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Abbondio
Da quando Manzoni ha pubblicato, nel 1827, I
promessi sposi, abbiamo la sensazione che, se
chiamiamo un bambino Abbondio, non gli facciamo un complimento. Eppure si tratta di un
nome dal significato beneaugurante: viene infatti dal latino abundare che fa riferimento ad
acqua (unda “onda”) che fuoriesce (ab “fuori da”),
che non si può contenere perché è troppa, e quindi “abbonda”, “è abbondante”. Un augurio di ricchezza, dunque, per il neonato chiamato così,
ricchezza da concepire sia in senso materiale che
intellettivo e morale: si augura che il bimbo cresca pieno di vita, mezzi, forza, grazia, intelligenza, generosità etc. E se proprio la grettezza e la
viltà di don Abbondio ci frena, possiamo usare il
francese Abonde o lo spagnolo Abundo, oltre a
qualche diminutivo come Ab, Abbi e simili.
Abelardo
Chi sceglie questo nome saprà già chi fu Abelardo (1079-1142), il famoso teologo che in più
occasioni dissentì dalla dottrina ufficiale (fino
ad essere dichiarato eretico), ma che di fatto
influenzò la filosofia della sua epoca e di quelle successive; e conoscerà anche la tenera e tragica storia d’amore con Eloisa, per cui nel secolo XVIII fu eretta nell’abbazia del Paracleto a
Troyes un monumento con i due corpi seppelliti
insieme, monumento che fu poi trasportato a
Il libro dei nomi
Parigi e che è ancor oggi meta romantica degli
amanti. Insomma, Abelardo è un nome che evoca molte cose: eroismo, difesa delle proprie
opinioni, onestà intellettuale, amore. (vedi anche sotto il nome Eloisa).
Abele
Dall’ebraico hebel “respiro”, è il nome, come
tutti sanno, del secondo figlio di Adamo ed Eva,
ucciso dal fratello e perciò evocante mitezza e
bontà. Il nome è poco usato (ma certo più di
Caino...). S. Abele si festeggia il 5 agosto.
Abner
Per chi cerca un nome poco comune risalente
alla tradizione ebraica e presente nella letteratura, Abner è il nome giusto: ab vuol dire “padre” e hiner “luce”, sicché l’insieme significa
“padre della luce” oppure “splendente”. Abner,
che era, come molti ricorderanno, un generale
che combatté per Saul e poi per David, compare come personaggio importante nelle tragedie
Athalie di Racine e Saul di Alfieri. Non manca
nella tradizione cristiana un sant’Abner, che si
festeggia il 22 febbraio.
Abramo
Ancora abbastanza in uso, specie presso le famiglie ebraiche, il nome del padre Abramo (in
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Asi |
“orso”, e i Celti veneravano una dea Artio, raffigurata insieme con un orso), mentre la seconda parte del nome, ur, significa “giovane”,
“florido”, “bello”: giovane devoto alla dea Artio? giovane florido come un orso? Non mancano altre interpretazioni, come quella che fa
riferimento al leggendario re inglese Arthur (re
Artù), che aveva alle sue dipendenze i cavalieri della Tavola rotonda. Variante simpatica
può essere quella inglese, Art. S. Arturo si
festeggia l’8 agosto.
Asia
Portato alla ribalta dal regista Dario Argento
che ha chiamato così la figlia, è un nome della nostra epoca, ma ha le sue origini in una
lontana antichità: Asia era una delle figlie di
Oceano e della dea marina Teti (da non confondere con la ninfa Tetide, madre di Achille).
L’etimo è sconosciuto; si sa solo che ad un certo punto fu chiamata così la regione della Lidia e che il nome si estese poi al continente
Asia.
Assunta
È, come tutti sanno, la Madonna assunta in cielo
con anima e corpo, dottrina che fu elaborata
dai teologi fin dal medioevo ma fu definita come
dogma solo nel 1950 dal papa Pio XII. La festa
è il 15 agosto, ed è ormai assorbita dal nostro
globalizzato Ferragosto, anche se in molte città d’Italia ancora oggi si svolgono processioni
solenni e sentite. Il nome è molto usato, almeno in Campania, spesso mimetizzato nel diminutivo Assuntina e in forme derivate come Susy
e Assia.
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Astolfo
Anche se il suono in sé può non piacere, l’immagine che evoca in noi, grazie ai ricordi scolastici
relativi a Ludovico Ariosto, può rendercelo gradito: nell’Orlando furioso infatti Astolfo è il cavaliere che ha il compito essenziale di recuperare il senno di Orlando, impazzito per la bella
Angelica: campione di assennatezza e di coraggio, Astolfo compie il viaggio sul cavallo alato,
l’Ippogrifo, per raggiungere la luna, che è il deposito delle sciocchezze umane: vi si trovano
intelligenze sprecate, teste impazzite, amori perduti, glorie passate etc.: insomma, la luna è lo
specchio della stupidità e dell’inconcludenza
dell’uomo, e la via alla saggezza si chiama Astolfo.
