MB USS Comunicazione, Relazioni esterne e Stampa Pubblicazione a cura di Emanuele Scataglini Progetto e sviluppo grafico a cura di Tiziana Terraneo Organizzazione evento: Emanuele Scataglini, Donatella Modica stampato presso il Centro stampa del Consiglio regionale Il secondo appuntamento del ciclo “Ragazzi che concerto!” è dedicato alla musica degli Stati Uniti con la Modern Jazz Piseri Big Band di Brugherio e con il coro Gospel del Centro Studi Musicali di Laveno Mombello, in Provincia di Varese. La rassegna nasce dalla volontà di avvicinare sempre di più la nostra istituzione ai cittadini con iniziative che rendano il Pirellone un “palazzo aperto”, riconoscibile come la casa dei lombardi. Sembra proprio che questa iniziativa sia particolarmente apprezzata, data la sempre più ampia partecipazione da parte del pubblico, a questo e ad altri eventi. La musica ha certamente un ruolo essenziale nella vita dell’uomo e quello che avviene in orchestra è specchio di quanto accade nella realtà: l’ascolto reciproco favorisce la ricerca di un messaggio comune nonostante le differenze, la musica è un linguaggio capace di integrare le diversità, creare un senso di appartenenza e orientare a progetti di vita. Lo stesso Aristotele teneva in grande considerazione la musica giudicandola essenziale per l’educazione dei giovani essendo in grado di esprimere i diversi sentimenti dell’essere umano e di temperarli nell’esecuzione d’insieme. Il Consiglio regionale della Lombardia ha voluto dare spazio alle scuole di musica di eccellenza del territorio lombardo, valorizzando il talento dei nostri giovani. Siamo sicuri che il pomeriggio a Palazzo Pirelli sarà un evento da ricordare, al termine del quale il pubblico potrà nuovamente dire: “Ragazzi che concerto!”. Raffaele Cattaneo Presidente del Consiglio regionale della Lombardia 17 aprile 2016 Scuola di Musica Luigi Piseri, Brugherio & Centro Studi Musicali Italiano, Laveno Mombello Scuola di Musica Luigi Piseri Orchestra laboratorio Modern Jazz Piseri Big Band Stolen Moments (Oliver Nelson) Fables of Faubus (Charlie Mingus) Nostalgia in Times Square (Charlie Mingus) Blue Bossa (Kenny Dorham) Giada Prando, flauto Camilla Sabatini, clarinetto Raffaele Fiengo, Luca Miolo, sax alto Maurizio Guidi, Andrea Failla, sax tenore Matteo Schiatti, sax baritono Alberto Gariboldi, Alberto Panunzio, tromba Angelo Riva, Andrea Brivio, trombone Alberto Viganò, Stefano Ongaro, chitarra elettrica Cristopher Gan, piano Laura Albi, tastiere Michele Manoni, basso Mattia Pertile, batteria Prof. Antonello Monni, arrangiamenti e direzione Centro Studi Musicali Italiano Coro Gospel Compagnia della Gru Bless You Real Good (Donald Lawrence) I Will Sing Praises (Richard Smallwood) Higher and Higher (Jackie Wilson) Lean on Me (Bill Withers) When the Saints Go Marching in (tradizionale) Man in the Mirror (Michael Jackson) How I Got Over (tradizionale) Worship Medley (Kurt Carr) The Circle of Life (Elton John) Superstar (Andrew Lloyd Webber) Scuola di Musica Luigi Piseri Attiva dal 1984 come Civica Scuola di Musica del Comune di Brugherio e intitolata all’Assessore alla Cultura che così fortemente si adoperò per la sua fondazione, è da anni punto di riferimento culturale sul territorio e non solo. Dall’autunno 2004 le lezioni si svolgono nella prestigiosa e funzionale sede di via XXV Aprile; da gennaio 2007 la scuola viene gestita dall’omonima Fondazione, che nel giugno 2009 ottiene il significativo riconoscimento della personalità giuridica a livello nazionale. L’attività didattica, rivolta a ogni fascia d’età sia a indirizzo amatoriale che professionale, coinvolge circa 350 allievi sotto la guida di oltre 30 qualificati e motivati docenti. Numerosi i riconoscimenti ottenuti in esibizioni e concerti, così come in prestigiose collaborazioni e svariati concorsi nazionali e internazionali; negli ultimi anni particolare e rinnovata attenzione è stata dedicata alle compagini di musica d’insieme. Lo scorso anno, l'Orchestra si è esibita per la rassegna Ragazzi che Concerto! con un repertorio dedicato a Mozart. Scuola di Musica Luigi Piseri - Brugherio a cura di D. Modica Orchestra Laboratorio Modern Jazz Piseri Big Band Il progetto nasce nel 2009 all’interno della scuola: l’obiettivo di partenza è quello di dare agli allievi la possibilità di acquisire elementi formativi in ambito orchestrale jazz, affrontare da vicino vari aspetti di questo linguaggio e del suo repertorio, attingendo alle risorse interne e cercando di completare l’organico con studenti esterni interessati. Questo progetto è anche una risposta concreta alla voglia di musica jazz ad una fascia di utenza, quella adulta, solitamente al di fuori dei canonici percorsi formativi giovanili. Il repertorio proposto dalla Big Band è impegnativo e ardito, abbraccia un arco temporale che va dai brani più tradizionali al jazz contemporaneo. Antonello Monni Direttore dell'Orchestra Laboratorio Modern Jazz Piseri Big Band Saxofonista, clarinettista, compositore ed arrangiatore, ha all’attivo numerose collaborazioni, fra attività concertistica e discografica, sia in ambito pop che jazz con nomi fra i più importanti della scena musicale italiana ed internazionale, tra cui: Tino Tracanna, Attilio Zanchi, Paolo Fresu, Roberto Cipelli, Massimo Colombo, Mauro Grossi, Tony Arco, Emilio Soana, Charlie Haiden, Bill Pierce e Bob Mintezer. Proprio quest’ultimo si è espresso così su di lui: “Le sue abilità di arrangiatore ed orchestratore sono notevoli, e si spingono oltre