Il Palazzo dell’Industria Reggio Emilia 2006 Il Palazzo dell’Industria Reggio Emilia 2006 © Associazione Industriali Reggio Emilia Via Toschi 32 - 42100 Reggio Emilia Fotografie - Carlo Vannini Reggio Emilia Progetto grafico - Hammer Communication Stampa Tecnograf Reggio Emilia • Progetto architettonico e direzione artistica ARCH. RICCARDO LUSUARDI GEOM. FABIO ALBERTINI ARCH. ANGELO DALLASTA • Ricerca storica e rilievo architettonico ARCH. RICCARDO LUSUARDI • Supervisore dei lavori per conto della committenza CAV. LUCIANO RIVA - Presidente SIFIR • Interior design ARCH. RICCARDO LUSUARDI GEOM. FABIO ALBERTINI PROF. LUIGI FRANCESCHI Collaboratore alle decorazioni GEOM. SERGIO DENTI Collaboratore illuminotecnico ARCH. NORBERTO VACCARI Progetto del verde • Direzione lavori generale ARCH. RICCARDO LUSUARDI ARCH. ANGELO DALLASTA • Progetto e direzione lavori strutturali ING. NICOLA MASINI ARCH. RICCARDO LUSUARDI ARCH. ANGELO DALLASTA • Progetto e direzione lavori impiantistici STUDIO TERMOTECNICI ASSOCIATI CAVAZZONI ASSOCIATI S.R.L. AUDIOCENTER PROGETTO SICUREZZA S.R.L. PLANNING STUDIO S.r.l. STUDIO ALFA S.r.l. • Coordinatore della sicurezza ARCH. CLAUDIO BISI • Imprese esecutrici Impresa MONTANARI LUIGI S.r.l. Direttore di cantiere Geom. Carlo Gasparini Capo cantiere Sig. Amos Grisendi AUDIOCENTER B.L. S.n.c ELETTRICA RIESE S.r.l. ELETTROGIO FRANCESCHI DECORAZIONI TORREGGIANI & C S.p.a INDICE La casa degli imprenditori pag. 9 Rispettare il passato, costruire il futuro pag. 12 Il progetto di recupero pag. 14 Piano terra pag. 16 Piano nobile pag. 26 Le aree operative: piano secondo e terzo pag. 33 Palazzo Cassoli - Tirelli, il profilo storico pag. 41 LA CASA DEGLI IMPRENDITORI È trascorso oltre mezzo secolo da quel 1950 che vide il trasferimento della Sede degli Industriali reggiani in via Toschi presso il palazzo Cassoli-Tirelli. Da tempo questa nostra presenza è diventata un elemento fortemente evocativo. Non a caso per indicare l’Associazione degli Imprenditori reggiani ci si limita spesso a citare il nome della strada che la ospita. Si tratta di una privilegio riconosciuto solo a quelle “Istituzioni” capaci, attraverso la loro autorevolezza, di intrecciare indissolubilmente la propria identità al luogo che le ospita. Nasce da questo intenso legame la volontà di confermare la presenza di Industriali Reggio Emilia nel centro cittadino attraverso l’ampliamento e il rinnovamento della propria Sede storica. Una scelta fondata su due considerazioni che vale la pena richiamare. La prima, è contribuire a quel “rinascimento” del Capoluogo fondato su importanti opere di restauro e riqualificazione. La seconda, è data dalla volontà di realizzare attraverso la rinnovata Sede un vero e proprio progetto associativo. Un’idea basata sull’obiettivo di sviluppare una maggior capacità di rappresentanza e dunque di relazione tra l’imprenditoria, gli attori locali e la comunità. Il risultato non è solo una Sede più bella, ma un luogo ancor più presente nella vita di una città che va definendo le scelte sul proprio futuro. Si tratta, infine, di un deliberato atto d’amore verso un’imprenditoria che ha dato al territorio sviluppo, occupazione e benessere e che sente “via Toschi” come la propria Casa. FABIO STORCHI Presidente Industriali Reggio Emilia 9 PA L A Z Z O C A S S O L I T I R E L L I O R A D E L L’ I N D U S T R I A 11 RISPETTARE IL PASSATO COSTRUIRE IL FUTURO Il fine primario della conservazione del patrimonio storico-architettonico non è tanto quello di tutelare “le cose”, ma ciò che nelle cose ha valore per la vita spirituale e sociale delle persone. La qualità dell’ambiente e quella dello spazio urbano, componenti rilevanti per il benessere del singolo individuo e della comunità, sono anche fattori trainanti dei processi sociali ed economici locali. Riconoscere tali beni come contenitori di valori, implica che questi non devono essere solo conservati, ma recuperati e