generale Sanità della Regione Lombardia n. 327/2008,
“Atto di indirizzo per l’attuazione della legge per la tutela sociale
della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”, nel 2009 si è
costituito un gruppo di lavoro formato da
rappresentanti dei servizi sociosanitari territoriali, sociali, ospedalieri e del Terzo Settore. Tale gruppo ha operato con continuità
sulla base delle indicazioni regionali, dando
sempre più spazio al complesso tema delle
fragilità familiari e costituendo uno stimolo per la creazione di una rete di supporto a tale problematica.
Nel corso di questi anni è stato possibile
condividere e promuovere iniziative e
progetti a sostegno e tutela delle maternità
fragili, anche sulla base di specifici
finanziamenti regionali dedicati a tali
attività, come il Fondo Nasko, Cresco e
per i genitori separati, nonché i progetti
promossi dalla LR 23/99 “Politiche regionali
per la famiglia”.
Dall’esperienza
maturata,
nel
2012
si è valutato opportuno promuovere
l’ampliamento del gruppo di lavoro anche
ad altri attori che operano sul territorio,
così da poter istituire un Tavolo Maternità
Fragili, con l’obiettivo di descrivere e
uniformare le modalità di collaborazione
tra i Consultori Familiari dell’ASL di
Vallecamonica-Sebino, il Dipartimento Cure
Primarie (Medici di Medicina Generale
e Pediatri di Libera Scelta), l’UO di
Ostetricia e Ginecologia e l’UO di Pediatria
dell’Ospedale di Vallecamonica, il Centro
Aiuto alla Vita (CAV) di Pisogne, l’Azienda
Territoriale per i Servizi alla Persona (ATSP)
e il Terzo Settore, sul tema della gravidanza
e della maternità.
Il Tavolo ha come scopo generale lo
sviluppo di azioni tese a favorire una
maggiore integrazione tra i Servizi, per
ridurre la frammentazione della rete
d’offerta ASL-Ospedale-Territorio nella
prevenzione del disagio in ambito maternoinfantile e nella promozione del benessere
della famiglia.
Tale obiettivo generale si può declinare in
azioni più specifiche:
-
accoglienza e informazione: la
collaborazione fra i Consultori Familiari
e il Dipartimento materno-infantile
ospedaliero, i Comuni e il Terzo settore
è finalizzata al rafforzamento della
continuità
assistenziale
nell’ambito
delle prestazioni sociali, socio-sanitarie
e sanitarie rivolte alla coppia in attesa,
alla donna e al neonato, attraverso
un’informazione che renda sempre più
visibile la rete territoriale dei Servizi.
-prevenzione e cura del disagio
materno infantile, attraverso la
programmazione e il monitoraggio di
iniziative a favore della genitorialità,
la promozione e la diffusione delle
informazioni riguardanti la tutela della
gravidanza e della maternità e la piena
attuazione della legge 194/1978 “Norme
per la tutela sociale della maternità
e sull’interruzione volontaria della
gravidanza”
-facilitazione dei percorsi di accesso
ai Servizi, allo scopo di favorire modalità
Le principali aree di cui si occupa il Tavolo
Maternità Fragili sono:
-
gravidanza e maternità, tramite
interventi sinergici in tema di assistenza
integrata in tutto il Percorso Nascita,
ovvero attività sia di carattere preventivo
che terapeutico, sia in gravidanza che nel
post partum, mediante un interscambio di
esperienze che si sviluppano sul territorio
e in ospedale, per la tutela della relazione
madre-padre-bambino e sostegno alle
funzioni genitoriali.
A tale scopo vengono organizzati
periodicamente:
- gruppi di accompagnamento alla nascita,
rivolti alle coppie, per approfondire le
principali tematiche di questa esperienza
di vita;
-incontri per neogenitori, per riflettere
sulla genitorialità, sul rapporto con il
bambino e sui cambiamenti nella coppia;
-corsi di massaggio per il bambino,
dove i genitori imparano a valorizzare
l’importanza del contatto fisico e delle
coccole.
