Pera Campana (varietà) Relazione tecnica CENNI STORICI ED ORIGINE: il pero è una pianta di antichissime origini; proveniente dalle regioni transcaucasiche ha avuto una vastissima diffusione nel mondo. Basti pensare che questa pianta era conosciuta dalle più importanti civiltà del mondo antico: persiani, greci, romani, egiziani… ZONA DI DIFFUSIONE: il pero è da sempre presente nei pomari o custodito negli hortus di proprietà degli agricoltori della zona. Questo è stato da sempre apprezzato come risorsa edibile e, altresì, notevolmente paesaggistica. GENERALITA’ SULL’AREALE PRATESE: La provincia di Prato si estende nella parte settentrionale della Regione Toscana, fra i rilievi del crinale appenninico principale ed il Montalbano interessando i comuni di Prato, Vaiano, Vernio, Cantagallo, Montemurlo, Poggio a Caiano e Carmignano, per un estensione complessiva di circa 360 kmq. Il territorio è prevalentemente collinare e montano, con l’unica eccezione rappresentata dalla pianura pratese che si estende fra le ultime propaggini sud dell’Appennino ed il rilievo del Montalbano; la quota minima si ha in prossimità del corso dell’Ombrone con circa 35 m slm, mentre la massima elevazione provinciale è rappresentata dal Monte della Scoperta, lungo lo spartiacque appenninico, con 1278 m. Il clima è variabile, da quello tipicamente montano delle aree interne a nord a quello sub-mediterraneo delle aree più meridionali, Le precipitazioni medie annue variano dagli 800-1000 mm delle zone del Montalbano e della piana pratese agli oltre 1500 delle aree interne appenniniche, con temperature medie annue che oscillano fra i 10 ed 15 gradi C° (temperatura del mese più freddo attorno ad 1 grado e del mese più caldo 24,5). I suoli risultano estremamente variabili, sia per composizione chimica che per caratteristiche fisiche. Nelle aree montane valbisentine, così pure sulla dorsale de Montalbano, prevalgono suoli a reazione acida o sub-acida, poco profondi e a tessitura grossolana, generalmente franco-sabbiosa, derivanti dalla disgregazione di rocce della serie toscana riconducibili alla formazione del Macigno, mentre nelle zone pedocollinari si hanno, generalmente, situazione assai eterogenee, con frequenti depositi argillosi anche molto spessi. Significativa eccezione è rappresentata dal rilievo calvanino, litologicamente riconducibile alla serie dell’Alberese, con suoli compatti a tenore idrico molto variabile nel corso dell’anno. CONSISTENZA: di pero denominato “Pera Campana” ne sono stati trovati diversi esemplari sparsi nel territorio di Vaiano nelle località di: Larciano, Le Fornaci, Faltugnano, pdere il Chiesino di Maglio e il Poggiale. La pianta descritta è stata individuata in località Larciano nel Comune di Vaiano (PO). Si tratta di aree ad alto valore naturalistico e paesaggistico, che ha subito intorno agli anni 60-70 la fuga dalla campagna, sono presenti infatti numerosi poderi abbandonati in prossimità dei quali sono presenti molte piante da frutto. Il pero si trova in un podere coltivato attiguo a una casa poderale non lontano dalla strada. Si tratta di una pianta messa a dimora probabilmente intorno agli anni ’50 quando vi abitavano i contadini mezzadri del posto. VALUTAZIONE: il pero denominato “Pera Campana” in Italia è apprezzato moltissimo, considerata una delle più pregiate per la sua fecondità e per la bontà dei suoi frutti. VALUTAZIONE DEL RISCHIO: si tratta di un germoplasma a RISCHIO di erosione genetica, basti pensare che ne sono stati individuati nel Comune di Vaiano solo pochi esemplari. AZIENDE COLTIVATRICI: LUOGO DI CONSERVAZIONE E/O DI RIPRODUZIONE: - Provincia: Prato - Comune: Vaiano - Localizzazzione: localita Larciano, Comune di Vaiano (PO) - Posizione GPS della pianta 234 mslm N 43°.58.129' EO 11°.08.107' COMPORTAMENTO AGRONOMICO: è una pianta alta circa 5 m. Ha portamento portamento aperto-espanso e ramificato, habitus aperto, vigoria elevata. I rami sono sottili lunghi e flessibili. I fiori sono grandi di colore bianco sfumato di rosso e allegano facilmente. Fiorisce verso la prima decade di aprile; fruttifica verso la seconda decade di ottobre. Varietà dotata di elevata rusticità con buone produzioni abbastanza costanti. Le esigenze agronomiche della varietà non differenziano da quelle relative alla coltivazione del pero. Predilige esposizioni orientali, le aree moderatamente ventilate e i terreni di pianura o di collina ricchi d’acqua e fertili. CARATTERISTICHE TECNOLOGICHE ED ORGANOLETTICHE DEL PRODOTTO: il frutto è saporito e gustoso. il profumo e la succosità sono buoni, la polpa è molto