Da www.villaadriana.com VILLA ADRIANA A TIVOLI Quale che fosse l'entrata principale originale della villa è ancor oggi tema di discussione, comunque una strada antica con basoli di lava giungeva presso l'attuale ingresso dell'area archeologica, e da qui inizia la descrizione dei principali monumenti secondo la loro collocazione logistica lungo un ipotetico percorso in senso orario, anche se la varietà della composizione architettonica e la sua articolazione secondo assi diversamente orientati danno al complesso il carattere di una composizione aperta. La Historia Augusta ci riferisce che nella sua villa Adriano aveva voluto riprodurre quei monumenti che durante i suoi innumerevoli viaggi, specie in Grecia, lo avevano affascinato: Pecile, Canopo, Accademia, Liceo. Così dal Rinascimento in poi fu un continuo attribuire nomi o credere di riconoscere questo o quel monumento della villa con il risultato che la maggior parte delle attribuzioni sono arbitrarie e dal valore puramente convenzionale. Il periodo adrianeo rimane comunque il più importante nella storia dell'architettura romana paragonabile a quella Rinascimentale per i valori classici ed a quella Barocca per l'innovazione stilistica e la fantasia. L'apoteosi della linea curva è celebrata in Villa Adriana grazie anche a virtuosismi tecnici ed all'uso sapiente del calcestruzzo, del mattone e del tufo che come detto, in questo periodo, toccano valori di qualità insuperata. EDIFICI SERVILI Cento camerelle Grande sostruzione a nicchioni alta più di 15 metri resa necessaria per sostenere la spianata del Pecile nella quale furono ricavati numerosi ambienti La parte più imponente è costituita dai settori meridionale e occidentale del Pecile. Circa a metà del lato meridionale la struttura cambia orientamento determinando un altro complesso sempre a sviluppo lineare. Il fronte delle Cento Camerelle si sviluppa per 330 metri con ben 92 vani disposti su più piani (da uno a quattro a seconda del terreno circostante) resi accessibili direttamente dal fronte esterno per mezzo di ballatoio ligneo, una latrina multipla era posta alla fine di ogni fila di vani che probabilmente servivano da alloggio agli schiavi utilizzati nella villa. Secondo il Piranesi la funzione era invece di alloggio della guardia pretoria. L'intero fronte delle Camerelle era fiancheggiato da una strada in parte messa in luce di recente, inoltre erano numerosi i collegamenti sotterranei verso gli edifici di servizio del Vestibolo e delle Terme. Pretorio Posto all'imbocco della valle del Canopo, il Pretorio è costituito da un imponente blocco costruttivo di stretti vani sovrapposti l'uno sull'altro. Analogamente alle Cento Camerelle si tratta di ambienti ricavati all'interno di una grande sostruzione, accessibili tramite ballatoi. In origine si pensava che fosse l'alloggio della guardia pretoria di Adriano, poi il Piranesi avanzò l'ipotesi che il nome derivasse dall'interpretazione del termine Pretorio in luogo di udienza. In realtà la dimensione dei vani, stretti e alti, fa ritenere probabile l'ipotesi che si tratti di magazzini. Caserma dei vigili Edificio a più piani, deve il suo nome alla sua impostazione che ricorda un edificio analogo in Ostia Antica destinato a Caserma di vigili. Costituito da vani impostati simmetricamente intorno ad una grande sala centrale. La copertura è con volte a crociera. L'edificio è comunque da intendersi come abitazione per il personale o a magazzino . Hospitalia Edificio composto di dieci vani (cubicula) disposti a cinque a cinque ai lati di un corridoio centrale con alcove in ogni stanza per ospitare tre letti. Probabili stanze da letto per i pretoriani di guardia al vestibolo. Notevoli i pavimenti presenti realizzati a mosaico in bianco e nero con motivi geometrici o floreali diversi in ogni stanza secondo un nuovo gusto che predilige i disegni curvilinei. EDIFICI SECONDARI Grandi terme Secondo complesso termale di grandi dimensioni che si ritiene destinato al personale di servizio della villa. Nelle grandi sale è evidente il sistema di riscaldamento posto sotto il pavimento che risultava sospeso su pilastrini per la circolazione dell'aria calda. Un