Focus Valute Emergenti: tra Fed ed economie domestiche deboli 14 maggio 2015 Nelle ultime settimane si sta registrando un sell-off sui titoli governativi a livello globale: le vendite hanno appesantito anche il debito sovrano dei Paesi emergenti, soprattutto sulle scadenze più lunghe. Considerando i rendimenti in valuta (al netto dell’effetto cambio), in alcuni casi i livelli attuali possono essere considerati interessanti opportunità, mentre in altri paesi il selloff è giustificato, oltre che da fattori esogeni, anche da uno scenario domestico piuttosto avverso. Nota ad hoc AUD – Nonostante il quadro sul cambio EUR/AUD appaia incerto in questa fase, visto l’inatteso rafforzamento dell’euro delle ultime settimane, restiamo all’interno di uno scenario di strutturale debolezza della valuta unica, a causa del QE della BCE, che dovrebbe favorire l’AUD. Restiamo dell’idea che il peso dell’azione della BCE faciliti un ritorno del cambio sotto 1,40 con forza relativa per l’AUD. NZD – Superata questa fase, nel breve periodo, la moneta neozelandese potrebbe tornare al di sotto di 1,50 sulla scia dell’impatto del QE sulle quotazioni dell’euro, così come espresso anche dal consenso Bloomberg. Nel medio termine dovremmo però confrontarci, da un lato, con un euro strutturalmente indebolito dall’azione della BCE, dall’altro, con una RBNZ che interverrà sui tassi qualora la divisa locale si dovesse apprezzare eccessivamente. HUF – Le stime di consenso vedono, nel breve, un consolidamento della valuta intorno ai valori attuali, tra 300 e 305, contro euro. Nel medio-lungo termine, le stime Bloomberg indicano un marginale rafforzamento della moneta magiara, con un ritorno in area 300 nel 2016 e sotto tale soglia nel 2017. Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche Ricerca per investitori privati privati e PMI Fulvia Risso Analista Finanziario Mario Romani Analista Finanziario Cecilia Barazzetta Analista Finanziario PLN – Ribadiamo l’allineamento alle previsioni di consenso che indicano un’oscillazione della valuta polacca intorno ai valori attuali (area 4,05), almeno nel breve periodo, e un successivo blando apprezzamento dello zloty in area 4,00 contro euro, complice anche un ritorno degli effetti del QE della BCE. TRY – Le stime di Bloomberg sul cambio EUR/TRY vedono un rafforzamento in area 2,89 nel 2° semestre di quest’anno. Una volta superato il passaggio elettorale di giugno, con la probabile riconferma del partito di Erdogan, è possibile che il cambio possa tornare verso 2,85 e in consolidamento nel 2016. RUB – Viste le attuali quotazioni del Brent, il mercato si attende un possibile indebolimento del rublo nella seconda metà dell'anno. Qualora i prezzi energetici si stabilizzassero ai livelli attuali, il cambio EUR/RUB potrebbe salire sopra 60. Nel medio-lungo termine le previsioni indicano nel range 61-65 l’area di consolidamento del cambio nel biennio 2016-2017. ZAR – Nel breve periodo potrebbe protrarsi l'accumulo della valuta sudafricana intorno al livello di 13, secondo le stime Bloomberg; il cambio potrebbe poi scendere poco sotto sul finale di 2015. Nel medio-lungo termine, nell’ottica di un generale riequilibrio dei rapporti fra euro e valute emergenti, ipotizziamo un deciso rafforzamento del rand, specie nel 2017. Principali valute emergenti vs. Euro Rendimenti Tasso a 2 anni Tasso a 10 anni (%) (%) Stati Uniti 0,6 2,3 Germania -0,2 0,7 Australia 2,1 3,0 Nuova Zel. 3,1 3,7 Ungheria 2,4 3,7 Polonia 1,8 2,9 Turchia 9,4 8,9 Sud Africa 7,3 8,1 Russia 10,5 10,4 Norvegia 0,9 1,7 Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo CDS (pb) 23 17 33 34 139 61 212 205 308 14 Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo I prezzi del presente documento sono aggiornati alle ore 09:00 del 14.05.2015 (salvo diversa indicazione). Cambi EUR/USD EUR/AUD EUR/NZD EUR/HUF EUR/PLN EUR/TRY EUR/ZAR EUR/RUB Fonte: Bloomberg 1,1419 1,4109 1,5215 307,71 4,0889 2,9838 13,55 56,91 Focus 14 maggio 2015 AUD: l’azione BCE spingerà l’EUR/AUD sotto 1,40, incertezza nel breve Scenario macro. macro. Crescita sotto il potenziale condizionata da investimenti deboli e apprezzamento del cambio. Previsioni FMI: crescita e inflazione (%) Note: la parte ombreggiata indica previsioni. Fonte: FMI, World Economic Outlook aprile 2015 Il 1° trimestre del 2015 per l’economia australiana è stato segnato da una crescita del PIL non solo sotto il potenziale, ma anche inferiore rispetto alle attese di consenso e dalla Banca Centrale (RBA). Se infatti appaiono nel complesso incoraggianti i dati relativi alla domanda interna da parte delle famiglie, rimangono particolarmente deboli le prospettive degli investimenti; inoltre, l’apprezzamento del dollaro australiano si è tradotto in un deterioramento delle ragioni di scambio. Gli indicatori prospettici segnalano livelli di fiducia ancora sotto la media di lungo periodo per i consumatori e rischi di un possibile surriscaldamento per il settore delle Costruzioni. È stabile invece lo scenario per il mercato del lavoro che nell’ultimo semestre ha visto un solido aumento dell’occupazione. Il saldo dei conti con l’estero è ancora indebolito dai bassi prezzi delle materie prime, dal rallentamento della crescita globale e da un livello del dollaro australiano ritenuto troppo forte. Infine, i margini di manovra per un intervento dello Stato a sostegno della crescita sono risicati, con il governo neo-eletto che difficilmente potrà aumentare spesa e stimolo considerato il calo dei prezzi delle commodity e la conseguente flessione dei redditi che ha determinato un minor gettito fiscale. Il rischio principale, infatti, è che un ulteriore aumento del debito pubblico in rapporto al PIL possa implicare una revisione del rating assegnato al paese dalle principali agenzie. Politica monetaria. monetaria La RBA taglia i tassi al nuovo minimo per sostenere l’economia. Tasso target ufficiale (da gennaio 2008) Fonte: Bloomberg Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche A fronte di uno scenario di crescita positivo ma inferiore alle attese, la RBA ha annunciato in maggio un taglio del Cash Rate Target che, con una limatura di 25pb, scende al minimo storico del 2,0%. La mossa, giustificata dal profilo d’inflazione ancora sotto il target, sembra destinata a essere l’ultima nel ciclo espansivo dato che difficilmente la RBA opterà per ulteriori misure di stimolo. L’Istituto di politica monetaria, infatti, accanto alla volontà di sostenere il ritorno a ritmi di crescita più robusti, ha interesse anche a tenere sotto controllo gli sviluppi sul mercato immobiliare. Anche se le misure macroprudenziali poste in atto sul mercato dei mutui dovrebbero evitare distorsioni o bolle per i prezzi delle case, il rischio rimane latente. È importante inoltre considerare che un’ulteriore limatura difficilmente avrebbe effetti particolarmente significativi sul ciclo, dato che i tassi già si trovano sui minimi e i principali freni per l’economia rimangono legati a fattori strutturali come la bassa produttività, gli elevati costi di produzione e la contrazione dei redditi dovuta al calo dei prezzi delle materie prime. L’appuntamento per la prossima riunione della RBA è fissato al 2 giugno. 2 Focus 14 maggio 2015 Outlook sulla valuta. valuta Fase di incertezza a causa dell’inatteso rafforzamento dell’euro. Cambio EUR/AUD (da gennaio 2008) Fonte: Bloomberg Dopo la decisione della RBA di abbassare i tassi, l’AUD si è svalutato contro l’euro, col cambio salito repentinamente in area 1,42 pur se caratterizzato dalla solita volatilità all’interno del range 1,38-1,44. Lo scenario sul cambio con l’USD vede, come fattore chiave del probabile nuovo movimento ribassista dell’AUD, l’avvio del ciclo di rialzi della Fed. Più questo rialzo verrà ritardato, più l’AUD consoliderà contro USD. Il cambio AUD/USD si riporta in area 0,80 dopo che si erano toccati i minimi dal 2009 in area 0,75. Un altro fattore non favorevole all’AUD è il rallentamento dell’economia cinese che, contraendo la domanda di materie prime (minerali di ferro su tutti), amplia la spinta ribassista sui prezzi delle commodity penalizzando l’economia australiana. Nonostante il quadro sul cambio EUR/AUD appaia incerto in questa fase, visto l’inatteso rafforzamento dell’euro delle ultime settimane, restiamo all’interno di uno scenario di strutturale debolezza della valuta unica, a causa del QE della BCE, che dovrebbe favorire l’AUD. Rimaniamo dell’idea che il peso dell’azione della BCE faciliti un ritorno del cambio sotto 1,40 con le nostre previsioni di breve che collimano vicine al consenso, concordando sulla forza relativa dell’AUD nei confronti dell’euro. Nel medio-lungo, a nostro avviso, un maggior riequilibrio delle posizioni verso l’euro potrebbe portare il cambio EUR/AUD oltre area 1,40 a fine 2015, ancora una volta in linea con Bloomberg. Outlook sui bond. bond Titoli in valuta locale appesantiti dal sell-off globale; la view sul debito sovrano in valuta domestica resta Neutrale. Performance titoli in valuta dal 09.02.2015 e curva dei rendimenti (%) Note: indici di total return EFFAS Bloomberg. In color ocra la performance totale in valuta domestica, in arancione la performance totale convertita in euro. Fonte: Bloomberg Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche La performance dei titoli australiani negli ultimi tre mesi è stata decisamente negativa, appesantita dalle vendite delle ultime settimane sul titoli extra-lunghi a livello globale. Segno opposto per la performance totale convertita in euro, grazie al rafforzamento del dollaro australiano. Dopo i recenti rialzi dei rendimenti, la curva domestica risulta sostanzialmente piatta fino ai 5 anni per poi esprimere un’inclinazione positiva più decisa in linea con lo scenario macro e con le attese di politica monetaria. Livelli e inclinazione appaiono in linea con il quadro macro e di politica monetaria, soprattutto considerando la stretta correlazione tra il mercato finanziario australiano e quello statunitense. Infatti, i rischi di ulteriori rialzi arrivano dall’esterno, con il possibile proseguimento della fase globale di sell-off, soprattutto se dovessero iniziare ad aumentare anche i tassi USA in attesa della prima stretta della Fed. D’altra parte, riteniamo che restino come tetto alla salita dei rendimenti australiani, soprattutto sulle scadenze lunghe, la solida posizione dal punto di vista fiscale e l’attrattività dei titoli domestici in termini di rendimento offerto rispetto agli altri appartenenti al “club” della tripla A. Nel complesso, la view sul debito sovrano in valuta domestica resta Neutrale. 3 Focus 14 maggio 2015 Previsioni tassi di cambio EUR/AUD Valore 1M 3M 6M Previsioni Intesa Sanpaolo EUR/AUD 1,4109 1,38 1,37 1,41 Consenso Bloomberg Valore 1° trim. 2015 2° trim. 2015 3° trim. 2015 EUR/AUD 1,4109 1,3950 1,4120 1,4250 12M 1,35 2016 1,4270 24M 1,50 2017 1,4940 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Thomson Reuters-Datastream, Bloomberg e previsioni di consenso Australia, principali indicatori economici e finanziari Rating sul debito in valuta locale a lungo termine S&P Outlook Moody's Outlook AAA Stabile Aaa Stabile Rating sul debito in valuta estera a lungo termine S&P Outlook Moody's Outlook AAA Stabile Aaa Stabile Indicatori economici 2014 2015E Crescita 2,7 2,8 Inflazione 2,5 2,0 Surplus o Deficit/PIL -3,6 -3,3 Debito/PIL 34,3 38,1 Tasso di disoccupazione 6,1 6,4 Partite Correnti (% PIL) -2,8 -4,0 Partite Correnti (mld USD) -39,9 -50,6 Riserve (mld USD) 51 54 (*) Indicatori finanziari Ultimo dato disponibile CDS e Tassi (variazioni in %) Tasso di riferimento 2 Tasso a 2 anni 2,08 Tasso 10 anni 2,95 CDS a 5 anni in pb, in USD 33 Altre variabili (variazioni in %) Valuta vs. EUR (**) 1,41 Valuta vs. USD (**) 0,80 S&P - ASX 200 5.715 Fitch AAA Outlook Stabile Fitch AAA 2016E 3,2 2,3 -2,7 40,2 6,2 -3,7 -47,1 Outlook Stabile 2017E 3,1 2,4 -2,0 41,4 6,0 -3,2 -42,6 Var. a 1 mese Var. da inizio anno -0,25 0,35 0,61 0 -0,5 -0,09 0,21 0 -1,17 5,26 -4,11 5,05 -2,29 5,62 Note: (*) ultimo dato disponibile; (**) una variazione positiva indica un rafforzamento della valuta domestica (contro EUR o contro USD) e viceversa; dati relativi agli indicatori finanziari aggiornati al 13.05.2015; E= expected, atteso. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg e World Economic Outlook aprile 2015, FMI Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 4 Focus 14 maggio 2015 NZD: minato dalle aspettative di taglio tassi della RBNZ, nel medio periodo Scenario macro. Crescita in rallentamento ma ancora in linea con il potenziale.. Previsioni FMI: crescita e inflazione (%) Note: la parte ombreggiata indica previsioni. Fonte: FMI, World Economic Outlook aprile 2015 L’economia neozelandese continua a espandersi a un ritmo coerente con il livello potenziale anche se in parziale rallentamento rispetto ai livelli degli anni passati. A fronte di una dinamica di espansione robusta per consumi delle famiglie e settore edilizio, resistono alcuni importanti fattori di freno alla crescita. Tra questi sono annoverati i prezzi particolarmente compressi delle materie prime, gli effetti negativi di alcuni eventi naturali occorsi, una politica fiscale restrittiva e l’apprezzamento della valuta che mina la competitività delle esportazioni. Il livello attuale del dollaro neozelandese è infatti stimato “ingiustificatamente alto e insostenibile nel lungo periodo” per l’economia con effetti negativi sulle prospettive di crescita. Si confermano invece quali elementi di supporto sia la forte espansione dell’edilizia residenziale che i flussi migratori che beneficiano consumi e mercato del lavoro. Il 1° trimestre ha visto un importante aumento dell’occupazione, al quale si è accompagnato anche un aumento della partecipazione alla forza lavoro. Il tasso di disoccupazione dunque si è mantenuto stabile al 5,8% senza determinare un significativo aumento delle pressioni salariali, dal momento che la forte domanda di lavoratori ha permesso di assorbire l’eccesso di offerta senza determinare pressioni di rilievo sulle remunerazioni. Politica monetaria. monetaria L’inflazione prossima allo zero potrebbe giustificare un taglio dei tassi. Tasso target ufficiale (da gennaio 2008) Fonte: Bloomberg Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche A fronte di uno scenario di inflazione che rimane estremamente debole (crescita del CPI prossima allo zero), la Banca Centrale Neozelandese (RBNZ) si è confermata l’unica tra gli istituti dei paesi avanzati a non aver tagliato ulteriormente i tassi negli ultimi 6 mesi. L’Official Cash Rate (OCR) si trova infatti stabile da settembre 2014 al livello del 3,5%. Se in un’ottica di medio e lungo periodo il riassorbimento di alcuni fattori temporanei dovrebbe determinare una convergenza del livello d’inflazione verso il target della Banca centrale (tra l’1% e il 3%), nel breve non si registrano pressioni sui prezzi, né sul fronte interno (salari), né su quello esterno (inflazione dei beni commerciabili). Per questo la RBNZ, è intervenuta a modificare la propria forward guidance sui tassi specificando che la politica monetaria sarà “espansiva, a sostenere il ritorno della crescita del PIL al di sopra del potenziale, per riportare l’inflazione in linea con il target”. In termini di indicazioni operative sui tassi, la RBNZ è passata da una formulazione che indicava l’OCR “fermo per un po’ di tempo” all’ultimo comunicato che indica come sarebbe appropriato ridurre il livello dei tassi se dovessero ricorrere una serie di condizioni specifiche. Non ci aspettiamo che la Banca Centrale necessariamente intervenga nei prossimi trimestri ma è certo un approccio più cauto da parte della RBNZ e una lunga pausa nel sentiero di rialzo dei tassi. La prossima riunione è in calendario per l’11 giugno. 5 Focus 14 maggio 2015 Outlook sulla valuta. valuta Fase di incertezza ma la RBNZ spinge per una valuta debole. Cambio EUR/NZD (da gennaio 2008) Fonte: Bloomberg Nell’ultima riunione di politica monetaria di aprile, la RBNZ ha espresso il proprio disappunto circa il rafforzamento dell’NZD con conseguente ammorbidimento prospettico della propria politica monetaria, prendendo in considerazione esplicitamente la possibilità di tagliare i tassi in caso di rallentamento dell’economia con dinamica di prezzi e salari non in target. Questo quadro ha immediatamente provocato l’indebolimento del dollaro neozelandese verso euro (1,53) e verso dollaro (sotto 0,74). Per il cambio EUR/NZD, l’inatteso rafforzamento dell’euro delle ultime settimane, pur se all’interno di uno scenario di strutturale debolezza della valuta unica a causa del QE della BCE, sta creando qualche incertezza. Superata questa fase, nel breve periodo, la moneta neozelandese potrebbe tornare al di sotto di 1,50 sulla scia dell’impatto del QE sulle quotazioni dell’euro, così come espresso anche dal consenso Bloomberg. Nel medio termine dovremmo però confrontarci, da un lato, con un euro strutturalmente indebolito dall’azione della BCE, dall’altro con una RBNZ che interverrà sui tassi qualora la divisa locale si dovesse apprezzare eccessivamente. Nel lungo termine non escludiamo un riequilibrio del cambio in area 1,60 con la RBNZ che favorirà efficacemente l’indebolimento dell’NZD. Outlook sui bond. bond La curva dei rendimenti sconta un possibile ultimo taglio dei tassi; la view sul debito sovrano in valuta domestica è Neutrale. Performance titoli in valuta dal 09.02.2015 e curva dei rendimenti (%) Note: indici di total return EFFAS Bloomberg. In color ocra la performance totale in valuta domestica, in arancione la performance totale convertita in euro Fonte: Bloomberg Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche La performance degli ultimi tre mesi dei bond neozelandesi emessi in valuta locale è stata positiva. Inoltre il rafforzamento della divisa domestica ha ulteriormente irrobustito la performance una volta tradotta in euro. Tuttavia si registra una netta inversione del movimento di curva che da piatta si è moderatamente irripidita (lo spread 10-2 anni è passato da 10pb a 40pb) ma su livelli che restano più bassi del target rate (attualmente al 3,5%) su quasi tutte le scadenze. Il mercato pertanto continua a scontare un possibile taglio dei tassi nei prossimi mesi, in linea con le nostre previsioni. Il rischio maggiore in questo scenario centrale resta, a nostro avviso, quello di un contagio da un ipotetico rialzo dei tassi dei Treasury USA, in risposta a una Fed meno attendista di quanto attualmente non stimiamo; invece, tassi significativamente più bassi si potrebbero vedere probabilmente solo a fronte di un netto e inatteso deterioramento dello scenario. Nel complesso riteniamo che la redditività a scadenza del comparto appaia interessante se raffrontata con altri Paesi di pari rating e confermiamo la view Neutrale sul comparto, al netto dell’effetto cambio. 