Il Postumanesimo - Dipartimento di Arti e Scienze dello Spettacolo

TESINA “DRAMMATURGIA DELLO SPETTACOLO DIGITALE”
CRISTIANO GAVAZZI
Il Postumanesimo siamo diventati postumani senza saperlo E' evidente che oggi gli uomini non sono più la cosa di maggior importanza
nell'universo. Questo è qualcosa che gli umanisti devono ancora accettare.
Robert Pepperell, “The Posthuman Manifesto”
Anno accademico
2014/2015
Indice
Introduzione
1. Breve storia del termine “Postumanoˮ
2. L’era postmoderna e la disintegrazione dell’io
2.1 “Disumanizzazione” dell’arte e “Tecnologizzazione” del mondo
2.2 “Solubilità tecno-planetaria”
2.3 Il “Blocco comunicante”
3. L’era postumana e la ricostruzione dell’io
3.1 Umano/in-umano, organico/in-organico, uomo/natura
3.2 Post-umano come post-organico: il disprezzo per il corpo
3.3 Post-umano come recupero dell’organico: circuito vivente, multi-identità, simbiosi
4. L’arte Postumana e Stelarc
5. Il Postumano nella musica
5.1 Luigi Russolo
5.2 Michael Jackson
5.3 Marilyn Manson
6. Il Postumano nel cinema
7. Il Postumano nelle serie tv
Bibliografia
Link utili
2 Introduzione
Il postumanesimo, per dirla con le parole del filosofo Shannon Bell, tenta «di sviluppare la
messa in atto di una nuova comprensione dell'essenza, della coscienza, dell'intelligenza, della
ragione, dell'intimità, della vita, dell'incarnazione, dell'identità, del corpo, del sé e dell'altro»1.
Esso non riguarda solo le arti visive, ma si estende dalla filosofia alla letteratura, indicando un
vero e proprio nuovo modo di leggere il mondo, finito il periodo dell’umanesimo e all’alba di una
nuova epoca in cui la manipolazione genetica e le biotecnologie stanno modificando l’uomo in
quanto essere trasformabile, smontabile e riassemblabile.
Questo nuovo metodo di approccio alla forma umana in rapporto con il mondo viene ben
illustrato nel già citato The Posthuman Manifesto.2
1. Breve storia del termine “Postumano”
Coniato nel 1977 da Ihab Hassan nel testo “Prometheus as performer”, in cui egli sostiene
l’esigenza di un radicale cambiamento della concezione dell’uomo nell’età contemporanea, viste le
importanti rivoluzioni tecnologiche in cui è immerso.
«…Cinquecento anni di umanesimo devono incamminarsi verso una fine, di modo che l’umanesimo dia luogo a qualcosa che dobbiamo senza riserve chiamare post-umanesimo...»3
Dagli anni ‘80 il termine comincia a insinuarsi nella letteratura underground e fantascientifica
fino a mostrare somiglianze non indifferenti con la cultura cyberpunk, e cioè la concezione di
umanità intesa come insieme di elementi tecnologici e biologici.
Negli anni ’90 troviamo quest’espressione nel campo dell’arte quando, nel 1992, il galleristacritico americano Jeffrey Deitch decide di curare una mostra chiamata “Post-Human” nel giugno
del 1992 al FAE Musée d’Art Contemporain di Pully-Losanna e in seguito al Castello di RivoliTorino (nel novembre del 1992).
Alcuni artisti, come Cindy Sherman. George Lappas, Mike Kelley, Roger Gober, diedero vita a
una corrente che riprendeva in parte gli spunti della Body Art e che si sipirava al romanzo Crash
(Ballard 1973) da cui è stato tratto nel 1996 l’omonimo film diretto da David Cronemberg4.
1
Zaretsky, Adam (2005). "Bioart in Question. Interview." Robert Pepperell, Lo Stato Di Posthuman: La coscienza oltre il cervelloˮ. 3
Hassan, Ihab (1977). "Prometheus as Performer: Toward a Postmodern Culture?" 4
D.Cronemberg, Crash, 1996
2
3 Vedendo le opere esposte ci accorgiamo come l’aspetto tecnologico fosse ancora limitato ad
alcuni casi, ad esempio le trasformazioni cyborg di Stelarc, mentre riscosse maggior impatto
espressivo ed emotivo la costante manipolazione del corpo dell’artista stesso. Quindi l’elemento
Postumano era riscontrabile non negli aspetti scientifici e tecnologici, bensì nelle chiavi stilistiche
di trasformazione e ibridazione del corpo dell’artista (es. Orlan e le modifiche chirurgiche apportate
al corpo).