corridoio semicircolare, dietro la vasca ad esedra, portava agli ambienti riscaldati, tepidarium e calidarium. Imponente la sala circolare con funzioni di sudatio. Notevoli gli stucchi presenti anche se gravemente depredati nel tempo. Le coperture , come nel caso delle Piccole Terme, sono arditissime volte realizzate anche in virtù dell'uso di malte eccezionali a conferma del periodo d'oro dell'architettura romana sotto Adriano. La grande copertura a crociera della sala quadrata centrale ha destato stupore sia per la sua maestosità che per il mantenimento dell'equilibrio nonostante il crollo di uno dei quattro punti di appoggio. Triclinio imperiale Posto tra il belvedere di Tempe e gli Ospitali, il Triclinio è composto da un grande ambiente porticato rivolto a nord con mosaico in bianco e nero per pavimento e fini decorazioni tra cui, molto pregevoli, i capitelli compositi. A ridosso del triclinio sono due corridoi di cui uno illuminato con grandi finestre a strombo che lo congiungono con l'area degli ospiti Inferi Secondo Elio Sparziano , Adriano costruì la sua villa tentando di ricostruire le località a lui più care dell'impero: Pecile, Canopo, Tempe, Accademia, ecc. persino gli Inferi furono qui rappresentati. Questo luogo è stato identificato in una valle stretta e lunga resa cupa dalla folta vegetazione. Qui si ha accesso ad un complesso sistema di gallerie e criptoportici a forma di trapezio. Il tenebroso nome non ha però riscontro con la funzione di queste centinaia di metri di percorso che sono una specie di metropolitana di servizio della villa. Un percorso carrabile con svincoli, stalle per cavalli e asini, depositi e magazzini tra cui quelli per la neve per la ghiacciaia di Villa Adriana, che consentiva l'accesso ai vari edifici da parte del personale di servizio senza disturbare gli ospiti e l'imperatore stesso. EDIFICI NOBILI Palazzo imperiale Il Palazzo Imperiale è una vasta area rettangolare con un complesso di numerosi edifici che rappresentano il primo nucleo della Villa che nasce inglobando i preesistenti resti di una villa repubblicana. Articolato in quattro zone distinte con accessi propri e caratteristiche diverse: la prima zona è relativa alla biblioteca ed al portico ed è collegata al Cortile delle Biblioteche; la seconda zona comprende il peristilio e gli antichi cubicula repubblicani, considerata come una sorta di zona di servizio o più semplicemente, come la ha definita la Franceschini, zona "notte" che l'imperatore aveva conservato dalla precedente villa repubblicana; la terza zona è quella dei giardini e della cenatio, zona conviviale per eccellenza con il primo triclinio della villa; la quarta zona è costituita dal monumentale ninfeo e funge da collegamento con gli altri edifici circostanti. In pratica un complesso ove era possibile svolgere tutte le attività dell'imperatore, anche quelle ricreative comprese quelle termali grazie al collegamento con le terme con Eliocamino. Notevoli i mosaici ritrovati in questo complesso. Accademia L'Accademia o Piccolo Palazzo è fuori dai terreni demaniali ed ancora in proprietà privata. Secondo alcuni studiosi rappresenta la residenza estiva dell'imperatore che sfrutta al meglio la sua esposizione favorevole ai venti che vengono dal mare. I ruderi sono molto modesti, restano solo quelli del cd Tempio di Apollo che è una bella sala rotonda a due piani, con ordine tuscanico in basso ed una serie di nicchie e finestre in alto. Molti studiosi ritengono che questo vano fosse coperto da una cupola. I residui intonaci bianchi danno una idea dell'eleganza di questa sala. Notevolissimi i ritrovamenti provenienti dall'Accademia: il satiro in marmo rosso antico. I due centauri in marmo bigio morato, il celebre mosaico delle colombe. Il nome Accademia è riferito al terreno che Academo donò alla città di Atene che ne fece prima un ginnasio e poi con Platone una scuola . Cortile delle biblioteche Il Cortile delle "Biblioteche" rappresenta insieme alla Villa Repubblicana la parte più antica del palazzo. Si tratta di un peristilio (66 x 51 metri) dalla probabile funzione di giardino, con portico a colonne corinzie con ninfeo al centro del