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Nato a Portici (NA) il 28 Luglio 1947.
1975 (31.VII):
Laurea in Medicina e Chirurgia presso la II Facoltà di Medicina e
Chirurgia, Università di Napoli.
1978:
Conseguimento diploma di Specializzazione in Tossicologia
Medica presso la II Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università di
Napoli.
1973 (1.XI)-1975 (30.XI):
Allievo interno presso l'Istituto di Farmacologia della II Facoltà di
Medicina e Chirurgia dell'Università di Napoli.
1975 (1.XII)-1979 (31.X):
Assistente incaricato di Farmacologia presso l'Istituto di
Farmacologia della II Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università
di Napoli.
1979 (1.XI)-1980 (30.VII):
Assistente incaricato di Farmacologia presso l'Istituto di
Farmacologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia della
Università Cattolica in Roma.
1980 (1.VIII):
Assistente ordinario di Farmacologia presso l'Istituto di
Farmacologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia della
Università Cattolica in Roma.
1981:
Partecipazione alla I tornata dei giudizi di idoneità a professore
associato per il raggruppamento disciplinare n. 138 (prima
disciplina: Farmacologia) e risultato idoneo.
1980 (1.VIII) (decorrenza giuridica): Professore associato di Chemioterapia presso la Facoltà
1983 (1.XI) (decorrenza economica) di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica in Roma.
1983 (12.IV - 15.XII):
Soggiorno di studio presso la Katholieke Universiteit di Lovanio
(Belgio) nel "Laboratory of Cell Pharmacology", diretto dal Prof.
Carl Denef, in qualità di vincitore di una Borsa di Studio per il
Belgio del Ministero degli Esteri.
1982 (22.X) - 1986 (30.X):
Attività di consulenza in materia farmacologica in pro del
Policlinico Universitario "A. Gemelli".
1985:
Vincitore del concorso a Cattedre N. 245 (prima disciplina
Biofarmacologia).
1986 (31.X):
Professore straordinario di Farmacologia presso la Facoltà di
Medicina e Chirurgia (Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi
Dentaria) della Università di Sassari.
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1989 (31.X):
Professore Ordinario di Farmacologia presso la Facoltà di
Medicina e Chirurgia della Università di Sassari.
1989 (14.XII)-1991 (31.X):
Presidente del corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria Università di Sassari.
1991 (1.XI.....):
Professore Ordinario di Farmacologia presso la Facoltà di
Farmacia della Università "G. D'Annunzio" in Chieti.
1994 (01.XII.....):
Preside della Facoltà di Farmacia della Università “G. D’Annunzio”
in Chieti.
2003 (X)-2009 (31.XII)
Presidente del Comitato di Etica dell’Università “G. D’Annunzio” di
Chieti e Pescara.
2003 (
Membro del Comitato Scientifico della Fondazione “G.
D’Annunzio” di Chieti.
Società Scientifiche:
1976....:
Socio della Società Italiana di Farmacologia (è stato revisore dei
conti della medesima Società).
1980....:
Socio della Società Italiana di Tossicologia (di cui è stato:
tesoriere
membro del Consiglio Direttivo e
segretario e tesoriere)
1980-86
1989......
1993-1994 (07.VI)
1984....:
Socio della Società Italiana di Neuroscienze.
1985-2002
Socio della Società Europea di Tossicologia.
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Incarichi di insegnamento in:
a) Corsi di Laurea (C.d.L.)
1982-83, 1983-84,
1984-85, 1985-86,
:
Chemioterapia agli studenti del IV anno del C.d.L.
in Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica in
Roma.
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1986-87, 1987-88,:
1988-89, 1989-90,
91.
:
Farmacologia agli studenti del III anno del C.d.L.
in Odontoiatria e Protesi dentaria della Università 1990di Sassari.
1986-87, 1987-88,
1988-89, 1989-90,
1990-91, 1992-93,
1993-94, 1994-95,
1995-96, 1996-97,
1997-98, 1998-99,
1999-00, 2000-01.
:
Chemioterapia agli studenti del IV anno del C.d.L.
in Medicina e Chirurgia dell’ Università Cattolica
in Roma (incarico).
1991-92.
:
Farmacologia agli studenti del II anno (2° semestre) del
C.d.L. in Odontoiatria e Protesi Dentaria dell'Università
Cattolica in Roma (incarico).
1992-93, 1993-94,
1994-95, 1995-96,
1996-97, 1998-99.
:
Farmacologia e farmacognosia I agli studenti del
III anno dei Corsi di Laurea in Farmacia e C.T.F.
dell’Università "G.D'Annunzio" in Chieti.
1993-94, 1994-95,
1995-96, 1996-97,
1998-99.
:
Farmacologia e farmacognosia II agli studenti del
IV anno dei Corsi di Laurea in Farmacia e C.T.F.
dell’Università “G. D’Annunzio” in Chieti.
1999-2000…..
:
Farmacologia e farmacoterapia agli studenti del III
anno del Corso di Laurea in C.T.F. dell’Università degli
Studi “G. D’Annunzio” in Chieti.
1999-200…..
:
Neuropsicofarmacologia agli studenti del III anno dei
Corsi di Laurea in Farmacia e C.T.F. dell’Università degli
Studi “G. D’Annunzio” in Chieti.
b) Scuole di Specializzazione (Sc. Sp.)
1978-79.
:
Teratogenesi da agenti chimici nella Sc. Sp. in
Tossicologia Medica presso la II Facoltà di Medicina e
Chirurgia dell’Università di Napoli.
1980-81, 1981-82,
1982-83, 1983-84,
1984-85, 1985-86,
1986-87, 1987-88.
:
Farmacologia e terapia fisica nella Sc.Sp. in
Oftalmologia presso la Facoltà di Medicina e
Chirurgia della Università Cattolica in Roma.
1982-83, 1983-84,
1986-87, 1987-88
:
Saggi e dosaggi farmacologici nella Sc.Sp. in
Farmacologia presso la Facoltà di Medicina e
Chirurgia della Università Cattolica in Roma.
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1982-83, 1983-84
1984-85, 1985-86,
1986-87, 1987-88,
1988-89.
:
Analisi biologico-tossicologiche nella Sc. Sp. in
Biologia Clinica presso la Facoltà di Medicina e
Chirurgia della Università Cattolica in Roma.
1983-84, 1984-85,
1987-88, 1988-89.
:
Chemioterapia nella Sc. Sp. in Farmacologia
presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia della
Università Cattolica in Roma.
1986-87, 1987-88,
1988-89, 1989-90,
1990-91.
:
Farmacologia nella Scuola di Specializzazione in
Odontostomatologia presso la Facoltà di Medicina
e Chirurgia della Università di Sassari.
1986-87, 1987-88.
:
Farmacologia nella Sc. Sp. in Microbiologia presso la
Facoltà di Medicina e Chirurgia della Università Cattolica
in Roma.
1986-87, 1989-90.
:
Farmacologia in età prenatale, perinatale ed in geriatria
nella Sc. Sp. in Farmacologia presso la Facoltà di
Medicina e Chirurgia della Università Cattolica in Roma.
1986-87, 1989-90.
1990-91.
:
Farmacologia Clinica nella Sc.Sp. in Farmacologia
presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia
della Università Cattolica in Roma.
1988-89, 1989-90
1990-91, 1991-92,
1992-93, 1993-94
:
Farmacologia nella Sc. Sp. in Pediatria presso la
Facoltà di Medicina e Chirurgia della Università
Cattolica in Roma.
1988-89, 1989-90,
1990-91, 1991-92,
1992-93, 1993-94.
:
Meccanismi di azione degi ormoni nella Sc.Sp. in
Endocrinologia e Malattie del ricambio I presso la
Facoltà di Medicina e Chirurgia della Università
Cattolica in Roma.
1989-90, 1990-91
1991-92, 1992-93
1993-94.
:
Meccanismi di azione degi ormoni nella Sc.Sp. in
Endocrinologia e Malattie del ricambio II presso la
Facoltà di Medicina e Chirurgia della Università
Cattolica in Roma.
1992-93, 1993-94.
:
Psicofarmacologia di base nella Sc. Sp. in Psichiatria
presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia della Università
“G. D’Annunzio” in Chieti.
1993-94.
:
Farmacologia nella Sc. Sp. in Urologia presso la Facoltà
di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica in Roma.
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1995-96.....
:
Chemioterapia nella Sc. Sp. in Malattie Infettive presso la
Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università “G.
D’Annunzio” in Chieti.
1980-81, 1981-82,
1982-83, 1983-84,
1984-85, 1985-86.
:
Farmacologia
Generale
presso
la
Scuola
per
Infermieri
Professionali
“Armida
Barelli”
presso il Policlinico “A. Gemelli" della Università
Cattolica in Roma.
1982-83.
:
Farmacologia Clinica - Corso di straordinaria
riqualificazione degli Infermieri Generici presso il
Policlinico "A. Gemelli" della Università Cattolica in
Roma.
c) Scuole o Corsi a Fini Speciali
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Temi di ricerca affrontati
1) Farmaci antiblastici e tropine ipofisarie.
2) Etomidato ed effetti endocrini.
3) Meccanismi di controllo aminergico della secrezione di ACTH e prolattina.
4) Ruolo dell’ossido nitrico nel rilascio di ormoni.
5) Effetti farmacologici di glucocorticoidi naturali e di sintes.
6) Tossicologia da contaminanti ambientali e potenziali mezzi di intervento terapeutico.
7) Tossicità sistemica per assunzione ripetuta di "acqua acida" nel ratto.
8) Ruolo di citochine nel rilascio di ormoni.
9) Peptidi e neuromodulazione dell’appetito.
10) Studi e ricerche su argomenti diversi.
E’ autore di oltre 200 pubblicazioni
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1. FARMACI ANTIBLASTICI e TROPINE IPOFISARIE.
Nei processi di tumorigenesi, alcune tropine ipofisarie possono avere significato ed importanza
diversi; fra di essi sono di particolare rilevanza:
1) la prolattina, per il ruolo esplicato a livello di un organo bersaglio specifico, quale la ghiandola
mammaria, risultando una accentuata liberazione dell'ormone certamente sfavorevole in donne con
carcinoma mammario o comunque a rischio; e 2) l'ACTH a) per la capacità dei surreni, quando
stimolati, di produrre anche precursori di ormoni sessuali, per es. androstenedione, la cui conversione
in estrogeni, a livello di tessuti bersaglio, è indesiderata in donne in post-menopausa con cancro della
mammella in fase avanzata, con recettori degli esatrogeni presenti [per tali donne sono consigliate la
surrenectomia (chirurgica o chimica) o la ipofisectomia che producono la regressione del tumore
principalmente abbassando la produzione di estrogeni]; b) per il significato, quando si realizzi
attivazione corticosurrenalica, di una reazione, evidentemente dannosa, di “allarme” o di stress, con
conseguenti effetti immunosoppressivi che interessano l'intero organismo; una attivazione
corticosurrenalica (duratura) potrebbe, d'altra parte, risultare utile in quelle neoplasie a carico del
tessuto linfoide (leucemie acute dei bambini, alcuni linfomi) in cui i glucocorticoidi sono preziosi agenti
terapeutici.
Le anzidette considerazioni hanno indotto allo studio di eventuali influenze di antiblastici di
provata utilità clinica sulla liberazione delle due tropine ipofisarie avanti ricordate, le strutture
endocrine bersaglio coinvolte, la possibile induzione di tolleranza e, per i farmaci che agiscono a livello
ipofisario, ricercare una possibile relazione fra l'attivazione prodotta e la capacità di attraversare la
barriera emato-encefalica.
In ratti maschi adulti, sono stati studiati gli effetti di farmaci antineoplastici di più spiccato
interesse ed impiego clinico (L-asparaginasi, busulfano, cisplatino, citarabina, dacarbazina, 5fluorouracile, idrossiurea, melfalano, metotrexato, mitomicina C, mitramicina, procarbazina) sull'asse
ipotalamo-ipofisi-surrene (indicatore il corticosterone plasmatico) e sulla liberazione di PRL. I detti
farmaci sono stati somministrati a dosi pro kg corrispondenti (Htd) e 10 volte superiori a quelle
terapeutiche umane (10 Htd).
Idrossiurea, procarbazina, L-asparaginasi e cisplatino, a dosi pro kg 10 volte superiori a quelle
terapeutiche umane (10 Htd), hanno prodotto una attivazione corticosurrenalica, per intensità in ordine
decrescente. Di essi solo l'idrossiurea ha mantenuto questa attività dopo un trattamento prolungato
per 5 giorni consecutivi, sia in ratti normali che in ratti portatori di carcinosarcoma di Walker.
Ove esistente, l'effetto corticostimolante dei farmaci antiblastici presi in considerazione è
legato alla presenza di ACTH ipofisario, in quanto non è stato rilevato in animali ipofisectomizzati, che
naturalmente presentano una normale reattività corticosurrenalica all'ACTH esogeno (ACTH1-24,
cosintropina, 700 mU/kg).
Non è stata trovata una relazione assoluta tra la capacità di indurre attivazione ipofisaria e
quella di attraversare la barriera ematoencefalica, potendo l'attivazione ipofisaria anche essere una
singolare caratteristica di antiblastici - quali L-asparaginasi e cisplatino - che non attraversano la detta
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barriera, che potrebbe essere spiegata sulla base di una reazione allo stress inquadrantesi nella
perturbazione omeostatica sistemica conseguente alla somministrazione del farmaco.
In nessun caso, per i farmaci detti, alle dosi ed ai tempi indicati, si sono avute modificazione
dei tassi di PRL, anche in ratti portatori di carcinosarcoma di Walker in fase avanzata di sviluppo.
