FEDERAZIONE ORDINI DEI FARMACISTI Rassegna Stampa del 03/10/2015 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE IN PRIMO PIANO 03/10/2015 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Lecce Di Tolla: «Farmacia sarà un'opportunità solo se si punterà su competenze innovative» 6 02/10/2015 QS - QuotidianoSanita.it I farmacisti e la crisi occupazionale delle professioni sanitarie. Se ne discute a Bari 7 SANITÀ NAZIONALE 03/10/2015 Corriere della Sera - Nazionale fa' la corsa giusta 9 03/10/2015 Corriere della Sera - Nazionale La diagnosi, le cure, l'estetica Le risposte a tutte le domande 11 03/10/2015 Corriere della Sera - Nazionale «Gli esercizi aerobici sono positivi» 12 03/10/2015 Il Sole 24 Ore Lorenzin: per i Lea servono 900 milioni 13 03/10/2015 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 «Amgen ha una forte capacità produttiva» 14 03/10/2015 La Stampa - Nazionale Nozze sulla via Emilia Parte la super-Coop da 5 miliardi di euro 16 03/10/2015 Milano Finanza LE POLIZZE PER PENSARE ALLA SALUTE 17 03/10/2015 Milano Finanza Vecchietti (Rbm), ora il focus è sui bisogni di cura 22 03/10/2015 Milano Finanza RIACCENDERE IL CERVELLO 24 03/10/2015 ItaliaOggi Farmaci, la ricetta va online 26 03/10/2015 ItaliaOggi BREVI 28 03/10/2015 Avvenire - Nazionale Lorenzin: garantire 900 milioni per Livelli essenziali d'assistenza 29 03/10/2015 Avvenire - Nazionale La ricerca sulla malattia parla italiano 30 03/10/2015 Avvenire - Nazionale Esplode un'altra polemica sulla sanità: bonus ai medici che evitano il ricovero dei pazienti 31 03/10/2015 Il Fatto Quotidiano Londra, bonus ai medici che tagliano le cure 32 03/10/2015 Il Fatto Quotidiano Sprechi e attese infinite I tagli alla Sanità uccidono 33 03/10/2015 Il Foglio Menzogne e Sanità 35 03/10/2015 QN - Il Resto del Carlino - Nazionale «Basta fughe di pazienti» Intesa Ausl-sanità privata 36 03/10/2015 Left I MEDICI SONO PIÙ AVANTI DI QUESTI POLITICI 37 VITA IN FARMACIA 03/10/2015 Corriere della Sera - Milano IL CALO PERICOLOSO DELLE Vaccinazioni 40 03/10/2015 La Repubblica - Torino Molinette, la sorpresa degli integratori Rischiano di causare il cancro alla prostata 41 03/10/2015 La Repubblica - Bologna L'Ausl contro l'esodo in Veneto un milione di euro per ridurre le attese 42 03/10/2015 La Stampa - Alessandria Assegnata la quarta farmacia 43 03/10/2015 La Stampa - Biella Biella Non hanno la ricetta Minacce in farmacia 44 03/10/2015 La Stampa - Cuneo Aprono dieci nuove farmacie 45 03/10/2015 Il Messaggero - Metropolitana Rapinò una farmacia "incastrato" dal Ris 46 03/10/2015 Il Messaggero - Rieti Via la farmacista «storica», polemiche a Gavignano 47 03/10/2015 QN - La Nazione - La Spezia «Prescrizioni, servizio a singhiozzo» Sale la protesta dei pazienti 48 02/10/2015 Il Gazzettino - Treviso Solo in sette per i farmaci a domicilio 49 02/10/2015 Il Gazzettino - Treviso Tonon batte cassa in farmacia 50 PROFESSIONI 03/10/2015 Il Sole 24 Ore Marche, la spinta della farmaceutica 52 03/10/2015 Gente Mi dopavo perché senza droghe non avrei vinto mai 53 PERSONAGGI 03/10/2015 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Nazionale Sanità, dietrofront sulle prescrizioni D'Ambrosio Lettieri: stop al decreto ok 56 02/10/2015 QS - QuotidianoSanita.it D'Ambrosio Lettieri (CoR): "Ministro sospende decreto attuativo. Bene, meglio tardi che mai" 57 IN PRIMO PIANO 2 articoli 03/10/2015 Pag. 38 Ed. Lecce diffusione:48275 tiratura:63756 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Di Tolla: «Farmacia sarà un'opportunità solo se si punterà su competenze innovative» PRESIDENTE Domenico Di Tolla l Il presidente dell'Ordine dei farmacisti della provincia di Lecce, Domenico Di Tolla , accoglie bene, ma con qualche riserva, la possibilità di istituire un corso di laurea magistrale in Farmacia all'Università del Salento (in collaborazione con l'Ateneo di Bari). «In tutta sincerità - dice - mi preoccupo più del dopo che del prima, cioè degli sbocchi occupazionali». E spiega: «Capisco e condivido tutto quello che dice il Magnifico rettore, sul fatto di intercettare tutti quegli studenti che vanno fuori provincia o regione a studiare, però dobbiamo anche porci nelle condizioni di capire quale possibilità lavorativa avrà sul territorio il giovane laureato». Di Tolla non nasconde la crisi che attraversa il settore farmaceutico in questo momento storico. «Attualmente - svela - il nostro Ordine provinciale conta 1100 iscritti, sul territorio ci sono 235 farmacie, i farmacisti ospedalieri sono 14-15, e la restante parte che fa? Negli ospedali, le piante organiche sono bloccate da anni e le aziende farmaceutiche presenti sul territorio sono evidentemente poche. Ecco perché - ammette - ho molte perplessità riguardo alla proposta di istituire un corso di laurea "tradizionale" in Farmacia». Piuttosto, sostiene Di Tolla, «il consiglio che sento di dare al rettore, a tutti i componenti di UniSalento e anche a chi si appresterà a fare da tutore a questa iniziativa, è che bisogna cercare di capire se si possono creare nuovi profili professionali. Perché, se parliamo di un corso di laurea magistrale del vecchio ordinamento, dove l'unica possibilità di lavorare è quella di andare in farmacia, creeremo l'ennesimo "l a u re i f i c i o " di dubbia utilità». Che tipo di figure professionali sono richieste, oggi, nel settore farmaceutico? «Il futuro - dice convinto Di Tolla - è rappresentato dall'applicazione delle biotecnologie e del mondo tecnologico. L'innovazione - insiste - è ciò che serve». Quindi, propone: «Sono dell'opinione di far squadra e di puntare sulle nuove professionalità, penso al management farmaceutico e quello sanitario, c'è carenza anche nel campo del diritto sanitario. Allora il mio consiglio è di inserire competenze specifiche all'interno di questo nuovo corso di laurea. Far parlare insieme il mondo farmaceutico, quello informatico, le biotecnologie, creare una rete fra queste aree, è il futuro. Avere tanti bravissimi laureati che non troveranno sbocchi lavorativi in loco, non risolverà il problema. Oggi - conclude bisogna avere competenze allargate, altrimenti si decide per una realtà quando il mondo va per un'altra strada». [fla.serr.] IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 03/10/2015 6 02/10/2015 Sito Web QS - QuotidianoSanita.it La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Lavoro e Professioni I farmacisti e la crisi occupazionale delle professioni sanitarie. Se ne discute a Bari L' Ordine interprovinciale dei Farmacisti di Bari e Bat presenta una ricerca del Censis sul tema occupazionale e gli scenari futuri legati alla professione i cui contenuti serviranno a tarare le funzioni della piattaforma 'Farma Lavoro'. L'86,5% dei giovani farmacisti ritiene che vi sia un problema di collocazione professionale. 02 OTT - La crisi economica morde e morde forte. Nessun settore è esente, comprese le professioni sanitarie e, in particolare, quella dei farmacisti. L'86,5% dei giovani farmacisti, infatti, ritiene che vi sia un problema di collocazione professionale: un dato doppio rispetto a quello rilevato nel 2006. Gli attori del sistema si interrogano sullo status quo e cercano soluzioni e sbocchi, guardando a nuovi progetti in un contesto sociale, sanitario, culturale ed economico in divenire. Su questi presupposti, la Federazione degli Ordini dei Farmacisti italiani ha commissionato alla Fondazione Censis una ricerca sul tema occupazionale e gli scenari futuri legati alla professione. Contenuti che serviranno a tarare le funzioni della piattaforma Farma Lavoro (www.farmalavoro.it) e il suo sviluppo, su iniziativa della Federazione e della Fondazione Cannavò. Entrambe saranno presentate nell'ambito del convegno "I farmacisti e la crisi occupazionale delle professioni sanitarie" che si tiene domani 3 ottobre alle ore 10,00, nella sala conferenze dell'Hotel Parco dei Principi, prolungamento viale Europa 6 a Bari. IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 03/10/2015 7 SANITÀ NAZIONALE 19 articoli 03/10/2015 Pag. 52 diffusione:619980 tiratura:779916 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il progetto Il 90% delle donne al Nord fa i controlli contro il 40% del Sud . La campagna Pink is good della Fondazione Veronesi vuole combattere questo divario allarmante nella lotta contro il cancro al seno . E anche lo sport può dare una mano fa' la corsa giusta le due italie della prevenzione la rivoluzione culturale che serve alla mammografia Simona Ravizza Le prime furono 62 mila donne di New York arruolate nel dicembre del 1963. È in quel Natale di 52 anni fa, con l'avvio dello studio Health Insurance Plan e i suoi risultati incoraggianti, che iniziò l'utilizzo della mammografia di massa per combattere il cancro al seno. Ricerca dopo ricerca, negli anni Novanta decollò in tutto il mondo lo screening mammografico come strumento efficace per la diagnosi precoce. E in Italia dal 2001 la mammografia biennale per le donne tra i 50 e i 69 anni è tra le cure essenziali e gratuite che per legge devono essere assicurate a ciascun cittadino dallo Stato. Un diritto che, però, troppo spesso viene ancora negato. Dovrebbe arrivare una lettera con invito gratuito dell'Asl a eseguire il test in una determinata data, ma una su tre non lo riceve neppure. È quanto emerge dagli ultimi dati dell'Osservatorio Nazionale Screening, che monitora la situazione su mandato del Ministero alla Salute. La possibilità di eseguire ogni due anni gratuitamente una mammografia bilaterale (a tutte e due le mammelle) varia però in modo drastico da luogo a luogo: l'invito a sottoporsi al test viene assicurato al 90% delle donne tra i 50 e i 69 anni del Nord, all'80% di quelle del Centro e solo al 40% di quelle del Sud. Così un esame considerato salvavita diventa un diritto assicurato o negato a seconda della città in cui si abita. «In effetti c'è una marcata differenza di copertura fra il Centro-Nord e il Sud - conferma Marco Zappa, direttore dell'Osservatorio nazionale screening che affianca la Fondazione Umberto Veronesi nella campagna Pink is Good-Prevenzione Seno: obiettivo 100% -. Molte più abitanti delle regioni centrosettentrionali ricevono l'invito a fare gratis i test che permettono di scoprire precocemente l'eventuale presenza di un tumore e di salvarsi la vita, mentre al Sud troppo spesso accade che le Regioni non si organizzino e l'invito a casa non arriva». Se non viene riscontrato alcun problema, alla donna viene di solito inviata una lettera in cui si spiega che l'esame è negativo e che sarà richiamata dopo due anni. Mentre se c'è la necessità di un approfondimento, alla paziente dev'essere assicurato il completamento del percorso diagnostico. Con nuovi appuntamenti per eseguire altri esami. Per farlo ci vuole una capacità di organizzazione e programmazione che evidentemente al Sud il più delle volte manca. Tutti gli esami e le cure effettuati nell'ambito del programma di prevenzione sono esenti da ticket e non sono necessarie impegnative del medico di famiglia. Eppure c'è anche il problema di convincere le donne che ricevono l'invito ad accoglierlo e fare il test. «Solo il 57% delle donne invitate ha aderito allo screening - spiega Zappa -. E ancora una volta ci sono forti differenze percentuali tra le varie zone d'Italia. Si va dal 76% registrato nella provincia di Trento, al 26% della Calabria e al 20% della Campania». Tra le Regioni dove c'è stata la maggiore partecipazione anche l'Emilia Romagna (74%), il Friuli-Venezia Giulia e la Lombardia (67%). Percentuali basse invece sono state riscontrate in Sicilia (37%) e Abruzzo (38%). Oggi lo screening mammografico viene messo in discussione da alcuni ricercatori, in particolare nel Nord Europa, secondo i quali la riduzione della mortalità per tumore della mammella ottenuta con lo screening è modesta, mentre sono considerevoli gli effetti negativi. Il principale è la sovra-diagnosi, cioè l'individuazione di tumori non letali che altrimenti non sarebbero mai stati diagnosticati. Con la conseguenza di sottoporre a cure pesantissime e a stress emotivi notevoli donne che altrimenti non avrebbero avuto problemi. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 9 03/10/2015 Pag. 52 diffusione:619980 tiratura:779916 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 10 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ma ancora di recente un gruppo di lavoro dell' International Agency for Research on Cancer (Iarc) composto da 29 esperti indipendenti provenienti da 16 Paesi, ha concluso sulla base del riesame di tutta la letteratura che lo screening mammografico ha un impatto favorevole sulla mortalità delle donne dai 50 ai 74 anni. Sulla base di 20 studi di coorte e 20 studi caso-controllo condotti in Europa, Nord America e Australia ha stimato che la donna che si sottopone regolarmente allo screening riduce la sua probabilità di morte per cancro al seno del 40% rispetto a chi non partecipa . Anche gli effetti negativi sono stati considerati attentamente, ma il gruppo ha concluso che vi è un beneficio netto nel sottoporre a mammografie le donne fra i 50 e i 69 anni di età. Le conclusioni sono appena state pubblicate sul New England Journal of Medicine . @SimonaRavizza © RIPRODUZIONE RISERVATA Lo scenario Donne residenti in Italia (dati 2013) Fonte: Osservatorio nazionale screening «I programmi di screening in Italia 2014» Invitate a sottoporsi ad una mammografia Hanno risposto positivamente ed effettuato l'esame 2.696.888 1.543.889 (+21% rispetto al dato 2011-12, 56%) 57% Sud e isole Centro Nord 1.572.071 998.636 (64%) 611.304 513.513 341.345 (56%) 203.908 (40%) Focus Screening È un insieme di servizi (tra cui la mammogra-fia) compreso nei livelli essenziali di assistenza, cioè nelle prestazioni sanitarie che spettano a tutti i cittadini indipendente-mente dalla regione. Ad oggi, tutte le donne dopo i 50 anni e prima dei 70, ogni due anni, dovrebbero ricevere la chiamata a effettuare una mammografia Le donne immigrate I programmi di prevenzione organizzati sul territorio sono rivolti anche alle donne di origine straniera diventate cittadine italiane, ma fra le immigrate i tassi di adesione agli screening sono ancora critici: solo il 43% si sottopone alla mammografia Screening biennale tra i 50 e i 69 anni: gratuito e assicurato dalla legge Spesso nel Meridione le regioni non mandano a casa l'invito a sottoporsi ai test 03/10/2015 Pag. 52 diffusione:619980 tiratura:779916 Un manuale con consigli concreti, scaricabile gratis L'oncologo Veronesi: «Se la malattia viene identificata e adeguatamente curata, la sopravvivenza può arrivare fino al 98 per cento» Vera Martinella M al comune non sempre fa mezzo gaudio. Chiedetelo a una donna che ha avuto una diagnosi di tumore al seno: ogni anno interessa circa 48mila italiane, è la forma di cancro femminile più frequente ed è fra quelli con una sopravvivenza migliore (oltre 8 pazienti su 10 se lo lasciano alle spalle), ma visto il gran numero di casi resta anche il più letale. Inevitabilmente, poi, la scoperta di un tumore corrisponde a uno shock, per la diretta interessata e per tutto il nucleo familiare. Insieme alla paura e al dirompente impatto psicologico della notizia, arrivano infiniti dubbi sul da farsi nell'immediato, sulle cure da affrontare, su quello che verrà dopo i trattamenti. Passando per le indispensabili scartoffie burocratiche, la femminilità e l'estetica messe a dura prova, i complicati equilibri all'interno della coppia, le relazioni con genitori, figli, amici o colleghi. E poi c'è il lavoro, cosa bisogna fare? A tutti questi interrogativi (e a molti altri ancora) che intende rispondere il volume Tumore al seno: domande e risposte dalla diagnosi al dopo cura , edito da Fondazione Umberto Veronesi all'interno del progetto «Pink is Good», che da questo mese di ottobre verrà inviato a 60 «breast unit» italiane ad uso delle pazienti (il file potrà essere scaricato gratis dal sito www.fondazioneveronesi.it). «Il manuale è organizzato cronologicamente - spiega Chiara Segrè, supervisore scientifico di Fondazione ed è stato redatto con il supporto scientifico di esperti dei vari settori: medici oncologi, nutrizionisti, psiconcologi, specialisti in medicina dello sport. Ogni capitolo copre un «momento» della vita di una donna con carcinoma mammario. Il linguaggio è semplice e diretto, i capitoli sono organizzati per problemi ai quali viene data una risposta precisa. I temi trattati riguardano i sintomi e la diagnosi, il percorso di cura ma soprattutto il dopo-tumore: a cosa si va incontro terminati i trattamenti, con consigli pratici per gestire l'impatto psicologico, il lungo periodo dei controlli, gli eventuali effetti collaterali. Senza dimenticare l'aiuto che arriva da una corretta alimentazione e dallo sport, sia per limitare il pericolo di ricadute che per godere da subito di una migliore qualità di vita». E così ecco il progetto Pink Is Good . «Con la mammografia possiamo sconfiggere il carcinoma mammario afferma Umberto Veronesi -. Se la malattia viene identificata nelle fasi iniziali e adeguatamente curata la sopravvivenza può arrivare fino al 98%. Ecco perché la prevenzione è un'arma così importante. È un esame sicuro e poco invasivo per il corpo femminile. Negli ultimi tre anni abbiamo avuto il 2% in più di adesioni ai programmi di screening organizzati sul territorio nazionale. Un dato incoraggiante, ma ancora insufficiente. Pigrizia, paura o noncuranza del pericolo spingono ancora troppe italiane a non svolgere i controlli. Il nostro compito è invitarle ad essere più attente». Tornando al manuale, l'obiettivo è dare un aiuto concreto a gestire il «ciclone» in cui si finisce quando si deve affrontare il cancro. Mettendo la persona al centro di tutto. Non a caso le statistiche più recenti evidenziano che un malato oncologico su tre soffre di stress e ansia, che arrivano al momento della diagnosi e spesso restano per molti mesi dopo le terapie, perché il lungo iter di controlli non sempre è facile da gestire. C'è poi anche un capitolo dedicato ai diritti sul luogo di lavoro. Moltissime donne (il 48%, stando alle ultime rilevazioni) hanno un'occupazione al momento della diagnosi e ben il sei per cento di loro si vede obbligata a rinunciarvi. Ma le tutele esistono, così come ci sono agevolazioni economiche, visto che il cancro può persino arrivare a dimezzare il reddito dei pazienti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Dinamismo A sinistra, un gruppo runner di Pink is Good , la camminata che si corre domani e il 25/10; a destra Umberto Veronesi SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 11 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La diagnosi, le cure, l'estetica Le risposte a tutte le domande 03/10/2015 Pag. 53 diffusione:619980 tiratura:779916 «Gli esercizi aerobici sono positivi» Daniela Natali Che fare sport faccia bene lo sappiamo tutti, ma che giovi in modo particolare a chi ha avuto un tumore al seno è