i limiti per avere un suono ed uno stile tutto suo. Degno di nota anche il suo modo di suonare, che si adatta bene al contesto della sua scrittura e dei suoi arrangiamenti; Antonello Monni, possiede l’abilità di essere non solo un ottimo saxofonista, ma un notevole musicista completo […] andando a cogliere la sua cifra particolare, il connubio migliore tra tradizione jazz, nel suo significato più pratico, e attenzione alla musica scritta, cioè tutto quello che riguarda gli aspetti della composizione ed orchestrazione, tipici della scuola d’estrazione classica”. Antonello Monni è direttore della Modern Jazz Piseri Big Band fin dalla sua fondazione. La sua ultima fatica discografica Porpora per la Music Center con la collaborazione di ben 15 musicisti di longeva attività e le note di copertina del celebre musicologo Maurizio Franco, ha ottenuto grande consenso di pubblico e critica. Scuola di Musica Luigi Piseri – Fondazione Luigi Piseri Via XXV Aprile, 61 – 20861 Brugherio Tel. 039.882477 [email protected] www.fondazionepiseri.it Associazione culturale Centro Studi Musicali Italiano Centro Studi Musicali Italiano - Laveno Mombello Compagnia della Gru Nasce nel 1989 a Laveno Mombello (VA) con lo scopo primario di diffondere e promuovere la cultura musicale nella sua più ampia accezione. Organizza corsi annuali attraverso l'Accademia di Musica Moderna anche nella sezione distaccata di Massino Visconti (NO). I corsi di musica sono aperti a tutti, adulti e bambini e sono organizzati in due livelli: amatoriale/culturale e professionale, con programmi personalizzati secondo le aspirazioni degli allievi. Nei suoi anni di attività la scuola ha abbondantemente superato la soglia dei mille allievi; alcuni hanno coltivato la passione musicale come hobby, altri invece hanno intrapreso la professione di musicista. Il CSMI è molto attivo sul territorio e, attraverso l'Orchestra giovanile del Verbano e la Compagnia della Gru, è divenuto un punto di riferimento artistico e organizzativo per molteplici realtà musicali della provincia, inoltre è promotore di importanti festival e concorsi quali: l'Insubria Classical Festival, il concorso per cori di bambini delle scuole primarie, Cuoricino d’Oro e il Premio Donida, concorso canoro per giovani interpreti di musica leggera. Promossa dal Centro Studi Musicali Italiano, la Compagnia della Gru nasce a Varese all’inizio dell’anno 2000. E’ un libero sodalizio di artisti provenienti da esperienze musicali diverse che propongono spettacoli legati al canto corale moderno con predilezione per i repertori gospel, spiritual, musical e pop. Con circa 300 concerti al suo attivo, la Compagnia della Gru si è esibita in Italia e all’estero in occasione di eventi, concorsi e rassegne di levatura internazionale di cui si ricordano in particolare: il Festival dei Due Mondi (Spoleto 2007), il Bremen Choir Olympics (2004 categorie Gospel & Spiritual e Pop-Modern), il Concorso corale internazionale A.G.C. Verona (2011 categoria Jazz, Swing, Blues). Da sempre, il fil rouge dell'attività del gruppo è promuovere l'importanza dell'incontro tra realtà musicali e culturali diverse; una spinta che ha portato la Compagnia della Gru a sperimentare stimolanti collaborazioni con artisti di levatura internazionale quali By Grace Gospel Choir, Heritage Chorale e Sherrita Duran. L'incontro, poi, con Prester Pickett e Africa Grove Ensemble li ha portati negli Stati Uniti d'America (estate 2007) alla scoperta delle radici della musica gospel e spiritual in occasione di un mini-tour concertistico. La Compagnia della Gru si distingue per l'originalità del repertorio e degli arrangiamenti che attingono ai potenti funk-grooves del contemporary gospel, alle trascinanti ritmiche di derivazione afro e latin, senza rinunciare ad incursioni nelle brillanti sonorità tipiche dello swing. E' possibile ascoltare il Coro nel disco Merry Christmas pubblicato nel 2004. Centro Studi Musicali Italiano Via Ceretti 35 21014 Laveno Mombello (VA) [email protected] I Compositori a cura di M. Steffani Oliver Nelson (Saint Louis 1932 – Los Angeles 1975) Nasce a St. Louis nel 1932 in una famiglia di musicisti. Comincia all'età di sei anni a suonare il pianoforte e a undici il sassofono. Nel 1947 suona nelle band dei dintorni di St. Louis, fino ad unirsi alla Big Band di Luis Jordan come sassofonista contralto e arrangiatore. Dopo il servizio militare torna nel Missouri per studiare musica, teoria e composizione, laureandosi nel 1958. Dopo la laurea Nelson si trasferisce a New York suonando all'Apollo Theater di Harlem. Nel 1959 comincia a incidere alcune registrazioni come leader di piccole formazioni. Dal 1960 al 1961 suona il sassofono tenore con Quincy Jones, accompagnandolo in tour in America ed Europa. Dopo sei album tra il 1959 e il 1961, arriva il suo più grande successo con The Blues and the Abstract Truth (che contiene tra gli altri il famoso Stolen Moments) che contribuisce a diffondere la sua fama di musicista e compositore. Lavora inoltre come arrangiatore mentre continua ad essere leader di alcune all-star big bands in performance dal vivo. Nel 1967 si trasferisce a Los Angeles e gira l'Africa Occidentale con un piccolo gruppo. Compone musica per la televisione e il cinema e fa da produttore e arrangiatore per alcune pop-star come James Brown, The Temptations, Diana Ross. Muore di un attacco di cuore il 28 ottobre del 1975. Una curiosità, riportata da alcuni storici del jazz: oltre che strumentista, compositore, arrangiatore