6 Focus 14 maggio 2015 Previsioni tassi di cambio EUR/NZD Valore 1M 3M 6M Previsioni Intesa Sanpaolo EUR/NZD 1,5215 1,46 1,47 1,51 Consenso Bloomberg Valore 1° trim. 2015 2° trim. 2015 3° trim. 2015 EUR/NZD 1,5215 1,43 1,45 1,46 12M 1,46 2016 1,51 24M 1,60 2017 1,58 Fitch AA+ Outlook Positivo Fitch AA 2016E 2,7 2,1 0,5 33,7 5,2 -5,2 -10,3 Outlook Positivo 2017E 2,5 2,0 1,0 32,6 5,1 -5,6 -11,6 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Thomson Reuters-Datastream, Bloomberg e previsioni di consenso Nuova Zelanda, principali indicatori economici e finanziari Rating sul debito in valuta locale a lungo termine S&P Outlook Moody's Outlook AA+ Stabile Aaa Stabile Rating sul debito in valuta estera a lungo termine S&P Outlook Moody's Outlook AA Stabile Aaa Stabile Indicatori economici 2014 2015E Crescita 3,2 2,9 Inflazione 1,2 0,8 Surplus o Deficit/PIL -0,6 0,0 Debito/PIL 34,0 33,1 Tasso di disoccupazione 5,4 5,3 Partite Correnti (% PIL) -3,5 -4,8 Partite Correnti (mld USD) -7,0 -9,3 Riserve (mld USD) 16 18 (*) Indicatori finanziari Ultimo dato disponibile CDS e Tassi Tasso di riferimento 3,5 Tasso a 1 anno 3,06 Tasso 10 anni 3,53 CDS a 5 anni in pb, in USD 40 Altre variabili (variazioni in %) Valuta vs EUR (**) 1,51 Valuta vs USD (**) 0,74 NXZ 50 5.748 Var. a 1 Var. da mese inizio anno 0 -0,04 0,34 +5 0 -0,50 -0,14 +2 -6,26 -0,94 -1,70 2,62 -5,30 3,23 Note: (*) ultimo dato disponibile; dati relativi agli indicatori finanziari aggiornati all’11.05.2015; (**) una variazione positiva indica un rafforzamento della valuta domestica (contro EUR o contro USD) e viceversa. E= expected, atteso. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg e World Economic Outlook aprile 2015, FMI Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 7 Focus 14 maggio 2015 HUF: in indebolimento sulla scia dell’azione della MNB di sostegno al ciclo Scenario macro. Crescita robusta per domanda interna ed esportazioni ma rimangono alcuni rischi. Previsioni FMI: crescita e inflazione (%) Note: la parte ombreggiata indica previsioni. Fonte: FMI, World Economic Outlook aprile 2015 Archiviato il 2014 con il secondo tasso di crescita del PIL più forte dell’Unione Europea (+3,6% a/a), anche il nuovo anno si apre con segnali incoraggianti per l’economia ungherese. Le prospettive della domanda interna appaiono solide, con i consumi delle famiglie sostenuti dall’aumento dei redditi reali, dalla riduzione del livello di indebitamento e dai progressi sul mercato del lavoro. Accanto all’accelerazione dell’attività di settori industriali e agricoli vista a fine 2014 e stabilizzatasi a inizio 2015, si registra un continuo miglioramento dell’occupazione, destinato a riflettersi in un incremento di ricchezza e consumi per le famiglie. A questi fattori di forza domestica si sommano alcuni elementi di natura esogena, tra cui il calo dei prezzi energetici, la ripresa della domanda da parte di altri paesi europei e condizioni di politica monetaria accomodanti. In questo contesto di generalizzato ottimismo e sostegno alla crescita, rimangono però alcuni elementi di rischio: gli squilibri strutturali dell’economia (in primis l’elevato livello di debito e la vulnerabilità alle oscillazioni della valuta) sembrano destinati a favorire solo una lenta chiusura dell’output gap, con il PIL ancora al di sotto del potenziale. A questo si aggiungono una politica fiscale restrittiva e il venir meno, con l’inizio del 2016, di una serie di aiuti dell’UE. Politica monetaria. monetaria L’inflazione sui minimi spinge la MNB verso nuovi tagli dei tassi. Tasso base ufficiale (da gennaio 2008) Fonte: Bloomberg Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche La prima conseguenza dell’elevato livello di risorse inutilizzate per l’economia è l’assenza di sostanziali pressioni al rialzo sui prezzi. Il tasso d’inflazione ha raggiunto in marzo il minimo dagli anni ‘60 e rimane ampiamente in territorio negativo, decisamente lontano dal target del 3% fissato dalla Banca centrale (MNB). Proprio le considerazioni relative all’outlook per i prezzi hanno spinto l’istituto di politica monetaria a riprendere il ciclo di taglio dei tassi d’interesse, con due riduzioni successive in marzo e aprile dopo sette mesi di pausa. Il target rate si porta dunque al nuovo minimo storico dell’1,8% e non è escluso che possa vedere ulteriori limature. All’intervento sui tassi si è accompagnato anche un rafforzamento della forward guidance, con la MNB pronta a continuare il ciclo espansivo a sostegno della stabilizzazione del trend d’inflazione. Secondo le previsioni della Banca centrale, la crescita dei prezzi dovrebbe essere nulla nel 2015 e accelerare al 2,6% a/a nell’anno successivo. La MNB vorrà quindi limitare il movimento di apprezzamento del fiorino per contrastare i rischi al ribasso sull’inflazione e sostenere la competitività del flusso di esportazioni del paese. Rimangono in atto anche strumenti di intervento integrativi, come il Funding for Growth Scheme, mentre non è detto che il prossimo taglio dei tassi non si realizzi già in occasione della riunione del 23 giugno. 8 Focus 14 maggio 2015 Outlook sulla valuta. valuta La MNB intende limitare il movimento di apprezzamento del fiorino sostenendo la competitività del paese. Cambio EUR/HUF (da gennaio 2008) Fonte: Bloomberg La ripresa del ciclo di taglio dei tassi d’interesse da parte della MNB, con due riduzioni ravvicinate in marzo e aprile dopo sette mesi di pausa, ha favorito il ribasso del fiorino ungherese contro euro. Il cambio EUR/HUF torna così di nuovo sopra 305 dopo che ad aprile avevamo registrato il minimo da marzo 2014 in area 295. La temporanea forza dell’euro, nonostante l’attivazione del QE della BCE, aiuta a mantenere livelli di cambio favorevoli del fiorino nei confronti della valuta unica, aiutando così la MNB a limitare il movimento di apprezzamento del fiorino sostenendo la competitività del paese e il suo flusso di esportazioni. L’economia ungherese è sulla buona strada e, oltre a mantenere bassi il tasso di disoccupazione e il debito pubblico, esprime una particolare e inusuale compresenza di crescita economica e bilancia commerciale positiva. Alla luce di questo quadro, le stime di consenso vedono, nel breve, un consolidamento della valuta intorno ai valori attuali, tra 300 e 305, contro euro. Nel mediolungo termine, le stime Bloomberg indicano un marginale rafforzamento della moneta magiara, con un ritorno in area 300 nel 2016 e sotto tale soglia nel 2017. Outlook sui bond. bond La view sul debito sovrano in valuta domestica è Moderatamente Positiva, rafforzata dal fatto che il recente sell-off non sembra coerente con lo scenario. Performance titoli in valuta dal 09.02.2015 e curva dei rendimenti (%) Note: indici di total return EFFAS Bloomberg. In color ocra la performance totale in valuta domestica, in arancione la performance totale convertita in euro. Fonte: Bloomberg Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche Anche il debito in valuta locale emesso dall’Ungheria è stato appesantito dal sell-off che ha condizionato il settore del debito governativo a livello globale nel corso delle ultime settimane. Sull’arco temporale di tre mesi la performance moderatamente negativa in valuta locale diviene prossima allo zero una volta convertita in euro grazie al rafforzamento del fiorino. Ad oggi, la curva dei rendimenti incorpora in parte un quadro solido dal punto di vista congiunturale e una fase di attesa per la politica monetaria; tuttavia, i livelli raggiunti dopo l’ultima fase di rialzi appaiono essere almeno in parte anche un frutto del sell-off globale. Proprio i tassi di mercato sui livelli attuali, uniti alla valuta considerata eccessivamente forte dalla Banca centrale, rafforzano la nostra previsione di un proseguimento della fase di easing da parte della MNB. Questa considerazione, a sua volta, dovrebbe tradursi in un elemento di supporto per il debito domestico, che, al netto della volatilità di breve periodo, potrebbe tornare in termini di rendimento su livelli non lontani da quelli di inizio anno. Pertanto, confermiamo la visione Moderatamente Positiva sul debito domestico ungherese. 