2 ATTUALITÀ ‘Epatite B: usa la testa, fai il test’ Si è appena conclusa la campagna per informare la popolazione sulla patologia, le modalità di contagio e i comportamenti a rischio, con possibilità di effettuare gratuitamente il test dell’epatite B in 15 città italiane presso uno dei laboratori aderenti all’iniziativa Dal 21 maggio al 15 giugno, in 15 capoluoghi italiani, i cittadini hanno avuto la possibilità di eseguire gratuitamente il test dell’epatite B presso i laboratori che hanno aderito alla campagna ‘Epatite B: usa la testa, fai il test’. L’iniziativa, promossa da quattro società scientifiche - AISF, Associazione Italiana per lo Studio del Fegato, SIGE, Società Italiana di Gastroenterologia, SIMIT, Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali, SIMG (Società Italiana di Me- dicina Generale) - aveva il supporto di FederANISAP, Federazione Nazionale delle Istituzioni Sanitarie Ambulatoriali Private e il contributo incondizionato di Bristol-Myers Squibb. Due gli obiettivi della campagna: incrementare nella popolazione la consapevolezza della malattia e dei fattori di rischio di contagio, e incentivare l’esecuzione del test tra le categorie a rischio, coinvolgendo anche la popolazione migrante residente in Italia, proveniente da Paesi in cui tuttora non esiste l’obbligo del vaccino. La presenza del virus dell’epatite B viene accertata attraverso un semplice esame del sangue, che può essere eseguito a digiuno o anche a stomaco pieno, e che serve a ricercare il ‘marcatore’ dell’infezione, l’HBsAg (Hepatitis B Surface Antigen): si tratta dell’antigene di superficie dell’epatite B, anche conosciuto come antigene Australia. La maggior parte dei contagi avviene mediante rapporti sessua- li non protetti o scambio di siringhe o aghi contaminati, ma anche attraverso la condivisione di spazzolini da denti o rasoi e con l’utilizzo di strumenti non sterilizzati per piercing e tatuaggi. Nell’80% dei casi l’infezione si risolve spontaneamente, ma in circa il 20% dei casi evolve in una forma cronica estremamente pericolosa e che comporta un rischio maggiore del 15-20% di morire prematuramente per cirrosi ed epatocarcinoma. Epatite C, la rivoluzione è alle porte di SANDRO MARIANI Siamo ad un punto di svolta nella lotta contro il virus dell’Epatite C, la più insidiosa malattia del fegato, prima causa di decesso per malattie infettive trasmissibili: con l’avvento di boceprevir, capostipite di una nuova classe di farmaci con un meccanismo d’azione rivoluzionario, diventa più vicina la prospettiva di eradicare completamente il virus. Boceprevir, inibitore della proteasi, agisce direttamente sul virus ed è risultato efficace contro l’HCV di genotipo 1, il più temibile, perché più refrattario ai trattamenti e perché rappresenta il 60% delle infezioni globali. Aggiunto alla terapia standard con interferone pegilato e ribavirina, boceprevir riesce a raddoppiare e addirittura triplicare la percentuale di guarigione dei pazienti. Le evidenze arrivano da due trial clinici di Fase III: lo SPRINT-2, cui hanno partecipato pazienti mai trattati precedentemente, e il RESPOND-2, che arruolava pazienti che avevano fallito con la terapia ‘duplice’. Sono circa 180 milioni le persone che soffrono di Epatite C cronica nel mondo, più del 3% della popolazione globale. L’Italia è al primo posto in Europa per numero di persone positive al virus, La ricerca è vicina all’obiettivo più ambizioso, la possibile eradicazione del virus. Boceprevir, presto disponibile anche in Italia, è il primo di una nuova classe di farmaci che, in combinazione alla terapia standard, aumenta significativamente il tasso di guarigione con 1000 nuovi casi e 20mila decessi ogni anno, ovvero due persone ogni ora. A livello regionale il Sud è il più colpito: in Campania, Puglia e Calabria, per esempio, nella popolazione ultra settantenne la prevalenza dell'HCV supera il 20%. L’HCV può entrare nel nostro organismo attraverso meccanismi diversissimi, dalle punture con oggetti contaminati da sangue o fluidi corporei infetti, a operazioni sanitarie o estetiche (interventi odontoiatrici, piercing, tatuaggi, etc.) effettuate con materiale contaminato e non adeguatamente sterilizzato, fino ai rapporti sessuali, omo ed eterosessuali; non va inoltre esclusa le possibilità di trasmissione attraverso le mucose. IN BREVE Un Test gratuito per lo stress visivo Durante le nostre attività quotidiane sollecitiamo i nostri occhi, affaticandoli in diversi modi: passare molte ore “incollati” al display del cellulare o allo schermo del pc, mettere a fuoco i cartelli stradali, leggere giornali e testi scritti in piccolo, possono determinare situazioni di stress visivo. Per questo è necessario prestare attenzione costante al benessere visivo e prendersi maggiore cura dei propri occhi. Prosegue con questo presupposto la campagna di sensibilizzazione di VisionOttica, l’insegna di Centri Ottici dedicati alla famiglia, che ha messo a punto per prima e in esclusiva, con il patrocinio della SOI, il Test dello Stress