☰ Search Esplora Accedi Crea un utente Pubblicare × Cap.4 IL MESSAGGIO BIBLICO 1.La tradizione anticotestamentaria 2. La tradizione nootestamentaria 3.La testimonianza apostolica • Introduzione: la Bibbia contiene diverse immagini di società • -relazione ermeneutica tra comunità ecclesiale e testo biblico (scrutare i segni dei tempi), • -interpretazione e rielaborazione della cultura del tempo:AT, NT, …. • --l’esperienza sociale biblica nelle sue varie forme è quella della società tradizionale organica • • i testi biblici non possono essere applicati direttamente alla situazione contemporanea • -il nostro obiettivo è individuare il giudizio che la fede in Gesù pronuncia sull’esperienza sociale, cogliendo i modelli sintetici del rapporto fedesocietà per enucleare le categorie teologiche morali che possono interpretare il vissuto sociale come tale 4.1. La tradizione anticotestamentaria • -lettura cristologica dell’AT attraverso le grandi tradizioni • 4.1.1. Il diritto sacro nella tradizione mosaica • -l’Alleanza come momento costitutivo • -la Legge all’interno dell’Alleanza come fiducia e gratitudine-fedeltà al donopromessa (liberazione) di Dio • -senso religioso della legge (diritto consuetudinario interpretato come espressione di un’istanza divina che lo regola e lo giudica). L’esperienza religiosa di Israele interpreta la vita sociale • -manca ancora la distinzione tra l’ordine sociale, concepito come immutabile e stabilito da Dio, e forme storiche in cui esso si dà • -ne deriva una concezione sacrale del diritto e teocratica della società, presente anche dopo l’esilio • -il destino dell’uomo coincide con quello del suo essere popolo • -il diritto, che strutturava il vivere sociale del tempo e primo legame istituzionale tra le tribù, è riconosciuto come esigenza di Dio nei confronti del suo popolo 4.1.2. La monarchia davidica • -l’istituzione politica dopo quella giuridica diventa mediazione della signoria di Dio attraverso un discernimento critico dei modelli esistenti • -da un atteggiamento iniziale di diffidenza (1Sam 8) e condanna ad una valutazione della monarchia come voluta da Jahvè e con aspetti specifici e sottoposta a critica (1Sam 10) • -legame con le concezioni mediorientali e valenza religiosa e sacrale della monarchia • -tuttavia critica delle infedeltà e colpe dei re da parte dei profeti. Relativizzazione e limitazione del potere, il re un uomo come gli altri 4.1.3. La predicazione profetica • -i profeti costituiscono una critica alla monarchia e manifestano la sensibilità sociale della Scrittura, la stretta relazione tra esperienza religiosa e vita sociale • -formule sintetiche: diritto e giustizia • -i peccati sociali come mancanza di fede, giustizia come fedeltà a Dio ed espressione di fede, diritto come fedeltà alla comunità non semplice correttezza • -i profeti prima dell’esilio (Amos, Osea…) • I peccati dei potenti come tradimento dell’Alleanza • -rischio di utopia: fedeltà a Dio e necessità di una strategia sociale, teocrazia e relatività di ogni prassi politica • -la critica profetica, pur in nome di una visione teocratica, evidenzia una progressiva divaricazione tra ideale salvifico e realtà storico sociale. • -periodo dell’esilio (Ez Ger…) • -crisi delle istituzioni e dell’identità collettiva, e nuovo rapporto individuo-società • -responsabilità personale e dimensione più universale: cuore legge alleanza nuove • -la legge che scaturisce dalla nuova alleanza è interiore e universale, va al di là di ogni determinazione sociopolitica. Esempi di tale posizione: • -i carmi del servo di Jahvè indicano una qualità della convivenza e atteggiamenti etico-religiosi universali irriducibili a strutture storiche sociali • -la lettera di Ger agli esiliati: fede e organizzazione sociale non coincidono, promessa di salvezza e peccato investono tutti i popoli, denuncia dell’ambiguità di ogni sforzo civile • -in modo simile ai profeti colgono il rapporto tra esperienza religiosa ed esperienza sociale Gen 4-11 : • -le genealogie della tradizione sacerdotale: il disegno provvidenziale di Dio è universale • -la tradizione jahvista espone una concezione pessimista della civiltà umana e l’ambiguità del progresso: torre di Babele, Caino • -distinzione tra giustizia escatologica della fede e giustizia storico-sociale 4.1.4. Il genere apocalittico e sapienziale • -sullo sfondo