Il Palazzo dell`Industria - Unindustria Reggio Emilia

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Il Palazzo dell’Industria
Reggio Emilia 2006
Il Palazzo dell’Industria
Reggio Emilia 2006
© Associazione Industriali Reggio Emilia
Via Toschi 32 - 42100 Reggio Emilia
Fotografie - Carlo Vannini Reggio Emilia
Progetto grafico - Hammer Communication
Stampa Tecnograf Reggio Emilia
• Progetto architettonico e direzione artistica
ARCH. RICCARDO LUSUARDI
GEOM. FABIO ALBERTINI
ARCH. ANGELO DALLASTA
• Ricerca storica e rilievo architettonico
ARCH. RICCARDO LUSUARDI
• Supervisore dei lavori per conto della committenza
CAV. LUCIANO RIVA - Presidente SIFIR
• Interior design
ARCH. RICCARDO LUSUARDI
GEOM. FABIO ALBERTINI
PROF. LUIGI FRANCESCHI
Collaboratore alle decorazioni
GEOM. SERGIO DENTI
Collaboratore illuminotecnico
ARCH. NORBERTO VACCARI
Progetto del verde
• Direzione lavori generale
ARCH. RICCARDO LUSUARDI
ARCH. ANGELO DALLASTA
• Progetto e direzione lavori strutturali
ING. NICOLA MASINI
ARCH. RICCARDO LUSUARDI
ARCH. ANGELO DALLASTA
• Progetto e direzione lavori impiantistici
STUDIO TERMOTECNICI ASSOCIATI
CAVAZZONI ASSOCIATI S.R.L.
AUDIOCENTER
PROGETTO SICUREZZA S.R.L.
PLANNING STUDIO S.r.l.
STUDIO ALFA S.r.l.
• Coordinatore della sicurezza
ARCH. CLAUDIO BISI
• Imprese esecutrici
Impresa MONTANARI LUIGI S.r.l.
Direttore di cantiere Geom. Carlo Gasparini
Capo cantiere Sig. Amos Grisendi
AUDIOCENTER
B.L. S.n.c
ELETTRICA RIESE S.r.l.
ELETTROGIO
FRANCESCHI DECORAZIONI
TORREGGIANI & C S.p.a
INDICE
La casa degli imprenditori
pag.
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Rispettare il passato, costruire il futuro
pag.
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Il progetto di recupero
pag.
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Piano terra
pag.
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Piano nobile
pag.
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Le aree operative: piano secondo e terzo
pag.
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Palazzo Cassoli - Tirelli, il profilo storico
pag.
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LA CASA DEGLI IMPRENDITORI
È trascorso oltre mezzo secolo da quel 1950 che vide il trasferimento
della Sede degli Industriali reggiani in via Toschi presso il palazzo
Cassoli-Tirelli. Da tempo questa nostra presenza è diventata un elemento fortemente evocativo. Non a caso per indicare l’Associazione
degli Imprenditori reggiani ci si limita spesso a citare il nome della
strada che la ospita. Si tratta di una privilegio riconosciuto solo a
quelle “Istituzioni” capaci, attraverso la loro autorevolezza, di intrecciare indissolubilmente la propria identità al luogo che le ospita.
Nasce da questo intenso legame la volontà di confermare la presenza
di Industriali Reggio Emilia nel centro cittadino attraverso l’ampliamento e il rinnovamento della propria Sede storica. Una scelta fondata su due considerazioni che vale la pena richiamare. La prima, è contribuire a quel “rinascimento” del Capoluogo fondato su importanti
opere di restauro e riqualificazione. La seconda, è data dalla volontà
di realizzare attraverso la rinnovata Sede un vero e proprio progetto
associativo. Un’idea basata sull’obiettivo di sviluppare una maggior
capacità di rappresentanza e dunque di relazione tra l’imprenditoria,
gli attori locali e la comunità. Il risultato non è solo una Sede più bella,
ma un luogo ancor più presente nella vita di una città che va definendo le scelte sul proprio futuro. Si tratta, infine, di un deliberato atto
d’amore verso un’imprenditoria che ha dato al territorio sviluppo, occupazione e benessere e che sente “via Toschi” come la propria Casa.