L'ablazione chirurgica di ipofisi o surreni, procedura attuata come estremo atto terapeutico in
alcune neoplasie disseminate (ad es. carcinoma mammario), ha indotto a studiare eventuali modifiche
della tossicità di farmaci antiblastici in animali ipofisectomizzati o surrenectomizzati e, quando tale
tossicità è risultata significativamente aumentata - come nel caso di idrossiurea, 5-fluorouracile,
ciclofosfamide, carmustima, busulfano, vindesina -, valutare la capacità antagonistica, nei riguardi di
tale aumento di tossicità, di una terapia ormonale stimolante il corticosurrene nel caso di animali
ipofisectomizzati (ACTH1-24-tetracosactrin, cosintropina), ovvero di sostituzione (corticosterone,
desossicorticosterone) nel caso di animali surrenectomizzati.
L'ablazione chirurgica di ipofisi o surreni non modifica invece la capacità di ratti maschi adulti
di tollerare un trattamento per 5 giorni consecutivi con L-asparaginasi e procarbazina, trovati capaci,
come detto, di determinare attivazione dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene 2 e 4 ore dopo
somministrazione di una dose singola 10 volte superiore a quella terapeutica umana (L-asparaginasi:
5140 U; Procarbazina: 28 mg/kg); in animali surrenectomizzati L-asparaginasi (10 Htd) comporta il
45% di letalità al 6° giorno. Il cisplatino, alla dose di 0,5 mg/kg/die i.v., equivalente a quella
raccomandata giornalmente in protocolli di polichemioterapia umana, è ben tollerato sia in animali
ipofisectomizzati che surrenectomizzati.
La somministrazione di corticosterone, ormone corticosurrenale polivalente peculiare del ratto,
e, ancor più, di corticosterone + desossicorticosterone, in un rapporto vicino a quello con cui i due
ormoni sono secreti dal surrene del ratto (2:1), riesce ad esplicare un cospicuo effetto protettivo della
grave tossicità indotta dalla idrossiurea , effetto che se più evidente in animali surrenectomizzati, è
anche presente negli ipofisectomizzati nei quali la somministrazione di ACTH1-24 riduce notevolmente
od elimina la mortalità da farmaco quando l'ACTH1-24 è stato dato in forma ritardo per via
intramuscolare alla dose di 0,5 mg/kg il primo giorno di trattamento con l'antiblastico, ripetuta dopo 3
giorni, consentendo elevate concentrazioni di corticosterone per l'intero periodo di trattamento con
idrossiurea.
La rilevata capacità dell'antiblastico idrossiurea di stimolare fortemente l'asse ipotalamo-ipofisisurrene, anche dopo 5 giorni di trattamento in ratti intatti, un fenomeno non in rapporto con la tossicità
del farmaco, è stato prospettato come un meccanismo atto a neutralizzare una peculiare tossicità del
farmaco per cui, in assenza di ipofisi o surreni, venendo a mancare il meccanismo detto, aumenta la
tossicità dell'antiblastico, che in effetti è ridotta da una terapia di sostituzione con ormoni
corticosurrenalici specifici o, negli ipofisectomizzati, da una terapia stimolante del surrene con ACTH124 ritardo.
Circa il meccanismo dell'azione stimolante il surrene della idrossiurea, è stato documentato
che la sede dell'azione è centrale, verosimilmente ipotalamica (è stato considerato un possibile effetto
α2-bloccante), in quanto la persistenza dell'effetto corticostimolante in animali privati di midollare
surrenalica rende inconsistente, ai fini della stimolazione ipofisaria a produrre ACTH e quindi
attivazione corticosurrenalica, la pur documentata attivazione di rilevanti quantità di adrenalina dal
surrene indotta dal farmaco.
E' stato altresì valutato se l'incremento di corticosterone indotto dal 5-fluorouracile potesse
essere antagonizzato dalla somministrazione di timidina, essendo l'enzima timidilato-sintetasi il sito
principale della azione citotossica del farmaco. La mancanza di tale antagonismo fa pensare che
l'attivazione ipotalamo-ipofisi-surrene indotta dal 5-fluorouracile è modulata da un meccamismo che
non coinvolge il blocco della sintesi di timidilato.
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Tre nuovi farmaci antiblastici - epirubicina, mitoxantrone, vindesina - a dosi elevate vicine alla
DL50 nel ratto e circa 20 volte superiore pro kg alla dose terapeutica umana, stimolano potentemente il
corticosurrene, nell'ordine vindesina, mitoxantrone, epirubicina. Questo effetto è di origine centrale,
venendo annullato dall'ipofisectomia. Una pur rilevata attivazione medullo-corticosurrenalica sembra
ininfluente sull'attivazione corticosurrenalica rilevata per i farmaci detti.
In particolare tra questi la vindesina (desacetilvinblastina), un derivato semisintetico
dell'alcaloide antiblastico vinblastina, presenta la singolare caratteristica di attivare potentemente ed in
maniera prolungata il rilascio di corticosterone. Questo effetto è stato ascritto ad una attivazione
ipofisaria non di origine periferica, medullo-surrenalica, ma centrale. La vindesina, poi, è stata trovata
presentare una fortissima tossicità in ratti sottoposti ad ablazione di ipofisi e di surreni non solo come
l'idrosiurrea, a dosi capaci di attivare potentemente l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene, ma anche 20 volte
inferiori (e quindi all'incirca corrispondenti a quelle terapetiche umane) e questo effetto è, nei
surrenectomizzati, largamente contrastabile dal corticosterone e, in animali ipofisectomizzati,
dall'ACTH1-24 ad azione prolungata.
Il piccione è stato trovato un modello sperimentale per lo studio di farmaci in grado di inibire il
vomito indotto da antiblastici.
La vindesina, un derivato sintetico degli alcaloidi della vinca, la cui azione antineoplastica si deve alla
interferenza con la polimerizzazione delle molecole di tubulina e quindi al blocco della mitosi, è stata
trovata capace di determinare un'intensa e prolungata attivazione della secrezione di corticosterone
nel ratto, con un'azione diretta specifica sulla secrezione di ACTH ipofisario. Questa attività potrebbe
rivelarsi vantaggiosa nel trattamento delle leucemie, in cui alla vindesina vengono correntemente
associati i glucocorticoidi.
La dacarbazina, un agente alchilante utlizzato nel trattamento del melanoma maligno, del
linfoma di Hodgkin e di alcuni sarcomi, ha determinato aumento della secrezione ipofisaria di ACTH,
un effetto che, come per la vindesina, potrebbe rivelarsi utile nel trattamento delle malattie
linfoproliferative.
Il paclitaxel, principio attivo di un estratto vegetale dal Taxus brevifolia, è un farmaco che
inibisce la depolimerizzazione della tubulina e quindi induce la formazione di aggregati di microtubuli,
con blocco della mitosi; esso si è dimostrato capace di inibire la secrezione ipofisaria di PRL, mentre
la secrezione di ACTH rimane immodificata: nella terapia del carcinoma mammario metastatizzato, in
cui il paclitaxel trova impiego, la ridotta secrezione di PRL potrebbe rivelarsi un ulteriore meccanismo
di inibizione della crescita neoplastica.
L'idrossiurea oltre alla primaria azione antiproliferativa, per inibizione della
ribonucleotidodifosfatoreduttasi, per la quale trova impiego nelle neoplasie linfoproliferative, ha
dimostrato possedere una spiccata attività stimolante la secrezione di corticosterone nel ratto in vivo,
conseguenza di un'aumentata secrezione di CRH ipotalamico. L'idrossiurea verosimilmente agirebbe
aumentando la produzione ipotalamica di ossido nitrico (NO), che, come è noto, ha un ruolo
modulatorio sulla secrezione di CRH ipotalamico
Tra i chemioterapici antraciclinici, utilizzati nella terapia delle sindromi mieloproliferative
nonché di tumori solidi come il carcinoma mammmario, epirubicina e daunorubicina si sono dimostrate
in grado di stimolare, sia in vivo che in vitro, la secrezione di PRL, con un’azione diretta a livello
ipofisario, mentre la doxorubicina è priva di tale effetto. Considerando il possibile ruolo della PRL nella
progressione del carcinoma mammario, tale effetto stimolatorio potrebbe essere considerato un nuovo
aspetto della tossicità da antracicline. Si è inoltre indagata la possibile attività delle antracicline sul
rilascio di dopamina ipotalamica, che può essere considerata il principale inibitore della secrezione di
PRL. Si è osservato che la daunorubicina, ma non l’epirubicina né la doxorubicina, stimola il rilascio di
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dopamina da terminali nervosi (sinaptosomi) perfusi in vitro, con un meccanismo parzialmente calciodipendente.
2. ETOMIDATO ed EFFETTI ENDOCRINI.
L’etomidato, R-(+)etil-1-(1-feniletil)1-H-imidazol carbosilato, un anestetico generale non
barbiturico a breve durata di azione usato per brevi interventi chirurgici e somministrabile per via
venosa, è stato da noi trovato capace di indurre, nel ratto maschio adulto, una forte riduzione del
corticosterone plasmatico in condizioni sia normali che di stimolata reattività (stress chirurgico),
perdurando tale effetto, nella ultima condizione, anche 360 minuti dalla somministrazione di dosi
narcotiche del farmaco detto (5 mg/kg i.v.).
Per l'etomidato capace di inibire l'attivazione corticosurrenalica a) da iniezione endovenosa, b)
da intervento chirurgico (laparatomia), c) chimica (serotonergica), indotta da un precursore della 5-HT,
5-idrossitriptofano, è stato postulato un meccanismo peculiare GABAergico inibente la secrezione di
ACTH ipofisario o di CRH ipotalamico per interferenza sui recettori che normalmente svolgono, a
questo livello, un ruolo di tipo stimolante.
(Il rilascio di corticosterone è sotto un controllo serotonergico ipotalamico: la somministrazione di 5HTP, precursore della 5-HT, induce attivazione corticosurrenale, e la 5-HT causa un rilascio dose
dipendente di CRH nell'ipotalamo di ratto in vitro. Il GABA, neurotrasmettitore a carattere inibitorio,
pure sembra controllare la secrezione di ACTH nel ratto ed inibire la secrezione di CRH a livello
ipotalamico; è dimostrato che recettori GABAergici sono presenti presinapticamente su neuroni
serotonergici e che su di essi esplicano effetti di tipo inibitorio).
E' stato osservato per la prima volta che l'etomidato influenza negativamente anche il rilascio
di prolattina (PRL) nelle situazioni (a-c) avanti ricordate per il corticosterone, risultando essa
notevolmente ridotta nelle stesse condizioni sperimentali sopra menzionate. L'etomidato, inoltre,
somministrato per via intracerebroventricolare, riduce i livelli di PRL in ratti svegli non anestetizzati.
Esso però non modifica l'iperprolattinemia da somministrazione di un antagonista recettoriale
dopaminergico postsinaptico, l'aloperidolo; d'altro canto su sinaptosomi perfusi di aree cerebrali ricche
-6
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di terminali dopaminergici il farmaco (10 M, 10 M) non modifica il rilascio di dopamina.
L'inibizione del rilascio di PRL dunque non con un meccanismo dopaminergico, la azione di
tipo pre- più che post-sinaptica, ci hanno fatto postulare un meccanismo di tipo GABAergico
coinvolgente i neuroni serotonergici, e/o encefalinergici che pure modulano, essendo a loro volta da
essi modulati (sempre presinapticamente), i neuroni serotonergici.
Degli isomeri dell'etomidato, la forma d ed il racemo, dl, sono capaci di indurre diminuzione del
corticosterone e PRL plasmatica, tale attività venendo a mancare con la forma 1, la potenza del d
isomero essendo sovrapponibile al racemo dl.
Una ulteriore prova a favore di un intervento GABAergico coinvolgente i neuroni serotonergici
ed encefalinergici sia sul rilascio di PRL che di corticosterone e documentante allo stesso tempo un
diffuso effetto facilitante su tale neurotrasmettitore inibitorio da parte dell'etomidato, è stata ottenuta
valutando gli effetti, sulle modifiche endocrine indotte dall'etomidato, di antagonisti GABAergici a vari
livelli (bicucullina, picrotossina, RO-15-1788).
3. MECCANISMI di CONTROLLO AMINERGICO della SECREZIONE di ACTH e PROLATTINA
Conoscenze acquisite che fattori diversi dalla dopamina possano interferire con la liberazione
di prolattina (PRL) e che l'ACTH (CRH) è sotto controllo di un sistema norepinefrinergico, hanno
indotto ad effettuare indagini su meccanismi nerotrasmettitoriali e recettori coinvolti nel controllo della
secrezione di PRL e ACTH.
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Indagini effettuate in vitro hanno fatto rilevare che un agonista serotonergico prevalentemente
recettoriale, la mCCP, non è in grado di modificare la liberazione di dopamina sia spontanea che
evocata per depolarizzazione mediante KCL da parte di sinaptosomi di aree cerebrali isolati e perfusi.
Un antagonista oppioide puro, il naloxone, ha attenuato, in vivo, in misura rimarchevole e
significativa, l'incremento della secrezione di prolattina provocato da un aumentata attivazione
presinaptica delle vie serotonergiche cerebrali mediante la somministrazione del precursore L-5idrossitriptofano da solo o con l'aggiunta dell'inibitore della ricaptazione di 5-HT fluoxetina, ovvero del
rilasciante della medesima 5-HT, D-fenfluramina, mentre non ha modificato la iperprolattinemia indotta
dagli agonisti serotonergici recettoriali mCPP o il più puro MK212. Tale reperto pertanto sembra
documentare che da parte di oppioidi endogeni, tramite recettori specifici su assoni serotonergici
ipotalamici, possa verificarsi una modulazione della secrezione di prolattina, quest'ultima
eventualmente legata a liberazione di un prolactin releasing factor , modulabile da antagonisti oppioidi
specifici.
Il controllo ad opera degli oppioidi sembra riguardare le sole vie serotonergiche interessate alla
liberazione di prolattina e non quelle implicate nel rilascio di CRF-ACTH, dal momento che l'aumento
della secrezione di corticosterone provocato da L-5-idrossitriptofano non è stato modificato dal
naloxone.