Ecco le parole di Dietch introducendo la mostra:
«L'era moderna potrebbe essere definita come il periodo della scoperta dell'io. L'era
postmoderna nella quale viviamo può essere intesa come un periodo transitorio di disintegrazione
dell'io. Forse l'era postumana che comincia a intravedersi all'orizzonte sarà caratterizzata dalla
ricostituzione dell'io».5
2. L’era postmoderna e la disintegrazione dell’io
L’avvento del Postumano è preceduto dalla distruzione dell’umano, avvenuto nel corso del
Novecento. Basti pensare cosa è successo nel mondo dell’arte, perché sappiamo che quest’ultima,
più di ogni altra cosa, riesce a cogliere e a registrare i cambiamenti del tempo.
Il primo studioso che riuscì a rilevare questa tendenza alla “disumanizzazione” dell’arte fu
Ortega y Gasset6, il quale mise in evidenza il carattere volutamente inespressivo di alcune opere in
un modo mai visto e percepito in precedenza. Inespressione , in totale contrasto con quella che era
stata la cifra caratteristica del romanticismo, ovvero l’espressione. Tutti gli espressionismi (da
quello tedesco e francese fino a quello americano, più recente) lasciano il posto a nuove tendenze
che attuano una vera e propria desoggettivazione dell’arte che perde progressivamente ogni
elemento umano e si avvicina a una purezza, non solo negli elementi contenutistici ma anche
compositivi, tale da essere quasi inavvertibile da parte dell’essere umano.7
Tutto ciò ha comportato un profondo mutamento che ha aperto le porte ad una nuova sensibilità
estetica, completamente svuotata da ogni carattere emotivo.
L’analisi di Ortega si ferma qui, non affronta le cause di tale mutamento, come ad esempio il
ruolo delle nuove tecnologie.
5
J.Deitch, PostHuman, 1992 José Ortega y Gasset, La disumanizzazione dell’arte, 1925, Roma, Luca Sossella Editore, 2005, pag. 27 e segg
7
M.Costa, Prima del postumano, 2006 6
4 2.1 “Disumanizzazione” dell’arte e “Tecnologizzazione” del mondo
Due facce dello stesso fenomeno. La disumanizzazione dell’arte comporta la desoggetività e
quindi l’oggettività.
Nel corso del ‘900 molti filosofi e studiosi hanno esposto in modi originali queste
considerazioni sull’arte moderna in rapporto all’uomo. Tra questi ricordiamo Hans Sedlmayr8 che
evidenziava “la supremazia dello spirito inorganico” del mondo moderno e Jacques Ellul,
soprattutto nel suo scritto L’Empire du non-sens (1980)9, dove mostra il carattere insensato dell’arte
contemporanea che non riesce più a simbolizzare e dare significato come faceva un tempo.
Siamo di fronte ad una progressiva liquidazione dell’umano, dovuta all’avvento delle nuove
tecnologie.
Vediamo più da vicino come avviene questo processo.
Il filosofo italiano Mario Costa individua due nozioni in particolare per descrivere il processo di
svuotamento del soggetto: “Solubilità tecno-planetaria” e “blocco comunicante”.1011
2.2 “Solubilità tecno-planetaria”
Sin dalle prime forme di tecnologie comunicative a distanza (anche il telefono), possiamo
notare una solubilità dell’uomo in quanto è presente e assente allo stesso tempo. Con internet il
discorso si fa ancora più complesso. Vediamo perché. Più che “navigare” sembra di “naufragare”
nella rete, poiché l’infinità delle connessioni aperte da ogni campo di indagine, estende la ricerca
iniziale, provocando un decentramento della ricerca stessa con una consequenziale perdita del
centro anche nella coscienza dell’internauta.
Inoltre l’esperienza della rete apre a una sorta di “doppia credenza” perché ci permettere di
essere allo stesso tempo in più luoghi contemporaneamente, non a caso vengono usati come
metafore, vocaboli della realtà contingente (“documenti”, “cartelle”, “cestino”, ecc.).