riutilizzati affinché tutti ne possano fruire in coerenza con gli stili di vita e di lavoro attuali. Il recupero e la valorizzazione degli edifici storici deve riformulare in modo innovativo proposte d’uso per spazi e per strutture architettoniche pensate e realizzate nel passato e spesso per scopi ormai superati. In tale processo è necessario operare in sintonia con gli obiettivi della committenza e dunque con gli utilizzi da quest’ultima ipotizzati, contribuendo in tal modo alla rivitalizzazione del tessuto storico della città. Questi principi hanno ispirato, fin dalla sua prima formulazione, il progetto di recupero dell’edificio che ospita dal 1950 la sede dell’Associazione degli Industriali di Reggio Emilia, guidando, nello stesso tempo, l’appassionato confronto sugli obbiettivi che l’intervento si prefiggeva di raggiungere. A ben vedere, il recupero architettonico del Palazzo Cassoli-Tirelli è parte integrante di una precisa strategia di crescita, avviata dagli Industriali agli inizi del 2000, con il 12 preciso obiettivo di ampliare i servizi offerti all’industria reggiana migliorando nello stesso tempo la sua rappresentanza. Data al 2001 la consapevole scelta di continuare a svolgere la propria attività all’interno del centro storico rifiutando le pur funzionali suggestioni esercitate da un nuovo insediamento localizzato al di fuori dell’antico perimetro urbano. Una decisone motivata non solo da considerazioni patrimoniali, ma, anche e soprattutto, dalla precisa volontà di contribuire, in linea con una radicata attenzione associativa verso la città, alla riqualificazione di un centro storico interessato in questi anni da un importante programma di interventi pubblici e privati. Costruire una struttura più “aperta” al contesto urbano e maggiormente funzionale alle rinnovate esigenze associative, disporre di adeguati spazi dedicati non solo al lavoro, ma anche alla dimensione sociale, offrire alle imprese, ai loro imprenditori e all’intera comunità una sede per il confronto e la promozione della cultura intesa come nuovo capitale. Queste sono state in grande sintesi le stimolanti linee guida entro le quali sviluppare, con creatività e libertà, un progetto che ha inteso valorizzare luoghi, particolari, segni e elementi costruttivi di un’architettura scaturita dal sovrapporsi di stili, linguaggi e tecnologie. RICCARDO LUSUARDI Architetto 13 Il Progetto di recupero LA FILOSOFIA DELL’INTERVENTO Un intervento di recupero architettonico raccoglie intorno a sé figure professionali diverse e complementari che devono saper conciliare, attraverso una costante “negoziazione”, le esigenze funzionali con i vincoli posti dell’esistente struttura storica. La filosofia dell’intervento ha assecondato una precisa richiesta posta dalla committenza: garantire la continuità delle attività senza prevedere alcun trasferimento temporaneo. Tale decisione ha comportato, dopo la stesura del progetto di massima, l’impostazione di quattro principali fasi di attuazione che consentissero di operare in condizioni di massima sicurezza e di garantire, nello stesso tempo, lo svolgimento delle attività creando il minor disagio possibile. La progettazione “integrata” dell’intero organismo architettonico, nella sua pluralità di elementi e componenti, ha riguardato ogni singolo aspetto della riqualificazione. In altri termini, ha consentito di evidenziare ogni peculiarità e caratteristica degli ambienti, determinando un insieme, coerente e concluso, funzionale alle attività di terziario avanzato svolte all’interno della struttura. Ogni fase esecutiva ha riguardato non solo la progettazione delle opere murarie, la definizione dei particolari costruttivi e spesso anche decorativi, l’inserimento degli impianti tecnologici, ma anche lo studio dell’illuminazione, dell’arredamento e dei suoi complementi. L’esecuzione del progetto ha comportato un’attività durata quarantadue mesi e suddivisa a sua volta in quattro fasi di attuazione, ciascuna della durata di dieci/dodici mesi. Un risultato allineato alla richiesta della committenza che si è potuto raggiungere operando in stretta collaborazione con i progettisti degli impianti, le imprese esecutrici delle opere (edili ed impiantistiche), i fornitori degli arredi. 