La Nuova Armonia
Editoriale
Care Lettrici e Cari Lettori,
quest’anno torno a salutarVi con un prezioso
annuncio: Armonia (e la rivista “La Nuova
Armonia”) compiono vent’anni; vent’anni di crescita e di presenza continuata ed assidua al fianco
delle donne piacentine; vent’anni nei quali siamo
riusciti a mantenere, anche nei momenti di difficoltà, viva la nostra Associazione.
Non posso esimermi dal ricordare, seppur brevemente, alcuni dei principali passi che Armonia ha
realizzato per diventare quello che è oggi.
Armonia, Associazione per la lotta contro i tumori al
seno, nasce nel 1992 grazie alla brillante iniziativa di
Ernestina Girometta (per tutti “Claudia”) e Giorgio
Macellari. Era la risposta piacentina alla creazione –
da parte di Umberto Veronesi, nel 1991 – di Europa
Donna, un sodalizio allargato ai primi stati membri
dell’Unione Europea con finalità di lobby per garantire a tutte le donne europee trattamenti uguali in
tema di tumore al seno.
Nel 1993 usciva il primo numero della Rivista
dell’Associazione, splendidamente incorniciata da
una delicata opera di Bruno Grassi. La Rivista prefigurava subito, nei suoi contenuti – dapprima pochi
articoli, poi interventi via via
sempre più numerosi e
diversificati – uno spirito
innovativo: già in quel
numero, infatti, si parlava della diagnosi precoce, del ruolo del
medico di famiglia, dell’attenzione per le donne giovani, del carattere interdisciplinare della Senologia,
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della necessità di unire in modo armonioso professionisti di diversa matrice per coalizzarli contro il
cancro, facendo loro superare l’istintivo egocentrismo del medico. Insomma già da quel lontano 1993
si delineava negli intenti di Armonia il ritratto futuro di quello che sta oggi diventando il presente, vale
a dire la Breast Unit piacentina.
Claudia, la prima a Piacenza, aveva creato Armonia,
pensata principalmente come punto di ascolto e di
accoglienza, ma anche come
strumento per sollecitare i
medici, i politici, le istituzioni e
la collettività intera a prestare la
dovuta attenzione a un problema che – allora – continuava a
far paura e veniva più taciuto
che esplicitato. Oggi i tempi
sono cambiati, le donne non
fanno fatica a dire “anch’io ho
avuto il cancro”.
Romina
Dal lontano 1992 Armonia non
Cattivelli
ha smesso di accogliere, di
ascoltare e di sollecitare.
Presidente
Difficile enumerare tutte le iniArmonia
ziative che l’apprezzato sodalizio in rosa è riuscito ad organizzare nell’arco di questi venti anni. La Rivista è solo una fra le tante.
Ma moltissime altre si lasciano facilmente
ricordare: realizzazione di
corsi e di opuscoli di
autoesame al seno; sostegno economico a donne
ammalate di tumore al
seno e particolarmente
disagiate; pubblicazione di
manualetti sui percorsi senologici; organizzazione di viaggi in
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località italiane e straniere per le donne operate al
seno; invio di personale medico e infermieristico a
corsi e convegni senologici; attivazione di contratti
di lavoro con borse di studio per giovani senologi;
acquisto di apparecchiature mediche dedicate. E
poi, ancora, formazione di gruppi di auto aiuto e di
autocoscienza, corsi di trucco per donne in chemioterapia, di danza, di musicoterapia, di ricamo e
cucito, di yoga, di rilassamento e di ginnastica
dolce. Senza contare naturalmente decine e decine
di occasioni per la raccolta di fondi: basti pensare
che Armonia, nell’arco di questi vent’anni, è riuscita a raccogliere (e ovviamente a ridistribuire) oltre
duecentomila euro.
E una lista pressoché infinita di incontri con la
popolazione piacentina, a scopo divulgativo, per
raggiungere, informare e sensibilizzare le donne nei
circoli privati, nelle fabbriche, nelle istituzioni, nei
comuni della provincia e nelle scuole superiori.
Più di recente Armonia è anche entrata a far parte di
una grandiosa kermesse nostrana, la Placentia
Marathon. Un evento straordinario che, grazie alla
generosità del suo mitico “patron” l’avvocato
Gianni Cuminetti, le ha consentito di sfilare per le
vie della città con un corteo di donne ben identificate dal colore rosa fucsia – vuoi una bandana, un
foulard, un cappellino, una felpa o una maglietta –
per testimoniare la voglia di combattere, per
mostrare la forza rassicurante e produttiva della
coesione, per diffondere ottimismo e coraggio, per
dimostrare che il cancro oggi non deve più spaventare nessuna donna e che la battaglia si può vincere
esattamente come si può vincere una maratona,
allenandosi e impegnandosi con tenacia e perseverazione e “senza mai mollare”, come incitava sempre Claudia.
E con la stessa tenacia Armonia oggi prosegue la sua
“mission”, continuando le sue campagne di informazione (di cui è diventata fedele e generosa “testimonial” la nostra cantante Fiordaliso), di divulgazione sul territorio, di aiuto morale e materiale e di
condivisione di esperienze fra donne operate. E
anche di spinta a che le donne con tumore al seno
possano contare su
offerte diagnostiche e terapeutiche d’eccellenza.
E’ proprio in quest’ottica che si inserisce l’affiancamento di Armonia – in forme sia sollecitative che
collaborative – all’Azienda USL piacentina nel progetto forse più impegnativo e determinante, la
costituzione di una Breast Unit con certificazione
europea, la Casa dove si curano le malattie del seno,
il luogo in cui si registrano la riduzione della mortalità e il miglioramento della qualità di vita.
Armonia non si vuole accontentare di stare accanto
alle donne, accoglierle, coccolarle, rassicurarle e
consolarle. Armonia si preoccupa anche di garantire loro la fruizione di quel diritto alla salute, diritto
costituzionalmente riconosciuto e protetto, attraverso l’offerta alle donne delle cure migliori.
Tale diritto è chiaramente espresso dalla storica
risoluzione del Parlamento Europeo del 2006 e solo
nelle Breast Unit certificate può trovare la migliore
tutela. Oggi Armonia è una presenza stabile fra le
donne piacentine e il tessuto sociale dell’intero territorio. Armonia è cresciuta anche a livello nazionale, diventando parte della famiglia di Europa Donna
ITALIA, il movimento che rappresenta i diritti delle
donne nella prevenzione e cura del tumore al seno
presso le istituzioni pubbliche nazionali e internazionali.
Non solo. Il ruolo di Armonia all’interno di Europa
Donna è un ruolo da protagonista. Io stessa ho partecipato quale unica delegata italiana alla convention internazionale di Europa Donna EUROPA, e
cioè la coalizione di ben 46 nazioni che opera a
sostegno delle donne europee per una migliore
educazione alla prevenzione e allo screening, al
trattamento terapico ottimale, nonché per rappresentare gli interessi delle donne europee in materia
di cancro al seno avanti le istituzioni dell'Unione
Europea. In conclusione, Armonia è ormai un sodalizio maturo, ricco di esperienze da capitalizzare e
di risorse da devolvere. Desidero salutarVi con un
sentito ringraziamento: grazie a tutti coloro che ci
hanno affiancato e sostenuto (e continuano tutt’ora
a sostenerci) nel costante sviluppo del nostro lavoro con il loro contributo pratico ed economico;
nonostante il momento economico critico, non
manca il sostegno di tante persone che credono in
noi e nel lavoro che facciamo.
Non dimentichiamo che Armonia è un’
Associazione di volontariato. Perciò la sua vitalità e la sua capacità di sostegno possono contare solo sulla solidarietà e sulla sensibilità di tutti i cittadini. Avere
un’associazione del genere, molto
solida e ben radicata, è un valore di
cui è diventato difficile fare a meno.
Le donne hanno bisogno che
Armonia sia forte, per essere meglio
protette. E Armonia ha bisogno di
donne forti, per crescere ancora.
Romina Cattivelli
La Nuova Armonia
05
Se vuoi essere una di noi
La nostra sede è a Piacenza in Galleria S.Donnino, 4
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- socio ordinario attraverso
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bollettino postale allegato,
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i tumori al seno - Galleria San Donnino, 4
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credito, la ricevuta rilasciata dalla banca per un bonifico o per l'emissione di un assegno circolare.
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Sommario
03
05
07
Editoriale di Romina Cattivelli
09
Verso un centro di senologia
piacentino con certificazione europea
di Giorgio Macellari
10
Armonia con Europa Donna Italia
di Romina Cattivelli
12
Alimentazione e cancro alla mammella
di Mara Negrati
15
Alla ricerca dell’infermiera perduta...
o forse mai smarrita
di Lucia Berti
17
Il potere di una parola
e di qualche lettera dell’alfabeto
di Clelia Mazzanti
18
A cosa serve la musica?
di Francesco Montagni
20
Soffiata di breva: Le rose di Laura
di Giorgio Maria Baratelli
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24
Galleria Fotografica
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Cronicità in movimento - Attività
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Danzaterapia - Attività
di Manuela Ghisoni
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Corri con Armonia - Attività
di Concetta Ciliendo
Stampa: Grafiche Lama srl
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Strada ai Dossi di Le Mose, 5/7 - Piacenza
Tel. 0523 592859
Giornata Mondiale del volontariato - Attività
di Maria Rosa Ponginebbi
32
arteSfera - Associazione culturale d’arte
di Franca Puppo
La Nuova Armonia
spedita gratuitamente a circa 1000 donne
di Piacenza e provincia
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Asta di beneficenza in Armonia - Attività
Distribuita nei più importanti centri
di aggregazione femminile
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Poesie... di Carla Malverni,
Paola Montanari, Silvano Montanari,
Nicolò Macellari, Eugenio Mosconi
Anno 3 - Marzo 2013
In attesa di autorizzazione
Direttore Resposabile: Carla Chiappini
Edizione a cura di: TWM srl
Via Beati, 51 - Piacenza - Tel. 0523 610 912
Progetto editoriale:
TWM srl
Progetto grafico e impaginazione:
TWM srl - Caffi Matteo
Per la pubblicità: TWM srl
Disponibile presso la sede dell'Associazione
Se vuoi essere una di noi
Le donne di San Giorgio
di Paola Notari Pontiggia
L’amore è un’Ombra. Perchè tutte
le mamme possono essere terribili.
di Paola Pedrazzini - Recensione Libro
Komen - Attività
di Gabriella Bertinotti
Quando il vento tira forte... - Testimonianza
di Romano Pedegani
La Nuova Armonia
07
Le donne
di San Giorgio
I
o le chiamo le “mie” donne, chiaro riferimento
all’abito mentale della maestra dei vecchi tempi,
quale appunto sono stata, che si riferiva sempre
agli alunni della sua classe chiamandoli i “miei”
bambini.