e direttore d'orchestra, Nelson era anche un esperto di tassidermia, attività che coltivò con continuità, parallelamente alla musica. Charlie Mingus (Novales 1922 – Cuernavaca 1979) Genio pazzo e arrabbiato per sua stessa definizione, Charlie Mingus studia il trombone e il violoncello prima di passare al contrabbasso. Ossessionato dagli atteggiamenti di razzismo nei suoi confronti da parte sia di bianchi che di neri a causa delle sue origini meticce, è uno dei primi a fondere musica e politica nei propri brani. Intenzionato a diventare il migliore bassista sulla scena, ci riesce nel giro di pochi anni. Nel 1947 entra nella Lionel Hampton Orchestra anche se parallelamente porta avanti i primi tentativi di composizione collaborando con altri gruppi. Il gospel, il blues ed il jazz delle origini non sono le uniche fonti d'ispirazione per il compositore; la sua formazione viene anche dalla musica colta: studia Richard Strauss e Arnold Schönberg e ha una passione per i classici Debussy e Ravel. La sua musica è influenzata da Duke Ellington, dalla sua concezione del sound orchestrale anziché puramente solistico; questo gli valse il soprannome di Baron in omaggio al Duke. Mingus è stato il primo a cercare di emancipare il ruolo del basso, non limitandolo alla sola scansione del tempo ma suonando fraseggi indipendenti da un punto di vista ritmico e melodico. Agli inizi degli anni Cinquanta mette a punto il concetto di improvvisazione collettiva e dal 1955 comincia a realizzare incisioni con propri gruppi che incorporano elementi hard-bop e free. Sulla scia della rivoluzione di Ornette Coleman nel 1960 Mingus fonda un quartetto e realizza Charles Mingus Presents Charles Mingus, uno dei suoi dischi più riusciti, contenente la versione più convincente di Faubus Fables, brano scritto contro il segregazionista Governatore di Little Rock, Arkansas, Orval E. Faubus. Il periodo più creativo di Mingus, ricco di composizioni e di sperimentazioni sia in studio che live, si chiude in modo emblematico con la tournée in Europa dell'aprile 1964 che riscuote grande successo. Durante la tournée però muore Eric Dolphy, amico e collaboratore storico dell'artista di Novales. Questo evento trascina Mingus in una forte depressione da cui esce con difficoltà alla fine degli anni Settanta, quando torna lentamente sulla breccia con un nuovo gruppo e nuove composizioni. Nel 1977 gli viene diagnosticato il morbo di Gehrig e, nonostante gli sforzi e i tentativi con una leggendaria guaritrice messicana, il grande musicista muore in Messico il 5 gennaio 1979, all'età di 56 anni. Kenny Dorham (Fairfield 1924 – New York 1972) Nato il 30 agosto 1924 a Post Oak Ranch, vicino a Fairfield, Texas cresce in una famiglia di musicisti e inizia a suonare il pianoforte all'età di sette anni. Successivamente passa a studiare la tromba mentre frequenta la Anderson High School di Austin. La musica non è per Dorham l'unico hobby, da adolescente trascorre infatti molto del suo tempo sul ring come membro della squadra di boxe della scuola. E’ tra gli interpreti più attivi del bebop: fa parte delle orchestre di Dizzy Gillespie e del quintetto di Charlie Parker suonando anche con artisti come Thelonious Monk e Sonny Rollins. Il suo suono è famoso per essere essenziale e scevro da spettacolarità virtuosistiche: esalta la linea melodica sia nell'esecuzione da spartito che nelle improvvisazioni. Gli ultimi anni della sua vita sono segnati da una malattia renale, causa della sua morte avvenuta nel 1972. Kenny Dorham è il compositore di uno degli standard più famosi e frequentati, Blue Bossa, che comparve per la prima volta nell'album di Joe Henderson Page One. Ancora oggi è elogiato dalla critica per il suo talento, anche se in vita non ha ricevuto un adeguato riconoscimento. Donald Lawrence (Charlotte 1961) Inizia a coltivare il suo amore per la musica gospel durante l'infanzia a Gastonia, Carolina del Nord, grazie alla zia che gli trasmette la passione per i canti corali e, in questi anni infatti, impara a suonare il pianoforte da autodidatta. Dopo il diploma di musica presso il Conservatorio di Cincinnati inizia a lavorare per la TV. Debutta con un proprio album nel 1993, ed è autore nel gruppo Tri-City Singers con cui pubblica cinque album che fondono il gospel con l'hip-hop e altri ritmi contemporanei. Lo si potrebbe definire eloquentemente “l'uomo che veste tutti i colori della musica”: cantautore, produttore, compositore, direttore di coro e orchestra. "Si dice che la musica che fai è dove hai vissuto" dice Lawrence del suo percorso creativo. "Quello che faccio non è artificioso. Non penso in termini di genere o di religione. Viene dall'essere onesto. Onoro il dono che ho e lo scopo di toccare il mondo e ispirarlo. E le persone lo hanno capito. Nuove idee e concetti per le canzoni, nuovi talenti, più conoscenza ... essere il più creativo possibile è quello che mi tiene vivo". Richard Smallwood (Atlanta 1948) Talentuoso e rispettato pianista, cantante, autore e produttore nel mondo della musica gospel fin dagli anni Settanta, Richard Smallwood è nato ad Atlanta, Georgia il 30 novembre 1948. Dopo la laurea in canto e pianoforte presso la Howard University , Smallwood insegna musica presso l'Università del Maryland, forma The Richard Smallwood Singers, debuttando con il primo album nel 1982, che resterà per 87 settimane nella Hit Parade della musica gospel. Il gruppo nei primi anni Novanta incide molti dischi di successo fino a che Smallwood non lo scioglie e