14 LE CARATTERISTICHE DEL COMPLESSO IMMOBILIARE OGGETTO DELL’INTERVENTO Oggetto dell’intervento è stato un edificio composto da un corpo di fabbrica principale, strutturato su tre piani fuori terra, e da un corpo di fabbrica secondario di due piani posto all’interno della proprietà. Il palazzo vero e proprio presentava una struttura architettonica fortemente articolata. Alcune porzioni erano caratterizzate da elementi di particolare pregio architettonico quali l’androne d’ingresso al civico 32, lo scalone monumentale, le sale della zona nobile poste al primo piano. Le rimanenti parti non presentavano elementi di rilievo ed erano state oggetto, nel corso degli anni, di interventi di adattamento funzionale parziali e disorganici che ne avevano alterato e distorto le caratteristiche formali e tipologiche. Dal punto di vista funzionale la struttura risultava ormai inadeguata, non permetteva un’organizzazione del lavoro suddivisa per aree omogenee e non rispondeva adeguatamente alle crescenti esigenze di rappresentanza dell’Associazione. Tutto ciò nonostante alcuni interventi di riqualificazione interna effettuati nel corso dell’anno 2000, su progetto del Geometra Fabio Albertini, volti a risolverne i problemi sia di carattere funzionale che architettonico e riguardanti la rinnovata Sala Giunta e l’ingresso allo scalone monumentale. Allo stesso tempo vale la pena ricordare l’acquisizione, realizzata nel 2001, delle unità immobiliari situate ai piani terra e primo del confinante palazzo De Medici. Un investimento immobiliare che ha permesso di aumentare sensibilmente la superficie a disposizione e dunque oggetto dell’intervento, consentendo così una più fluida, pratica e funzionale organizzazione delle attività associative. Palazzo De Medici Palazzo Cassoli - Tirelli PIANTA PIANO TERRA Sale riunioni 15 Accoglienza IL PIANO TERRA zazione dei percorsi interni. L’ingresso posto al civico 32 di via Toschi, che per decenni aveva caratterizzato l’edificio fungendo da introduzione allo scalone di rappresentanza e all’ampio cortile, è stato reinterpretato come semplice seppur indispensabile via d’accesso a quest’ultimo destinato anche alla funzione di parcheggio per un numero limitato di vetture. Il nuovo ingresso pedonale riscopre, al contrario, l’androne sottostante la “torre” principale che caratterizza il palazzo. Una soluzione particolarmente felice poiché posta in asse con via Jodi e quindi in grado di valorizzare la componente “monumentale” del nuovo ingresso. Tale soluzione permette l’accesso alla reception e, consentendo la vista e l’accesso alla piccola corte interna, completa la pro- Al piano terra la zona anteriore dell’edificio svolge le funzioni di accoglienza, vale a dire, la reception, le sale d’attesa e di ricevimento; mentre la zona posteriore è dedicata alla convegnistica. Le caratteristiche distintive del palazzo con la sua marcata identità architettonica, di stile neogotico, sono certamente elementi di forte valenza rappresentativa che, tuttavia, trasmettevano, anche a causa degli stilemi tipici delle fortificazioni medievali, l’immagine di una struttura “chiusa” e quasi intenzionalmente “isolata” dal contesto circostante. Il progetto, pur nel rispetto dei vincoli derivanti dalla struttura storica, ha inteso modificare tale percezione attraverso la ridefinizione del sistema degli accessi (pedonale e carraio) e la riorganiz- PROSPETTO SUD DELLA CORTE INTERNA 16 VIA TOSCHI 32 INGRESSO PEDONALE • RECEPTION E CORTE INTERNA 17 spettiva urbana “sfondandola” fino all’interno del palazzo. Questa nuova organizzazione architettonica comunica ora un’immagine “aperta” della struttura associativa, instaurando così un nuovo rapporto tra interno e esterno, tra edificio e città, tra privato e pubblico. Il progetto del nuovo ingresso, che non presentava elementi di pregio architettonico e che da anni era relegata alla funzione di magazzino, ha ridefinito i rapporti spaziali tra i singoli ambienti, ha costruito un insieme rigoroso e coerente con la caratterizzazione neogotica della facciata. La corte interna, anch’essa valorizzata dalla nuova impostazione, è diventata ora non solo elemento di cerniera, ma anche spazio organizzatore di funzioni e, all’occasione, può svolgere la funzione di “ingresso” ai nuovi locali dedicati alla convegnistica collocati nella parte posteriore dell’edificio. Per la finitura di questi ambienti sono stati utilizzati materiali tradizionali. La graniglia e la pietra, l’intonaco e il ferro, in un insieme capace di dialogare e di rapportarsi con il legno, il cuoio e l’acciaio dei moderni e funzionali arredi realizzati su disegno. Per quanto riguarda i locali situati all’interno del confinante palazzo De Medici, questi sono stati collegati al piano terra attraverso il nuovo e richiamato androne d’ingresso e sono accessibili Sopra: Corte interna Pagina seguente: Ingresso pedonale SEZIONE INGRESSO PEDONALE 18 19 anche dall’esterno. Questa porzione di edificio, proprio per le sue caratteristiche di accessibilità, ha permesso la realizzazione di due ampie sale riunioni caratterizzate da importanti e originali soffitti a cassettoni seicenteschi. Lo scalone monumentale, posto al centro dell’edificio, non dovendo più assolvere alla funzione d’ingresso recupera il suo originario significato di prestigiosa introduzione alla zona nobile del piano primo. I collegamenti verticali sono stati potenziati attraverso l’installazione di un impianto ascensore, di ampie dimensioni, in grado di collegare i cinque livelli del fabbricato, vale a dire i piani interrato, terra, primo, secondo e sottotetto. Tale intervento ha comportato il rifacimento del vano ascensore ed il consolidamento delle strutture potanti. Reception Pagina a destra: Corte interna RECEPTION - ASSONOMETRIA 20 21 Sala Convegni SEZIONE LONGITUDINALE SALA CONVEGNI Pagina a destra: Scalone monumentale 22 23 Particolari architettonici Pagina a destra: Vista prospettica di Via Don Z. Jodi 24 25 IL PIANO NOBILE Palazzo De Medici Il piano primo di palazzo Cassoli-Tirelli presenta una struttura caratterizzata dallo scalone monumentale, componente maggiormente significativa attorno al quale si articolano i principali ambienti della zona nobile, ora recuperata all’originaria funzione di rappresentanza. Il grande volume dello scalone è l’elemento organizzatore, il fulcro dell’intero edificio. Sul suo asse verticale è impostata formalmente l’intera struttura architettonica che si completa, al secondo e terzo piano, con un essenziale cavedio coperto. Una soluzione che porta luce e aerazione naturali nella zona centrale del palazzo. Il recupero delle originali colorazioni dell’involucro murario e l’accurato studio dell’illuminazione hanno voluto accentuare sia il rigore compositivo che l’eleganza e la spazialità dell’insieme. Le sale di rappresentanza sono state valorizzate attraverso significativi interventi riguardanti i volumi e le prospettive, le decorazioni di pareti e soffitti, il disegno delle pavimentazioni in graniglia. Tutto ciò senza mai perdere di vista sia la coerenza e lo spirito del progetto globale che la cura dei particolari, compresi quelli in apparenza minori. La voluta contaminazione tra passato e presente, che ha guidato il progetto, è evidente nella scelta degli arredi d’alto design di scuola moderna, in quelli costruiti su disegno e negli essenziali complementi di stile contemporaneo. L’essenzialità formale di questi elementi si confronta e si rapporta con la storicità dell’involucro, con la severa e rigorosa caratterizzazione