Le mie donne, dunque, tutte, o quasi, over sixty, non
certo in età scolare. Un bel gruppo che, un paio di
volte la settimana, la sera, si ritrova nella palestra
della Scuola Elementare di San Giorgio per fare ginnastica sotto la mia guida; cosa di per sè niente
affatto straordinaria, essendo oggi diffusa la frequentazione della palestra da parte di anziani che
svolgono attività sportiva per
mantenersi in forma.
Il caso delle mie donne è però un
po’ particolare, sia perché si tratta di una storia che dura da circa
25anni, sia per le motivazioni
che vi sono sottese.
Un quarto di secolo fa, forse
anche qualcosa di più, non
ricordo con precisione. Ero alloPaola
ra direttrice didattica (oggi si
Notari
dice dirigente) del Circolo (oggi
Pontiggia
si dice comprensorio) di San
Giorgio e Podenzano, che contaPresidente
va circa 800 alunni con una cinAssociazione
quantina di insegnanti che chiaUnivalnure
mavo, neanche a farlo apposta, le “mie” maestre.
Ovvio che in un ambiente di lavoro dove la quasi
totalità del personale è di sesso femminile non sia
certo il tumore alla prostata il caso di malattia
tumorale più diffuso, ma quello al seno. E poiché mi
riferisco a un periodo di oltre un quarto di secolo fa,
quando metodi di diagnosi precoce e mezzi di cura
erano di gran lunga inferiori a quelli odierni, l’esito
della malattia era spesso letale.
Commentavamo appunto, a scuola, un triste giorno, il caso di una collega appena deceduta per
tumore al seno: non la prima, purtroppo e, con la
consapevolezza “retrospettiva” di adesso, non l’ultima. Mi venne spontaneo rilevare, con amarezza
l’improduttività del nostro dolore, della nostra
commozione, reale, certo, che trovava espressione
nelle parole accorate del necrologio di rito, sul giornale quotidiano, ma non andava oltre. Tutto tornava alla normalità del quotidiano, il ricordo si faceva
a poco a poco meno doloroso……Bisognava fare di
più, escogitare qualcosa di diverso.
E uscì, non so più da parte di quale maestra, una
proposta: “Perché non costituiamo un gruppo
volontario di insegnanti, ma aperto anche a chi è
fuori dall’ambiente scolastico, che si riunisca un
paio di volte la settimana per fare un’attività, ad
esempio ginnastica, come se si frequentasse una
palestra; si potrebbe richiedere un contributo alle
08
partecipanti da devolvere ad un istituto di ricerca
per la lotta contro il cancro, per esempio l’AIRC”.
Allora Armonia non esisteva ancora.
Poteva all’uopo servire la palestra della Scuola
Elementare di San Giorgio, e quanto all’insegnante….già trovata. Sapevano le mie maestre della mia
consuetudine con l’esercizio fisico e la pratica sportiva, così che fui nominata seduta stante. Ebbe così
inizio la nostra attività e, nel corso degli anni, quella specie di “Armata Brancaleone”delle origini, che
non aveva la minima dimestichezza con la pratica
sportiva e l’esercizio fisico si è trasformata in una
squadra ordinata che esegue con agilità e disinvoltura esercizi non proprio da “terza età”. Sono diventate davvero brave le mie donne, tra le quali le insegnanti sono ora decisamente in minoranza.
Al termine di ogni anno di attività - si comincia a
novembre e si termina a giugno - raccogliamo il
contributo di tutte le componenti del gruppo: la
quota più consistente viene devoluta ad Armonia, e
una quota minore all’ AIRC (il primo amore non si
scorda mai).
Certo, col passare degli anni la composizione del
gruppo è cambiata, qualche donna si è persa per
strada, qualche altra si è aggiunta. Ma c’è uno “zoc-
colo duro” che dall’inizio della nostra attività resiste
imperterrito a tutt’ oggi.
Le guardo, le mie donne, quando eseguono gli esercizi che ho loro insegnato: siamo invecchiate insieme, ma credo che siamo invecchiate bene, e quando iniziamo l’attività di un nuovo anno ringraziamo
Dio che ci concede di ritrovarci in palestra.
Così, due volte la settimana, me le ritrovo ancora da
25 anni a questa parte, davanti all’ingresso di scuola, dove mi precedono di qualche minuto, le mie
donne, in attesa che io venga a d aprire: puntuali,
costanti, tenaci. Non le spaventa il freddo di certe
sere invernali, il maltempo di altre sere davvero
ingrate, quando lasciare l’ambiente domestico
richiede un autentico sforzo di volontà, né l’incipiente calura estiva delle sere di maggio e giugno.
Le saluto al mio arrivo, commentando scherzosamente la loro fedeltà. “Ma fa bene anche a noi”, mi
dicono.
Vero. Il volontariato, fatto in allegria, non pesa, e
può ben protrarsi per un quarto di secolo. Anche
oltre, come io e le mie donne speriamo, se regge la
salute.
La Nuova Armonia
09
Verso un Centro
di Senologia piacentino
con certificazione europea
I
l 7 maggio 2003 la Commissione per le pari
opportunità e i diritti delle donne del
Parlamento Europeo stilava un suo primo rapporto raccomandando agli stati membri
dell’Unione Europea la costituzione di Centri di
Senologia con i requisiti indicati dalla più autorevole Società Europea di Senologia, l’EUSOMA. Il contenuto del rapporto veniva formalmente recepito
anche dall’Italia con tre successive mozioni: la
prima della Camera dei Deputati, il 9 luglio 2003; la
seconda del Senato, il 15 ottobre
2003; la terza ancora della
Camera dei Deputati, il 3 marzo
2004. Nelle tre mozioni si raccomandava di garantire a tutte le
donne affette da carcinoma della
mammella il diritto a essere
curate da un’ équipe interdisciplinare e di sviluppare una rete
capillare di centri di senologia
Giorgio
certificati che soddisfino stanMacellari
dard di qualità ed efficacia delle
Direttore Unità
cure. Il 10 ottobre 2006, con la stoOperativa
rica risoluzione B6-0528/2006, il
di Chirurgia
Parlamento Europeo invitava gli
Senologia
stati membri a dotarsi, entro il
2016, di Centri di Senologia specializzati – le “Breast Unit” –
dove si curano le donne con malattie del seno in
conformità alle linee guida proposte da EUSOMA.
Tutto questo sforzo nasceva da una lunga serie di
evidenze scientifiche in base alle quali era dimostrato che le cure fornite nelle Breast Unit certificate garantivano, proprio grazie al lavoro interdisciplinare, un aumento di sopravvivenza del 20% e un
miglioramento della qualità di vita delle donne
affette. Uno straordinario e paziente lavoro di ricerca oncologica integrato vedeva così riconosciuta la
forza delle prove e la loro concreta applicazione
mediante lo strumento della politica.
Quali sono le ragioni che spiegano questa così particolare forza delle Breast Unit e la loro ragione d’esserci?
Prima di tutto l’attività interdisciplinare che le
anima. È un nuovo modo di lavorare che consente
di affrontare i molteplici aspetti della malattia attra-
verso competenze diverse, ma fortemente intrecciate, per un accerchiamento su più fronti del nemico; in pratica, in una Breast Unit i radiologi, i chirurghi, gli oncologi, i patologi, i radioterapisti, i medici
nucleari, i fisiatri, gli psicologi, gli infermieri e i tecnici di radiologia sono tutti professionisti “dedicati”
cioè figure che, pur di diversa matrice, hanno intrapreso percorsi formativi specificamente orientati
alla cura del cancro al seno, accumulando un’esperienza di diagnosi, di assistenza e di cura che nessun altro possiede.
E poi il lavoro di ricerca, con l’elaborazione e raccolta dei dati, il monitoraggio dell’efficienza e della
qualità di ciò che viene fatto, la condivisione in rete
e il confronto con le altre Breast Unit sparse nel
mondo: e tutti sanno che dove si fa ricerca si cura
meglio.
Né si può trascurare il problema dei costi: in una
Breast Unit le risorse vengono ottimizzate, si minimizzano gli sprechi, si riducono le complicanze dei
diversi trattamenti, le donne ricevono cure più
mirate e meno invasive così da consentirne anche
una più rapida restituzione alla loro vita familiare e
lavorativa.
Ecco, se una Breast Unit fa tutte queste cose allora
può essere certificata. Il processo di certificazione
consiste nel sottoporre tutta la filiera diagnosticoterapeutica a un’analisi minuziosa, per attestare
quello che va bene e perfezionare quello che va
meno bene. Ed è fatto da un ente certificante neutro che, con professionisti indipendenti, garantisce
la reale qualità della struttura senologica. Il primo
obiettivo della certificazione, insomma, è la donna,
per la quale si vuole garantire il diritto – sancito dal
Parlamento Europeo – di essere curata nel migliore
dei modi, con il minimo danno e la massima efficacia possibili.
Anche Piacenza si candida legittimamente ad avere
la sua “Casa per le malattie del Seno”, perché
Piacenza ha le carte in regola. Si tratta solo di superare alcune criticità minori e di avviare il processo di
certificazione, portandolo a compimento. In questo
sforzo anche Armonia sta dando il suo sostanzioso
contributo, insieme alle tante donne – operate e
sane – impegnate con la loro presenza, ora silenziosa ora chiassosa, a sollecitare le istituzioni e le forze
politiche a raggiungere il prestigioso obiettivo.
10
Armonia, associazione
per la lotta al tumore al seno,
entra nella consulta di
Europa Donna Italia per la tutela
dei diritti delle donne piacentine,
avanti il Ministro della Salute
A
Avv. Romina
Cattivelli
Presidente
Armonia
fine giugno si è tenuta a
Firenze la Prima Consulta
delle Associazioni che
fanno parte di Europa Donna
Italia (EDI), la Federazione che
si occupa di rappresentare e
tutelare i diritti delle donne
operate di tumore al seno di
fronte agli organismi nazionali
di programmazione e organizzazione sanitaria del Ministero
della Salute.
Per svolgere il proprio compito
Europa Donna Italia si avvale
dell’ausilio delle varie Associazioni che a livello territoriale operano nell’ambito della prevenzione del
tumore al seno. Si è quindi creata una rete di
Associazioni, la cd. Consulta delle Associazioni, che
partecipa attivamente e concretamente alla vita
della Federazione. Infatti, la Consulta, di cui
Armonia fa parte, rappresenta l’organo consultivo,
attivo e propositivo di Europa Donna Italia; in questo modo i rappresentanti delle singole
Associazioni territoriali si fanno portavoce a livello
nazionale delle esigenze di tutela dei diritti delle
donne operate di tumore al seno.
