THREE SPIRITS Nadia Braito voce Stefano Dall’Ora contrabbasso Francesco D’Auria percussioni Hang Three Spirits è un trio di recente formazione che nasce con l’intento di fare musica con la voglia di ricercare paesaggi sonori profondi, attraverso un organico strumentale insolito: voce, contrabbasso e percussioni. La loro musica dal carattere meditativo e introspettivo è capace di raggiungere gli spettatori passando dagli standard jazz a pezzi propri, dai brani popolari brasiliani alla musica contemporanea. ”Un gruppo dalle tante anime, che iresce a creare un’atmosfera molto particolare con le sue note”: Gianluca Petrella Gianluca Petrella Gianluca Petrella trombone elettronica Gianluca Petrella (Bari, 14 marzo 1975) è un trombonista italiano, considerato fra i più dotati trombonisti jazz del momento, avendo vinto nel 2006 e nel2007 la classifica per i migliori artisti emergenti del jazz mondiale stilata dal giornale statunitense Down B. Si è diplomato con il massimo dei voti al conservatorio di Bari nel 1994 e dal 1993 ha cominciato la sua carriera a fianco di Roberto Ottaviano. Ha collaborato con molti musicisti internazionali, tra cui Joey Calderazzo, Jimmy Owens, Greg Osby, Carla Bley, Pat Metheny, Marc Ducret, Manu Dibango,Enrico Rava partecipando ad alcuni dei più importanti festival jazz del mondo. Il suo esordio discografico risale al 2001 con X-Ray, Auand Records(AU9001). Nel 2002 ha vinto il referendum Top Jazz del giornale specialistico Musica Jazz come miglior talento e nel 2005 come miglior jazzista italiano dell’anno. Conosciuto al grande pubblico per le sue collaborazioni con Nicola Conte (album Other Direction, 2004 ecc.), è da oltre 10 anni tra i principali collaboratori di Enrico Rava e frequenta attualmente la scena jazzistica internazionale con grande seguito di pubblico. Tra i suoi progetti più importanti l’”Indigo 4”, con Paolino Dalla Porta, Francesco Bearzatti e Fabio Accardi e la Cosmic Band. Con gli Indigo ha registrato i fortunati album: Indigo 4 e Kaleido, editi dalla prestigiosa etichetta Blue Note. Proprio quest’ultimo riceve una nomination all’Italian Jazz Awards 2009. Nel 2010 si occupa della direzione artistica del festival Young Jazz in Town. Jazz from Scandinavia Jukka Eskola Quintet Jukka Eskola tromba e flicorno Petri Puolitaival sax e flauto Jukkis Uotila Piano Fender Rhodes Antti Lötjönen contrabbasso Jaska Lukkarinen batteria Jukka Eskola Quintet è una formazione jazz finlandese dove il giovane trombettista leader della band spicca per freschezza e fantasia nelle improvvisazioni. La formazione molto nota nel nord Europa ha una caratteristica musicale legata a sonorità latino-americane impreziosite dal suono inconfondibile del piano Fender Rhodes. Ola Kvenberg Trio Ola Kvemberg violino Steinar Raknes basso Erik Nylander batteria Il Trio Kvernberg Ola è stato fondato nel 2000, a quel tempo formato dal violinista Ola Kvernberg insieme al bassista Steinar Raknes e chitarrista americano Doug Raney. Da allora, il trio è passato attraverso alcune modifiche, l’ultima è stata l’aggiunta di batterista svedese Erik Nylander autunno 2004. Ola è cresciuto in una famiglia di musicisti, suonan- do nella tradizione musicale popolare violino della sua mamma e nonno. Studiare musica classica e folk da 6 anni, ha scoperto la musica jazz all’età di 16 anni e da allora ha poi proseguito il suo interesse per la musica improvvisata. Paolo Angeli e Takumi Fukushima Paolo Angeli chitarra preparata sarda, voce Takumi Fukushima violino, voce Takumi Fukushima inizia lo studio del violino all’età di 5 anni a Tokio. Si laurea alla Art University Of Osaka e, completata la formazione classica, continua la sua formazione e ricerca musicale esplorando altri generi musicali: rock, jazz, pop, underground. Nel 1989/90 entra a far parte della band nipponica After Dinner, con la quale svolge tournée in tutta Europa. Paolo Angeli scatena tutti i suoni che la sua portentosa chitarra preparata sarda e riesce a generare, la Fukushima gli tiene testa strapazzando il suo violino e cantando in quel modo dolce che tanta cinematografia giapponese ci ha abituato a sentire. Mirko Guerrini solo sax Mirko Guerini nasce a Firenze nel 1973. Figlio d’arte inizia