vi è un giudizio di condanna sulla civiltà attuale, tempo delle persecuzioni, battaglia tra il bene e il male • -la letteratura sapienziale cerca di individuare una direzione nella varietà della vita: serie di indicazione sull’onestà e correttezza sociale, idea dell’ordine naturale disposto da Dio, legame tra il compito del re e il disegno di Dio • -intreccio e differenza tra giustizia di Dio e giustizia sociale • -conclusione:-la promessa di Dio riguarda non il destino del singolo individuo ma piuttosto quello del popolo • -il comandamento di Dio interpella la libertà dell’uomo, non tanto le istituzioni ma il cuore • -nesso tra coscienza personale e destino comune, giudizio della fede correlativa alla Rivelazione sulla vita sociale • -si supera il nesso prima inscindibile persona-comunità. Israele come libera comunità di fede • -il povero e il sofferente figura emblematica del giusto 4.2. La tradizione neotestamentaria • -i problemi sociopolitici sono affrontati da Gesù nella prospettiva religiosa • 4.2.1. Gesù e la società del suo tempo • Al centro non sta una preoccupazione storico sociale anche se non è estranea alla sua missione • -predica una morale che supera i principi della convivenza sociale ma non si estranea dalle strutture poltiiche • -l’insegnamento di Gesù va distinto da quello degli apostoli • -nell’insegnamento di Gesù si distinguono gli atteggiamenti pratici dalle parole esplicite • -gli atteggiamenti pratici di Gesù sono a) l’accettazione complessiva del quadro sociale esistente e b) il rifiuto di ogni ministero sociale. • -le parole esplicite si raccolgono attorno c) al giudizio critico circa le autorità politiche e d) all’inesistenza dell’altternativa tra obbedienza a Dio e obbedienza a Cesare • A)Gesù accetta il quadro politico in cui vive. Paga le imposte sia al Sinedrio che a Cesare. • -si distingue dagli altri gruppi per non aderire ad una visione teocratica. • -Non trae dall’annuncio del Regno la conseguenza che occorre rifiutare l’autorità sociale esistente con la lotta o con la fuga nel deserto. • B) Gesù rifiuta ogni ministero sociale • -la sua autorità non è dello stesso genere delle realtà politiche • -i figli di Zebedeo, primo annuncio della passione, moltiplicazione dei pani, segreto messianico, le tentazioni, • -compimento del processo di interiorizzazione e universalizzazione dell’Alleanza e della dissociazione del Regno di Dio dai regni terreni pur riconoscendo a questi la loro competenza • -la società come luogo di annuncio della Buona Novella in nome di una concezione storico escatologica e non intimistica della Rivelazione • -la giustizia del Regno è superiore a quella dei farisei ma di questa non si può fare a meno • -dissoluzione del connubio teocratico e della gestione civile della legge mosaica • C)Gesù esprime un giudizio critico sulle autorità civili. Non indifferenza né estraneità • I) “Se la vostra giustizia non supererà… • -scaturisce dalla presenza del Regno • -traboccante come è perfetto il Padre, compie ma non coincide con la Legge che rimane necessaria come ordinamento sociale, si esprime in paradigmi • II)Lc 22,24-27 “I re delle nazioni…come colui che serve”. Giudizio critico sul potere politico, potere come servizio, la tentazione demoniaca • -il giudizio sul “mondo” e sui cuori • -legame tra ricchezza e incredulità, povertà sociale e ingiustizia • Contraddizione tra Regno e società storica. Urgente la conversione • D)l’obbedienza critica dovuta a Cesare • Mc 12,13-17 non alternativa né parallelismo tra i due ambiti separati e di eguale peso, né trascrizione politica del Regno o teocrazia, né valenza teologica di Cesare o cesaropapismo • -Gesù non rinuncia alla cittadinanza, paga le tasse, • -secolarizzazione evangelica come autonomia e autolimitazione: la responsabilità verso Dio è più radicale dell’obbedienza sociopolitica, e fonda la responsabilità nell’ambito sociale. Le forme storiche di tale responsabilità sono determinate dall’etica sociale • -autonomia del politico e feroce critica della tentazione idolatrica. Difendendo le ragioni di Dio si promuovono le ragioni dell’uomo • -osservazioni conclusive • Interesse laterale del NT ai problemi sociali, interesse centrale è il Regno • --la realtà sociale politica viene riconosciuta nella sua autonoma consistenza e non ridotta ad uno strumento • -critiche alle spinte