L’obiettivo principale della Federazione, e conseguentemente anche della Consulta, è ottenere l’attuazione della Direttiva Europea che prevede l’isti-
La Nuova Armonia
Rosanna d’Antona
presidente di Europa Donna
tuzione su tutto il territorio nazionale, entro il 2016,
di “Breast Unit” e cioè di Unità di Senologia certificate per garantire ed assicurare alle donne una cura
ed una prevenzione del tumore al seno sempre più
di qualità. Se consideriamo che il tumore al seno è
la patologia che maggiormente colpisce le donne, ci
rendiamo conto di quanto sia importante per le
pazienti avere a disposizione un Centro che sia specializzato sulla cura di quella patologia a 360 gradi,
sin dal primo momento in cui il problema si presenta e fino alla conclusione del lungo processo di terapia e di sorveglianza.
Infatti, gli studi dimostrano che la percentuale di
sopravvivenza è nettamente superiore per chi viene
curato in un centro specializzato, così come la qualità della vita ne risente in modo benefico.
Da qui nasce l’esigenza di creare le Breast Unit.
E allora, se la donna gode di un diritto costituzionalmente protetto quale è il diritto alla salute, allo
stesso modo la donna ha pari diritto ad una cura di
qualità, ad una cura che possa essere garantita
attraverso la presenza di specialisti “dedicati” che
abbiano ottenuto una specifica formazione sulla
prevenzione e sulla cura del tumore al seno, professionisti capaci di decidere per ogni singolo caso,
attraverso incontri multidisciplinari, come pianificare una cura individualizzata che sia anche la
migliore possibile.
11
Nella nostra città Armonia si sta muovendo sia
attraverso la Consulta delle Associazioni di Europa
Donna Italia, sia a livello territoriale con le istituzioni locali per ottenere la creazione di una Breast Unit
piacentina. Il percorso è ancora lungo e tortuoso
ma la Senologia piacentina ha tutti i requisiti per
poter ottenere il riconoscimento europeo e la qualifica di Breast Unit. La donna che ha provato sulla
propria persona quest’esperienza, sa bene quanto
sia destabilizzante dover rincorrere ogni specialista
nei diversi reparti dell’ospedale, o non avere a
disposizione una figura di riferimento da poter contattare quando il tumore ci trasmette segnali che,
per chi è un semplice malato, sono del tutto incomprensibili… Per tali motivi Armonia continuerà il
proprio operato per il perseguimento della creazione della Breast Unit nella nostra città ed esorta tutte
le donne piacentine a far sentire la loro voce perché
l’unione fa la forza e perché la donna con il tumore
al seno non è un numero, non è un mero caso clinico, bensì un essere umano titolare di diritti e di tutto
ciò che ne consegue.
12
Alimentazione
e cancro alla mammella
O
gni anno in Italia, ci sono circa 35000 “nuovi
casi” di cancro della mammella. L’incidenza
è in aumento, ma la mortalità è in netta
diminuzione, sostanzialmente perché la diagnosi è
molto precoce e le terapie sempre migliori.
Studi condotti sulle popolazioni migranti, cioè
popolazioni che si spostano dal paese d’origine e
che nel tempo abbandonano usi e costumi propri
per integrarsi con la popolazione ospite, hanno evidenziato che i livelli di incidenza di tumori (in particolare mammella, colon-retto e prostata) subiscono un significativo incremento quando le popolazioni migrano da paesi a bassa incidenza (africani e
asiatici ) verso paesi a elevata incidenza (Stati Uniti,
Scandinavia ecc). Questi studi,
utili per differenziare fattori di
rischio genetici da fattori
ambientali, hanno fornito solide
evidenze a supporto dell’ipotesi
che i fattori ambientali, in particolare lo stile di vita (alimentazione, attività fisica e fumo),
siano le principali cause di tali
patologie neoplastiche.
Ancel Keys, un geniale fisiologo
nutrizionista statunitense giunDott.ssa
to nel sud d’Italia al seguito dell'esercito alleato durante la II
Mara Negrati
guerra mondiale, vide che
Responsabile
la popolazione residente
Unità Operativa
nell’area del Cilento
di Nutrizione
viveva più a lungo e
Clinica
si ammalava meno
della popolazione
americana da dove egli proveniva.
Su queste osservazioni, nel 1958
Ancel Keys intraprese il famoso
Studio dei Sette paesi (USA,
Giappone, Italia, Grecia, Olanda,
Finlandia, Ex Jugoslavia) che
indagava la relazione tra abitudini alimentari e mortalità per cancro e malattie cardiovascolari, in
una popolazione di età compresa
tra i 40 e i 59 anni seguita per 25
anni.
Lo studio rivelò che in Italia e in
Grecia, dove l’alimentazione era di tipo
“Mediterraneo”, c’era una ridotta incidenza di malattie tumorali e che la mortalità era
più alta nelle popolazioni che consumavano molti
grassi saturi mentre era meno frequente in chi consumava grassi sotto forma di olio d’oliva. Il termine
“Dieta Mediterranea” in realtà andrebbe cambiato
in “Diete Mediterranee” perché le popolazioni che
abitano i paesi che si affacciano sul bacino del
Mediterraneo presentano differenze alimentari
significative, ma hanno anche caratteristiche
comuni: consumo di olio d’oliva come principale
fonte di grassi, consumo elevato di verdura, frutta,
cereali (spesso integrali), carne bianca, pesce, frutta secca (noci), moderato consumo di uova e prodotti caseari, limitato utilizzo di carne rossa, zucchero e grassi animali. L’altra analogia tra le diverse
“diete Mediterranee” riguarda la ripartizione dei
macronutrienti (zuccheri, proteine, lipidi) rispetto
all’energia totale giornaliera: il 55-60% di quanto si
mangia proviene dai carboidrati (pane, pasta, riso,
frutta…), il 30 % dai grassi, in prevalenza sotto
forma di olio extravergine d’oliva, e la quota rimanente dalle proteine (carne, pesce, legumi…).
Numerosi studi hanno evidenziato che si potrebbe
prevenire il 25% dei tumori del colon retto, il 1520% dei tumori della mammella e 10-15% dei tumori della prostata, endometrio e pancreas se si
seguisse questo regime
alimentare.
La Nuova Armonia
I benefici di questa alimentazione
sono stati studiati anche sull’ampia
popolazione di persone che ha già
avuto una malattia tumorale e che, per
questo, presenta un rischio superiore
rispetto alla rimanente popolazione di
manifestare una recidiva neoplastica. Lo
studio Wins (Women’s Intervention Nutrition
Study), condotto negli Stati Uniti, ha valutato l’impatto di una dieta molto povera di grassi in 2500
donne operate per neoplasia mammaria e sottoposte a radio e/o chemioterapia; l’influenza sul calo
ponderale era modesta, ma c’era una riduzione del
24% delle recidive in 5 anni rispetto alle pazienti a
dieta ricca di grassi.
Un altro importante studio Whel (Women's
Healthy Eating and Living), condotto su oltre 3000
donne con pregressa neoplasia mammaria divise in
due gruppi, ha evidenziato che il gruppo che seguiva una alimentazione molto ricca di vegetali e
frutta ma che svolgeva anche regolare attività
fisica aveva una netta riduzione di mortalità
dopo 10 anni dalla diagnosi rispetto alle
donne che seguivano la dieta normalmente
raccomandata con 5 razioni tra frutta e verdura
e che non facevano attività fisica quotidiana .
Gli studi di Intervento Italiani iniziati già negli anni
80 all’Istituto dei Tumori di Milano dal Prof. Berrino
hanno evidenziato che il rischio di tumore della
mammella e di recidiva aumenta nelle donne in
sovrappeso o obese (livelli elevati di insulina), che
consumano una dieta ricca di grassi, bevono alcolici e hanno elevati livelli di estrogeni e testosterone.
Berrino ha condotto cinque importanti lavori atti a
valutare la correlazione tra il cambiamento ormonale e metabolico, che si può ottenere con il cambiamento delle abitudini di vita, e l’incidenza di ca.
13
mammario e recidive: gli Studi Diana (Dieta e
Androgeni). Il Diana 5, in atto dal 2008 e con termine nel 2015, prende in esame un ampio gruppo di
donne con pregresso tumore mammario ad alto
rischio di recidiva perchè portatrici di un quadro
metabolico/ormonale sfavorevole. Queste donne
sono accompagnate in un percorso di modificazione delle abitudini alimentari che prevede una dieta
mediterraneo/macrobiotica e regolare attivita fisica. Al termine dello studio ci si aspetta che l’intervento riduca i livelli di insulina e di ormoni sessuali, i determinanti della cattiva prognosi.
Dall’esperienza di questi grandi ricercatori è nato il
Progetto SETA (Seno e Terapia Alimentare), conl’obiettivo di offrire alle donne già trattate per
tumore alla mammella un percorso dedicato per
migliorare lo stile di vita: dieta sana ed equilibrata, regolare attività fisica e astensione dal fumo, al fine di ridurre il
rischio di recidiva. Il progetto è condiviso
con l’UO
14
di Oncologia che si occupa del reclutamento delle pazienti. Possono partecipare al progetto donne di tutte le età
con pregresso tumore mammario,
che abbiano terminato qualsiasi
trattamento terapeutico da un
periodo di tempo di almeno due
mesi e che aderiscano volontariamente allo studio. Al momento del
reclutamento vengono consegnati alle
pazienti tre questionari, relativi a benessere
psico-fisico, abitudini alimentari e attività fisica.