2.3 Il “Blocco comunicante”
Ogni giorno strumenti complessi comunicano di continuo fra loro, e per farlo hanno bisogno
della fatica degli uomini.. Questo “Blocco comunicante”, che cresce di giorno in giorno, è costituito
8
H. Sedlmayr , La rivoluzione dell’arte moderna , 1955, Milano, Garzanti, 1964 Jacques Ellul, L’empire du non-sens. L’art et la societé technicienne, Paris, PUF, 1980 10
Mario Costa, Internet e globalizzazione estetica, Napoli, Tempo Lungo, 2002 11
Mario Costa, Bloc communicant et esthétique du flux, in « Ligeia », Paris, n. 45/48, 2003, p. 84 9
5 da telefonate radiofoniche, trasmissioni televisive che interagiscono col telefono, televisione, radio
in rete, web-cam, software di telefonia in rete, teleconferenze, messaggi SMS, ecc.. Tutto ciò
continua a crescere e continua a diminuire il senso di questa eccessiva comunicazione.
«La situazione antropologica attuale è caratterizzata insomma da un irrealistico galleggiamento
della “coscienza”, della “comunicazione” e del “corpo”, su un universo tecnologico che continua ad
intricarsi e ad infuriare».12
Che fare di fronte a tale scenario?
1) Reazione pateticamente nostalgica.
Esempio: L’International Jacques Ellul Society IJES, che ha lo scopo di criticare la
tecnologia e limitare le sue applicazioni;
2) Reazione prematuramente aperta alla palingesi tecnologica.
Esempio: La World Tranhumanist Association che ha due obiettivi: ri-progettare la
condizione umana grazie alla tecnologia in modo da evitare o migliorare tutte le
limitazioni del corpo umano; e promuovere l’uso e lo sviluppo di tecnologie avanzate
invece che tentare di proibirle.
3. L’era postumana e la ricostruzione dell’io
«Today the possibilities suggested by synthetic intelligence, organic computers and genetic
modification are deeply challenging to that sense of human predominance. These developments
awaken deep-rooted anxieties about the threat to human existence from technology we cannot
control or understand. We know we are capable of creating entities that may equal and even surpass
us, and we must seriously face up to the possibility that attributes like human thought may be
created in non-human forms. While this is one of our deepest fears it is also the holy grail of the
computer sciences. Despite the enormous problems involved, the development of an artificially
conscious entity may happen within our lifetimes. Would such an entity have human-like emotions;
would it have a sense of its own being?»13
Queste le parole d’introduzione del sito di Robert Pepperell, il teorico e artista inglese celebre
per aver stilato un vero e proprio manifesto del PostHuman.
Marco Belpoliti classifica in tre tipologie i teorici del Postumano:
12
Mario Costa, Bloc communicant et esthétique du flux, in « Ligeia », Paris, n. 45/48, 2003, p. 84 Robert Pepperell, Introduction to Posthumanism 13
6 a) Transumanisti: come Moravec14, More15, Chisleko16, secondo cui «il corpo va smontato
e riprogrammato per facilitarne la sostituzione con altri sostrati tecnologici»17;
b) Iperumanisti: tra cui ricordiamo Lèvi, de Kerckove, Stelarc, per il quali «il corpo va
rafforzato attraverso l’innesto di nuove potenzialità operative e percettive grazie a una
riconfigurazione che lo renda maggiormente controllabile»;18
c) Postumanisti: come Haraway, Deitch, Kelly, per cui al contrario, «il corpo va reso
accessibile, immerso cioè in una temperie postfordista che considera superata ogni
pretesa di possesso sul corpo in nome della libera coniugazione del corpo del mondo».19
3.1 Umano/in-umano, organico/in-organico, uomo/natura
L’essenza del Postumano è da trovare quindi nell’apertura virtualizzante dell’umano, cioè nel
rapporto strutturale tra umano e inumano che trova le sue origini nel rapporto uomo-natura.20
Ma cos’è umano? Per comprendere cosa sia umano, non possiamo non tenere conto di ciò che
umano non è. Infatti è dal rapporto di ciò che è organico e di ciò che non lo è che possiamo definire
il corpo umano. Quest’ultimo deborda oltre i confini della propria pelle attraverso estensioni
tecnologiche e allo stesso tempo accoglie al suo interno ciò che è altro, divenendo un complesso
relazionale che si produce tra sé e il mondo.21
Di conseguenza la chiave per capire il processo Postumano risiede nel rapporto tra uomo e il
mondo. Da questa prospettiva si apre un orizzonte sterminato di riferimenti culturali e filosofici che
vanno dalla fenomenologia della percezione di Merlau-Ponty fino all’ecologismo di Bateson,
dall’evoluzionismo darwiniano alle critiche dell’uomo-soggetto da parte di Deleuze e Foucault,
dalle espressioni più colorite del femminismo anni 70 e dai moderni gender studies agli studi di
robotica della metà del novecento.