Inoltre, sono presenti sia nei Consultori
sia in ospedale gli ambulatori ostetricoginecologici, per garantire alla donna un
accompagnamento in tutte le fasi della
gravidanza, con uno spazio dedicato alle
donne immigrate, con la presenza della
mediatrice linguistico-culturale;
- piena attuazione della Legge
194/1978 sull’interruzione volontaria
di gravidanza, assicurando sia all’interno
del Consultorio Familiare sia in ospedale la
presenza di operatori in grado di garantire
una presa in carico globale della donna e
della coppia, con adeguate metodologie di
ascolto e accoglienza.
Per una piena applicazione della legge è
necessario mettere la donna in grado di far
valere i suoi diritti, offrendo un’informazione
corretta circa la legislazione a tutela della
maternità e proponendo possibili soluzioni
delle cause esplicite e implicite nella
domanda di interruzione volontaria di
gravidanza (IVG), attivando le istituzioni
pubbliche e/o del privato sociale per le più
appropriate forme di sostegno.
Dal primo luglio 2013 al 30 giugno 2014
le donne che hanno usufruito dello
spazio dedicato all’accoglienza presso
l’”Ambulatorio L.194/78” sono state 118, di
cui il 48% italiane e il 52% straniere. Tutte
le donne hanno accettato la possibilità di
confronto con la psicologa, ritenendolo un
momento di riflessione utile prima di una
scelta molto delicata e sofferta.
Il Tavolo Maternità Fragili prosegue la sua
attività con incontri quadrimestrali, con
l’obiettivo di mantenere e rafforzare la rete
dei servizi offerti, per garantire una risposta
puntuale e vicina ai bisogni delle persone
e delle famiglie, che emergono sempre più
nella loro complessità.
L’ASL INFORMA
Sanità Camuna
Sono inoltre presenti stabilmente:
- presso i Consultori Familiari pubblici:
• lo sportello gravidanza e allattamento
dove l’ostetrica fornisce informazioni
pratiche sull’allattamento al seno
• le visite ostetriche a domicilio finalizzate
al sostegno e alle prime cure del neonato
e della mamma
-
presso l’Unità operativa Pediatria
dell’ospedale di Esine:
• l’ambulatorio “Latte e Coccole” per
sostenere le mamme nei primi giorni
dopo il parto.
27
informa famiglia
di accesso agevolate per le donne che
richiedeno I’interruzione volontaria di
gravidanza, minimizzando i tempi di
attesa e le procedure di accoglienza. Per
tale motivo è stato istituito all’interno
del reparto di Ostetricia e Ginecologia
l’”Ambulatorio L.194/78”, con uno spazio
specifico dedicato all’accoglienza e
all’orientamento, dove le donne possono
confrontarsi con una psicologa, in un
momento di particolare vulnerabilità.
-
rafforzamento delle sinergie dei
Servizi specialistici e territoriali:
ogni attore della rete risponde in modo
complementare ai diversi bisogni della
donna gravida, della puerpera e delle
donne richiedenti IVG, con risposte
specialistiche o interventi sanitari
preventivi, di accompagnamento e
sostegno psicosociale o di carattere
economico o assistenziale.
-
condivisione e monitoraggio di
iniziative, protocolli e documenti
già operativi o di futura emissione,
che definiscano ruoli, competenze e
collaborazioni tra diversi Servizi, al fine
di promuovere interventi integrati per
il benessere della famiglia, in ambito
psicologico,
sociale,
sanitario
ed
economico.
Assistenza alle persone fragili:
l’unità di valutazione
multidimensionale (uvm)
Dr.ssa Enza Bernardi - Responsabile UVM
28
L
’attività dell’ UVM costituita presso la nostra ASL a partire dal 20
febbraio 2014 è composta da 1
medico 3 infermiere 2 assistenti
sociali 1 psicologo,1 amministrativo a cui
si aggiungono il geriatra, il fisiatra ospedalieri e le assistenti sociali del territorio.
L’UVM rappresenta l’organismo centrale
ed operativo, chiamato alla valutazione
dei bisogni socio-sanitari per garantire
l’integrazione della rete dei servizi
sanitari, sociosanitari e socioassistenziali a livello territoriale.
Si rivolge alle persone e alle famiglie
che si trovano in uno stato di bisogno
determinato da:
• non autosufficienza dovuta all’età o
a malattia;
• inabilità o disabilità;
•patologie terminali e croniche
invalidanti.