meno scontato. Spiega Antonio La Torre, docente di Metodi e Didattiche delle attività sportive alla Statale di Milano, che ha seguito il gruppo delle runner di «Pink is good», della Fondazione Veronesi: «L'intervento - spiega -, e soprattutto le successive cure (radio, chemioterapiche e trattamento ormonale) alterano la risposta del sistema immunitario, l'assorbimento degli zuccheri e possono influire sul livello di vitamina D, che ha un ruolo fondamentale per la salute delle nostre ossa, nonché sul funzionamento del cuore. Lo sport di tipo aerobico, come la corsa, può però svolgere un ruolo positivo. Il primo effetto è sulla pressione arteriosa, che si abbassa: il cuore torna a pompare tanto sangue a ogni contrazione, aumenta la capacità di far circolare l'ossigeno, con il risultato di contrastare il rischio di problemi cardiaci. E naturalmente facendo sport cala la massa grassa che, se in eccesso, è causa di danni cardiovascolari e metabolici. L'attività aerobica agisce anche sui problemi accennati prima: aumenta la densità minerale delle ossa e potenzia il sistema immunitario, riducendo così il rischio di infezioni ». La «prescrizione» è, dunque, corsa e ancora corsa? «In realtà - argomenta lo specialista - il programma di allenamento delle cosiddette "Pink" comprende anche esercizi per la tonicità muscolare, con l'utilizzo di pesi leggeri per molte ripetizioni, in modo da tonificare oltre al muscolo cuore anche tutti gli altri muscoli. «Ma l'attività fisica -prosegue La Torre- ha anche un altro merito. Grazie a studi condotti soprattutto negli Stati Uniti, sappiamo infatti che fare sport di tipo aerobico, in modo corretto, con regolarità e per lunghi periodi di tempo - dai sette ai dieci anni- riduce del 35-40% i decessi e consente di limitare la perdita di volume dell'ippocampo (area cerebrale che presiede alla memoria e ad altre importanti funzioni) dovuta alla tossicità delle terapie». In concreto, qual è il livello di attività fisica aerobica consigliato? Secondo La Torre «in media dai 120 ai 150 minuti alla settimana, insomma cinque sedute di allenamento da 30 minuti l'una. Attenzione però a non esagerare, naturalmente: a livelli alti anche lo sport può essere tossico e se questo stress può essere sopportato da un atleta di alto livello, non è certo consigliabile a chi esce da un lungo periodo di cure». © RIPRODUZIONE RISERVATA SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 12 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il medico 03/10/2015 Pag. 8 diffusione:334076 tiratura:405061 Lorenzin : per i Lea servono 900 milioni Sul tavolo le partite aperte dei contratti dopo la sentenza della Consultae dei precari. Sulle risorse le Regioni hanno chiesto un incontro urgentea Renzi Roberto Turno p«Per me sono indispensabili: vanno previsti nei fondi per il 2016 con la manovra». Al ministero della Salute stanno affannosamente rivedendo i conti e la sorpresa è già arrivata alle stelle, con prevedibile disappunto del ministro dell'Economia: i nuovi Lea (livelli essenziali di assistenza), che le Regioni hanno da tempo accantonato, costeranno 900 mln in più, quasi il doppio di quanto era stato inizialmente stimato dallo stesso ministero della Salute. E ora la ministra Beatrice Lorenzin chiede di passare all'incasso e di avere quella quota garanti- ta dalla legge di Stabilità 2016. Proprio mentre il premier Matteo Renzi ha fatto scattare l'allarme in tutto il "mondo sanitario" annunciando che l'asticella delle risorse per asl e ospedali salirà di 1 mld rispetto a quest'anno, in pratica sottacendo che la quota di 111 mld sarà inferiore di 2 mld rispetto a quanto previstoe appena confer- mato anche con la nota di variazione al Def, ecco che la ministra della Salute rilancia. E riporta in alto l'asticella delle necessità finanziarie per la salute pubblica. Altroché taglio di 2 mld: i 111 mld dichiarati per il 2016 da Renzi non basteranno, ha detto ieri a chiare lettere in una audizione in commissione al Senato. Anche perché c'è la partita spinosa dei contratti da rivedere dopo la sentenza della Consulta. E perché c'è il capitolo della stabilizzazione dei precari anche in sanità,ha detto la ministra rivendicando la par condicio e le stesse chance tra dottorie insegnanti che vivono nell'incertezza di un lavoro in bilico: «Dopoi precari della scuola - ha detto Lorenzin ai senatori, ma inviando il messaggio al Governovanno stabilizzati anche quelli del Ssn». Che sono parecchie migliaia, anche se non di sicuro quanti nel "pianeta istruzione". La partita della sanità resta insomma tra quelle più complicate socialmente, finanziariamente, ma anche nei rapporti sempre molto tesi con i sindacati medici - nel rompicapo ancora senza soluzioni definitive della manovra di bilancio per il 2016. Lorenzin dovrà scalare la montagna di via XX Settembre, e non solo. Intanto gioca questa partita per raschiare qualcosa dal barile. Con i governatori che stanno giocando la loro, di partita,e che non a caso hanno finora stoppato sia i Lea che altri provvedimenti del «Patto per la salute» della ministra. «Vedere moneta, dare cammello», è non a caso da tempo la posizione delle Regioni. Che con il loro rappresentante, Sergio Chiamparino (Piemonte), hanno già chiesto un «incontro urgente» a Renzi. Questione di miliardi (almeno 2) di euro che non tornano, secondo loro, tanto più dopo il taglio 2015 da 2,35 mld che si trascinerà anche nel 2016. Con un insieme di altre partite - non ultima quella dei farmaci, dai tetti di spesa alle medicine innovativee alla loro collocazione finanziaria nei tetti della farmaceutica - ad alta tensione da portarea soluzione in tempi brevi. Batte cassa, la ministra. Ma ripete il leit motiv degli sprechi e dell'appropriatezza. Con quel Dm che taglia 208 prestazioni che peraltro verrà modificatoe per ora resta nel cassetto. Se ne ragionerà con i medicie con le regioni.Ea proposito di medici, giura Lorenzin, nessuno vuole demonizzarli: saranno puniti solo «solo in caso di crimini». Quanto agli italiani «non cambia nulla, nulla, nulla», giura esasperata la ministra da queste settimane di passionee di «errori nella comunicazione». Errori della stampa, naturalmente. Quando c'è bisogno, nessuno negherà nientea nessuno,è la promessa. Parola di ministra. Che col premier cerca ora la pace coni medici. Quelli che hanno la coscienzaa posto, s'intende. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 13 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sanità . La ministra in audizione al Senato: per la salute pubblica nel 2016 non basteranno 111 miliardi 03/10/2015 Pag. 31 N.682 - 3 ottobre 2015 Mi piace anche Gilead Sciences: in due anni ha triplicato il fatturato Isabella Della Valle Lei è un esperto del comparto farmaceutico. In che modo il rallentamento dell'economia cinese e dei mercati emergenti può incidere sul fatturato delle industrie chimiche e farmaceutiche? Non credo che il rallentamento dei Bric possa avere ripercussioni negative e la conferma viene da uno dei principali player del settore, Ely Lilly, il cui ceo afferma di guardare alla Cina come il più grande mercato al mondo per l'assistenza sanitaria emergente, ragione che ha spinto l'azienda a investire fortemente nel Paese. Nel mondo "evoluto" la crescita del mercato dei farmaci è stimata al 4,5% annuo, mentre la spesa farmaceutica degli emergenti dovrebbe aumentare del 12%. Oggi, per esempio, la quota di spesa sanitaria sul Pil cinese è del 4,7%, irrisoria rispetto ai Paesi europei e americani. Da diversi anni, il governo di Pechino ha messo in atto profonde riforme per la salute pubblica e la spesa sanitaria è più che raddoppiata tra il 2006 e il 2011, passando da 156 a 357 miliardi di dollari (5,5% del Pil), una cifra che si prevede possa arrivare a toccare i 1.000 miliardi di dollari in pochi anni. Credo che la Cina sia destinata a diventare uno dei più grandi mercati farmaceutici al mondo entro il 2020, seconda solo agli Usa. Si aspetta ancora volatilità sui mercati per i prossimi mesi? Gli alti e bassi sono un po' la caratteristica dei settori biotecnologico e della salute la cui volatilità è soprattutto legata agli aspetti brevettuali, alla responsabilità di prodotto, ai requisiti normativi imposti dai vari governi e all'approvazione delle autorità per i nuovi farmaci e terapie mediche. Quali sono i vostri Paesi di riferimento? L'Eurozona e la Svizzera sono le aree di maggior concentrazione del portafoglio seguite da Regno Unito, Giappone, Stati Uniti ed Israele. Che approccio avete nella selezione delle aziende? Cerchiamo di rivolgere la nostra attenzione alle aziende farmaceutiche mature e a società con interessanti pipeline di prodotti in sviluppo, privilegiando quelle impegnate nella lotta alle patologie più complesse il cui trattamento, molto costoso, è spesso sostenuto dagli Stati. Ci focalizziamo inoltre sulle aziende farmaceutiche in grado di fare "network". Se prima le aziende si occupavano di ogni fase della ricerca, dalla sintesi alla sperimentazione clinica e lo facevano in diversi settori, oggi preferiscono dividersi i compiti e più che competere cercano di entrare in sinergia con piccole realtà che si occupano della prima fase della ricerca, cioè lo screening delle molecole, evitando loro di dover scandagliare tra centinaia di migliaia di molecole e permettendo al contempo di ampliare il panorama delle scoperte. Il pharma continua a mantenere la sua caratteristica difensiva oppure potrebbe rischiare di essere condizionato da eventuali scossoni dei listini? Recentemente le parole della Clinton sulla volontà di contenimento dei prezzi dei farmaci hanno scosso il settore ma credo che il suo pensiero sia stato male interpretato dagli investitori che sono corsi a vendere anche società che non hanno nulla a che vedere con la cattiva abitudine di alcuni piccoli player di alzare i prezzi di farmaci generici datati per pura speculazione. Considerando il trend demografico in atto, l'accresciuta attività di M&A, in prevalenza nei sotto settori della farmaceutica specializzata e della tecnologia medicale, insieme alle percezioni scorrette circa l'attuale prezzo dei farmaci, penso che il potenziale di uno dei settori più in crescita degli ultimi anni rimanga inalterato. Qual è il vero valore aggiunto di questo comparto? Senza dubbio l'innovazione. Nei prossimi anni si manifesteranno nuove malattie virali, più resistenti ai farmaci tradizionali, aumenteranno le malattie croniche da invecchiamento o quelle legate al diabete ed alle patologie respiratorie o coronariche, aumenteranno le resistenze agli antibiotici; questo segnerà la fine dei farmaci di massa e sarà uno dei principali driver di innovazione per le società capaci di introdurre nuovi tipi di farmaci, in grado di modificare il Dna per intervenire sulle malattie di origine genetica o per stimolare la risposta del sistema immunitario a gravi patologie come il cancro. Quali vantaggi si possono trarre dall'investimento nel comparto delle biotecnologie? Non è un settore rischioso? I nuovi biofarmaci stanno portando significativi profitti alle società del settore e l'aumento dei prezzi delle azioni non sempre significa che le valutazioni siano tese. Le previsioni indicano che il fatturato passerà dagli attuali 123 miliardi di dollari a 400 miliardi nel 2018 per raggiungere poi SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 14 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «Amgen ha una forte capacità produttiva» 03/10/2015 Pag. 31 N.682 - 3 ottobre 2015 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato i 550-600 miliardi nel 2020, grazie all'apporto di farmaci innovativi quale quello contro l'epatite C, gli antitumorali e quelli contro il diabete. Potrebbe indicarmi quali sono le società più interessanti e perché? Amgen sta intensificando il lancio di nuovi prodotti fra i quali spicca il farmaco anticolesterolo Repatha che potrebbe garantire entrate superiori ai 2 miliardi di dollari, il Kyprolis per il trattamento del mieloma multiplo ed il T-Vec di cui è attesa l'approvazione il prossimo mese come trattamento per il melanoma avanzato. Grazie alla sua capacità produttiva, Amgen potrebbe inoltre divenire uno dei più importanti produttori di biosimilari (i generici dei farmaci biotech); recentemente ha presentato dati finali di studio del biosimilare dell'Avastin (Roche), che attualmente ha un fatturato intorno a 7 miliardi di dollari e del biosimilare dell'Humira (Abbvie) che nel 2014 è stato il farmaco più venduto al mondo con un fatturato superiore ai 12,5 miliardi di dollari. In aggiunta a questi Amgen ha altri sette biosimilari che saranno commercializzati tra il 2017 e 2019. Continua poi a piacerci molto Gilead Sciences, il produttore del farmaco contro l'epatite C che in due anni ha triplicato il fatturato e oggi presenta ancora uno straordinario rapporto P/e. 8,0 6,0 4,0 2,0 180 170 160 150 140 130 12,0 10,0 prezzo Amgen 1/10/2015 0 1/10/2014 1 20 volumi (mln) Andamento e volumi Segnali grafici preoccupanti per Amgen, sceso nelle ultime sedute sotto al supporto offerto in area 140 dalla linea di tendenza che guidava il rialzo dai bottom del 2011. La violazione di questo importante sostegno crea una seria minaccia alla tenuta dell'uptrend di lungo corso (culminato a fine luglio su un nuovo record assoluto a 181,81 dollari) e rischia ora di aprire la via al test del supporto critico in area 124 dollari. Ben più significative sarebbero poi le implicazioni in caso di flessioni sotto questo riferimento, prologo ad un affondo sui minimi del 2014 a 110 dollari circa. Nel breve termine sono possibili reazioni all'ipervenduto presente sui principali oscillatori tecnici ma potrebbero non essere sufficienti a cancellare la debolezza mostrata nelle ultime settimane. Sarebbe infatti soltanto il ritorno al di sopra di quota 157 a fare intravedere una seria volontà di ripresa capace di ricondurre il titolo sui record a 181,81 dollari. eps 2015 p/e 2015 p/e 2016 Buy Biogen Amgen p/sales 2015 AbbVie Celgene consensus di mercato Novartis (*) Overweight Overweight Overweight Overweight Overweight Overweight Overweight Gilead Sciences Johnson & Johnson I comparable Teva Pharmaceutical (+) società capital. al 9/9/15 (mn $) 84.098 4,3 12,4 10,4 3,7 65.431 15,8 17,6 15,8 6,3 83.275 4,8 21,9 17,6 9,8 101.469 9,8 13,7 12,5 4,8 140.890 11,6 8,3 8,2 4,5 257.638 6,2 15,1 14,4 3,6 233.835 5,1 17,8 16,7 4,9 217.040 20,9 10,7 10,4 2,8 (*) milioni di Chf; (+) milioni di shekel israeliani; (Eps) = utile per azione; (P/E) = rapporto prezzo su utile; (P/Sales) = rapporto prezzo su ricavi. fonte : elaborazione di Analisi Mercati Finanziari su dati Factset Amgen è un colosso biofarmaceutico a livello mondiale. I suoi farmaci vengono impiegati nell'oncologia, nel trattamento della cirrosi epatica e dell'artrite reumatoide, e sono commercializzati in 75 Paesi. Nella tabella di confronto sono state incluse anche le aziende che producono farmaci per le medesime indicazioni terapeutiche dei prodotti top di Amgen. Ai prezzi attuali Amgen presenta P/e stimati per il 2015 e il 2016 inferiori rispetto alla media del campione (pari a 14,8 volte per il 2015 e a 13,4 volte per il 2016). La situazione si ripete considerando il multiplo P/Sales stimato per il 2015, in quanto la media del campione è pari a 5 volte. Il consensus di mercato su tutte le società considerate nel campione è in generale molto positivo ed è particolarmente favorevole per Gilead Sciences. 50 300 250 200 150 100 2013 2014 2015 amgen Il confronto nasdaq composite nasdaq biotechnology Base 28/09/2012= 100 03/10/2015 Pag. 19 diffusione:309253 tiratura:418328 Nozze sulla via Emilia Parte la super-Coop da 5 miliardi di euro Fusione tra Bologna, Modena e Reggio PAOLO BARONI Lungo la via Emilia stamattina si compie un mezzo miracolo, tre dei nove giganti della grande distribuzione a marchio Coop convolano a nozze: nasce «Coop Alleanza 3.0», un colosso da quasi 5 miliardi di fatturato, 22mila dipendenti, 2,7 milioni di soci e 419 punti vendita sparsi in 12 regioni, dal Friuli alla Sicilia. Sarà la più grande cooperativa a livello italiano e la più grande in Europa per n u m e ro d i s o c i u n e n d o i n un'unica società Coop Adriatica di Bologna, Coop Estense (Modena) e Coop consumatori Nordest (Reggio Emilia). Primi azionisti Unipol La sua attività andrà ben oltre i confini della grande distribuzione e spazierà dagli investimenti immobiliari di Igd alle agenzie di viaggi, dalle farmacie e librerie a marchio Coop alla distribuzione di carburanti, gas e luce, dalle polizze sanitarie ai servizi assicurativi e finanziari. La superCoop controlla poi il 13,3% di Eataly ma soprattutto è il primo azionista singolo del Gruppo Unipol con una quota vicina al 20% . Ieri, alla vigilia delle assemblee in programma oggi a Bologna, Reggio e Modena, i tre presidenti (il bolognese Adriano Turrini, che sarà anche il nuovo superpresidente, il modenese Mario Zucchelli ed il reggiano Paolo Cattabiani) si sono presentati in pubblico a Milano. La parola d'ordine è «sostenere e rilanciare la presenza della cooperazione di consumo, creare un'organizzazione capace di trovare tutte le efficienze utili a dare nuovo impulso all'impresa per affrontare le sfide future». Con la fusione «non saranno chiusi negozi perché non ci sono sovrapposizioni», mentre è certo che verrà riformato in meglio il modello Ipercoop che più di altri ha patito la crisi. E infatti è stata proprio la crisi dei consumi a far scattare la molla della fusione mandando in soffitta storiche rivalità. C'è infatti da arginare il crollo dei fatturati, soprattutto nelle zone più deboli del Paese, e tener testa alla concorrenza, a partire da Esselunga. Bilanci fragili Nell'ultima relazione di bilancio di Coop Nord Est le difficoltà del sistema Coop non vengono certo nascoste: a soffrire è soprattutto la rete di supermercati. E se anche Coop col 15% delle quote (-0,1) nel complesso conferma la sua leadership, alle sue spalle i tre concorrenti più agguerriti Conad, Selex ed Esselunga allungano il passo, macinano più utili e mordono. Gli ultimi bilanci ne sono la riprovai: nel 2014 Coop Adriatica ha incrementato le vendite a 2,1 miliardi, ma solo perché nel frattempo ha assorbito Coop Veneto, e nonostante i 29 milioni di perdite di Coop Sicilia, da dividere a metà coi cugini reggiani, ha comunque conseguito un utile di 28,8 milioni. L'Estense è invece arretrata del 2,6% (a 1,343 miliardi) e se ha ottenuto 10 milioni di utile, dopo averne persi 12 in Puglia, lo deve alla gestione finanziaria e al contributo del settore carburanti. Coop Consumatori Nord Est, invece, ha perso fatturato (-3%, a 881 milioni) ed ha evitato di un soffio il rosso solo grazie a vecchi crediti fiscali. ROMA 15 mila I soci delle 77 assemblee territoriali che hanno dato via libera alla fusione 419 i negozi I punti vendita della nuova super-Coop dislocati tra Nord-Est, Centro e Sud Italia Foto: I numeri Il nuovo colosso della distribuzione