L’unico filo conduttore dello studio sul post umano è che «probabilmente nell’essere umano
l’equilibrio tra componenti culturali e componenti biologiche sta cambiando rispetto a quello che
abbiamo conosciuto sinora.» 22
14
Moravec, Hans, Quando l'hardware del computer corrisponde al cervello umano?, 1998 More, Max, La filosofia del trans umanesimo, John Wiley & Sons, Oxford 16
Gregory Archivio, Ridisegnare gli esseri umani: il nostro futuro genetico inevitabile, 2002
17
Marco Belpoliti, Lunga vita alla nuova carne!, in Elephant Castle, 2004; 18
Marco Belpoliti, Lunga vita alla nuova carne!, in Elephant Castle, 2004 19
Marco Belpoliti, Lunga vita alla nuova carne!, in Elephant Castle, 2004 20
S. Matetich, recensione di Mario Pireddu e Antonio Tursi (a cura di),
Post-umano. Relazioni tra uomo e tecnologia nella società delle reti, 2006 21
Mario Pireddu e Antonio Tursi (a cura di),
Post-umano. Relazioni tra uomo e tecnologia nella società delle reti, Guerini e Associati, 2006
22
Caronia, Corpi e informazioni. Il post-human da Wiener a Gibson, in
15
7 Questa mutazione in atto è strettamente collegata con gli esiti della tradizione dualistica
occidentale. Possiamo individuare due distinte espressioni teoriche del Postumano che
rappresentano le risposte filosofiche rispetto ai due piani – ontologico e metodologico – del
dualismo: post-umano come post-organico e post-umano come recupero dell'organico.
3.2 Post-umano come post-organico: il disprezzo per il corpo23
Il pensiero post-organico teorizza un superamento dell’uomo inteso come “dualistico”, perché
ormai antiquato. L’io è in grado di fare a meno del suo lato naturale e corporeo. Presupposto per
tale teoria è la convinzione che l’uomo si senta profondamente inadeguato all’interno della società
del progresso tecno-scientifico dove le grandi rivoluzioni industriali non fanno altro che sottolineare
i limiti del corpo umano.
Si mette in evidenza quindi il radicale squilibrio tra le capacita culturali (mentali, intellettuali,
razionali) e la sua corporeità morfologicamente statica, soggetta alla inevitabile degradabilità.
Il mondo d’oggi porta alle estreme conseguenze la «mutilazione»24 che colpisce il rapporto che
l’uomo ha con il corpo. Anche il già citato Ballard scrive che il ruolo del corpo è stato talmente
sminuito «che sembra ormai poco più di un’ombra spettrale osservata sulla lastra radiografica della
nostra riprovazione morale».25
Gunther Anders arriva al punto di nominare questa coscienza umana come “vergogna
prometeica” poiché l’uomo riconosce la superiorità ontologica alla cosa/oggetto, così da spiegare la
devozione umana per le macchine industriali, per l'ingegneria applicata al corpo, perché in fin dei
conti «il mondo quotidiano con cui gli uomini hanno a che fare è in primo luogo un mondo di cose
e di apparati meccanici, nel quale esistono anche altri uomini; non un mondo umano nel quale
esistono anche cose e apparati».26
L’esito del percorso post umano porta dalla vergogna prometeica al superamento dell’umano,
oltrepassando i confini naturali ed entrando a far parte del regno innaturale dell’ibrido e
dell’artificiale. Da qui capiamo cosa si intende per “ricostruzione dell’io”.
Post-umano. Relazione tra uomo e tecnologia nella società delle reti, M. Pireddu - A. Tursi (a c. di), Milano, pp. 4356.
23
D. Sisto, A natural disaster. L’errore dualistico alla luce del post-umano 24
HorkheimerM. - Adorno T.W.1944, Dialettica dell’illuminismo, trad. di R. Solmi, Torino 2010. 25
Ballard J.G.1992, Project for a Glossary of the Twentieth Century, «Zone 6: Incorpora-tions», Zone, New-York
26
Anders G., 1956, L’uomo è antiquato. I. Considerazioni sull’anima nell’epoca della seconda rivoluzione industriale,
trad. di L. Dallapiccola, Torino 2007
8 3.3 Post-umano come recupero dell’organico: circuito vivente, multi-identità, simbiosi
Questa espressione tende a ridefinire il rapporto ermeneutico tra uomo e mondo. Premessa per
tale concezione è la visione separativa dell’uomo dualistico che non aderisce mai alla realtà nella
sua concretezza. Detto ciò il superamento dell’umano e la ricostruzione dell’io consistono nello
smascherare la narcisistica separatezza che separa l’uomo e il mondo, cosicché siano aperte
prospettive sulla contaminazione con l’alterità.
