¾ Introduzione ¾ Biografia ¾ Strumenti ideati da Volta ¾ Riconoscimenti Alessandro Volta due secoli fa inventava la pila. All’epoca aveva 54 anni ed era uno dei fisici più famosi d’Europa. Dal 1778 aveva la cattedra di Fisica Sperimentale all’Università di Pavia e dirigeva il Gabinetto di Fisica. Da lui prende nome il "volt“ . Ancora oggi conserviamo alcuni degli strumenti da lui inventati o utilizzati. Volt L’unità di misura della differenza di potenziale che Volta definiva come "tensione“. BIOGRAFIA I Primi anni Le prime ricerche Gli ultimi anni Primi anni Alessandro Volta nasce a Como il 18 febbraio 1745 da don Filippo e donna Maddalena dei Conti Inzaghi. Dal 1758 al 1760 segue la Scuola di Rettorica presso i gesuiti. I suoi autori prediletti sono Tasso e Virgilio; si diletta a scrivere versi in latino . Inizia quindi gli studi filosofici (Ginnasio) . Finito il Ginnasio, abbandona gli studi e continua, da solo, ad interessarsi dei fenomeni elettrici, studiando i testi del Musschenbroek, del Nollet e del Beccaria, i tre maggiori scienziati del tempo nel campo dell’elettricità. Le prime ricerche Nel 1769, appena ventiquattrenne, pubblica il suo primo lavoro, in latino, dal titolo De vi attractiva ignis electrici ac phaenomenis inde pendentibus, di cui però ne contesta la teoria relativa all’elettricità vindice. Nel 1774, è nominato Soprintendente e Reggente alle R. Scuole di Como. Approfondendo la teoria, già sviluppata nel De vi actractiva, egli arriva nel 1775 a costruire un nuovo apparato in grado di fornire elettricità senza bisogno di un continuo strofinio, come nelle macchine elettrostatiche in uso. Questo nuovo strumento, chiamato dal Volta stesso elettroforo perpetuo, viene in poco tempo apprezzato e utilizzato in tutti i laboratori europei. Gli ultimi anni Volta si era sposato nel 1794, con donna Teresa Peregrini, da cui ebbe tre figli maschi. Dopo l’invenzione della Pila, in parte per gli impegni politici, in parte per l’attaccamento alla famiglia, Volta abbandona praticamente l’attività di ricerca e in gran parte l’insegnamento. Il distacco finale dall’insegnamento avviene nel 1813, ma il governo imperiale prima e quello austriaco poi, per non privare l’Ateneo pavese dei preziosi servigi del grande fisico, lo nomina Direttore della Facoltà di Filosofia. Nel 1819 si ritira definitivamente nella casa di campagna a Camnago, dove muore il 3 marzo 1827. Frontespizio dell’articolo De vi Actractiva ignis electrici del Volta Elettroforo Perpetuo Questo strumento, inventato da Volta, costituisce il primo esempio di macchina elettrostatica basata sul fenomeno dell'induzione. Sopra la schiacciata, preventivamente caricata per strofinio con un panno, si appoggia lo scudo, toccandolo con un dito per metterlo a terra. Tolto il collegamento con la terra si solleva lo scudo che risulta carico per il fenomeno dell'induzione elettrostatica. Senza che sia necessario strofinare ancora la schiacciata, si può appoggiare di nuovo su di essa lo scudo più volte, ottenendo così quantità di cariche anche elevate. Questa macchina aveva proprio il pregio di poter fornire elettricità in modo durevole e continuo, tanto da venire chiamata "elettroforo perpetuo". Condensatore a dischi Questo strumento è un condensatore piano, costituito da due dischi conduttori, detti armature, su uno dei quali è applicato uno strato isolante di ceralacca. Esso permette di "condensare", cioè di accumulare cariche elettriche. Dopo aver caricato per contatto il disco inferiore, si posa sopra di esso l'altro, inizialmente scarico. Per il fenomeno dell'induzione elettrostatica esso si carica di segno opposto e, collegandolo con la terra, si ottiene un apparato con una grande capacità elettrica, cioè "capace" di accumulare una grande quantità di carica. Apparati di questo tipo erano noti dalla metà del Settecento, oggetto di esperienze e di interpretazioni da parte di vari "Fisici Elettricisti", come Franklin, Aepinus e altri. Volta lo annunciò come uno strumento originale, a partire dal suo elettroforo ; gli diede il nome attuale e se ne attribuì l'invenzione, spiegandone il funzionamento in base alla sua teoria delle atmosfere elettriche. Elettrometro a pagliuzze Questi elettrometri furono ideati da Alessandro Volta come modifica di elettroscopi simili che al posto