A sostegno di tale possibile “interplay” tra neuroni 5-HTergici ed encefalinergici controllante il
solo rilascio di PRL c'è la osservazione che la somministrazione intracerebroventricolare di un inibitore
delle peptidasi capace di scindere le encefaline cerebrali, la bacitracina, è in grado di accentuare gli
effetti incrementanti il rilascio di prolattina indotto da L-5-idrossitriptofano, in tal modo fornendo un
ulteriore conferma all'ipotesi di un ruolo facilitatore degli oppioidi sui meccanismi presinaptici
serotonergici che portano a liberazione di prolattina; e mancando, anche in tale situazione
sperimentale, un ulteriore aumento della liberazione di corticosterone, verrebbe ad essere comprovata
una indipendenza della via stimolatoria serotonergica nei riguardi della liberazione di prolattina rispetto
a quella anche serotonergica controllante la liberazione di CRH-ACTH e quindi di corticosterone.
Per somministrazione unica, l'agonista serotonergico recettoriale mCPP è capace di
determinare, in vivo, intensa attivazione corticosurrenale. Tale azione di stimolo del surrene viene a
ridursi notevolmente dopo pretrattamento per 14 giorni consecutivi con l’ agonista serotonergico
quipazina, pur essendo la mCPP somministrata a distanza di 5 giorni dall'avvenuto trattamento. Tale
risultato farebbe dunque pensare ad una "subsensitività" dei recettori serotonergici controllanti la
secrezione di corticosterone dopo trattamento ripetuto con farmaci capaci di stimolare la 5-HT
cerebrale.
Sono state effettuate indagini volte ad accertare il ruolo di recettori istaminergici nel controllo
della secrezione di CRH-ACTH e prolattina. Due antagonisti a livello di recettori H2, cimetidina e
ranitidina, per dosi molarmente corrispondenti (1.19 mM/kg) riducono la secrezione di corticosterone
plasmatico che consegue al nuoto in acqua ghiacciata. Questo effetto sembra dunque una
caratteristica comune di farmaci che interferiscono in senso antagonistico a livello dei recettori e non
peculiare della cimetidina.
Cimetidina e ranitidina, date per vie intracerebroventricolare, riducono i livelli plasmatici di
corticosterone a riposo, effetto antagonizzabile dagli agonisti per i recettori H2 4-metilistamina,
dimaprit e impromidina che di per sè, dati da soli, incrementano i tassi plasmatici di corticosterone.
Dal momento che differenti circuiti (e possibilmente recettori) serotonergici sono in grado di
modulare il rilascio di prolattina e di corticotrophin-releasing-hormone (CRH) e quindi
adrenocorticotrofina (ACTH) e di corticosterone, sono stati studiati gli effetti esplicati, sul rilascio di
CRH-ACTH e di prolattina, da antagonisti 5-HT1 (metiotepina) e 5-HT2 (pizotifene, pizotilina)nei
riguardi di agonisti 5-HT1A (8-OH DPAT), 5-HT1B (TFMPP), 5-HT1A,1B,1D (5-carbossamidotriptamina) e
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5-HT2 (DOI), e gli effetti di antagonisti 5-HT3 (BRL 43694, ICS 205-930, MDL 72222) sull'incremento
dei tassi ematici di corticosterone e di prolattina indotti dai rilascianti serotonergici L-5-idrossitriptofano
e D-fenfluramina.
I risultati ottenuti fanno ritenere che il rilascio di corticosterone e PRL sia modulato da recettori
5-HT1A e 5-HT2 rispettivamente; nessun effetto antagonistico sull'aumento delle concentrazioni
ematiche di prolattina e di corticosterone indotto dagli agonisti serotonergici diretti e indiretti
sperimentati hanno mostrato gli antagonisti 5-HT3 considerati, ad eccezione del BRL 43694 che molto
verosimilmente presenta effetti che si estendono anche ai subtipi recettoriali 5-HT1A e 5-HT2 (che sono
responsabili della modulazione del rilascio di prolattina).
Evidenze di un possibile "interplay" tra sistema dopaminergico e serotonergico controllante il
rilascio di prolattina derivano dall'osservazione che la iperprolattinemia indotta in vivo da un agonista
selettivo D1, SKF 38393, viene bloccata completamente dalla metergolina, potente antagonista
serotonergico con debole attività antidopaminergica, quando somministrata 90 min avanti la
somministrazione di SKF.
SCH 23390 è stato caratterizzato come antagonista selettivo ai recettori D1. Al fine di meglio
comprendere l'effetto iperprolattinemizzante che il farmaco induce in vivo è stato studiato il rilascio di
PRL indotto dal farmaco su frammenti di ipofisi isolati e perfusi, documentando che, molto
verosimilmente, la selettività ai recettori D1 è dose correlata, dal momento che in vitro elevate dosi di
SCH neutralizzano quasi completamente l'effetto ipoprolattinemizzante indotto dalla dopamina.
L'idazossano, un potente e selettivo α2 antagonista, che interagisce selettivamente con
neuroni noradrenergici centrali, abbassa i livelli di PRL in condizioni basali ed inibisce
l’iperprolattinemia in ratti allattati; non presenta attività dopaminomimetica (non modificano il rilascio di
PRL da ipofisi isolate e perfuse), neutralizza la iperprolattinemia indotta da 5-idrossitroptofano,
fenfluramina, fluoxetina (rilascianti presinaptici della 5-HT), ma non da MK 212 e DOI (agonisti
serotonergici diretti, postsinaptici); non modifica il rilascio di [3H]-5HT, da sinaptosomi ipotalamici
isolati.
Per spiegare l'effetto ipoprolattinemizzante dell'idazossano è stato postulato un possibile
"interplay" tra neuroni 5-HTergici e noradrenergici, controllante il rilascio di PRL: l'idazossano appare
essere un antagonista selettivo ai recettori α2 presinaptici che comporta una forte liberazione di NA.
Tale aumento può negativamente modulare il rilascio di 5-HT da sinapsi serotonergiche in tal modo
inibendo la iperprolattinemia indotta dal rilascio di serotonina che riveste un ruolo preminente, quale
neurotrasmettitore controllante la PRL, durante la lattazione.
Sono state studiate le interferenze di derivati difenilalchilaminici sulle eventuali modifiche di
PRL e corticosterone, ormoni controllati anche dal sistema oppioide, prendendo anche in
considerazione la lefetamina, composto sintetico con marcata azione analgesica centrale
strutturalmente correlato al metadone.
La lefetamina si difersifica per quanto riguarda alcuni effetti neuroendocrini, probabilmente per
un diversificato coinvolgimento di recettori oppioidi.
4. RUOLO dell’OSSIDO NITRICO nel RILASCIO di ORMONI.
Il monossido di azoto (od ossido nitrico, NO) è un gas altamente reattivo, generato dalla Larginina ad opera della NO-sintetasi. In origine identificato come il fattore di rilascio generato dagli
endoteli (EDRF), con attività sulla muscolatura liscia vasale, è stato successivamente implicato nella
citotossicità dei monociti-macrofagi, nella neurotrasmissione sia centrale (ad esempio attivazione dei
recettori per gli amminoacidi eccitatori), sia periferica (innervazione non adrenergica - non colinergica
del tubo digerente) e molto recentemente nel rilascio di ormoni; la altissima lipofilia e la brevissima
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emivita (pochi secondi, in vivo) rendono NO una ideale molecola neurotrasmettitoriale. Vi sarebbero
due differenti NO-sintetasi: una costitutiva, calcio dipendente, tipica delle cellule endoteliali, neuronali
e gliali; un’altra inducibile, non calcio dipendente, caratteristica dei monociti-macrofagi attivati con
citochine o lipopolisaccaride batterico, ma anche presente nelle cellule endoteliali, muscolari lisce, del
mesangio, epatiche, microgliali e retiniche. Data l’estrema labilità della molecola, gli studi
farmacologici sul ruolo dell’NO vengono condotti prevalentemente mediante composti che ne
impediscono la sintesi [analoghi della L-arginina, come L-NG-nitro arginina (L-NOArg) o L-nitro-monometil-arginina (L-NMMA)], ne bloccano l’azione legandosi ad esso (emoglobina e composti con il
gruppo prostetico dell’eme) o che essi stessi generano NO (L-arginina, nitroprussiato, molsidomina).
Circa un possibile ruolo di NO nel rilascio di ormoni, è stata identificata attività NO-sintetasi in
ipotalamo, ipofisi e surrene e vi sono evidenze per un’inibizione del rilascio di insulina, ormone della
crescita (GH), ossitocina e testosterone e una stimolazione del rilascio di vasopressina,
adrenocorticotropina (ACTH) e ormone rilasciante l’adrenocorticotropina (CRH). NO si propone come
un possibile mediatore dell’azione centrale delle citochine circolanti, essendo in grado, a differenza di
queste ultime, di attraversare la barriera ematoencefalica.
Il ruolo di NO sembrerebbe particolarmente rilevante nell’azione neuroendocrina delle
citochine, mediando la stimolazione del rilascio ipotalamico di CRH indotto da interleuchina-1β (IL-1β,
del rilascio ipofisario di ACTH (con un possibile coinvolgimento delle prostaglandine) e prolattina
(PRL) indotto da IL-1β.
5. EFFETTI FARMACOLOGICI di GLUCOCORTICOIDI NATURALI e di SINTESI.
Sono state effettuate ricerche su esteri del betametasone allo scopo di accertare la loro attività
glucocorticoide per somministrazione sistemica ed indagare come sostituenti sulla molecola, pur non
modificando la lipofilia, potessero far variare in intensità e durata l'attività detta rispetto allo steroide
alcool corrispondente.
Rispetto al betametasone alcool hanno dimostrato attività e durata di azione corrispondente o
superiore gli esteri 21-acetato e 17-benzoato; 17, 21-dipropionato e 17-valerianato (valerato) hanno
esplicato nell'ordine minore efficacia e durata di azione meno prolungata. Il betametasone 21-fosfato,
idrosolubile, ha azioni glucocorticoidi specifiche intense e fugaci.
Nessuno degli esteri detti del betametasone è apparso in grado di modificare la risposta
anafilattica della cavia sensibilizzata con ovoalbumina.
Dato che esteri del betametasone (17-valerato) e del beclomatasone (17, 21-dipropionato)
erogati per via topica aerosolica esplicano un'azione favorevole nelle sindromi asmatiche, è stata
indagata la loro attività glucocorticoide intrinseca per via sistemica, documentandola scarsissima, in
relazione o ad una velocità di metabolismo superante quella di assorbimento o a scarsa affinità di
legame con recettori specifici. Il fenomeno riveste anche importanza pratica, condizionando anche la
modestia degli effetti sistemici degli esteri steroidi anzidetti utilizzati per uso topico, a livello delle vie
respiratorie od anche della cute.
Il betametasone 17, 21-dipropionato, ad effetti sistemici complessivamente come si è detto
inferiori per intensità e durata al betametasone alcool, possiede un intensa attività antiinfiammatoria
topica, associata a scarsi effetti sistemici.
E' stata altresì studiata l'attività glucocorticoide sistemica in maniera comparativa dopo
somministrazione, per via intramuscolare, del betametasone e del baclometasone (differenti per la
presenza di un atomo rispettivamente di F o di Cl in posizione 9), ambedue sottoforma di esteri 17,
21-propionici.
Il beclometasone dipropionato dimostra una spiccata attività per applicazione locale,
verosimilmente per l'elevata liposolubilità che consente il rapido accesso intracellulare della molecola
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integra, esterificata in 17, 21 con l'acido propionico ai siti di applicazione, mentre, nel caso della
somministrazione sistemica, la rapida eliminazione della frazione propionica priva lo steroide di
esplicare gli specifici effetti su altri importanti organi bersaglio, lontano dal punto di applicazione,
avendo il beclometasone una minore affinità del betametasone per i recettori steroidei specifici.
Essendo stata documentata una attività terapeutica rilevante dell'idrocortisone emisuccinato
nelle crisi bronco-ostruttive funzionalmente reversibili e studiate le emoconcentrazioni alle quali
l'effetto si verificherebbe, sono state condotte indagini di tipo dose-effetto ed intensità-durata con
l'idrocortisone emisuccinato dato endovena o intramuscolo nei riguardi della sindrome anafilattica da
ovoalbumina nella cavia sensibilizzata di cui il broncospasmo è componente essenziale, seguendo in
contemporanea le emoconcentrazioni di idrocortisone raggiunte. Dosi di 100 mg/kg endovena di
idrocortisone esplicano il maggiore effetto protettivo sul broncospasmo e sull'intero complesso della
sindrome anafilattica con un massimo di intensità 1-30 min dopo la somministrazione. Non è stato
possibile cogliere alcun rapporto fra entità delle emoconcentrazioni di idrocortisone raggiunte ed
effetto protettore. Ad es., concentrazioni ematiche uguali o più elevate si hanno 30 min dopo
l'iniezione endovenosa (che dà protezione parziale) e quella intramuscolare (che non dà protezione).
Sull'argomento sono state condotte anche indagini sull'uomo: è stata ricercata in pazienti
affetti da broncospasmo reversibile una eventuale correlazione tra emoconcentrazioni di idrocortisone,
successive alla somministrazione endovenosa di dosi diverse (4-8-16 mg/kg di tale steroide come
emisuccinato) e modifiche di indici funzionali respiratori nell'arco di tempo di 3 ore. Con 16 mg/kg si è
ottenuta modica broncodilatazione, inferiore a quella raggiunta con beta-stimolazione e la azione si è
in genere manifestata tardivamente (quasi mai prima della 2a ora). Le emoconcentrazioni (mx a 15
min e per la dose di 16 mg/kg) hanno presentato un comportamento inverso rispetto alla comparsa
dell'effetto broncolitico, né è stata rilevata una concentrazione critica ai fini della comparsa della
attività.
L'idrocortisone emisuccinato modifica, nel ratto anestetizzato, la reattività cardiovascolare a
varie anime biogene in funzione delle dosi impiegate.
6. TOSSICOLOGIA da CONTAMINANTI AMBIENTALI e POTENZIALI MEZZI di INTERVENTO
TERAPEUTICO.