Dopo il reclutamento le pazienti sono inviate presso gli ambulatori della nostra UO di Nutrizione
Clinica, dove vengono sottoposte a una visita clinico-nutrizionale. Viene, inoltre, dato loro materiale
informativo sulle regole alimentari di base stilate
dal World Cancer Reasrch Fund, riferimento internazionale per la prevenzione primaria e secondaria
dei tumori. Le pazienti sono quindi inserite nel progetto che prevede una serie di incontri di gruppo
con le dietiste e la nutrizionionista. I gruppi sono
composti da un massimo di 10 donne. Ogni gruppo
si riunisce mensilmente per i primi sei mesi, in
seguito con frequenza bimestrale. Nei gruppi vengono svolte attività di educazione alimentare con
materiale cartaceo e multimediale, finalizzate ad un
cambiamento dei comportamenti alimentari e
dello stile di vita delle pazienti. Il percorso educazionale prevede inoltre la valutazioni dei comportamenti in itinere, la somministrazione di strumenti a supporto del cambiamento (di autocontrollo,
quali il diario alimentare), rielaborazione di ricette
alternative a quelle tradizionali (sulla base delle
indicazioni proposte) ed esperienze pratiche (ad
esempio: panificazione), per rendere piacevole e
partecipato il cambiamento. Sono previsti, inoltre,
incontri con il medico dello sport per pianificare
una corretta attività fisica e altri due incontri con
l’oncologo e con il medico nutrizionista. All’inizio del percorso
viene chiesto alle pazienti di sottoporsi a un prelievo di sangue per la rilevazione di importanti parametri ematochimici. Alcune analisi sono svolte
dall’Università Cattolica del Sacro Cuore
di Piacenza. Il prelievo è ripetuto a distanza di un anno dal reclutamento. L’obiettivo è
di verificare se, con il cambiamento nello stile
di vita, vengono modificati alcuni parametri
metabolico-nutrizionali migliorando l’assetto
ormonale delle pazienti. Viene inoltre rilevato l’andamento di particolari sostanze ad azione protettiva, quali antiossidanti, vitamine e pigmenti, valutando se la loro concentrazione nel sangue può
essere messa in relazione con la dieta.
Questo progetto è partito con una solida base scientifica di evidenze, ma anche con l’entusiasmo di noi
operatori, convinti della necessità di accompagnare
le donne che hanno avuto un tumore al seno verso
uno stile di vita sano che le aiuti a superare questo
difficile momento.
L’idea del progetto è nata dalla collaborazione tra la
nostra Unità Operativa di Nutrizione Clinica (Dr.ssa
M. Negrati responsabile, Dott.ssa A. PazzoniDietista, A.Prazzoli -Infermiera) e l’UO di Oncologia
(Dr L. Cavanna Direttore; Dr.ssa Biasini, Dr.
Ambroggi, Dott.ssa Di Nunzio-psicologa); collaborano al progetto l’Università Cattolica del Sacro
Cuore di Piacenza (Dr.ssa Claudia Razza-Biologa
Nutrizionista), il Laboratorio Analisi (Dr.
Confalonieri, Sig.ra Lucia Bologna), il Dr.
Chiaranda,medico dello sport e la Dr.ssa C Perri
del Servizio Dietetico Ospedaliero.
La Nuova Armonia
Alla ricerca
dell’ infermiera
perduta...
o forse
mai smarrita!
Q
uando, vent’anni fa, intrapresi la professione infermieristica le mie certezze
erano (a parte i pazienti ovviamente),
una siringa, qualche garza,
fonendoscopio e sfigmomanometro e una consegna su
Lucia Berti
cui scrivere le attività di un
Infermiera
turno di lavoro.
Case Manager
Nel 2012 le garze sono betaUnità
dinate, grasse, alginate, etc,
di Chirurgia
il termometro è auricolare,
Senologica
la terapia la distribuisce una
AUSL Piacenza
macchina di nome MARIO
(oddio come mio marito …),
il computer coordina l’organizzazione del lavoro, si disboscano ettari di
foresta per stampare carta che in teoria non
dovrebbe più esistere e alla fine del turno di
lavoro speri di ricordarti almeno i visi ( non
certo i nomi) dei pazienti a cui hai faticosamente prestato assistenza.
Mi chiedo se lo smarrimento sia solo dovuto
all’età avanzata o alla terribile consapevolezza
che essere infermiera nel XXI secolo richieda
talvolta requisiti “bionici” cui non sono né psicologicamente né fisicamente preparata.
D’altra parte, rispetto alle mie colleghe in trincea (eroine in reparto ogni giorno, festivi compresi!), mi ritengo fortunata perché nel mio
lavoro quotidiano posso permettermi, al contrario loro, di essere un’infermiera più “umana”
che “bionica”. Accompagnare e sostenere le
donne verso la guarigione da una malattia così
terribile – e tuttavia anche assai ben curabile –
come il tumore al seno, mette tutti a dura prova,
ma rappresenta anche una meravigliosa opportunità per crescere, migliorare e condividere.
Forse... nel mezzo del cammin di nostra vita...
la diritta via (spero) non è ancora smarrita...
15
Il potere di una parola
e di qualche
lettera dell’alfabeto
S
tavo scivolando in quella certa fase che precede
il sonno, tanto piacevole quanto densa di pensieri liquidi e buone intenzioni; ricordai confusamente che di lì a poco sarebbero scaduti i termini
per la consegna del mio articolo per “Armonia”.
“Devo scrivere un pezzo sulla morte”, conclusi nel
dormiveglia e di colpo il sonno se ne andò. Con tristezza pensai che, mio malgrado, ero caduta un’altra
volta in trappola . Ovviamente non mi era stato chiesto di scrivere un pezzo sulla
morte, ma una cartella e mezza
di riflessioni che descrivessero la
Clelia
mia esperienza diretta con il
Mazzanti
cancro; c’era una bella differenza…! Il mio subconscio tuttavia forse complice il sonno- aveva
sovrapposto le parole malattia e morte, rendendole
assimilabili nel significato.
Aprii gli occhi e accesi la luce; le immagini che tante
volte erano transitate nella mia mente e che io avevo
cercato di chiudere per sempre in un cassetto (ma
senza riuscire, evidentemente, a gettarne la chiave)
si erano nuovamente materializzate davanti a me:
l’espressione niente affatto conciliante e forzatamente fredda del medico che mi aveva diagnosticato il cancro; lo sguardo imbarazzato dei miei amici;
gli occhi atterriti di mia madre. Quella parola sostantivo maschile singolare, tumore malignofaceva paura a tutti; era essa stessa foriera di sventura, non doveva nemmeno essere pronunciata.
Credo che nulla al mondo rimandi a pensieri lugubri
come la parola cancro. Solo la parola lager, probabilmente, ha un potere evocativo così forte e atroce al
tempo stesso. D’altra parte non è forse vero che, fino
a qualche anno fa, nelle cartelle cliniche, accanto al
nome dei malati di cancro, i medici usavano scrivere una “K”? Esattamente la stessa lettera che si poteva leggere, sulle liste rinvenute nei campi di sterminio, accanto al nome dei prigionieri ebrei…
Coincidenze terribili e casuali, ma illuminanti, per-
17
ché è evidente che la morte, in entrambi i casi, era
considerata l’inevitabile fine.
Io non sono più giovanissima e dunque sono cresciuta in un’epoca in cui si ragionava ancora così:
era difficile leggere sulle pagine di un giornale la
parola cancro; si preferiva usare un eufemismo: il
tale è morto dopo “lunga e penosa malattia”, il tal
altro è passato a miglior vita a causa di un “male
incurabile”... Le persone abbassavano il tono di voce
quando la pronunciavano, forse più per scaramanzia che per umana pietà.
Quelle sei lettere dell’alfabeto, oggetti messi in un
preciso ordine, avevano colpito duro anche me; un
pugno allo stomaco che mi aveva mandato dritto
dritto al tappeto; ma poi cominciai a conviverci con
quelle sei lettere e a pensare che potevano essere le
iniziali di parole bellissime…: “C” di casa, “A” di
amore, “N” di nutella, “C” di campagna, “R” di risate,
“O” di opportunità…
Ero dunque stata arruolata, mio malgrado, in un
esercito che combatteva una guerra lunga e dagli
esiti incerti? Ebbene, avrei venduto cara la pelle e
non mi sarei fatta soverchiare dal potere di una
parola.
Cominciai a ripeterla a voce alta: sapevo che se avessi vinto quella prima battaglia, avrei avuto una possibilità in più di tornare dal fronte sana e salva.
Inizialmente scoppiavo in lacrime ogni volta che ne
sentivo il suono, ma continuai a pronunciarla, come
un mantra. “Se temo una semplice parola” -mi dicevo- “come farò ad affrontare tutto il resto?”
Sono passati parecchi anni da quei primi momenti
di terrore e di speranza. Ho lottato e sono caduta, mi
sono rialzata grazie all’aiuto di tante persone straordinarie e di un po’ di fortuna; eppure, quel primo
atto di ribellione contro un nemico che, giustamente, oggi fa meno paura, io lo considero il primo passo
verso la guarigione.
18
A cosa serve la musica?
L
a musica è ovunque: nei supermercati, nelle
stazioni ferroviarie, alla radio e in televisione
prima e durante ogni programma anche non
musicale, nelle chiese, nelle piazze. L’uomo ha creato una sigla ad ogni manifestazione della sua vita.
Le antiche cerimonie religione di tutto il mondo, sia
che si tratti di popoli arcaici di qualche sperduto
angolo del mondo o di una sontuosa cattedrale cristiana, sono segnate da particolari rituali corali che
hanno nel canto il loro momento di massima spiritualità.
Anche ad ogni manifestazione civile in
tutte le nazioni del mondo viene suonato l’inno
dello stato, tanto è che ci si indigna se esso non
viene eseguito (ricordate le polemiche sull’inno di
Mameli suonato all’inizio o alla fine di ogni inaugurazione dell’anno musicale alla Scala di Milano?).
E ad ogni sabato sera milioni di
persone accorrono nelle discoteche a divertirsi e a passare il
tempo ascoltando i loro idoli
musicali e ballando. E che dire
delle bande di cornamuse che
precedevano i battaglioni di soldati nelle guerre della vecchia
Inghilterra?
Insomma, perché la musica è
Francesco
presente in ogni momento delMontagni
l’esistenza, dalla nascita fino
all’ultimo giorno?
Chirurgo
A cosa serve la musica? Se facesSenologo
simo questa domanda a un
grande musicista, il più grande
che esista, ammesso che ce ne
sia uno, certamente non saprebbe rispondere. Sulla
musica è stato scritto tanto, molto di più della
somma di quanto è stato scritto su tutte le altre arti
messe insieme, ma nessuno ha trovato ancora una
risposta soddisfacente. In sostanza il suono come
fenomeno fisico e la musica che ne è l’aspetto estetico e psicologico non sono altro che onde sonore
che si propagano nell’aria e colpiscono ciò che le
circonda, uomo compreso. Quando queste onde
raggiungono il nostro orecchio abbiamo la sensazione uditiva, e da qui poi arrivano in
particolari aree del cervello dove si
hanno delle modificazioni elettriche che si manifestano con modificazioni dell’umore e degli affetti,
della attività del cuore, della respirazione, dei
muscoli dello scheletro (chi non si è mai messo
involontariamente a battere il tempo col piede o a
ballare ascoltando una certa musica?)
La musica può ispirare gioia ma anche tristezza,
rabbia e violenza (si pensi ai cori degli Hooligans
allo stadio); essa altera il ritmo cardiaco e respiratorio e concilia il sonno (ad esempio come fa una
ninna-nanna per i neonati). Può attenuare i sintomi
del morbo di Parkinson e ridurre gli attacchi epilettici e il dolore.