ha 2,7 milioni di soci, quasi 5 miliardi di fatturato e oltre 22mila dipendenti SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 16 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato il caso 03/10/2015 Pag. 1 N.195 - 3 ottobre 2015 diffusione:100933 tiratura:169909 LE POLIZZE PER PENSARE ALLA SALUTE Paola Valentini Il Servizio Sanitario sta per limitare più di 200 prestazioni. Ecco le assicurazioni che coprono i tagli Nonostante le rassicurazioni del premier Matteo Renzi, che ha respinto al mittente anche l'accusa dei tagli alla sanità praticati dall'esecutivo, è certo che è al tramonto il modello della sanità all you can eat (così vengono definiti i ristoranti dove a prezzo fisso si può mangiare a volontà) che per anni ha contraddistinto il servizio pubblico italiano. Un modello ben delineato dal film di fine anni 60 Il medico della mutua dove Alberto Sordi impersonava il dottor Guido Tersilli, un giovane e ambizioso camice bianco senza scrupoli che aveva visto nel sistema sanitario il modo più veloce per arricchirsi. Per avere più mutuati possibili Tersilli aveva architettato stratagemmi di ogni tipo ed era arrivato a metterne insieme più di 3 mila (salvo poi collassare per il ritmo frenetico delle visite). Prescrivere analisi ed esami inutili a costo zero a pazienti magari sanisssimi era la via più semplice per guadagnare facendo leva sia sulla mania di cronici malati immaginari sia sulla complicità di altri. Il mondo dipinto dalla pellicola del 1968 non era poi così lontano dalla realtà: un sistema figlio di un Italia che ancora nei fasti del boom economico non si poneva il problema della sostenibilità della spesa pubblica per il welfare dei cittadini. Anzi. In tema di pensioni, proprio nel 1969 fu varata la riforma Brodolini, in base alla quale si abbandonava definitivamente ogni forma di capitalizzazione, si adottava la formula retributiva per il calcolo della pensione, svincolando il calcolo dai contributi effettivamente versati e legando la prestazione alla retribuzione percepita negli ultimi anni di lavoro. Un intervento che negli anni ha portato enormi squilibri nei conti pubblici e soltanto di recente, nell'emergenza del debito pubblico che nel frattempo è esploso, è stato oggetto di numerose correzioni. Da ultima la legge Fornero del 2012 che ha definitivamente cancellato il sistema di calcolo retributivo delle pensioni (seppur i forma proquota per i lavoratori più anziani). E dopo gli interventi sulla previdenza, ora nel mirino è entrata la sanità. Anche in questo settore sprechi e corruzione hanno rischiato di far sbandare i conti dello Stato. Ma a parte gli accordi Stato-Regioni per contenere i costi, perché queste ultime detengono la competenza sulla sanità, finora i governi che si sono succeduti alla guida dell'Italia non hanno mai preso provvedimenti che incidono così direttamente e immediatamente sui cittadini italiani, come quello varato questa estate. Con una mossa a sorpresa contenuta nel decreto legge 78/2015 che avrebbe dovuto contenere disposizioni urgenti in materia di enti territoriali, ma che di fatto è diventata una piccola grande manovra, il governo ha rivisto l'elenco di visite ed esami coperti dal Ssn. Senza dubbio nel varo del provvedimento si ritrovano alcune linee guida del lavoro svolto da Marco Carrai, presidente del Cambridge Management Consulting Labs e vicino a Matteo Renzi. Un'analisi che ha portato un aumento dell'efficienza nella gestione delle procedure dell'ospedale milanese San Raffaele che, se fosse preso come modello nella sola Lombardia, la sanità della regione potrebbe ottenere risparmi per 1,8 miliardi annui. Dato che la Lombardia pesa circa il 10% nel settore della sanità, in Italia si potrebbero ridurre le spese di 18 miliardi. Nella norma del decreto 78 è prevista una riduzione di 2,3 miliardi annui a decorrere dal 2015 dei fondi trasferiti alle Regioni per garantire il Servizio Sanitario Nazionale (si aggiungono i tagli di 3,5 miliardi varati dai governi Monti e Letta). E non è chiaro quanti di questi rientrano nella riduzione complessiva di spesa per la sanità di 10 miliardi previsti nell'ambito della spending review. Per contenere i costi della sanità il decreto dispone interventi sulla spesa per l'acquisto di beni e servizi sanitari, dispositivi medici e farmaci e si punta a una rinegoziazione dei contratti con i fornitori. Ma soprattutto saranno multati i medici che prescriveranno esami superflui e inutili. Dai dati dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali emerge che il 50% dei medici ospedalieri pratica la medicina difensiva, che si esplica attraverso prescrizioni di esami e visite a scopo precauzionale, per il timore di incorrere in cause legali. Un fenomeno che (continua a pag. 16) secondo il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, costa alla sanità circa 13 miliardi l'anno. Le nuove regole, quindi, prevedono misure di riduzione dello stipendio del medico, in caso di «comportamento prescrittivo» non conforme alle indicazioni del decreto SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 17 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il Servizio Sanitario sta per limitare più di 200 prestazioni. Ecco le assicurazioni che coprono i tagli 03/10/2015 Pag. 1 N.195 - 3 ottobre 2015 diffusione:100933 tiratura:169909 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 18 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato del ministro della Salute, cui è stato delegato il compito di individuare con decreto le condizioni di erogabilità e appropriatezza delle singole prestazioni. Proprio nei giorni scorsi ha visto la luce questo decreto che riceve 208 prestazioni su 1.700. In pratica il governo intende risparmiare 180 milioni all'anno considerando che sono 200 milioni le prestazioni che ogni anno vengono erogate dal Ssn. Il 12% delle prestazioni oggi gratuite saranno mutuabili secondo le condizioni del paziente. «Non è vero che le 208 prestazioni non saranno più prescritte. La differenza è che c'è un criterio di appropriatezza e le sanzioni ci saranno solo nel caso di abusi e quando ci sono sprechi enormi. Una prestazione inappropriata non è inutile né superflua, s e m p l i c e mente non deve essere prescritta a quel paziente», ha ribadito il ministro della Salute, B e a t r i c e Lorenzin. Lorenzin afferma che il provvedimento serve ad alleggerire le liste d'attesa da chi ad esempio fa una risonanza magnetica ma in realtà la sua diagnosi potrebbe essere fatta anche senza questo strumento. Secondo Lorenzin, proprio questo è lo spreco in cima alla classifica. «Per la risonanza a spalla, braccia, bacino e gambe, oggi non ci sono limiti all'erogabilità, ma ci devono essere», ha affermato Lorenzin. La legge prevede che i medici che prescriveranno prestazioni inappropriate saranno multati. Per i cittadini, quindi, la stretta sugli esami potrebbe essere un vantaggio se effettivamente sfoltirà le liste d'attesa, ma dall'altra rischia di trasformarsi in un boomerang perché l'erogazione delle prescrizioni dipenderà dalla scienza e dalla coscienza del proprio medico. Con la conseguenza che magari per lo stesso esame alcuni si rifiuteranno di prescriverlo e altri medici invece saranno propensi a farlo. Un capitolo molto spinoso riguarda ad esempio le cure dentali. Numerose, infatti, sono le prestazioni odontoiatriche sotto la lente del decreto. Ma sono tutelati i minori di 14 anni e le persone vulnerabili a livello sociale o sanitario. Oggi, nei pochi ospedali che hanno un reparto di odontoiatria,è possibile farsi ricostruire un dente o applicare una corona o riparare una protesi, anche se non c'è alcuna emergenza. Con le nuove disposizioni l'assistenza gratuita resterà solo per le emergenze. Ma moltissime prestazioni sono state riviste. Ad esempio l'estrazione di un dente che si muove con anestesia resta mutuabile da 0 a 14 anni o nei casi di difficoltà di salute ed economiche. E ancora. I test per le allergie oggi sono mutuabili e senza limitazioni. Ma d'ora in poi questi test non potranno più essere chiesti dal medico di base ma soltanto da uno specialista (allergologo o dermatologo). La stretta riguarda anche i test genetici. Un gran numero di prestazioni colpite dal decreto mettono nel mirino proprio questi esami con un elenco a parte in cui sono evidenziate le diagnosi di specifiche malattie e condizioni (un elenco corposo) per cui sono erogati i test a carico del Ssn. L'esame dei villi coriali sulle donne in gravidanza per verificare malformazioni al feto sarà mutuabile solo se prescritto dallo specialista. Paletti anche sull'esame del colesterolo nel sangue. Oggi non ci sono limiti alla prescrizione, ma con il nuovo provvedimento le analisi del livello di grassi nel sangue va eseguito come screening agli over 40 e per chi ha fattori di rischio cardiovascolari o colesterolo alto familiare. In assenza di valori elevati, modifiche allo stile di vita o interventi terapeutici, l'esame non può essere ripetuto con una frequenza inferiore ai 5 anni. Se qualcuno vorrà tenere sotto controllo il livello dei grassi nel sangue, potrà farlo ma a sue spese. Rispetto invece a esami di diagnostica come le risonanze magnetiche, è previsto che siano erogabili in particolari condizioni legate ad esempio a patologie oncologiche o traumatiche. Per quanto riguarda la risonanza magnetica della colonna (cervicale, toracica, lombosacrale) le condizioni di ero(segue da pag. 14) gabilità prevedono che vi sia una «condizione di dolore rachideo in assenza di coesistenti sindromi gravi di tipo neurologico o sistemico, resistente alla terapia, della durata di almeno 4 settimane, e traumi recenti e fratture da compressione. In caso di negatività l'esame non deve essere ripetuto prima di 12 mesi». L'elenco delle 208 prestazioni che per essere erogate a carico del Ssn dovranno soddisfare le condizioni di erogabilità o di appropriatezza prescrittiva è lungo e articolato (da sottolineare che il decreto per essere definitivo dovrà essere approvato dalla Conferenza Stato-Regioni). Come già anticipato nella prima versione del provvedimento, che peraltro riguardava meno prestazioni (180) sono toccati vari ambiti tra cui: odontoiatria, radiologia diagnostica, esami di laboratorio, dermatologia allergologica, medicina nucleare. Per una risonanza muscoloscheletrica (spalla, braccio, mano, gomito, ginocchio), sarà a carico del Ssn in caso di patologia traumatica acuta, in caso di fase post chirurgica e in caso di sospetta infiammazione. E non è ripetibile prima di almeno tre mesi e in funzione 03/10/2015 Pag. 1 N.195 - 3 ottobre 2015 diffusione:100933 tiratura:169909 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 19 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato del quadro clinico-laboratoristico. Nei quadri di degenerazione artrosica è indicato l'esame radiologico e inappropriata la risonanza magnetica. «Al governo va sicuramente riconosciuto lo sforzo di voler risolvere alcuni problemi strutturali che altro non sono se non l'eredità di anni di sprechi. Ciò che, tuttavia, va tenuto in maggiore considerazione», commenta il presidente della Società di Mutuo Soccorso Aglea Salus, Filippo Buono, «non è la cifra da impiegare, ma in che modo viene impiegata. Il nostro Ssn, considerato uno dei migliori in Europa, registra da anni malfunzionamenti come liste d'attesa infinite e una non sempre coerente amministrazione da parte delle Regioni che, da Nord a Sud, ha portato i cittadini a rivolgersi a soluzioni private. O almeno chi può permetterselo. Poiché già adesso sono milioni gli italiani che rinunciano alle cure mediche o vi provvedono di tasca propria». I numeri di Altroconsumo parlano di una spesa di 2 mila euro all'anno a famiglia, il 14% del reddito medio di un nucleo standard, con un 46% degli utenti che decide di abbandonare del tutto studi medici e ambulatori. E anche l'offerta delle polizze deve ora adeguarsi ai cambiamenti in atto nella sanità pubblica. Come emerge dalla tabella a pag. 15 in cui sono messe a confronto le polizze sanitarie offerte dalle principali compagnie di assicurazione attive nel ramo malattia. Dall'analisi di Rbm Salute e del Censis Costruire la nuova sanità integrativa emerge che con riferimento ai bisogni sanitari degli assistiti, le prestazioni più richieste riguardano l'area della specialistica e della diagnostica, delle cure dentarie e dei farmaci. Al riguardo, tuttavia, si legge nell'analisi «l'attuale risposta delle forme sanitarie integrative non risulta adeguata sia in termini di ampiezza delle coperture (ammissibilità delle prestazioni, ndr), sia con riferimento all'intensità delle assistenze erogate (ammontare dei rimborsi). Infatti (come illustrato nel grafico a pagina 14) oltre il 50% delle prestazioni ritenute necessarie dagli assistiti nelle aree della specialistica e della diagnostica e delle cure dentarie è esclusa dalle attuali coperture garantite dalle forme sanitarie integrative. I farmaci, che sono in termini di bisogno di copertura la terza area di assistenza più richiesta, sono nella quasi totalità dei casi esclusi da qualsiasi forma di rimborso. Tale ultimo dato, peraltro, appare ancor più significativo se si pensa che i farmaci rappresentano una delle principali voci di spesa degli italiani in ambito sanitario», conclude lo studio. (riproduzione riservata) IL DECRETO SULLA SALUTE IN CIFRE 2,3 180 200 13 208 GRAFICA MF-MILANO FINANZA miliardi di euro Il risparmio per la sanità previsto nel 2015 milioni di euro Quanto il Governo punta a risparmiare in un anno con le nuove regole sulle prestazioni Il numero di prestazioni (su un totale di 1.700) riviste dal Ministero della Salute milioni Il numero di prestazioni erogate ogni anno dal Ssn miliardi di euro La spesa annua stimata a carico del Ssn per esami ed analisi considerati inutili IL DIVARIO TRA LE COPERTURE RICHIESTE E I RIMBORSI OTTENUTI Le principali necessità di copertura e i rimborsi effettivamente erogati dai fondi sanitari integrativi* Visite specialistiche e diagnostica ordinaria, alta specializzazione Ticket specialistiche Ricovero e grandi interventi Ssn Ricovero e grandi interventi Protesi ortopediche ed acustiche Parto Medicinali Lenti/Occhiali Intervento chirurgico ambulatoriale Interventi chirurgici odontoiatrici Fisioterapia Day Hospital Cure oncologiche Cure dentarie Chirurgia rifrattiva (miopia) Check up o prevenzione Assistenza infermieristica GRAFICA MF-MILANO FINANZA 0 10% 5% 20% 15% 30% 25% 40% 35% Necessità di copertura Importo richiesto Importo liquidato Fonte: Rbm, Censis Construire la nuova sanità integrativa, ed. giugno 2015 * Fondi contrattuali, aziendali e fondi territoriali UN CONFRONTO TRA LE COPERTURE OFFERTE DALLE POLIZZE SALUTE SUL MERCATO GRAFICA MF-MILANO FINANZA Banca Controllo medico pre sottoscrizione (questionario/visita) Nome del prodotto Malattie pregresse Ricoveri ospedalieri Diagnostica (esami strumentali) Esami di laboratorio, accertamenti e visite specialistiche Spese per odontoiatria Sono state analizzate le prime dieci compagnie per premi nel ramo malattia nel 2014 * Comprende inoltre copertura farmaci (massimale annuo: 500 €) e 03/10/2015 Pag. 1 N.195 - 3 ottobre 2015 diffusione:100933 tiratura:169909 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 20 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato medicina estetica (massimale annuo: 5.000 €) ** Formula completa con scoperto ° Grandi interventi Pagamento Diretto: presso le strutture sanitarie convenzionate con la compagnia Rimborso: presso qualsiasi Struttura Sanitaria Richiesto Non richiesto Richiesto Richiesto Richiesto Richiesto Richiesto Non richiesto Richiesto Richiesto Escluse Incluse dopo i primi 5 anni Escluse sempre se non dichiarate nel questionario Escluse sempre se non dichiarate nel questionario Escluse se conosciute e non accettate dalla compagnia Escluse se conosciute e non accettate dalla compagnia Escluse Escluse Escluse se conosciute e non accettate dalla compagnia Escluse sempre se non dichiarate nel questionario Massimale annuo: 500.000 € Pagamento Diretto: 100% Rimborso: 100% Massimale annuo: 500.000 € Pagamento Diretto: 100% Rimborso: 85% Massimale annuo: 100.000 € Pagamento Diretto: 100% Rimborso :80% Massimale annuo: illimitato nei centri convenzionati 150.000 € in quelli non convenz. Pagamento Diretto: 100% Rimborso: 80% con max 6.000 € a carico assicurato Massimale annuo: 100.000 € Massim. annuo: 200.000 € per grandi interventi ed eventi morbosi Pagamento Diretto: 100% Rimborso: 80% Massimale annuo: 500.000 € Pagamento Diretto: 100% Rimborso: 90% con max 2.000 € a carico assicurato Garanzia Base: ricoveri e g.i.