giovanissimo gli studi musicali per diplomarsi, nel 1992, in sassofono al Conservatorio di Firenze, dove studia anche composizione, organo, lettura della partitura e pianoforte. Si laurea in Jazz a Firenze con il massimo dei voti e la lode. Nel 1991 inizia gli studi di jazz con Mauro Grossi, Maurizio Giammarco e Dave Liebman Attualmente ha all’attivo sei dischi come solista e leader di formazioni jazz, e guida tutt’oggi il quintetto “Cirko Guerrini” e il “Triodegradabile” oltre che essere solista stabile nel nuovo quintetto di Stefano Bollani “I Visionari” Dal 2006 partecipa come musicista e co-conduttore alla trasmissione radiofonica “Dottor Djembe’, in onda su Radio RaiTre e giunta alla sesta edizione, insieme a Stefano Bollani e David Riondinoe che ha visto anche la realizzazione di 3 puntate per la Tv andate in onda nel Giugno 2010 su Rai3.Nelle estati 200809 ha preso parte ai tour italiani “Carioca” di Stefano Bollani, tour di 40 concerti dei quali 2 con ospite Caetano Veloso. Collabora dal 2003 con Ivano Fossati nei cd e nei live di :“Lampo Viaggiatore”, “Tour acustico”e “L’Arcangelo” suonando sassofoni, clarinetti, fisarmonica e tastiere nei piu’ importanti teatri italiani.Dal Settembre 1999 al 2003 ha lavorato come strumentista e arrangiatore con Giorgio Gaber suonando le tastiere e i fiati nello spettacolo “Gaber 1999/2000”e nei dischi “La mia generazione ha perso”e “Io non mi sento italiano”. Nel 2007 ha preso parte a un tour italiano della band di Billy Cobham, suonando tra gli altri con Brian Auger. Ha prodotto per il festival Sentieri Acustici lo spettacolo “Pan di Legno e Vin di Nuvoli”per voci, solisti e orchestra sinfonica, componendo e arrangiando tutte le musiche, andato in scena nell’Agosto 2007. Ha preso parte alle registrazioni di tutte le nuove sigle dei programmi di Radio RaiTre.Come direttore d’orchestra ha lavorato con “Orchestra della Toscana”, “I Solisti di Perugia”, “L’Orchestra da Camera della Campania”, “Orchestra A. Toscanini” e “Orchestra della Magna Grecia”, dirigendo brani di repertorio o musiche originali. E’ stato premiato al Concorso Internazionale di Composizione “2 Agosto” nel 2000 e nel 2005 e le sue opere per strumenti solisti e orchestra sinfonica sono state eseguite dall’orchestra “A. Toscanini” di Parma e trasmesse da RaiTre. Ha tenuto numerosi seminari in Italia ma anche all’estero, come alla prestigiosa Monash University di Melbourne, al Banff Centre in Canada. Ha pubblicato 2 libri per la Carisch Ed.: un volume di composizioni originali e un volume contenente le partiture di un lavoro cameristico realizzato con Stefano Bollani. Blastula.scarnoduo Monica Demuru voce Cristiano Calcagnile Percussioni, Vibrafono, Batteria, Drum Table Guitar, Pianoforte, Oggetti, elettronica Gabrio Baldacci chitarre Xabier Iriondo chitarre Roberto Cecchetto chitarre Lorenzo Corti chitarre Nella Voce, anche in una sola Voce, c’è un’infinità. E’ oltrepassare il prima e il dopo stando nel centro del proprio tempo, della propria ora. La Voce è aria incandescente che da un corpo scaturisce fremendo. Densa come lava. Tende a ritornare aria, fuoco. Mi può incenerire. Più Voci premono, come un coro anarchico e vibrante, per farsi ricantare e raccontare. I Timbri e le parole sono più liberi dei corpi nei quali si incarnano; volano brucianti oltre l’imbarazzo o il limite di un corpo. BLASTULA.Scarnoduo si fa invadere dalle visioni di voci enormi. traccia nella cenere di un concerto i segni di donne a cui appartengono, per sempre, voci straordinarie. Da Bessie Smith a Elis Regina, da Nina Simone a Joni Mitchell, da Bjiork a Maria Carta, da Cassandra Wilson a Patty Smith… E’ la ferita o la gioia a renderle incandescenti, la consapevolezza del proprio tempo o l’estraneità, la frustrazione o la ribellione. Donne con il dono di osservare, vivere e dare Voce alla consapevolezza dei propri mezzi. Per Lingue di Fuoco Blastula.scarnoduo si accompagna alle chitarre di 4 validi chitarristi, che a turno o in compresenza tessono trame armoniche e voci solistiche accanto alla voce della Demuru e al set batteria-percussioni di Calcagnile Blastula. scarnoduo Blastula è il nome dell’embrione animale in una delle fasi di suddivisione interna. Non più