La Silibina, un poliidrossifenilcromanone del complesso silimarina del Sylibum marianum ed un
suo dimero, la disibilina, sono state sperimentate in diverse intossicazioni da micotossine (falloidina ed
α-amanitina) o da agenti epatolesivi (praseodimio nitrato, D-galattosamina, α-naftilisotiocianato e
tetracloruro di carbonio) seguendo gli aspetti della sindrome enzimo-plasmatica (SDH, GPT, GOT,
fosfatasi alcalina ecc.), la bilirubinemia, la proteinemia totale, la glicemia e la mortalità. I due prodotti
presi in esame mostrano spiccata azione protettiva nei confronti delle intossicazioni da micotossine,
se somministrati preventivamente; si dimostrano invece inefficaci come curativi nelle intossicazioni
dette o , comunque, in quelle da agenti epato-lesivi.
La somministrazione prolungata (3 mesi) a polli, con la dieta, di Cd cloruro nella percentuale di
1-10-50 ppm (comportanti un assorbimento del metallo superiore pro kg a quello che può verificarsi
nell'uomo conseguentemente all'inquinamento ambientale) è seguita da una rilevante incorporazione
di Cd specie a livello epatorenale per entità in netta relazione con la dose, piuttosto che con la durata
dell'esposizione, ad eccezione della dose più elevata. La netta incorporazione di Cd a livello
epatorenale fa contrasto con la normalità dei reperti ematochimici relativi a funzioni degli anzidetti
parenchimi, documentando, nel modello sperimentale adottato, una rilevante resistenza degli stessi a
concentrazioni abbastanza elevate del metallo.
L'aggiunta, alla dieta, di bifenili policlorati , quale l'Apirolio 1431 C, a concentrazioni comprese
tra 2,5-25-65 ppb, considerate "senza effetto" per l'uomo, non comporta modificazioni della funzione
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corticosurrenalica né delle costanti ematochimiche correlate alle funzioni epatorenali, ma riduzione di
peso dell'encefalo, associato ad alterazioni istologiche di tipo degenerativo, nonché disarchitettura e
degenerazione dello strato sertoliano e della serie spermatogonica a livello testicolare.
Gli aspetti tossicologici di difenilpolibromati e policlorati sono stati presi in esame in una
rassegna di sintesi.
7. TOSSICITA' SISTEMICA per ASSUNZIONE RIPETUTA di "ACQUA ACIDA" nel RATTO.
La somministrazione, per via orale per 30 giorni consecutivi a ratti di ambo i sessi in
accrescimento, di "acqua acida" a pH 2,73 e 5,2 non comporta nessuna modifica dell'accrescimento
nè dei reperti ematologici ed ematochimici e neppure di quelli urinari (dati biochimici e sedimento), se
si fa eccezione, relativamente a questi ultimi, per un aumento del volume delle urine e riduzione del
loro peso specifico; gli stessi animali presentano una riduzione dell' 8% della quantità di acqua bevuta.
Corticosterone, prolattina e catecolamine plasmatiche ed ipotalamiche non sono apparse gran che
modificate.
Ratte gravide riceventi dal 6° al 15° giorno di gestazione per via orale "acqua acida" a pH 2,73
non presentano anomalie nel decorso della gravidanza, sviluppo embriofetale, numero di feti e
presenza in questi di deviazioni strutturali di ogni tipo degne di nota.
8. RUOLO delle CITOCHINE nel RILASCIO di ORMONI
E’ stato indagato il ruolo neuroendocrino di alcune citochine, in particolare interleuchine (IL),
molecole inizialmente identificate come modulatori delle cellule immunitarie, che successivamente si
sono dimostrate anche in grado di controllare le secrezioni endocrine. In particolare, sono stati
indagati i possibili mediatori delle azioni neuroendocrine di IL. In un sistema di incubazioni in vitro di
espianti di ipotalamo di ratto, si è osservato che IL-1β e IL-6 sono in grado di stimolare selettivamente
la produzione di prostaglandina (PG)E2 mentre rimangono immodificate PGF2α, trombossano (TX)B2
(metabolita stabile del TXA2) e 6keto-PGF1α (metabolita stabile della prostaciclina PGI2). Si è quindi
dimostrato che la stimolazione del rilascio di PGE2 indotta da (IL)-1β viene bloccata da un peptide
derivato dalla lipocortina 5, che mima così l’azione antinfiammatoria del desametasone. In relazione
ad un possibile ruolo delle citochine nelle alterazioni neuroendocrine legate all’invecchiamento, si è
osservato che in ratti anziani il rilascio di corticotropin releasing hormone (CRH) ipotalamico risulta
essere diminuito.
Si è quindi approfondito lo studio sul possibile ruolo del monossido di azoto (ossido nitrico,
NO) come mediatore delle azioni neuroendocrine di IL. NO è un radicale libero altamente reattivo, che
si presenta allo stato gassoso. In origine identificato come il fattore di rilascio derivato dagli endoteli
(EDRF), con attività rilasciante la muscolatura liscia vasale, è stato successivamente implicato nella
citotossicità dei monociti-macrofagi, nella neurotrasmisione sia centrale (ad es. attivazione dei
recettori per gli aminoacidi eccitatori), sia periferica (innervazione non adrenergica - non colinergica
del tubo digerente) e, più recentemente, nei processi di secrezione ormonale. La elevata lipofilia e la
brevissima emivita (pochi secondi, in vivo), rendono NO un'ideale molecola neurotrasmettitoriale. Nei
sistemi biologici NO viene generalmente prodotto per azione enzimatica da parte di una NO-sintasi,
che agendo sul substrato L-arginina, genera quantità equimolari di NO e L-citrullina. Vi sarebbero
almeno due differenti tipi di NO-sintasi: un tipo costitutivo, calcio dipendente, presente nelle cellule
endoteliali, neuronali e gliali; un tipo inducibile, non calcio-dipendente, caratteristico dei monocitimacrofagi attivati con citochine o lipopolisaccaride batterico, ma anche presente nelle cellule
endoteliali, muscolari lisce, del mesangio epatiche, microgliali e retiniche. Data l'estrema labilità della
molecola, la produzione di NO nei sistemi biologici viene spesso valutata con metodiche indirette,
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come la sintesi di nitriti e nitrati (prodotti di ossidazione di NO) o la produzione di citrullina (generata in
quantità equimolare con NO, ma chimicamente stabile); gli studi farmacologici sul ruolo di NO nei
processi biologici possono avvalersi di composti che ne inibiscono la sintesi, come analoghi della LG
arginina [L-N - nitro-arginina (L-NOArg), L-nitro-monometil-arginina (L-NMMA)], ne bloccano l'azione
legandosi ad esso (emoglobina e composti con il gruppo prostetico dell'eme) o che generano di per sè
NO (L- arginina, nitroprussiato, molsidomina).
Sono stati effettuati studi in vitro su colture primarie di cellule adenoipofisarie o ipotalamiche,
ottenute, rispettivamente, da ratti adulti o neonati, valutando il rilascio di ormone adrenocorticotropo
(ACTH) e prolattina (PRL) e la secrezione ipotalamica di CRH nel mezzo di coltura con metodo
radioimmunologico (RIA).
L-NOArg, inibitore competitivo della NO-sintasi, è in grado di inibire il rilascio ipofisario basale
di ACTH, ma non modifica il rilascio ipotalamico basale di CRH; IL-1-β, in concentrazioni analoghe a
-12
-10
quelle presenti in circolo in corso di infiammazione (10 M - 10 M), è in grado di stimolare, in
maniera dose dipendente, le secrezioni di CRH ipotalamico e ACTH ipofisario e tali azioni sono
bloccate da L-NOArg. Questi dati portano a concludere che NO esercita una modulazione positiva
sulla secrezione ipofisaria di ACTH sia in condizioni basali che dopo stimolo con IL-1-β, mentre sulla
secrezione ipotalamica di CRH la modulazione positiva si ha solo nei riguardi della secrezione
stimolata da IL-1-β.
Per studiare ulteriormente la produzione ipotalamica di NO, si è valutata la produzione di Lcitrullina con metodo cromatografico (HPLC): IL-1-β è in grado di stimolare, parallelamente alla
secrezione di CRH, la produzione ipotalamica di L-citrullina e quindi di NO; inoltre L-NOArg blocca tali
stimolazioni. Questi dati confermano che l'azione stimolatoria di IL-1-β sulla secrezione ipotalamica di
CRH è modulata da un aumento della produzione di NO. Ciò può avere dei risvolti molto importanti
nell'ambito della risposta omeostatica ai processi infiammatori: NO prodotto a livello ipotalamico per
effetto di IL-1 presente in circolo, per la caratteristica lipofilia, potrebbe diffondere verso aree di più
difficile accesso per molecole più grosse come IL-1, e quindi fungere da mediatore per attivare la
secrezione ipotalamica di CRH, che rappresenta il primo livello di attivazione dell'asse ipotalamoipofisi-surrene, un sistema ormonale che riveste un ruolo chiave nella risposta omeostatica allo stress,
in particolare nella flogosi.
Per quanto riguarda un possibile ruolo di NO nella secrezione ipofisaria di PRL,si è visto che
sia la secrezione basale che quella stimolata da IL-1-β vengono inibite da L-NOArg o emoglobina (che
agisce legando e quindi inattivando NO), mentre sono stimolate da un donatore di NO come la
molsidomina, portando alla conclusione che, anche nel caso della secrezione ipofisaria di PRL, NO
esercita un ruolo modulatorio positivo.
Per le possibili interazioni di NO con il sistema delle prostaglandine, si è studiata la possibile
produzione ipofisaria di PGE2, non essendo stata riscontrata, comunque, alcuna variazione dopo
trattamento con IL-1-β.
E' stato anche studiato il possibile ruolo di NO nelle attività endocrine di un'altra citochina,
l'interleuchina 8 (IL-8). IL-8 si è dimostrata capace di stimolare il rilascio ipofisario di PRL, ma LNOArg non ha modificato in alcun modo tale attività.
Si è altresì studiato il ruolo endocrino del lipopolisaccaride batterico (LPS), che come è noto, è
un attivatore dei monociti-macrofagi e della relativa produzione di NO. LPS non modifica il rilascio
basale di CRH, mentre, per quanto riguarda la secrezione ipofisaria di ACTH, a dosi elevate è in grado
di inibirne sia il rilascio basale che quello stimolato da IL-1-β.
E’ stata studiata la possibile attività endocrina di un farmaco antivirale ad ampio spettro, di recente
introduzione, la neuramide, costituita da una miscela di polipeptidi estratti dallo stomaco di maiale,
ipotizzando che la sua attività antivirale possa coinvolgere la produzione di citochine da parte delle
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cellule del sistema immune. La neuramide è stata in grado di stimolare la produzione di corticosterone
nel ratto in vivo, con un'azione diretta a livello della secrezione adenoipofisaria di ACTH; in particolare
tale effetto sembra sia legato alla frazione con peso molecolare compreso tra 5,000 e 10,000 Da. La
secrezione di PRL non è invece modificata. La stimolazione della produzione di glucocorticoidi
endogeni potrebbe essere implicata negli effetti immunomodulatori della neuramide.
9. PEPTIDI e NEUROMODULAZIONE dell'APPETITO
Ai classici ormoni e neurotrasmettitori implicati nella regolazione dell'appetito e del consumo
energetico, si sono di recente aggiunti nuovi neuropeptidi di derivazione cerebrale ed un ormone, la
leptina, prodotto dalle cellule adipose, che è in grado di superare la barriera ematoencefalica e di
legarsi a recettori specifici nell'ipotalamo. E' stato osservato che topi geneticamente obesi (ob/ob)
sono privi del gene per la leptina e che la somministrazione esogena di leptina è in grado di ripristinare
il normale peso corporeo. Nell'obesità umana invece il ruolo della leptina sembrerebbe essere più
complesso, con eventuali alterazioni nei meccanismi di trasduzione successivi al legame recettoriale.
A livello ipotalamico la leptina regola il peso corporeo agendo sui neurotrasmettitori implicati nel
controllo dell'appetito e del dispendio energetico. Si sono studiati i meccanismi di modulazione
ipotalamica di tali peptidi di recente identificazione, particolarmente in relazione al rilascio di
catecolamine (dopamina, noradrenalina), prostaglandine, NO, di cui è nota l’attività nei meccanismi di
regolazione centrale dell’appetito. E’ stato osservato che in colture primarie di cellule ipotalamiche di
ratto, la leptina stimola il rilascio di CRH, PGE2 e PGF2α, sostanze che hanno attività anoressizzante,
mentre non risulta modificata la produzione di NO, che ha invece azione stimolante l’assunzione di
cibo; ulteriori esperimenti di perfusione in vitro di terminazioni sinaptiche isolate (sinaptosomi)
preparate da ipotalami di ratto hanno suggerito che l’attività anoressizzante centrale della leptina
potrebbe essere mediata da un’inibizione del rilascio di dopamina e noradrenalina.
Sono stati quindi studiati i peptidi orexin-A e orexin-B, che sono codificati da un medesimo
mRNA e che hanno dimostrato una potente attività stimolante l'assunzione di cibo. Entrambi i peptidi
non modificano il rilascio di CRH, ma presentano differenti attività sul rilascio di catecolamine: orexinA inibisce il rilascio di noradrenalina e orexin-B inibisce il rilascio di dopamina.
Si sono studiati, inoltre, gli effetti ipotalamici del peptide cocaine- and amphetamine-regulated
transcript (CART), inizialmente identificato a livello striatale in seguito a trattamento con cocaina ed
amfetamina e che ha successivamente dimostrato possedere attività anoressizzante. Si è osservato
che il frammento CART è in grado di inibire il rilascio di dopamina, senza modificare quello di
noradrenalina.
Nell’ambito di una ricerca multicentrica sul possibile ruolo neuromodulatorio di peptidi acidi di
derivazione cromatinica, sono stati studiati alcuni peptidi sintetici strutturalmente correlati al
frammento C-terminale della subunità maggiore della RNA-polimerasi II degli eucarioti, osservando
un’attività modulatoria sul rilascio di catecolamine ipotalamiche sovrapponibile a quella dimostrata da
peptidi ad attività anoressizzante.