lato settentrionale. I due edifici, di forma e pianta irregolari, un tempo creduti biblioteche, sono in realtà due triclini estivi dalle coperture a volte a crociera ed a botte. Le denominazioni dei due edifici in "biblioteca greca" e "biblioteca latina" sono meramente convenzionali e frutto di passate fantasiose interpretazioni. Recentemente è stato ipotizzato che le due "biblioteche" siano due atri sistemati da questo lato della villa a similitudine dei Propilei di Atene. Canopo Il Canopo è tra tutti i monumenti della villa quello che ha una identificazione certa ovvero il canale navigabile che univa Alessandria all'antica cittadina di Canopo che deve il suo nome al nocchiero di Menelao, che reduce dalla guerra di Troia, qui morì. Questo tempio ninfeo sacro a Serapide dalla chiara ispirazione egizia ha restituito nel tempo un gran numero di sculture oltre alla sua stessa immagine ancora eccezionale. Il tempio nel quale termina il lungo bacino è costituito da una ampia sala ad emiciclo, coperta da una cupola a spicchi. La grande calotta a scomparti sferici ed a vela, era rivestita di mosaico con tessere in bianco e nero. Nella parete ricurva di fondo sono presenti delle nicchie alcune delle quali erano delle fontane a cascata ed altre alloggiavano delle statue, le rifiniture fatte di tartari, mosaici e marmi, grazie anche ai giochi d'acqua, davano l'impressione di essere in una grotta. Sul lato opposto del bacino era circondato da un colonnato con architrave mistilineo nei cui spazi intercolunnari si trovavano numerose statue (Ares, Athena, Hermes, Amazzoni) oltre a copie di due delle cariatidi dell'eretteo e di due sileni. L'intero impianto è da considerarsi come una grande sala estiva per banchetti. Sala dei pilastri dorici Questo edificio era la basilica della villa, costituita da un vasto quadriportico coperto che poggia su pilastri scanalati con basi e capitelli dorici. L'edificio è ispirato ai peristili ed ai triclini delle case pompeiane. Dalla funzione incerta, in passato è stato interpretato come sala del trono, in realtà non si può considerare una sala in quanto spazio all'aperto nonostante la pavimentazione marmorea possa trarre in inganno. Edificio con peschiera Edificio poco noto in quanto non descritto da Ligorio nei suoi resoconti sulla villa. Articolato su tre piani , in quello superiore vi era la peschiera con intorno un grande portico costituito da 40 colonne e gli ambienti che si affacciavano nel limitrofo complesso detto Stadio. Le stanze sono tutte riscaldate, caso raro in una costruzione a più piani, e costituiscono l'abitazione vera e propria dell'imperatore, fatta di ampie sale dagli alti soffitti e dalle ricche decorazioni che consentono anche una alta rappresentanza. L'edificio era probabilmente l'appartamento imperiale invernale in alternanza con il Teatro Marittimo di uso prevalentemente estivo. Notevole lo spunto panoramico che si gode in direzione del Pecile e del sottostante Stadio. Nel piano intermedio erano gli ambienti di servizio ed il criptoportico a quattro bracci nel quale si conserva la firma del Piranesi e di altri artisti che, nei secoli scorsi, hanno visitato la villa. Edificio con tre esedre Edificio particolarissimo adiacente al Pecile, caratterizzato dalla presenza su tre lati di esedre semicircolari e sul quarto lato, quello adiacente al Pecile, di una grande fontana rettangolare. Ogni esedra era dotata di un portico colonnato i cui ornati finissimi rivelano l'importanza dell'impianto probabilmente destinato a sala da banchetto. Recentemente è stata avanzata l'ipotesi che, invece, si tratti di un grande atrio monumentale alla parte residenziale. Particolarmente ricercata la decorazione della sala centrale in contrasto con quella usuale delle esedre. Stadio Area adiacente l'Edificio con tre Esedre che in passato fu interpretata come un stadio. Questi spazi in realtà sono un ninfeo ed un triclino il primo è caratterizzato dalla presenza di due bacini di fontana e da una area rettangolare porticata su tre lati, il secondo da una esedra con sette nicchie ove erano poste delle statue e da cui zampillava l'acqua che veniva raccolta in due canali che