Verrebbe da pensare dunque che la musica è una
necessità per l’uomo e forse anche per gli animali (il
mio gatto mi ascolta quando suono il pianoforte,
mi imita passeggiando con le zampe sui tasti,
soprattutto di notte, ma è un pessimo pianista!).
A questo punto verrebbe da pensare: se la musica è
cosi utile per la gente tanto da essere anche fonte di
cure (la musicoterapia) ogni paese dovrebbe preoccuparsi di istruire le nuove generazioni nello studio
e nella pratica musicale. Purtroppo nella nostra
decadente società dei consumi, la musica è stata
relegata dalla scuola dell’obbligo a pratica hobbistica o fuoriorario, al massimo conosciuta da pochi
volonterosi ed emarginati chiamati musicisti. Agli
altri la semplice soddisfazione di “mettere su un
disco” e ascoltare passivamente la musica di altri,
bravi ma comunque altri.
Non escluderei che il tracollo ormai vicino della
nostra politica sia proprio conseguente alla misconoscenza della musica. Se facessimo un censimento tra i politici che siedono sui seggi parlamentari a
Roma, nelle sedi regionali e provinciali (sono qualche migliaio) credo di non sbagliare se dico che il
tasso di coloro che praticano attivamente la musica
sia inversamente proporzionale ai loro stipendi.
Compensi d’oro e conoscenze musicali ampiamente arrugginite. Percentuale di suonatori di gran
lunga inferiore alla media di suonatori presenti
tra i normali cittadini che lavorano.
Una originalissima ricerca ha dimostrato che
un gruppo di
topi
La Nuova Armonia
dopo avere ascoltato Mozart (per l’esattezza la
famosa sonata per due pianoforti n. 448) riuscivano
ad uscire dal labirinto più rapidamente degli altri. E
dopo questo ascolto anche gli esseri umani avevano
punteggi più alti nei test di abilità rispetto a chi non
aveva ascoltato Mozart. Più recentemente è stato
pubblicato uno studio internazionale molto bello e
importante il cui titolo è già la dimostrazione del
valore della musica sulla mente umana: CHI CAPISCE LA MUSICA E’ UN PO’ PSICOLOGO. Ovvero la
musica facilita la comprensione degli stati d’animo
del nostro prossimo; chi ha conoscenze musicali,
l’ha studiata e la pratica regolarmente, sempre
secondo questo studio, ha una maggiore sensibilità,
tale da rendere più facile conoscere i sentimenti più
profondi di chi gli sta di fronte. Chi si occupa di
comunicazione sa che non solo con le parole, ma
anche con i gesti, l’espressione del viso, i movimenti, si esprimono dei concetti che le parole da sole
non riescono ad esprimere completamente; questo
rende a volte difficile comprendere il nostro interlocutore. La pratica musicale in definitiva è indirettamente una facilitazione alla comunicazione tra
esseri umani.
Coloro i quali per motivi lavorativi sono a contatto
con la gente e hanno verso di loro un particolare
impegno professionale e di responsabilità, come i
medici, gli avvocati, i politici e i ministri del culto
tanto per fare qualche esempio, dovrebbero avere
nel loro bagaglio culturale una buona formazione
musicale. La sensibilità acquisita con lo studio della
musica, che si matura in anni e anni di applicazione
e di esercizio tutt’altro che facili, permetterebbe a
questi professionisti una maggiore consapevolezza
dei reali sentimenti altrui e quindi di avere a disposizione una grossa risorsa umana e professionale. In
particolare chi si occupa di senologia ha a che fare
con donne – e sono sempre più numerose – colpite
da una malattia che mina alle base la propria
immagine di femminilità. Non raramente una
donna colpita da tumore della mammella nasconde
19
al momento della visita questo aspetto, sopraffatto
temporaneamente dalla paura del cancro e della
morte. Ma quando la malattia evolve favorevolmente verso la guarigione (come oggi avviene sempre
più spesso), passata la paura della morte emerge il
senso di castrazione che condiziona la sua vita futura di donna, madre e moglie.
E’ compito del senologo e della sue capacità comunicative e di empatia far emergere in tempo e sin
dall’inizio questa situazione di disagio esistenziale,
a volte drammatico e mal celato, che può trovare
valide soluzioni grazie alle risorse che i servizi di
Senologia hanno realizzato.
Detto questo si comprende che non è così peregrina
l’idea di una società che per un futuro migliore
insegni la musica alle nuove generazioni, che sono
il futuro della nazione. Certamente migliorerebbero
i rapporti umani grazie a una migliore attenzione
alle sofferenze altrui; si eviterebbero scelte sbagliate
nate dalle incomprensioni, soprattutto quando a
farne le spese sono gli altri e, in particolare, quando
gli altri si chiamano malati.
20
Soffiata di breva:
Le rose di Laura
H
o ricevuto da
una mia
paziente, Laura, un
regalo molto particolare: due piantine di rose.
Non due rose comuni, ma
due rose inglesi, nobili già solo
dai nomi: William and Cathrine,
una (in onore della coppia reale,
simbolo dell’amore romantico e sereno, almeno per
ora), Lady Emma Hamilton, l’altra (in ricordo di una
donna affascinante che ha riscattato le sue umili origini, con la potenza della bellezza, ben utilizzata, del
suo corpo; simbolo dell’amore eccitante e sensuale).
Hanno volato chiuse in un apposito sacchetto, a sua
volta chiuso nella stiva di un aereo.
Spero che non abbiano sofferto di claustrofobia. Le
ho tenute per un po’a bagno nell’acqua per reidratarle, come si fa
con certi pazienti. Poi le ho pianGiorgio
tate con gesto antico e solenne, e
Maria
con una giusta dose di concime,
Baratelli
dopo avere accuratamente indiDirettore Unità
viduato un posto adatto a loro
di Senologia
nel giardino. Sono in posizione
Ospedale
privilegiata, con vista sul lago;
Moriggia-Pelascini
già questo è sufficiente a ripadi Gravedona
garle del disagio del viaggio e del
cambio di clima, il resto lo farà poi il sole italiano.
“E ricoprir di terra una piantina verde, sperando
possa nascere un giorno una rosa rossa”, cantava
Battisti in Emozioni. Ma, mentre le piantavo, non
pensavo a Battisti, il mito canoro della mia gioventù,
né alla sua rosa rossa.
A dire il vero, non so se il colore delle rose inglesi sarà
rosso (ne dubito perché è troppo passionale per
delle rose blasonate, che ancora conservano altezzose la loro etichetta) o se piuttosto assomiglieranno al
ghiaccio grigioazzurro degli occhi di Laura. Io ci
spero.
Mi fa sorridere ricordare che Laura, quando me le ha
portate, il venerdì santo, si fosse preoccupata di
sapere se ero in grado di compiere l’operazione di
piantarle (così l’aveva definita, con gergo prettamente chirurgico); certo non conosceva che, in
ossequio all’etimologia del mio nome, ho un profondo rapporto d’amore con la terra, le piante, i fiori.
Mentre le piantavo, pensavo a Laura, ai suoi occhi
profondi e taglienti, di un colore intenso ed energico, alla sua sofferenza, al suo insistente “perché proprio a me”, che le ha martellato in testa per mesi, e
alle mammelle di Sant’Agata.
La spiegazione è semplice.
La leggenda narra che le mammelle della giovane
siciliana, dopo che le furono strappate con violenza
brutale dai carnefici (per questo immenso supplizio
è divenuta la patrona delle donne operate di tumore
La Nuova Armonia
della mammella), furono sotterrate e che in quel
posto sia poi sbocciata una bellissima e profumatissima rosa, probabilmente rossa, il colore del martirio. L’altra versione della leggenda, che non contraddice la prima, ma conferisce a tutta la storia un
importante elemento di speranza, narra che le
mammelle le furono riattaccate miracolosamente
da San Pietro stesso, mentre giaceva in carcere.
Le similitudini tra la leggenda di Sant’Agata e la storia di Laura e delle sue rose sono evidenti anche ai
non chirurghi e ai non
esperti in agiografia.
So che, quando il
miracolo della
primavera ogni
anno farà fiorire
le rose inglesi
nel mio giardino, questo accadrà per ricordare
a tutti che la vita
rifiorisce, spesso
21
più bella di prima, anche dopo il buio della malattia.
E Laura rifiorirà sorridente nelle sue rose, scaldata
dal sole, e non solo, e rinfrescata dalla breva sottile.
Il Vecchio Pino, che la sa lunga perché ne ha sentite
e viste tante, si è già commosso in silenzio.
Nota
A Laura, giovane donna del nostro tempo, ho dovuto tagliare una mammella, perché ammalata di
tumore, e ora Laura sta aspettando che il chirurgo
plastico, dopo il lungo e freddo periodo della chemioterapia, come San Pietro, gliela faccia ricrescere.
Non sarà bella come l’originale, ma sarà comunque
un segno di speranza, per lei e per
tutte le donne.
Il viaggio delle rose inglesi
richiama alla mente il viaggio
faticoso e doloroso di ogni
paziente, il buio della malattia ricorda il buio della stiva
dell’aereo.
22
Galleria Fotografica
delle nostre Attività
La raccolta fondi
di oltre 8.000 euro
grazie ad “Artesfera”
Armonia ed Europadonna
a Penelope
per la difesa dei diritti
delle donne operate
Il ventennale di Armonia
festeggiato con il concerto
di “Banda Larga”
La Nuova Armonia
Galleria Fotografica
23
delle nostre Attività
La donazione
di Marina Fiordaliso
in occasione del
Gran Galà di Legnano
La cena di beneficenza
in onore di Lucia Bongiorni,
ex sindaco di Agazzano,
presso l’agriturismo
“il bel respiro”
La camminata
di Podenzano
Armonia
si è classificata
fra i gruppi
più numerosi
Allieve
al corso di
Danzaterapia
24
Recensione Libro
L’amore
è un’Ombra.