FABIO STORCHI
Presidente Industriali Reggio Emilia
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PA L A Z Z O C A S S O L I T I R E L L I O R A D E L L’ I N D U S T R I A
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RISPETTARE IL PASSATO
COSTRUIRE IL FUTURO
Il fine primario della conservazione del patrimonio storico-architettonico non è tanto quello di tutelare “le cose”, ma ciò che nelle cose
ha valore per la vita spirituale e sociale delle persone.
La qualità dell’ambiente e quella dello spazio urbano, componenti rilevanti per il benessere del singolo individuo e della comunità, sono
anche fattori trainanti dei processi sociali ed economici locali. Riconoscere tali beni come contenitori di valori, implica che questi non devono essere solo conservati, ma recuperati e riutilizzati affinché tutti
ne possano fruire in coerenza con gli stili di vita e di lavoro attuali.
Il recupero e la valorizzazione degli edifici storici deve riformulare in
modo innovativo proposte d’uso per spazi e per strutture architettoniche pensate e realizzate nel passato e spesso per scopi ormai superati. In tale processo è necessario operare in sintonia con gli
obiettivi della committenza e dunque con gli utilizzi da quest’ultima
ipotizzati, contribuendo in tal modo alla rivitalizzazione del tessuto
storico della città.
Questi principi hanno ispirato, fin dalla sua prima formulazione, il
progetto di recupero dell’edificio che ospita dal 1950 la sede dell’Associazione degli Industriali di Reggio Emilia, guidando, nello
stesso tempo, l’appassionato confronto sugli obbiettivi che l’intervento si prefiggeva di raggiungere. A ben vedere, il recupero architettonico del Palazzo Cassoli-Tirelli è parte integrante di una precisa
strategia di crescita, avviata dagli Industriali agli inizi del 2000, con il
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preciso obiettivo di ampliare i servizi offerti all’industria reggiana migliorando nello stesso tempo la sua rappresentanza.
Data al 2001 la consapevole scelta di continuare a svolgere la propria
attività all’interno del centro storico rifiutando le pur funzionali suggestioni esercitate da un nuovo insediamento localizzato al di fuori dell’antico perimetro urbano. Una decisone motivata non solo da considerazioni patrimoniali, ma, anche e soprattutto, dalla precisa volontà
di contribuire, in linea con una radicata attenzione associativa verso la
città, alla riqualificazione di un centro storico interessato in questi anni
da un importante programma di interventi pubblici e privati.
Costruire una struttura più “aperta” al contesto urbano e maggiormente funzionale alle rinnovate esigenze associative, disporre di
adeguati spazi dedicati non solo al lavoro, ma anche alla dimensione
sociale, offrire alle imprese, ai loro imprenditori e all’intera comunità
una sede per il confronto e la promozione della cultura intesa come
nuovo capitale. Queste sono state in grande sintesi le stimolanti linee guida entro le quali sviluppare, con creatività e libertà, un progetto che ha inteso valorizzare luoghi, particolari, segni e elementi
costruttivi di un’architettura scaturita dal sovrapporsi di stili, linguaggi e tecnologie.
RICCARDO LUSUARDI
Architetto
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Il Progetto di recupero
LA FILOSOFIA DELL’INTERVENTO
Un intervento di recupero architettonico raccoglie intorno a sé figure professionali diverse e complementari che devono saper
conciliare, attraverso una costante “negoziazione”, le esigenze
funzionali con i vincoli posti dell’esistente struttura storica.
La filosofia dell’intervento ha assecondato una precisa richiesta
posta dalla committenza: garantire la continuità delle attività senza prevedere alcun trasferimento temporaneo. Tale decisione ha
comportato, dopo la stesura del progetto di massima, l’impostazione di quattro principali fasi di attuazione che consentissero di
operare in condizioni di massima sicurezza e di garantire, nello
stesso tempo, lo svolgimento delle attività creando il minor disagio possibile.
La progettazione “integrata” dell’intero organismo architettonico,
nella sua pluralità di elementi e componenti, ha riguardato ogni
singolo aspetto della riqualificazione. In altri termini, ha consentito di evidenziare ogni peculiarità e caratteristica degli ambienti,
determinando un insieme, coerente e concluso, funzionale alle attività di terziario avanzato svolte all’interno della struttura.
