ASSOCIAZIONE CATTOLICA OPERATORI SANITARI Ente Morale D.P.R. n.° 975 del 17-11-1986 ________________________________________________________________ 00165 Roma - Via Gregorio VII, 111 – tel. 06.63.19.53 E-mail: [email protected] Il Consulente Ecclesiastico Nazionale ABBIAMO VISTO LA STELLA E SIAMO VENUTI Messaggio di Natale all’ACOS Nazionale Carissimi, in questo giorno di Natale tante sono le stelle che si illuminano e contribuiscono a creare un’atmosfera di festa, di colori, di calore umano e tenerezza cristiana. Se tutta la nostra attenzione si fermasse, però, solo alle emozioni che ci fanno provare e ai ricordi che riaccendono, finito questo giorno tutto ritornerebbe nella noia e nell’apatia. Cos’è che può cambiare la sorte? L’incontro con la vera Stella, Gesù il Cristo: “Abbiamo visto la stella e siamo venuti” (Mt 2,3). È la parola del credente, è l’atteggiamento della fede, è l’itinerario di ogni scoperta preziosa nella vita di ciascuno di noi. Sembra cosa da niente il cammino che devono affrontare, la ricerca che devono compiere, invece, è un viaggio verso l’ignoto, una sequenza di paesi e territori, forse, anche sconosciuti da attraversare. La Stella è il loro orientamento, il loro punto di riferimento. Verrebbe da chiedersi e noi: “Chi cerchiamo, cosa ricerchiamo, con quale orientamento?”. Il loro viaggio è compiuto nella fede, in tutta scienza, coscienza e nella serenità di un animo semplice, quello di chi sa, che la verità, prima o poi, conduce alla libertà, quella che ci rende felici. Quanto slancio di rinvigorimento e gioia potete trarre da queste sollecitazioni per la vostra professione di Operatori Sanitari accanto a chi soffre. I Magi diventano maestri nella scienza e nella fede, formatori di un comportamento coerente che dovrebbe qualificare ogni uomo di buona volontà. La coerenza esige una decisione: “Siamo venuti”. È sempre molto più comodo restare, starsene tranquilli là dove siamo, chiusi nelle nostre idee, nei nostri ritmi abitudinari, certi di quanto abbiamo già collaudato nel nostro operato. È sempre facile rendere la fede un’abitudine, con i suoi gesti obbligatori, con le sue frasi stereotipate, con i suoi riti già stabiliti! È sempre facile credersi in buona coscienza perché in questo giorno e nei successivi compiamo determinati gesti. La fede non è questo, richiede una novità perenne perché Dio non è mai conosciuto in modo esauriente, come la scienza non può fermarsi se vuole curare l’uomo, ma deve ricercare rispettandone la sua ontologica origine. Se la fede si adatta all’abitudine diventa moralismo e ritualismo. Se la scienza si chiude in se stessa diventa scientismo e tecnicismo. L’una e l’altra si cancellano dall’uomo e da Dio. È la Stella, Cristo, che illumina il nostro cammino a dare la rotta giusta, quella che fa vedere segni e gesti che parlano di una fede e di una scienza che vivono, si incontrano e si traducono nella carità. Gli esempi non mancano. Proprio Papa Francesco, il 15 dicembre 2016, ricevendo in Aula Nervi dirigenti e operatori dell'ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma, prima di iniziare il suo dialogo con i piccoli malati, accompagnati dalle famiglie, ha affermato, rivolto agli infermieri: “Avete il fiuto della malattia”. “Non sparlo contro i medici, sono bravi - ha precisato il Santo Padre - ma le infermiere e gli infermieri, per la loro vicinanza col malato, hanno una qualità speciale per accompagnare e anche per guarire. Per questo li ringrazio tanto!”. Il Papa ancora, al di fuori del suo discorso ufficiale, ha detto anche che gli “gli Infermieri sono vicini alle sofferenze, che capiscono e sanno come gestire e come accompagnare con tenerezza: proprio per la loro vicinanza all'ammalato, gli infermieri sono quelli che capiscono meglio il percorso della malattia”. Il Papa ha quindi raccontato un'esperienza personale: “A 21 anni ho avuto una polmonite gravissima, non si sapeva cosa fosse, pensavano un'influenza, ma scottavo tanto. Così mi hanno portato in ospedale e mi hanno tolto tanto liquido dai polmoni. Il dottore ha detto, non ricordo bene la cifra: un milione di penicillina e 500 mila di streptomicina, allora c'erano quelle cose, e se n'è andato. E la suora ha detto all'altra infermiera: tre milioni e un milione, perché aveva il fiuto della situazione. E mi sono rimesso…”. Cari Operatori Sanitari, il Santo Natale vi guidi alla Verità perché accogliendola possiate servire ogni uomo che incontrate con la luce della Fede e la carità della scienza. Prego per il vostro ministero, voi pregate per il mio. Vi abbraccio. Buon Natale. Roma, 25 dicembre 2016 Sac. Francesco Coluccia