L’operatività dell’UVM si esplica sia sul
territorio, con valutazioni domiciliari, sia
nelle seguenti sedi:
-Breno, c/o sede centrale Via Nissolina
2 – Tel. 0364/329.383/384;
-Edolo, c/o sede ospedaliera dislocata
nel reparto di riabilitazione specialistica;
-Esine, c/o sede ospedaliera dislocata
nel locale in prossimità del DH della
medicina - Tel. 0364/361884
E-mail:[email protected]
Orario di apertura al pubblico
Nella sede centrale di Breno dal lunedì
al venerdì, dalle ore 8.00 alle ore 12.30
e dalle ore 13.30 alle ore 16.00. A Edolo
il giovedì mattina dalle ore 10.00 alle ore
12.00. A Esine il lunedì, il mercoledì e il
venerdì mattina dalle ore 10.00 alle ore
12.00.
L’obiettivo
generale
dell’UVM
consiste nell’individuare e offrire la
miglior risposta possibile al bisogno
di salute della persona riconosciuta
in stato di fragilità. Sono valutate
dall’UVM tutte le domande che possono
prevedere l’attivazione di servizi sociosanitari domiciliari, semiresidenziali e
residenziali per i quali si renda neccessaria
la formulazione di un piano assistenziale
individualizzato, una volta individuati gli
interventi a sostegno della famiglia e dei
suoi componenti fragili.
L’UVM valuta quindi sia le richieste
pervenute dai MMG per l’attivazione
dell’ADI e le richieste che anche
provengono dalla famiglia di utenti con
bisogni complessi. Vista l’attuale situazione
di crisi economica che caratterizza il
contesto sociale produttivo, nazionale e
regionale;considerato che tale situazione
di crisi colpisce molte famiglie lombarde,
particolarmente quelle al cui interno vi
sono soggetti in condizione di fragilità (sia
per disabilità o per non autosufficienza
e cronicità, sia per soggetti minori con
problematiche familiari, e tutte persone
I disturbi “esternalizzanti”
del comportamento
Dr.ssa Federica Soardi - Psicologa del Servizio di NPIA
Dr.ssa Silvia Isonni - Psicologa del Servizio di NPIA
I
“disturbi esternalizzanti del comportamento” sono un insieme eterogeneo di condotte socialmente disfunzionali, che si caratterizzano genericamente per una mancanza di autocontrollo
delle emozioni e dei comportamenti in diversi ambiti; “i bambini imparano a dirigere
verso l’esterno, sotto forma di oppositività,
di impulsività, di iperattività e di rabbia le
loro emozioni critiche” (John E. Lochman,
Karen Wells, Lisa A. Lenhart, 2012).
Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali definisce i disturbi esternalizzanti come “Disturbi da Comportamento
Dirompente” (DCD). Entro tale macro-categoria rientrano il Disturbo Oppositivo
Provocatorio (DOP) e il Disturbo della
Condotta (DC) che, pur essendo distinti e
caratterizzati da differenti sintomatologie,
costituiscono spesso un continuum evolutivo; in particolare il DOP è considerato
un precursore e un fattore predisponente
all’insorgenza del DC (Biederman e Faraone, 1996).
In queste due classificazioni la scarsa ca-
pacità di autocontrollo interessa diversi ambiti: nel Disturbo Oppositivo Provocatorio
la mancanza di autocontrollo interessa sia
gli stati emotivi quali rabbia e irritazione
che gli aspetti comportamentali (i bambini appaiono polemici, disobbedienti e sfidano l’autorità), mentre nel Disturbo della
Condotta le manifestazioni sintomatiche si
focalizzano su comportamenti scarsamente
controllati, solitamente di tipo aggressivo,
che violano i diritti delle altre persone o le
principali norme sociali.
L’autostima di questi giovani è spesso molto
scarsa, sebbene tendano a proiettare un’immagine di ‘durezza’ o di forza.
Per essere considerate un vero e proprio
disturbo, queste condotte di scarso autocontrollo emotivo e/o comportamentale
devono persistere nel tempo e creare delle
L’ASL INFORMA
problemi comportamentali gravi
- minori e adulti in stato vegetativo, di
minima coscienza, Locked In
- minori e adulti con malattie neurologicodegenerative (es. Corea diHuntington,
forme gravi di distrofia o di miopatia,
etc)
- minori o adulti con malattie del
motoneurone in fase avanzata (es.SMA,
SLA, sclerosi multipla,etc)
- persone anziane fragili e non
autosufficienti
- anziani con demenza in fase avanzata
(Alzheimer, demenze vascolari, etc)
- persone affette da ludopatia
In particolare l’UVM attiva percorsi
finalizzati a favorire la continuità
assistenziale.