architettonica, componendo una “scena” elegante e ricercata nella quale il progetto emerge in tutte le sue qualità compositive. La zona nobile del palazzo è diventata anche elemento di cerniera a livello funzionale tra l’area della Direzione e dello staff, situata nei locali appartenenti a palazzo De Medici, e l’edificio posteriore che è stato trasformato in struttura polifunzionale. Il piano primo del seicentesco palazzo De Medici è stato oggetto di un intervento di restauro che ne ha, da una parte, evidenziato le intrinseche valenze architettoniche e spaziali e, dall’altra, ridefinito l’intera organizzazione adeguandola alle esigenze della Di- Palazzo Cassoli - Tirelli PIANTA PIANO PRIMO Rappresentanza Foresteria Direzione 26 Scalone monumentale 27 rezione. I percorsi interni sono stati modificati e relazionati alla sede principale diventando parte integrante del complesso sistema di collegamenti tra le varie zone funzionali. L’edificio posteriore, oggetto di numerose modifiche nel corso degli anni, è stato completamente ristrutturato. La sua conformazione planimetrica, liberata dalle preesistenti suddivisioni funzionali, si è prestata ad accogliere quelle funzioni che non potevano trovare razionale collocazione all’interno della struttura principale. Al piano terra, infatti, è stata realizzata una sala convegni per ot- tanta persone. Una soluzione che ha finalmente risposto a una esigenza da sempre fortemente avvertita dall’Associazione. Il piano primo, appartenente sempre all’edificio posteriore, è stato organizzato in modo da permettere un uso flessibile e polifunzionale degli spazi attraverso la realizzazione di un’area utilizzabile come foresteria adatta anche per diverse forme di rinfresco e ristorazione. L’intera area, essendo accessibile anche dal cortile/parcheggio interno, può essere considerata una struttura autosufficiente a disposizione anche delle imprese associate per i meeting aziendali. SEZIONE PALAZZO CASSOLI - TIRELLI Pagina a destra: in alto Sala dell’Arazzo – in basso Sala del consiglio 28 29 Sopra a sinistra: Presidenza A destra: Biblioteca Pagina a destra: sopra, Sala rossa – sotto, Sala Giunta 30 31 Cavedio coperto 32 LE AREE OPERATIVE: I PIANI SECONDO E TERZO I piani secondo e terzo si strutturano attorno ad un cavedio coperto da una struttura in ferro e vetro, sovrastante lo scalone principale, che svolge la funzione di illuminare naturalmente la zona centrale dell’edificio. Il suo recupero ha permesso di valorizzare maggiormente i due livelli restituendo identità a una significativa architettura interna. Le modifiche apportate a questo importante elemento compositivo della struttura architettonica hanno trasformato la percezione degli spazi. Una soluzione cha ha consentito alla luce naturale di filtrare all’interno dell’edificio, rendendola cosi parte integrante della rinnovata caratterizzazione volumetrica. Il piano terzo, sottotetto dell’edificio che svolgeva funzioni di archivio e magazzino, è stato completamente recuperato attraverso un significativo intervento di ristrutturazione che ha consentito di realizzare un nuovo spazio di lavoro fortemente caratterizzato sul piano estetico e architettonico. Dal punto di vista funzionale questo intervento riveste particolare importanza perché ha permesso non solo di aumentare sensibilmente la superficie per le attività associative, ma anche di risolvere definitivamente i problemi di degrado strutturale che questo ultimo livello dell’edificio presentava. Il consolidamento dei solai e delle murature ha adeguato la struttura ai carichi previsti dalle normative e ha consentito un generale irrigidimento delle strutture portanti del fabbricato. SEZIONE CAVEDIO COPERTO 33 L’originale struttura lignea di copertura, orditura primaria e secondaria, è stata conservata e valorizzata. Il consolidamento delle capriate, che sostengono la parte centrale della copertura, ha comportato la sostituzione delle catene, il