° Massim. annuo: indicato in polizza Pagamento Diretto / rimborso: indicato in polizza Indennizzo differenziato per classe di intervento da 100 € a 7.000 € Indennizzo di 100 € al giorno massimo 10 giorni per sinistro per ricoveri senza intervento solo per malattia Pagamento Diretto: 100% Rimborso: 80% con 1.600 € a carico assicurato ** Massimale annuo: indicato in polizza Pagamento Diretto: 100% Rimborso: 80% con 5.000 € a carico assicurato Sei in Salute Alta Protezione Opzione Top Salute Completa 5 Stelle Opzione Totale* Piano Completo Sanicard Salute formula completa A Universo Salute Per te Salute reale Opzione Top Più Salute Eura Salute Ogni giorno Protezione Salute Medicare GENERALI ITALIA generali.it RBM SALUTE rbmsalute.it tuttosalute.it UNISALUTE unisalute.it UNIPOLSAI ASSICURAZIONI www.unipolsai.it ALLIANZ allianz.it REALE MUTUA realemutua.it CATTOLICA ASSICURAZIONI cattolica.it EUROP ASSISTANCE IT. europassistance.it AXA ASSICURAZIONI axa.it ZURICH INSURANCE zurich.it Massim. annuo: 5.000 € Pagamento Diretto: 75% Rimborso: 75% Massimale annuo: 6.000 € Pagamento Diretto: 80% con 50 € per evento a carico assicurato Rimborso: 80% con 50 € per evento a carico assicurato Massimale annuo: 5.500 € Pagamento Diretto : 100% Rimborso : 75% con 55 € per evento a carico assicurato Massimale annuo: 2.500 € Pagamento Diretto: 80% Rimborso: 80% Massim. annuo: 2.500 € Pagamento Diretto: 80% con 50 € a carico assicurato Rimborso: 80% con 50 € a carico assicurato Massimale annuo: 5.000 € Pagamento Diretto: 80% con 50 € per evento a carico assicurato Rimborso: 80% con 50 € per evento a carico assicurato Massimale annuo: 1.600 € Pagamento Diretto: 100% Rimborso: 75% con 55 € a carico assicurato per accertamento o ciclo terapia Non previste Massimale annuo: 10.000 € Pagam.o Diretto: 90% con 30 € a carico assicurato Rimborso: 90% con 30 € per evento a carico assicurato Garanzia Aggiuntiva Massimale annuo: 6.000 € Pagamento Diretto / Rimborso: franchigia 500 €/anno a carico assicurato Rimborso: nei 100 giorni pre e post per classe di intervento da 150 € a 1.500 € Massimale annuo: 5.000 € Pagamento Diretto: 100% Rimborso: no esclusi esami sangue, MOC, Pap Test Visite specialistiche non previste Pagamento Diretto: 80% con 30 € a carico assicurato Rimborso: 80% con 50 € a carico assicurato Massimale annuo: 2.500 € Pagamento Diretto: 80% con 50 € a carico assicurato Rimborso: 80% con 50 € a carico assicurato Pagamento Diretto: 80% con 30 € a carico assicurato Rimborso: 80% con 50 € a carico assicurato Massimale annuo: 2.000 € Pagamento Diretto/Rimborso: 80% con 50 € a carico assicurato Massim. annuo: 2.500 € Condizioni: Solo infortunio e cure ricostruttive Pagamento Diretto: 80% Rimborso: 80% Massimale annuo: Illimitato Condizioni: Tutte le prestazioni dentarie incluse Pagamento Diretto: 100% con quota a carico assicurato differenziata per prestazione Prestazioni particolari Pagamento diretto: ablazione tartaro max 60 € 1 visita odontoiatrica Cure da infortunio Massimale annuo: 1.000 € Pagamento Diretto: 75% Rimborso: 75% con 55 € per fattura a carico assicurato Non previste Solo da infortunio Non previste Non previste Non previste Non previste Non previste QUANTO COSTA CURARSI E QUANTO SI SPENDE PER LA SALUTE GRAFICA MF-MILANO FINANZA * Moltiplicatori che indicano quanto costa in più rivolgersi a una struttura privata rispetto a quella pubblica 03/10/2015 Pag. 1 N.195 - 3 ottobre 2015 diffusione:100933 tiratura:169909 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 21 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Fonte: elaborazioni Progetica su dati Censis 2012 Fonte: elab. Progetica su Gazzetta Ufficiale del 28/1/2013 Fonte: elaborazioni Progetica su rapporto annuale Istat 2014 Fonte: elab. Progetica su Oms - Global Health Observatory 2014 15-44 45-64 65-74 >74 8,3% 12,7% 10,3% 8,5% 13,2% 17,9% 15,0% 11,9% Fascia d'età % MASCHI % FEMMINE Italia Francia/Germania Stati Uniti x 1,28 x 1,31 x 2,16 Paese Differenziale* Il più costoso (trapianto polmone) media 2% più costosi media 16% più costosi 72.572 56.957 19.240 Tipologia di intervento Costo in € Quanti italiani Media pro capite annua 84,6% 1.156 € QUANTO COSTA UN GRANDE INTERVENTO CHIRURGICO? LA SPESA PER LA SANITÀ DEGLI ITALIANI Costo medio rimborsato dallo Stato alle Regioni per tipologia di intervento Spese nell'anno per farmaci, visite ambulatoriali e odontoiatriche sostenute direttamente dalle famiglie QUANTO COSTA FARLO PER VIA PRIVATA? QUANTI ITALIANI RINUNCIANO A CURARSI? Differenziale tra spesa sanitaria individuale e spesa pubblica pro capite Chi rinuncia a spese sanitarie in tempi di crisi, pur avendone bisogno Foto: Beatrice Lorenzin Matteo Renzi 03/10/2015 Pag. 16 N.195 - 3 ottobre 2015 diffusione:100933 tiratura:169909 Vecchietti (Rbm), ora il focus è sui bisogni di cura Le nuove regole sulle condizioni di erogabilità e di appropriatezza prescrittiva delle 208 prestazioni di specialistica ambulatoriale pongono molte sfide anche al settore della sanità integrativa. Come spiega Marco Vecchietti, consigliere delegato di Rbm Salute, compagnia specializzata nel settore salute e seconda per raccolta premi nel ramo malattia in Italia nel 2014. Domanda. In generale i fondi sanitari sul mercato coprono le prestazioni a rischio di appropriatezza individuate dal ministero della Salute? Risposta. Sì, in generale sia le polizze sanitarie sia i fondi coprono le medesime prestazioni radiologiche, specialistiche, ambulatoriali e odontoiatriche oggetto della lista proposta dal ministero. Da questo punto di vista è possibile ipotizzare un ruolo importante per le forme sanitarie integrative che potrebbero impedire l'aggravio di ulteriori costi sui bilanci delle famiglie. Naturalmente è fondamentale che anche fondi e polizze sanitarie possano riposizionare i propri livelli assistenziali a partire dalla definizione di appropriatezza che il Ssn intenderà codificare focalizzando il proprio campo di azione sugli effettivi bisogni di cura degli assicurati. D. Quanto pesa in Italia il problema delle liste d'attesa? R. Il Ssn è sempre più saturo. Nell'ultimo anno le liste di attesa si sono allungate. In base alla ricerca che abbiamo condotto con Censis, si registrano 20 giorni in più per una risonanza magnetica al ginocchio (da 45 a 65 giorni), 12 giorni in più per una ecografia dell'addome (da 58 a 71 giorni), 10 giorni in più per una colonscopia (da 69 a 79 giorni). Oltre 9 milioni di italiani hanno effettuato visite specialistiche nell'ultimo anno nel privato a pagamento (2,7 milioni di questi sono a basso reddito). È questo uno dei risultati più evidenti della lunghezza delle liste di attesa. D. Quanti sono gli italiani che hanno una copertura sanitaria? R. Dalle evidenze presentate nel Welfare Day è emerso che sono più di 6 milioni gli italiani che hanno già attivato una forma sanitaria integrativa, per un totale di oltre 10 milioni di assistiti. Le compagnie gestiscono più del 60% di questo settore, in buona parte attraverso contratti stipulati con grandi aziende e i fondi sanitari integrativi. La sanità integrativa è appannaggio del lavoro dipendente, dove oltre il 55% dei lavoratori aderisce, mentre nel lavoro autonomo si scende al 15%. Il problema principale è la scarsa informazione di cui dispongono i cittadini sui livelli assistenziali garantiti dal Ssn e sull'importanza di avere una forma sanitaria integrativa. Una situazione simile a quella che per decenni ha paralizzato la previdenza complementare. D. Quali le differenze tra coperture delle polizze private proposte dalle compagnie e quelle dei fondi sanitari? R. La caratteristica principale dei fondi sanitari come delle polizze collettive, ovvero stipulate tra una compagnia e un'azienda e/o un fondo sanitario, è quella di accettare in copertura tutti gli aventi diritto senza verifica medica prevedendo il rimborso anche delle prestazioni sanitarie derivanti da patologie preesistenti all'adesione. Generalmente, invece, le polizze individuali prevedono la compilazione di un questionario ed escludono le spese connesse a patologie preesistenti. Al riguardo Rbm Salute ha deciso già da qualche anno di non richiedere la compilazione del questionario e di prevedere la copertura anche delle spese collegate a patologie pregresse. D. Le coperture dei fondi sanitari sono più ampie di quelle delle polizze sanitarie private? R. Fermo restando quanto detto sulle patologie preesistenti, direi che i fondi sanitari , soprattutto quelli di origine contrattuale, con esclusione di quelli relativi ai dirigenti, tendono ad assicurare i grandi rischi, limitandosi, per quel che riguarda le prestazioni extraospedaliere,a coperture contenute prevalentemente limitate al solo rimborso del ticket Ssn e per quanto attiene all'odontoiatria a un elenco molto contenuto di prestazioni. Le polizze sanitarie individuali, di solito, consentono invece un'ampia presa in carico dei bisogni dell'assicurato, dall'area ospedaliera fino all'odontoiatria, con livello di rimborso, nella maggior parte dei casi, pari all'85% della spesa sostenuta. Non bisogna dimenticare poi che, mentre in prevalenza la copertura dei fondi sanitari è limitata al solo assicurato, le polizze sanitarie estendono la propria copertura all'intero nucleo familiare. D. Inoltre la percezione è che le polizze sanitarie siano care. Concorda? R. Nel valutare i costi bisogna considerare la capacità di ridurre il costo delle cure sanitarie private oggi pagate dal cittadino. La spesa sanitaria privata pro capite in Italia, infatti, è di oltre 530 euro a persona, con punte che in SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 22 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INTERVISTA 03/10/2015 Pag. 16 N.195 - 3 ottobre 2015 diffusione:100933 tiratura:169909 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 23 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato alcune regioni superano i 750 euro. In quest'ottica le polizze individuali fornendo mediamente, come accennavo, un livello di rimborso più elevato ed esteso a tutti i componenti del nucleo familiare, presentano mediamente costi più elevati dei fondi sanitari. Per dare un'indicazione, il premio medio richiesto dai fondi sanitari contrattuali, escludendo sempre i fondi dei dirigenti, è tra 100 e 200 euro mentre quello medio delle polizze individuali è compreso tra 400 e 2.500 euro. In ogni caso il prezzo praticato dipende dalla capacità di gestire il rapporto con le strutture sanitarie convenzionate. Rbm Salute, ad esempio, attraverso l'ampio numero di strutture convenzionate,è riuscita ad avvicinare il premio di alcune delle proprie polizze individuali ai livelli previsti da alcuni dei principali fondi sanitari con una gamma che va dai 150 euro fino a 1.500. E' proprio per far fronte alle crescenti esigenze degli italiani Rbm Salute ha una nuova gamma di polizze individuali dal nome Servizio Sanitario Personale che sarà presentata il 7 ottobre a Milano, durante la terza edizione dell'Health Insurance Summit. Obiettivo è fornire risposte alle principali motivazioni che spingono le famiglie a sostenere privatamente il costo delle cure. La nuova proposta va dai prodotti sostitutivi del Ssn come 9 Settimane, finalizzato a garantire in caso di lista di attesa del Ssn troppo lunga un accesso immediato alle cure presso il network della compagnia, a quelli complementari come TuttoSalute 2.0, che consente di assicurare le sole prestazioni di proprio interesse, per finire con quelli esclusivamente integrativi del Ssn come Sorridenti e Salute Sorriso Plus. Ma l'innovazione più importante è l'integrazione con i dispositivi di Mobile Health che consentiranno all'assicurato di controllare il proprio stato di salute e di attivare attraverso la App della compagnia Fill Up un programma di riduzione dei premi collegato all'adozione di stili di vita attivi. (riproduzione riservata) LE MAGGIORI COMPAGNIE NEL RAMO MALATTIA Dati a fine 2014 Premi (migliaia di €) Variazione 2014/2013 Incidenza sul totale Fonte: Ania GRAFICA MF-MILANO FINANZA Generali Italia Rbm Salute Unisalute UnipolSai Assicurazioni Allianz Società Reale Mutua Società Cattolica Europ Assistance Italia Axa Assicurazioni Zurich Insurance TOTALE RAMO 458.900 261.779 261.428 240.858 172.275 84.660 62.515 53.564 51.449 50.942 2.234.389 -8,6% +42% +9,2% -19,4% -1,8% +5,5% -2,2% -1% -24% +23,5% -0,4% 20,54% 11,72% 11,70% 10,78% 7,71% 3,79% 2,80% 2,40% 2,30% 2,28% 100% Foto: Marco Vecchietti 03/10/2015 Pag. 1 N.195 - 3 ottobre 2015 diffusione:100933 tiratura:169909 RIACCENDERE IL CERVELLO Elena Correggia Nuove e promettenti molecole in arrivo, dispositivi tecnologici per la neuroriabilitazione e modalità più pratiche di somministrazione dei farmaci si accingono a migliorare l'approccio a una patologia neurodegenerativa che colpisce in Italia oltre 240 mila persone. Molte novità sono emerse nei giorni scorsi a Torino durante il primo congresso dell'Accademia Limpe-Dismov per lo studio della malattia di Parkinson e dei disordini del movimento. «Dopo l'approvazione europea, per i primi mesi del 2016 è atteso l'arrivo in Italia di safinamide, una molecola che, usata in combinazione con il trattamento d'elezione, ovvero la levodopa, ne migliora l'azione nei malati che manifestano fluttuazioni motorie contribuendo a stabilizzarle», spiega Leonardo Lopiano, professore ordinario di neurologia all'Università di Torino. La molecola interviene con un doppio meccanismo d'azione: aumenta la dopamina, neurotrasmettitore coinvolto nella regolazione dei movimenti la cui carenza è conseguenza della degenerazione neuronale della malattia, ma inibisce anche il glutammato, un altro neurotrasmettitore attivo nella fisiopatologia dei movimenti involontari. Poiché finora il farmaco principale per la cura del Parkinson rimane la levodopa, una linea di ricerca sta studiando molecole che siano in grado di migliorarne la formulazione in modo da correggerne i limiti. «Il livello di levodopa nel sangue si riduce infatti abbastanza rapidamente e questa variazione induce movimenti involontari e la necessità di aumentare le assunzioni giornaliere fino a sei volte», afferma Fabrizio Stocchi, direttore del Centro di ricerca sulla malattia di Parkinson dell'Irccs San Raffaele Pisana di Roma, «il paziente può quindi sperimentare fasi off senza copertura farmacologica con forti difficoltà motorie. Per ovviare a questo inconveniente negli Stati Uniti è già stata approvata IPX066, una nuova preparazione di levodopa a lento rilascio che riduce il numero di dosi giornaliere necessarie e incrementa la stabilità del farmaco nel sangue.È invece imminente l'approvazione europea per Opicapone, un inibitore di Comt, l'enzima che distrugge la levodopa a livello periferico impedendole di raggiungere l'encefalo e di essere trasformata in dopamina». Già in commercio in Giappone e in fase avanzata di studio negli Stati Uniti, l'istradefillina è invece un antagonista dei recettori dell'adenosina, situati nei gangli della base, che interviene per riequilibrare la carenza di dopamina. Alla stessa classe di farmaci appartiene tozadenant, molecola appena entrata in fase III che sembrerebbe particolarmente efficace. Salto di qualità nella quotidianità «Un'altra serie di ricerche intende poi migliorare l'aspetto della somministrazione dei farmaci rendendola più pratica e gestibile da parte del paziente», continua Stocchi, «sono in questo senso incoraggianti i risultati di fase II per la messa a punto di levodopa infusibile per via sottocutanea, attraverso una piccola pompa da applicare sulla pelle come un cerotto, un sistema per garantire l'assorbimento del principio attivo in modo stabile e continuo. Nel nostro centro stiamo invece studiando un metodo di somministrazione di levodopa con un dispositivo della grandezza di un fagiolo, da applicare sui denti, che rilascia levodopa solubile nel cavo orale. Questa modalità di somministrazione dimostra un miglioramento del rilascio del farmaco e una sua stabilizzazione nel sangue». Per quanto riguarda invece la terapia di emergenza, quando si verifica il blocco del paziente impossibilitato a svolgere i movimenti e le azioni quotidiane, oggi si utilizza l'apomorfina iniettata per via sottocutanea con un autoiniettore. Uno studio appena entrato in fase III sta definendo una versione del farmaco in pellicola sottolinguale in grado di sbloccare velocemente il paziente con un buon profilo di tollerabilità. Un'altra ricerca, che ha appena terminato la fase III, prevede invece la somministrazione di levodopa inalatoria per raggiungere i polmoni favorendo anche in questo caso un rapido assorbimento. Un vaccino all'orizzonte Un'area significativa di indagine riguarda poi lo studio di anticorpi diretti verso l'alfasinucleina. «Si tratta di ricerche allo stadio iniziale che intendono intervenire contro la proteina ritenuta un agente infettante alla base della morte cellulare propria della malattia», prosegue Stocchi, «perché gli anticorpi sortiscano l'effetto vaccinale sperato sarà però sempre più essenziale arrivare a una diagnosi precoce, individuando il momento SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 24 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SALUTE / MOLECOLE A RILASCIO GRADUALE , ANTICORPI SELETTIVI E SENSORI CONTRO IL PARKINSON 03/10/2015 Pag. 1 N.195 - 3 ottobre 2015 diffusione:100933 tiratura:169909 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 25 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato più adatto per la loro somministrazione». La tecnologia per il movimento «La neuroriabilitazione costituisce un trattamento importante e complementare alla terapia con i farmaci», aggiunge Lopiano, «nuovi strumenti tecnologici oggi forniscono informazioni rilevanti sulla postura e il movimento, utili per impostare una fisioterapia mirata sulle difficoltà motorie proprie del singolo paziente». Fra le novità per l'analisi del cammino c'è Bts G-Walk, composto da un sensore indossabile in vita tramite una cintura che comunica via bluetooth con un computer. Lo strumento fornisce informazioni spazio temporali come per esempio la velocità e la lunghezza dei passi e parametri relativi alle rotazioni del bacino. Inoltre, sottoponendo il paziente al test «alzati e cammina», che analizza i tempi di esecuzione di una serie di semplici azioni, il dispositivo valuta anche la fluidità dei movimenti di alzata e seduta, eventuali problemi di equilibrio dinamico e i rischi di caduta. Ciò aiuta a comprendere la progressione della malattia e i distretti sui quali i farmaci producono maggiori effetti benefici. Nell'ambito della neuroriabilitazione si sta poi utilizzando con efficacia la stimolazione vibratoria, che potenzia la comunicazione fra il sistema nervoso periferico e quello centrale contribuendo a riattivare le vie cerebrali dei gangli della base, migliorando il controllo motorio oltre al tono muscolare. I ricercatori dell'Università Tor Vergata e dell'Irccs Santa Lucia di Roma hanno per esempio studiato l'utilizzo di Equistasi, uno strumento nanotecnologico che genera una vibrazione localizzata di alta frequenza, attraverso placchette applicabili sulla cute,e aiuta il paziente a ricostruire la percezione del proprio corpo per eseguire più correttamente i movimenti. (riproduzione riservata) tà «Un'altra serie di ric migliorare l'aspet strazione dei fa la più prati parte del nua Stoc sto sen risult la m vod via at co pl co si tir de in cont centr studia di som levodopa tivo della fagiolo, da ap che rilascia l nel cavo orale. di somministra un migliorament farmaco e una su nel sangue». Per quanto riguarda di emergenza, qua blocco del paziente svolgere i moviment tidiane, oggi si utili iniettata per via s un autoiniettore. U na entrato in fase I una versione del far sottolinguale in gr velocemente il pazie profilo di tollerabilità che ha appena term prevede invece la so di levodopa inalatori i polmoni favorendo caso un rapido assor 03/10/2015 Pag. 1 diffusione:88538 tiratura:156000 Pronto il decreto sulla dematerializzazione, che consente ai medici di inviare le richieste direttamente in farmacia , dove i pazienti ritireranno i medicinali CINZIA DE STEFANIS Ricetta elettronica per i farmaci. Al posto della tradizionale ricetta cartacea, i medici richiederanno online i farmaci per il paziente. Il quale, recandosi presso qualunque farmacia pubblica e privata convenzionata con il Ssn (Servizio sanitario nazionale), potrà ritirarli. Lo prevede il decreto del presidente del consiglio dei ministri sulle prescrizioni farmaceutiche generate in formato elettronico, che, dopo oltre un anno di stand-by, è ormai in dirittura. De Stefanis a pag. 23 Ricetta elettronica per i farmaci. Al posto della tradizionale ricetta cartacea, i medici richiederanno online i farmaci per il paziente, il quale, recandosi presso farmacie pubblica o private convenzionate con il Ssn (Servizio sanitario nazionale), potrà ritirarli. Tutte le farmacie avranno accesso alle informazioni e risaliranno alla ricetta tramite il nome del paziente, che comunque recherà con sé anche un foglietto rilasciato dal medico con quanto serve per ritirare il prodotto in caso, ad esempio, di malfunzionamento della connessione Internet. Lo prevede lo schema di decreto del presidente del consiglio dei ministri