Citando Shelling, l’uomo va pensato come quel circuito vivente «in cui ogni termine scorre
continuamente nell’altro e in cui nessun elemento può separarsi dall’altro richiedendosi tutti
reciprocamente».27
4. L’arte Postumana e Stelarc
Un ruolo funzionale alla ricerca postumana è senz’altro rivestito dall’arte, la quale, secondo la
filosofia, «è cosmica per definizione e quindi postumana di struttura, dal momento che ci conduce
ai limiti di quello che i nostri sé incarnati possono fare e sostenere […], essa raggiunge i limiti della
vita stessa e si confronta con gli orizzonti della morte»28
Il salto ulteriore dunque non potrà che attingere alla creatività, forma laica e materiale di
trascendenza e forse unica caratteristica “umana” capace di traghettarci oltre, in dimensioni di
pensiero e azione che sempre più rientrano negli scenari futuri già presenti.
27
Schelling 1810: 50-51 Rosi Braidotti, Il postumano – la vita oltre l’individuo, oltre la specie, oltre la morte. DeriveApprodi editore 28
9 La ricerca di Stelarc scatena interrogativi e riflessioni al limite tra inquietudine e fascino, che ci
preparano ad un mutamento dei corpi e della tecnologia, seducente ed estremo. «Il corpo perfetto e
assoluto non mi interessa: ciò che mi interessa è seguire una strategia dalle molteplici possibilità. Il
corpo postumano è quello che diventa l’ospite di nanotecnologie che tendono a liberarlo dalla fatica
dell’invecchiamento, che lo migliorano nella sua funzionalità. Il corpo postumano si estende ad una
entità robotica, si connette con la realtà virtuale e si rapporta ad una intelligenza esterna, artificiale e
quindi si potenzia. Il corpo postumano non è il regno del cyborg, non è appesantito da tute virtuali,
ma è il luogo dove intelligenze autonome si moltiplicano, dove corpi-macchina generano immagini
alimentate da informazioni autonome che diventano nuove forme di vita [...]».
L’esperimento The Third Hand consiste nell’aggiunta al braccio destro di una terza mano
artificiale, che non ha lo scopo di sostituire il braccio biologico, ma di diventarne un elemento
aggiuntivo. L’arto tecnologico è in grado di muoversi in modo autonomo attivato dai segnali EMG
dei muscoli addominali riesce ad aprire e chiudere le dita.
5. Il Postumano nella musica
5.1 Luigi Russolo
Nell’ambito musicale possiamo individuare tracce del pensiero postumano già nei primi anni
del novecento quando l’ingegnere futurista Luigi Russolo teorizzò e costruì gli Intonarumori,
10 strumenti acustici che producevano e amplificavano rumori di vario tipo. Egli divise i suoni
dell’orchestra futurista in sei famiglie di rumori:
1)
Rombi, tuoni, boati e scoppi;
2)
Fischi, sibili e sbuffi;
3)
Bisbigli, borbottii, brusii e gorgogli;
4)
Stridori, scricchioli, fruscii e ronzii;
5)
Percussioni di ogni tipo;
6)
Voci di animali e uomini.
Queste considerazioni sono importanti perché si comincia a considerare lo strumento musicale
non solo come artefatto umano ma anche come una sorta di automa sonoro.
5.2 Michael Jackson
In tutta la sua carriera il Re del Pop ha celebrato un’idea Postumana del proprio corpo. Ad
esempio attraverso la chirurgia plastica, il make-up, procedure di cosmetici, acconciature e costumi,
e tutto ciò che riguardava un intervento esterno del suo aspetto. In Moonwalker appare come un
cyborg, metà umano e metà robot trascendendo i confini tradizionali, come in quasi tutti i suoi
videoclip (celebre quello di Thriller, diretto da John Landis, in foto qui sotto). Michael Jackson ha
sempre mostrato l’uso del corpo come un work in progress ed è sempre stato fiducioso nelle
sperimentazioni senza limiti. L’aspetto più controverso dei cambiamenti fisici di MJ è stato
sicuramente quello dello schiarimento della sua pelle.