Sanità Camuna
a rischio di emarginazione ed esclusione
sociale ) si rende necessario garantire la
presa in carico attraverso la valutazione
di un’équipe multidimensionale in grado
di leggere e classificare le condizioni di
bisogno per poter disegnare il percorso
ideale di trattamento.
I destinatari dell’attività di valutazione
sono le persone in stato di bisogno sociosanitario, con particolare riferimento ai
soggetti in condizione di dipendenza
residenti nell’ambito territoriale dell’ASL.
In particolare i destinatari sono:
- persone in temporanea o cronica
situazione di bisogno sanitario non
trasportabili
- persone con gravi e gravissime disabilità
o con patologie in fase terminale
- minori con disturbi pervasivi dello
sviluppo (es. autismo, etc) e/o con
29
30
importanti difficoltà relazionali, inizialmente in famiglia e successivamente anche nei
vari ambienti sociali frequentati dal bambino. Non si può quindi definire come un Disturbo Esternalizzante quel normale atteggiamento oppositivo spesso agito dai ragazzini che esprime semplicemente la volontà
di autonomia e fa parte del processo di individuazione e differenziazione personale.
La riorganizzazione che l’assetto sociale e
familiare stanno vivendo in questo momento storico sta determinando l’emergenza
non dei disturbi, la cui incidenza prescinde
dai contesti ambientali, ma della loro rilevanza sia in termini di entità che di durata nel tempo. Infatti negli ultimi decenni, i
disturbi esternalizzanti sono gradualmente
diventati uno dei più importanti ed impegnativi problemi clinici.
L’impegno è dato dalla necessità di intervenire non solo sul ragazzo e sulla sua famiglia, ma anche sui contesti di vita in cui può
essere rilevante la funzione svolta dall’adulto di riferimento: scuola e ambiente sociale
(palestra o altri ambienti sportivi, oratorio).
Le modalità relazionali che l’adolescente
con disturbo esternalizzante mette in atto,
in particolare l’oppositivo-provocatorietà,
l’impulsività nel rapporto con i pari, il rifiuto di accettare l’autorevolezza dell’adulto,
determinano rapidamente una ruolizzazione negativa dello stesso (bullo, leader negativo). Tutto ciò può talvolta attivare un
circolo vizioso che si autoalimenta in una
catena senza fine di azioni e reazioni: l’adulto perde sempre più la propria autorevolezza che sfocia in un autoritarismo fine
a se stesso e controproducente.
La gestione degli agiti impulsivi non può
essere quindi soddisfatta dal solo intervento clinico (farmacologico e psicologico), ma necessita di azioni socio-educative strutturate e condivise con i vari
ambienti di vita. Nessun intervento può
inoltre prescindere dal coinvolgimento
diretto dei ragazzi stessi.
A tale fine il Servizio di Neuropsichiatria
dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’ASL
Vallecamonica-Sebino ha deciso di intervenire in tale ambito con la realizzazione di
un progetto dal titolo “Interventi psicoeducativi e territoriali negli adolescenti
con disturbi psicopatologici esternalizzanti”, approvato da Regione Lombardia
e in fase di attuazione dal mese di aprile
2014.
Il metodo di lavoro impiegato, di stampo
cognitivo comportamentale, è tratto dal
“Coping Power” di J.E.Lochman e prevede il coinvolgimento di preadolescenti/
adolescenti, omogenei per età, patologia
e genere (2 gruppi di 4/6 ragazzi), e dei
loro contesti di vita (famiglia e scuola). Nello specifico l’intervento con i ragazzi mira
all’alfabetizzazione e gestione delle proprie
emozioni e all’acquisizione di strategie metacogntive con attività di gruppo in cui si
attivino dinamiche sociali e relazionali che
possano contribuire all’interiorizzazione di
un autocontrollo funzionale che dal gruppo si estenda ai contesti di vita. L’intervento
con i genitori e con le scuole è finalizzato
invece all’acquisizione di più efficaci strategie di gestione dei comportamenti problematici.