sulle prescrizioni farmaceutiche generate in formato elettronico che ha ricevuto il via libera dalla Conferenza unificata del 30 luglio scorso. Il provvedimento, dopo una fase di sperimentazione e uno stand by durato oltre un anno, nel corso del quale ha subito anche qualche ritocco, dà attuazione all'articolo 13, comma 2-quater, del decreto legge 21 giugno 2013 convertito con modificazioni dalla legge 9 agosto 2013 n. 198. Riscossione quota. La farmacia, all'atto della dispensazione del medicinale, riscuote l'eventuale quota di partecipazione dell'assistito prevista dalla normativa vigente nella regione o nella provincia autonoma in cui la farmacia ha sede, anche con riferimento al regime di esenzione eventualmente indicato dal medico sulla ricetta. Spetta alle regioni e alle province autonome, in sede di esecuzione dei controlli fi nalizzati alla compensazione interregionale dei rimborsi delle ricette farmaceutiche in formato elettronico, verifi care che le ricette siano state redatte nel rispetto delle regole inerenti la prescrizione dei medicinali vigenti nella residenza dell'assistito, con particolare e riguardo ai medicinali prescrivibili, alle caratteristiche del medico prescrittore, alle modalità dell'erogazione e alle condizioni indicate nel piano terapeutico. Sono oggetto di compensazione le ricette elettroniche contenente i dati che consentono l'identificazione dell'utente (quali nome e cognome, data di nascita, luogo di residenza, sesso, sigla provincia e codice di competenza dell'Asl di competenza). Cittadini residenti in ambiti regionali diversi. La farmacia che ha erogato medicinali prescritti su ricetta elettronica a cittadini residenti in ambiti regionali diversi da quelli in cui insiste la farmacia stessa, chiede il rimborso alla Asl competente. La regione o la provincia autonoma di residenza dell'assistito rimborsa il prezzo al pubblico del farmaco dispensato, al netto dello sconto previsto dalla normativa vigente all'atto della richiesta del rimborso. Sanzioni disciplinari. L'inosservanza del passaggio delle prescrizioni mediche di farmaceutica e specialistica a carico del Ssn dal formato cartaceo al formato elettronico, costituisce per i medici inadempienti illecito disciplinare e, in caso di reiterazione, comporta l'applicazione della sanzione del licenziamento ovvero, per i medici in rapporto convenzionale con le aziende sanitarie locali, della decadenza dalla convenzione, in modo inderogabile dai contratti o accordi collettivi. Il medico, o la struttura sanitaria responsabile, invia per via telematica la certifi cazione medica all'Inne interregionale dei rimborsi stessa chiede il rimborso alla ps tramite il sistema di acco ps tramite il sistema di accoglienza centrale (Sac), gestito dal ministero dell'economia. Invio telematico all'Inps. I datori di lavoro possono collegarsi direttamente al sito dell'Inps, grazie alle credenziali ricevute dallo stesso Istituto di previdenza, o l'Inps può inviare l'attestato di malattia al datore di lavoro nel caso in cui quest'ultimo gli abbia comunicato il proprio indirizzo di posta elettronica certifi cata. Il medico comunica inoltre al lavoratore il numero di protocollo del certifi cato trasmesso. Il lavoratore, solamente nel caso in cui sia richiesto, resta l'obbligo di comunicare al proprio datore di lavoro il numero di protocollo del certifi cato di malattia. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 26 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Farmaci , la ricetta va online 03/10/2015 Pag. 1 diffusione:88538 tiratura:156000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 27 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La strada della ricetta dematerializzata Imedicinaliprescrittisuricettafarmaceuticaelettronica Farmacie I medicinali prescritti su ricetta farmaceutica elettronica a carico del Servizio sanitario nazionale possono essere ritirati presso qualsiasi farmacia pubblica e privata convenzionata con il Ssn (Servizio sanitario nazionale). Quota sanitaria La farmacia, all'atto di dispensare il medicinale, riscuote l'eventuale quota di partecipazione dell'assistito prevista dalla normativa vigente nella regione o nella provincia autonoma in cui la farmacia ha sede, anche con riferimento al regime di esenzione eventualmente indicato dal medico sulla ricetta. Rimborso Asl La farmacia che ha erogato medicinali prescritti su ricetta elettronica a cittadini residenti in ambiti regionali diversi da quelli in cui insiste la farmacia stessa chiede il rimborso alla Asl competente . 03/10/2015 Pag. 20 diffusione:88538 tiratura:156000 Al Sud si assume più che al Nord. Se si guardano i dati Inps sulle denunce Uniemens nel periodo gennaioluglio 2015 si registra un saldo positivo di 706.128 unità tra rapporti di lavoro avviati e interrotti. Di queste unità, 527.834 sono a tempo indeterminato: segno che l'esonero contributivo triennale per chi assume con contratto a tutele crescenti sta funzionando. Facendo un'analisi dei dati Inps regionali, il Sud registra un +155.139 unità rispetto alle +152.538 unità delle regioni del Centro Italia e alle +139.212 unità registrato nelle regioni del Nordest. Questo quanto emerge da un'analisi dell'Osservatorio della Fondazione studi dei consulenti del lavoro. La Ragioneria generale dello Stato informa che giungono da qualche tempo segnalazioni su soggetti non autorizzati che contattano privati cittadini, qualificandosi come dipendenti o incaricati della Ragioneria generale dello Stato, al fine di raccogliere dati personali da utilizzare per l'invio di inesistenti rimborsi. «Al fine di prevenire eventuali truffe o raggiri, si precisa che non è in corso alcuna campagna di rimborsi, né raccolta di informazioni, da parte della Ragioneria generale dello stato», si legge una nota che invita «a segnalare prontamente al 117 della Guardia di finanza o alle Forze dell'Ordine ogni possibile tentativo sospetto riguardante casi del genere». Nuovo aggiornamento della «black list» dei Monopoli di stato, che contiene l'elenco dei siti non autorizzati alla raccolta di gioco in Italia. I domini oscurati, riporta Agipronews, sono ora 5.524, due in meno rispetto all'ultimo aggiornamento pubblicato ieri. L'accesso ai siti non autorizzati viene impedito per attuare le disposizioni contenute nell'articolo 1 della legge finanziaria 2006, per contrastare le truffe online connesse al gioco d'azzardo. Via libera dal Consiglio di stato (con osservazioni) al parere relativo allo schema di regolamento del Mingiustizia recante disposizioni sulle modalità di funzionamento della Conferenza dei capi dipartimento, ai sensi dell'articolo 3, comma 6, del decreto del presidente del consiglio dei ministri del 15 giugno 2015, n. 84. Il disco verde è giunto nel corso dell'adunanza del 24 settembre scorso. Exitone, in Rti con Almaviva spa (mandataria) e Dedalus spa (mandante) si è aggiudicata la gara europea, indetta dalla centrale di committenza nazionale Consip, per l'affidamento dei servizi di sviluppo, manutenzione, gestione, supporto specialistico, assistenza agli utenti e hosting del sistema informativo dell'Aifa, l'Agenzia italiana del farmacol'Autorità nazionale del ministero della salute competente per l'attività regolatoria dei farmaci in Italia. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 28 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato BREVI 03/10/2015 Pag. 8 diffusione:105812 tiratura:151233 Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, riaccende i riflettori sui nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea), affermando - nel corso di un'audizione in Commissione Sanità al Senato - che, a conti rivisti, «saranno necessari 900 milioni per garantire i Lea nell'ambito della legge di Stabilità 2016». Affermazioni, quelle della Lorenzin, che lasciano dunque intravedere la possibilità che il Fondo sanitario nazionale - che il premier Renzi ha quantificato in 111 miliardi per il 2016 contro i 110 del 2015 - possa lievitare, toccando così quota 112 miliardi. Intanto, resta l'opposizione delle Regioni che, cifre alla mano, contestano il fatto che il Fondo sanitario nazionale sia stato oggetto di un "aumento": secondo la prima versione del Patto per la Salute 20142016 infatti, hanno più volte ricordato, il Fondo per 2016 sarebbe dovuto essere pari a 115,3 miliardi, ma la cifra è stata poi abbassata a 113,4 miliardi. Diversa la lettura dell'esecutivo, che sottolinea come il Fondo salga di fatto di un miliardo rispetto al 2015. La partita sarà definita appunto con la manovra. Ma Lorenzin sembra intenzionata a sostenere con forza l'urgenza dell'attuazione dei nuovi Lea, aggiornati per la prima volta dall'entrata in vigore del decreto che li ha istituiti nel 2001. Nella lista delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale dovrebbero "entrare" anche i trattamenti per la fecondazione eterologa, le indagini cliniche per la diagnosi della celiachia e le cure per l'endometriosi. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 29 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Lorenzin : garantire 900 milioni per Livelli essenziali d'assistenza 03/10/2015 Pag. 10 diffusione:105812 tiratura:151233 La ricerca sulla malattia parla italiano Tre specialisti del San Raffaele di Milano tra gli 11 vincitori di un bando mondiale che si prefigge di trovare un trattamento per la forma progressiva Vito Salinaro Milano . Parla italiano la ricerca internazionale d'eccellenza sulla scelrosi multipla (sm). Tra gli 11 team premiati dal bando di ricerca dell'International Progressive Ms Alliance - un network intercontinentale focalizzato sulle forme progressive della malattia - ben tre sono italiani. Tutti dell'Ospedale San Raffaele di Milano (Gruippo ospedaliero San Donato) che si candida ad un primato mondiale. Altri 12 gruppi italiani sono comunque coinvolti nelle complessive 52 reti collaborative. Il bando, che gode di una dotazione di 22 milioni di euro per il prossimo quinquennio, è ambizioso e, attraverso la selezione e la sinergia tra i migliori cervelli del mondo, mira a mettere a punto un trattamento per un milione di persone a livello globale con forme progressive di sclerosi multipla, ancora senza cure. Per Cynthia Zagieboylo, presidente del comitato esecutivo dell'Alleance e amministratore delegato della National Ms Society (Usa), grazie a questo progetto il mondo è ora «unito in un modo prima ritenuto impossibile» per «trovare le soluzioni che la comunità della sm progressiva cerca con urgenza». I tre vincitori italiani del bando sono Gianvito Martino, direttore della divisione di Neuroscienze del San Raffaele - con un progetto sulla bioinformatica per la riprogrammazione di cellule staminali -; Massimo Filippi, capo unità Neuroimaging quantitativo - diagnosi e monitoraggio del trattamento della malattia -; e Letizia Leocani, group leader di Neurofisiologia sperimentale e Centro Magics studio del ruolo della plasticità nella sm progressiva e impatto del trattamento riabilitativo -. «Ci sembra - ha dichiarato Martino - che tanto l'azione globale della Progressive Ms Alliance come il nostro stesso progetto collaborativo siano iniziative e investimenti coraggiosi per dare corpo a una ricerca capace finalmente di identificare nuove terapie per la cura delle forme progressive di sclerosi multipla». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 30 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sclerosi multipla. 03/10/2015 Pag. 13 diffusione:105812 tiratura:151233 Esplode un'altra polemica sulla sanità : bonus ai medici che evitano il ricovero dei pazienti ELISABETTA DEL SOLDATO Bonus di migliaia di sterline vengono offerti in Gran Bretagna non solo ai dirigenti delle banche e dall'alta finanza ma anche ai medici di base se riescono a ridurre il numero di pazienti inviato agli ospedali. Lo rivela un'indagine della rivista di settore Pulse secondo cui alcuni ambulatori hanno ricevuto dal Sistema sanitario nazionale (Nhs), la bellezza di diecimila sterline - circa tredicimila euro - per essere riusciti a rispettare i "target" fissati per «tagliare i costi». E tra le vittime di questa pratica diventata estremamente comune, continua Pulse , ci sono anche molti malati di tumore. La notizia della ricerca, compiuta dalla rivista di settore, ha scatenato in breve tempo la reazione di molti commentatori; soprattutto dopo le vicende emerse nei mesi scorsi sulla limitazione da 'parte del Sistema sanitario nazionale dell'assistenza, in particolare alle persone anziane o malate in fase terminale. Non c'è dunque da stupirsi, sottolineavano ieri alcuni quotidiani del Regno, che la Gran Bretagna abbia uno dei «peggiori tassi di sopravvivenza ai tumori in Europa occidentale a causa di diagnosi fatte troppo in ritardo». I bonus ai medici, ha commentato ieri Chand Nagpaul della British Medical Association, «sono profondamente sbagliati perché non fanno altro che intaccare ulteriormente il rapporto di fiducia tra medico e paziente». Non è una novità, scriveva ieri la Bbc sul sito online, che sul sistema sanitario britannico pesi la scure imposta dal governo conservatore dopo che questo ha imposto all'Nhs di effettuare tagli per 22 miliardi di sterline (circa 25 miliardi di euro) entro il 2020. Ma i risultati dell'indagine di Pulse , ha sottolineato ieri Rosie Loftus, portavoce di Macmillan, l'ente di carità che assiste i malati di cancro, «sono estremamente preoccupanti e dipingono la realtà di un sistema che non offre ai medici l'appoggio e le risorse di cui hanno bisogno». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 31 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Inghilterra. 03/10/2015 Pag. 9 tiratura:100000 Londra, bonus ai medici che tagliano le cure CATERINA SOFFICI Londra C'era una volta il National Health Service, il servizio sanitario nazionale, vanto e orgoglio della Gran Bretagna, il primo creato nel dopoguerra. Ogni cittadino britannico, per il semplice fatto di essere cittadino britannico, veniva curato gratuitamente negli ospedali del Regno e l ' assistenza era di prima qualità. C ' era una volta, perché a forza di smantellarlo, l ' Nhs è diventato un sistema inefficiente e fonte di scandali e di inchieste e non finire. L ' ULTIMA inchiesta con relativo scandalo è di ieri. E cioè si è scoperto che ai medici di base vengono offerti bonus da migliaia di sterline se riducono il numero di pazienti da mandare in ospedale, per visite, esami e accertamenti. Come in Italia ogni Gp (general practitioner, cioè il medico di base) ha un certo numero di pazienti, ma deve anche rispondere di un certo budget. Gli ambulatori pubblici che non sforano, vengono premiati. A rivelarlo è Pulse , un magazine di settore, secondo cui alcuni ambulatori hanno ricevuto dall ' Nhs oltre 10 mila sterline (14 mila euro) per essere rimasti al l ' interno dei target fissti per ridurre i costi sanitari. Secondo il T ime s , si tratterebbe di una bella cifra, circa 500 mila sterline in bonus elargiti ai medici. Non è chiaro quanto sarebbe il risparmio per lo Stato, ma si intuisce che il rapporto deve essere parecchio vantaggioso. SECON DO la denuncia dei giornali britannici, a farne le spese sono i malati più a rischio e i malati di cancro, dove una tempestiva diagnosi è fondamentale. Ridurre il numero delle prestazioni e delle indagini, in certi casi, può costare la vita. Secondo l ' i nchiesta ci sarebbe una correlazione diretta tra i tagli e il fatto che i medici di famiglia tendono sempre meno a mandare i malati in ospedale. Ottenere un ' analisi del sangue o una radiografia sta diventando un privilegio. Secondo questa inchiesta, l ' an dazzo avrebbe anche un tragico effetto sulla salute dei britannici. Infatti il Regno Unito ha i peggiori tassi di sopravvivenza ai tumori nell ' Europa occidentale, dovuto a diagnosi fatte troppo in ritardo. NEL CLIMA di austerity e di tagli imposti dal governo conservatore dal 2010, la sanità è uno dei settori che stanno pagando di più. Oltre al dato sconcertante sui malati di cancro, un ' altra indagine rivela una grossa situazione di disagio. Secondo l ' ottava indagine nazionale sui medici di base, effettuata dall ' Un iversità di Manchester, il grado di soddisfazione sul lavoro riferito dai medici è il più basso mai rilevata dal 2001, sia in termini di ore lavorate che per il livelli di retribuzione. Al punto che il 13% dei medici sotto i 50 anni, quelli che fanno i turni più pesanti, prevedono di ritirarsi dalla cura diretta dei pazienti negli ambulatori nei prossimi cinque anni. La dottoressa Rosie Loftus, responsabile medico del Macmillan Cancer Support, una delle strutture di assistenza più grosse per malati di tumore, ha spiegato al Guardian : " Questo è un altro segno di un Nhs che è seriamente ridotto al minimo e che non dà ai medici le risorse e il supporto di cui hanno bisogno. I tassi di sopravvivenza al cancro in Inghilterra sono già tra i peggiori in Europa e una delle ragioni di questo fatto è l'accesso inadeguato ai test sul cancro e ai trattamenti " . Se si continua di questo passo, è l ' allarme dei medici britannici, il tasso di sopravvivenza e la qualità della vita per le persone malate peggiorerà. E questa sarebbe l ' ulti ma debacle per il Nhs. La scheda n INCHIESTA Obiettivo del governo è tagliare la sanità. L'escamotage è pagare i medici per non mandare i pazienti negli ospedali. Il caso ha scatenato polemiche: ridurre il numero delle prestazioni può costare la vita dei pazienti Foto: Q u a l it à Fino a pochi anni fa ogni cittadino britannico veniva curato grat u it a me nte negli ospedale del Regno SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 32 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Budget Secondo il Times la cifra elargita dal governo si aggira attorno alle 500 mila sterline REGNO UNITO 03/10/2015 Pag. 9 tiratura:100000 Sprechi e attese infinite I tagli alla Sanità uccidono Storie italiane: dal bimbo morto perché mancano le culle ai software non utilizzati Tribunale del malato Per il coordinatore nazionale Aceti " l ' inadeguatezza sta nei tempi di attesa " DAVIDE MILOSA Numeri e statistiche vanno bene per la politica, ma la sanità è soprattutto vita reale, sofferenza, attesa, a volte rabbia, spesso disperazione. Sì perché i tagli al Servizio sanitario che siano di due miliardi o anche di meno o di più, sono affare del governo. Renzi dovrà valutare e decidere. Senza dimenticare il conto drammatico della quotidianità dei cittadini. Senza dimenticare, ad esempio, che in Italia, proprio a causa dei tagli, un neonato può morire. È SUCCESSO in Sicilia con la piccola Nicole venuta al mondo da appena tre ore e colta da una grave crisi respiratoria. Inutile portarla all ' unità intensiva dell ' ospedale di Catania. Non c ' è posto. I tagli hanno ridotto le culle. Si opta per Ragusa. Che sta a 100 chilometri, tre ore di viaggio. Risultato: Nicole morirà in ambulanza. Storie estreme. Dalla Sicilia all ' Umbria, dove