Il Matrimonio segreto Note di Alessio Vlad Il 26 Dicembre del 1955, Il Matrimonio Segreto di Domenico Cimarosa, inaugurava a Milano la Piccola Scala. Iniziava così una delle più stimolanti stagioni musicali della nostra storia. In quella sala, che, lasciando un vuoto mai colmato oggi non c’è più, il repertorio sei-settecentesco e quello moderno e contemporaneo, trovarono sede ideale. Non è un caso, quindi, che oggi si mette in scena quello stesso titolo nel rinnovato, grazie alla generosità di Carla Fendi, Teatro Caio Melisso, che, nella sua nuova veste si apre per la prima volta all’Opera. E che Opera! Tutti conoscono la storia del grandissimo successo della prima rappresentazione tale da far chiedere, o meglio ordinare, dopo aver invitato tutti a pranzo, dall’Imperatore Leopoldo II di ripetere l’opera da capo: forse il più lungo bis della Storia. Evidentemente il lavoro rispondeva in tutto e per tutto al gusto dell’epoca, interpretandone in modo perfetto gli umori. I valori e le gerarchie sociali, a differenza di Mozart, non venivano intaccati, l’egualitarismo, necessario allo svolgersi della trama, è estraneo ad ogni suggestione ideologica e la vicenda rispecchia in pieno il clima che dominava la società viennese degli anni ’90 del 1700. Sotto questo punto di vista le ragioni dell’esito della prima rappresentazione appaiono chiarissime: il pubblico viennese di allora dopo il tramonto delle utopie chiedeva all’opera buffa sostanzialmente uno svago rassicurante. Ma quello che assolutamente straordinario è come questo capolavoro, amato anche da Stendhal, a differenza di tante altre opere che avevano avuto all’epoca incondizionato successo, rimanga capolavoro anche oggi, anzi come tale sia sempre stato recepito, essendo rimasto ininterrottamente sempre in repertorio. La sintesi perfetta tra pathos, melanconia e commedia , tra comico e grottesco che, uniti ad un vitalismo prorompente, danno il tono dell’azione, rimane attualissima e di un valore che trascende qualunque stilema e convenzione settecentesca diventando così uno dei simboli assoluti dell’opera buffa italiana. Alessio Vlad Dalla sua prima applaudita rappresentazione fino ai giorni nostri Il Matrimonio Segreto è nei palinsesti dei maggiori teatri lirici di tutto il mondo e tuttora viene considerata un’opera viva, carica di freschezza e una delle opere buffe per eccellenza. Fu l’unica opera della storia che, per volere dell’imperatore asburgico dell’epoca (Leopoldo II), venne interamente replicata nella stessa sera della “prima”. Il Matrimonio Segreto è quello contratto da un giovane di negozio (Paolino) con la figlia del padrone (Carolina). Il padre Geronimo, ricco mercante, smania di maritare le due figlie ad altrettanti titolati, cominciando dalla primogenita (Elisetta), per la quale ha già combinato le nozze con il conte Robinson dietro promessa di una lauta dote. Può dunque annunciare tutto trionfante alla famiglia l’accordo concluso e rassicurare Carolina che anche per lei arriverà il momento di sposare un aristocratico. Giunge frattanto il conte Robinson e subito lascia intendere di essere più attratto da Carolina che dalla sposa, suscitando lo sconcerto degli astanti. Riesce poi a rimanere per qualche tempo solo con la prediletta fra le due sorelle e ne approfitta per avanzare proposte di matrimonio. Nell’intento di scoraggiarlo, Carolina gli dice di essere una ragazza semplice, per nulla interessata alla nobiltà e alla bella vita. Il conte non si perde d’animo e rinnova poco dopo le avances, ma viene questa volta sorpreso da Elisetta, che grida al tradimento e chiama a soccorso tutta la gente di casa. In un colloquio privato con Geronimo, il conte dichiara di non voler rispettare l’impegno preso, ma si dice pronto a rinunciare a metà della dote se in cambio di Elisetta potrà sposare Carolina. L’idea di un così consistente risparmio calma la furia del vecchio e spiana la strada a un nuovo accordo. La novità viene appresa con sgomento dai due sposi segreti, anche perché Paolino aveva sperato proprio nell’aiuto del conte, suo antico padrone, per svelare a Geronimo l’unione contratta con la figlia. Nasce poi un altro intoppo: Fidalma, zia delle ragazze, vedova in cerca di nuovo marito, ha messo gli occhi su Paolino e in seguito a un equivoco si è convinta che egli ricambi il suo interesse. La situazione sembra precipitare. Paolino convince Carolina a tentare con lui la fuga di casa. Fidalma ed Elisetta convincono invece Geronimo a mandare Carolina in un ‘ritiro’ e a insistere perché il conte mantenga il primo impegno. Si farà tutto il giorno dopo. È notte e ognuno va nella propria stanza, ma nessuno dorme davvero: Paolino e Carolina si apprestano a fuggire, quando un rumore li fa indietreggiare; Elisetta crede che il conte e la sorella si siano chiusi in camera e chiama a testimoni padre e zia; il conte si sente accusato ed esce a chiederne conto. L’andirivieni sfocia nella scoperta dei due sposi, che finalmente rivelano a Geronimo il loro segreto. A quel punto il conte accetta di sposare Elisetta e intercede in favore di Paolino e Carolina. Lo stesso fanno Elisetta e Fidalma, fino a che la collera di Geronimo cede il passo al perdono e all’allegria generale.