inizia a pubblicare album con il suo coro Vision, che debutta nel 1996. Oltre al suo lavoro come cantante Smallwood ha scritto canzoni per Whitney Houston, Destiny’s Child, Kelly Price, Gerald Levert e Aretha Franklin. Jackie Wilson (Detroit 1934 – Mount Holly 1984) Considerato uno dei più grandi performer di ogni tempo (tantissimi gli artisti che si sono ispirati a lui, primo fra tutti Michael Jackson), viene soprannominato Black Elvis e Mr. Excitement. Wilson svolge un ruolo fondamentale nell'evoluzioone del rhythm blues, essendo dotato di una voce dall’estensione eccezionale. Ciò gli permette di interpretare brani diversi tra loro per stile ed intenzione, passando da quelli spigliati a quelli seducenti ed intimi. Registra oltre cinquanta singoli di successo, nei quali si cimenta in numerosi generi. La sua é una vita da film. Promettente pugile, lascia il ring per rimpiazzare il cantante dei Dominoes nel 1953 ottenendo un immediato consenso di pubblico. Nel 1957 comincia la carriera solista con un successo travolgente. Nel 1961, come accaduto spesso ad artisti molto famosi, una mitomane gli spara mandandolo in coma per 20 giorni. Ripresosi lentamente dalla terribile esperienza, dopo un lungo periodo in cui soffre di un calo di popolarità, Wilson prende parte ad un concerto di beneficenza nel 1975 in cui i suoi fan lo attendono con rinnovato calore. Sul palco, mentre sta per intonare Lonely Teardrops, uno tra i suoi più grandi successi, viene colpito da un attacco di cuore. Entrato in coma vi rimane fino alla morte avvenuta, dopo quasi nove anni, nel 1984. Bill Withers (Slab Fork, Virginia 1938) Nato il 4 luglio 1938, in Slab Fork, West Virginia, è il più giovane di sei fratelli e cresce in una piccola città mineraria. Da bambino soffre di una terribile balbuzie, un problema che si porta anche in età adulta. inizia ad avvicinarsi alla musica all'età di diciotto anni e per intraprendere la carriera musicale, lascia i Marines nel 1965 e si trasferisce a Los Angeles dove scrive canzoni e registra demo. Per finanziare i suoi sforzi musicali, svolge qualsiasi lavoro finché non firma un contratto discografico con l'etichetta Sussex Records. Il suo primo album è del 1971 ed è noto per successi come Is Not No Sunshine e Lean on Me. Verso la la fine degli anni Ottanta, abbandona le scene per concentrarsi sulla famiglia e su altre attività. "Mi sono divertito a fare altre cose", ha spiegato alla rivista Rolling Stone. Nel corso degli anni, Withers ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo contributo alla musica. E' stato inserito nella Songwriters Hall of Fame nel 2005 e nel 2015 è stato selezionato anche per la Rock and Roll Hall of Fame. Michael Jackson (Gary 1958 – Los Angeles 2009) Universalmente riconosciuto come The King of Pop, è entrato nel Guinness dei primati per essere l'artista con il maggior successo commerciale di tutti i tempi. Ha iniziato la sua carriera a cinque anni fino a diventare una figura dominante nella cultura popolare per quarantacinque anni, grazie al suo contributo nella musica, nella danza e nello spettacolo. Nasce a Gary, Indiana, il 29 agosto 1958, Michael mostra il suo talento musicale sin da piccolo. All'età di cinque anni, si unisce al gruppo formato dai suoi fratelli come percussionista, successivamente condivide il ruolo di cantante con il fratello Jermaine dando vita ai The Jackson 5. I fratelli sono scritturati nel 1967 dalla casa discografica Steeltown Records, con la quale incidono i primi singoli, ma il successo arriva l'anno successivo grazie alla produzione realizzata dalla Motown. Nel 1978 Michael inizia la sua carriera da solista con Quincy Jones come produttore. Il 30 novembre del 1982 esce l'LP Thriller, il suo più grande successo commerciale che vende oltre cento milioni di copie nel mondo. Muore per un malore il 25 giugno 2009 a Los Angeles mentre sta provando il suo ultimo concerto. Kurt Carr (Hartford 1964) Nasce il 12 ottobre 1964 a Hartford, Connecticut, cresce in una famiglia religiosa ma non praticante. All'età di 13 anni inizia la sua attività musicale. Si esibisce come attore e ballerino, fino a diventare membro attivo nel dipartimento di musica della chiesa locale. Dopo il liceo, entra all'Università del Connecticut, dove studia musica classica e si laurea in Belle Arti. Carr ha lavorato con importanti artisti tra cui Andraé Crouch, Stevie Wonder, Gladys Knight, Yolanda Adams e Kirk Franklin. Nel 1989 forma un ensemble vocale gospel, i Singers Kurt Carr, di cui ha fatto parte, per brevi periodi, anche la cantante Anastacia, prima del successo internazionale. La musica di Carr è una miscela di composizione di gospel tradizionale e voce, con elementi di rhythm blues, jazz, soul, blues miscelati ad armonie e stili di canto del gospel contemporaneo. Elton John (Pinner 1947) Nasce il 25 marzo 1947, a Pinner, Middlesex, Inghilterra. Il suo vero nome è Reginald Kenneth Dwight. All'età di tre anni stupisce la sua famiglia quando, seduto al pianoforte, inizia a suonare The Skater Waltz di Émile Waldteufel (1837 - 1915) ad orecchio. All'età di 11 anni vince una borsa di studio alla Royal Academy of Music. La carriera di Elton John inizia nel 1962, quando suona il pianoforte nel pub dell'hotel Northwood Hills e si unisce alla sua prima band, The Corvettes, che l'anno successivo prende il nome di Bluesology, band con cui rimane fino al 1967. Nello stesso anno incontra Bernie Taupin con cui inizia una collaborazione che dura ancora oggi e che ha generato oltre 