Visivo, effettuabile gratuitamente nei propri Centri in tutta Italia da giovani e adulti. Il test non sostituisce la visita del medico oculista - che VisionOttica consiglia di effettuare periodicamente - ha lo scopo di rilevare segnali di inefficienza della visione che possono manifestarsi nelle attività quotidiane. In termini scientifici, lo stress viene definito “la risposta dell’organismo a uno stimolo negativo e si manifesta sotto forma di disagio“. Ed è proprio disagio visivo la parola-chiave che VisionOttica vuole ricordare ai consumatori. Attraverso misurazioni accurate, vengono verificati i segnali di stress visivo e ne sono indicati rilevanza, frequenza, intensità. In questo modo, si aiutano i consumatori a prendere coscienza del proprio “stato di visione” suggerendo, laddove necessarie, soluzioni ottiche appropriate. Il Test gratuito dello Stress Visivo non è l’unico segno concreto di attenzione verso le famiglie italiane; sia chi si collegherà al sito www.visionottica.it sia chi visiterà direttamente i Centri Ottici potrà approfittare di una serie di promozioni in atto. Per individuare il Centro Ottico VisionOttica più vicino www.visionottica.it e numero verde 800 536 303 Obesità pediatrica ‘scritta’ nei geni Un indice di massa corporea superiore a 30 fin da bambini, familiarità con il sovrappeso, fame insaziabile: è l’identikit del paziente affetto da obesità genetiche ereditarie non sindromiche, un gruppo di malattie rare che trovano spiegazione nei geni. Un tempo conoscenza e mezzi per affrontare queste patologie erano pochi; oggi per questi ragazzi si può fare molto attraverso diagnosi, terapie e riabilitazione. L’Istituto di Genetica non Profit MAGI, che già oggi svolge il test genetico, ha dato il via a una task force di specialisti contro le obesità genetiche ereditarie non sindromiche. MAGI offre a questi pazienti un posto nella Residenza Sanitaria Sperimentale a San Felice del Benaco (BS). Fu probabilmente una di queste malattie a causare l’estinzione della famiglia dei Farnese il cui ultimo erede morì giovanissimo nel sonno. L’ipotesi trova credito grazie alla consulenza genetica fatta da Matteo Bertelli, presidente di MAGI, e potrà a breve essere confermata aprendo la tomba dell’ultimo dei Farnese ed effettuando il test genetico su frammenti ossei. Arriva un nuovo modello di ‘etichetta ambientale’ VI Edizione a Milano di ‘NutriMI’, il Forum Internazionale di Nutrizione Pratica che ha visto riuniti più di 70 esperti della comunità scientifica nazionale e internazionale, per presentare e discutere, in un contesto di nuove sfide alimentari globali, i più recenti studi in ambito Nutrizione e Alimentazione. Nel corso dei lavori, particolare enfasi è dedicata all’approfondimento delle patologie e dei disturbi legati alla nutrizione e alle nuove evidenze in materia di prevenzione, terapia e diagnosi. Inoltre, a rivestire particolare importanza, sono gli aggiornamenti relativi alla sicurezza e qualità dei nuovi prodotti: functional foods, novel foods, nanofoods. presentato un nuovo modello di etichetta ambientale, frutto della collaborazione tra SPRIM e l’Università Cattolica di Piacenza. Si tratta del primo sistema di etichettatura italiano che illustra l’impatto ambientale di un prodotto sull’ecosistema in termini di qualità dell’aria, qualità e consumo di acqua e qualità e consumo di suolo, lungo il suo intero ciclo di vita. Gli indicatori ambientali utilizzati per il calcolo dell’impatto derivano dall’applicazione della metodologia LCA (Life Cycle Assessment), ampiamente condivisa a livello internazionale, e vengono aggregati in modo da ottenere il costo ambientale totale, e ripartito sui tre elementi ‘aria’, ‘acqua’ e ‘suolo’. Ripianare la spesa ‘deresponsabilizza’ le Regioni Intervenendo nei giorni scorsi alla Camera dei Deputati ad un incontro su ‘Sostenibilità del Sistema Salute e innovazione in onco-ematologia: dalla ricerca al paziente’, il sottosegretario alla Salute Elio Adelfio Cardinale ha sostenuto che «in Italia serve un’Authority della Salute che vigili sui livelli sanitari realmente applicati su tutto il territorio nazionale, per garantire che non ci siano diseguaglianze tra le Regioni». «Pubblico e privato - ha aggiunto il sottosegretario - devono collaborare in modo compartecipativo, perché solo così si può curare la sanità malata». «Un aggravio non da poco, con il pericolo di una possibile disincentivazione di quelle Regioni meno virtuose ad introdurre gli auspicati maggiori controlli». Così Cardinale ha commentato l’introduzione per l’industria farmaceutica dell’obbligo di ripianare il 35% dello sforamento di spesa farmaceutica ospedaliera, oggi a completo carico delle Regioni. «La sostenibilità del Sistema Salute - ha concluso il sottosegretario alla Salute - pone interrogativi complessi ed ha le sue radici nella maggiore longevità, nella riduzione dei tassi di mortalità, nell’aumento del numero di patologie di tipo cronico. Purtroppo, le risorse sono limitate rispetto alle esigenze dei pazienti».