DOMENICA 24 GENNAIO 2016 Alla scoperta di Una casa di bambola Al Franco Parenti il dramma di Ibsen secondo la lettura non convenzionale di Andrée Ruth Shammah VALERIA PRINA [email protected] SPETTACOLINEWS.IT L'attesa è molto forte per questo Una casa di bambola con la traduzione, l'adattamento e la regia di Andrée Ruth Shammah, che fa notare come il titolo dell'opera di Henrik Ibsen preveda proprio l'articolo. Molti sono gli aspetti che rendono unico questo allestimento, a Milano al Teatro Franco Parenti dal 28 gennaio al 24 febbraio 2016. Vediamoli, suddivisi in 10 punti (quelli più salienti), in grado di far intuire l'originalità di questa proposta teatrale con una lettura non convenzionale. 1 - Filippo Timi per tre. Filippo Timi qui si moltiplica per tre, perché sostiene i tre ruoli maschili. «Sono sempre io in tre ruoli - spiega Filippo -. Non mi preoccupo di caratterizzarli» e poi aggiunge di non essere spaventato da questa prova a cui è chiamato. «Qui Filippo è molto tenero - aggiunge Andrée Ruth Shammah -: tutte le donne vorranno un marito così tenero». 2 - Marina Rocco. Con una casa di bambola si ricompone un duo che aveva avuto un grande successo già nel Don Giovanni di Filippo Timi. Qui Marina è Nora e commenta «Abbandonare un uomo cattivo è meno interessante che abbandonarne uno che si ama». Perché la Nora di Marina Rocco è molto diversa da quella che si era vista finora in scena. «È una donna che mente subito - spiega la regista -, si inventa cose e ha voglia di vivere sempre eccitata. Non è né una vittima né ribelle: è invece piena di contraddizioni». 3 - Un attore diventa la balia. Se Filippo Timi è stato scelto per interpretare i tre ruoli maschili è stato invece chiamato un attore, Andrea Soffiantini, per interpretare il ruolo della bambinaia, anche perché, è la spiegazione, attrici vecchie con le rughe non si trovano. Nel ruolo della bambinaia (lo era stato prima di Nora e lo è adesso delle figlie) pronuncia alcune battute che sono state aggiunte, tratte dalla Commedia dell'amore di Ibsen. Sono «battute poetiche, visionarie e rivelatrici, che arricchiscono un personaggio popolare, che poco parla, ma molto comprende, restituendo una rappresentazione sintetica e simbolica della verità». 4 - Un'altra coppia. Dei ruoli che si possono definire dilatati sono quelli del fattorino e della cameriera: rappresentano una coppia semplice, ma capace di essere complice. È un amore semplice, che si contrappone a quello dei personaggi principali. Pag. 1 / 2 5 - Un personaggio aggiunto. Un personaggio voluto apposta per questo allestimento è quello del destino. Lo interpreta Elena Orsini, che è sempre in scena, pur non pronunciando alcuna battuta: è una presenza che guarda ciò che avviene. «Perché qui tutti ascoltano tutti e anche la cameriera è sempre pronta ad ascoltare». 6 - Un ritorno. La pièce segna anche il ritorno sul palcoscenico di Mariella Valentini nel ruolo di Kristine Linde, a vent'anni di distanza dal suo ultimo lavoro in teatro. Una trentina d'anni fa aveva lavorato al Franco Parenti in "I promessi sposi alla prova" di Testori, diretta dalla stessa Andrée Ruth Shammah. 7 - La trama. La storia è piuttosto complicata: molti l'hanno criticata perché troppo farraginosa. «Non abbiamo tolto nulla - spiega Andrée Ruth Shammah -, piuttosto ho aggiunto delle battute traendole dalla Commedia dell'amore e ho cercato di chiarire la trama, per catturare l'attenzione del pubblico, perché c'è da chiedersi se è ancora capace di seguire una storia». 8 - La tarantella. A riprova di quanto nulla sia stato tagliato è la presenza della tarantella. In scena si balla, come previsto dal testo e come invece non si è visto nelle precedenti rappresentazioni. «Non avrei mai pensato di ballare una tarantella» commenta da parte sua Filippo Timi. 9 - La lettera. Grazie alla particolare scenografia scelta sarà anche possibile vedere la lettera mentre viene imbucata: «mi chiedo come Ibsen pensava che si potesse vedere questo a teatro» dice Andrée Ruth Shammah. 10 - Nora: chi è? A questo punto è chiaro che la visione di Andrée Ruth Shammah non ha nulla di tradizionale: presenta una Nora che non è una vittima. Anzi: è lei che manipola gli altri. Una casa di bambola di Henrik Ibsen traduzione, adattamento e regia di Andrée Ruth Shammah con Filippo Timi, Marina Rocco, nel ruolo di Nora, con la partecipazione di Mariella Valentini e con Andrea Soffiantini, Marco De Bella, Angelica Gavinelli, Elena Orsini, Paola Senatore spazio scenico Gian Maurizio Fercioni - elementi scenici Barbara Petrecca - costumi Fabio Zambernardi in collaborazione con Lawrence Steele - luci Gigi Saccomandi - musiche Michele Tadini a Milano al Teatro Franco Parenti - Sala Grande dal 28 gennaio al 24 febbraio 2016 Pag. 2 / 2