9 Focus 14 maggio 2015 Previsioni tassi di cambio EUR/HUF Valore 1M 3M 6M Previsioni Intesa Sanpaolo EUR/HUF Consenso Bloomberg Valore 1° trim. 2015 2° trim. 2015 3° trim. 2015 EUR/HUF 307,71 303 304 303 12M 2016 300 24M 2017 292 Fitch BBB- Outlook Stabile Fitch BB+ 2016E 2,3 2,3 -2,5 74,7 7,4 4,1 5,4 Outlook Stabile 2017E 2,2 2,9 -2,5 73,9 7,2 3,3 4,6 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Thomson Reuters-Datastream, Bloomberg e previsioni di consenso Ungheria, principali indicatori economici e finanziari Rating sul debito in valuta locale a lungo termine S&P Outlook Moody's Outlook BB+ Stabile Ba1 Stabile Rating sul debito in valuta estera a lungo termine S&P Outlook Moody's Outlook BB+ Stabile Ba1 Stabile Indicatori economici 2014 2015E Crescita 3,6 2,7 Inflazione -0,3 0,0 Surplus o Deficit/PIL -2,6 -2,7 Debito/PIL 76,9 75,5 Tasso di disoccupazione 7,8 7,6 Partite Correnti (% PIL) 4,2 4,8 Partite Correnti (mld USD) 5,8 6,0 Riserve (mld USD) 42 39 (*) Indicatori finanziari Ultimo dato disponibile CDS e Tassi Tasso di riferimento 1,8 Tasso a 3 anni 2,37 Tasso 10 anni 3,70 CDS a 5 anni in pb, in USD 139 Altre variabili (variazioni in %) Valuta vs. EUR (**) 304 Valuta vs. USD (**) 273 Budapest SE 22.726 Indici debito in valuta Ultimo dato disponibile Perf. EMBI Ungheria, in % Perf. EMBI Indice, in % Perf. Euro EMBI Ungheria, in % Perf. Euro EMBI Indice, in % Spread EMBI Ungheria, in pb 189 Spread EMBI Indice, in pb 366 Spread Euro EMBI Ungheria, in pb 118 Spread Euro EMBI Indice, in pb 148 Var. a 1 Var. da mese inizio anno -0,15 0,29 0,50 9 -0,3 -0,35 0,10 -40 -2,42 4,10 2,85 -4,17 7,44 36,63 Var. a 1 Var. da mese inizio anno -1,6 3,5 0,4 4,2 -0,1 1,9 -1,1 2,1 11 -24 -24 -38 -4 -50 0 -17 Note: (*) ultimo dato disponibile; dati relativi agli indicatori finanziari aggiornati all’11.05.2015; (**) una variazione positiva indica un rafforzamento della valuta domestica (contro EUR o contro USD) e viceversa. E= expected, atteso. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg, World Economic Outlook aprile 2015, FMI Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 10 Focus 14 maggio 2015 PLN: consolida nel breve periodo, probabile ripresa nel medio termine Scenario macro. Crescono domanda interna ed esterna ma la crescita si ferma sotto il potenziale. Previsioni FMI: crescita e inflazione (%) Note: la parte ombreggiata indica previsioni. Fonte: FMI, World Economic Outlook aprile 2015 È un inizio d’anno particolarmente positivo per l’economia polacca, che vede un ritmo di espansione più solido delle attese iniziali e in accelerazione rispetto al 4° trimestre 2014. I rischi sono al rialzo grazie alla ripresa dell’attività nei settori industriali e in forza di un aumento di domanda e ordini provenienti dall’estero, con la ripresa del ciclo in Germania che compensa la debolezza di Russia e Ucraina. Il miglioramento delle condizioni sul mercato del lavoro sostiene un aumento dei redditi e si accompagna a un’espansione del credito. È solida la crescita per i consumi nei primi trimestri grazie al basso livello d’inflazione e al calo dei prezzi delle materie prime. In questo contesto sono, dunque, al rialzo i rischi per la crescita del PIL, a fronte di uno scenario di politica fiscale che rimane neutrale in attesa dei prossimi sviluppi elettorali. Se infatti il turno delle presidenziali non ha modificato in modo significativo il quadro di riferimento, l’appuntamento autunnale per l’elezione del nuovo Parlamento potrebbe generare maggiore incertezza. I fondamentali solidi e l’ormai avviato processo di razionalizzazione delle finanze pubbliche lasciano peraltro poco spazio di manovra. In sintesi le stime della Banca centrale vedono una crescita inferiore al potenziale nel 2015, al 3,4%, e al 3,3% nel 2016. Politica monetaria. monetaria NBP ferma dopo due tagli; lontana la prospettiva per i primi rialzi. Tasso di riferimento (da gennaio 2008) Fonte: Bloomberg Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche Guardando al profilo d’inflazione, le sorprese negative di inizio 2015 dovrebbero lasciare spazio nei prossimi trimestri ancora a variazioni negative dell’indice. Più solide le aspettative nel medio e lungo periodo, che vedono un progressivo rimbalzo del CPI. Se infatti la Banca centrale (NBP) prevede ancora una crescita negativa del CPI nel 2015 (-0,5%), l’indice dovrebbe accelerare a +0,9% e +1,2% nei due anni successivi. La NBP, considerando il dato di febbraio come minimo per l’inflazione, prospetta un’uscita dalla deflazione nel medio periodo e non appare intenzionata ad annunciare nuovi tagli dei tassi, che, dopo essere stati limati in ottobre e marzo, nella riunione di maggio sono stati confermati rispettivamente all’1,5% per il tasso di riferimento, allo 0,5% per quello sui depositi e all’1,75% per il tasso di sconto. Appare peraltro molto difficile che ci possano essere rialzi dato l’output gap negativo e l’inflazione ancora ampiamente sotto il target, variabile tra l’1,5% e il 3,5%. Appaiono dunque lontane le prospettive di un’eventuale mossa restrittiva (seconda metà del 2016 come minimo), considerata anche la forward guidance piuttosto scarna e il fatto che, proprio nella primavera del prossimo anno, verranno rinnovati non solo il Presidente ma anche 8 dei 9 membri del Consiglio della NBP. Prossima riunione: 3 giugno. 11 Focus 14 maggio 2015 Outlook sulla valuta. valuta NBP e nuovo Presidente allineati nel preferire uno zloty deprezzato. Cambio EUR/PLN (da gennaio 2008) Fonte: Bloomberg Sullo zloty polacco pesa la decisa influenza della NBP (Narodowy Bank Polski), che, tagliando i tassi nella riunione di marzo, prosegue nel supportare il recupero dell’economia attraverso la leva del cambio. Lo scenario economico appare chiaro: liberalizzazioni, incentivazione agli investimenti stranieri e zloty svalutato continuano ad essere i fattori chiave del miracolo polacco. Le elezioni presidenziali, il cui primo turno si è appena concluso con la vittoria di Duda con il 38% (grazie alla promessa di politiche sociali e riduzione delle tasse), saranno un fattore determinante per la crescita economica del paese. Alla luce di questo quadro ribadiamo l’allineamento alle previsioni di consenso Bloomberg, che indicano un’oscillazione della valuta polacca intorno ai livelli attuali (area 4,05), almeno nel breve periodo, e un successivo blando apprezzamento dello zloty in area 4,00 contro euro, complice anche un ritorno degli effetti del QE della BCE. L’euro attualmente registra un temporaneo e anomalo apprezzamento, non in linea con gli obiettivi di Mario Draghi. Nel medio-lungo termine, il rientro del cambio intorno area 4,00 sarebbe coerente con un’economia in ripresa che possa fare a meno di uno zloty debole, a cui si somma una valuta europea strutturalmente debole, visto il QE della BCE. Outlook sui bond. bond Steepening dettato dal contesto internazionale; la view resta Moderatamente Positiva. Performance titoli in valuta dal 09.02.2015 e curva dei rendimenti (%) Note: indici di total return EFFAS Bloomberg. In color ocra la performance totale in valuta domestica, in arancione la performance totale convertita in euro. Fonte: Bloomberg Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche Negli ultimi tre mesi i titoli di stato emessi in zloty hanno fatto registrare una performance moderatamente negativa, con i titoli a più lunga scadenza pesantemente penalizzati, in linea con il profilo di perdite registrate dal settore dei governativi a livello globale nelle ultime settimane. L’impatto dell’andamento dello zloty sul ritorno totale tradotto in euro nello stesso arco temporale risulta essere decisamente positivo, grazie al rafforzamento della valuta domestica rispetto all’euro nello stesso arco temporale. Anche in questo caso, la risalita dei tassi – nonostante appaia coerente, almeno in termini di direzione, con il quadro domestico di crescita in accelerazione, inflazione in ripresa e politica monetaria stabile – sembra essere dettata soprattutto dal contesto internazionale. I tassi di mercato di breve periodo sui livelli attuali scontano una fase attendista in termini di politica monetaria, in linea con le nostre previsioni. Invece sul segmento lungo, dopo il sell-off delle ultime settimane, i livelli di rendimento appaiono relativamente elevati prendendo in considerazione il contesto domestico; pertanto il segmento medio-lungo potrebbe offrire delle prospettive d’investimento più interessanti. Sulla base di queste considerazioni confermiamo la view Moderatamente Positiva sul debito in valuta domestica. 12 Focus 14 maggio 2015 Previsioni tassi di cambio EUR/PLN Valore 1M 3M 6M Previsioni Intesa Sanpaolo EUR/PLN Consenso Bloomberg Valore 1° trim. 2015 2° trim. 2015 3° trim. 2015 EUR/PLN 4,0889 4,05 4,05 4,05 12M 2016 4,00 24M 2017 3,98 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Thomson Reuters-Datastream, Bloomberg e previsioni di consenso Polonia, principali indicatori economici e finanziari Rating sul debito in valuta locale a lungo termine S&P Outlook A Positivo Rating sul debito in valuta estera a lungo termine S&P Outlook APositivo Indicatori economici Crescita Inflazione Surplus o Deficit/PIL Debito/PIL Tasso di disoccupazione Partite Correnti (% PIL) Partite Correnti (mld USD) Riserve (mld USD) Indicatori finanziari CDS e Tassi Tasso di riferimento Tasso a 2 anni Tasso 10 anni CDS a 5 anni in pb, in USD Altre variabili (variazioni in %) Valuta vs. EUR (**) Valuta vs. USD (**) Wse WIG Indici debito in valuta Perf. EMBI Polonia, in % Perf. EMBI Indice, in % Perf. Euro EMBI Polonia, in % Perf. Euro EMBI Indice, in % Spread EMBI Polonia, in pb Spread EMBI Indice, in pb Spread Euro EMBI Polonia, in pb Spread Euro EMBI Indice, in pb Moody's A2 Outlook Stabile Fitch A Outlook Stabile Moody's A2 2014 3,3 0,0 -3,5 48,8 9,0 -1,2 -6,7 96 Outlook Stabile 2015E 3,5 -0,8 -2,9 49,4 8,0 -1,8 -8,9 93 (*) Ultimo dato disponibile Fitch A2016E 3,5 1,2 -2,3 49,2 7,7 -2,4 -12,6 Outlook Stabile 2017E 3,6 1,7 -2,4 48,9 7,6 -2,9 -15,8 1,5 1,79 2,91 59 4,10 3,64 56.855 Ultimo dato disponibile 77 359 48 148 Var. a 1 Var. da mese inizio anno 0 0,20 0,61 -1 -0,5 0,00 0,39 -8 -2,25 4,61 3,91 -2,88 3,58 10,85 Var. a 1 Var. da mese inizio anno -1,2 2,4 -0,2 3,9 -1,4 1,1 -1,3 2,0 2 -19 -23 -46 -3 -17 0 -18 Note: (*) ultimo dato disponibile; (**) una variazione positiva indica un rafforzamento della valuta domestica (contro EUR o contro USD) e viceversa; dati relativi agli indicatori finanziari aggiornati al 12.05.2015; E= expected, atteso. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg e World Economic Outlook aprile 2015, FMI Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 13 Focus 14 maggio 2015 TRY: CRBT ferma, superato il turno elettorale è possibile un rafforzamento Scenario macro. macro. Calo della domanda interna e delle esportazioni rallentano la crescita nel 2015. Previsioni FMI: crescita e inflazione (%) Note: la parte ombreggiata indica previsioni. Fonte: FMI, World Economic Outlook aprile 2015 L’evoluzione del ciclo economico in Turchia ha visto una chiusura di 2014 più solida delle attese (+2,6% nel 4° trimestre, che ha portato la crescita annuale a +2,9%), alla quale dovrebbe però far seguito un indebolimento del ciclo nell’anno corrente. La dinamica del PIL risulta, infatti, frenata dal forte rallentamento del settore manifatturiero e dalla debole dinamica delle esportazioni. Se qualche timido progresso si è osservato sul mercato del lavoro all’avvio del nuovo anno, è invece debole la dinamica di redditi e consumi per le famiglie. Si registra, infatti, un forte deterioramento degli indici di fiducia e delle misure di consumo, in un contesto in cui anche gli investimenti delle imprese sono condizionati sia dall’incertezza per il turno elettorale che dalle tensioni geopolitiche (Iraq e Siria). Non è possibile escludere che, a seguito del voto per il rinnovo del Parlamento in giugno, si possa creare uno scenario più favorevole per una ripresa della spesa da parte di famiglie e imprese, ma tale possibilità appare quanto mai incerta e rimandata alla seconda metà del 2015. Si rafforzano inoltre i richiami da parte della Banca centrale per una coraggiosa e decisa implementazione delle riforme strutturali promesse per stimolare il potenziale di crescita. Politica monetaria. monetaria Banca centrale in stand-by in attesa dei prossimi sviluppi dell’inflazione. Tassi di riferimento (da maggio 2010) Fonte: Bloomberg Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche In un contesto di rallentamento della crescita ed espansione ampiamente al di sotto del potenziale si registrano comunque forti pressioni sui prezzi provenienti dal lato dell’offerta, e in particolare da prezzi di beni alimentari e servizi. Questo scenario impone dunque un approccio cauto alla Banca centrale (CRBT), che, dopo i tagli dei tassi effettuati a inizio anno, ha confermato stabili in marzo e aprile i livelli dei tassi d’interesse con il seguente corridoio: tasso di riferimento centrale (repo a 1 settimana) al 7,50%, costo del finanziamento marginale per le banche fermo al 10,75% e tasso sui prestiti overnight al 7,25%. L’incertezza sui mercati finanziari, il livello debole della valuta e l’inflazione ampiamente sopra il target lasciano poca scelta all’istituto, che predilige un approccio cauto e punta anche a difendere la propria credibilità e indipendenza nel perseguire una crescita dei prezzi stabile e in linea con l’obiettivo. La Banca centrale ha riconosciuto l’esistenza di importanti rischi al ribasso per la crescita, soprattutto in termini di indebolimento della domanda interna. Inoltre, avendo verosimilmente escluso nuovi interventi sui tassi nel breve periodo, la CRBT si affida alle politiche macroprudenziali e a strumenti più tecnici per poter controllare la dinamica della moneta e stimolare così la crescita senza aumentare le pressioni sui prezzi. La prossima riunione è in calendario per il 20 maggio. 14 Focus 14 maggio 2015 Outlook sulla valuta. valuta Debole contro euro ma limita il deprezzamento grazie al QE della BCE. Cambio EUR/TRY (da gennaio 2008) Fonte: Bloomberg La lira turca è in calo contro euro e dollaro principalmente a causa del declino dell’attività manifatturiera, che pesa sull’economica domestica, che a sua volta ha spinto verso un allentamento della politica monetaria. Dall’inizio del 2015, il dollaro si è apprezzato nei confronti della lira turca di quasi il 20%, mentre l’apprezzamento dell’euro si è limitato a circa il 5% (con un picco a +8% a inizio maggio). La TRY, in questa fase, beneficia infatti della forte pressione esercitata dal QE della BCE nei confronti dell’euro, limitando così il deprezzamento contro la valuta unica. Anche l’effetto positivo del calo del prezzo del petrolio stenta a manifestarsi in quanto il calo della lira verso dollaro azzera il beneficio generato dal ribasso delle quotazioni. Nello scenario più pessimistico, la TRY potrebbe continuare a indebolirsi a causa soprattutto della crisi del settore manifatturiero, rallentando così l’intero ciclo economico. Questo potrebbe portare a un ulteriore allentamento della politica, provocando deflussi di lira turca nei prossimi mesi, scenario però che in questa fase appare il più negativo. Le stime sul cambio EUR/TRY, elaborate da Bloomberg, vedono un rafforzamento in area 2,89 nel 2° semestre di quest’anno. Una volta superato il passaggio elettorale di giugno, con la probabile riconferma del partito di Erdogan, è possibile che il cambio possa tornare verso 2,85 per poi consolidare nel 2016. Outlook sui bond. bond Nonostante l’elevato rendimento a scadenza grazie ai tassi alti, l’incertezza politica pesa anche sul debito in valuta locale; la view è Neutrale. Livelli (%) e variazione della curva dei rendimenti dal 09.02.2015 Note: indici di total return EFFAS Bloomberg. Fonte: Bloomberg Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche Dopo il rally del debito sovrano emesso in TRY registrato tra fine 2014 e inizio 2015, anche i titoli in lira turca nelle ultime settimane sono stati coinvolti dal pesante sell-off che ha riportato i tassi di mercato a livelli superiori al 9% su tutte le scadenze, nonostante la Banca centrale abbia attuato un’ulteriore limatura al target rate, attualmente al 7,5%. La performance negativa dei titoli in valuta domestica risente molto probabilmente, oltre che del contesto internazionale, del surriscaldamento del clima politico a un mese dalle elezioni parlamentari. I titoli di stato in TRY, così come gli altri asset relativi al paese, risentono infatti del clima di incertezza interna, che sui mercati finanziari si traduce in un aumento della volatilità. Inoltre, proprio lo scenario di crescita deludente ma inflazione elevata e incertezza sul fronte politico e di politica economica potrebbe indurre le agenzie di rating a ridurre la valutazione sul paese, che attualmente si trova – per quanto riguarda il debito emesso in valuta locale – sugli scalini più bassi dei titoli Investment Grade. D’altra parte i titoli in lira turca – senza considerare l’effetto cambio – continuano a offrire un rendimento a scadenza decisamente elevato, anche se ricordiamo che tali investimenti sono indicati per investitori con un elevato profilo di rischio. Nel complesso confermiamo la visione sul debito in valuta domestica turca a Neutrale. 15 Focus 14 maggio 2015 Previsioni tassi di cambio EUR/TRY Valore 1M 3M 6M Previsioni Intesa Sanpaolo EUR/TRY Consenso Bloomberg Valore 2° trim. 2015 3° trim. 2015 4° trim. 2015 EUR/TRY 2,9838 2,89 2,89 2,85 12M 2016 2,89 24M 2017 3,11 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Thomson Reuters-Datastream, Bloomberg e previsioni di consenso Turchia, principali indicatori economici e finanziari Rating sul debito in valuta locale a lungo termine S&P Outlook BBB- Negativo Rating sul debito in valuta estera a lungo termine S&P Outlook BB+ Negativo Indicatori economici Crescita Inflazione Surplus o Deficit/PIL Debito/PIL Tasso di disoccupazione Partite Correnti (% PIL) Partite Correnti (mld USD) Riserve (mld USD) Indicatori finanziari CDS e Tassi Tasso di riferimento Tasso a 2 anni Tasso 10 anni CDS a 5 anni in pb, in USD Altre variabili (variazioni in %) Valuta vs. EUR (**) Valuta vs. USD (**) Indice azionario XU100 Indici debito in valuta Perf. EMBI Turchia, in % Perf. EMBI Indice, in % Perf. Euro EMBI Turchia, in % Perf. Euro EMBI Indice, in % Spread EMBI Turchia, in pb Spread EMBI Indice, in pb Spread Euro EMBI Turchia, in pb Spread Euro EMBI Indice, in pb Moody's Baa3 Outlook Negativo Fitch BBB Outlook Stabile Moody's Baa3 2014 2,9 8,9 -1,5 33,5 9,9 -5,7 -45,8 107 Outlook Negativo 2015E 3,1 6,6 -1,4 33,4 11,4 -4,2 -31,7 101 (*) Ultimo dato disponibile Fitch BBB2016E 3,6 6,5 -0,9 32,5 11,6 -4,8 -38,0 Outlook Stabile 2017E 3,6 6,0 -0,8 32,6 11,3 -5,1 -42,6 Var. a 1 mese Var. da inizio anno 7,5 9,46 8,97 217 0 0,74 0,59 -1 -0,75 1,57 1,09 33 3,00 2,66 85.550 Ultimo dato disponibile 241 367 225 145 -5,97 -5,84 0,14 -12,44 4,45 -0,16 Var. a 1 Var. da inizio mese anno -1,9 -0,6 -0,7 3,4 -0,8 0,9 -1,6 1,7 -4 15 -15 -38 -2 -8 -3 -20 Note: (*) ultimo dato disponibile; dati relativi agli indicatori finanziari aggiornati al 13.05.2015; (**) una variazione positiva indica un rafforzamento della valuta domestica (contro EUR o contro USD); E= expected, atteso. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg e World Economic Outlook aprile 2015, FMI Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 16 Focus 14 maggio 2015 RUB: in ulteriore recupero grazie al rialzo delle quotazioni del greggio Scenario macro. macro. Il recupero del petrolio potrebbe favorire una più rapida uscita dalla recessione. Previsioni FMI: crescita e inflazione (%) Note: la parte ombreggiata indica previsioni. Fonte: FMI, World Economic Outlook aprile 2015 Se appare scontato che il 2015 sarà un anno di recessione per l’economia russa, appare particolarmente difficile prevedere l’entità del rallentamento del paese, dal momento che l’aumento dei prezzi del petrolio negli ultimi mesi e la politica monetaria accomodante lasciano spazio a un ritorno alla crescita più rapido. In attesa di conoscere l’entità della contrazione del PIL nel 1° trimestre, gli ultimi mesi hanno visto invece un miglioramento nel tono del flusso di dati pubblicati. In particolare, le misure di fiducia per imprese e consumatori sono tornate su livelli espansivi nella prospettiva che alla debolezza del 1° trimestre segua un ritorno alla crescita del PIL già nei mesi estivi. In tal senso, nuovo supporto alla ripresa giunge anche dal canale estero: la Russia, in quanto esportatore di petrolio, ha registrato un rimbalzo nel valore delle esportazioni in marzo con effetti positivi sul saldo di bilancia commerciale. Se a questo si aggiunge la contrazione delle importazioni, generata in parte dal deprezzamento della valuta e in parte dalla decisione della Russia di imporre divieti all’acquisto dei beni europei, è possibile spiegare il lento ma continuo incremento del surplus di bilancia commerciale. Politica monetaria. monetaria. Il calo dell’inflazione lascia maggior spazio d’intervento alla CBR. Tasso chiave a una settimana (da ottobre 2013) Fonte: Bloomberg Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche Con la decisione annunciata ad aprile salgono a tre i tagli realizzati dalla Banca centrale (CBR) da inizio anno al tasso di riferimento, che scende così dal picco del 17% toccato nel dicembre 2014 al 12,5% di aprile. Se in un primo momento le azioni dell’istituto di politica monetaria erano principalmente volte a bloccare l’uscita di capitali e il deprezzamento del rublo, pur a fronte di un’inflazione ampiamente superiore al target, il recente movimento di riassorbimento dei prezzi ha garantito maggiore agio all’azione della CBR. La Banca centrale si attende che la variazione annua dei prezzi al consumo raggiunga il suo picco nell’estate, per poi scendere fino all’8% entro marzo del prossimo anno; più caute invece le proiezioni sulla crescita, che verranno probabilmente presto riviste al ribasso. Proprio per tornare a stimolare l’economia, la CBR si dice pronta a proseguire nella fase di easing, probabilmente secondo tempistiche più rapide di quelle previste dal mercato. Rimane dunque aperta la porta a un nuovo ampio taglio già in occasione della prossima riunione, in agenda per il 15 giugno. Un intervento di questo tipo sarebbe giustificato anche alla luce del recupero compiuto dal cambio e potrebbe essere replicato anche nei meeting successivi, favorendo così una più rapida uscita dalla recessione. 17 Focus 14 maggio 2015 Outlook sulla valuta. valuta Si riducono le tensioni geopolitiche, il rialzo del petrolio favorisce il rublo. Cambio EUR/RUB (da gennaio 2008) 83 EUR/RUB 73 63 53 43 33 gen-08 nov-09 set-11 lug-13 Fonte: Bloomberg mag-15 Il rublo continua a rafforzarsi contro dollaro, euro e tutte le altre principali valute. Per ritrovare livelli simili agli odierni è necessario tornare indietro alla fine di novembre, al vertice dell'OPEC di Vienna, dove si verificò il rifiuto, da parte dei membri dell'Organizzazione, di tagliare la produzione petrolifera. La conseguenza di quella decisione era stata il crollo delle quotazioni di oltre il 50% rispetto ai massimi toccati nel giugno del 2014. La discesa del petrolio, le tensioni tra la Russia e l'Occidente sull'occupazione della Crimea e la conseguente crisi ucraina avevano aggravato il crollo della valuta russa. Ora che dal lato geopolitico il clima appare più disteso e il petrolio ha recuperato parte delle perdite, col Brent tornato a ridosso dei 70 dollari, giustifichiamo il rialzo del rublo. Il rafforzamento del rublo contribuisce a ridurre la pressione sui prezzi, rendendo meno costosi i beni acquistati dall'estero e consentendo alla Banca centrale di tenere più facilmente sotto controllo l’inflazione. Alla luce di questo scenario e viste le attuali quotazioni del Brent, il mercato si attende un possibile indebolimento del rublo nella seconda metà dell'anno, qualora i prezzi energetici si stabilizzassero ai livelli attuali (cambio EUR/RUB sopra 60). Nel medio-lungo termine le previsioni indicano nel range 61-65 l’area di consolidamento del cambio nel biennio 2016-2017. Outlook sui bond. bond Bond in recupero grazie al rialzo del greggio, ma la volatilità resta elevata; la view si conferma Neutrale nonostante l’interessante rendimento a scadenza. Livelli (%) e variazione della curva dei rendimenti dal 09.02.2015 Note: indici di total return EFFAS Bloomberg. Fonte: Bloomberg Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche Negli ultimi tre mesi i titoli di stato in rubli hanno messo a segno un’ottima performance, recuperando parte delle perdite registrate tra fine 2014 e inizio 2015 a causa della crisi ucraina e del crollo del prezzo del greggio. I tassi sui titoli di stato in valuta locale sono scesi di 100-200pb sul segmento intermedio e lungo della curva, mentre sui titoli a più breve termine il calo è stato decisamente maggiore: il tasso a due anni si è portato da circa il 14% a quasi il 10%. La curva dei rendimenti torna così ad essere piatta, scontando uno scenario che nel breve periodo beneficia del recupero del prezzo del greggio e degli ampi tagli al target rate decisi dalla Banca centrale. Il proseguimento atteso della fase di easing potrebbe portare a un’ulteriore compressione dei tassi di mercato, almeno nel breve periodo. D’altra parte, su un orizzonte temporale più ampio, la visibilità sulle prospettive del debito in valuta locale resta scarsa, come testimonia anche la bocciatura dell’agenzia di rating Moody’s, che ha portato il giudizio per i titoli in rubli a Ba1, sotto la soglia di Investment Grade. Infatti, anche se la Russia appare ben posizionata in termini di sostenibilità delle finanze pubbliche, gli asset del paese restano condizionati da fattori esogeni e volatili, in particolare dall’andamento del prezzo del greggio. Alla luce di queste considerazioni confermiamo la view Neutrale sul debito in rubli, ricordando in ogni caso che tali investimenti sono indicati per investitori con un elevato profilo di rischio. 18 Focus 14 maggio 2015 Previsioni tassi di cambio EUR/RUB Valore 1M .3M 6M Previsioni Intesa Sanpaolo EUR/RUB Consenso Bloomberg Valore 2° trim. 2015 3° trim. 2015 4° trim. 2015 EUR/RUB 56,91 61,60 63,00 63,70 12M 2016 60,95 24M 2017 64,43 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Thomson Reuters-Datastream, Bloomberg e previsioni di consenso Russia, principali indicatori economici e finanziari Rating sul debito in valuta locale a lungo termine S&P Outlook BBB- Negativo Rating sul debito in valuta estera a lungo termine S&P Outlook BB+ Negativo Indicatori economici Crescita Inflazione Surplus o Deficit/PIL Debito/PIL Tasso di disoccupazione Partite Correnti (% PIL) Partite Correnti (mld USD) Riserve (mld USD) Indicatori finanziari CDS e Tassi Tasso di riferimento Tasso a 2 anni Tasso 10 anni CDS a 5 anni in pb, in USD Altre variabili (variazioni in %) Valuta vs. EUR (**) Valuta vs. USD (**) FTSE JSE TOP 40 Indici debito in valuta Perf. EMBI Russia, in % Perf. EMBI Indice, in % Perf. Euro EMBI Russia, in % Perf. Euro EMBI Indice, in % Spread EMBI Russia, in pb Spread EMBI Indice, in pb Spread Euro EMBI Russia, in pb Spread Euro EMBI Indice, in pb Moody's Ba1 Outlook Negativo Fitch BBB- Outlook Negativo Moody's Ba1 2014 0,6 7,8 -1,2 17,9 5,1 3,1 57,4 339 Outlook Negativo 2015E -3,8 17,9 -3,7 18,8 6,5 5,4 63,3 309 (*) Ultimo dato disponibile Fitch BBB2016E -1,1 9,8 -2,6 17,1 6,5 6,3 86,1 Outlook Negativo 2017E 1,0 6,5 -1,3 17,2 6,0 6,0 91,6 12,50 10,57 10,50 324 55,65 49,50 1.698 Ultimo dato disponibile 332 367 543 145 Var. a 1 Var. da mese inizio anno -1,50 -0,86 -0,43 -22 -4,50 -3,93 -2,50 -149 -0,73 32,17 5,77 22,88 1,16 21,55 Var. a 1 Var. Var. da mese inizio anno -0,1 15,4 -0,7 3,4 0,0 15,8 -1,6 1,7 -13 -41,7 -15 -9,3 -18 -31,8 -3 -12,3 Note: (*) ultimo dato disponibile; dati relativi agli indicatori finanziari aggiornati al 13.05.2015; (**) una variazione positiva indica un rafforzamento della valuta domestica (contro EUR o contro USD); E= expected, atteso. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg e World Economic Outlook aprile 2015, FMI Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 19 Focus 14 maggio 2015 ZAR: debole, in linea col calo delle commodity; possibile ripresa tendenziale Scenario macro. macro. Prevalgono i rischi verso il basso tra blackout energetici e rivendicazioni salariali. Previsioni FMI: crescita e inflazione (%) Note: la parte ombreggiata indica previsioni. Fonte: FMI, World Economic Outlook aprile 2015 Rimangono contenuti i tassi di crescita attesi per il PIL sudafricano a cavallo tra 2014 e 2015 in un contesto che presenta diversi fattori di rischio per l’economia. A una domanda interna piuttosto fiacca, si accompagnano infatti anche alcuni freni dal lato dell’offerta, con rallentamenti più o meno diffusi all’attività nel settore manifatturiero e in quello estrattivo. A questi elementi temporanei si sommano poi due fattori di freno strutturale, quali l’offerta di energia elettrica ancora discontinua e segnata da continui blackout e la difficile evoluzione delle trattative tra sindacati dei lavoratori e imprese, soprattutto nel settore estrattivo. Se infatti un aumento della produzione industriale leggermente superiore alle attese dovrebbe aver evitato una variazione negativa del PIL nel 1° trimestre, le prospettive rimangono segnate da un basso livello atteso di consumi e da dati piuttosto deboli dal fronte degli investimenti delle imprese e della spesa delle famiglie. L’andamento dei prezzi delle materie prime e il movimento della valuta sudafricana hanno determinato un miglioramento del saldo dei conti con l’estero, che ha visto un aumento dei volumi di esportazione ma conserva ancora un segno negativo, con effetto depressivo sulla crescita. Riteniamo dunque che non sia da sottostimare l’impatto delle sospensioni programmate nella fornitura di energia elettrica, che potrebbero portare a una revisione al ribasso del livello di crescita potenziale. Politica monetaria. monetaria Il deterioramento dello scenario d’inflazione avvicina la svolta sui tassi. Tasso di sconto ufficiale (da gennaio 2008) Fonte: Bloomberg Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche In un quadro di crescita non particolarmente sostenuta, continuano le pressioni sui prezzi determinate da fonti esogene. Alle spinte verso l’alto provenienti dalla componente alimentare, si aggiungono rischi relativi a nuovi (probabili) aumenti per le tariffe energetiche e al movimento del tasso di cambio. I rischi sono dunque verso l’alto per l’indice dei prezzi al consumo, che nel 2015 potrebbero sperimentare nuove pressioni dal lato dei salari alla luce delle forti rivendicazioni dei sindacati, restii a trovare un accordo accomodante con imprese private ed enti statali. Proprio il deterioramento dello scenario relativo ai prezzi potrebbe spingere la Banca centrale (SARB) a considerare di riprendere il sentiero di rialzo dei tassi già avviato nel 2014. Se finora l’istituto aveva conservato un approccio accomodante con tassi fermi al 5,75% e una pausa nel sentiero di normalizzazione, la recente revisione delle stime d’inflazione (da 3,8% a 4,8% a/a per il 2015) implicherà probabilmente un approccio più aggressivo nel contenere le pressioni inflazionistiche. Anche se non appare immediata l’azione della SARB, un nuovo rialzo potrebbe realizzarsi prima della fine dell’anno, con il Comitato di politica monetaria intento a ribadire che la normalizzazione dei tassi dipenderà da una “serie di fattori domestici ed esterni”. 20 Focus 14 maggio 2015 Outlook sulla valuta. valuta Le commodity ancora deboli penalizzano il ciclo e la valuta. Cambio EUR/ZAR (da gennaio 2008) Fonte: Bloomberg Il rand sudafricano, sotto pressione nell’ultimo mese, è passato da area 12,50 a 13,50 contro euro, indebolendosi contro la valuta unica visto anche l’inatteso rafforzamento dell’euro delle ultime settimane. La fase di consolidamento contro euro in area 13 prosegue, dopo l'inversione di tendenza del cambio a cavallo fra il 2014 e il 2015; accumulo che sembra essere coerente col concretizzarsi del QE della BCE, che ha indebolito la valuta unica. Ovviamente la valuta sudafricana risente dei rischi legati al rallentamento della crescita cinese (principale importatore di materie prime), a cui si somma ancora la generale e diffusa debolezza dei prezzi delle commodity. L’effetto negativo sul rand, generato dalle materie prime deboli, non è nemmeno più mitigato dal ribasso del petrolio, visto il recupero delle ultime sedute. I conseguenti mancati benefici dal lato dei costi energetici, che incidono su comparti chiave dell’economia sudafricana come l’agricoltura (carburanti per macchine agricole) e i metalli preziosi (attività mineraria), finiscono per ostacolare il riequilibrio del sistema economico domestico. Nel breve periodo potrebbe protrarsi l'accumulo della valuta sudafricana intorno al livello di 13, secondo le stime Bloomberg; il cambio potrebbe poi scendere poco sotto sul finale di 2015. Nel medio-lungo termine, nell’ottica di un generale riequilibrio dei rapporti fra euro e valute emergenti, ipotizziamo un deciso rafforzamento del rand, specie nel 2017. Outlook sui bond. bond Valuta e Banca centrale rischiano di appesantire ulteriormente i titoli di stato; la view passa a Moderatamente Negativa da Neutrale. Performance titoli in valuta dal 09.02.2015 e variazione della curva dei rendimenti (%) Note: indici di total return EFFAS Bloomberg. Fonte: Bloomberg Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche Il sell-off che ha coinvolto il settore del debito governativo a livello globale non ha risparmiato neppure i titoli sudafricani, che negli ultimi tre mesi hanno messo a segno una performance negativa, ulteriormente appesantita se convertita in euro (a causa della debolezza della valuta sudafricana). In termini di curva dei rendimenti si è registrato uno spostamento parallelo verso il basso di circa 50pb che, convertito in variazioni di prezzo, ha visto una performance negativa più ampia sui titoli a più lunga scadenza a causa dell’impatto della duration. Oltre al quadro internazionale, la curva dei titoli in rand sconta probabilmente anche una rimodulazione delle aspettative sulle prossime mosse della Banca centrale, con un possibile rialzo del target rate all’orizzonte, in linea con le nostre previsioni. Inoltre, la variabile cruciale resta la tenuta del cambio: a fronte di un ulteriore indebolimento della valuta non si possono escludere nuovi rialzi anche sui tassi di mercato. Alla luce di queste considerazioni, mutiamo la view a Moderatamente Negativa da Neutrale, ricordando che nonostante gli interessanti rendimenti a scadenza, il mercato sudafricano resta fortemente condizionato dal grado di avversione/propensione al rischio degli investitori internazionali e quindi soggetto ad ampia volatilità. 21 Focus 14 maggio 2015 Previsioni tassi di cambio EUR/ZAR Valore 1M 3M 6M Previsioni Intesa Sanpaolo EUR/ZAR Consenso Bloomberg Valore 2° trim. 2015 3° trim. 2015 4° trim. 2015 EUR/ZAR 13,55 13,00 12,89 12,90 12M 2016 12,96 24M 2017 14,03 Fitch BBB+ Outlook Negativo Fitch BBB 2016E 2,1 5,6 -3,4 48,2 24,9 -4,7 -15,7 Outlook Negativo 2017E 2,4 5,5 -3,1 48,8 24,8 -4,6 -16,1 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Thomson Reuters-Datastream, Bloomberg e previsioni di consenso Sud Africa, principali indicatori economici e finanziari Rating sul debito in valuta locale a lungo termine S&P Outlook Moody's Outlook BBB+ Stabile Baa2 Stabile Rating sul debito in valuta estera a lungo termine S&P Outlook Moody's Outlook BBBStabile Baa2 Stabile Indicatori economici 2014 2015E Crescita 1,5 2,0 Inflazione 6,1 4,5 Surplus o Deficit/PIL -4,1 -4,2 Debito/PIL 45,9 47,5 Tasso di disoccupazione 25,1 25,1 Partite Correnti (% PIL) -5,4 -4,6 Partite Correnti (mld USD) -19,1 -14,8 Riserve (mld USD) 44 42 (*) Indicatori finanziari Ultimo dato disponibile CDS e Tassi Tasso di riferimento 5,75 Tasso a 4 anni 7,31 Tasso 10 anni 8,12 CDS a 5 anni in pb, in USD 205 Altre variabili (variazioni in %) Valuta vs. EUR (**) 13,47 Valuta vs. USD (**) 11,98 Indice azionario JALSH 48.136 Indici debito in valuta Ultimo dato disponibile Perf. EMBI Sud Africa, in % Perf. EMBI Indice, in % Perf. Euro EMBI Sud Africa, in % Perf. Euro EMBI Indice, in % Spread EMBI Sud Africa, in pb 261 Spread EMBI Indice, in pb 367 Spread Euro EMBI Sud Africa, in pb 226 Spread Euro EMBI Indice, in pb 145 Var. a 1 Var. da inizio mese anno 0,00 0,19 0,35 1 0,00 0,14 0,17 15 -5,25 3,40 0,91 -3,83 1,55 9,26 Var. a 1 Var. da inizio mese anno -1,4 1,3 -0,7 3,4 -2,4 0,0 -1,6 1,7 -2 23 -15 -38 -25 8 -3 -20 Note: (*) ultimo dato disponibile; dati relativi agli indicatori finanziari aggiornati al 13.05.2015; (**) una variazione positiva indica un rafforzamento della valuta domestica (contro EUR o contro USD); E= expected, atteso. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg e World Economic Outlook aprile 2015, FMI Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 22 Focus 14 maggio 2015 La performance di un titolo in valuta locale: rendimento del titolo e andamento del cambio Un investimento in un titolo di stato in valuta diversa rispetto alla propria valuta nazionale incorpora una variabile di rischio/rendimento ulteriore rispetto a quella che tipicamente caratterizza un titolo di stato in euro (in estrema semplificazione: crescita economica, inflazione, politica monetaria e, da ultimo, solvibilità del paese). Questa variabile è il tasso di cambio. Il valore del proprio investimento, ceteris paribus, potrebbe calare o aumentare a seconda di quanto accade al tasso di cambio di tale valuta rispetto alla valuta base dell’investitore nel periodo di tempo in cui si tiene in portafoglio il titolo. Un apprezzamento della valuta locale rispetto a quella base, nel periodo in cui l’investitore detiene il titolo in portafoglio, porterebbe a una performance complessiva migliore rispetto a quella offerta dal rendimento del titolo. Viceversa, un deprezzamento della valuta locale porterebbe a una performance inferiore rispetto a quella offerta dal rendimento del titolo. Per “coprirsi” dal rischio di cambio (ossia annullarlo) pur comprando un titolo in valuta locale, sarebbe necessaria un’operazione di swap di valuta con scadenza uguale all’arco temporale in cui si intende mantenere il titolo in portafoglio. Questa operazione risulterebbe difficilmente attuabile da un investitore privato. UN ESEMPIO. Supponiamo di acquistare al tempo T0 il titolo in valuta Z, titolo emesso da un paese diverso dal nostro nella propria valuta locale, che per noi è pertanto una valuta estera. Supponiamo che il tasso di cambio a T0 sia pari a 2 Z vs. euro (ossia che con un euro, la nostra valuta, si comprino 2 unità della valuta del paese del titolo in valuta Z). Supponiamo che il valore dell’investimento a T0 sia 100 in euro e pertanto sia 200 nella valuta Z (100*2=200). Supponiamo che il titolo abbia un rendimento a scadenza (periodo T1) pari al 10% e che si decida di mantenerlo fino alla scadenza. Consideriamo tre scenari potenziali alla scadenza, T1: tasso di cambio invariato, apprezzamento della valuta estera (tasso di cambio Z vs. euro pari a 1,8 alla scadenza), deprezzamento della valuta estera (tasso di cambio Z vs. euro pari a 2,2 alla scadenza). Valuta invariata: invariata alla scadenza l’investimento varrà 220 in valuta Z (220=200*(1+0,10)) e pertanto 110 in euro (220/2; 2 unità di Z vengono convertite in 1 euro). Performance (base) 10%. Valuta del titolo apprezzata apprezzata del 10%: alla scadenza l’investimento varrà sempre 220 in valuta Z. La conversione in euro verrà fatta al tasso di cambio di 1,8, pertanto, l’investimento in euro varrà 122 euro (220/1,8; ossia 1,8 unità di Z vengono convertite in 1 euro). Performance Performance 22%. Valuta del titolo deprezzata del 10%: alla scadenza l’investimento varrà sempre 220 in valuta Z. La conversione in euro verrà fatta al tasso di cambio di 2,2, pertanto, l’investimento in euro varrà 100 euro (220/2,2, ossia 2,2 unità di Z vengono convertite in 1 euro). Performance 0% Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 23 Focus 14 maggio 2015 Avvertenza generale Il presente documento è una ricerca in materia di investimenti preparata e distribuita da Intesa Sanpaolo SpA, banca di diritto italiano autorizzata alla prestazione dei servizi di investimento dalla Banca d’Italia, appartenente al Gruppo Intesa Sanpaolo. Il presente documento è anche distribuito da Banca IMI, banca autorizzata in Italia e soggetta al controllo di Banca d’Italia e Consob per lo svolgimento dell’attività di investimento, appartenente al Gruppo Intesa Sanpaolo. Le informazioni fornite e le opinioni contenute nel presente documento si basano su fonti ritenute affidabili e in buona fede, tuttavia nessuna dichiarazione o garanzia, espressa o implicita, è fornita da Intesa Sanpaolo relativamente all’accuratezza, completezza e correttezza delle stesse. Le opinioni, previsioni o stime contenute nel presente documento sono formulate con esclusivo riferimento alla data di redazione del presente documento, e non vi è alcuna garanzia che i futuri risultati o qualsiasi altro evento futuro saranno coerenti con le opinioni, previsioni o stime qui contenute. Qualsiasi informazione contenuta nel presente documento potrà, successivamente alla data di redazione del medesimo, essere oggetto di qualsiasi modifica o aggiornamento da parte di Intesa Sanpaolo, senza alcun obbligo da parte di Intesa Sanpaolo di comunicare tali modifiche o aggiornamenti a coloro ai quali tale documento sia stato in precedenza distribuito. Lo scopo del presente documento è esclusivamente informativo. In particolare, il presente documento non è, né intende costituire, né potrà essere interpretato, come un documento d’offerta di vendita o sottoscrizione, ovvero come un documento per la sollecitazione di richieste d’acquisto o sottoscrizione, di alcun tipo di strumento finanziario. Nessuna società del Gruppo Intesa Sanpaolo, né alcuno dei suoi amministratori, rappresentanti o dipendenti assume alcun tipo di responsabilità (per colpa o diversamente) derivante da danni indiretti eventualmente determinati dall’utilizzo del presente documento o dal suo contenuto o comunque derivante in relazione con il presente documento e nessuna responsabilità in riferimento a quanto sopra potrà conseguentemente essere attribuita agli stessi. Le società del Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo, i loro amministratori, rappresentanti o dipendenti (ad eccezione degli Analisti Finanziari e di coloro che collaborano alla predisposizione della ricerca) e/o le rispettive famiglie possono detenere posizioni lunghe o corte in qualsiasi strumento finanziario menzionato nel presente documento ed effettuare, in qualsiasi momento, vendite o acquisti sul mercato aperto o altrimenti. I suddetti possono inoltre effettuare, aver effettuato, o essere in procinto di effettuare vendite e/o acquisti, ovvero offerte di compravendita relative a qualsiasi strumento di volta in volta disponibile sul mercato aperto o altrimenti. La pubblicazione ‘Focus’ viene redatta senza una cadenza predefinita per analizzare temi di particolare interesse e che possono variare a seconda delle circostanze. Il precedente report di questo tipo è stato distribuito in data 05.05.2015. Il presente documento è distribuito da Banca IMI e Intesa Sanpaolo, a partire dallo stesso giorno del suo deposito presso Consob, esclusivamente a soggetti residenti in Italia e verrà messo a disposizione del pubblico indistinto attraverso il sito internet di Banca IMI (http://retailhub.bancaimi.com/retailhub/COMMENTI-E-ANALISI.html). Il presente documento verrà anche messo a disposizione della rete di Intesa Sanpaolo attraverso la intranet aziendale e potrà essere consegnato ai clienti interessati. Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 24 Focus 14 maggio 2015 Comunicazione dei potenziali conflitti di interesse Ai sensi del Regolamento adottato con delibera Consob n. 11971 del 14.05.1999 e successive modificazioni ed integrazioni, Intesa Sanpaolo ha posto in essere idonei meccanismi organizzativi e amministrativi (information barriers), al fine di prevenire ed evitare conflitti di interesse in rapporto alle raccomandazioni prodotte. Per maggiori informazioni si rinvia al documento “Policy per studi e ricerche” e all’estratto del “Modello aziendale per la gestione delle informazioni privilegiate e dei conflitti di interesse” a disposizione sul sito internet di Intesa Sanpaolo (www.intesasanpaolo.com). Certificazione degli analisti Gli analisti che hanno predisposto la presente ricerca in materia di investimenti, i cui nomi e ruoli sono riportati nella prima pagina del documento, dichiarano che: (a) le opinioni espresse nel documento riflettono accuratamente l’opinione personale, obiettiva, indipendente, equa ed equilibrata degli analisti; (b) non è stato e non verrà ricevuto alcun compenso diretto o indiretto in cambio delle opinioni espresse. Altre indicazioni 1. Due degli analisti citati nel documento (Fulvia Risso, Mario Romani) sono soci AIAF. Il presente documento è per esclusivo uso del soggetto cui esso è consegnato da Banca IMI e Intesa Sanpaolo e non potrà essere riprodotto, ridistribuito, direttamente o indirettamente, a terzi o pubblicato, in tutto o in parte, per qualsiasi motivo, senza il preventivo consenso espresso da parte di Banca IMI e/o Intesa Sanpaolo. Il copyright ed ogni diritto di proprietà intellettuale sui dati, informazioni, opinioni e valutazioni di cui alla presente scheda informativa è di esclusiva pertinenza del Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo, salvo diversamente indicato. Tali dati, informazioni, opinioni e valutazioni non possono essere oggetto di ulteriore distribuzione ovvero riproduzione, in qualsiasi forma e secondo qualsiasi tecnica ed anche parzialmente, se non con espresso consenso per iscritto da parte di Banca IMI e/o Intesa Sanpaolo. Chi riceve il presente documento è obbligato a uniformarsi alle indicazioni sopra riportate. Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche - Responsabile Gregorio De Felice Responsabile bile Retail Research Responsa Paolo Guida Analista Azionario Ester Brizzolara Laura Carozza Piero Toia Analista Obbligazionario Serena Marchesi Fulvia Risso Cecilia Barazzetta Analista Valute e Materie prime Mario Romani Editing: Editing Cristina Baiardi, Monica Bosi Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 25