11 5.3 Marilyn Manson
Il maggior rappresentante del postumano nella musica di oggi è Marilyn Manson, il quale
racchiude già nella scelta del nome d’arte un ibridismo donna/uomo e bene/male.
Esemplare è la copertina del suo album Mechanical Animals del 1998 che lo ritrae
ciberandrogino con le tre componenti: maschile, femminile e artificiale.
12 6. Il Postumano nel Cinema
Affrontare il tema del Postumano in ambito cinematografico impone una riflessione sulla natura
filosofica del cinema fantascientifico più maturo, come 2001:Odissea nello spazio (Kubrick 1968) e
Blade Runner (Scott 1982).
Prendiamo in considerazione queste due pietre miliari della settima arte. Il superamento
dell’umanità viene prospettato da due punti di vista differenti. Il film di Kubrick rappresenta
un’idea del futuro ancora in una chiave neopositivistica dove la fiducia nel progresso era alimentata
dalla propaganda nel periodo della Guerra Fredda. Al contrario il lavoro di Scott presenta una realtà
intrisa del sentimento di disagio caratteristico degli anni ottanta, un pessimismo che si bilancia con
l’affermazione di un nuovo gusto estetico e di una nuova sensibilità postmoderna (il già accennato
Cyberpunk). Da questa prospettiva in Blade Runner riconosciamo quel meccanismo paradossale che
gli anglofoni chiamerebbero “self-fulfilling prophecy” letteralmente “profezia che si auto avvera”,
fenomeno descritto brillantemente nel 1928 dal sociologo americano William Thomas, «se gli
uomini definiscono reali certe situazioni, esse saranno reali nelle loro conseguenze».
13 7. Il Postumano nelle serie TV
Black Mirror, una miniserie che riflette sull'uso ossessivo della tecnologia nelle vite di oggi29.
Arrivata in Italia nel 2012, due stagioni per tre episodi autorenferenziali, senza continuity fra loro, il
“Black Mirror” è lo ”specchio nero” degli schermi spenti di smartphone, palmari, computer e
televisioni, di cui non riusciamo a fare a meno. La serie ci mostra un vero e proprio viaggio verso il
postumano, attraverso storie ambientate in un futuro prossimo dove si fanno ancora più attuali le
problematiche del surplus tecnologico.
29
MyMovies.it 14 BIBLIOGRAFIA
- Robert Pepperell, Manifesto del Postumano, 2000
- Rosi Braidotti, Il postumano. La vita oltre l’individuo, oltre la specie, oltre la morte, 2013, Roma 2014.
- Antonio Caronia, Corpi e informazioni. Il post-human da Wiener a Gibson, in Post-umano. Relazione tra
uomo e tecnologia nella società delle reti, M. Pireddu - A. Tursi (a c. di), Milano.
- Donna Haraway, Manifesto cyborg, Feltrinelli, Milano, 1995.
-
N. Katherine Hayles, How We Became Posthuman: Virtual Bodies in Cybernetics, Literature, and
Informatics, University of Chicago Press, Chicago, 1999.
- Roberto Marchesini, Post-human. Verso nuovi modelli di esistenza, Bollati Boringhieri, Torino, 2002. - Hans Moravec, Mind Children: The Future of Robot and Human Intelligence, Harvard University Press,
Harvard, 1990.
- Naief Yehya, Homo cyborg. Il corpo postumano tra realtà e fantascienza, Elèuthera, Milano, 2004.
- Roberto Marchesini, Post-human, Bollati Boringhieri, Torino, 2002.
- G. Deleuze, Differenza e ripetizione, Il Mulino, Bologna 1971
LINK UTILI
- PostHuman - sci-fi action animated short film directed by Cole Drumb:
https://www.youtube.com/watch?v=qC2liU3cFR8&oref=https%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%
3Fv%3DqC2liU3cFR8&has_verified=1
- PostHuman: An Introduction to Transhumanism:
https://www.youtube.com/watch?v=bTMS9y8OVuY
- A Boy And His Atom: The World's Smallest Movie: https://www.youtube.com/watch?t=74&v=oSCX788-q0
- Dylan on Deitch: Reinventing the Experience of Art:
https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=OIQeYE7bMUE
- Marilyn Manson – Posthuman:
https://www.youtube.com/watch?v=a5tQG9aW6Ek
- Blade Runner - Opening Scene: https://www.youtube.com/watch?v=YaR5wVL9x2I
- Black Mirror trailer: https://www.youtube.com/watch?v=pimqGkBT6Ek
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