un bimbo di sette mesi ha perso la vita per una forma di cardiopatia. Poteva essere curato. Peccato che il Cup (Centro unico di prenotazioni) abbia fissato la visita non prima di sette mesi. Troppo tempo, il piccolo morirà prima. Eppure, senza addentrarsi in vicende drammatiche, dal Nord al Sud del Paese si sprecano i casi in cui la riduzione della spesa sanitaria influisce e non poco sulla vita dei cittadini. Le liste d ' attesa eterne sono un nodo centrale. " Col pisce - spiega Tonino Aceti coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato - come all ' interno delle misure annunciate dal ministero della Salute sulla inappropriatezza non venga affrontato ancora una volta il nodo delle liste di attesa interminabili, anche di oltre un anno. Questa agli occhi dei cittadini è la peggiore forma di inappropriatezza vissuta ogni giorno sulla propria pelle, insieme alla necessità di ricorre al privato " . Non a caso, l ' ulti ma ricerca del Censis chiarisce che la spesa sanitaria privata degli italiani è aumentata del 3% dal 2007 al 2013 con un tesoretto totale di 26,9 miliardi di euro. Il dato si spiega con la necessità, sempre più sentita, di ridurre i tempi d ' atte sa. QUALCHE ESEMPIO: una risonanza magnetica nel pubblico costa 49 euro con tempi di attesa di 68 giorni, nel privato si paga 149 euro ma si aspettano 5 giorni. Per un ' e cog raf ia all ' addome il Servizio sanitario chiede 53 euro e 65 giorni. Il privato riduce a 6 i giorni con un costo di 113 euro. Cifre e storie. Come quella di Francesca, giovane mamma romana di una bimba di pochi mesi. Mamma felice oggi. Anche se durante la gravidanza è stata vittima dell ' ennesimo cortocircuito. E così quando si è presentata per prenotare un ' ecografia ostetrica, che dovrebbe essere garantita entro la tredicesima settima, si è sentita rispondere che il primo posto libero era dopo sette mesi. Praticamente dopo il parto. Racconta, invece, un altro cittadino romano: " Ho telefonato il primo ottobre 2015 al Cup della Regione Lazio per prenotare una colonscopia per mia moglie: prima data utile, settembre 2016. Se avessi voluto, in intramoenia, la prima data utile sarebbe stata il 13 ottobre, però 2015. Ogni commento è superfluo " . ACCORCI ARE i tempi appare dunque una priorità. Non sempre, però, gli strumenti adottati dalla sanità, spendendo anche molto denaro, funzionano. Ad Avellino, ad esempio, esiste un software che regola ricoveri, degenze e cartelle cliniche. La struttura sanitaria solo di assistenza spende 150 mila euro all ' anno. " E nonostante questo - spiega un impiegato - la cartella clinica del degente, che si richiede alla Struttura, assomiglia più a una risma di carta A4, che a un file consultabile online. E non ricordo che sia stata mai fatta una gara di appalto pubblica per l ' acquisto del s of tw a re " . Storie all ' i ta l ia na . Da Avellino a Palermo, dove prenotare una visita telefonicamente è un ' impresa. Venti minuti di attesa e poi casca la linea. I centralinisti sono 24 ma sembra non bastare per fronteggiare 5.000 telefonate al giorno per un massimo di 2.300 prenotazioni. Vita reale. Al di là di cifre e statistiche. Di " tagli lineari " o " fatti con il bisturi " come dice il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. 26,9 I miliardi che gli italiani spendono ogni anno per la sanità privata I numeri 5 I giorni di attesa per una risonanza magnetica nella sanità privata. Col pubblico si sale a un minimo di 68 41% Sono gli italiani che oggi utilizzano il privato per accorciare le attese 89 .000 I cittadini della Campania che nel 2014 hanno scelto di SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 33 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IN CORSIA 03/10/2015 Pag. 9 tiratura:100000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 34 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato curarsi fuori regione Foto: Al pronto s o ccors o Un anziano at te nde su una lettiga in una corsia del Policlinico C a s i l i no a Roma Ansa 03/10/2015 Pag. 1 diffusione:25000 Il governo replica ai feticisti della Sanità -così-come-è. Ma è l'ora di dire che la salute non c'entra MARCO VALERIO LO PRETE Roma. Prima gli "esodati". Poi i "deportati". Adesso gli "esami inutili". Il linguaggio della menzogna a reti praticamente unificate stravolge il senso comune di milioni di italiani e lo aizza contro il buon senso. E' già successo sulle pensioni, dopo la riforma Fornero che aveva messo fine a una sequela lunga vent'anni di mezze modifiche legislative, sempre e solo in capo ai posteri. E' andata così sull'Istruzione pubblica, non appena a qualche migliaio di insegnanti neoassunti è stato chiesto di trasferirsi lì dove sono gli studenti, e non viceversa. Da qualche settimana lo stesso schema perverso è all'opera sulla Sanità pubblica. Perché il governo è in cerca di risorse necessarie a coprire poste di bilancio nella legge di Stabilità, come capita a tutti i governi del pianeta, e così ha pensato di intaccare sacche di inefficienza presenti nei nostri ospedali pubblici, senza peraltro chissà quali radicalismi (visto pure che la Stampa ieri scriveva di obiettivi ridotti per tutta la spending review e di ritorno ai tagli lineari). E invece apriti cielo: "Il diritto alla salute degli italiani non si tocca!", dicono in tutte le salse gli oppositori. Ieri il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha articolato una risposta dignitosa. "E' una follia - ha detto - che 60 milioni di persone si sono convinte che non potranno accedere ad alcuni esami". Ha ricordato che ci saranno solo controlli ex post per usi "abnormi e reiterati" di prescrizioni ed esami medici superflui, che questi controlli saranno limitati per di più a una lista di 208 esami sugli oltre 1.700 garantiti dal sistema pubblico, ha osservato che la stima (non contestata) degli sprechi annui arriva a 13 miliardi di euro su oltre 110 miliardi di spese complessive, e ha sottolineato infine che il risparmio messo in conto dal governo è di soli 180 milioni di euro. Tesi ragionevoli, che però - dall'Aula di un'audizione in Senato - potranno poco contro la "follia" cavalcata da amministratori locali di ogni colore, direttori di Asl di ogni latitudine, blog di Grillo e compagnia cantante. "Non si gioca con la salute", ha detto pure en passant il ministro Lorenzin, nel tentativo di ribaltare la retorica di chi si oppone a una pur minima razionalizzazione. Troppo poco, troppo tardi. Il punto, che andrebbe ripetuto fino alla nausea, argomentato autorevolmente come fa da anni (anche su queste colonne) il professore Marcello Crivellini, ribadito con il sostegno che già c'è di personalità medicomediatiche come Silvio Garattini e Umberto Veronesi, e discusso al centro dell'arena pubblica - altro che audizioni parlamentari - è il seguente: qui nessuno gioca con la salute, ma in molti giocano strumentalmente con la Sanità. La nostra salute, secondo le più diffuse stime internazionali, dipende infatti per il 20-30 per cento dal patrimonio genetico di ciascuno di noi, per il 20 per cento dall'ecosistema in cui viviamo, per il 40-50 per cento dallo stile di vita e dalla condizione socioeconomica, e soltanto per il 10-15 per cento dai servizi sanitari. Gli "esami inutili", in quanto prescritti e condotti nei nostri ospedali, ricadono propriamente alla voce "Sanità" (e poi, essendo "inutili", hanno per definizione nulla a che fare con la "salute"). Caduta la maschera linguistica, sarebbe utile prendere di petto la sostanza politica della campagna in corso. L'esempio inglese e un'intuizione di Marx "Sanità", fuori di retorica e a prescindere dal giudizio che ciascuno può dare sul funzionamento della stessa, è l'insieme di ospedali, amministratori locali in tandem con i loro nominati direttori delle Asl, sindacati che nelle strutture operano, e ancora medici e Ordini degli stessi, poi farmaci e cliniche convenzionate. I difensori della Sanità-così-come-è mettono al centro la "struttura", riducendo a "sovrastruttura" il paziente. Questa forma di autodifesa di un pezzo della Pubblica amministrazione è comprensibile, ma allo stesso tempo una "follia" per chi desidera vedere il "paziente" al centro dei servizi sanitari. Tra questi ultimi figura per esempio Simon Stevens, direttore dell'Nhs, la Sanità pubblica inglese, che ha fatto sapere di voler dislocare i medici specialisti più meritevoli negli ospedali sguarniti delle periferie del Regno Unito. "Per portare cure del miglior livello fino alla soglia di casa del paziente", ha detto Stevens ricollocando implicitamente la Sanità al suo posto, cioè al servizio della salute. Finché non si replicherà a tono ai feticisti italiani della Sanità, si avallerà la naturale tendenza dei "burocrati" a far prevalere "lo spirito 'formale' dello Stato, in conflitto con gli scopi 'reali' dello stesso". Parola di Karl Marx. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 35 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Menzogne e Sanità 03/10/2015 Pag. 11 diffusione:165207 tiratura:206221 di FEDERICA ORLANDI STOP ALLE FUGHE dei pazienti verso le cliniche venete: ora la risonanza magnetica si può fare vicino a casa, persino di sabato, senza bisogno di doversi inserire in liste d'attesa infinite. È il risultato dell'accordo di Ausl con Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) e Anisap (Associazione regionale istituzioni sanitarie ambulatoriali private), che ha previsto - dall'inizio di ottobre fino alla fine dell'anno - l'acquisto di oltre seimila risonanze magnetiche muscoloscheletriche e della colonna vertebrale, per un costo totale di 750mila euro. Per ridurre drasticamente i tempi d'attesa: se prima, infatti, ben 23.500 risonanze l'anno su 72.500 i bolognesi preferivano farle fuori regione - influenzati anche dal «marketing aggressivo della sanità privata veneta», come lo definisce il direttore sanitario di Ausl Angelo Fioritti - ora sarebbe una scelta svantaggiosa. «UNO SPRECO di tempo e denaro - commenta il direttore -. Dal 1° ottobre le nostre aziende garantiscono gli stessi tempi d'attesa, con tariffe più vantaggiose e una qualità superiore». E con processi di presa in carico più semplici. In più, in questo modo l'Ausl recupera i costi sostenuti per le risonanze fuori regione (5 milioni di euro nel 2014) e, grazie alle tariffe molto competitive con il Veneto, auspica pure un ulteriore risparmio: fino al 30%, da reinvestire nel territorio. L'accordo con le aziende private prevede inoltre che il 30% del rimborso complessivo alle strutture sia erogato proporzionalmente alla percentuale di recupero di pazienti. MA DOPO dicembre? «Questi mesi - risponde Fioritti - ci serviranno per valutare questo approccio, verificare se servono ulteriori modifiche. E nel frattempo scopriremo le implicazioni del decreto ministeriale sull'appropriatezza delle prescrizioni, che potrebbe incidere in maniera decisiva sulle risonanze muscoloscheletriche, tra le più nel mirino: il che potrebbe far diminuire il fabbisogno di questo servizio nel 2016». L'accordo, regionale, è per ora applicato localmente: le prestazioni aggiuntive saranno disponibili solo per i residenti nel territorio di Ausl Bologna. «Si è creato un commercio sostiene Antonio Monti, presidente Anisap - quindi, ormai senza neanche chiedere al Cup, la gente va subito a Monselice perché c'è qualche medico, struttura o farmacia che lo indirizza. Bisogna cambiare mentalità, tagliare questo cordone ombelicale col Veneto. Qui ci sono tutte le prestazioni di cui c'è bisogno, nei tempi che servono». Batte lo stesso tasto anche Giuseppe Valastro, vicepresidente regionale dell'Aiop. «È un'azione forte e discontinua - afferma - che garantisce un'offerta adeguata alla domanda, quindi non c'è motivo per l'attesa o la mobilità» verso altre regioni. «Quest'anno è una scommessa - aggiunge, anche in riferimento alle tariffe - poi faremo i conti». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 36 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «Basta fughe di pazienti» Intesa Ausl- sanità privata 03/10/2015 Pag. 34 N.38 - 3 ottobre 2015 diffusione:57256 tiratura:78653 I MEDICI SONO PIÙ AVANTI DI QUESTI POLITICI «Non si può giudicare un medico per quanto ha speso. Così si va a ledere la cura». Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale contesta il decreto Lorenzin Simona Maggiorelli hi ha pensato e scritto il «decreto inappropriatezza» immagina che in Italia ci siano «medici infedeli, traditori del sistema, iperprescrittori, ignoranti e sperperatori del denaro pubblico . Ma questa non è affatto la realtà», afferma il medico Claudio Cricelli, presidente della S ocietà italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg). Come primo gesto, appena rie letto il 27 settembre scorso, il medico toscano ha scritto una lettera aperta alle istituzioni, in cui denuncia: «Il ministro annuncia 13 miliardi di risparmi, attraverso incomprensibili alchimie di calcolo». E ha lanciato un appello alla comunità scientifica italiana per presentare insieme solu zioni alternative, dimostrando che «questo Paese può esser e cambiato con la forza non opponibile della scienza e della buona professione». Dottor Cricelli, cosa potrebbe accadere se il decreto diventasse legge così com'è? Potrebbe causare un atteggiamento sempre più rinunciatario da parte del medico, dal momento che i criteri a cui è chiamato ad attenersi sono burocratici, non medico-scientifici. Il medi co ha un'unica strada obbligata, quella che gli indicano la ricerca, l'epidemiologia, lo studio, l'analisi e la verifica del risultato scientifico. Come fa un burocrate a entrare nella mia testa, nei problemi del paziente, in quelle circostan ze così specifiche per decidere se ho utilizzato gli strumenti diagnostici in modo appropriato? Di fronte a tutto questo può accadere che una parte dei medici faccia un passo indietro, e per cautela, rimandi le prescrizioni temendo di do ver rimborsare le spese, perché qualcuno senza una preparazione specifica ha stabilito che la sua prescrizione non era adeguata. Nel peggiore dei casi non prescriverà esami. Indirettamente spingendo le persone a rivolgersi al privato. Ma c'è anche di peggio. Ovvero? Il vero problema a mio avviso è il metodo, la mentalità di questo governo. Che invoca mo dernizzazione tecnologica e informatica ma poi ignora che molti medici, autonomamente, già usano strumenti elettronici che li aiutano nel la valutazione delle condizioni del paziente e li indirizzano a fare la scelta migliore, evitando prescrizioni inappropriate. Non c'è bisogno che siano le Regioni a imporre direttive in questo senso. Ma il premier Renzi evidentemente tutto questo non lo sa. I professionisti di questo Paese sono infinitamente più avanti dei loro ammini stratori. Se il governo vuole ottenere dei risultati migliori perché non invita i medici a sedersi intorno a un tavolo interrogandoli sulla efficienza degli str umenti a disposizione? Invece non lo fanno, perché vengono da una scuola ottocen tesca, borbonica, arcaica, pensano che per ottenere dei buoni risultati il metodo migliore sia minacciar e e punire le persone. Il decreto attacca l'identità del medico e alimenta un clima di sospetto? Ma questi non sanno nemmeno di che cosa si parla! Si ripete un cliché. Malgrado il premier si ammanti di giovanilismo ha una mentalità anti ca. Questo governo e questi ministri hanno una mentalità vecchia. Parlano di grandi manovre, ma la vera riforma sarebbe una diversa modali tà di rapporto con i cittadini e con le classi produttive, non più basato sulla vessazione e sulla bur ocrazia ma sulla fiducia reciproca. L'eventuale "punizione" deve avvenire sulla base di un fatto accer tato, non può essere preventiva. La conseguenza di questo atteggiamento mentale è che in Italia non si premiano le professionalità e le persone che lavorano meglio. Chi esprime risorse positive non viene premiato. Il criterio di valutazione, insomma, è solo economicistico, anche se in gioco qui è la salute delle persone? N on si può giudicare il lavoro di un medico per quanto ha speso. Così si va a ledere il giusto modo di curare. Ripeto, il pericolo non è solo che il medico non prescriva più, ma che prescriva meno. Questo decreto è in contrasto con il diritto di accesso alle terapie, previsto per tutti i cittadi ni dall'articolo 32 della Costituzione? Nella forma eviteranno questo rischio. Anche se nella sostanza è come se il decreto dicesse ai cittadini "chi vuole sottoporsi a un determinato esame se lo paghi". Tutto questo determinerà una distinzione tra chi si può permettere di pa gare e chi no. Purtroppo sta già accadendo da anni in maniera strisciante. Il premier Renzi ha parlato di 13 miliardi di spese per inappropriate prescrizioni e sostiene che la Sanità non abbia subito tagli negli ultimi anni, ma anzi che i fondi siano stati incremen tati. Le SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 37 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato STORIA DI COPERTINA 03/10/2015 Pag. 34 N.38 - 3 ottobre 2015 diffusione:57256 tiratura:78653 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/10/2015 38 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato risulta? N o, non è questo il quadro reale. La sanità è stata sottoposta alla spending review e noi sappiamo che ci sarà una riduzione del finanziamento. O ggi è attorno ai 109 miliardi. Il premier Renzi ha detto con chiarezza: non vi darò una lira di più. Ma non si può ragionare in termini di "quanti soldi mi dai", se io non so quanto mi serve. Tutto ciò presuppone che il fabbisogno resti uguale. Ma la popolazione italiana sta invecchiando. Ogni anno ci sono più diabetici, più ipertesi, più cardiopatici, cresce il numero delle persone che prendono farmaci, che hanno bisogno di assi stenza medica e/o sociale. La questione sanitaria andrebbe impostata diversamente, ovvero: di quanto hai bisogno per cur are determinate patologie? E poi vediamo come ottimizzare. Quando Umberto Veronesi nella sua sinteticità dice che non bisogna spendere soldi inutilmen te, ovvio, chi non è d'accordo? Ma detto questo, il punto è: cosa facciamo? E qui si entra nel merito del discorso che abbiamo fatto poco fa. D all'ultimo rapporto Aifa, uscito a fine luglio scorso, risulta che in Italia l'uso appropriato di alcuni farmaci sta crescendo, seppur lenta mente. Q uesta è la dimostrazione del fatto che i medici da tanti anni si sono già organizzati per miglio rare l'aderenza alla terapia. Questo non è merito dei politici o della burocrazia, ma dei medici. La medicina da tanti anni sta dicendo che occor re aumentare l'aderenza soprattutto rispetto ad alcune malattie croniche. È migliorato l'intervento sui tumori, sulle malattie cardiache, mica gr azie agli interventi attivi del Ssn. È la medicina che si è evoluta. Poi il Ssn ne prende atto. La prevenzione, dunque, è assolutamente fon damentale. I l compito del politico non è quello di inuenzare la medicina ma di assecondare le buone