Perchè tutte le
mamme possono
essere terribili
Lella Ravasi Bellocchio
Mondadori, 2012, pp.159
Prima che tu riconosca la gentilezza come la parte più profonda di te/devi conoscere
il dolore come l'altra parte più profonda./Devi svegliarti con questo dolore./Devi parlargli sino a che la tua voce/intessa tutti i fili delle voci dolorose/e tu ne conosca la
misura dell'abito./Allora incontrerai la gentilezza che restituisce a tutto il suo senso,/
la gentilezza che allaccia le tue scarpe/ e ti spinge durante il giorno a scrivere lettere/ e
comprare il pane,/la gentilezza che solleva questa testa/dalla moltitudine del mondo
per dirti:/ "Sei tu che avevo sempre cercato",/ e poi ti accompagna ovunque/come
un'ombra o un amico. (Naomi Shihab Nye)
I
Paola
Pedrazzini
Direttrice
artistica
eventi
culturali
n punta di piedi, con la
partecipazione empatica di chi non studia dall'esterno il dolore, ma ci fa i
conti, di chi non si erge a
giudice, ma si mette in
gioco in prima persona con
la propria umanità, consapevole di "non poter entrare in contatto con il fuoco
senza portarne traccia",
Lella Ravasi Bellocchio analista junghiana, autrice
di importanti testi sul femminile - indaga, nel suo ultimo libro, i luoghi oscuri del
materno, forse i luoghi psi-
chici e dell'anima più difficili da attraversare.
Per accompagnarci in questo viaggio, Ravasi si affida non solo all'esperienza terapeutica e alle storie
cliniche di "madri terribili", ma alle grandi figure
mitiche e tragiche (come quella di Medea), alla letteratura psicanalitica (soprattutto femminile, da
Sabina Spielrein a Louise Kaplan) e all'intuizione
poetica, ritenendo - a buon diritto - che spesso solo
il linguaggio della poesia sia in grado di andare
oltre e di cogliere profondamente le "ragioni" dell'inconscio.
Proprio nel suo originale approccio letterario sta
forse la maggior ricchezza e bellezza de «L'amore è
un'Ombra. Perché tutte le mamme possono essere
terribili» (Mondadori), il cui titolo già racchiude
l'ambivalenza del binomio creazione/distruzione,
un mistero che riporta alla archetipica potenza
La Nuova Armonia
generatrice e distruttrice delle Grandi Madri e che
evoca paure e pulsioni nascoste nell'inconscio di
ciascuno.
«La potenza dell'Ombra, della negatività, ci attraversa sempre. Non può essere rifiutata. Ne va della
nostra esistenza. L'Ombra è il fratello "male",
gemello del "bene", se neghiamo la presenza degli
opposti in noi e la cancelliamo in un tripudio di
bontà e di cosiddetti "buoni sentimenti", ci esponiamo al riemergere del rimosso, di quanto di
"negativo" è stato cacciato nel fondo del pozzo, e ne
paghiamo le conseguenze, drammatiche».
«...non esercitare la rimozione significa riconoscere
anche quanto di questa terribilità, inespressa,
inconscia, abiti tutte le madri, abiti tutte noi come
"Ombra", lontana, allungata dietro di noi, quando
comincia a fare buio».
Seguendo il filo rosso delle storie drammaticamente reali di madri assassine (le dolorose e terribili
parabole infanticide di Gemma, Teresa, Caterina,
Rosa, Wanda, Liliana, Dolores, Evelina...), Ravasi
esplora dinamiche universali (narcisismo, onnipo-
25
tenza, depressione, aggressività e repressione...) che
in declinazioni meno estreme sono alla base di storie di quotidiana "normalità" (madri dominanti e
oppressive oppure dipendenti e ossessive, madri
che proiettano desideri e paure sui figli o madri
chiuse nelle proprie angosce) e soprattutto indaga
l'esperienza umana e ineludibile del dolore.
«Non sono storie di fantasia, sono vere le madri
disperate che animano il libro, ma la fantasia ne fa
apparire altre, la maggior parte, in cui il fantasma
della perdita, dell'abbandono, rapina la vita. E' questo il corteo che approda nelle nostre stanze analitiche; con il quale è "una gran pena trattare", fino a
quando il romanzo familiare si dipana e si può uscire dall'Ombra. In parte. Almeno per quella parte
che consente di riprendere a vivere, ad amare qualcuno, ad abbracciare i figli, a godere delle piccole
cose, di un tramonto, di una musica, trasformati
dall'esperienza del dolore, non più disposti all'inganno dei falsi incontri, non più nel giro a vuoto,
che porta a sentire la vita come una "stucchevole
estranea", come dice un verso di Kavafis».
26
Attività
“Cronicità in movimento”
I
l progetto Cronicità in
Movimento rappresenta un’attività, promossa delle rete di
Associazioni in area Salute del territorio piacentino, per favorire il
mantenimento della buona salute fisica attraverso il
movimento, con attività pensate per stimolare e valorizzare l’equilibrio tra mente e corpo. Con questo fine
sono studiati e proposti ai soci delle associazioni e
alla cittadinanza i corsi di:
Daniele
Conti
• MOVIMENTO ARMONICO
DANZA TERAPIA,
• YOGA, SHIATSU, PILATES,
• ALLENAMENTO DELLA MEMORIA
Appositamente pensati e studiati per promuovere il
movimento dolce, con particolare attenzione alle
condizioni di ciascun partecipante, questi corsi
offrono a chi partecipa anche un’occasione di
socializzazione e coinvolgimento personale in un
ambiente “caldo” e accogliente come quello della
palestra di Via Pallastrelli. Un spazio gestito con un
servizio professionale, con un’accoglienza famigliare, dove è possibile “allenare” mente e corpo, gestito
grazie ai volontari.
Questo ambiente è considerato un “laboratorio di
idee e attività” dalle associazioni di pazienti coinvolte, impegnate a far crescere le opportunità di servizio alla comunità. Un luogo pubblico, lo dobbiamo considerare, dove la sinergia e collaborazione di
esperti del sociale e del sanitario si sposano per
accompagnare e arricchire opportunità per i
pazienti/persone. I promotori sono ARMONIA
(donne operate al seno), ALICE (recupero post
ICTUS), AMRER (Malati Reumatici), AISLA (lotta
contro SLA), grazie alla collaborazione e sostegno
dello SVEP (Centro Servizi del Volontariato di
Piacenza), Comune di Piacenza e Ausl di Piacenza.
Per informazioni generali
Cell. 328 2335502 - [email protected]
Per informazioni limitatamente
ai corsi di Danzaterapia
ed Allenamento della Memoria
Cell. 338 8674267
La Nuova Armonia
27
Attività
L
a Susan G. Komen Italia è un’organizzazione
senza scopo di lucro basata sul volontariato,
che opera, in Italia dal 2000 e in America da
più di 30 anni, nella lotta ai tumori del seno.
Tra gli obiettivi strategici di questa Associazione c'è
anche quello di generare risorse economiche per aiutare altre Associazioni attive nello stesso campo ad
operare con più efficacia.
Per beneficiare di questa possibilità Armonia, l'anno scorso, ha presentato un progetto chiamato:
"Danzaterapia, il gruppo che aiuta", progetto che è
stato accolto e finanziato.
Grazie quindi al contributo economnico di Komen,
Armonia ha potuto offrire gratuitamente, a partire
dal 1 settembre 2012 e fino alla fine di maggio 2013,
a tutte le sue Associate le lezioni
di danzaterapia.
La danzaterapia è un'attività
Gabriella
adatta a persone di tutte le età e
Bertinotti
condizione fisica che vogliono
svolgere un'attività motoria gentile e non stereotipata, con una
forte componente artistico-creativa; è da considerarsi una delle attività ideali per le donne operate al
seno, infatti il corso è dedicato a loro, ma possono
frequentare, e sono le benvenute, anche persone
provenienti da altri percorsi di vita o con differenti
esigenze, purché desiderose di esprimersi attraverso la danza.
Forti del successo del Corso di DT – la testimonianza di Manuela, che trovate nella pagina successiva,
ne è la prova - e desiderose di offrire altre opportunità di supporto alle nostre Associate, abbiamo proposto, in collaborazione con la Facoltà di psicologia
di Pavia, un altro interessante Corso che abbiamo
chiamato "Allenamento della memoria" che si svolge ogni giovedì sempre nei locali di via Pallastrelli.
Grazie
al contributo
della KOMEN
il corso
è gratuito!!
28
Attività
Danzaterapia
Q
uando tutto iniziò nel 2011 della danzaterapia sapevo poco o quasi nulla, anche se una
certa mia curiosità per la disciplina c’era
sempre stata, ma a Piacenza era pressochè impossibile trovare un centro dove fosse possibile praticarla. Quand’ ecco che grazie ad “Armonia” non fu più
un problema. Mi ricordo ancora l’emozione della
prima lezione e la conoscenza dell’insegnante, la
bravissima Valentiva Vano. Tuttavia sarei ipocrita se
non confessassi, di aver provato un pò di perplessità all’approccio, come penso che capiti spesso
quando ci si misura con delle nuove esperienze. Ma
non ho voluto demordere, perchè comprendevo
che ogni nuovo incontro mi donava una diversa
consapevolezza del mio corpo, della mia mente, e
continua sempre, anche ora,
dopo tante lezioni. Il danzare,
così liberamente, lasciando che
Manuela
siano le proprie emozioni a guiGhisoni
darci nel movimento, sviluppa
in tal modo quelle risorse che
ciascun individuo dispone, ma
che, per le più disparate motivazioni, si tende a
relegare dentro di sè. Ed è entusiasmante scoprire
di essere in grado di farlo, portando così equilibrio
non solo nella propria esistenza, ma anche in quelle delle persone che ci stanno accanto. E soprattutto per le donne che come me hanno dovuto rapportarsi con il tumore al seno, e con tutto quello che
comporta, la danzaterapia è quindi un validissimo
aiuto, sia fisico che psicologico.
Ogni lunedì
pomeriggio
palestra di
Via Buozzi - Piacenza
Per informazioni:
338 8674267
CORSO GRATUITO
per le donne
operate al seno
La Nuova Armonia
29
Attività
Corri con
Armonia...
alla Placentia
Marathon
A
miche e amici carissimi, siamo ormai prossimi alla quarta edizione della nostra gioiosa
camminata “Corri con Armonia”, l’allegra
manifestazione podistica di donne, vivacità e colori
inserita nel programma della
“Placentia Marathon”. Dunque
forza, tutti in pista insieme!
Domenica 3 marzo 2013 noi
saremo pronte con gli inconfondibili cappellini rosa (ma a
disposizione ci sono anche bandane, magliette, foulard, felpe,
zainetti…), ancora una volta
unitamente in gruppo per divulgare il nostro messaggio e testimoniare con grinta e ottimismo
la nostra voglia di vivere e la
Concetta
nostra determinazione di vivere
bene. E poi, ormai lo sanno tutti,
Ciliendo
un po’ di movimento fa bene alla
salute fisica e allo spirito.
Per me, quest’anno sarà il quarto di fila. Ricordo
ancora la reazione di stupore che assalì tutte quante noi di “Armonia” quando Giorgio ci propose di
entrare a far parte di questo gigantesco e possente
carrozzone sportivo che è la Maratona Piacentina.