30 dischi di successo. Negli anni Settanta raggiunge la fama con Daniel, Crocodile Rock, Candle in the Wind, originariamente dedicata a Marilyn Monroe e riscritta per il funerale della Principessa Diana d'Inghilterra. Quest'ultimo brano ha venduto oltre 33 milioni di copie. Nel 1998, Elton John ha ricevuto il titolo di Cavaliere dalla Regina Elisabetta per i "servizi alla musica e servizi di carità" ed è diventato Sir Elton Hercules John, CBE ovvero Commendatore dell'Eccellentissimo Ordine dell'Impero Britannico. Andrew Lloyd Webber (Londra 1948) Figlio e fratello d’arte nasce a Londra il 22 marzo 1948. Con il padre compositore, la madre violinista e pianista, il fratello violoncellista, inizia a comporre musica molto presto e pubblica una suite di sei pezzi a soli nove anni. Grazie ad una zia attrice apprezza il mondo del teatro, la sua magia e il suo linguaggio. Lloyd Webber studia per un certo periodo storia ad Oxford, ma abbandona gli studi per dedicarsi alla sua passione: il teatro musicale. E' il compositore di Jesus Christ Superstar, Evita, Cats e Il Fantasma dell'Opera. Ha composto due colonne sonore e una Messa da Requiem. Molte delle sue canzoni hanno avuto un notevole successo al di fuori dei musical per i quali sono state composte. Tra queste I Don't Know How to Love Him da Jesus Christ Superstar, Don't Cry for Me Argentina da Evita, Memory da Cats, The Music of the Night e The Phantom of the Opera da The Phantom of the Opera. Naturalmente, avendo scritto Cats versione musicata e danzata dell'opera di T. Stearns Eliot Old Possum's Book of Practical Cats, non poteva che sostenere il programma di allevamento di gatti della razza Turco Van. E' stato nominato Cavaliere nel 1992 e Pari d'Inghilterra nel 1997. testo di E. Scataglini Le radici del Jazz Dal commercio degli schiavi a Buddy Bolden Frederic Ramsey, Charles Edwars Smith e Rudi Blesh sono stati tra i primi a studiare le origini del jazz. La loro opera Jazzmen del 1939 mette in chiaro come questo stile musicale avesse le sue origini nelle tradizioni umili delle minoranze nere che abitavano a New Orleans. Qui venivano portati gli schiavi provenienti dall'Africa dal 1731 al 1743, data in cui attraccò l'ultima nave negriera francese. La maggior parte degli schiavi proveniva dal sud del Marocco e venivano messi a lavorare nelle piantagioni di tabacco, i cui proprietari erano per lo più ricchi signori di origine francese provenienti dal Canada. I Bambara, una tribù che apparteneva alla regione che si estendeva dal Senegal al Gambia e al Mali, furono i primi schiavi a popolare la Louisiana. Nella zona in cui era sorto tempo addietro l'Impero Mali, abitavano diverse tribù che facevano parte dell'impero del Manden, fondato dai Mandinka e che si sviluppò dagli inizi del 1200 fino ad oltre la metà del 1600. Dal punto di vista musicale i Bambara suonavano una musica influenzata dalle cantilene delle preghiere coraniche, anche se molti di loro non erano di religione musulmana. I Bambara usavano strumenti a corda portatili, che permettevano loro di muoversi nella vasta regione africana in cui abitavano. Giunti in Louisiana questi uomini divenuti schiavi trovarono nella musica una forma di espressione che permetteva loro di rivivere la nostalgia della propria terra e allo stesso tempo di conoscere le tradizioni occidentali. Gli schiavi inoltre si adattarono a suonare gli strumenti a corda locali: il violino europeo e soprattutto il banjo. Nel 1762 i francesi cedettero parte del territorio della Louisiana agli spagnoli. Riprese così la politica schiavista con l'arrivo di nuova popolazione proveniente dall'Africa, in particolare dal Congo e dall'Angola, il territorio che più di altri ha pagato l'enorme contributo alla schiavitù, con una deportazione di circa il 40% della popolazione. La musica della Louisiana occidentale, di conseguenza, cambiò e gli strumenti a corda cedettero il passo ai tamburi e ai canti che si inserivano con brevi frasi nel tappeto percussivo poliritmico. La presenza degli spagnoli portò inoltre nel territorio la passione per la danza che si contaminò con i ritmi africani. Già la Zarabanda, danza tipica spagnola che si ballava a Siviglia, era stata estrapolata dai ritmi bantu. La dominazione spagnola portò le influenze musicali della cultura caraibica a cui a fine secolo si unì anche la tradizione artistica di Saint-Domingue, l'attuale Haiti. Agli schiavi locali, sottoposti duranti il periodo spagnolo ad un regime severissimo con violente punizioni corporali, era concesso esprimersi solo la domenica pubblicamente con danze, balli e canti particolarmente apprezzati dai bianchi. Nel 1801 i francesi recuperarono la Louisiana occidentale ma vi rimasero molto poco, poiché Napoleone la vendette agli Stati Uniti due anni dopo. All'inizio del XIX secolo il commercio di schiavi dall'Africa negli Stati Uniti era stato abolito ed era permesso solo il commercio interno. Gli schiavi venivano allevati, facendoli accoppiare tra loro e spesso venduti ad altri, in modo da avere sempre manodopera a basso costo. Questo movimento della popolazione nera e gli accoppiamenti forzati crearono disorientamento nelle nuove generazioni di schiavi che persero in gran parte i contatti con le proprie origini. Prima dell'abolizione della schiavitù nel 1863, erano i bianchi, come Thomas Rice con la canzone Jim Crow a portare nei teatri le influenze della musica nera. Queste canzoni diedero ad alcuni impresari l'idea di organizzare uno spettacolo legato al mondo dei