Due cose al giorno - What is a SYSTEMIC HABITAT

Imparare 2 cose al giorno – oppure una o 5? – di Roberto Vacca
“Roberto Vacca si sarebbe trovato bene a discutere di lifelong learning, di
apprendimento per tutta la vita, con gli esperti riuniti dal World innovation
summit for education (Wise), il forum creato dalla Qatar foundation ormai al suo
quarto anno di vita. In materia Vacca ha spesso amato ripetere che ogni giorno
dovremmo cercare di imparare due cose nuove, cose ovviamente rilevanti per
arricchire il nostro patrimonio di conoscenze.”
Il mio amico Tullio De Mauro ha pubblicato queste righe su
“L’Internazionale” del 14 Giugno. Mi ha fatto molto piacere. Ricordo bene le
riunioni al Partito Radicale appena fondato, cui partecipavano due giovanissimi,
colti e brillanti: Tullio De Mauro e Stefano Rodotà. Già allora valeva la pena di
ascoltarli con interesse e rispetto. In effetti ho scritto e detto molte volte cose
simili a quelle citate da De Mauro. Spesso chiudo miei discorsi e seminari sul
degrado culturale estremo dicendo:
“Io faccio anche il guru e do un solo insegnamento: ogni dannato giorno
che passa, impara almeno una cosa nuova [meglio se ne impari due, tre, quattro o
più]. Se lo fai, ti cambi la vita. Se lo facessimo tutti, cambieremmo il mondo.”
In quelle occasioni, racconto che nel nostro cervello vengono prodotti
continuamente neuroni nuovi anche in tarda età. Quindi anche gli anziani sono
equipaggiati per continuare ad apprendere. Però devono ricordare che i neonati
neuroni vivono e funzionano, se vengono esercitati: leggendo, osservando,
ragionando, facendo. Se uno guarda a lungo muri bianchi o schermi TV, i
neuroni nuovi deperiscono e muoiono. Poi sostengo che chiunque provi a
imparare una cosa nuova, ci riesce sempre. Naturalmente bisogna che sia
motivato ad applicarsi con impegno e continuità. La motivazione è l’ingrediente
essenziale: si produce per curiosità, per emulazione – anche per invidia. Una
volta che alberghiamo il virus dell’apprendimento, lo sviluppo è inarrestabile:
non ha più senso chiedersi se la dose giornaliera debba essere di una, due o più
nozioni, idee, teorie.
Quanto sopra richiama alla mente una storia islamica. Me la raccontò mia
madre. Quando fondò l'Islam, Mohammed, il Profeta, parlò con Allah che gli
disse: “I mussulmani dovranno pregare 50 volte al giorno”. Il Profeta assentì, ma
poco dopo incontrò Mosè che si informò su che cosa Allah gli avesse detto e poi
commentò: “50 volte sono troppe. Sono pigri. Non lo faranno mai. Torna indietro
e chiedi una riduzione.” Maometto tornò indietro e mercanteggiò con Allah.
Ridusse il numero di preghiere a 40, a 30, a 10 e finalmente a 5. Ogni volta
Mosè commentava che il numero era troppo alto. Ma l’ultima volta Maometto
dissentì: “Cinque volte vanno bene. È un numero giusto. Non chiederò altre
riduzioni.”
I mussulmani pregano 5 volte al giorno volti alla Mecca. E noi – non
mussulmani e, magari, neanche religiosi – saremo da meno? Siamo seri:
impariamo almeno 5 cose. Per non dimenticarcene, contiamole ogni giorno sulle
dita di una mano.
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