Anteprima Estratta dall` Appunto di Cognitivismo

Anteprima Estratta dall' Appunto di
Cognitivismo
Università : Università degli studi di Palermo
Facoltà : Psicologia
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L' Appunto
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intrUSI – Gruppo di Lavoro Exam Survival
Riassunto del fascicolo
Psicologia sociale
SE: 1998
prof. Quadrio
22 pagine – 128 kB
Autore: Davide Seddio
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PSICOLOGIA SOCIALE – Riassunto del fascicolo
Argomenti di psicologia individuale
Capitolo primo - Introduzione :
1. Il compito della psicologia :
La storia scientifica psicologica è molto recente ma l’interesse per i problemi di carattere psicologico è cosa molto
antica,
risalente fino a Platone che per primo diede un’interpretazione alla complessità psicologica dell’uomo. Egli formulò la
teoria
delle tre anime : immortale e spirituale, irascibile, desiderativa, poste in diversi punti del corpo (testa, petto, addome).
Platone
afferma anche l’esistenza di due sfere, quella irrazionale e quella razionale, che tendono a guidare l’individuo (metafora
della
biga) e che quindi risulterà contradditorio. Platone fa poi un parallelismo funzionale tra uomo e stato.
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Aristotele dispone le tre anime gerarchicamente : anima vegetativa, anima sensitiva, anima razionale. Dopo il Medioevo
altri si
interessarono a problemi psicologici tra cui Cartesio, Locke, Hume, Berkley. La psicologia potè iniziare il suo cammino
scientifico, separandosi dalla filosofia, quando il pensiero umano si fosse liberato dai pregiudizi sulla posizione
dell’uomo
nella natura.
2. Il duplice oggetto di studio della psicologia :
Il primo laboratorio di psicologia sperimentale fu fondato da un tedesco, tale Wundt, nel 1880. Egli applicò la
metodologia
sperimentale della fisiologia ma i dati non erano valutabili obiettivamente perché tratti dall’introspezione soggettiva. La
psicologia ha dovuto affrontare il problema di un duplice oggetto di studio : i contenuti e i dinamismi della vita interiore
e il
comportamento dell’uomo. Il primo comportamentista fu Watson, il quale considerò come unico dato osservabile il
comportamento umano, in quanto obiettivo e quindi scientificamente osservabile. Secondo lo schema comportamentista
il
paradigma di ogni analisi e sperimentazione diventa quello di stimolo e risposta, entrambi fenomeni osservabili. Lo
stimolo è
spesso considerato un bisogno che viene soddisfatto una volta trovata la risposta comportamentale appropriata, cosa che
determina un apprendimento, tale schema d’apprendimento é noto col nome di “condizionamento operante”. Lo schema
di
stimolo-risposta vale sia per bisogni quali la fame che per ogni altro livello del comportamento individuale e sociale.
Nella
visione comportamentistica i rinforzi positivi e negativi (successi e fallimenti) sono i meccanismi fondamentali che
governano
il comportamento. Qui si inserisce quindi il processo di adattamento all’ambiente e di costruzione di schemi
comportamentali.
La cultura e la personalità individuale sono in ultima analisi delle sovrastrutture di abitudini che mirano alla
realizzazione
dell’adattamento della persona, ovvero alla soddisfazione dei propri bisogni. Come contrapposizione a tale corrente
behavioristica Sigmund Freud fondò la psicoanalisi. Freud imparò il metodo catartico, cioé la liberazione da traumi
mediante
ipnosi. Imparò anche la suggestione post-ipnotica, fenomeno che dimostra l’esistenza di un collegamento inconscio tra
stimoli passati e comportamento presente. Nel 1895 Freud pubblica gli “Studi sull’isterismo”, dove appaiono I concetti
di
conflitto, censura e repressione. Gli impulsi, spesso di carattere sessuale, sono repressi dalla censura, fenomeno
d’origine
sociale-morale, ma continuand ad esistere creano un conflito. Freud abbandonò il metodo psicoterapeutico dell’ipnosi
per un
metodo di “associazioni forzate”, un interrogatorio che costringe il paziente a rievocare I traumi. Poi passa al metodo di
associazioni libere, che lascia il paziente libero di esprimersi liberamente. Nel periodo successivo Freud studiò anche I
soggetti “normaili” sottolineando l’importanza dei conflitti interni all’individuo che portano a compromessi fra le
diverse
istanze psichiche (impulsi e difese). In questo modo Freud propone una interpretazione unitaria dell’esperienza umana,
ristabilisce un’unità fra ragione e follia, le quali sono diverse per quantità non per qualità. In quest’ottica Freud assegna
agli
istinti, più che agli stimoli esterni, una posizione di rilievo nell’evoluzione del sistema nervoso. La psicoanalisi si
distanzia
quindi dal comportamentismo, dando alla vita interiore una rilevanza preporanderante per spiegare I comportamenti
incomprensibili (atti mancati, lapsus, sintomi nevrotici). In questa prospettiva sia l’individuo che la società sono
indagabili a
due livelli, quello manifesto dei comportamenti e quello segreto dei moti affettivi, dei significati simbolici. Le critiche
alla
dottrina freudiana si mossero attorno all’assolutezza con cui Freud rapporta tutto alle vicissitudini delle pulsioni. Anche
la
visione della società e della cultura quale nata sulla base delle repressioni degli istinti é causa di opposizione.
In breve entrambe le dottrine, se considerate nelle loro accezioni più generali, peccano di un certo riduzionismo.
Negli anni 50 si presenta la scuola cognitivista che rivendica una posizione attiva del soggetto. Per attivo si intende: 1)
l’organismo é costantemente in attività, capace di autostimolazione. 2) l’organismo é guidato da spinte interne, non
esterne. 3)
tali spinte interne sono configurate come un sistema organizzato e gerarchizzato di strutture, meccanismi e processi che
elaborano I dati provenienti dall’esterno (o dall’interno), li traformano, valutano, collegano fino a stabilire soluzioni.
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