Gli organizzatori, coralmente, accolsero con gioia
ed entusiasmo il nostro progetto, dimostrando la
sensibilità e la generosità di chi è abituato a sostenere chi ha sofferto e chi è stato più sfortunato. E
qui viene istintivo ringraziarli tutti, quegli organizzatori: a cominciare dall’avvocato Gianni
Cuminetti, per passare subito dopo all’accoppiata
Alessandro Confalonieri- Pietro Perotti e chiedendo
venia agli altri, noti e meno noti, che non citiamo
solo perché qui sarebbe impossibile enumerarli
tutti. È così che ha preso inizio l’avventura podistica di Armonia e delle sue donne (ma ci sono sempre
tanti accompagnatori maschi, al loro fianco!) che ci
ha consentito di crescere e di far espandere le sue
benefiche radici per arrivare al cuore di tutte le piacentine, sensibilizzarle e incoraggiarle, rendendo
omaggio con affetto alla missione che per prima si
era posta anche Claudia, la fondatrice di Armonia,
cui si deve l’originario impulso a sollecitare le
donne a conoscersi, a controllarsi regolarmente il
seno attraverso l’adesione ai programmi di screening, a non aver paura quando la malattia si presenta, a guardare avanti con serenità e fiducia,
senza mai cedere il passo alla disperazione o allo
sconforto. Migliaia di piacentine sono lì a dimostrare che oggi è più facile farcela: e molte di loro si
ritroveranno insieme proprio per la camminata
dentro la kermesse alimentata dalla Placentia
Marathon.
Gli obiettivi della nostra Associazione sono ormai
conosciuti a tutto il pubblico femminile. Ma per
raggiungerli pienamente – e consolidarli fra le
donne come uno stile di vita naturale – abbiamo
bisogno di un coinvolgimento collettivo e massiccio. E “corri con Armonia” è, in questa prospettiva,
un’occasione importante, anzi unica. Dunque
diciamo a ogni donna di “trascinare” con sé il maggior numero di amici, parenti e conoscenti, di motivarli per la causa comune e di prendere parte con
entusiasmo alla nostra passeggiata colorata di rosa
fra le vie della città. La posta in palio è davvero fondamentale. E con il piccolo contributo di ciascuno
si può ottenere un grande risultato per tutti.
La Nuova Armonia
31
Attività
Giornata Mondiale
del volontariato
I
n occasione della giornata mondiale del volontariato il Centro di Servizio per il Volontariato
S.V.E.P. ha promosso alcuni incontri di sensibilizzazione al volontariato nelle scuole superiori di
Piacenza e Provincia. Tali incontri si sono svolti il 1°
dicembre 2012, sono stati realizzati in contemporanea in più istituti di scuole medie superiori e sono
stati condotti da volontari di associazioni piacentine, tra cui anche Armonia. L’ obiettivo della giornata è stato quello di sensibilizzare i giovani al volontariato, stiMaria Rosa
molando in loro una riflessione
Ponginebbi
attiva e
promuovendo la
par tecipazione
all’esercizio
del
senso civico. Per
Armonia è stata inoltre la prima esperienza
per farsi conoscere come
associazione rivolta alla
prevenzione del tumore al
seno, nelle scuole.
L’esperienza è stata molto positiva e i ragazzi si sono dimostrati interessati intervenendo con domande mirate per cercare di conoscere meglio l’associazione e le sue finalità.
32
Associazione
arteSfera
Associazione
culturale d’arte
S
i sentiva la mancanza di una presenza tutta al
femminile per vivacizzare il panorama culturale piacentino, e in effetti in questi anni abbiamo
organizzato diversi eventi, mostre, incontri culturali.
Ho condiviso questa passione con un gruppo iniziale composto da ex compagne della scuola d’Arte
“Istituto Gazzola”, pittrici, scultrici, e fotografe, in seguito il
gruppo si è allargato e ha aperto
Franca
le iscrizioni agli artisti di
Puppo
entrambi i sessi con particolare
riguardo ai giovani e a tutti coloPresidente
ro che condividono la passione
Associazione
di promuovere e movimentare la
Culturale
ricerca di nuove tecniche e linarteSfera
guaggi visivi, al fine di poterla
mostrare al pubblico. Ma che
cos’è “arteSfera”?
L’Associazione arteSfera è impegnata da alcuni anni
nel volontariato con fini culturali, di aiuto e di sostegno alle donne, ai giovani e a tutti coloro che desiderano intraprendere una carriera artistica.
Dal 2004 le socie di arteSfera hanno promosso-organizzato diverse mostre ed eventi d’arte in importanti sedi cittadine come a Palazzo Gotico, Palazzo
Farnese a Piacenza e anche all’estero, in particolare
all’Ambasciata Italiana di Strasburgo.
Anche per il 2012 in continuità con gli anni passati
abbiamo progettato importanti eventi. In maggio
abbiamo organizzato un’importante asta di opere
d’arte, in collaborazione con l’Associazione
Armonia e con la Casa d’Aste Iori, in tanti hanno
voluto partecipare a questa iniziativa, principalmente artisti pittori, scultori e fotografi ma anche un
gruppo di antiquari, galleristi d’arte e privati che
hanno permesso di raggiungere il numero consi-
La Nuova Armonia
33
Opera di Franca Puppo
stente di 80 opere all’asta, tutte acquistate con entusiasmo e generosità dal pubblico presente in sala. Il
ricavato dell’asta è stato devoluto al reparto di senologia, diretto dal Professor Giorgio Macellari e sarà
destinato al miglioramento continuo dell’assistenza
e della ricerca clinica a favore delle numerose donne
colpite dal tumore al seno.
Nel mese di novembre arteSfera ha organizzato una
mostra a Palazzo Farnese di Piacenza dedicata agli
autoritratti con il titolo “Artisti allo specchio”. Alla
mostra “Artisti allo specchio” hanno collaborato
molte gallerie di Piacenza e della Provincia e proprio
quest’ultime hanno selezionato gli artisti per un
totale di 65 partecipanti. L’obiettivo che ci siamo
proposti con “Artisti allo specchio” è stato quello di
far conoscere anche i tratti fisiognomici degli artisti
che di solito sono più noti per le loro opere piuttosto che per i loro volti.
Dicembre è il mese che vede già da diversi anni un
evento organizzato dalla nostra associazione dedicato ai commercianti del centro storico in collaborazione con gli artisti soci di arteSfera. Questa iniziativa ha coinvolto artisti della città e della provincia di
Piacenza, ma anche alcuni ristoranti, bar e negozianti del centro storico e della periferia. L’evento
“Piazza Cavalli e dintorni” ha visto la partecipazione
di 20 artisti e altrettanti negozianti. Gli esercenti,
coinvolti in questa iniziativa, hanno ospitato nei
loro locali le opere conferite dagli artisti. Le vetrine
illuminate, con gli addobbi natalizi, hanno fatto da
cornice a quadri e sculture e hanno attratto l’attenzione dei passanti.
L’idea di arteSfera è stata quella di valorizzare le
vetrine nelle vie del centro e invogliare le persone ad
entrare nei negozi per incrementare il commercio.
Durante il periodo dell’esposizione si sono organizzate quattro camminate tra le vie del centro in visita
a questa particolare mostra, siamo stati accompagnati da alcuni artisti che ci hanno illustrato le opere
esposte e dall’associazione “Nuovi viaggiatori” con
l’architetto Manrico Bissi, guida storica di questa
associazione, che ci ha descritto alcuni monumenti
della città.
Per l’anno 2013 abbiamo previsto diverse iniziative,
a febbraio “Io Gatto” una mostra dedicata a tutti i
nostri amici gatti, poi, in primavera un evento artistico-eno-gastronomico in collaborazione con alcuni ristoranti della città e della provincia intitolato
“A tavola con gli Artisti”, che vedrà una sinergia tra
artisti e ristoratori e che si concretizzerà con la produzione di un ricettario-catalogo d’arte con ricette
scritte dagli artisti e dai ristoratori e con illustrazioni
tratte da quadri, sculture e fotografie che avranno
come soggetto la “natura morta”.
Abbiamo intenzione di realizzare una mostra di
“Arte Sacra” che coinvolgerà artisti italiani, ma
anche stranieri, in collaborazione con le autorità
ecclesiastiche.
Tutta l’attività dell’associazione arteSfera viene continuamente aggiornata sul nostro sito che potrete
andare a vedere su www.artesfera.it.
34
Attività
Asta di
beneficenza
in Armonia
Oltre 8mila Euro
il ricavato dell’Asta Benefica
devoluto alla Senologia.
S
i è tenuta presso la sala esposizioni
dell’Associazione Amici dell’Arte di Piacenza
in via San Siro la consegna dell’assegno con il
totale ricavato, al netto delle tasse, di 8.621,70 Euro
dall’Asta Benefica che si è tenuta il 12 Maggio scorso proprio negli stessi spazi protagonisti di questa
importante donazione.
L’Asta Benefica, lo ricordiamo, organizzata dalla
IORI Casa D’Aste in Piacenza, Associazione
Armonia, Associazione ArteSfera, aveva come
obiettivo quello di raccogliere fondi per l’Unità
Operativa di Senologia dell’Ospedale Civile di
Piacenza che ne farà un uso volto alla ricerca e alla
valorizzazione dei giovani medici che operano in
questo settore.
Non a caso l’importo sarà la base di una prossima
borsa di studio che permetterà ad un giovane ricercatore di apportare i propri studi a favore della
Senologia locale e i fondi serviranno per sostenere
proprio queste attività. All’incontro erano presenti i
principali fautori di questa bella iniziativa come il
Prof. Giorgio Macellari Direttore della Senologia di
Piacenza, l’Avv. Romina Cattivelli Presidente
Associazione Armonia, l’artista piacentina Franca
Puppo Presidente Ass. ArteSfera e Sig. Stefano Iori
titolare della Iori Casa D’Aste.
Il Prof. Macellari, ringraziando tutti per gli sforzi
profusi e per la grande qualità delle risorse messe in
campo, ha rilanciato l’idea di riproporre l’iniziativa
ogni due anni. Questo per dar modo agli artisti di
poter creare le loro opere d’arte.
Un progetto che ha trovato d’accordo sia Iori che
l’Avv. Cattivelli che ha sottolineato come queste iniziative che arricchiscono il patrimonio culturale e
sociale della comunità piacentina, abbiano riscontrato il favore di un pubblico molto vasto.
Un particolare plauso agli artisti che hanno regalato le loro opere lo ha riservato Franca Puppo che ha
avuto l’onore/onore di riunire gli 80 autori piacentini che hanno voluto donare le loro creatività per
questa “artistica” raccolta fondi.