Sono stati inoltre condotti studi sull’ormone rilasciante la tirotropina (TRH), che pure ha
dimostrato attività anoressizzante centrale, e su suoi analoghi sulfonamidici contenenti acido (S)isotiazolidin-1,1-diossi-3-carbossilico, al posto dell’acido piroglutammico o anche leucina al posto della
prolina, con l’intento di ottenere composti più stabili o con una dissociazione degli effetti endocrini
dagli effetti sul sistema nevoso centrale. Tali analoghi del TRH hanno dimostrato di conservare attività
PRL-stimolante, ma di essere privi di effetti sul rilascio di catecolamine ipotalamiche, al contrario del
TRH che è invece in grado di inibire il rilascio di dopamina.
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10. STUDI e RICERCHE su ARGOMENTI DIVERSI.
L’etomidato, per dosi pro kg 17 volte superiore a quelle capaci di indurre anestesia nell'uomo,
non possiede nel ratto effetti sulla trasmissione neuromuscolare, né sensibilizza il miocardo agli effetti
tachiaritmizzanti delle catecolamine. Sempre nel ratto, ha effetti ipotensivi netti per dosi pro kg 5 volte
superiori a quelle capaci di provocare anestesia nell'uomo.
Le "catecolamine" aumentano anche nella bile di ratto dopo somministrazione endovenosa di
labetalolo e tale aumento è fortemente inibito dalla previa somministrazione di un inibitore degli enzimi
microsomiali epatici, lo SKF 525 A. Quest'ultimo fa anche comparire tossicità mortale per dosi di
labetalolo altrimenti ben tollerate nel ratto. E' pertanto da ammettere che uno o più metaboliti del
labetalolo siano responsabili dell'aumento delle "catecolamine" (adrenalina) urinarie dopo
somministrazione del farmaco, per interferenze con il metodo di dosaggio delle catecolamine stesse e
che la trasformazione metabolica del composto ne riduce la tossicità. Proseguendo e approfondendo
tali indagini è stato rilevato come in vivo nel ratto un pretrattamento con SKF 525 A potenzia
nettamente, per un periodo di tempo limitato, l'ipotensione e l'antagonismo nei riguardi delle risposte
pressorie ad agonisti (fenilefrina e soprattuto isoprenalina) del labetalolo, fenomeno che viene riferito,
sulla base delle evidenze ottenute in vitro, ad una maggiore persistenza in circolo del labetalolo
immodificato (e quindi attivo in senso neuroeffettoriale).
Uno studio retrospettivo condotto per valutare gli effetti di una eventuale incidenza di danni
ematologici di un sovradosaggio relativo di cloramfenicolo a popolazioni di regioni italiane
possibilmente esposte, per affezioni giustificanti l'impiego del detto antibiotico, a consumi superiori a
quelli della media nazionale non ha fatto rilevare alcuna connessione fra l'impiego di cloramfenicolo ed
incidenza di anemia aplastica, agranulocitosi, trombocitopenia, sindrome grigia. E' probabilmente
questo il motivo per cui fino ad alcuni anni recenti non sono stati presi, in Italia, rispetto ai paesi
anglosassoni, provvedimenti fortemente restrittivi circa la possibilità di accesso all'antibiotico.
I possibili svantaggi e vantaggi, sia individuali che sociali, da chemioantibiotici sono stati presi
in esame in una rassegna di sintesi.
E’ stata descritta una metodologia che consente l’effettuazione di un dosaggio
radioimmunologico di ACTH, in liquidi di perfusione di ipofisi in vitro.
2+
Si è studiato il ruolo del Ca nel rilascio di ormoni, con un sistema a fluorescenza. L'endotelina, in
cellule tumorali ovariche umane, è in grado di indurre un rapido aumento delle concentrazioni
intracellulari di Ca2+, indipendentemente dall'ingresso di Ca2+ extracellulare. L'ossitocina stimola il
rilascio di ormone luteinizzante in cellule adenoipofisarie, aumentando le concentrazioni di Ca2+
intracellulare, per un aumento dell'ingresso di Ca2+ extracellulare.
Nell'ambito di uno studio multicentrico sulla prevenzione delle aderenze postchirurgiche, si è visto che
l'aspirina a basse dosi (1,7 mg/kg/die) è in grado di ridurre la formazione di aderenze peritoneali dopo
laparatomia, comportando altresì una selettiva riduzione dei livelli di trombossano A2 (TXA2) nel liquido
peritoneale e nessuna variazione delle concentrazioni di prostaglandina I2 (PGI2), a sostegno di una
possibile azione causale del TXA2 sulla formazione di aderenze. Al contrario si è escluso un possibile
ruolo di NO sulla formazione di aderenze, in quanto sia L-NAME, inibitore di NO-sintasi, che Larginina, che aumenta la produzione di NO, non modificano la formazione di aderenze postchirurgiche
nel ratto.
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Ha collaborato alla traduzione di:
B.G. Katzung:
- Basic and clinical pharmacology, Lange Medical Publications Los Altos, California, 1987 (curata dal
Prof. Paolo Preziosi)
F.C. Lu:
- Basic Toxicology, Hemisphere Publishing Corporation, New York, USA, 1985 (curata dal Prof.
Luciano Caprino)
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GIUDIZIO della COMMISSIONE in OCCASIONE della I TORNATA dei GIUDIZI di IDONEITA' per
PROFESSORE ASSOCIATO per il RAGGRUPPAMENTO DISCIPLINARE n.138 (PRIMA
DISCIPLINA FARMACOLOGIA).
Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1975, specializzato in Tossicologia Medica, assistente
ordinario alla Cattedra di Farmacologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica
in Roma dal 1980, assistente incaricato alla Cattedra di Farmacologia della II Facoltà di Medicina e
Chirurgia di Napoli nel periodo 1.XII.75 - 31.X.79, della medesima Facoltà della Università Cattolica in
Roma dall'1.XI.79 al 31.VII.80.
E' stato incaricato di "Teratogenesi da agenti chimici" nella Scuola di Specializzazione in
Tossicologia Medica della II Facoltà di Medicina e Chirurgia della Università di Napoli nell'anno
accademico 1978-79, di "Farmacologia e Terapia Fisica" nella Scuola di Specializzazione in
Oftalmologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia della Università Cattolica in Roma e di
"Farmacologia" per la Scuola per Infermieri Professionali presso il Policlinico annesso, dall'anno
accademico 1979-80 a tutt'oggi.
Presenta un adeguato numero di pubblicazioni di cui diverse sono comparse su riviste
internazionalmente qualificate, anche a solo nome.
L'attività di ricerca è fondamentalmente orientata nel settore degli ormoni corticosurrenalici
glucoattivi e della tossicologia di farmaci e contaminanti ambientali.
La commissione unanime sulla base dei titoli scientifici presentati dal candidato, dell'attività e
delle funzioni da esso complessivamente svolte, ed avendo preso in considerazione il giudizio
espresso dalla Facoltà, giudica il candidato idoneo ad assumere le funzioni di professore associato.
GIUDIZIO della FACOLTA' di MEDICINA e CHIRURGIA "A. GEMELLI" della UNIVERSITA'
CATTOLICA DEL S. CUORE sulla ATTIVITA' DIDATTICA e SCIENTIFICA SVOLTA dal
PROF. MICHELE VACCA (estratto dal verbale della seduta del Consiglio di Facoltà del giorno
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03 ottobre 1984; rilasciato in occasione della partecipazione al Concorso a Cattedre, gruppo n. 245
prima disciplina Biofarmacologia).
Il Prof. Michele Vacca, dopo essere stato assistente incaricato presso la II Facoltà di Medicina
e Chirurgia della Università di Napoli dal 1975 al 1979 e assistente incaricato e poi assistente
ordinario presso questa Università, è stato nominato professore associato per la Chemioterapia per
l'Anno Accademico 1983-84.
Ha svolto inoltre i seguenti corsi di insegnamento presso questa Facoltà:
Farmacologia e Terapia Fisica nella Scuola di Specializzazione in Oftalmologia (1980...);
Farmacologia Generale presso la Scuola per Infermieri Professionali "Armida Barelli" (1980...);
Farmacologia Clinica - Corso di straordinaria riqualificazione degli Infermieri Generici presso il
Policlinico "A. Gemelli" (1981-83);
Chemioterapia agli studenti del IV anno di corso di laurea in Medicina e Chirurgia (1982...);
Saggi e Dosaggi Farmacologici nella Scuola di Specializzazione in Farmacologia (1982...)
Analisi Biologico-tossicologiche nella Scuola di Specializzazione in Biologia Clinica (1982...);
Chemioterapia nella Scuola di Specializzazione in Farmacologia (1983...).
L'attività scientifica realizzata dal Prof. Vacca è stata rivolta soprattutto ad effetti
neuroendocrini di chemioterapici antiblastici ed al controllo monoaminergico della secrezione di
ormoni ipofisari ed è documentata (periodo 8O-84) da 42 pubblicazioni scientifiche la maggior parte
delle quali su riviste internazionalmente qualificate.
Nell'ambito di tale attività il Prof. Vacca, vincitore di una borsa ministeriale, ha frequentato,
presso la Katholieke Universiteit di Lovanio (Belgio), il Laboratory of Cell Pharmacology diretto dal
Prof. C. Denef.
Il Prof. Vacca nell'insegnamento della sua disciplina nell'ambito dell'area didattica
farmacologica, così come negli insegnamenti tenuti nelle Scuole di specializzazione e
perfezionamento, ha svolto un'azione didattica apprezzata ed incisiva.
La Facoltà è lieta di testimoniare il più vivo apprezzamento al Prof. Michele Vacca formulando
a lui l'augurio che possa trovare i riconoscimenti cui aspira.
GIUDIZIO della COMMISSIONE in OCCASIONE del CONCORSO a CATTEDRA per il
RAGGRUPPAMENTO DISCIPLINARE n. 245 (PRIMA DISCIPLINA BIOFARMACOLOGIA)
Il Prof. Michele Vacca, nato nel 1947, si è laureato in Medicina e Chirurgia presso la Università
di Napoli nel 1975. Durante il corso degli studi è stato allievo interno presso l'Istituto di Farmacologia.
Dal 1975 al 1979 è stato Assistente incaricato nell'Istituto di Farmacologia della II Facoltà di Medicina
e Chirurgia della Università di Napoli. Nel 1979 si è trasferito con la stessa qualifica presso l'Istituto di
Farmacologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia della Università Cattolica, a Roma. E' diventato
assistente ordinario nel 1980. Dal 1982-83 è Professore associato di Chemioterapia per la stessa
Facoltà.
E' specialista in Tossicologia dal 1978. Nel 1983 ha frequentato per 8 mesi il laboratorio di
"Cell Pharmacology" presso la Università Cattolica di Lovanio, come vincitore di una borsa di studio
belga. Dal 1982 svolge attività di consulenza in materia farmacologica a favore del Policlinico Gemelli.
Partecipa a progetti finalizzati. E' membro di alcune Società scientifiche.
Per quanto attiene all'attività didattica, il Prof. Vacca, per la sua qualifica di Assistente, ha
partecipato all'insegnamento svolto negli Istituti da lui frequentati con esercitazioni e lezioni. Dal 1978,
prima presso la Università di Napoli e successivamente presso la Università Cattolica di Roma,
insegna discipline farmacologiche in Scuole di Specializzazione. Dal 1980 svolge il corso di
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Farmacologia Generale per Infermieri Professionali. Dall'anno accademico 1982-83 tiene il corso
ufficiale di Chemioterapia della Facoltà di Medicina e Chirurgia della Università Cattolica di Roma,
come Professore Associato. La stessa Facoltà, per la parte di sua competenza, ha espresso parere
favorevole sull'attività didattica del candidato.
Il Prof. Vacca presenta 28 lavori "in extenso" pubblicati in collaborazione su riviste italiane e
straniere e 26 comunicazioni a Congressi.
Tra gli argomenti trattati si ricordano: lo studio degli effetti esercitati da antineoplastici sull'asse
ipotalamo-ipofisi-surrene, prendendo come indicatore dell'attività il corticosterone plasmatico, e sulla
liberazione di prolattina; gli effetti endocrini dell'etomidato; la tossicologia di contaminanti ambientali;
l'analisi dell'attività dei glucocortisonici nelle sindromi asmatiche; i meccanismi di controllo aminergico
della secrezione di ACTH e di prolattina.
La produzione prima esaminata è a livello elevato e meritevole di segnalazione per la
modernità dei temi affrontati e per la validità dei risultati conseguiti.
La Commissione unanimamente constata che dall'analisi dei lavori è chiaramente individuabile
la parte attribuibile al candidato, rivela che il suo intervento si è progressivamente accresciuto, fino a
diventare in molti casi predominante e riconosce che il candidato è uno studioso distinto, dotato di
competenza tecnica, sperimentalmente capace e autonomo nella ricerca. Per queste qualità egli ha
conseguito la piena maturità scientifica.
In rapporto alle valutazioni prima formulate, la Commissione unanimamente giudica che il
candidato è pienamente meritevole di essere tenuto nella massima considerazione ai fini del concorso
in atto.
GIUDIZI dei SINGOLI COMMISSARI in OCCASIONE del SUDDETTO CONCORSO:
Commissario: Prof. Pietro BENIGNO
Il Prof. Michele Vacca, nato nel 1947, si è laureato in Medicina e Chirurgia presso la Università
di Napoli nel 1975. Durante il corso degli studi è stato allievo interno presso l'Istituto di Farmacologia.
Dal 1975 al 1979 è stato Assistente incaricato nell'Istituto di Farmacologia della II Facoltà di Medicina
e Chirurgia della Università di Napoli. Nel 1979 si è trasferito, con la stessa qualifica presso l'Istituto di
Farmacologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia della Università Cattolica, a Roma. E' diventato
Assistente ordinario nel 1980. Dal 1982-83 è Professore Associato di Chemioterapia per la stessa
Facoltà.