consolidamento dei nodi con piatti d’acciaio e la sigillatura delle sconnessioni con pasta epossidica. La realizzazione di un numero adeguato di lucernari ha consentito l’illuminazione naturale degli ambienti e l’installazione di impianti di climatizzazione che, permettendo continui ricambi d’aria, hanno ottimizzato il confort dei nuovi spazi di lavoro realizzati. Questi due livelli, il secondo e il terzo, sono dedicati a funzioni maggiormente operative e la loro organizzazione risponde alle esigenze proprie degli ambienti di lavoro. La caratterizzazione volumetrica degli spazi, gli essenziali, ma funzionali elementi di arredo, la qualità dell’illuminotecnica si compongono e si integrano creando un ambiente moderno e razionale inserito all’interno della struttura storica. Il piano interrato, anch’esso completamente ristrutturato e accessibile ora anche attraverso il nuovo ascensore, è stato adibito ad archivio e accoglie anche alcuni locali tecnici. Un meticoloso e accurato sforzo progettuale ha consentito l’inserimento di moderni impianti tecnologici all’interno della struttura storica: climatizzazione, rete di trasmissione dati, impianti di sicurezza e controllo. 34 Pagina precedente: Cavedio coperto Sopra: Foto del piano terzo - sottotetto 35 36 Pagina precedente: sopra Piano terzo Sotto: Piano secondo Sopra: Corte interna 37 PIANTA PIANO SECONDO PIANTA PIANO TERZO SEZIONE PARZIALE DEL SOTTOTETTO 38 PROSPETTO SU VIA TOSCHI DEL PALAZZO CASSOLI - TIRELLI E PALAZZO DE MEDICI 39 Palazzo Cassoli - Tirelli Profilo storico a cura di RICCARDO LUSUARDI Architetto Progetto Arch. Luigi Caldini (1913) zione con via Don Zeffirino Jodi e fa parte dell’isolato delimitato dalle vie Boiardi, Resti e Fontanelli. Questa zona apparteneva sicuramente al tracciato viario reticolare di epoca romana, il Castrum romano che aveva come Decumano l’attuale via Emilia e come Cardo le vie Roma e Guidelli. La città, prima Castrum o Forum, sarà trasformata in Municipium in epoca imperiale nel I secolo dopo Cristo. Sul lato meridionale della prima fortificazione era situato il “Campo di Marte”, un’area quadrata di cento passi per lato, pari a 148 metri, destinata all’addestramento dei soldati e racchiusa tra le attuali vie Campo Marzio, Don Jodi, Toschi e S. Carlo. La fine del potere romano vede la città in stato di totale abbandono: periodi di tranquillità si alternavano alle devastazioni degli Il palazzo Cassoli-Tirelli appartiene al tessuto edilizio della città storica sedimentatosi, nel tempo, attraverso trasformazioni, sovrapposizioni e modifiche spesso di complessa e difficile interpretazione. Il Palazzo prospetta su via Toschi in corrispondenza dell’interse- 41 invasori e la sola autorità che diede prova di efficienza fu quella del Vescovo. Non si hanno notizie certe sulla struttura urbana di quest’area fino al XI secolo. L’opera dei vescovi fu riconosciuta fin dai Longobardi, ma fu in seguito all’invasione degli Ungheri avvenuta nell’anno 899 che l’imperatore Ludovico III concesse al vescovo Pietro di fortificare la Chiesa Cattedrale. Il Castrum vescovile dell’XI secolo è un momento urbano molto importante: le mura riprendevano l’andamento delle attuali Via Emilia, Guidelli, Toschi e Piazza Prampolini. Nel XII secolo la perdita di potere del Vescovo a favore del libero Comune e l’aumentata dimensione della città nei borghi esterni, comporta la demolizione del Castrum vescovile e l’inizio della co- Reggio di Lombardia 1620 - Giusto Sadeler 42 struzione di una nuova delimitazione urbana. La costruzione delle nuove mura esagonali, che tuttora caratterizzano la forma della città storica, inizia nell’anno 1199 e si protrae per circa novant’anni. Nei secoli XV e XVI ebbero un notevole sviluppo le costruzioni monastiche che, in concomitanza con l’espandersi delle case e dei palazzi, crearono i primi problemi di spazio. Sull’area occupata attualmente dall’edificio Telecom sorgeva il