pratiche ed evitare quelle cattive. Questo decreto fa esattamente il contr ario. Dopo la lettera cosa si aspetta dalle istituzioni? Non mi aspetto molto, purtroppo. Anche perché i fenomeni che le sto raccontando non sono nati ieri. Raggiungere un buon risultato è faticoso. Presuppone il coinvolgimento del le persone, lo stimolo di comportamenti appropriati e corretti che avviene lentamente. P resuppone dialogo sociale. Ma i politici non hanno tempo per queste cose. Con la finanzia ria si taglia velocemente. La scure è un metodo molto più semplice che educare. Paolo Cerroni/ImagoEconomica Chi è Claudio Cricelli è medico ed è stato riconfermato presidente della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg) per il prossimo triennio. L'assemblea nazionale della Simg, riunita a Sansepolcro, ha acclamato all'unanimità il nuovo esecutivo nazionale e lo ha rieletto. Ne è alla guida dal 1998. Il rischio è che, per effetto del decreto sulle prescrizioni inappropriate, la medicina da preventiva diventi astensiva VITA IN FARMACIA 11 articoli 03/10/2015 Pag. 1 Ed. Milano diffusione:619980 tiratura:779916 IL CALO PERICOLOSO DELLE Vaccinazioni Sergio Harari L e vaccinazioni sono forse i migliori farmaci che abbiamo mai avuto a disposizione: effetti collaterali molto rari e nella stragrande maggioranza dei casi minori, a fronte di milioni di vite umane salvate, basti pensare a poliomielite e vaiolo. L'Organizzazione Mondiale della Sanità stima in 2-3 milioni le vite di bambini salvate ogni anno, grazie alle vaccinazioni per difterite, pertosse, morbillo, tetano. Purtroppo però, malgrado ciò e malgrado migliaia di dati scientifici inequivocabili, negli ultimi anni si è sviluppato un subdolo scetticismo verso i vaccini, assai pericoloso. Il tutto è nutrito da falsa scienza, informazioni formulate da cialtroni, come il medico inglese Andrew Wakefield che nel 1998 pubblicò un lavoro scientifico, poi rivelatosi totalmente falso, sul supposto legame fra l'autismo e la vaccinazione trivalente morbillo-parotite-rosolia. L'inchiesta che ne seguì accertò che Wakefield era un personaggio «disonesto, insensibile e immorale», con non chiari interessi economici; la cosa gli costò la radiazione a vita dall'ordine dei medici. Malgrado il legame fra vaccini e autismo sia stato completamente escluso, aleggia ancora nel web e non solo lì: è solo dell'anno scorso la sentenza del Tribunale di Milano che ha riconosciuto un risarcimento per un vaccino esavalente a un bambino autistico (forse in questo caso la pietas ha ceduto alla ragione...). A navigare in rete si trova di tutto, anche che i vaccini inoculano il cancro per alimentare i guadagni delle Case farmaceutiche, peraltro sempre raffigurate come l'impero del male. Il problema è che tutto questo lascia una tangibile traccia concreta: le vaccinazioni stanno diminuendo in tutta Italia e anche nella civilissima e moderna Lombardia. Nella nostra regione la copertura vaccinale per la poliomielite è passata in dieci anni dal 98,3% al 95%, quella per morbillo-parotite-rosolia dal 93% all'89,4% e l'anno scorso la copertura vaccinale per pneumococco e meningite in età pediatrica è stata inferiore all'80%, meno che in molte altre regioni. Perché l'efficacia delle campagne vaccinali sia ottimale è poi indispensabile quel fattore che in medicina viene chiamato immunità di gregge, fenomeno per il quale, quando si raggiunge un tasso molto alto di vaccinazioni nella popolazione, anche i non vaccinati ne beneficiano, essendo circondati da persone immuni. Ora, se i trend negativi continueranno, il rischio è di perdere questo vantaggio, con gravi conseguenze sulla popolazione. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/10/2015 40 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Scienza, salute e mistificazioni 03/10/2015 Pag. 5 Ed. Torino diffusione:556325 tiratura:710716 Molinette, la sorpresa degli integratori Rischiano di causare il cancro alla prostata (s.str.) GLI integratori si trovano in farmacia e sugli scaffali delle parafarmacie. Accattivanti e ricchi di promesse. Non sempre però devono essere considerati benefici o nella peggiore delle ipotesi innocui. Uno studio partito nel 2008 dalla Città della Salute di Torino e durato anni su pazienti in condizione pre-cancerosa (quindi tutti ad alto rischio di sviluppare in seguito un tumore), ha dimostrato che alcuni integratori possono anche causare un aumento del rischio di sviluppare il tumore alla prostata. Non solo non possono essere considerati sempre protettivi come si riteneva finora, ma possono rivelarsi addirittura dannosi se assunti in dosi elevate. I risultati della ricerca condotta alla Città della Salute da Paolo Gontero della clinica urologica universitaria diretta da Bruno Frea sono stati pubblicati adesso da due riviste americane "Nature Reviews Urology" e "The Prostate" aprendo la strada ad ulteriori ricerche. Selenio, licopeni (contenuti nei pomodori) e polifenoli di tè verde sono stati assunti insieme da 60 pazienti in un periodo di osservazione di sei mesi durante il quale sono stati sottoposti a ripetute biopsie. A metà delle persone che hanno partecipato sono state somministrate pillole di placebo (amido); al restante 50 per cento pillole con alte dosi dei tre elementi. «In quest'ultima lista si è riscontrato un'incidenza di tumori tre volte superiore a quella registrata per coloro a cui è stato somministrato il placebo», conferma Paolo Gontero. Numeri troppo evidenti per pensare che si potesse trattare di una coincidenza. In ogni caso una sorpresa per gli stessi ricercatori. Dati in grado di smorzare gli entusiasmi sulla convinzione che l'assunzione di alcuni intergratori potesse avere una funzione sempre e solo positiva, spesso preventiva. La ricerca, sostenuta dalla Regione, è stata condotta in collaborazione con Paola Brusa dell'Istituto di farmacologia dell'Università. Sono circa 200 su centomila i nuovi casi di tumore alla prostata ogni anno in Piemonte. Per gli uomini è il tumore più diffuso. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/10/2015 41 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La città della scienza 03/10/2015 Pag. 7 Ed. Bologna diffusione:556325 tiratura:710716 L'Ausl contro l'esodo in Veneto un milione di euro per ridurre le attese ROSARIO DI RAIMONDO BOLOGNA dichiara guerra al Veneto e alle sue cliniche, che ogni anno richiamano migliaia di pazienti con la speranza di ottenere in pochi giorni una risonanza magnetica invece di aspettare settimane o mesi. L'Ausl, infatti, da qui a fine anno sborserà 750mila euro agli ospedali privati della provincia, per garantire ai cittadini 6mila esami in più in tempo utile: «Non perdete tempo e denaro nell'andare fuori Regione - è l'appello di Angelo Fioritti, direttore sanitario - qui avrete una maggiore qualità delle cure». I bolognesi, del resto, conoscono bene i viaggi sulla rotta di Monselice, tanto per citare una delle mete ambite del turismo sanitario locale: nel 2014 ben 23mila risonanze sono state eseguite fuori regione su un totale di 72mila (tra Veneto e, in piccola parte, Toscana). Con un costo per le casse dell'Ausl di 5,5 milioni di euro. Adesso, nell'ambito del pacchetto di misure per abbattere le liste d'attesa, si cambia musica. Tanto che l'ambizioso messaggio è: «Mai più risonanze fuori regione». Come? Con l'aiuto delle cliniche private accreditate del bolognese che fanno parte delle due associazioni di categoria più importanti: Aiop e Anisap. L'Ausl comprerà dagli ambulatori 6mila risonanze (in particolare quelle muscolo-scheletriche e alla colonna) con un investimento di 750mila euro: il 70% della cifra sarà liquidato come acconto. Il restante 30%, invece, verrà versato solo in base al raggiungimento degli obiettivi: meno bolognesi scappano in Veneto, più ne restano a Bologna, maggiore è il "bonus" per gli imprenditori della sanità. Altre 1.300 prestazioni sono già state acquistate per 200mila euro dall'ospedale privato accreditato Nobili di Castiglione de' Pepoli: il conto totale, dunque, è di 950mila euro. Dal punto di vista aziendale, conclude Fioritti, «non spenderemo di più, perché si tratta di soldi che diamo comunque al Veneto e che vorremo restassero a Bologna». L'iniziativa è stata presentata ieri in conferenza stampa, oltre che da Fioritti, anche da Adalgisa Protonotari, responsabile per i tempi d'attesa, Antonio Monti (presidente regionale Anisap) e Giuseppe Valastro (vicepresidente regionale Aiop): «Un azione forte e concreta per i cittadini», esultano. www.ausl.bologna.it www.aosp.bo.it PER SAPERNE DI PIÙ GLI ACQUISTI L'Ausl ha deciso di acquistare 7.300 prestazioni dai privati per non far andare via i bolognesi LA FUGA Oltre 23mila risonanze eseguite fuori regione nel 2014, sulle 72mila totali: un costo di 5,5 milioni per l'Ausl I NUMERI L'INVESTIMENTO La sanità bolognese pagherà agli ospedali privati 950mila euro: «Così non diamo questi soldi al Veneto» Foto: GLI ESAMI Una risonanza magnetica. Ora la Regione vuole abbattere i tempi di attesa VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/10/2015 42 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La sanità 03/10/2015 Pag. 49 Ed. Alessandria diffusione:309253 tiratura:418328 Assegnata la quarta farmacia Il popoloso quartiere Borgo, alla periferia di Ovada, a breve avrà la sua farmacia, la quarta sul territorio comunale. Dopo tre anni di attesa - era il 2012 quando il Comune, in base a una revisione della normativa, tornò ad avere i requisiti per ospitare una nuova rivendita di medicinali - ieri la Regione ha comunicato l'assegnazione della farmacia alla dottoressa Caterina Gaggeri, 64ª in graduatoria regionale. Diverse sedi a disposizione sul territorio piemontese resteranno vacanti, ma questa volta non sarà Ovada a restare alla finestra. «Una bella notizia» commenta l'assessore alle Attività economiche, Giacomo Pastorino. Ora si cercano i locali Quando era stato il momento di indicare un'area deputata ad accogliere la nuova rivendita (il bando chiedeva di prediligere zone carenti), il rione - che da tempo lamenta la mancanza di servizi e attenzione - l'aveva spuntata su via Voltri, dove esiste già una parafarmacia. Ora che si è trovato un titolare, non resta che attendere l'apertura, una volta che saranno stati individuati i locali idonei (un centro estetico ne ha lasciati alcuni liberi in posizione strategica, tra piazza Nervi e strada Rocca). La farmacia si aggiungerà alle altre tre già operative e ad altrettante parafarmacie. [D. P.] VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/10/2015 43 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato OVADA, RIONE BORGO 03/10/2015 Pag. 40 Ed. Biella diffusione:309253 tiratura:418328 Biella Non hanno la ricetta Minacce in farmacia Paura l'altra notte per una farmacista di Biella. La donna che era di turno si è vista entrare nel negozio di via Italia una coppia, lui marocchino, 46 anni, lei italiana, 52, entrambi conosciuti come tossicodipendenti. Pretendevano un farmaco pur non avendo la ricetta. La professionista si è rifiutata e la loro reazione è stata di minacce e insulti. Temendo ulteriori conseguenze la farmacista ha chiamato il 112. I due intanto si erano già allontanati ma sono stati fermati e identificati poco distante dai carabinieri. Strona Per salvare il gatto cade nel dirupo Cade in un dirupo per cercare di recuperare il gatto che gli era scappato da casa. Il terreno bagnato e scivoloso per la pioggia che nel frattempo aveva iniziato a scendere copiosa gli ha impedito di risalire sulla strada. Dei passanti hanno sentito le sue richieste di aiuto ed è stato dato l'allarme. Sono così intervenuti i vigili del fuoco che in poco tempo sono riusciti a recuperare l'anziano con il suo animale. Infreddolito e con qualche escoriazione l'uomo è stato trasportato all'ospedale di Ponderano. Il fatto è accaduto ieri sera a Strona. Sandigliano Allarme incendio Brucia canna fumaria Vigili del fuoco impegnati a Sandigliano nello spegnimento di un incendio che ha interessato la canna fumaria di una casa di via Mazzini. L'intervento dei pompieri ha permesso di limitare i danni. A inizio della stagione fredda l'invito dal comando provinciale dei vigili del fuoco è quello di pulire i camini affinché si riduca il rischio di questi eventi. Biella Il Comune sbarca anche su Youtube Il Consiglio comunale di Biella sbarca su You Tibe. Palazzo Oropa ha messo a disposizione dei cittadini un canale dedicato sul sito web di condivisione di video più usato al mondo, su cui poter ritrovare le registrazioni delle sedute dell'assemblea consigliare. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/10/2015 44 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IN BREVE 03/10/2015 Pag. 43 Ed. Cuneo diffusione:309253 tiratura:418328 Aprono dieci nuove farmacie Camilla pallavicino Sono dieci le nuove farmacie che si apprestano ad aprire i battenti in provincia di Cuneo, ad Alba, Borgo San Dalmazzo, Cherasco, Cuneo, Bagnolo, Peveragno, Villanova Mondovì, Canale, Bra e Boves: le sedi assegnate dalla Regione ai vincitori del concorso straordinario bandito alla fine del 2012. Queste nuove farmacie vanno ad aggiungersi alle 213 già attive (più 20 «armadi farmaceutici» collocati in piccoli centri). In realtà di sedi disponibili nella Granda ce ne sono altre 22, che però sono state rifiutate dai vincitori del concorso perché situate in località poco abitate e poco appetibili dal punto di vista commerciale. Per queste sedi verrà comunque fatto un altro interpello a gennaio. La graduatoria «Il meccanismo di assegnazione - spiega Massimo Mana, presidente di Federfarma Piemonte - prevede che il primo in graduatoria scelga fra tutte le sedi disponibili e dopo di lui scelgano gli altri, in base ai posti rimasti. E' chiaro che alla fine restano sempre quelle sedi più periferiche, situate in piccoli comuni, e che sono più difficili da mantenere, soprattutto se a gestirle deve essere un gruppo di due o tre farmacisti costituiti in società come previsto dal decreto Monti». Tra le sedi disponibili ma non assegnate ci sono quelle di Borgomale, Sinio, Gorzegno, Feisoglio, Marsaglia, Mombarcaro, Nucetto, Roddino, Priero, Somano, Stroppo, Pezzolo Valle Uzzone; ma anche a Cuneo è stata assegnata solo una delle tre sedi messe a concorso, perché le altre due, situate in zone più periferiche e quindi meno appetibili, sono state rifiutate. Con le sue 1577 farmacie, pari a 2813 abitanti per farmacia, il Piemonte ha una copertura molto alta rispetto al resto d'Italia, in cui la media è di 3500 abitanti. «In provincia di Cuneo - prosegue Mana - la media è di un'attività per 2400 abitanti, che con queste nuove assegnazioni scenderà ancora, ma la situazione non cambierà molto, perché la popolazione cuneese è molto dispersa sul territorio e alcune zone resteranno sempre poco servite. In realtà le persone hanno bisogno di servizi e di un sistema sanitar io efficiente; con il progetto della farmacia di comunità, di cui presenteremo gli ultimi risultati il 24 e 25 ottobre a Torino, noi farmacisti abbiamo intrapreso in Piemonte un percorso di formazione volto ad aiutare i nostri clienti affetti da patologie croniche come diabete, scompenso cardiaco e Pbco, nel loro percorso di adesione alla terapia prescritta dai medici specialisti. Un aiuto concreto alla prevenzione e al contenimento delle spese sanitarie». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/10/2015 45 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato a cuneo, Alba, bra, Borgo S. Dalmazzo, boves, peveragno, Cherasco, Bagnolo, Villanova e Canale 03/10/2015 Pag. 51 Ed. Metropolitana diffusione:210842 tiratura:295190 Armato di coltello, lo scorso marzo aveva rapinato una farmacia di Tor Vergata. Ieri è stato arrestato dai carabinieri che lo hanno incastrato grazie alle immagini dell'impianto di videosorveglianza della farmacia e ai successivi riscontri effettuati dagli esperti del Ris. Si tratta di un uomo di 52 anni, originario della Calabria ma residente a Roma da diversi anni. L'ordine d'arresto gli è stato notificato in carcere dove si trovava per altri reati. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/10/2015 46 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Rapinò una farmacia "incastrato" dal Ris 03/10/2015 Pag. 39 Ed. Rieti diffusione:210842 tiratura:295190 FORANO Il Comune di Forano decide di esternalizzare la gestione della farmacia comunale e sul territorio, specialmente nella frazione di Gavignano dove sorge la farmacia, scoppia il malcontento dei cittadini: amareggiati dal fatto che la storica farmacista, nonché direttrice responsabile, non lavorerà più nella struttura. Da giovedì, tra Forano e Gavignano, hanno iniziato a circolare volantini firmati da «i clienti della farmacia comunale» che, per quanto anonimi, danno la cifra di uno scontento generalizzato. «A seguito di un bando pubblico - si legge nel volantino - la dottoressa Donatella Denza, non sarà più responsabile della nostra farmacia. Il Comune di Forano ha già affisso un avviso, comunicando che dal 5 ottobre ci sarà una variazione di orario, a causa del cambio di gestione. Dopo oltre 16 anni, la farmacista non sarà più il nostro punto di riferimento. Caro sindaco, vicesindaco e consiglieri rappresentanti di Gavignano, come spiegherete tutto ciò ai cittadini?». LA SPIEGAZIONE «L'esternalizzazione della gestione della farmacia comunale - risponde il sindaco di Forano, Marco Cortella si è resa necessaria perché la gestione in house, visti i problemi di cassa e di personale degli enti locali, non era più possibile. Al bando di gara hanno partecipato le due farmaciste che lavoravano nella struttura ed ha vinto l'offerta migliore, sia dal punto di vista economico che tecnico. Ringrazio la dottoressa Denza per il lavoro svolto in questi anni, assicurando ai cittadini che nella prossima gestione vedranno evolvere il servizio e accrescere la vicinanza del nuovo gestore e dell'amministrazione, che resta sempre proprietaria della farmacia». R.D.C. © RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/10/2015 47 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Via la farmacista «storica», polemiche a Gavignano 03/10/2015 Pag. 5 Ed. La Spezia diffusione:136993 tiratura:176177 - LA SPEZIA - ALTRI tempi quando il centro unico di prenotazione esami e visite di via 24 Maggio funzionava a pieno ritmo: «Tutti i giorni dalle 8 alle 18 a orario continuato e il sabato fino alle 12», ricorda un dipendente dell'Asl 5. Da qualche anno le cose vanno in senso opposto. Siamo ai minimi termini: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 7,30 alle 10,30. La sanità pubblica senbra aver alzato bandiera bianca per quanto riguarda i suoi cup, sfoltendo sia in centro, sia nei paesi. Anzitutto per colpa dei tagli finanziari e della carenza di personale. Poi, mettiamoci anche il mancato accordo con i medici di medicina generale che avrebbe potuto fornire il giorno della visita o dell'esame direttamente dallo