E' specialista in Tossicologia dal 1978. Nel 1983 ha frequentato per 8 mesi il laboratorio di
"Cell Pharmacology" presso la Università Cattolica di Lovanio, come vincitore di una borsa di studio
belga. Dal 1982 svolge attività di consulenza in materia farmacologica a favore del Policlinico Gemelli.
Partecipa a progetti finalizzati. E' membro di alcune Società scientifiche.
Per quanto attiene all'attività didattica, il Prof. Vacca, per la sua qualifica di Assistente, ha
partecipato all'insegnamento svolto negli Istituti da lui frequentati con esercitazioni e lezioni. Dal 1978,
prima presso la Università di Napoli e successivamente presso la Università Cattolica di Roma,
insegna discipline farmacologiche in Scuole di Specializzazione. Dal 1980 svolge il corso di
Farmacologia Generale per Infermieri Professionali. Dall'anno accademico 1982-83 tiene il corso
ufficiale di Chemioterapia della Facoltà di Medicina e Chirurgia della Università Cattolica di Roma,
come Professore Associato. La stessa Facoltà, per la parte di sua competenza, ha espresso parere
favorevole sull'attività didattica del candidato.
Il Prof. Vacca presenta 28 lavori "in extenso" pubblicati in collaborazione su riviste italiane e
straniere e 26 comunicazioni a Congressi.
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Tra gli argomenti trattati si ricordano: lo studio degli effetti esercitati da antineoplastici sull'asse
ipotalamo-ipofisi-surrene, prendendo come indicatore dell'attività il corticosterone plasmatico e la
liberazione di prolattina; gli effetti endocrini dell'etomidato; la tossicologia di contaminanti ambientali;
l'analisi dell'attività dei glucocortisonici nelle sindromi asmatiche; i meccanismi di controllo aminergico
della secrezione di ACTH e di prolattina.
I lavori sono condotti con rigore tecnico ed essi apportano contributi significativi agli argomenti
esaminati. Dalla loro analisi è chiaramente enucleabile la parte attribuibile al candidato, si individua
che il suo apporto all'elaborazione dei temi di indagine e all'esame dei risultati si è progressivamente
accentuato e si riconosce che egli ha acquisito capacità sperimentali e autonomia nella ricerca molto
significative e tali da permettere di attribuirgli la piena maturità scientifica.
Il Prof. Vacca si è egualmente dedicato con impegno all'insegnamento e attualmente svolge
efficacemente il corso ufficiale di una discplina farmacologica, attività che permette di riconoscergli
anche la piena maturità didattica. Egli è pertanto da comprendere tra i candidati che devono essere
tenuti nella massima considerazione al momento della valutazione comparativa.
Commissario: Prof. Tito BERTI
Nato nel 1947, laureato in Medicina nel 1975 (28anni); nel 1978 ha conseguito il titolo di
Specialista in Tossicologia Medica. Ha sviluppato inizialmente la sua carriera nell'Istituto di
Farmacologia della II Facoltà Medica della Università di Napoli con la qualifica di Assistente incaricato
dal 1975. Nel 1979 si è trasferito con la stessa qualifica nell'Istituto di Farmacologia dell'Università
Cattolica a Roma, dove nel 1980 ha avuto la qualifica di Assistente ordinario e nel 1981 di Professore
associato. Ha frequentato per circa 8 mesi la Università di Lovanio quale borsista ministeriale.
L'attività didattica ufficiale è documentata dalla nomina a Professore associato di Chemioterapia dal
1.11.1983. Ha inoltre tenuto per incarico numerosi insegnamenti presso Scuole di Specializzazione.
La Facoltà ha espresso un lusinghiero giudizio su queste attività svolte.
L'attività scientifica è documentata da 29 lavori, per la maggior parte pubblicati su riviste di alto
prestigio internazionale, e da 25 riassunti di comunicazioni e congressi. Nelle ricerche il candidato ha
affrontato prevalentemente problemi di endocrino-farmacologia con prevalente orientamento allo
studio degli effetti di farmaci sugli ormoni ipofisari e cortico-surrenali. Di particolare interesse sono le
ricerche sugli effetti del naloxone sulla secrezione di prolattina e di corticosterone farmacologicamente
indotte e quelli più recenti sugli effetti di antineoplastici sull'asse ipotalamo-ipofisi-surrene. Il candidato
ha inoltre svolto interessanti ricerche sulla tossicologia di contaminanti ambientali. Il contributo
personale del candidato è chiaramente identificabile nei lavori svolti in collaborazione.
Il complesso della produzione scientifica attesta che il candidato è studioso molto attivo,
impegnato e documentato che ha ormai dato sufficienti prove di aver raggiunto una piena maturità
scientifica. Anche l'attività didattica è ricca e ben documentata.
Dall'analisi dei dati sopra esposti giudico il candidato meritevole di essere preso in
considerazione ai fini del presente concorso.
Commissario: Prof. Raffaele DI CARLO
Il Prof. Michele Vacca, nato nel 1947, si è laureato nel 1975 in Medicina e Chirurgia presso la
Università di Napoli. Dal 1975 al 1979 è stato Assistente incaricato nell'Istituto di Farmacologia della II
Facoltà di Medicina e Chirurgia della Università di Napoli. Nel 1979 si è trasferito, con la stessa
qualifica, presso l'Istituto di Farmacologia della Facoltà di Medicina della Università Cattolica, a Roma.
E' diventato Assistente ordinario nel 1980. Dal 1982-83 è Professore Associato di Chemioterapia.
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E' specialista in Tossicologia nel 1978. Nel 1983 ha frequentato per 8 mesi il laboratorio di
"Cell Pharmacology" presso la Università Cattolica di Lovanio. Dal 1982 svolge attività di consulenza
in materia farmacologica nell'ambito del Policlinico Gemelli.
Per la sua qualifica di Assistente, ha partecipato, con esercitazioni e lezioni all'insegnamento
svolto negli Istituti da lui fraquentati. Dal 1978, prima presso la Università di Napoli e successivamente
presso la Università Cattolica di Roma, ha insegnato in Scuole di Specializzazione. Dall'anno
accademico 1982-83, come Professore associato, tiene il corso ufficiale di Chemioterapia della
Facoltà di Medicina e Chirurgia della Università Cattolica di Roma. La Facoltà ha espresso parere
favorevole sull'attività didattica del candidato.
Presenta 28 lavori "in extenso" pubblicati in collaborazione su riviste italiane e straniere e 26
riassunti di comunicazoni a Congressi.
Tra i principali temi di ricerca si ricordano: lo studio degli effetti esercitati da antineoplastici sul
cortisone plasmatico e sulla liberazione di prolattina; gli effetti endocrini dell'etomidato; la tossicologia
di contaminanti ambientali ed il controllo della secrezione di ACTH e di prolattina.
La produzione è di buon livello ed i problemi trattati sono affrontati con competenza e
metodologie moderne. Il candidato ha preso parte progressivamente alla programmazione delle
indagini, alla loro elaborazione ed analisi critica. Egli ha pertanto raggiunto la piena maturità
scientifica. Apprezzabile anche l'attività didattica. Si giudica che il Prof. Vacca sia meritevole di esser
preso nella massima considerazione ai fini del presente concorso.
Commissario: Prof. Dario PICCINELLI
Il Prof. Michele Vacca, nato nel 1947, ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia nel 1975
e la specializzazione in Tossicologia Medica presso la Università di Napoli. Attualmente è Professore
associato di Chemioterapia della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica del Sacro
Cuore di Roma.
Allievo interno presso l'Istituto di Farmacologia della II Facoltà di Medicina dell'Università di
Napoli, subito dopo la laurea (nel 1975/1976) ricopre il posto di Assistente incaricato presso lo stesso
Istituto. Successivamente in seguito a trasferimento ricopre il posto di Assistente incaricato (1979/80)
e quello di Assistente di ruolo (dal 1980) sino alla nomina di Prefessore associato, presso la Facoltà di
Medicina e Chirurgia della Università Cattolica di Roma. Vincitore di una borsa di studio del Ministero
degli Esteri trascorre un periodo di studio presso il laboratorio di Farmacologia Cellulare della
Università di Lovanio (Belgio).
Ha partecipato a diversi programmi di ricerca e progetti finalizzati del CNR. Ha svolto altresì
attività di consulenza farmacologica presso il Policlinico Universitario "A. Gemelli". Ha svolto attività
seminariale e intensa attività congressuale anche come membro organizzatore.
L'attività didattica è stata svolta nell'ambito delle funzioni sopraindicate e in numerosissime
Scuole di Specializzazione ed in Scuole per Infermieri. La Facoltà ha espresso giudizio favorevole.
L'attività scientifica è documentata da oltre 54 lavori (in extenso e 27 comunicazioni) pubblicati
in buona parte su qualificate riviste estere. Si è occupato principalmente dei meccanismi di controllo
aminergico della secrezione di ACTH e prolattina, della caratterizzazione farmacologica di ormoni
glicocorticoidi, delle interazioni tra farmaci antiblastici e tropine ipofisarie; ha inoltre studiato le azioni
endocrine e d'altro ordine, dell'etomidato e di altri farmaci. Si tratta di una produzione scientifica di
buon livello, spesso impostata con originalità ed attuata ricorrendo a tecniche moderne e complesse.
Il candidato presenta una buona produzione scientifica, spesso originale sia per l'impostazione
che per la parte metodologica. Interessanti, per la loro originalità, alcuni dei risultati ottenuti specie per
quanto concerne il ricorso ad indici di valutazione funzionale degli effetti farmacologici e tossicologici.
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Nell'insieme è dotato di notevole capacità sperimentali, di programmazione e di giudizio critico
dei risultati, qualità che mettono in luce la sua autonomia nella ricerca e pertanto l'acquisizione di una
piena maturità scientifica.
L'esperienza didattica riguardante corsi ufficiali è recente, tuttavia va tenuta presente l'intensa
attività didattica svolta a livello delle Scuole di Specializzazione e in attività seminariali.
Il candidato merita di essere tenuto nella massima considerazione ai fini del presente
concorso.
Commissario: Prof. Paolo PREZIOSI
Nato nel 1947, laureato in Medicina nel 1975, specializzato in Tossicologia Medica; Assistente
alla Cattedra di Farmacologia della II Facoltà di Medicina e Chirurgia di Napoli nel periodo 1.12.197531.10.79, della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica in Roma dall'1.11.79 al
31.1.80, e quivi assistente ordinario dal 1980. Professore associato di Chemioterapia dal 1983 presso
la stessa. Ha lungamente insegnato ed insegna in Scuole di Specializzazione: nell'anno accademico
1978-79 "Teratogenesi da agenti chimici" (Tossicologia Medica, II Facoltà di Medicina e Chirurgia
della Università di Napoli), dal 1980 "Farmacologia e Terapia fisica" (Oftalmologia), dal 1981/82
"Analisi Biologico-tossicologiche" (Biologia Clinica), "Saggi e dosaggi farmacologici" e "Chemioterapia"
(Farmacologia) della Facoltà di Medicina e Chirurgia della Università Cattolica. Ha tenuto inoltre nel
1980 l'incarico di "Farmacologia generale" presso la Scuola per Infermieri Professionali del Policlinico
universitario "A. Gemelli" e nel triennio 1981-83 l'incarico di "Farmacologia Clinica" per il corso
straordinario di riqualificazione degli infermieri generici presso il medesimo Policlinico.
Vincitore di una borsa di studio del Governo belga per l'anno accademico 1982/83, ha
frequentato per nove mesi nel 1983 il Laboratory of Cell Pharmacology della Katholieke Universiteit di
Lovanio. Di ritorno dal Belgio ha messo a punto un laboratorio per la effettuazione di indagini su ipofisi
funzionanti in vitro.
Partecipa alle attività assistenziali di natura farmacologica relativamente ai pazienti ricoverati
nel Policlinico "A. Gemelli". Ha collaborato alla organizzazione di congressi internazionali e nazionali.
Ha preso e prende parte ad unità operative del CNR (Progetto finalizzato Controllo Crescita
Neoplastica; Medicina preventiva e riabilitativa; Gruppo nazionale di coordinamento "Farmacologia e
Chemioterapia").
Presenta 54 pubblicazioni ammettibili della sua attività scientifica, eccetto una a cointestazione
multipla: 18 pubblicazioni su riviste internazionalmente qualificate anche di alto prestigio, 2 su volumi
o atti di Congresso a diffusione internazionale, 7 su riviste nazionali, 13 comunicazioni a Congressi
internazionali e 12 italiani, tra cui due relazioni a Simposi. L'attività di ricerca verte sostanzialmente su
modulazioni farmacologiche di sistemi endocrini e neuroendocrini e tossicologia sperimentale. Tali
indagini hanno permesso al candidato di ottenere specifici originali importanti contributi di ricerca,
anche con assoluta priorità in letteratura, come la documentazione di un effetto inibente dell'etomidato
sulla funzione corticosurrenalica e la chiara prospettazione dei possibili meccanismi di tale effetto,
dato e priorità riconosciuti e ampiamente citati nei lavori di autori clinici stranieri che, oltre quattro anni
dopo, hanno rilevato come per l'anestetico un'inibizione corticosurrenale con disastrose conseguenze
potesse aversi anche nell'uomo; un'azione riducente del medesimo etomidato sul tasso di prolattina;
un'evidenziazione di meccanismi neurotrasmettitoriali serotonergici distinti per il controllo della
liberazione di CRH-ACTH e di prolattina; la possibilità di un effetto protettivo anche curativo della
silibina e disilibina nei riguardi della tossicità da -amanitina; infine la evidenziazione della singolare
tossicità estrema dell'idrossiurea a differenza di altri antineoplastici in animali ablati di ipofisi o surreni
e la possibile individuazione della scomparsa, in tali condizioni, di un meccanismo di difesa specifico
verso il composto.