Ogni fase esecutiva ha riguardato non solo la progettazione delle
opere murarie, la definizione dei particolari costruttivi e spesso anche decorativi, l’inserimento degli impianti tecnologici, ma anche lo
studio dell’illuminazione, dell’arredamento e dei suoi complementi.
L’esecuzione del progetto ha comportato un’attività durata quarantadue mesi e suddivisa a sua volta in quattro fasi di attuazione, ciascuna della durata di dieci/dodici mesi. Un risultato allineato alla richiesta della committenza che si è potuto raggiungere
operando in stretta collaborazione con i progettisti degli impianti, le imprese esecutrici delle opere (edili ed impiantistiche), i fornitori degli arredi.
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LE CARATTERISTICHE DEL COMPLESSO IMMOBILIARE
OGGETTO DELL’INTERVENTO
Oggetto dell’intervento è stato un edificio composto da un corpo di fabbrica principale, strutturato su tre piani fuori terra, e da
un corpo di fabbrica secondario di due piani posto all’interno
della proprietà.
Il palazzo vero e proprio presentava una struttura architettonica
fortemente articolata. Alcune porzioni erano caratterizzate da elementi di particolare pregio architettonico quali l’androne d’ingresso al civico 32, lo scalone monumentale, le sale della zona nobile
poste al primo piano. Le rimanenti parti non presentavano elementi di rilievo ed erano state oggetto, nel corso degli anni, di interventi di adattamento funzionale parziali e disorganici che ne avevano alterato e distorto le caratteristiche formali e tipologiche.
Dal punto di vista funzionale la struttura risultava ormai inadeguata, non permetteva un’organizzazione del lavoro suddivisa
per aree omogenee e non rispondeva adeguatamente alle crescenti esigenze di rappresentanza dell’Associazione. Tutto ciò
nonostante alcuni interventi di riqualificazione interna effettuati
nel corso dell’anno 2000, su progetto del Geometra Fabio Albertini, volti a risolverne i problemi sia di carattere funzionale che architettonico e riguardanti la rinnovata Sala Giunta e l’ingresso allo scalone monumentale.
Allo stesso tempo vale la pena ricordare l’acquisizione, realizzata
nel 2001, delle unità immobiliari situate ai piani terra e primo del
confinante palazzo De Medici. Un investimento immobiliare che
ha permesso di aumentare sensibilmente la superficie a disposizione e dunque oggetto dell’intervento, consentendo così una
più fluida, pratica e funzionale organizzazione delle attività associative.
Palazzo De Medici
Palazzo Cassoli - Tirelli
PIANTA PIANO TERRA
Sale riunioni
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Accoglienza
IL PIANO TERRA
zazione dei percorsi interni. L’ingresso posto al civico 32 di via
Toschi, che per decenni aveva caratterizzato l’edificio fungendo
da introduzione allo scalone di rappresentanza e all’ampio cortile, è stato reinterpretato come semplice seppur indispensabile
via d’accesso a quest’ultimo destinato anche alla funzione di parcheggio per un numero limitato di vetture.
Il nuovo ingresso pedonale riscopre, al contrario, l’androne sottostante la “torre” principale che caratterizza il palazzo. Una soluzione
particolarmente felice poiché posta in asse con via Jodi e quindi in
grado di valorizzare la componente “monumentale” del nuovo ingresso. Tale soluzione permette l’accesso alla reception e, consentendo la vista e l’accesso alla piccola corte interna, completa la pro-
Al piano terra la zona anteriore dell’edificio svolge le funzioni di
accoglienza, vale a dire, la reception, le sale d’attesa e di ricevimento; mentre la zona posteriore è dedicata alla convegnistica.
Le caratteristiche distintive del palazzo con la sua marcata identità architettonica, di stile neogotico, sono certamente elementi di
forte valenza rappresentativa che, tuttavia, trasmettevano, anche
a causa degli stilemi tipici delle fortificazioni medievali, l’immagine di una struttura “chiusa” e quasi intenzionalmente “isolata”
dal contesto circostante.
Il progetto, pur nel rispetto dei vincoli derivanti dalla struttura
storica, ha inteso modificare tale percezione attraverso la ridefinizione del sistema degli accessi (pedonale e carraio) e la riorganiz-
PROSPETTO SUD DELLA CORTE INTERNA
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VIA TOSCHI 32
INGRESSO PEDONALE • RECEPTION E CORTE INTERNA
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spettiva urbana “sfondandola” fino all’interno del palazzo. Questa
nuova organizzazione architettonica comunica ora un’immagine
“aperta” della struttura associativa, instaurando così un nuovo rapporto tra interno e esterno, tra edificio e città, tra privato e pubblico.