delle pagliuzze avevano o palline leggerissime appese a fili, o fili di argento o foglioline d'oro. Le modifiche apportate da Volta avevano lo scopo di rendere le misure di potenziale confrontabili e ripetibili. Elettrometro condensatore Questo strumento venne ideato da Alessandro Volta per evidenziare cariche elettriche così deboli, da non provocare divergenza delle pagliuzze neppure nell'elettrometro più sensibile. L'artificio consiste nel far variare considerevolmente la capacità dell'elettrometro agendo sul condensatore ad armatura mobile avvitato alla sua sommità. In un primo tempo la capacità viene enormemente aumentata appoggiando sul piattello fisso il piattello mobile e mettendo quest'ultimo a terra. In questa situazione, ponendo un capace conduttore o una bottiglia di Leida debolmente carichi (tanto da non essere in grado di trasferire una carica apprezzabile al normale elettrometro) a contatto con il piattello inferiore, una parte significativa della loro carica viene richiamata su di esso. In un secondo tempo la capacità dell'elettrometro viene drasticamente diminuita allontanando il piattello superiore: le cariche presenti sul piattello inferiore si ridistribuiscono e una parte di esse passa sulle pagliuzze, che divergono così sensibilmente. Eudiometro Gli eudiometri sono essenzialmente costituiti da recipienti di vetro, in cui penetrano due elettrodi, tra i quali è possibile far scoccare una scintilla. In questo particolare caso l'elettrodo è uno solo ed è isolato dal resto dell'armatura. Tra questo e l'armatura stessa scocca la scintilla, che provoca la combinazione dei gas contenuti all'interno dell'ampolla, in genere aria comune ed "aria infiammabile metallica", cioè idrogeno. Gli eudiometri venivano comunemente usati da Alessandro Volta per saggiare la respirabilità dell'aria. La pistola di Volta La pistola ideata da Alessandro Volta, veniva generalmente riempita con una miscela di idrogeno e di aria comune e chiusa con un tappo di sughero. Si toccava poi uno degli elettrodi con una mano e si avvicinava l'altro ad un polo di un macchina elettrostatica. Allo scoccare della scintilla tra questi ultimi e contemporaneamente all'interno della pistola, l'accensione della miscela provocava una forte esplosione e l'espulsione violenta del tappo. Questi esperimenti creavano grande stupore. Essi rispondevano cioè alla duplice esigenza, molto sentita all'epoca, di "fare spettacolo" e di divulgare gli ultimi risultati della scienza. La pila di Volta La pila di Volta, costituisce il primo apparato elettromotore " perpetuo ", in grado cioè, di fornire corrente continua se inserito in un circuito chiuso. Come Volta stesso la descrive nella lettera in cui ne dà l'annuncio, essa è costituita da una serie di dischi di rame o meglio di argento, sovrapposti uno a uno ad altrettanti dischi di stagno o meglio di zinco. Fra ogni coppia di dischi metallici e la successiva è interposto un disco di cartone, o di altro materiale, imbevuto di acqua salata o acidulata. Nel suo primo esemplare Volta aggiunge a una estremità un recipiente contenente sempre acqua salata o acidulata, che permette l'immersione di una mano facilitando lo svolgersi di esperimenti, a volte anche curiosi. L'interpretazione del funzionamento della pila è piuttosto complessa, coinvolgendo fenomeni elettrici e chimici. Volta dà la massima importanza al contatto-bimetallico e, pur osservando alcuni effetti chimici, resta sempre legato a una spiegazione elettrico-metallica, in contrasto con la spiegazione chimica. Riconoscimenti Nel 1881 l’unità di misura del Sistema Internazionale del potenziale elettrico venne chiamata Volt in suo onore. La città di Como ha dedicato a Volta musei, rassegne, monumenti, vie e istituti scolastici. Lo stato italiano gli ha invece dedicato lo spazio sulle banconote da 10 mila lire. La banconota da 10.000 lire circolava in Italia prima dell'introduzione dell’euro. Nell'ultima versione, emessa a partire dal 1984, vi è raffigurato Alessandro Volta, ripreso da un'incisione di Rados del 1828, e una riproduzione della “pila"; sul retro c'è un'immagine del Tempio Voltiano di Como. A cura di: LICEO SCIENTIFICO “R.L. SATRIANI” CLASSE 4^B A.S. 2006 - 2007 Lucrezia Carvelli Assunta Corace Alessandro Rocca Angela Calogero PROGETTO ENEL “ENERGIA IN GIOCO”