bicellulare non ancora organismo completo. Blastula è anche il nome del duo fondato nel 2006 da Cristiano Calcagnile (batterista, percussionista e compositore) e Monica Demuru (vocalist performer e drammaturg) col quale i due propongono un percorso sonoro multilinguistico con una particolare attenzione alle relazioni tra scrittura e improvvisazione, drammaturgia e suono puro. TUBOLIBRE Gianluca Petrella TUBOLIBRE Gianluca Petrella trombone elettronica Oren Marshall tuba elettronica Gabrio Baldacci chitarre Cristiano Calcagnile batteria La particolarità di questo gruppo nasce dal contrasto che si crea tra i vari strumenti, ovverosia dal ricercato e peculiare suono che scaturisce dalle differenti e atipiche combinazioni strumentali: tuba-chitarra elettrica e percussionitrombone capaci di proporre quelli che - solo sulla carta - sembrerebbero improbabili incontri “africa & blues”, “noise sound” e “free dixie”, atmosfere rarefatte ed elettronica. Una sorta di straordinario e caleidoscopico calembour, capace di pescare nella tradizione ellingtoniana e di scivolare poi verso i territori cari a Hendrix. Quattro musicisti con stili profondamente diversi. Gabrio Baldacci è un sensitivo e talentuoso chitarrista, talvolta vicino a sonorità aspre ma capace di sorprendere con aperture dolcissime intrecciate ad arpeggi della più genuina scuola jazzistica. Cristiano Calcagnile, uno dei pochi “drummer pensanti” della new wave jazzistica italiana, è fondamentalmente un grande improvvisatore a suo totale agio nel tenere ritmi complessi, “giocando” contemporaneamente con percussioni e ferraglie varie. E infine la new entry Oren Marshall che ha sostituito Mauro Ottolini: un vero “must” capace come pochissimi altri in Europa di “usare” e suonare uno strumento assolutamente unico quale la tuba, traendone suoni semplicemente sorprendenti e lavorando con l’elettronica come davvero pochissimi altri. Il tutto miscelato a dovere dall’immensa creatività del “signor” Petrella, ormai riconosciuto ecumenicamente quale uno dei grandi innovatori di uno strumento storico e “sacro” come il trombone. Il Tubolibre Quartet è la più recente formazione dal trombonista pugliese: un combo capace di unire il senso più vivo della tradizione con le sonorità più moderne e contemporanee. Il suo progetto musicale si apre a combinazioni sonore intriganti e alle contaminazioni con il ritmo e il “groove”. Oren Marshall, Gabrio Baldacci e Cristiano Calcagnile sono i musicisti scelti da Gianluca Petrella per dare vita a questa nuova avventura sonora: tre interpreti attenti, naturalmente disposti ad attraversare i linguaggi espressivi, come, del resto, dimostra l’importanza delle loro costanti e coerenti collaborazioni. Fabrizio Bosso Spirituals Fabrizio Bosso Spirituals Fabrizio Bosso – tromba Alberto Marsico- organo Hammond Alessandro Minetto- batteria Lasciate che le sonorità eccitanti di Spiritual,l’album del trio Bosso-Marsico-Minetto, invadano pacificamente i vostri sensi e la vostra anima, e subito vi ricorderete di quella frase pulsante dai Salmi di Davide che Mahalia Jackson amava ripetere, trasformandola in musica ipnotica: Così, alla loro maniera altrettanto peculiare e verace, fanno i tre giovani maestri piemontesi del jazz: scatenano un gioioso e ben controllato frastuono in cerca di alte vette spirituali mentre swingano con la più rocciosa e carnale eloquenza. Band’Union Daniele Di Bonaventura bandoneon Marcello Peghin Chitarra 10 corde Felice Del Gaudio Contrabbasso Alfredo Laviano Percussioni La Band’Uniòn è nata attorno alla necessità di proporre e di rileggere una letteratura musicale più legata alle proprie origini. E’ attorno al bisogno di musica, alla necessità dell’espressione, che ruota il loro lavoro, sia esso jazz, tango, musica contemporanea o libera improvvisazione. La Band’Uniòn, originale per l’accostamento degli strumenti, è intenso e rigoroso, cattura fin dal primo ascolto, dal lirismo limpido ed essenziale alle aggressive sonorità, dalle soffuse e struggenti melodie latine ai tappeti sonori di semplice purezza. Un quartetto, che, pur nel suo essere una proposta di confine, all’incrocio tra etno e jazz, tra tango e improvvisazione “arriva” e comunica emozione, lontano da