I lavori hanno preso il via all’inizio della
scorsa estate: il primo gruppo (4 ragazzi di 12, 13 e 14 anni, maschi) si incontra
regolarmente ogni settimana affrontando
temi come “Imparare a stabilire obiettivi e
traguardi”, “La consapevolezza delle emozioni”, “L’attivazione fisiologica della rabbia”... e gradualmente cercherà di imparare
a fronteggiare rabbia e aggressività tramite
esercizi di autocontrollo, rilassamento, problem solving, ecc.; parallelamente, sono
partiti gli incontri con il gruppo dei genitori
e quello degli insegnanti che a loro volta
verranno accompagnati ad un progressivo
miglioramento delle relazioni con i propri
figli e studenti, in modo da offrire loro un
ambiente pronto ad accogliere quei piccoli
ma importanti cambiamenti che ci si aspetta
che questo percorso produca.
L’ASL INFORMA
Sanità Camuna
La pediatria di Esine si colora
di allegria grazie ad abio
Claudia Bidasio - Responsabile Comunicazione ABIO
C
’era una volta una fata «Grigina»,
una fatina buona che amava
fare magie per rendere felici i
bambini, soprattutto quelli malati. Con la sua bacchetta magica la fata
dava vita alle fiabe più belle: dal suo libro
incantato uscivano principesse e streghe,
cavalieri e draghi. C’era una volta… e c’è
ancora! La fatina si chiama Patrizia Tigossi
e ogni primo martedì del mese “vola” nel
reparto di pediatria dell’ospedale di Esine per raccontare ai piccoli ricoverati una
fiaba animata. Arriva con la sua valigia di
incantesimi e alle 16 in punto trasforma
la scuola del reparto in un palcoscenico
dove i bambini non sono solo spettatori ma diventano protagonisti in prima
persona. Il pomeriggio passa così in un
lampo e arriva subito l’ora della merenda,
preparata dalle mamme e dalle volontarie
Abio. E le fiabe animate non sono solo
per i degenti: porte aperte anche per fratellini, amici e per tutti i bimbi che vogliono trascorrere un momento di magia.
Ma non finisce qui! A novembre la Pediatria è stata visitata anche da una combriccola di allegre streghette che la sera di
Halloween hanno scorrazzato per i corridoi regalando dolcetti e scherzetti: per le
volontarie di Abio Esine ogni occasione
è buona per portare in reparto un po’ di
colore e allegria!
Vuoi diventare volontario?
Info: 348 037.9393 o [email protected]
31
Manuale di buone pratiche di igiene
per le microimprese alimentari
Progetto di semplificazione all’autocontrollo
Dr. Davide P. Pedersoli - Responsabile del Servizio igiene degli alimenti di origine animale
sanità pubblica veterinaria
32
L
a Regione Lombardia, impegnata
a promuovere iniziative finalizzate alla tutela della Salute pubblica
anche attraverso la realizzazione
di azioni volte ad assicurare la sicurezza
alimentare, nella seduta del 20/12/2013
ha approvato la DGR N. X/1105/2013 che
come oggetto recita:
DISPOSIZIONI REGIONALI DI INDIRIZZO
PROGRAMMATICO IN MATERIA DI COORDINAMENTO, TRASPARENZA E SEMPLIFICAZIONE DEI CONTROLLI NEL SETTORE DELLA SICUREZZA ALIMENTARE E
DELLA SANITÀ PUBBLICA VETERINARIA.
All’interno di questa Direttiva, oltre ad altri
documenti, sono state approvate le “Linee
di indirizzo per la semplificazione dell’applicazione del sistema HACCP nelle microimprese del settore alimentare”.
Premessa
L’igiene alimentare è il risultato dell’applicazione da parte delle imprese alimentari
di prerequisiti e di procedure basate sui
principi del sistema HACCP (sistema che
definisce i rischi, dove e come gestirli), che
possono essere applicati a qualsiasi segmento della filiera alimentare, ciò può essere ottenuto anche applicando una flessibilità, peraltro prevista dal REG. 852/2004, che
conduce ad una applicazione semplificata
per alcune imprese alimentari.
Ad esempio, mediante il rispetto di prerequisiti e di corrette prassi igieniche, applicando i principi del sistema HACCP (possibilmente in maniera semplificata), utilizzando manuali di corretta prassi operativa
o attraverso una loro combinazione.