succosa. È utilizzata per il consumo fresco. Il frutto si presta per consumo fresco. Durano molto nel magazzino, e reggono ai trasporti. Quindi sono assai ricercate nel commercio. Descrizione Morfologica Caratteristiche della pianta: diametro del tronco 25 cm, altezza 5 m, diametro chioma 5 m, portamento aperto-espanso, vigoria elevata, ramificazione elevata. Epoche fenologiche: data piena fioritura 100 gg da inizio anno, entità fioritura elevata. Data maturazione: 15 ottobre (+63 rispetto alla cultivar William). Caratteristiche delle foglie: l'area fogliare media è 2.554 mm2; perimetro medio di 211 mm; lunghezza media di 65 mm; larghezza media di 53 mm; rapporto lunghezza-larghezza di 1,2 e rotondità 0,7. Il portamento delle foglie in rapporto al ramo è quasi rettangolare, la forma delle foglie è subrotonda quella della base è ad angolo ottuso. La forma dell'apice, escludendo la punta, è ad angolo acuto; la punta è corta. Il margine è dentato e le incisioni sono poco profonde. La curvatura dell'asse longitudinale della lamina è ricurva. Le stipole sono assenti. Il picciolo ha le seguenti dimensioni: lunghezza media di 34 mm; spessore medio di 1 mm. Caratteristiche del fiore: l'area media dei petali è pari a 128 mm2; perimetro medio di 44 mm; lunghezza media di 14 mm; larghezza media di 12 mm; rapporto lunghezza-larghezza di 1,2 e rotondità di 0,8. Il diametro della corolla è grande (>30 mm), i margini dei petali sono tangenti. La forma del petalo (esclusa l'unghia) è circolare, alla base (esclusa l'unghia) il petalo ha forma cordata. La lunghezza dell'unghia è nella media, 1-2 mm. I sepali sono in posizione appiattita e ricurva (50%-50%) in relazione alla corolla. Lo stigma è più in basso rispetto alle antere. Le dimensione degli stili sono nella media, 7-9 mm. Il ricettacolo è tomentoso. Il peduncolo è di lunghezza media, 20-30 mm. Caratteristiche del frutto: il peso medio è di 153,7 g; altezza media 88 mm; larghezza media di 64 mm; spessore medio di 59 mm. La forma del frutto, secondo Chasset, è piriforme; la posizione del massimo diametro è chiaramente verso il calice. In sezione longitudinale il frutto è leggermente asimmetrico, di profilo è concava. L'epidermide è liscia, sottile, di color verde mentre il sovraccolore è soffuso. L'estensione del sovraccolore è nella media e la tonalità è sul rosso. La percentuale della rugginosità sull'epidermide è molto bassa e l'estensione della stessa è assente o molto limitata. Sono presenti lenticelle con media densità. In prossimità del peduncolo la rugginosità è molto limitata. Il peduncolo è parzialmente carnoso ed è inserito in modo verticale o diritta in relazione all'asse del frutto e la sua curvatura è nella media; è lungo mediamente 23 mm e lo spessore medio è di 3 mm. Il peduncolo è completamente rugginoso. La cavità peduncolare è assente o molto superficiale ed è larga 17 mm e profonda 4 mm. Al momento della raccolta la cavità calicina è presente ed ha le seguenti dimensioni: larghezza media di 17 mm e profondità media di 4 mm. Gli sclereidi sono assenti. Il frutto presenta i seguenti gradi di durezza al penetrometro: 2,9 Kg/cm2 e 2,8 Kg/cm2. Il grado zuccherino è pari a 16,7° Brix mentre il valore medio del pH è 3.7. La consistenza della polpa è nella media ed è anche croccante. La polpa è bianca e succosa, il sapore è nella media mentre il profumo è scarso. Il seme ha forma ovoidale allungata. Il frutto si presta per consumo fresco. Durano molto nel magazzino, e reggono ai trasporti. Quindi sono assai ricercate nel commercio. NOTE, CURIOSITA’: In bibliografia è riportato che tale varietà è una delle più estese, e una delle più pregiate per la sua fecondità e per la bontà dei suoi frutti. I Toscani la conoscono sotto il nome di Pera Campana. Forse esso è dovuto alla somiglianza delle sue forme con questo strumento. Qualunque però ne sia l’origine, questo nome era già conosciuto ai tempi del Gran Duca Cosimo Terzo, assumendo vari nomi locali nel tempo (“Pera Battochia”, “Pera Zuccotta”, “Pera Zucche”, “Pera Zucchetta”, “Pera Buoncristiana”). Comunque è stata riscontrata una notevole somiglianza anche con la Pera del Curato (Spadona d’inverno) dato che alcune delle pere analizzate presentavano la tipica linea longitudinale nel frutto, caratteristica comune delle “Curato”; anche la forma regolare e affossate del frutto in prossimità del peduncolo è riscontrata nella “Curato”. BIBLIOGRAFIA - Agabbio M., 1994. “Patrimonio genetico di specie arboree da frutto – Le vecchie varietà della Sardegna”. 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