idolatriche senza strumentalizzare il politico: sarebbe un’idolatria di ritorno, critica e rispetto 4.3. La testimonianza apostolica • Prese di posizione parziali e influenza dello stoicismo e giudaismo • A) relativizzazione dell’istituzione politica • La chiesa si pone non come società alternativa ma all’interno di rapporti sociali dati, giudicati come parte del disegno di Dio e desacralizzati • -si assume l’ethos come mediazione della fede e si afferma la radicale novità della carità, ubbidienza e lealtà come espressione della fede • -il fondamento cristiano dell’obbedienza civile relativizza le istituzioni sociali . • -es. di relativizzazione del sociale • 1Cor 6,1-12 non ricorrere ai tribunali civili • -non sovvertire gli ordinamenti sociali come la schiavitù ma viverli nello spirito della fraternità, schiavi come fratelli • La fede può essere vissuta in condizioni diverse (ordine sociale immutabile) che non sono sacralizzate né rifiutate • -solo i mutamenti culturali introdurranno l’idea che le istituzioni sono storiche e mutevoli (rapporto storia ed escatologia) • -dalla Scrittura non sono deducibili scelte sociali, necessaria la mediazione etica • B) la libertà del cristiano nei confronti dell’autorità • -giudizio negativo sulla autorità quando prevarica, specialmente nella tradizione apocalittica • -es. di disobbedienza civile At 4,5-22; 5,17-40 • -per motivi religiosi non civili. Secolarizzazione del potere come novità cristiana • C) i doveri del cristiano verso l’autorità • -sono parte della catechesi ordinaria come nelle “tavole domestiche”… • • • • Rom 13,1-7; 1Pt 2,13-17 -lealismo cristiano non comunità eversive, La tentazione degli entusiasti di Corinto -la coscienza del carattere provvisorio delle distinzioni sociali relativizza le distinzioni stesse, permanenza della realtà sociale e radicale relativizzazione, 1Cor 7,21-24 • D) giudizio negativo sull’autorità politica e sulla società in chiave storico-salvifica • -nel contesto dello scontro con l’autorità prevaricante At 4,24-30, Fil 3,20 giudizio escatologico di condanna sulla realtà storica dell’autorità • -Apocalisse: tempi di persecuzioni, l’avversario, la Bestia • -potere politico e società pagana sono fusi • -tradizione enfatizzata dall’esegesi protestante Una vivente relazione alle narrazioni bibliche • I) differenza qualitativa tra giustizia di Dio e giustizia storico sociale: • -il Regno di Dio è pace e amore, è libera adesione del singolo, promessa e evento gratuiti non compimento di un processo storico • - i rapporti sociali sono parziali e limitati, coercitivi, si preoccupano di ciò che è comune e generale, miglioramento delle condizioni civili • Irriducibilità del Regno alle realtà storiche, desacralizzate (laicità) • -la giustizia superiore del discepolo è espressione della universalità della fede e salvezza, non va intesa in senso intimistico e privato • II)la giustizia superiore del discepolo va vissuta dentro i rapporti sociali e non elimina le esigenze della giustizia legale a motivo della condizione di peccato perché sono figure di bene • -le strutture sociali sotto il giudizio della fede al modo della responsabilità • Paradosso cristiano ( nel mondo ma non del mondo) e responsabilità morale • -atteggiamento critico che deriva dal fatto che il Regno non abbisogna di incarnazione istituzionale e dal fatto che la giustizia del discepolo deve essere superiore a quella sociale (nel NT si esprime senza modificare l’ordine stabilito) • III-le narrazioni bibliche aprono un mondo di significato che arricchisce i sigificati stabiliti e permette di criticarli • -dimensione poetica e relazione vivente tra i credenti e il mondo biblico • -le metafore bibliche rendono possibile una comprensione più profonda della realtà (mano invisibile, invisibile stretta di mano…) la società in termini di alleanza • IV-uno stile di vita ispirato alla Bibbia ma senza dedurre da essa i sistemi istituzionali • -né rimando immediatistico al testo senza predisporre il contesto di senso del testo, applicazione del testo direttamente ai problemi nostri che sono diversi da quelli del testo biblico (parabola dei talenti e impresa capitalista) • -relazione ermeneutica tra una comunità che vive in un contesto storico e il testo biblico con il suo universo di significato Scarica 1. 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