Il progetto del nuovo ingresso, che non presentava elementi di
pregio architettonico e che da anni era relegata alla funzione di
magazzino, ha ridefinito i rapporti spaziali tra i singoli ambienti,
ha costruito un insieme rigoroso e coerente con la caratterizzazione neogotica della facciata.
La corte interna, anch’essa valorizzata dalla nuova impostazione,
è diventata ora non solo elemento di cerniera, ma anche spazio
organizzatore di funzioni e, all’occasione, può svolgere la funzione di “ingresso” ai nuovi locali dedicati alla convegnistica collocati nella parte posteriore dell’edificio.
Per la finitura di questi ambienti sono stati utilizzati materiali tradizionali. La graniglia e la pietra, l’intonaco e il ferro, in un insieme capace di dialogare e di rapportarsi con il legno, il cuoio e
l’acciaio dei moderni e funzionali arredi realizzati su disegno.
Per quanto riguarda i locali situati all’interno del confinante palazzo De Medici, questi sono stati collegati al piano terra attraverso il nuovo e richiamato androne d’ingresso e sono accessibili
Sopra: Corte interna
Pagina seguente: Ingresso pedonale
SEZIONE INGRESSO PEDONALE
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anche dall’esterno. Questa porzione di edificio, proprio per le
sue caratteristiche di accessibilità, ha permesso la realizzazione di
due ampie sale riunioni caratterizzate da importanti e originali
soffitti a cassettoni seicenteschi.
Lo scalone monumentale, posto al centro dell’edificio, non dovendo più assolvere alla funzione d’ingresso recupera il suo originario significato di prestigiosa introduzione alla zona nobile del
piano primo.
I collegamenti verticali sono stati potenziati attraverso l’installazione di un impianto ascensore, di ampie dimensioni, in grado di
collegare i cinque livelli del fabbricato, vale a dire i piani interrato, terra, primo, secondo e sottotetto. Tale intervento ha comportato il rifacimento del vano ascensore ed il consolidamento
delle strutture potanti.
Reception
Pagina a destra: Corte interna
RECEPTION - ASSONOMETRIA
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Sala Convegni
SEZIONE LONGITUDINALE SALA CONVEGNI
Pagina a destra: Scalone monumentale
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Particolari architettonici
Pagina a destra: Vista prospettica di Via Don Z. Jodi
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IL PIANO NOBILE
Palazzo De Medici
Il piano primo di palazzo Cassoli-Tirelli presenta una struttura caratterizzata dallo scalone monumentale, componente maggiormente significativa attorno al quale si articolano i principali ambienti della zona nobile, ora recuperata all’originaria funzione di
rappresentanza.
Il grande volume dello scalone è l’elemento organizzatore, il fulcro dell’intero edificio. Sul suo asse verticale è impostata formalmente l’intera struttura architettonica che si completa, al secondo e terzo piano, con un essenziale cavedio coperto. Una soluzione che porta luce e aerazione naturali nella zona centrale del
palazzo. Il recupero delle originali colorazioni dell’involucro murario e l’accurato studio dell’illuminazione hanno voluto accentuare sia il rigore compositivo che l’eleganza e la spazialità dell’insieme.
Le sale di rappresentanza sono state valorizzate attraverso significativi interventi riguardanti i volumi e le prospettive, le decorazioni di pareti e soffitti, il disegno delle pavimentazioni in graniglia. Tutto ciò senza mai perdere di vista sia la coerenza e lo spirito del progetto globale che la cura dei particolari, compresi quelli in apparenza minori.
La voluta contaminazione tra passato e presente, che ha guidato
il progetto, è evidente nella scelta degli arredi d’alto design di
scuola moderna, in quelli costruiti su disegno e negli essenziali
complementi di stile contemporaneo. L’essenzialità formale di
questi elementi si confronta e si rapporta con la storicità dell’involucro, con la severa e rigorosa caratterizzazione architettonica,
componendo una “scena” elegante e ricercata nella quale il progetto emerge in tutte le sue qualità compositive.