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La ricerca scientifica si esprime, nella scelta di argomenti di stretta area farmacotossicologica
e nei brillanti risultati conseguiti, in spirito di autonomia, con autorevolezza e rigore metodologico. La
maturità scientifica del candidato è pertanto piena.
Non ha poi a discutersi la maturità didattica ampliamente documentata da circa 20 anni
complessivi di insegnamento in Scuole di Specializzazione e a fini speciali in discipline di stretta area
farmacologica.
Per la qualificazione e l'alto livello raggiunto dalla specifica ricerca scientifica, per la lunga e
provata esperienza didattica svolta con passione ed abnegazione, e nella considerazione delle altre
funzioni del candidato lodevolmente svolte, delle capacità organizzative e vicarie, la riservatezza e
l'approfondimento che pone in ogni suo impegno universitario, il candidato deve essere tenuto nella
massima considerazione ai fini del presente concorso.
Commissario: Prof. Pier Franco SPANO
Michele Vacca, nato a Portici (NA) il 28.7.47, laureato in Medicina e Chirurgia (Napoli, 1975), è
attualmente in servizio in qualità di Professore Associato in Chemioterapia presso la Facoltà di
Medicina e Chirurgia della Università Cattolica di Roma. E' specialista in Tossicologia Medica (Napoli,
1978).
Assistente incaricato presso l'Istituto di Farmacologia della II Facoltà di Medicina e Chirurgia
della Università di Napoli (1975-79), Assistente Incaricato (1979-80) ed Assistente Ordinario (1980-82)
presso l'Istituto di Farmacologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia della Università Cattolica di
Roma. E' Professore Associato dal 1983.
Ha insegnato discipline di interesse farmacologico presso la Scuola di Specializzazione in
Tossicologia Medica della Università di Napoli (1978-79) e le Scuole di Specializzazione in
Oftalmologia (1980-84), Farmacologia (1982-84) e Biologia Clinica (1982-84) della Università Cattolica
di Roma.
Ha svolto attività di ricerca all'estero presso la Università Cattolica di Lovanio nel 1983 (8
mesi).
Il candidato presenta 26 pubblicazioni in extenso di cui 14 apparse su periodici internazionali,
10 su periodici nazionali, 2 monografie pubblicate su volumi internazionali; inoltre, 27 abstracts di cui
16 relativi a Congressi Internazionali e 11 a Congressi Nazionali.
Ha condotto studi sugli effetti endocrini dell'etomidato e sugli effetti farmacologici di
glucocorticoidi naturali e di sintesi. Si è anche occupato di farmaci antiblastici e tropine ipofisarie e dei
meccanismi di controllo aminergico della secrezione di ACTH e prolattina. Alcuni lavori vertono su
problemi di tossicologia da contaminanti ambientali.
Dall'esame analitico della produzione risulta che il candidato è un ricercatore serio e attento
che nella scelta dei temi affrontati ha portato originali contributi e ha dimostrato rigore tecnico.
Il Prof. Michele Vacca è da considerare come uno studioso qualificato che ha acquisito una
piena indipendenza sperimentale, capacità di guidare la ricerca e ha quindi raggiunto la piena maturità
scientifica. Egli pertanto può essere preso in considerazione ai fini del concorso in atto.
Commissario: Prof. Lucilla ZILLETTI
Il Prof. Michele Vacca, nato nel 1947, si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1975 presso la
Università di Napoli, si è specializzato nel 1978 in Tossicologia Medica nella stessa Università.
Assistente incaricato nel 1975 presso l'Istituto di Farmacologia della II Facoltà di Medicina della
Università di Napoli, si trasferisce nel 1979 nell'Istituto di Farmacologia della Università Cattolica del
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S. Cuore a Roma dove nel 1980 è nominato Assistente ordinario. Nel 1984 diventa Professore
associato di Chemioterapia presso la Facoltà di Medicina dell'U. C. S. Cuore.
L'attività scientifica documentata da 54 contributi a stampa di cui 17 su riviste internazionali, 10
su riviste italiane, 3 su volumi o trattati e 24 riassunti di partecipazione a congressi, è stata svolta in
Italia e per un periodo presso il laboratorio di Farmacologia Cellulare della Università Cattolica di
Lovanio.
La ricerca è incentrata sulla farmacologia della regolazione della secrezione di ormoni ipofisari
e surrenalici da parte di molecole endogene e di farmaci comprendenti anestetici generali e
antiblastici. Altri temi affrontati sono la farmacologia di glicocorticoidi naturali e di sintesi, la tossicità di
contaminanti ambientali ed altri minori.
La ricerca è a un buon livello, condotta sempre con metodologie sperimentali appropriate e col
conseguimento di risultati interessanti specialmente nel campo della regolazione monoaminergica e
aminoacidergica della secrezione di ormoni ipofisari e corticosurrenalici.
Il candidato presenta una buona personalità scientifica è ricercatore vivace ed ha partecipato
con evidente contributo personale ad una ricerca originale.
Valida l'attività didattica.
Si conclude con un giudizio positivo per la piena maturità scientifica e pertanto il candidato
deve essere tenuto nella massima considerazione ai fini del presente concorso.
GIUDIZIO della FACOLTA' di MEDICINA e CHIRURGIA dell'UNIVERSITA' di SASSARI sulla
ATTIVITA' SVOLTA nel TRIENNIO 31.10.1986 - 31.10.1989, in QUALITA' di PROFESSORE
STRAORDINARIO
Il Prof. Michele Vacca, vincitore del Concorso a Cattedra nel gruppo n. 245 (prima disciplina
Biofarmacologia) i cui atti sono stati approvati con D. M. del 22.01.1986 e registrati alla Corte dei Conti
il 03.04.1986, è stato chiamato con voto unanime dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia di Sassari a
coprire, in qualità di Professore straordinario, la Cattedra di Farmacologia del Corso di Laurea in
Odontoiatria e protesi dentaria a decorrere dal 31 Ottobre 1986.
ATTIVITA' DIDATTICA. Durante il decorso triennio, il Prof. Vacca ha svolto intensa attività
didattica, tenendo regolarmente le lezioni del suo Corso ufficiale di Farmacologia per il suddetto Corso
di laurea, ed ha insegnato nella Scuola di Specializzazione in Odontostomatologia, quale incaricato di
Farmacologia, dimostrando eccellenti doti didattiche e riscuotendo sempre il più vivo consenso dei
discenti; ha tenuto inoltre, sentito il parere favorevole di questa Facoltà, l'insegnamento di
Chemioterapia nel Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia della Università Cattolica del Sacro Cuore
in Roma, per gli anni accademici 1986/87, 1987/88, 1988/89.
ATTIVITA' ORGANIZZATIVA. Ha collaborato con il Prof. Anania, Direttore dell'Istituto di
Farmacologia, alla intera ristrutturazione dell'Istituto detto, curando fra l'altro l'attrezzatura ed il
funzionamento di una sezione di neurofarmacologia.
ATTIVITA' SCIENTIFICA. Particolare elogio merita poi l'attività scientifica, documentata da
oltre 30 pubblicazioni, tra cui relazioni e conferenze a Congressi nazionali ed internazionali, trattazioni
di sintesi e lavori in extenso, la più gran parte comparse su riviste internazionalmente qualificate con
comitato di referees.
Fra le ricerche del Prof. Vacca, condotte durante il triennio, meritano di essere menzionate
quelle relative al controllo farmacologico della secrezione corticotropinica e di prolattina, al ruolo
serotonergico sul rilascio di PRL, alla interferenza neuroendocrina di alcuni antiblastici usati in terapia
umana antitumorale.
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Il Prof. Vacca ha sempre partecipato attivamente alla vita accademica della Facoltà, la quale
ne apprezza le pregevoli qualità come studioso e lodevolmente valuta la intensa attività didattica ed
organizzativa.
Per tutti i motivi sovraesposti la Facoltà ritiene che il Prof. Vacca sia pienamente meritevole di
conseguire la nomina a Professore Ordinario di Farmacologia.
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Ha partecipato alle attività inerenti alla ristrutturazione di laboratori dell'Istituto di Farmacologia
della Università Cattolica del Sacro Cuore (Direttore: Prof. Paolo Preziosi) negli anni 1981-83.
Successivamente, nell'anno 1984, ha messo a punto, in tale sede, un laboratorio per la
effettuazione di indagini su ipofisi funzionanti "in vitro" da sole ed in collegamento con l'ipotalamo
isolato, con la collaborazione di ricercatori ed interni iscritti alla Scuola di Specializzazione in
Farmacologia, afferenti all'Istituto.
- Ha partecipato all'organizzazione del 24° Congresso della European Society of Toxicology tenutosi
a Roma dal 27 al 30 marzo 1983.
E’ stato altresì Segretario del Congresso della Società Italiana di Tossicologia (Roma, 30-31 Marzo
1983).
- Negli anni di straordinariato (1986-89) presso la Facoltà Medica di Sassari ha collaborato con il
Prof. Anania (Direttore dell’Istituto di Farmacologia) alla intera ristrutturazione dell’Istituto detto,
curando fra l’altro l’attrezzatura ed il funzionamento di una sezione di Neurofarmacologia.
- Nell’a.a. 1991-92, in qualità di titolare della Cattedra di Farmacologia e Farmacognosia della
Facoltà di Farmacia in Chieti ha provveduto alla formazione ex novo di laboratori presso tale
Cattedra, curando in particolare l’attrezzatura per colture cellulari ed il funzionamento di un sistema
riproducente in vitro l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene.
- Ha organizzato a Chieti, con i proff. Caciagli e Patrono, la Riunione inter-regionale Lazio-AbruzzoToscana-Umbria (12-13 marzo 1992).
- Negli a.a. 2005-2006 e 2006-2007 ha provveduto, con i colleghi della Facoltà, alla sistemazione e
organizzazione dell’intera struttura della nuova Sede inaugurata il 14 settembre 2007.
É stato:
- Presidente della Commissione per la ammissione al Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi
Dentaria per l’a.a. 1991/92 presso l’Università di Sassari;
- Presidente della Commissione per la ammissione al Corso di Laurea in Farmacia per gli
a.a.1992/93 e 1993-94 presso l’Università di Chieti;
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- Presidente della Commissione per l’ammissione al Corso di Laurea in Chimica e Tecnologia
Farmaceutiche per gli a.a. 1992/93 e 1993-94 presso l’Università di Chieti;
- Ha fatto parte, quale commissario, di concorsi per posti di Ricercatore Universitario, di Professore
Associato e di Professore di Prima Fascia.
- Oltre a finanziamenti 60% avuti dall’a.a. 1986/87 a tutt’oggi, è, stato dall’a.a. 1991/92 all’a.a. 199596, responsabile di una unità operativa del progetto nazionale Nuovi approcci valutativi in
tossicologia (40%), CNR 1994/95, 1995/96.
- E’ stato negli a.a. 1994/95, 1995/96, 1996/97, 1997/98, 1998/99 responsabile di contratti C.N.R.
- E’ stato responsabile scientifico di una Unità di Ricerca in ambito di programmi di ricerca
cofinanziati (Cofin 1998, Cofin 2001).
- E’ stato coordinatore scientifico del programma di ricerca “Sintesi e meccanismi di azione di nuovi
farmaci anoressizzanti (Cofin 2003)
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1.
VACCA M., GENTILE A., BASILE V., DE NATALE G., PREZIOSI P.:
Azione della silibina e della disilibina in intossicazioni epatolesive.
18° Cong. Soc. Ital. Farmacol. (Modena, 23-25 Settembre 1976) abst. p. 102.
2.
CAZZOLA M., PISANTI N., VACCA M.:
Effetti bronchiali ed emoconcentrazioni di idrocortisone nell'animale e nell'uomo.
19° Cong. Soc. Ital. Farmacol. (Ancona, 24-27 Settembre 1978) abst. p. 484.
3.
VACCA M., DE NATALE G., DI RENZO G.F., SCHETTINI G., BASILE V., PISANTI N.,
PREZIOSI P.:
Pharmacodynamic differences of some betamethasone esters.
19° Cong. Soc. Ital. Farmacol. (Ancona, 24-27 Settembre 1978 abst. p. 498.
4.
PREZIOSI P., VACCA M., DE NATALE G.:
Attività intrinseca sistemica di glucocorticoidi ad uso topico respiratorio.
Il Farmaco (Ed. Prat.) 34, 325-337, 1979.
5.
DE NATALE G., VACCA M., PISANTI N. :
Inefficacia di esteri del betametasone sulla sindrome anafilattica della cavia.
Rass. Med. Sper. 26, 468-473, 1979.
6.
VACCA M., DE NATALE G., PISANTI N., TUFANO R., CUOCOLO R.:
Effetti sulla trasmissione neuromuscolare e cardiovasali dell'etomidato.
Rass. Med. Sper. 26, 474-483, 1979.
7.
DE NATALE G., VACCA M., PISANTI N., CUOCOLO R., TUFANO R.:
Etomidato e corticosterone plasmatico.
Rass. Med. Sper. 26, 484-489, 1979.
8.
VACCA M.:
Aspetti tossicologici di difenilpolibromati e policlorati.
Riv. Toss. Sper. Clin. 9, 3-14, 1979.
9.
LUCISANO A, DE NATALE G., TRONCONE A., VACCA M.:
Relazioni tra indici funzionali e presenza di cadmio in tessuti parenchimali per assunzione
ripetuta del metallo attraverso la dieta.
Riv. Toss. Sper. Clin. 9, 229-245, 1979.
10.
VACCA M., PISANTI N., DE NATALE G., PREZIOSI P.:
Lack of correlation between the antianaphylactic effect of cortisol and its blood concentration.
Pharmacol. Res. Commun. 11, 739-744, 1979.
11.
VACCA M., DE NATALE G., PREZIOSI P.:
Attività biologiche specifiche del glucocorticoide betametasone 17, 21-dipropionato.
Il Farmaco (Ed. Prat.) 35, 161-188, 1980.
12.
CARMIGNANI M., VACCA M.:
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Risposte cardiovasali ad agonisti α e β dopo somministrazione di labetalolo senza o con
pretrattamento con un inibitore microsomiale epatico.