All’asta sono passati i più noti artisti locali contemporanei assieme a nuove ed interessanti proposte.
Questo appuntamento è stato particolarmente
apprezzato dai piacentini che copiosamente hanno
preso parte all’insolita “battitura”. L’iniziativa è
stata patrocinata dal Comune di Piacenza, dalla
Provincia di Piacenza e dalla Azienda Unità
Sanitaria Locale Piacenza.
La Nuova Armonia
35
Testimonianza
Quando il vento tira forte
gli alberi si devono piegare
G
entile presidente, carissimi lettori della
Rivista di cultura senologica “La Nuova
Armonia”: sono Romano Pedegani, un
maschio bianco, piacentino, di 72 anni.
Oggi, dal prof. G. Macellari ho ricevuto l’invito di
scrivere qualcosa per Voi, per la Vostra bella e utile
rivista, piena di tante e variegate iniziative.
Si anch’io, mio malgrado, sono un paziente del professore. Sono stato operato, con esito positivo, nel
mese di Giugno 2012, di tumore/carcinoma al seno
destro e semplice nodulo di tessuto fibroadiposo al
seno sinistro e pulizia chirurgica
massiva a 36 linfonodi (malati)
su 43 ascellari destri.
Romano
Cari lettori/ci vi immaginate il
Pedegani
mio stato d’animo in quei
momenti? Io uso solo una parola
“terrificante.”
Questo senso di confusione, intervenuto a freddo, è
solamente paragonabile ai secondi successivi a una
scossa di terremoto. Ansia, depressione, paura del
futuro, per me questa malattia è uno dei modi in cui
la vita ti toglie il “tappeto da sotto i piedi.” Arriva
sempre nel momento sbagliato.
Però da quella persona schietta e sincera che sono,
gli amici veri mi definiscono un “burbero”, un testone, non voglio darla vinta alla commiserazione
altrui. Pur manomesso nel fisico, non mi sono mai
scoraggiato, e da qualche tempo mi sono scoperto
anche un dilettante della scrittura.
Come ho raccontato nel mio libro “Un pugno di
terra”, che spero vorrete cercare nella libreria . L.I.R.
di via Romagnosi a Piacenza, la mia esistenza, nella
fase del’infanzia e dell’adolescenza, è stata contrassegnata da molteplici episodi infelici, che qui non
voglio raccontare per non tediarvi ulteriormente.
Sono in libreria, in Via Calzolai PC. libreria
Braceschi, anche con un altro volume “Una lettera
anonima” confezionato con altri sei autori in cerca
di misteriosi personaggi.
Ora sono fortemente impegnato a scrivere un diario
sulla mia malattia, sul nuovo tracciato che il destino
mi ha inaspettatamente riservato, dal titolo provvisorio “Da Una Riva All’altra” che spero di dare alla
stampa il più presto possibile.
Come ho già detto precedentemente, da quel burbero che sono non voglio darla vinta al male, infilo i
guantoni, mi pongo al centro del ring della vita e
combatterò fino alla vittoria, come hanno già fatto
tanti personaggi dello spettacolo, dello sport e
comuni cittadini.
Però quando vedo il mio corpo, che ha subìto la
menomazione al seno, mi sembra che sia stata
asportata anche l’immagine di me stesso.
Quando abitavo in campagna c’era un “vecchio saggio” che dispensava perle di saggezza a tutto il paese,
io ne ho raccolto una: “quando il vento tira forte, gli
alberi si devono piegare”. Frase secca e calzante al
tempo che sto vivendo, dove si può immaginare il
vento come il male e gli alberi le persone ammalate.
Mi è molto difficile parlare dei miei sentimenti con
gli altri, perciò se volete vi lascio alle parole del mio
diario, che spero vorrete leggere in compagnia di
amici, o con un gruppo di persone.
Un caro saluto e un arrivederci a presto.
36
Poesie
IL SALICE
PIANGENTE
T’invidio, salice piangente,
che ti rinnovi di anno in anno.
Sei fermo lì immobile e silente,
il tuo tronco ed i tuoi rami non
conoscono l’umano affanno.
Sei sempre più verde.
Sei sempre più maestoso.
Un maggiolino nei tuoi rami si perde
ed un calabrone vi ronza gioioso.
Il vento ti culla spandendo acri odori,
gli uccelli, la sera, ti cantano una ninna nanna,
il sole, di giorno, ti dona mille giacinti colori,
la pioggia ti disseta come fosse una manna.
La sera, le tue fronde flessuose
si chinano a baciar la terra.
Di giorno le tue gemme lussuriose
con le api non smettono mai di far la guerra.
T’invidio, salice piangente,
un giorno io non gioirò più della tua bellezza,
ma tu sarai sempre lì immobile e silente
a godere di qualche dolce brezza.
Chi non si accorge di te
Non conosce la sensibilità,
ma è più felice di me
perchè non teme,
dopo la vita, la cruda verità.
CARLA MALVERNI
L’AMICIZIA
Questa giovane amicizia
sbocciata all’improvviso
come una rosa in primavera
intensa come l’azzurro del cielo
gioiosa come l’animo di un bimbo
così calda del nostro affetto
così complice dei nostri segreti
questa giovane e travolgente amicizia
che ci fa emozionare
e palpitare il cuore
ci accompagnerà per mano
custodendoci
lungo il percorso della vita.
PAOLA MONTANARI
(17 maggio 1999)
La Nuova Armonia
37
Poesie
IO, UNA DELLE TANTE!
TI RICORDO COSÌ
A qual buon viso toccò sì ingrata sorte?
Forse, “Domando!”, meritai quest’io
che mi distrusse la personalità?
E navigando con il pensiero, assorta
mi misi in gioco per non morir d’affanni.
Ti ricordo così.
Come queste viti anziane, sul tuo colle verde,
che anche in questo giorno piovoso
lavorano costantemente, ora dopo ora.
Qui, tra i tralicci, ritrovo una tradizione antica,
quasi perduta, quella dell’uomo buono,
delle costruzioni più importanti,
quella che si tramanda di padre in figlio.
Quella che io da piccolo vedevo in te, ammirato,
e nelle tue radici profonde.
Nelle viti che si arrampicano vedo l’ingegno
e la dedizione, vedo la sapienza e la conoscenza.
Nelle viti che si arrampicano vedo soprattutto
la forza di volontà. E rivedo le tue radici.
Tutto quello che tu mi hai insegnato, nonno,
lo ritrovo qui, sul tuo colle verde.
Lo ritrovo qui, in queste viti nodose, silenti,
anziane ma così sorprendentemente piene di vita.
Lo ritrovo qui, sotto questa pioggia
dolce e malinconica.
Lo ritrovo qui, ai piedi di queste radici antiche
che adesso sento sotto di me,
finalmente, per tenermi saldo al mio terreno.
Cercai qualcuno che come me soffriva
e, liberandomi, decantai i miei anni;
fu così forte l’aiuto che mi diedi
che insieme, cercammo altre compagne:
sapeste orbene quante ce ne stanno.
Il nostro pensiero primo, la forza vera
sono gli affetti che abbiamo tutt’intorno
ci aiutano pertanto ad aver fiducia
e ci permettono di non pensare al drago.
La femminilità, è stata mutilata
ma dentro di noi, ancor non è perduta;
basta pensare a quanto Amore abbiamo
e con gli artigli di questo grande dono
per il subdolo male, “Fiere” diventiamo.
Solo due cose abbiamo da apprezzare:
la forza della sopportazione individuale
e l’Amore per i cari che ci fa lottare!
Dedicata ad una nostra amica e a tutte le donne
che come lei hanno subito l’invadenza del male.
SILVANO MONTANARI
NICOLÒ MACELLARI
38
Poesie
ARMONIA
ARMONIA
Arriva ai timpani di chi lo ama,
il canto del creato,
con voce gradevole
e rasserenante,
a volte breve ed improvvisa,
tal altra perdurante,
in cadenza e grazia
magnificamente simile
a dolce “armonia”...
ed ora, mentre dal giardino
rimbalzano festosi cinguettii,
non rinuncio all’ascolto
ed, anzi, spalanco
i vetri del davanzale...
per poter stare in ascolto
il più a lungo possibile
del gaio, naturale
e gratificante... concerto.
A chi intuì prima d’altri
(d’allora vantando il record
del primato nel tempo
ed il merito
della congrua conclusione,
poi divenuta per tutti ovvia,
secondo cui esiste
“mens sana in corpore sano”),
non si può negare,
oltre che pronto intelletto,
la sicura sensibilità
atta a comprendere
che nella pace anche fisica
e nell’ “armonia”
intima e d’insieme
sta il congruo senso della vita.
EUGENIO MOSCONI
(Piacenza, 8 novembre 2012)
EUGENIO MOSCONI
(Piacenza, 20 aprile 2012)
VOLUMI pubblicati dall’autore EUGENIO MOSCONI:
• “DA EST VOLTA ALLA SERA” - poesie (Ed. Blu di Prussia -Piacenza-)
• “IL RICHIAMO DEL FIUME”
- romanzo autobiografico - (Ed. Vincenzo Lo faro -Roma-)
• “MI PIACI, PIACENZA”
- poesie in lingua e dialetto, in rima ed in versi sciolti ed in forma
d’acrostico, oltre a prose e riflessioni di vario tipo ed a immagini
a colori, soprattutto di opere d’arte figurativa (Ed. Tip.Le.Co. -Piacenza-)
• “MI PIACI, PIACENTINA”
- poesie inneggianti all’amore ed alla donna, e, soprattutto,
omaggi in acrostico giocati sul nome di pittrici, amiche, parenti
e conoscenti piacentine e di artiste e personaggi del mondo
dello spettacolo per lo più direttamente conosciute, oltre ad
immagini a colori, in particolare di opere d’arte figurativa (Ed. Tip.Le.Co. -Piacenza-)
• “MI PIACI, INVERNO”
- poesie in lingua e dialetto, in rima ed in versi sciolti ed in forma
d’acrostico, oltre ad immagini a colori, in particolare d’opere
d’arte figurativa di pittori piacentini e riferibili alla stagione
invernale - (Ed. Tip.Le.Co. –Piacenza-)
ARMONIA
Arride agli audaci, la fortuna...
Ciò ripete, ambiguo, alla memoria
un molto avventuristico proverbio,
di certo orientante troppo al rischio,
nello snobbare, così evidente,
l’ovvio buon senso invece presente
in chi avanza camminando piano
per andare sia sano che lontano
percorrendo l’equilibrata via
della prudenza e dell’ “armonia”.
EUGENIO MOSCONI
(Piacenza, 9 novembre 2012)