La zona nobile del palazzo è diventata anche elemento di cerniera a livello funzionale tra l’area della Direzione e dello staff, situata nei locali appartenenti a palazzo De Medici, e l’edificio posteriore che è stato trasformato in struttura polifunzionale.
Il piano primo del seicentesco palazzo De Medici è stato oggetto
di un intervento di restauro che ne ha, da una parte, evidenziato
le intrinseche valenze architettoniche e spaziali e, dall’altra, ridefinito l’intera organizzazione adeguandola alle esigenze della Di-
Palazzo Cassoli - Tirelli
PIANTA PIANO PRIMO
Rappresentanza
Foresteria
Direzione
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Scalone monumentale
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rezione. I percorsi interni sono stati modificati e relazionati alla
sede principale diventando parte integrante del complesso sistema di collegamenti tra le varie zone funzionali.
L’edificio posteriore, oggetto di numerose modifiche nel corso
degli anni, è stato completamente ristrutturato. La sua conformazione planimetrica, liberata dalle preesistenti suddivisioni funzionali, si è prestata ad accogliere quelle funzioni che non potevano
trovare razionale collocazione all’interno della struttura principale.
Al piano terra, infatti, è stata realizzata una sala convegni per ot-
tanta persone. Una soluzione che ha finalmente risposto a una
esigenza da sempre fortemente avvertita dall’Associazione. Il
piano primo, appartenente sempre all’edificio posteriore, è stato
organizzato in modo da permettere un uso flessibile e polifunzionale degli spazi attraverso la realizzazione di un’area utilizzabile come
foresteria adatta anche per diverse forme di rinfresco e ristorazione.
L’intera area, essendo accessibile anche dal cortile/parcheggio interno, può essere considerata una struttura autosufficiente a disposizione anche delle imprese associate per i meeting aziendali.
SEZIONE PALAZZO CASSOLI - TIRELLI
Pagina a destra: in alto Sala dell’Arazzo – in basso Sala del consiglio
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Sopra a sinistra: Presidenza
A destra: Biblioteca
Pagina a destra: sopra, Sala rossa – sotto, Sala Giunta
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Cavedio coperto
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LE AREE OPERATIVE: I PIANI SECONDO E TERZO
I piani secondo e terzo si strutturano attorno ad un cavedio coperto da una struttura in ferro e vetro, sovrastante lo scalone
principale, che svolge la funzione di illuminare naturalmente la
zona centrale dell’edificio. Il suo recupero ha permesso di valorizzare maggiormente i due livelli restituendo identità a una significativa architettura interna.
Le modifiche apportate a questo importante elemento compositivo della struttura architettonica hanno trasformato la percezione degli spazi. Una soluzione cha ha consentito alla luce naturale
di filtrare all’interno dell’edificio, rendendola cosi parte integrante della rinnovata caratterizzazione volumetrica.
Il piano terzo, sottotetto dell’edificio che svolgeva funzioni di archivio e magazzino, è stato completamente recuperato attraverso un significativo intervento di ristrutturazione che ha consentito
di realizzare un nuovo spazio di lavoro fortemente caratterizzato
sul piano estetico e architettonico.
Dal punto di vista funzionale questo intervento riveste particolare
importanza perché ha permesso non solo di aumentare sensibilmente la superficie per le attività associative, ma anche di risolvere definitivamente i problemi di degrado strutturale che questo
ultimo livello dell’edificio presentava. Il consolidamento dei solai
e delle murature ha adeguato la struttura ai carichi previsti dalle
normative e ha consentito un generale irrigidimento delle strutture portanti del fabbricato.
SEZIONE CAVEDIO COPERTO
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L’originale struttura lignea di copertura, orditura primaria e secondaria, è stata conservata e valorizzata. Il consolidamento delle
capriate, che sostengono la parte centrale della copertura, ha
comportato la sostituzione delle catene, il consolidamento dei
nodi con piatti d’acciaio e la sigillatura delle sconnessioni con pasta epossidica.
La realizzazione di un numero adeguato di lucernari ha consentito
l’illuminazione naturale degli ambienti e l’installazione di impianti
di climatizzazione che, permettendo continui ricambi d’aria, hanno ottimizzato il confort dei nuovi spazi di lavoro realizzati.
