moto perpetuo - Edizioni Helicon

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Rosario Aveni
MOTO PERPETUO
Prefazione di
Neuro Bonifazi
Edizioni Helicon
Sul limine
Spada
al buio mi abbagli
riluccichi
trafiggi
ma ombre
non proietti
Statua
opera d’arte
nuda
coperta
l’usura implacabile del tempo
mozza i tuoi arti
Dignitosa
austera
fustighi il destriero
prosegui la corsa
ove la ragione è puro ardire
simbiosi indissolubile
di logica e furore
Ed io
sul limine
immobile a guardarti
Stupore
meraviglia
ma non proietti ombra.
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La torre d’avorio
Farra di Soligo
Da una scala a chiocciola
salgono e scendono
ataviche inquietudini
Sbattono
gli infissi dello spirito
Si può solo ipotizzare
da dove proviene il rumore
dal lucernario
o dalle segrete
Nella mia camera oscura
l’amore è una risma
di carta fotografica
Il numero dei fogli
non fa sapere
Rullini analogici
negativi
Molti restano vuoti
altri impressi
d’inchiostro simpatico
Invisibili note a margine
ne rivelano il senso recondito
Taglio le pellicole in certi punti
corretti dal fiele dei disinganni
Appendo istantanee a fili d’Arianna
facendo gocciolare lentamente
dense macchie
che colano dai margini.
In quei giorni
l’aria era sincera
Chiudemmo gli occhi
respirandola
dimentichi delle ultime fioriture
e delle nuvole
che in cielo s’intrecciavano
Batteva una luce calda
che dava alla terra
tensione di movimento
Sfioravo le tue labbra
e l’orizzonte si apriva
striato d’azzurro
Ti ricordo radioso sorriso
accostarti confidente
mentre ondeggia attorno
l’oro dei campi
e turgide si offrono
le curve delle colline
vagheggiati sentori
di pace
Oggi come allora
finisce l’estate
risplende
quella brama di chiaro
e l’anima smarrita
dolcemente muore.
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Mare d’inverno
L’inganno del tempo
Baci
carezze
al chiar di luna
Scioglievi il tuo chignon
mentre l’onda
ci sfiorava i piedi
Brividi
Eravamo giovani
A scaldarci
piccoli fuochi
destinati a spegnersi
Vecchia ferita
t’apri e ti ricuci
non cicatrizzi
invoco la lama
che t’ha procurato
Dal geopiano riemergi
chiodo arrugginito
Non penetri
il quadrato ligneo
ma l’anima
Ti scriverò
lettere anonime
le siglerò
con anagrammi della firma
Farà fede
sangue consunto
di ceralacca.
Incede l’autunno
Nulla si muove
tranne il vento
Presto sarà inverno
il sole ombra di luce
e il cuore
avrà passo silenzioso
nella neve
Poi
di nuovo primavera
Rinasceranno i fiori
tornerà la luce
Nell’aria
acri pizzicori
l’estate prematura
e il cuore finalmente
batterà veloce.
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