In particolare è necessario riconoscere che
in talune imprese alimentari non è possibile
identificare dei punti critici di controllo e
che, in alcuni casi, le prassi in materia di
igiene possono sostituire la sorveglianza dei
punti critici di controllo.
Inoltre, il requisito di conservare documenti deve essere flessibile, onde
evitare oneri inutili per le piccole imprese, così come è previsto dal comma
2 , punto g , dell’articolo 5 Regolamento 852/2004 CE con cui viene stabilito
che, la documentazione e le registrazioni debbono essere adeguate alla natura
ed alle dimensioni dell’impresa alimentare.
Obiettivi
La corretta applicazione delle presenti linee
di indirizzo contribuirà a:
1. ridurre gli oneri ingiustificati a carico
delle microimprese del settore alimentare e rendere più efficaci i controlli ufficiali su tali imprese.
2. rispettare gli obblighi previsti nell’ambito dei piani di autocontrollo.
3. aumentare l’affidabilità degli OSA (Operatori del Settore Alimentare) con conseguente riduzione della frequenza del
controllo ufficiale e pertanto riduzione
dei costi della P.A.
Nella fattispecie si procede quindi: alla semplificazione dei documenti che sintetizzano
le modalità di applicazione dei prerequisiti
e alle registrazioni, almeno, delle Non Conformità rilevate.
Campo di applicazione
Rientrano nel campo di applicazione delle
seguenti linee di indirizzo gli operatori del
settore alimentare che svolgono operazioni
“semplici”: macellerie, pescherie, negozi alimentari al dettaglio, auto negozi, chioschi,
banchi del mercato, banchi temporanei di
vendita, locali in cui sono serviti prevalentemente bevande, piccoli bar, panetterie,
SI (igiene della persona)
1. Gestione allergeni
2. Verifica di ambienti e attrezzature
3.Congelamento
4.Scongelamento
5. Verifica degli infestanti
6. Verifica del personale
7. Conservazione degli alimenti
8.Etichettatura
9. Formazione del personale
10.Gestione imballaggi
11.Lavorazione/trasformazione
L’ASL INFORMA
33
NO (scongelamento)
12.Lavorazione a caldo
13.Potabilità dell’acqua
14.Gestione dei problemi /non conformita’
15.Verifica della pulizia
16.Rintracciabilità, ritiro e richiamo
17.Verifica degli ingressi del personale interno e esterno e degli spogliatoi
18.Scelta dei fornitori
19.Analisi su alimenti e ambienti di lavoro
20.Macelleria - etichettatura carni bovine
21.Macelleria - sottoprodotti di origine animale
22.Molluschi e prodotti della pesca
NO (pulizie e strutture)
Sanità Camuna
1. Attività di inizio giornata
2. Ricevimento e conservazione delle
materie prime
3. Attività di lavorazione e/o trasformazione
4. Lavorazioni a freddo
5. Lavorazioni a caldo
6.Raffreddamento
7.Congelamento
8. Conservazione dei semilavorati e dei
prodotti finiti
9. Presentazione - esposizione dei prodotti
10.Somministrazione
11.Trasporto dei prodotti alimentari
12.Riordino degli ambienti e delle attrezzature
13.Attività di fine giornata
14.Formazione del personale
NO (igiene attrezzature)
PARTE SECONDA: SCHEDE DI
APPROFONDIMENTOTEMATICO
NO (contaminazioni crociate)
PARTE PRIMA:
APPLICAZIONE DEI PREREQUISITI
SI (igiene dei prodotti)
sanità pubblica veterinaria
piccoli ristoranti, ecc. Qualora le imprese
presentino un elevato grado di complessità,
in ragione degli alimenti trattati , dei processi produttivi attuati e della tipologia del
consumatore finale si rimanda alla applicazione integrale degli adempimenti previsti
dal Reg. CE 852/2004.
Al fine di facilitare la comprensione e l’applicazione delle linee guida, la Regione
lombardia, in collaborazione con l’Istituto
Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna e quello delle
Venezie, ha pubblicato un Manuale di buone pratiche d’igiene per le microimprese
alimentari. Questo manuale si suddivide in
tre parti che vengono sinteticamente sotto
elencate. E’ di facile lettura e consulatzione
anche per le numerose illustrazioni fotografiche e per gli esempi di corretta/non
corretta gestione delle varie fasi di lavorazione, vendita, somministrazione nelle varie
e vaste tipologie del settore alimentare.