L’etimo ci porta invece ad altre immagini: dal
gotico haifst “battaglia” e wulf “lupo”, poteva
essere il nome di un guerriero (ma per le implicazioni di “lupo” vedi la voce Adolfo).
Astra
È un nome usato in Inghilterra, anche se a noi
sembra più italiano. Deriva dal greco astér “stella” ed equivale quindi, nel significato, a nomi
come Ester e Stella.
Astrea
Nella mitologia greca è un altro nome di Diche,
figlia di Zeus e Temi e dea della giustizia. Scese
tra gli uomini, ma poi, nauseata della loro malvagità, se ne tornò in cielo, dove si trasformò
nella costellazione della Vergine. Chissà che la
vostra bambina, se la chiamerete così, non faccia qualcosa per farla ridiscendere (ne avremmo molto bisogno...).
Il libro dei nomi
| Car
Carlo/Carla
Carlino Carletto Carlotta Carola Carolina, Charle
Charlotte, Carlos Carlota, Karl Karla Lotte, Carol
Charle Charlie: sono alcune delle numerose forme che attestano (rispettivamente in italiano,
francese, spagnolo, tedesco e inglese, né va omesso il polacco Karol, il nome di battesimo di Giovanni Paolo II) la grande diffusione in tutti i tempi
di questo nome, che risulta ancora oggi fra i più
apprezzati in Europa e il cui indice di gradimento pare non accenni a diminuire se non sporadicamente. Alcune di queste forme sono sentite
ormai come nomi a sé stanti (vedi ad esempio
Carolina). Nell’antico germanico carl significava
“uomo”, “maschio”, e presso i Franchi karl voleva dire “uomo libero”, e in particolare “uomo nato
libero, ma senza diritti di successione” (più libero di così...). Rinunciamo a un elenco dei numerosi sovrani con questo nome (dai molti della
dinastia detta appunto Carolingia, come Carlo
Magno, agli imperatori e ai re di Francia, di Spagna, d’Inghilterra, di Napoli etc.), ricordando almeno il Juan Carlos attuale re di Spagna. Tra i
vari santi, ricordiamo il più celebrato, s. Carlo
Borromeo, che si festeggia il 4 novembre.
Carmelo/Carmela
I napoletani sorrideranno teneramente al pensiero delle numerose Carmele immortalate dalla
loro tradizione canora. Proprio in area campana
è un nome molto popolare, utilizzato spesso nella
forma spagnoleggiante Carmen, nei diminutivi
Carmelina e (meno comune) Melina e nei maschili Carmine e Carmelo. Gli amanti del melodramma invece non mancheranno di accennare
a qualcuna delle più celebri arie della Carmen di
Bizet (1873-1874), ed alcuni ricorderanno anche la Carmen di P. Mérimée da cui fu tratto il
Il libro dei nomi
melodramma. D’altronde il nome fa pensare subito al canto anche per la coincidenza con la
parola latina carmen “carme”, “canto”, “poesia”
(dalla stessa radice del verbo canere “cantare”).
L’origine del nome è però tutt’altra: Karmel in
ebraico vuol dire “giardino”, e il Carmelo è un
monte della Palestina sul quale si trova una chiesa
dedicata alla Madonna e dal quale ha avuto origine il nome di un ordine religioso, i Carmelitani,
appunto. Il culto della Madonna del Carmelo è
stato molto sentito in Spagna e in Italia meridionale, tant’è vero che il nome si è diffuso di
più in queste aree, anche con i diminutivi spagnoli Carmelita e Carmencita. Nostra Signora del
Carmelo si festeggia il 16 luglio.
Carolina
Pur essendo un derivato di Carlo (da Carolus,
attraverso il femminile Carola), è sentito da
secoli come un nome a sé stante. Ed è anche
un nome autorevole, non solo per il suo significato (Carola in germanico antico vale “donna
libera”), ma soprattutto per il numero notevole
di donne importanti che lo hanno portato: dalle regine di Gran Bretagna e Irlanda Carolina
(1683-1737), moglie di Giorgio II, e Carolina
Amelia Elisabetta (1768-1821), moglie poi separata di Giorgio IV, a Carolina Augusta imperatrice d’Austria (1792-1873), a Carolina Matilde regina di Danimarca (1751-1775), a Carolina Bonaparte (1782-1839), la sorella di
Napoleone che fu moglie di Gioacchino Murat
e quindi regina di Napoli, a Maria Carolina
d’Asburgo-Lorena (1752-1814), regina di Napoli e moglie di Ferdinando I, fino alla più recente Caroline di Monaco, sembra che questo
nome debba essere legato a case reali. È con
vero sollievo, perciò, che proponiamo di ricordare la scrittrice Carolina Invernizio, l’attrice
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