20° Cong. Soc. Ital. Farmacol. (Verona, 2-3 Luglio 1980).
13.
DE NATALE G., VACCA M., PREZIOSI P.:
Cimetidine and adrenals.
Arzneim.-Forsch. 30, 1635-1636, 1980.
14.
PISANTI N., VACCA M., DE NATALE G., PREZIOSI P.:
Labetalol disposition interferes with fluorimetric dosage of catecholamines: in vitro and in vivo
trials with enzymatic inhibitors.
Pharmacol. Res. Commun., 12, 937-944, 1980.
15.
DE NATALE G., LUCISANO A., VACCA M., DAMIANO S.:
Indici biochimici ed istologici di funzionalità parenchimali per trattamenti ripetuti con bifenili
policlorati.
Riv. Toss. Sper. Clin. 10, 205-219, 1980.
16.
PREZIOSI P., BASILE V., VACCA M., DE NATALE G.:
On the correlation between regional utilization patterns of chloramphenicol and its adverse
reactions, with emphasis on aplastic anemia.
Int. J. Clin. Pharm. Ther. Toxicol. 19, 547-551, 1981.
17.
VACCA M., PREZIOSI P.:
Selected anti-cancer drugs and adrenal function.
8th Int. Cong. Pharmacol. (Tokyo, Giappone, 19-24 July, 1981) abst. p. 416, n. 639.
18.
PREZIOSI P., VACCA M.:
H2 receptors antagonists cimetidine and ranitidine and adrenocortical activation by stress.
8th Int. Cong. Pharmacol. (Tokyo, Giappone, 19-24 July, 1981) abst. p. 858, 0-129.
19.
VACCA M., DE NATALE G., PREZIOSI P.:
A comparison between glucocorticoid systemic activity by betamethasone 17, 21-dipropionate
and beclomethasone 17, 21-dipropionate.
Curr. Ther. Res. 30, 566-577, 1981.
20.
PREZIOSI P., VACCA M., DE NATALE G.:
Silibina e disilibina nelle intossicazioni da falloidina e α-amanitina.
Riv. Toss. Sper. Clin. 11, 41-54, 1981.
21.
PREZIOSI P., DE NATALE G., VACCA M.:
Silibina e disilibina in varie intossicazioni epatolesive.
Riv. Toss. Sper. Clin. 11, 55-73, 1981.
22.
PREZIOSI P., VACCA M.:
Etomidate and corticotrophic axis.
Arch. int. Pharmacodyn. Ther. 256, 308-310, 1982.
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23.
PREZIOSI P., VACCA M.:
Adrenocortical activation by 5-fluorouracil and its possible thymidine reversal.
23rd Cong. Eur. Soc. Toxicol. (Tel Aviv, Israele, March 21-24, 1982) abst. p. 38.
24.
PREZIOSI P., CERRITO F., VACCA M.:
Selected neuromodulation in CRH-ACTH and prolactin release.
21° Cong. Soc. Ital. Farmacol. (Napoli, 2-5 Giugno 1982) abst. p. 23.
25.
VACCA M., CERRITO F., BALZANO S., PREZIOSI P.:
Pituitary-adrenal axis and plasma prolactin following administration of clinically useful anticancer
drugs.
21° Cong. Soc. Ital. Farmacol. (Napoli, 2-5 Giugno 1982) abst. p. 191 n. 51.
26.
VACCA M., CERRITO F., MARTIRE M., PREZIOSI P.:
Central H2 receptors in the regulation of CRH-ACTH and prolactin release.
21° Cong. Soc. Ital. Farmacol. (Napoli, 2-5 Giugno 1982) abst. p. 195, n. 55.
27.
CARMIGNANI M., VACCA M.:
Cardiovascular reactivity to catecholamines following graduated dosages of hydrocortisone in
the rat.
21° Cong. Soc. Ital. Farmacol. (Napoli, 2-5 Giugno 1982) abst. p. 309, n. 163.
28.
PREZIOSI P., VACCA M.:
Etomidate diminishes adrenocortical activation by handling, surgery or brain serotonin
manipolation.
Int. Symp: Protection of Tissues against Hypoxia. (Beerse, Belgio, September 15-17, 1982)
abst. p. 37.
29.
PREZIOSI P., VACCA M.:
Etomidate diminishes adrenocortical activation by surgical trauma or chemically increased
serotonergic neurotrasmission in the brain.
In: A. Wauquier, M. Borges and W. K. Amery (eds.) Protection of Tissues against Hypoxia.
Elsevier Biomedical Press Amsterdam, pp. 127-129, 1982.
30.
QUATTRONE A., VACCA M., PREZIOSI P.:
Hyposensitivity of serotonin receptors controlling tonic corticosterone secretion in male rats.
Neuroendocrinol. Lett. 5, 21-26, 1983.
31.
PREZIOSI P., VACCA M.:
Adrenocortical activation by 5-fluorouracil and its possible reversal by thymidine.
Arch. Toxicol., Suppl. 6, 374-376, 1983.
32.
VACCA M., NAVARRA P., PREZIOSI P.:
Antitumour drugs toxicity in pituitary or adrenal ablated rats.
24th Cong. Eur. Soc. Toxicol. (Rome, March 28-30, 1983) abst. p. 101.
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33.
VACCA M., PREZIOSI P.:
Tolerance to pituitary-adrenal axis activation by anticancer drugs in normal and tumour-bearing
rats.
24th Cong. Eur. Soc. Toxicol. (Rome, March 28-30, 1983) abst. p. 102.
34.
VACCA M., NUNZIATA A., MERCATELLI P.:
L'attivazione corticosurrenalica da trattamento ripetuto con idrossiurrea è espressione di
tossicità sistemica o peculiare caratteristica dell’ antiblastico?
Cong. Soc. Ital. Tossicol. (Roma, 30-31 Marzo 1983) abst. p. 22.
35.
PREZIOSI P., NAVARRA P., CERRITO F., MARTIRE M., VACCA M.:
Interplay between serotonergic, dopaminergic, gabaergic and opiate neurons in the control of
neuroendocrine markers prolactin and corticosterone.
Acta Pharmacol. Toxicol. Scand. 53 (Suppl. 1), 65, 1983.
36.
PREZIOSI P., CERRITO F., VACCA M.:
Effects of naloxone on the secretion of prolactin and corticosterone induced by 5hydroxytryptophan and a serotonergic agonist, mCCP.
Life Sci. 32, 2423-2430, 1983.
37.
PREZIOSI P., VACCA M.:
Effets de drogues antitumorales sur l'axe hypothalamo-hypophysaire.
II Reunião Luso-Espanhola de Farmacologia (Coimbra, Portogallo, May 25-28, 1983) abst. F.
31.
38.
PREZIOSI P., NAVARRA P., CERRITO F., MARTIRE M., VACCA M.:
GABA receptor antagonists and endocrine effects of D-etomidate.
3rd Capo Boi Conference on Neuroscience (Villasimius, Sardegna, 29 Maggio - 2 Giugno 1983)
abst. p. 103, n. 81.
39.
PREZIOSI P., VACCA M., CERRITO F.:
Serotonergic and endogenous opiates interplay in the control of ACTH and proalctin release.
Arch. int. Pharmacodyn. Ther. 263, 325-327, 1983.
40.
VACCA M., CERRITO F., PREZIOSI P.:
Effect of etomidate enantiomers on CRH-ACTH and prolactin release.
Arch. int. Pharmacodyn. Ther. 263, 328-330, 1983.
41.
PREZIOSI P., CERRITO F., VACCA M.:
Etomidate inhibits prolactin release but not through a dopaminergic mechanism.
Brain Res. 271, 379-385, 1983.
42.
PREZIOSI P., VACCA M.:
Endocrine manipulations may increase hydroxyurea toxicity.
Toxicol. Lett. 18 (Suppl. 1), 152, 1983.
43.
VACCA M., SWENNEN L., DENEF C.:
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Influence of dopamine antagonist on spontaneous and post-dopamine rebound secretion of
prolactin.
Soc. Belge Physiol. Pharmacol. Fond. Clin. (Louvain La Neuve, Belgio, November 19, 1983).
44.
PREZIOSI P., NUNZIATA A., MACRAE S., RAGAZZONI E., VACCA M.:
Possible adrenal involvement in hydroxyurea toxicity defense mechanism.
25th Cong. Eur. Soc. Toxicol. (Budapest, Ungheria, June 11-14, 1984) abst. n. 9.
45.
VACCA M., DE GORI N., DEL CARMINE R., NAVARRA P., PREZIOSI P.:
Replacement therapy against increased hydroxyurea toxicity in pituitary or adrenal-ablated rats.
25th Cong. Eur. Soc. Toxicol. (Budapest, Ungheria, June 11-14, 1984), abst. n. 98.
46.
PREZIOSI P., CERRITO F., DE GORI N., MARTIRE M., VACCA M.:
Effects of naloxone on prolactin and corticosterone-induced release by direct and/or indirect
serotonergic agents.
Arch. int. Pharmacodyn. Ther. 268, 172-173, 1984.
47.
PREZIOSI P., VACCA M., CERRITO F., DEL CARMINE R., DE GORI N.:
Adrenocortical activation by anticancer agent hydroxyurea may be related to brain
norepinephrine.
9th Int. Cong. Pharmacol. (London, Inghilterra, July 29 - August 2, 1984) abst. n. 84.
48.
VACCA M., PREZIOSI P., CERRITO F., MARTIRE M., NAVARRA P.:
Anticancer drugs do not change prolactin in intact and tumour-bearing rats.
9th Int. Cong. Pharmacol. (London, Inghilterra, July 29 - August 2, 1984) abst. n. 531P.
49.
PREZIOSI P., CERRITO F., MARTIRE M., VACCA M.:
GABA receptor antagonists and endocrine effects of etomidate.
In: G. Biggio, P.F. Spano, G. Toffano. G.L. Gessa (eds) Neuromodulation and brain function.
Pergamon Press Oxford, pp. 309-318, 1984.
50.
VACCA M., NAVARRA P., PREZIOSI P.:
Antitumour drugs toxicity in pituitary or adrenal-ablated rats.
Arch. Toxicol. suppl. 7, 94-97, 1984.
51.
VACCA M., PREZIOSI P.:
Tolerance to pituitary-adrenal axis activation by anticancer drugs in normal and tumour-bearing
rats.
Arch. Toxicol. suppl. 7, 98-102, 1984.
52.
VACCA M., PREZIOSI P.:
Adrenal activation by hydroxyurea could be a protective mechanism against drug toxicity.
22° Cong. Soc. Ital. Farmacol. (Bologna, 10-13 Ottobre 1984) abst. p. 121.
53.
PREZIOSI P., DE GORI N., RAGAZZONI E., NAVARRA P., DEL CARMINE R., VACCA M.:
Unique changes of hypothalamic catecholamines during hypophyseal-adrenal stimulation by
anticancer drugs.
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1° Cong. Soc. Ital. Neurosci. (Roma, 12-15 Dicembre 1984) abst. p. 412.
54.
PREZIOSI P., VACCA M., DEL CARMINE R., CERRITO F.:
Possible neuroendocrine toxic effects of anticancer drugs in relation to the blood-brain barrier.
1° Cong. Soc. Ital. Neurosci. (Roma, 12-15 dicembre 1984) abst. pp. 437-439.
55.
PREZIOSI P., CERRITO F., MARTIRE M., VACCA M.:
Different effects of serotonergic antagonists on 5-HT agonist-induced changes in blood prolactin
and corticosterone.
Arch. int. Pharmacodyn. Ther. 276, 331-332, 1985.
56.
PREZIOSI P., DEL CARMINE R., VACCA M.:
Adrenocortical activation by anticancer agents and hypothalamic epinephrine.
Arch. int. Pharmacodyn. Ther. 276, 332-333, 1985.
57.
PREZIOSI P., VACCA M., NUNZIATA A., MCSHEEHY T., NAVARRA P.:
Specific adrenocortical activation by acceptably-tolerated long-term treatment with hydroxyurea.
26th Cong. Eur. Soc. Toxicol. (Kuopio, Finlandia, June 16-19, 1985), abst. P36, p. 71.
58.
CARMIGNANI M., CERRITO F., DEL CARMINE R., MARTIRE M., PREZIOSI P., VACCA M.:
Central noradenergic neurotrasmission and adrenocortical activation by hydroxyurea – a new
α2-blocking agent?
Brit. J. Pharmacol. 86, 542P, 1985.
59.
DE GORI N., NAVARRA P., PREZIOSI P., VACCA M.:
Adrenal stimulation or corticosteroid replacement treatments counteract a unique hydroxyurea
toxicity in pituitary-ablated rats.
Brit. J. Pharmacol. 86, 793P, 1985.
60.
PREZIOSI P., NUNZIATA A., MACRAE S., RAGAZZONI E., VACCA M.:
Possible adrenal involvement in hydroxyurea toxicity defense mechanism.
Arch. Toxicol. suppl. 8, 380- 384, 1985.
61.
VACCA M., DE GORI N., DEL CARMINE R., NAVARRA P., PREZIOSI P.:
Replacement therapy against increased hydroxyurea toxicity in pituitary or adrenal ablated rats.
Arch. Toxicol. suppl. 8, 385-389, 1985.
62.
PREZIOSI P., CAPRINO L., CARMIGNANI M., CIABATTONI G., DEL CARMINE R., DE GORI
N., PATRIGNANI P., RAGAZZONI E., TOGNA G., VACCA M.:
Problemi di metodologia per la individuazione del rischio tossicologico. Consiglio Nazionale
delle Ricerche.
Atti Riunione Progetti Finalizzati "Medicina Preventiva e Riabilitativa", 1986, pag. 515.
63.
PREZIOSI P., NAVARRA P., DEL CARMINE R., VACCA M.:
Self-induced adrenal stimulation counteracts hydroxyurea toxicity.
Arch. int. Pharmacodyn. Ther. 280, 333-334, 1986.
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