Per i manager illuminati c`è la Business Intelligence

DAL 27 GIUGNO AL 10 LUGLIO
IL GIORNALE DELL’INFORMATION & COMMUNICATION TECHNOLOGY
PAG.17
aziende&mercati
new business, strategie e finanza
Sanità, l’hi-tech è latitante
In Italia appena lo 0,59% dei budget sanitari è riservato alla spesa tecnologica
Enorme il potenziale di crescita per le aziende del comparto informatico
Paolo Anastasio
Un braccialetto elettronico, basato su
tecnologia identificativa Rfid, al polso dei
pazienti ricoverati in clinica. Una soluzione
tecnologica in sé elementare, del tutto simile
al bracciale elettronico già usato sul terreno
giudiziario per il controllo a distanza degli
imputati in attesa di giudizio agli arresti domiciliari. Declinata però a scopi terapeutici. È
questo, in sintesi, il progetto pilota nato dalla
partnership tecnologica fra Siemens Business Services, Intel e Fujitsu Siemens
Computers per consentire al personale medico l’accesso immediato alla cartella clinica
dei pazienti ricoverati in clinica. Una soluzione che garantisce più sicurezza nel dosaggio e
nella somministrazione di farmaci, rendendo
più sicura la cura dei malati e garantendo la
condivisone delle informazioni in ospedale.
Il progetto pilota è operativo in due cliniche, quella del klinikum Sarbruecken
in Germania e il Jacobi medical center
di New York. Nella clinica tedesca sono mille
i degenti curati con il In corsia
braccialetto hi-tech munito di un microchip Rfid
associato a un numero
identificativo. Le informazioni viaggiano poi
sulla rete wireless wlan
della clinica, consultabili
da medici e infermieri in
tempo reale via palmare e
computer.
“A livello internazionale l’interesse per le soluzioni Rfid sta crescendo
in ogni ambito - afferma
Fabio
Primerano,
direttore generale di Siemens Informatica, divisione italiana di Siemens
Business Services - In
Italia stiamo incontrando
molte aziende interessate,
principalmente industrie manifatturiere, dell’automobile e del commercio al dettaglio”.
Per ora, la soluzione Rfid adottata all’estero
non è presente in organizzazioni sanitarie
italiane. E non sembra un caso. La spesa informatica delle aziende sanitarie italiane corrisponde appena allo 0,59% del loro budget
complessivo. Il dato emerge da un’indagine
della società di ricerche di mercato Freedata, specializzata nel settore It e Tlc. Ma non
è tutto. Lo studio commissionato da Oracle
Italia - “Le priorità tecnologiche della sanità
in Italia” - mette in luce la mancanza diffusa
e penalizzante per gli operatori sanitari di
sistemi informatici che facilitino il loro lavoro. Mancanze che si riflettono sulla qualità
del servizio in corsia. Sono 260.000 i posti
letto in Italia, a fronte di 186.000 medici e
133.000 tecnici, ai quali si aggiunge un piccolo esercito di 75.000 amministrativi.
Il 63% degli intervistati, su un campione di
147 organizzazioni (Asl, aziende ospedaliere, istituti di cura pubblici e privati), lamenta
l’assenza di un sistema informatico centraliz-
zato per la gestione integrata dei processi, dal
management digitalizzato dei dati clinici del
paziente alla contestuale misura standardizzata della posizione amministrativa.
Ma, nonostante il gap con l’estero, anche
in Italia qualcosa si sta muovendo sul fronte
dell’It in un settore, l’healthcare, con elevati
margini di crescita per i player del comparto
hi-tech. Fra le aziende più impegnate sul
fronte medicale si trova Aethra, società
di Ancona specializzata in sistemi di video
comunicazione. In particolare, nella fornitura
di apparati di video-conference, e-learning
e telemedicina, sfruttati dai medici italiani
per consulti a distanza, corsi di aggiornamento professionale e simposi medici. In
particolare, Aethra è impegnata sul fronte
della trasmissione in video comunicazione
di operazioni chirurgiche filmate in diretta
dalla sala operatoria (fino a otto interventi in
contemporanea).
Fra i colossi dell’informatica che conside-
rano strategico il settore sanità c’è Intel, che
ha da poco inaugurato una divisione “digital
health” interamente dedicata al business
ospedaliero. In Italia, il colosso dei microchip ha preso parte a progetti per l’informatizzazione in due ospedali: il dipartimento
neurologico dell’azienda ospedaliera Sant’Anna di Como e il centro trasfusionale
dell’ospedale San Raffaele di Milano.