scorrevano lungo l'intero complesso. E' una area di rappresentanza e di raccordo tra due parti della villa . Pecile Grandioso quadriportico rettangolare di metri 232 x 97 che si sviluppa circondando un giardino con grande piscina centrale. Luogo destinato alle passeggiate sia invernali che estive favorite dalla esposizione nord‐sud dei lati lunghi, il suo percorso è di 430 metri al sole o all'ombra, come ricorda una iscrizione ritrovata nelle vicinanze. Secondo la tradizione, tramandata da Elio Sparziano e ripresa da Ligorio, il Pecile sarebbe ispirato al Pecile di Atene anche se quest'ultimo di ben più modeste dimensioni. La spianata del Pecile era in comunicazione sia con la Sala dei Filosofi, che con l'Edificio con Tre Esedre. Altre ipotesi vorrebbero il Pecile un Ippodromo o una Palestra. Il muro di spina, lungo più di 190 metri , è una grande dimostrazione delle enormi capacità resistenti del conglomerato romano. Infatti, benchè privo delle spinte equilibratrici delle due falde di tetto laterali, ormai scomparse,e benchè spogliatoper tutta la lunghezza alla base del rivestimento in opera reticolata, è ancora in grado di sostenere le sollecitazioni, prima fra tutte quella del vento. Terrazza di Tempe Come dice il nome è un grande belvedere che domina quella vallata che Adriano volle titolare con il nome della vallata di Tempe in Tessaglia, si riscontrano tracce di edifici, forse i posti di guardia dei pretoriani che controllavano quello che probabilmente fu il vestibolo principale della villa. Sotto questo belvedere vi è uno degli esempi più significativi delle grotte‐ninfeo caratteristici del periodo che va da Tiberio ad Adriano. Il ninfeo c.d Stallone, con la sua altezza di circa 12 metri, è tra le costruzioni più imponenti di questo genere. Composto da un ambiente finestre poste in alto, che prende luce da quattro presenta una grande nicchia centrale, sul fondo della parete meridionale che doveva collegarsi con una fontana che alimentava un bacini posto al centro. Piazza d’oro Grandioso complesso che deve il suo nome al numero straordinario e qualitativamente altissimo dei marmi e mosaici che qui si scoprirono verso la metà del 1700. Finissime decorazioni in stucco arricchivano un vasto peristilio interno (61 x 51 metri), fornito di doppio portico su colonne alternate di marmo cipollino e granito verde egiziano. La sua funzione era di padiglione triclinare di altissima rappresentanza. Il salone centrale era coperto da una cupola a "ombrello". La Piazza D'Oro era ulteriormente arricchita da altri lussuosi ambienti che insieme determinarono la grande eleganza di quest'area triclinare certamente dedicata a personaggi di altissimo rango. Dal punto di vista tipologico si notano delle affinità con la pianta della Stoà di Adriano ad Atene, nella quale era una biblioteca. Dalla Piazza D'Oro proviene il ritrovamento di una superba testa ‐ritratto dell'imperatrice Sabina. Piccole terme Uno dei due complessi termali che si succedono tra il Pecile ed il Canopo. La presenza di due impianti diversi per mole e rifiniture ha creato nel tempo numerose ipotesi sulla loro diversificazione specie nei confronti dei destinatari (uomini ‐ donne, ospiti ‐ personale di servizio). Composte da vari locali le Terme Piccole sono articolate in una sala ellittica con due vasche, una piscina con due lati absidati, un vano ottagonale che si ipotizza spogliatoio, infine una sala a pianta rotonda , forse il calidarium. Notevole il sistema di copertura a volta di tutti gli ambienti, in particolare la copertura a falde ondulate della sala ottagonale dall'ardita impostazione statica. Questo edificio è stato un esempio e modello per l'architettura barocca. Torre di Roccabruna La Torre di Roccabruna occupa l'estremo lembo a sud ovest della villa ed è costituita da un grosso dado parallelepipedo sul quale si innalzava un ulteriore piano coperto da una cupola. La caratteristica dell' edificio è quella di essere realizzato in opera listata in luogo della consueta opera reticolata usata in tutta la villa. Si tratta di una sorta di anticipazione stilistico‐costruttiva di quello che sarà sostanzialmente il metodo del III° secolo. E' il