convento di San Raffaele: la chiesa si affacciava su uno slargo compreso tra via Toschi e via Jodi, a metà Cinquecento chiamata contrada del Gioco del Pallone. In corrispondenza del palazzo Cassoli-Tirelli vi era il Vicolo morto che nel 1670 venne chiuso su richiesta delle monache di San Raffaele. Dalla seconda metà del Palazzo Boiardi (1902) Palazzo Pratonieri (1910) 43 secolo XVIII furono soppressi numerosi enti ecclesiastici, ma pochi furono gli edifici realmente abbattuti. E’ tra la fine del 700 e la prima metà dell’800 che l’immagine della città si modifica ed assume una fisionomia sostanzialmente immutata sino alla fine del XIX secolo. L’abbattimento delle mura, il cui inizio risale al 1849, favorirà i processi di espansione edilizia fino a quel momento condizionati dalla presenza di tale perimetro. Le ville Enrichetta Levi e Levi Terrachini, situate in via Fontanelli e Campo Marzio, vengono costruite nel 1878 in seguito alla demolizione di antichi isolati e costituiscono uno dei primi casi di rottura nel continuum del tessuto storico. Il dibattito sulle tendenze e gli orientamenti architettonici dei primi anni del Novecento è indirizzato al tentativo di trovare un’armonica ed equilibrata commistione tra vecchio e nuovo, tra il reimpiego delle forme espressive del passato e l’introduzione di elementi linguistici moderni. La media borghesia, ancora molto legata a formulari stilistici collaudati, svolge un ruolo decisivo nell’indirizzo eclettico dell’architettura reggiana. Gli interventi di riforma stilistica delle facciate dei palazzi del centro e i tratti architettonici delle palazzine o dei villini delle prime aree di espansione, si differenziavano stilisticamente per una maggiore o minore interpretazione filologica del passato. All’interno del filone neomedioevale, che ha nel geometra Pietro Cavicchioni il principale esponente locale, troviamo edifici dal linguaggio neoromanico, come villa Rossi-Bolezzi, o neogotico, come il villino di via Ferrari o, ancora, che richiamano l’architettura fortificata dei castelli trecenteschi, come villa Ferretti. I più noti Palazzo Boiardi e Palazzo Pratonieri si rifanno, all’interno della corrente neorinascimentale, al tardo Quattrocento di marca bolognese e ferrarese. Il clima di crescente nazionalismo, del secondo decennio del secolo, incentiva la ripresa del repertorio eclettico: l’ingegnere reggiano Guido Tirelli ne è il principale esponente. In questo contesto storico si inserisce la costruzione del palazzo ora sede di Industriali Reggio Emilia, avvenuta in seguito alla demolizione di alcuni edifici. Costruito nel 1913 dai coniugi Cassoli-Tirelli, su progetto dell’architetto fiorentino Luigi Caldini, è un tipico esempio di architettura neoeclettica. Il prospetto è fortemente caratterizzato dalle torri merlate, dalle bifore e trifore inscritte in archi a tutto sesto. Risultano ben evidenti i richiami medioevaleggianti di origine toscana. La torre principale si erge in corrispondenza dell’ortogonale via Jodi: tale collocazione fa assumere all’edificio una forte valenza urbana in quanto ne diventa elemento scenografico di chiusura della prospettiva. 44 Fornitori AGANIPPE PAVIMENTI S.r.l. Lanciano (Chieti) Pavimenti in graniglia ARREDAMENTI PONTI S.r.l. S. Biagio (Mantova) Arredamenti su disegno CITTERIO S.p.a. Sirone (Lecco) Arredamento uffici ERGO UFFICIO ARREDAMENTI Correggio (Reggio E.) Sedute per ufficio F.LLI. CACCIAVILLANI S.a.s. (Reggio E.) Elettroforniture LAMM S.p.a San Secondo Parmense (Parma) Sedute sale riunioni MORET S.r.l. (Vicenza) Tappeti PRATI S.n.c. (Reggio E) Tendaggi PROGETTO UFFICIO S.r.l. Campegine (Reggio E.) Arredamento uffici SANNINI IMPRUNETA S.p.a. Ferrone Impruneta (Firenze) Pavimenti in cotto SITMATIC S.r.l. Correggio (Reggio E.) Sedute per ufficio TOSCHI ARREDAMENTI S.r.l. (Reggio E) Arredamento uffici UNIFOR S.p.a. Turate (Como) Arredamento uffici UNILOGO S.r.l. (Reggio E.) Segnaletica 47