Nel primo caso, è stata realizzata una rete di
comunicazione wlan all’interno del reparto,
che consente ai medici di accedere alla cartella clinica dei pazienti via pda e pc portatile
mentre visitano i pazienti in corsia.
“I principali vantaggi - afferma Roberto
Sterzi, direttore dell’unità operativa di neurologia al Sant’Anna di Como - derivano
dalla possibilità di comunicare in tempo reale
con il database dell’azienda ospedaliera,
snellendo procedure che con le tecniche tradizionali, comportavano un enorme sacrificio
di tempo”.
innovazione
Medmatic@, una fiera italiana
per parlare di telemedicina
Due robot che si muovono liberamente tra
i letti d’ospedale, telecomandati dal personale
medico. Androidi con il volto a forma di monitor, dal quale i pazienti possono parlare con il
dottore, già in circolazione all’Imperial College di
Londra. Questo e molto altro, come l’ambulanza
tutta wireless, saranno presenti a Medmatic@, la
manifestazione che si terrà alla Fiera di Vicenza
il 29 settembre e il primo ottobre. Un evento tutto
italiano dedicato alla filiera del settore sanitario collegata alla telemedicina e all’informatica
medica. “L’obiettivo primario della fiera è creare
un punto d’incontro fra produttori e utenti - afferma Giampaolo Stopazzolo, presidente di
Medmatic@ - La parola chiave dell’evento sarà
tele-management, ovvero la gestione di tutti gli
aspetti che ruotano intorno alla telemedicina,
dalle cure a distanza dei pazienti ricoverati a
domicilio grazie agli strumenti informatici. Fino
alla tele-diagnostica e la tele-cardiologia. Si tratta
di branche della medicina in fase di crescita, che
in futuro consentiranno un sensibile abbattimento
dei costi sanitari grazie al ricorso alle tecnologie”.
Progetti
elementari
realizzati
all’estero
in cerca
d’autore
a casa nostra
Ma anche
da noi
comincia
a muoversi
qualcosa
Intel, tecnologie in ospedale: primi passi in Lombardia
Nata nel gennaio del 2005, la divisione “digital health” di Intel risponde a una
domanda, quella della sanità, che in campo
tecnologico ha ampi margini di crescita in
Italia. “A livello italiano esiste una forte
esigenza di strumenti tecnologici da parte
di ospedali e Asl - afferma Maurizio Riva,
business enterprise director di Intel Italia
- Ma per questioni culturali, non solo in Italia, le risorse tecnologiche sono meno usate
nella sanità che in altri settori. In generale,
non esiste un uso integrato delle tecnologie
in ospedale”.
Per colmare questo gap strutturale, la
divisone digital health di Intel punta la sua
strategia su progetti apripista, da replicare
poi in altre strutture. È questo il caso del
tandem di progetti lombardi realizzati nel
dipartimento neurologico del Sant’Anna
di Como e il centro trasfusionale del San
Raffaele di Milano.
“Al Sant’Anna di Como abbiamo realizzato un progetto per la messa in rete delle
cartelle cliniche dei pazienti, sfruttando
l’utilizzo da parte del personale medico
dei tablet pc della linea Centrino - continua Riva - Si tratta di un sistema che non
prevede particolare know how tecnologico
da parte del personale, che deve semplicemente annotare e registrare i dati relativi ai
pazienti sul pc o sul palmare affinché tutte
le informazioni siano poi disponibili in
un’ottica di network, automatizzando così
la cartella clinica”.
In realtà, i problemi maggiori dell’implementazione di soluzioni informatiche in
strutture sanitarie come le Asl riguarda la
mancanza di integrazione delle soluzioni. Dati clinici e database di norma non
sono integrati fra loro. “Generalmente, chi
lavora in ospedale riempie moltissimi fogli
di carta, ad esempio per annotare i farmaci
somministrati - spiega il responsabile della
divisione digital health - Questo problema
viene automaticamente eliminato ricorrendo al sistema di cartella clinica”.
Con la gestione centralizzata di farmacia
interna, esami di laboratorio, finanza e
immagini digitali contenuti nella cartella
clinica nominale del paziente il tempo di
degenza è ridotto del 40%.
