Rosario Aveni MOTO PERPETUO Prefazione di Neuro Bonifazi Edizioni Helicon Sul limine Spada al buio mi abbagli riluccichi trafiggi ma ombre non proietti Statua opera d’arte nuda coperta l’usura implacabile del tempo mozza i tuoi arti Dignitosa austera fustighi il destriero prosegui la corsa ove la ragione è puro ardire simbiosi indissolubile di logica e furore Ed io sul limine immobile a guardarti Stupore meraviglia ma non proietti ombra. 11 La torre d’avorio Farra di Soligo Da una scala a chiocciola salgono e scendono ataviche inquietudini Sbattono gli infissi dello spirito Si può solo ipotizzare da dove proviene il rumore dal lucernario o dalle segrete Nella mia camera oscura l’amore è una risma di carta fotografica Il numero dei fogli non fa sapere Rullini analogici negativi Molti restano vuoti altri impressi d’inchiostro simpatico Invisibili note a margine ne rivelano il senso recondito Taglio le pellicole in certi punti corretti dal fiele dei disinganni Appendo istantanee a fili d’Arianna facendo gocciolare lentamente dense macchie che colano dai margini. In quei giorni l’aria era sincera Chiudemmo gli occhi respirandola dimentichi delle ultime fioriture e delle nuvole che in cielo s’intrecciavano Batteva una luce calda che dava alla terra tensione di movimento Sfioravo le tue labbra e l’orizzonte si apriva striato d’azzurro Ti ricordo radioso sorriso accostarti confidente mentre ondeggia attorno l’oro dei campi e turgide si offrono le curve delle colline vagheggiati sentori di pace Oggi come allora finisce l’estate risplende quella brama di chiaro e l’anima smarrita dolcemente muore. 12 13 Mare d’inverno L’inganno del tempo Baci carezze al chiar di luna Scioglievi il tuo chignon mentre l’onda ci sfiorava i piedi Brividi Eravamo giovani A scaldarci piccoli fuochi destinati a spegnersi Vecchia ferita t’apri e ti ricuci non cicatrizzi invoco la lama che t’ha procurato Dal geopiano riemergi chiodo arrugginito Non penetri il quadrato ligneo ma l’anima Ti scriverò lettere anonime le siglerò con anagrammi della firma Farà fede sangue consunto di ceralacca. Incede l’autunno Nulla si muove tranne il vento Presto sarà inverno il sole ombra di luce e il cuore avrà passo silenzioso nella neve Poi di nuovo primavera Rinasceranno i fiori tornerà la luce Nell’aria acri pizzicori l’estate prematura e il cuore finalmente batterà veloce. 14 15