neri: il Minstrel Show, un tipo di cabaret in cui i bianchi, con il viso dipinto di nero, alternavano canti, danze e brani comici che ridicolizzavano la cultura dei neri. Va detto anche che molto spesso gli stessi neri salivano sul palco ma dovevano comunque tingersi il volto. In questi anni nelle orchestre fece la sua apparizione il sassofono, oltre al banjo e alle chitarre. Fu Stephen Foster (1826 - 1864) il primo a parlare della cultura delle piantagioni senza ridicolizzarla componendo brani che rimandavano ai ritmi e alle melodie africane e che raccontavano la vita nei campi di cotone depurata dalla violenza e dalla sofferenza con tono nostalgico ed immaginario. Tra i primi artisti neri a diventare famosi vi furono James A. Bland (1850 – 1911) e Ernest Hogan (1865 – 1909) che dopo l'abolizione della schiavitù integrarono negli spettacoli le proprie tradizioni, raccontando al pubblico una vita legata alle piantagioni meno stereotipata. Un altro artista nero importante è Francis Johnson (1792 – 1844), il primo compositore afroamericano a cui venne pubblicata la musica. Le opportunità di esprimersi da parte degli artisti di colore migliorarono solo dopo la guerra civile. John Philip Sousa (1854 - 1932) divenne un apprezzato compositore di musica per marce che si diffuse in tutto il territorio americano creando un genere di ballo a camminata doppia. Nacque così il ragtime che in seguito divenne anche un genere pianistico. IQuesto stile era ricco di cromatismi e cambi ritmici che ricreavano la dimensione poliritmica originaria dell'Africa occidentale sui tasti del pianoforte. Il Missouri divenne il centro musicale del ragtime, il cui artista più famoso fu Scott Joplin (1867 -1917) che con l'opera Maple Leaf Rag fondò un vero e proprio modello compositivo. Un altro importante compositore fu Joe Jordan Europe (1880 – 1919) che, con la sua orchestra di undici elementi, divenne uno dei più importanti direttori di ragtime e ben presto riconosciuto come il più importante direttore di sale da ballo degli Stati Uniti. Riuscì perfino ad esportare la sua musica in Europa creando un ensemble di artisti che affiancò l'esercito francese durante la Prima guerra mondiale. Nel 1919 al ritorno in patria fu accolto trionfalmente e registrò un importantissimo disco The Memphis Blues le cui sonorità anticiparono il nascente jazz. A New Orleans circolavano i più diversi generi musicali e tra il 1880 e il 1920, sotto l'urgenza dei cambiamenti sociali, i musicisti di estrazione culturale e sociale differente si trovarono a collaborare sempre più. Il ragtime era sicuramente la base comune ma parte del repertorio che contribuì alla nascita del jazz furono sicuramente l'influenza dell'intonazione blues e le forme vocali del teatro d'opera. Infatti sebbene i neri non avessero accesso alle grandi sale da concerto, le sonorità del bel canto si diffondevano nella capitale della Louisiana dove il primo teatro era sorto già alla fine del 1700. Gli artisti di colore ebbero modo di percepire l'importanza della vocalità e del fraseggio unita alla capacità della melodia di esprimere i diversi sentimenti. Anche gli immigrati siciliani, arrivati in gran numero e considerati, dai razzisti bianchi, allo stesso livello dei neri, con le loro influenze orientali portarono al nascente stile musicale la passione per le intonazioni arabeggianti. A New Orleans i bianchi potevano ascoltare il ragtime nelle sale da ballo all'aperto, mentre i creoli (i figli nati da unioni tra bianchi e indigeni, cioè mulatti e neri) organizzavano serate in piccoli locali. Nacquero così posti come il leggendario Storyville. Ogni club aveva la sua piccola orchestra e il suo stile. Gli artisti di colore non suonavano solo nei locali a luci rosse ma erano attivi anche nelle comunità religiose e soprattutto si riunivano nei barbershop, vere e proprie botteghe in cui i diversi artisti si trovavano per le prove. La svolta si ebbe con Buddy Bolden (1877 - 1931), ancora oggi considerato il primo vero jazzista della storia. Suonava la cornetta nel suo club per intrattenere il pubblico pagante ma verso sera, quando le persone abituate al ballo e al ragtime se ne andavano, improvvisava melodie lente con un suono dolce e malinconico. Era il 1917 quando, accompagnato da clarinetti, trombe, chitarra e contrabbasso, creò un suono melodico con ritmo sincopato che subito si diffuse dal pubblico della notte al grande pubblico dei club. Della sua musica non si hanno registrazioni dirette. Diversi sono gli autori che hanno cercato di riprodurre quello specifico sound, oggi ricondotto al brano classico Buddy Bolden's Blues. .Storia del Gospel testo di A. Piovani Le origini Il termine gospel, letteralmente Vangelo, indica comunemente un genere di musica religiosa, tipica espressione della cultura afroamericana. Durante i secoli XVII e XVIII, quando dodici milioni di africani vennero deportati in schiavitù al di là dell’Atlantico, fu la voce l'unico strumento che permise loro di mantenere la propria identità culturale. Il canto accompagnava condizioni di vita proibitive e alleviava le fatiche del duro lavoro quotidiano. Nacquero le Plantation Songs da cui derivarono le Work Songs la cui funzione era di cadenzare i movimenti ripetitivi del lavoro. Attraverso Calls (richiami) e Cries (grida) invece, la vitalità africana poteva manifestarsi: i primi costituivano semplici sistemi di comunicazione di vario genere, per chiamare i lavoranti fuori dalle piantagioni, per segnalare l'ora del lavoro, per