Il progetto sviluppato a favore del servizio di immunoematologia e medicina
trasfusionale dell’ospedale San Raffaele
di Milano coinvolge un pool di aziende
composto da Intel, Autentica, Cisco
Systems, I.Net e Intel. Obiettivo del progetto, basato su tecnologia Rfid, è quello di
ridurre il rischio clinico legato al processo
di autotrasfusione. Il sistema prevede l’applicazione di una etichetta identificativa
basata su Rfid sulla sacca di sangue del
paziente - una smart taga - prelevato in fase
pre-operatoria. Per sicurezza, allo scopo di
evitare scambi di sangue, il chip contiene la
foto del paziente e i suoi dati personali. Il
sangue prelevato sarà poi nuovamente trasfuso nel paziente dopo l’intervento grazie
al sistema di identificazione, che impedisce
lo scambio di sacche di sangue trasfuso,
grazie ai dati memorizzati nel chip.
P.A.
Per i manager illuminati c’è la Business Intelligence
Mettere a disposizione di Asl e
strutture ospedaliere strumenti di Business
Intelligence, risorse analitiche al servizio
dei manager più illuminati del settore sanitario. Software destinati a combattere il vero
tallone d’Achille della sanità: l’inefficienza
derivante dalle scarse risorse finanziarie.
È questa in sintesi la strategia di Sas, fornitore di software di Business Intelligence,
declinata “sub specie sanitatis”. Un settore,
la Sanità, che rientra nella divisione Pubblica Amministrazione, creata quest’anno per
seguire un segmento di mercato, il pubblico,
che pesa per il 40% sui ricavi aziendali, seconda industry di riferimento dopo banche e
assicurazioni.
“In Italia, i clienti Sas del segmento Sanità
sono una cinquantina, soprattutto al nord. Di
questi, una ventina di Asl e il resto strutture
ospedaliere”, racconta Fabrizio Padua,
industry manager di Sas. “Io li chiamo i manager sanitari illuminati, sensibili ai vantaggi
Fabrizio Padua, Sas: «Le nostre soluzioni per le Asl disegnate
per la pianificazione strategica e l’analisi dei budget»
che il ricorso ai software analitici possono
garantire alla gestione dei budget limitati
di cui dispongono”. Il contesto della sanità
italiana, continua Padua, è noto: “I cittadini
vogliono più sanità, ma le risorse calano.
L’esigenza di chi gestisce il settore è uno
solo: ottimizzare le risorse esistenti, migliorando il servizio erogato”.
È in questo scenario scivoloso che Sas
Paziente
Non più voce di costo
ma attività unitaria
dell’ospedale
si muove per diffondere la cultura della
Business Intelligence soprattutto negli uffici
strategico-contabili delle strutture sanitarie.
“Le nostre soluzioni per il mondo ospedaliero sono disegnate per la pianificazione
strategica, la misurazione della performance,
il controllo finanziario della gestione, l’analisi dei budget”, continua il manager Sas.
“Quasi tutti i clienti hanno adottato soluzioni
per misurare la performance. In altre parole,
controllo scientifico dei costi e analisi dei dati
grezzi, incrociati e passati al setaccio in base
a determinati parametri di misurazione, consentono di verificare se gli obiettivi studiati
a tavolino sono stati rispettati a consuntivo”.
In futuro, l’attenzione si allargherà anche al
citizen relationship management (crm), la
misurazione della percezione qualitativa del
servizio da parte dei cittadini-pazienti.
Ma quali sono le voci che pesano maggiormente sui budget di un’Asl? Una per tutte è
la piaga dell’assenteismo. “Per combattere
fenomeni radicati come l’assenteismo è utile
affidarsi a software ad hoc, sviluppati per la
gestione delle risorse umane”, aggiunge Padua, precisando che la voce di costo relativa
Software analitici
Sfruttare la tecnologia
per misurare
la performance
alle risorse umane è fra le più alte per chi
gestisce i conti in ospedale. “Controllo, ma
anche programmazione delle risorse umane,
con particolare attenzione ai percorsi interni
di carriera, sono aspetti fondamentali per le
Asl”, afferma il manager.
L’obiettivo a lungo termine del matrimonio
fra business intelligence e sanità riguarda una
nuova concezione del paziente. Non più considerato come “voce di costo” che pesa sui
diversi compartimenti stagni della struttura
sanitaria, ma come “attività” da gestire, anche sul fronte economico-contabile, in modo
unitario. Il paziente è sempre lo stesso, dal
momento del ricovero al ritorno a casa. “Software analitici in grado di calcolare dall’inizio alla fine del periodo di degenza il costo
del singolo paziente, superando la visione a
compartimenti stagni dell’ospedale, sono una
risorsa utile per l’ottimizzazione dei budget
dell’ospedale”, conclude Padua.
Paolo Anastasio