ogni arido manierismo e intellettualistico sperimentalismo. Cime Domestiche Monica Demuru voce Petra Magoni voce Ares Tavolazzi contrabbasso Paolo Benvegnù chitarre voce Guglielmo Ridolfo Galgiano chitarra L’inedito quartetto composto da Paolo Benvegnu’, Monica Demuru, Petra Magoni e Ares Tavolazzi sarà protagonista di un concerto suggestivo il prossimo 22 luglio e intitolato “Cime domestiche”: I quattro artisti uniscono le loro esperienze musicali che spaziano dal jazz all’indie rock, in una reinterpretazione dei canti tradizionali delle donne montane. Il concerto è un omaggio alla musica popolare corale e alla figura femminile. Proprio per la particolare proposta dedicata alle donne quali protagoniste della cultura e della vita sociale montana abbiamo pensato alla Comunità di Grosio famosa per il ruolo primario delle donne nella vita sociale e famigliare del paese. BALEN’ARRUBIA Tataj Minchillo - chitarra e voce, Silvia Minchillo - voce Christian Sgarella – Piano, fisarmonica e voce, Eros Suà - chitarra e voce, Nico Schrecklinger - Clarino, Sax e percussioni, Filippo Monteleone - Percussioni e voce La voglia di sperimentare e di portare nella musica popolare sonorità nuove e azzardi inediti. Le dissonanze s’intrecciano senza che la tradizione venga tradita. E’ il presente che porta per mano il passato con gli occhi che già sorridono al futuro. La gustosa leggerezza dei suoni mediterranei, del folk, dei ritmi latini che sfiorano le sfumature jazz e blues. E’ un viaggio tra le maree, attraverso le correnti del mondo, partendo dal sud Italia con brani come “Amuri” (tradizionale siciliana),”Amara terra mia” (tradizionale abruzzese), “Malarazza” (Domenico Modugno), “Lu limone” e “Gatti e cani” (Matteo Salvatore), attraversando la Francia tra “Les Tziganes” (Leo Ferrè) e i cori bretoni di “Le Grand Coureur” e “Pique la baleine”, sfociando nella greca “Saranta Palikaria” e nella macedone “Rumelaj”; Navigando ci ritroviamo a sfiorare le coste dell’America Latina con “Gracias a la vida” (Violeta Parra) e “La Martiniana” (Lila Downs) e il viaggio continua... Le note folk si intrecciano con quelle jazz, tra fluide mescolanze che incrociano differenti culture. In queste canzoni popolari si ritrova la semplicità del mondo dei poveri, spesso i veri protagonisti dei brani, sempre i veri protagonisti della realtà; un messaggio di fiducia e solidarietà per gli umili e gli oppressi, messaggio di cui la società attuale, travagliatan da crisi e conflitti, sembra avere sempre più bisogno. Una boccata di ossigeno puro a cui aggrapparsi per non soccombere all’apnea. Non c’è bisogno di grandi volumi, di ritmi scatenati, la buona musica nasce anche da un sussurro: ne è prova la splendida voce di Silvia Minchillo (ispiratrice del progetto) che mostra la sua bravura, senza perdere quelle caratteristiche di naturalezza e freschezza tipiche della sua giovane età. interetnica). (RE)CANTOS DA ALMA Davide Zaccaria cello Maria Anadon voce Ana Cláudia Serrão cello Ângela Carneiro cello André Ferreira cello “Recantos da Alma” un gruppo dove la musica di autori portoghesi fanno da complemento ai temi originali di Davide Zaccaria (con i testi di Maria Anadon) e dove la sonoritá única dei violoncelli si unisce alla vocalitá vellutata di Maria, toccando il cuore del Fado del Jazz e della musica d’autore. Il progetto é completato dai violoncellisti Ana Cláudia Serrão, Ângela Carneiro e André Ferreira BLAOBAB electro music and visual Blaobab è un progetto di musica elettronica e video che si esprime attraverso una performance di 30 minuti. La musica trae ispirazione dalla scena elettronica internazionale iniziata negli anni ’90 mescolando suoni e tecniche che descrivono paesaggi sonori originali, caratterizzati da atmosfere ruvide e spaesanti. L’immagine che definisce il progetto si serve di una semplicità atavica nel tentativo di ricreare una sorta di adorazione / magnetismo riconducibile al tema della spirale. La performance di Blaobab si propone come un viaggio esperienziale, in cui immagini e suoni viaggiano in un flusso di coscienza, cercando di dialogare con una dimensione altra. Il progetto nasce dall’unione del sound-design di Gian Pietro Masa e il progetto visivo di Simone Ronzio.