attirare una ragazza; i secondi erano spontanee manifestazioni sentimentali. L'indomabile anelito di libertà presente nel cuore dei neri in cattività spinse molti padroni bianchi, dalla fine del XVIII secolo, a intraprendere l'opera di conversione al cristianesimo degli schiavi, ancora in gran parte legati alla religiosità africana. La religione fu usata come valido mezzo di controllo sociale, affinché, attraverso i sentimenti della carità cristiana, si sottomettessero più docilmente al loro volere. Il contatto con la liturgia cristiana portata in America dai predicatori evangelici generò un ibrido tra riti africani, musicalità africana e religione dei bianchi di origine europea. Nacquero così i negro-spirituals etichetta con cui si distinsero i canti religiosi afroamericani dagli spirituals bianchi. Contrariamente alle intenzioni degli schiavisti però, i negro-spirituals da semplici inni religiosi si trasformarono in una esaltazione della liberazione del popolo nero; agli schiavi africani, così come fu per gli ebrei schiavi in Egitto, Dio concederà certamente l'accoglienza nel suo Regno, in riparazione dei torti subiti. La dimensione di popolo nello spiritual è rappresentata dalla sua stessa natura di canto di gruppo; il gruppo, l'assemblea dei credenti rievoca la tribù, mentre il predicatore, cantando e alternandosi con il coro, ricorda l'anziano, il pastore, la guida religiosa. La nascita e i luoghi E' il 1° gennaio 1863 quando Abraham Lincoln emana la Proclamazione di Emancipazione, grazie alla quale i neri, finalmente liberi, passano dai campi di cotone e dalle fattorie ai ghetti. La musica nera, superati i confini delle piantagioni, incontra le tradizioni musicali di origine europea ed il patrimonio dei canti religiosi afroamericani inizia ad essere raccolto, studiato e riarrangiato, attingendo musicalmente alle nascenti forme del jazz e del blues. Negli anni Venti Tomas Andrew Dorsey, georgiano di nascita e musicista blues a Chicago, recupera le forme tradizionali degli spirituals, in particolare dei Jubilee, ovvero le marce come When the Saints, e le fonde con le strutture musicali e ritmiche del jazz e del blues dando così vita ad un ibrido originale e complesso, dalla sonorità ben riconoscibile, che costituisce il motivo del vasto successo della neonata gospel music. La musica diventa più sincopata, più elaborata, i testi diventano personali e meno comunitari, ma l’anelito alla libertà rimane invariato: negli spirituals riguarda la schiavitù imposta dai padroni bianchi, mentre nel gospel riguarda la rivendicazione dei diritti civili contro le varie forme di schiavitù individuali, da cui ogni essere umano aspira a liberarsi. Dal 1930 l’ascesa di questo nuovo genere musicale è inarrestabile, e ben presto, grazie anche all’avvento e alla diffusione di radio e giradischi, oltrepassa i confini americani per approdare in Europa e in tutto il mondo. I contenuti religiosi della musica gospel ed il fatto che questa spesso ha accompagnato la liturgia evangelica, fa della chiesa il luogo naturale per l’esecuzione di un suo concerto. Ma non è sempre stato così. Durante il periodo della schiavitù, i padroni non permettevano agli schiavi di ballare e di suonare come si usava in Africa. Si riunivano così in posti segreti o all’aperto per condividere attraverso la musica le loro gioie, dolori e speranze. Con la fine della schiavitù apparvero le prime chiese in cui l'influenza delle tradizioni africane, dalle quali avevano ereditato le grida, gli applausi, i balli ritmici e le canzoni di esultanza nate nelle piantagioni, si fecero evidenti. Ma prima di conquistarli, il gospel fu addirittura bandito dai luoghi di culto. Nonostante i suoi contenuti dichiaratamente evangelici, infatti, per la fusione del sacro (spirituals e inni) con il profano (la musica commerciale), per un certo tempo non fu ben visto dalle chiese evangeliche. I gruppi, gli autori, gli interpreti La musica gospel è tipicamente corale. Ma se questo genere musicale ha avuto tanta fortuna e diffusione negli Stati Uniti e nel mondo è soprattutto grazie ai suoi Jubilee Quartet caratterizzati da un accentuato virtuosismo polifonico. Il loro stile aveva un richiamo più commerciale di quanto ne avessero gli arrangiamenti dei cori, più orientati verso la chiesa, e la loro diffusione e popolarità fu tale da non avere rivali in fatto di pubblico nell’America degli anni Quaranta. Tra i gruppi più rappresentativi spiccano Dixie Humming, Five Blind Boys of Mississippi e Golden Gate Quartet. Il crescente successo del genere porta alla nascita di numerosi importanti interpreti solisti. A tal proposito, la figura più famosa è senz’altro quella di Mahalia Jackson, l’esempio più prestigioso del successo raggiunto dal genere. Definita la regina del gospel, fu la cantante che vendette otto milioni di copie del singolo Move On Up a Little Higher, portando il gospel fuori dalle chiese degli afroamericani: nessun disco del genere aveva mai venduto tanto. E fu colei che, protagonista della marcia di Washington per i diritti civili nel 1963, intonò la celebre We Shall Overcome, prima del più famoso discorso sulla non violenza pronunciato dal reverendo Martin Luther King, ricordato dai più per la frase “... I have a dream”. La critica di settore, però, è pressoché unanime nel ritenere la vera regina del genere Dorothy Love Coates, artista dalla voce roca e ghiaiosa, dotata di grande forza interpretativa e trascinante che in un gospel sugli Holy Rollers, (I Santi Rotolanti), i