maggior spunto panoramico della villa e forse assolveva proprio a questa funzione. Secondo alcuni la Torre sarebbe ispirata alla Torre di Timone situata presso l'Accademia di Atene, secondo altri alla torre di segnalazione della villa di Tiberio a Capri. Sala dei Filosofi Probabile biblioteca del Teatro Marittimo, edificio rettangolare con abside su di un lato, nella quale si collocano sette nicchie ove verosimilmente, in scaffali ed armadi in legno, erano riposti i libri di papiro ed i rotoli di pergamena. Il soffitto era piano a cassettoni ed il pavimento in porfido. E' altresì presente un'altra ipotesi che vede nella Sala dei Filosofi la Sala del Trono massimo ambiente di rappresentanza. Teatro marittimo Edificio a pianta rotonda di m.42,56 di diametro circondato da un canale largo 4.80 metri e da un porticato. Una sorta di isola dal colonnato ionico che probabilmente racchiudeva l'appartamento reale o quello che è stato definito una sorta di intimo studio. L'accesso era regolato tramite piccoli pontili mobili che, all'occorrenza, potevano essere ritirati dando così il massimo isolamento. Tra le primissime costruzioni della villa deve il suo nome, di pura fantasia, alle splendide decorazioni raffiguranti mostri marini, nereidi, tritoni e ippocampi. L'edificio, non eccessivamente grande, è una citazione del Pantheon di cui ha le stesse dimensioni di diametro. Molte le interpretazioni sulla funzione reale dell'edificio da planetario astrale per le divinazioni a voliera e peschiera come quella di Terenzio Varrone a Cassino, infine piccolo eremo dell'imperatore. Terme con heliocaminus Edificio termale di grande interesse dotato di frigidarium a cielo aperto e di una sala rotonda con cupola a cassettoni ove si aprivano cinque grandi finestre orientate a sud‐ ovest ovvero la migliore esposizione per usufruire dei raggi dl sole. L'assenza di qualsiasi traccia di scarico delle acque ha fatto dedurre che la sauna si ottenesse tramite i raggi del sole o della sabbia riscaldata. Il frigidarium era costituito da una vasca rettangolare circondata su tre lati da portici quindi all'aperto e di una ulteriore vasca semicircolare in una sala coperta da volta a crociera, consentendo così il bagno al chiuso o all'aperto. E' il più antico tra i complessi termali e deve il suo nome all'errata interpretazione di un suo vano circolare in stufa solare. L'edificio era provvisto anche di una piscina scoperta (natatio). Vestibolo Complesso posto tra le Terme ed il Canopo, costituito da ambienti intorno ad un vasto cortile con al centro una grande esedra. Ligorio non lo cita tra i suoi rilievi, pochi i resti che offrano una certa interpretazione sulla sua funzione che probabilmente fu di supporto alle terme come ginnasio e zone di incontro e di accesso monumentale al Canopo. Tempio di Venere Poco distante dal Teatro Greco andando verso il Pecile si incontrano i ruderi del cosidetto "Ninfeo", una rotonda periptera in stile dorico al cui interno è stata rinvenuta una copia della Venere Cnidia di Prassitele. Questo emiciclo del ninfeo era inserito in una esedra semicircolare, oggi è denominato "tempietto di Venere Cnidia" e domina la cd Valle di Tempe con grandi spunti panoramici. Il ninfeo vero e proprio è situato nelle sostruzioni del tempio, è costituito da un vano absidato coperto da una volta a botte, decorata con tartari. Questo impianto è pre‐adrianeo costituente, probabilmente, la villa di età repubblicana. Teatro greco Si tratta di un piccolo teatro di corte di circa 36 metri di diametro per rappresentazioni teatrali per pochi spettatori di cui si conserva la cavea. Assolutamente fantasiosa la definizione data dal Piranesi nel 1700 di "naumachia". Sempre secondo il Piranesi poco distante sorgeva il Teatro Latino di ben più ampia capienza e destinato alle grandi rappresentazioni. Importante il ritrovamento presso il Teatro Greco di due erme raffiguranti la "tragedia" e la "commedia." La scena aveva la fronte ad andamento rettilineo privo di esedre, tipico degli edifici scenici del mondo orientale, da cui la denominazione in Teatro Greco. Un quadriportico serviva da riparo per gli spettatori in caso di pioggia.