Questi due livelli, il secondo e il terzo, sono dedicati a funzioni
maggiormente operative e la loro organizzazione risponde alle
esigenze proprie degli ambienti di lavoro. La caratterizzazione
volumetrica degli spazi, gli essenziali, ma funzionali elementi di
arredo, la qualità dell’illuminotecnica si compongono e si integrano creando un ambiente moderno e razionale inserito all’interno
della struttura storica.
Il piano interrato, anch’esso completamente ristrutturato e accessibile ora anche attraverso il nuovo ascensore, è stato adibito ad
archivio e accoglie anche alcuni locali tecnici.
Un meticoloso e accurato sforzo progettuale ha consentito l’inserimento di moderni impianti tecnologici all’interno della struttura
storica: climatizzazione, rete di trasmissione dati, impianti di sicurezza e controllo.
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Pagina precedente: Cavedio coperto
Sopra: Foto del piano terzo - sottotetto
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Pagina precedente: sopra Piano terzo
Sotto: Piano secondo
Sopra: Corte interna
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PIANTA PIANO SECONDO
PIANTA PIANO TERZO
SEZIONE PARZIALE DEL SOTTOTETTO
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PROSPETTO SU VIA TOSCHI DEL PALAZZO CASSOLI - TIRELLI E PALAZZO DE MEDICI
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Palazzo Cassoli - Tirelli
Profilo storico
a cura di RICCARDO LUSUARDI Architetto
Progetto Arch. Luigi Caldini (1913)
zione con via Don Zeffirino Jodi e fa parte dell’isolato delimitato
dalle vie Boiardi, Resti e Fontanelli. Questa zona apparteneva sicuramente al tracciato viario reticolare di epoca romana, il Castrum romano che aveva come Decumano l’attuale via Emilia e
come Cardo le vie Roma e Guidelli.
La città, prima Castrum o Forum, sarà trasformata in Municipium
in epoca imperiale nel I secolo dopo Cristo. Sul lato meridionale
della prima fortificazione era situato il “Campo di Marte”,
un’area quadrata di cento passi per lato, pari a 148 metri, destinata all’addestramento dei soldati e racchiusa tra le attuali vie
Campo Marzio, Don Jodi, Toschi e S. Carlo.
La fine del potere romano vede la città in stato di totale abbandono: periodi di tranquillità si alternavano alle devastazioni degli
Il palazzo Cassoli-Tirelli appartiene al tessuto edilizio della città storica sedimentatosi, nel tempo, attraverso trasformazioni, sovrapposizioni e modifiche spesso di complessa e difficile interpretazione.
Il Palazzo prospetta su via Toschi in corrispondenza dell’interse-
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invasori e la sola autorità che diede prova di efficienza fu quella
del Vescovo. Non si hanno notizie certe sulla struttura urbana di
quest’area fino al XI secolo. L’opera dei vescovi fu riconosciuta
fin dai Longobardi, ma fu in seguito all’invasione degli Ungheri
avvenuta nell’anno 899 che l’imperatore Ludovico III concesse al
vescovo Pietro di fortificare la Chiesa Cattedrale.
Il Castrum vescovile dell’XI secolo è un momento urbano molto
importante: le mura riprendevano l’andamento delle attuali Via
Emilia, Guidelli, Toschi e Piazza Prampolini.
Nel XII secolo la perdita di potere del Vescovo a favore del libero
Comune e l’aumentata dimensione della città nei borghi esterni,
comporta la demolizione del Castrum vescovile e l’inizio della co-
Reggio di Lombardia 1620 - Giusto Sadeler
42
struzione di una nuova delimitazione urbana. La costruzione delle
nuove mura esagonali, che tuttora caratterizzano la forma della
città storica, inizia nell’anno 1199 e si protrae per circa novant’anni. Nei secoli XV e XVI ebbero un notevole sviluppo le costruzioni monastiche che, in concomitanza con l’espandersi delle case e dei palazzi, crearono i primi problemi di spazio.
Sull’area occupata attualmente dall’edificio Telecom sorgeva il
convento di San Raffaele: la chiesa si affacciava su uno slargo
compreso tra via Toschi e via Jodi, a metà Cinquecento chiamata
contrada del Gioco del Pallone. In corrispondenza del palazzo
Cassoli-Tirelli vi era il Vicolo morto che nel 1670 venne chiuso su
richiesta delle monache di San Raffaele. Dalla seconda metà del
Palazzo Boiardi (1902)
Palazzo Pratonieri (1910)
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secolo XVIII furono soppressi numerosi enti ecclesiastici, ma pochi furono gli edifici realmente abbattuti.