PARTE TERZA:
DOCUMENTI E REGISTRAZIONI
34
A) DOCUMENTI che devono essere disponibili presso l’azienda
1. Identificazione azienda
2. Piano di sanificazione
3. Piano di disinfestazione
4. Scheda prodotti e tempi di conservazione (ove necessario)
5. Analisi dei pericoli
6. ... Altri facoltativi
B) REGISTRAZIONI minime richieste
1. Scheda di non conformita’
2. Scheda formazione interna
3. Lista fornitori
4. ... Altri facoltativi
sanità pubblica veterinaria
Registrazioni
Questo nuovo approccio da parte degli
OSA al sistema di autocontrollo, richiede
peraltro un diverso e più flessibile approccio anche da parte degli organi deputati al
controllo, al fine di condividere un percorso di responsabilità e di crescita nell’interesse dei consumatori.
Il manuale, è stato illustrato in due incontri con gli OSA ed i rappresentanti delle
ditte che svolgono un’attività di consulenza all’ Autocontrollo presso la sala BIM, il
primo in data 26/06/2014 ed il secondo il
13/11/2014.
In quell’occasione, erano presenti anche i
Veterinari ed i Tecnici che svolgono l’azione
di controllo sul territorio dell’ASL di Vallecamonica-Sebino, il Dr. Daminelli Paolo del
Laboratorio di Microbiologia dell’Istituto
Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna di Brescia in qualità di docente.
Per chi lo desiderasse, l’intero manuale ricco di fotografie ed esempi facilmente comprensibili è scaricabile dal
sito dell’ASL di Vallecamonica–Sebino
(www.aslvallecamonicasebino.it) nella home page alla sezione – In primo
piano.
MIDA Tecnologia Medica SpA di Milano per la donazione di
€ 2.000,00 a favore del Servizio di Famacia
Genitori di un paziente del reparto di Pediatria per la donazione di
€ 1.000,00 a favore dell’UO Pediatria dell’Ospedale di Esine
Sig. Aldo Franceschetti di Pisogne per la donazione di € 5.000,00 a
favore del Servizio di Radioterapia dell’Ospedale di Esine
Donatori diversi in memoria di due pazienti deceduti per la donazione di € 1.055,00 effettuata a favore del reparto di Cure Palliative
(Hospice) dell’Ospedale di Esine
Mundipharma pharmaceuticals Srl di Milano per la donazione di
€ 2.000,00 a favore dell’UO di Pneumologia dell’Ospedale di Esine
Forgiatura Mamè SpA di Cividate Camuno per la donazione di n.
6 letti del valore di € 17.080,05 a favore dell’UO di Riabilitazione
Specialistica dell’Ospedale di Edolo
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Camuna La nostra rivista è ora consultabile anche in versione
L’ASL
digitale per iPad e altri Tablet, tramite i sistemi
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operativi OS e Android. La pubblicazione digitale
è stata arricchita con contenuti multimediali, grazie ai quali
l’esperienza di lettura diviene unica.
L’applicazione “Sanità Camuna” è presente gratuitamente su App
Store, dove troverete uno scaffale virtuale nel quale, man mano
che verranno pubblicate, appariranno le nuove uscite che potrete
salvare sul vostro dispositivo.
Una volta scaricata, la rivista è sempre consultabile, anche in
assenza di collegamento internet.
L’applicazione è scaricabile anche dall’ home page del nostro sito
www.aslvallecamonicasebino.it per Android; lì troverete anche il
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Sanità
L’ASL INFORMA
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Un sentito
GRAZIE a:
ANDOS - Comitato di Vallecamonica-Sebino:
- per la donazione di € 5.000,00 volto a finanziare la prosecuzione di incarico libero-professionale inerente l’attività specialistica
presso il Servizio di Radioterapia dell’Ospedale di Esine;
- per la donazione di € 15.000,00 a sostegno del Servizio di Radioterapia dell’Ospedale di Esine;
- per la donazione di € 115,00 a favore dell’Ambulatorio dei disturbi alimentari dell’Ospedale di Esine
35
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