studio. Infine, c'è la nuova politica dell'azienda che sta spingendo gli spezzini verso le prenotazioni in farmacia oppure al numero verde. Fatto sta che un servizio così importante per la cittadinanza ha perso tanti punti di riferimento. Sono decine e decine le persone che ogni giorno 'sbattono' contro la porta chiusa del cup di via 24 Maggio. Altrettanti quelli che si lamentano in periferia e nei paesi dove il centro di prenotazione non esiste più. Mugugni e lamentele sono all'ordine del giorno. Maria Grazia Tinfena ha appena trovato la porta chiusa al cup di via 24 Maggio: «E' un vero disagio. Avrei dovuto prenotare una visita per mia madre nel mio giorno libero dal lavoro». Le ha fatto eco Iris Santiago: «Paghiamo le tasse e i servizi vengono meno. Io ho una bimba piccola e un figlio grande, lavoro e non ho tempo a disposizione». E ancora. Maria Gloria Filippi: «Un cup come quello di via 24 Maggio dovrebbe restare aperto almeno tutte le mattine». E' ALTRETTANTO vero che gli spezzini stanno abituandosi a prenotare visite ed esami in farmacia, senza contare il numero verde. «Siamo a quota 20mila prenotazioni al mese in tutta la provincia - afferma Elisabetta Borachia, presidente dell'associazione titolari di farmacia -. I cittadini hanno trovato da noi un servizio egregio. A qualsiasi ora, contando i turni. Svolto in città e nei piccoli centri». La Borachia prosegue ricordando il 'farma-cup', prenotazioni sempre in farmacia per studi privati di ecografie, raggi, moc e risonanza a prezzo agevolato, in linea con quello dei rispettivi ticket sanitari. I consumatori vedono la questione sotto un altro punto di vista. «L'Asl dovrebbe avviare uno studio sui bacini di utenze per capire dove i cittadini hanno bisogno di prenotare al cup», sottolinea Elisabetta Sommovigo (Adoc). Che rincara la dose: «L'azienda dovrebbe pensare anche ad organizzare una capillare informazione sui vari sistemi di prenotazione sanitaria». Manrico Parma VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/10/2015 48 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «Prescrizioni, servizio a singhiozzo» Sale la protesta dei pazienti 02/10/2015 Pag. 55 Ed. Treviso diffusione:86966 tiratura:114104 VITTORIO VENETO - Sono sette i vittoriesi che stanno usufruendo del servizio di consegna a domicilio dei farmaci, lanciato lo scorso 25 maggio dalla Vittorio Veneto Servizi, che gestisce le tre farmacie comunali, Costa, Centro e San Giacomo di Veglia. «Non c'è stata una grande adesione - non nasconde l'amministratore unico Barbara Saltini -, ma anche se per pochi cittadini continueremo a garantire questo servizio». Gratuito per gli esenti dal ticket sanitario, ha altrimenti un costo di 1,50 euro come diritto di chiamata. Il servizio di consegna a domicilio può essere richiesto direttamente nelle farmacie comunali oppure allo 0438.500204. (((borsoic))) VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/10/2015 49 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Solo in sette per i farmaci a domicilio 02/10/2015 Pag. 55 Ed. Treviso diffusione:86966 tiratura:114104 Cresce di cinque volte l'utile delle farmacie comunali. E il comune preleva dal «tesoretto» della Vittorio Veneto Servizi spa, la società cui fanno capo, 563 mila euro, destinandoli in gran parte alla riqualificazione e messa in sicurezza della viabilità cittadina. Sarà presentato in tutti i suoi dettagli nel corso del consiglio comunale di martedì sera il bilancio d'esercizio 2014 della società di cui il Comune è socio unico e che è proprietaria delle tre farmacie di Costa, San Giacomo di Veglia e Centro. In aula ci sarà l'amministratore unico della partecipata, Barbara Saltini, che lo scorso 31 dicembre aveva dato le sue dimissioni dall'incarico (era stata nominata dall'ex sindaco Da Re nel novembre 2012), che tutt'ora ricopre in attesa che il sindaco Roberto Tonon nomini un successore. «Avevo chiesto al sindaco di non procrastinare oltre il bilancio le mie dimissioni - afferma Saltini - ma ad oggi non ha ancora trovato un sostituto». Quella di martedì dovrebbe essere l'ultima uscita ufficiale di Saltini come amministratore unico della partecipata. «L'utile del 2014, al netto delle imposte, è di 117 mila euro, dunque è stato quintuplicato, mentre il flusso di cassa generato sempre nel corso del 2014 è stato di 400 mila euro, dato questo che evidenzia come la società stia molto bene» afferma Saltini. Il bilancio 2013 aveva avuto un utile netto di soli 21.854 euro, pochi - era stato evidenziato un anno fa dal consiglio comunale - per una società che ha tre farmacie. La liquidità di cassa si attesta oggi a 1,1 milioni di euro. «A giugno - continua l'amministratore unico - il Comune ha prelevato 500 mila euro». «Sono soldi - entra nel merito l'assessore al bilancio Giovanni Napol - che sono entrati in varie voci di bilancio e che sono serviti per coprire spese correnti di vari bilanci (263 mila euro), mentre 300 mila euro sono stati investiti sulla riqualificazione della viabilità». Quanto al bilancio 2014 della Vittorio Veneto Servizi, Napol rileva che «è stato migliorato, di pari passo anche ad un miglioramento organizzativo e al recupero di crediti d'imposta. Un risultato che si relaziona con una generale diminuzione del consumo di farmaci». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/10/2015 50 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Tonon batte cassa in farmacia PROFESSIONI 2 articoli 03/10/2015 Pag. 11 diffusione:334076 tiratura:405061 Marche, la spinta della farmaceutica M. Me. Servizio u pagina 13 pCirca 2.800 addetti diretti e nell'indotto, di cui più di 1.400 negli stabilimenti produttivi di Ancona (una produzione di eccellenza destinataa oltre 50 paesi nel mondo) e di Ascoli Piceno (che vale da sola il 72% del totale dell'export manifatturiero italiano). La farmaceutica si conferma un vero driver per la crescita dell'economia delle Marche. Il solo export di medicinali, nel territo- rio, supera quello di interi paesi dell'Unione europea, come Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Portogallo, Finlandia. A livello italiano sono 174 le fabbriche dell'industria farmaceutica, con 63mila addetti, 2,5 miliardi di investimenti nel 2014. Un settore che nell'ultimo anno ha registrato un aumento della produzione (+4,5%) con 28,7 miliardi di euro e il massimo storico raggiunto dall'export (72% della produzione) con 21 miliardi. I dati sono stati presentati ieri nel roadshow di Farmindustria «Innovazione e Produzione di Valore. L'industria del farmaco: un patrimonio che l'Italia non può perdere», ospitato nello stabilimento Angelini di Ancona. Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, ha confermato che il settore è «un fiore all'occhiello del made in Italy. Ab- biamo l'ambizione - ha detto - che se sarà garantita la stabilità delle regole degli ultimi due anni, potremo diventare un hub globale e il primo paese produttore in Europa, superando la Germania». L'Italia del farmaco, dal 2010 al 2014,è stata la prima al mondo per crescita in valore dell'export di farmaci e vaccini. Un dato che ha permesso di consolidare in Europa la seconda posizione dopo la Germania tra le nazioni produttrici di medicinali. Dopo anni di calo, sono state assunti 5mila nuovi addetti, la metà under 30. Un trend in aumento che si con- ferma nell'anno in corso: l'occupazione nelle grandi imprese, a giugno, è stata superiore dell'1% rispetto a dicembre, soprattutto per gli addetti alla produzione (+8 per cento). Una crescita dovuta all'incremento degli investimenti in ricerca, circa il 10% nel 2015 secondo le prime stime, e della produzione, +6% rispetto al +1% del totale industria, ancora una volta trainata dall'export (+8%). Sono7 milai farmaci in sviluppo nel mondo che avranno un ruolo importante nella cura di diverse patologie. Il contributo economico delle imprese del farmaco e dell'indotto al Paese è di 13,7 miliardi. I NUMERI 2.800 L'occupazione La farmecutica dà lavoro nelle Marche a circa 2.800 addetti tra diretti e ocupati nell'indotto. Di questi, circa la metà è occupata nelle aziende di Ascoli Piceno e i Ancona. In Italia le fabbriche del comparto farmaceutico sono 174, per un numero di occupati complessivo pari a 63mila unità PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/10/2015 52 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INDUSTRIA/2 03/10/2015 Pag. 88 N.40 - 13 ottobre 2015 diffusione:372741 tiratura:488629 Mi dopavo perché senza droghe non avrei vinto mai lance armstrong era il padrone del ciclismo: vinse sette tour de france, e nemmeno un tumore riuscì a fermarlo. ma non era un campione: imbrogliava Marco Pagani Amava presentarsi così: «Mi chiamo Lance Armstrong, sono sopravvissuto al cancro, ho cinque figli e, naturalmente, ho vinto sette Tour de France». Tutto vero, tranne un particolare: per dominare il Giro di Francia di seguito dal 1999 al 2005, un record che nessun altro corridore è stato capace di raggiungere prima e dopo di lui, il famoso ciclista americano ricorse sistematicamente al doping, cioè all'uso di sostanze medicinali vietate, per aumentare le sue prestazioni agonistiche. E dunque non vale. Come non ha più valore, perché cancellata nel 2012 per ordine delle autorità sportive internazionali, ogni singola vittoria che l'atleta ha ottenuto dal 1° agosto 1998 gareggiando in bicicletta senza rispettare le regole. Una fragorosa caduta nella polvere, quella di Lance Armstrong, che ora viene riportata alla ribalta, con inquietanti rivelazioni, dal libro The Program Lance Armstrong: la vera storia del più grande imbroglio di tutti i tempi (Sperling & Kupfer), scritto dal giornalista sportivo David Walsh, e dal film The Program , tratto dallo stesso volume, in programmazione nelle sale italiane dall'8 ottobre, diretto da Stephen Frears, con Ben Foster nella parte di Armstrong e la partecipazione straordinaria di Dustin Hoffman. Un'accoppiata mediatica che mette clamorosamente a nudo la caduta morale e sportiva di un uomo, Lance Armstrong, a lungo considerato un eroe. Esordì come corridore professionista nel 1992 e già l'anno dopo, a soli 21 anni, vinse i Mondiali di ciclismo a Oslo. «Era un talento purissimo», dice a Gente Pier Augusto Stagi, direttore del mensile Tuttobici . Poi inanellò piazzamenti importanti, ma senza eccellere particolarmente. Nel 1996 la tragedia: Lance viene colpito da un cancro ai testicoli che ne mette in pericolo la vita e lo costringe a cure pesanti. Sconfigge la malattia e torna incredibilmente alle gare nel 1998. Ed è un altro atleta. Nel 1999, infatti, vince per la prima di sette volte consecutive il Tour de France, sbaragliando alla grande gli avversari più forti. Lance diventa una vera e propria leggenda per gli sportivi e un modello per tanti malati, per i quali era l'esempio vivente di un uomo che poteva perdere tutto e invece ha combattuto ed è risorto. Fonda perfino la Lance Armstrong Foundation, con cui raccoglie fondi per chi soffre di tumore. Ma a qualcuno qualcosa non torna. David Walsh, responsabile della redazione sportiva del quotidiano britannico Sunday Times, inizia ad nutrire dubbi sui risultati ottenuti da Lance. «Era forte nelle gare di un giorno, non in quelle di resistenza con più tappe dei grandi Giri. E invece, reduce da una gravissima malattia, improvvisamente si rivela imprendibile sulle lunghe distanze», conferma Pier Augusto Stagi. Dalle pagine del libro di David Walsh esce un ritratto inquietante di Armstrong, capace di intimorire con minacce e ritorsioni chiunque lanci sospetti sulle sue prestazioni atletiche. Passa il tempo e le voci sul suo essere un ciclista che bara aumentano, grazie ai libri in cui i suoi ex compagni di squadra ne denunciano le pratiche illecite. Eppure bisogna aspettare il 18 gennaio 2013 perché Lance, nella trasmissione di Oprah Winfrey, la star della televisione americana, confessi: «Epo, trasfusioni e cortisone. Mi dopavo prima del cancro e negli anni delle vittorie in Francia. Era impensabile vincere altrimenti». La domanda è di rigore: come ha fatto Lance a farla franca così a lungo? Walsh rivela che Armstrong pagò addirittura una grossa somma di denaro all'Unione Ciclistica Internazionale, ufficialmente per sostenere la lotta al doping, in realtà per essere avvertito in anticipo dei controlli medici previsti su di lui. «Armstrong era il padrone del ciclismo, lo controllava», spiega Stagi. L'Epo (o eritropoietina) è un ormone che aumenta i globuli rossi e quindi il trasporto di ossigeno ai muscoli, garantendo migliori prestazioni. Ma in quali discipline? «In quelle dove contano la forza e la resistenza: dal ciclismo, appunto, all'atletica, dal calcio al nuoto. Non serve dove sono fondamentali la coordinazione e l'equilibrio, come nei tuffi e nella scherma», dice a Gente Alessandro Donati, autore del libro Lo sport del doping (Giunti Editore), da sempre in prima linea contro quelle pratiche. Adesso allena Alex Schwazer, il maratoneta ex fidanzato di Carolina Kostner, sospeso per doping fino al 29 aprile 2016. «Il suo rimettersi in gioco e in discussione è un gesto di assoluto coraggio. PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/10/2015 53 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato un film e un libro fanno luce su uno dei più grossi impostori dello sport 03/10/2015 Pag. 88 N.40 - 13 ottobre 2015 diffusione:372741 tiratura:488629 PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/10/2015 54 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato E, soprattutto, ci dice che dal doping si può rinascere». m arco p agani vittorie , cadute e ora nuova vita Parigi . l 'arrivo trionfale di l ance a rmstrong, nella tappa finale del t our de f rance del 2002, il suo terzo successo nella celebre gara. i n tutto ha vinto sette volte di seguito il g iro di f rancia, dal 1999 al 2005. s otto, l ance di nuovo corridore al t our di quest'anno, ma per raccogliere fondi contro la leucemia. smascherato da un giornalista l a locandina di The Program , il film tratto dall'omonimo libro del giornalista del Sunday Times d avid Walsh, che racconta la storia di l ance a rmstrong, interpretato dall'attore b en f oster (nella foto). e sce in i talia l'8 ottobre. il momento più difficile Indianapolis (Stati Uniti) . a rmstrong nel 1996 in cura per un tumore ai testicoli, all' i ndiana u niversal s chool of m edicine h ospital della città americana. « m i dopavo già prima che la malattia mi colpisse», è la impressionante confessione rilasciata da l ance nel 2013. ha perfino pagato per evitare qualsiasi controllo medico felice con ann, baro al tour New York (Stati Uniti) . l ance a rmstrong, 44 anni, con la seconda moglie, a nn h ansen, 41 anni: la coppia ha due figli. i l ciclista ha altri tre bimbi, avuti dalla prima consorte, Kristin r ichard. s otto, a rmstrong esce da un controllo anti doping al t our del 2002: risultava sempre pulito anche se non lo era. PERSONAGGI 2 articoli 03/10/2015 Pag. 10 diffusione:48275 tiratura:63756 Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha annunciato in audizione di aver sospeso il decreto attuativo delle disposizioni di cui all'art. 9 della legge sugli Enti Locali riferito alle prestazioni inappropriate. «Mi sembra un atto di buon senso che avevo auspicato sin dall'inizio, esprimendo la mia ferma contrarietà al metodo e al merito del provvedimento» dice il senatore dei Conservatori e Riformisti Luigi D'Ambrosio Lettieri . Il ministro, riferisce il parlamentare pugliese, ha annunciato di voler attivare un tavolo tecnico esteso alla rappresentanza delle società scientifiche e dei medici «che, così come si stavano mettendo le cose, sarebbero diventati gli imputati in un processo per responsabilità professionale che stava diventando una farsa». Il compito del tavolo ha la finalità di concordare con la categoria dei medici le modalità migliori per un efficace governo della spesa sanitaria che garantisca appropriatezza, efficacia ed economicità. «Mi sembra che si sia imboccata la strada giusta e che vengano così scongiurati - aggiunge - i rischi di inutili e controproducenti processi sommari, nonché di tagli ai diritti dei cittadini». Di certo «se le norme relative all'appropriatezza delle prescrizioni mediche non fossero finite negli Decreto Enti Locali, ma, piuttosto, convogliate in una legge quadro - che tenesse insieme in modo organico medicina difensiva, responsabilità in campo medico, criteri di appropriatezza e nuovi Livelli essenziali di assistenza - e fosse stato affidato all'esame delle Commissioni parlamentari competenti, questo caos sarebbe stato evitato». PERSONAGGI - Rassegna Stampa 03/10/2015 56 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sanità, dietrofront sulle prescrizioni D'Ambrosio Lettieri: stop al decreto ok 02/10/2015 Sito Web QS - QuotidianoSanita.it D'Ambrosio Lettieri (CoR): "Ministro sospende decreto attuativo. Bene, meglio tardi che mai" 02 OTT - "Meglio tardi che mai. La decisione del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, così come annunciata oggi nell'ambito di una sua audizione in 12ma Commissione Sanità, non può che essere apprezzata e condivisa. L'aver sospeso l'attuazione del decreto ministeriale attuativo delle disposizioni di cui all'art. 9 della legge sugli Enti Locali e riferito alle prestazioni inappropriate mi sembra un atto di buon senso che avevo auspicato sin dall'inizio, esprimendo la mia ferma contrarietà al metodo e al merito del provvedimento. Il ministro ha annunciato di voler attivare un tavolo tecnico esteso alla rappresentanza delle società scientifiche e dei medici che, così come si stavano mettendo le cose, sarebbero diventati gli imputati in un processo per responsabilità professionale che stava diventando una farsa. Il compito del tavolo ha la finalità di concordare con la categoria dei medici le modalità migliori per un efficace governo della spesa sanitaria che garantisca appropriatezza, efficacia ed economicità. Mi sembra che si sia imboccata la strada giusta e che vengano così scongiurati i rischi di inutili e controproducenti processi sommari, nonché di tagli ai diritti dei cittadini". Lo ha dichiarato in una nota Luigi d'Ambrosio Lettieri (CoR), componente Commissione Sanità Senato. "Certo - ha concluso - con amarezza rilevo che se le norme relative all'appropriatezza delle prescrizioni mediche non fossero finite negli Decreto Enti Locali, ma, piuttosto, convogliate in una legge quadro - che tenesse insieme in modo organico medicina difensiva, responsabilità in campo medico, criteri di appropriatezza e nuovi Livelli essenziali di assistenza - e fosse stato affidato all'esame delle Commissioni parlamentari competenti, questo caos sarebbe stato evitato e il ministro stesso si sarebbe messa in una condizione di garanzia rispetto alle richieste della Conferenza Stato-Regioni". 02 ottobre 2015 © Riproduzione riservata PERSONAGGI - Rassegna Stampa 03/10/2015 57 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Home