fedeli che, trasportati dal canto e dalla preghiera, raggiungono l'estasi religiosa ballando e dimenandosi, canta: "Alcuni diventano allegri, corrono, altri parlano in una lingua sconosciuta, alcuni gridano in estatica trance, non avete mai visto i santi fare la danza sacra?" La musica sul Grande Schermo a cura di S. Muri Il Jazz nel Cinema Sono trascorsi 76 anni da quando la parola Jazz fece la sua prima apparizione sugli schermi cinematografici. Si tratta di The Jazz Singer, primo film sonoro della storia del cinema. Protagonista di questo lungometraggio del 1927, diretto da Alan Crosland, è Al Jolson, famoso cantante-attore di Broadway la cui caratteristica é quella di tingersi il volto di nero e le labbra di bianco. “You ain't heard nothin' yet”, unica frase pronunciata dal protagonista, afferma in una battuta la fine dell'era del cinema muto e l'inizio di quella del sonoro. L’anno successivo sempre Al Jolson interpreta il secondo film sonoro, The Singing Fool in cui si ascoltano anche i dialoghi. Nel 1929 King Vidor gira Hallelujah, uno straordinario film interpretato interamente da attori di colore. L’anno seguente viene proiettato The King of Jazz di John Murray Anderson girato in technicolor primitivo, cioè basato su due colori e non su tre come avverrà dopo qualche anno. In seguito, nei primi anni Trenta, molti artisti interpretano il ruolo di cantante. Fra questi degno di nota è il musical short Symphony in Black del 1934 con una giovanissima Billie Holiday. Del 1937 è Hollywood Hotel diretto da Busby Berkeley con Benny Goodman e la sua orchestra. Nel 1941 escono Birth of the Blue di Victor Schertzinger interpretato da Bing Crosby e Second Chorus di Harry C. Potter con Paulette Goddard. Del 1943 Stormy Weather di Andrew Stone e Reveille with Beverly di Charles Barton. Del 1946 è New Orleans (La Città del Jazz) di Arthur Lubin con Louis Armstrong e Billie Holiday. In Italia un grande successo ha il film A Song is Born (Venere e il professore) di Howard Hawks del 1948 con Danny Kaye e Virginia Mayo che interpreta Honey, la pupa del gangster braccato dalla polizia, che si rifugia da un gruppo di musicologi che stanno scrivendo un'enciclopedia: tra una canzone jazz e l'altra, scoppierà l'amore con il direttore dell'istituto. Gli anni Cinquanta vedono molti film ispirati alla vita di celebri musicisti: Kirk Douglas interpreta Bix Beiderbecke in Young Man with a Horn (Chimere) di Michael Curtiz del 1950 con Doris Day; James Stewart è Glenn Miller nel magnifico The Glenn Miller Story di Anthony Mann del 1952. Oltre ai film biografici, merita attenzione The Strip (La donna del gangster) del 1951 con Mickey Rooney e gli All Stars di Louis Armstrong. Arriviamo agli anni Sessanta, precisamente nel 1961 con Paris Blues di Martin Ritt: protagonisti Paul Newman e Sidney Poitier nelle vesti di un trombonista e di un sassofonista americani ingaggiati da un jazz club parigino. Martin Scorsese nel 1977 firma uno dei film più famosi dedicati al jazz: con New York, New York con Robert De Niro e Liza Minnelli, viene ricostruita l’atmosfera musicale degli anni della guerra con il sound di Tommy Dorsey. Negli Stati Uniti il jazz-movie mette le radici nel cinema d’autore con Cotton Club di Francis Ford Coppola del 1984, dove si raccontano i fasti del mitico locale di Harlem degli anni Venti, frequentato solo dai bianchi, nel quale si esibiva il meglio dello spettacolo e della musica nera. La vita di Charles Parker è narrata in Bird di Clint Eastwood del 1988 con uno splendido Forest Whitaker nella parte del protagonista. Un racconto in cui la musica del jazzista contrasta con la sua tragica vicenda umana. Mo' better blues di Spike Lee del 1990 con Denzel Washington mette sullo schermo la vita di un immaginario jazzista contemporaneo, in cui la critica sembra aver voluto vedere un personaggio somigliante al grande trombettista nero Miles Davis. In tempi più recenti ricordiamo: Kansas City del 1996 diretto da Robert Altman e Sweet and Lowdown (Accordi e disaccordi) di Woody Allen girato nel 2000, una storia di fantasia che racconta le disavventure musicali di un chitarrista degli anni Trenta di nome Emmet Ray, interpretato da Sean Penn. Infine il film Whiplash del 2014, regia Damien Chazelle, vincitore di tre premi oscar. Gospel Choir Movies Nel corso degli anni anche il genere musicale gospel fa il suo ingresso al cinema. Tra le pellicole più conosciute: Sister Act, un film del 1992 diretto da Emile Ardolino con Whoopi Goldberg, un lungometraggio il cui successo si deve in gran parte alla simpatia della protagonista, e alla colonna sonora di Marc Shaiman. The Fighting Temptations, film statunitense del 2003 del regista Jonathan Lynn con Cuba Gooding Jr. e Beyoncè Knowles dove si raccontano le rocambolesche avventure di Darrin che può riscuotere la cospicua eredità della zia Sally solo a condizione di vincere con il coro gospel della città la prestigiosa gara annuale. The Gospel del 2005 diretto e scritto da Rob Hardy. Il film narra la vicenda di David, una star di hip-hop figlio di un pastore protestante a capo di una fervente comunità religiosa ad Atlanta. La chiesa ha problemi economici e rischia di chiudere, il padre nel frattempo muore d’infarto, costringendo il figlio a rischiare la carriera per salvare la chiesa. Pros��m� �p��nt���nt� domenica 29 maggio 2016 AMA Young String Orchestra Scuola CFM, Barasso (Va) Accademia Amadeus, Agrate Conturbia (No) seguiteci sui Social Media per conoscere tutte le iniziative