E’ tra la fine del 700 e la prima metà dell’800 che l’immagine della città si modifica ed assume una fisionomia sostanzialmente immutata sino alla fine del XIX secolo. L’abbattimento delle mura, il
cui inizio risale al 1849, favorirà i processi di espansione edilizia
fino a quel momento condizionati dalla presenza di tale perimetro. Le ville Enrichetta Levi e Levi Terrachini, situate in via Fontanelli e Campo Marzio, vengono costruite nel 1878 in seguito alla
demolizione di antichi isolati e costituiscono uno dei primi casi di
rottura nel continuum del tessuto storico.
Il dibattito sulle tendenze e gli orientamenti architettonici dei primi anni del Novecento è indirizzato al tentativo di trovare un’armonica ed equilibrata commistione tra vecchio e nuovo, tra il
reimpiego delle forme espressive del passato e l’introduzione di
elementi linguistici moderni.
La media borghesia, ancora molto legata a formulari stilistici collaudati, svolge un ruolo decisivo nell’indirizzo eclettico dell’architettura reggiana. Gli interventi di riforma stilistica delle facciate dei
palazzi del centro e i tratti architettonici delle palazzine o dei villini
delle prime aree di espansione, si differenziavano stilisticamente
per una maggiore o minore interpretazione filologica del passato.
All’interno del filone neomedioevale, che ha nel geometra Pietro
Cavicchioni il principale esponente locale, troviamo edifici dal linguaggio neoromanico, come villa Rossi-Bolezzi, o neogotico, come il
villino di via Ferrari o, ancora, che richiamano l’architettura fortificata
dei castelli trecenteschi, come villa Ferretti. I più noti Palazzo Boiardi
e Palazzo Pratonieri si rifanno, all’interno della corrente neorinascimentale, al tardo Quattrocento di marca bolognese e ferrarese.
Il clima di crescente nazionalismo, del secondo decennio del secolo, incentiva la ripresa del repertorio eclettico: l’ingegnere
reggiano Guido Tirelli ne è il principale esponente.
In questo contesto storico si inserisce la costruzione del palazzo
ora sede di Industriali Reggio Emilia, avvenuta in seguito alla demolizione di alcuni edifici.
Costruito nel 1913 dai coniugi Cassoli-Tirelli, su progetto dell’architetto fiorentino Luigi Caldini, è un tipico esempio di architettura neoeclettica. Il prospetto è fortemente caratterizzato dalle
torri merlate, dalle bifore e trifore inscritte in archi a tutto sesto.
Risultano ben evidenti i richiami medioevaleggianti di origine toscana. La torre principale si erge in corrispondenza dell’ortogonale via Jodi: tale collocazione fa assumere all’edificio una forte
valenza urbana in quanto ne diventa elemento scenografico di
chiusura della prospettiva.
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Fornitori
AGANIPPE PAVIMENTI S.r.l.
Lanciano (Chieti)
Pavimenti in graniglia
ARREDAMENTI PONTI S.r.l.
S. Biagio (Mantova)
Arredamenti su disegno
CITTERIO S.p.a.
Sirone (Lecco)
Arredamento uffici
ERGO UFFICIO ARREDAMENTI
Correggio (Reggio E.)
Sedute per ufficio
F.LLI. CACCIAVILLANI S.a.s.
(Reggio E.)
Elettroforniture
LAMM S.p.a
San Secondo Parmense (Parma)
Sedute sale riunioni
MORET S.r.l.
(Vicenza)
Tappeti
PRATI S.n.c.
(Reggio E)
Tendaggi
PROGETTO UFFICIO S.r.l.
Campegine (Reggio E.)
Arredamento uffici
SANNINI IMPRUNETA S.p.a.
Ferrone Impruneta (Firenze)
Pavimenti in cotto
SITMATIC S.r.l.
Correggio (Reggio E.)
Sedute per ufficio
TOSCHI ARREDAMENTI S.r.l.
(Reggio E)
Arredamento uffici
UNIFOR S.p.a.
Turate (Como)
Arredamento uffici
UNILOGO S.r.l.
(Reggio E.)
Segnaletica
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