Tesina: Il fuoco
Il fuoco visto nei suoi aspetti più diversi, dal fuoco quale elemento naturale al
fuoco della passione
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1. Storia: il fuoco di Hiroshima
1.1 Una premessa
1.2 I presupposti del
bombardamento
1.3 Scelta degli obiettivi
6. Letteratura Inglese: the
fire’s conception of Jayne
Eyre in “ Charlotte Brontë“
6.1 Biography of the
writer
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1.4 Hiroshima durante la
Seconda guerra mondiale
1.4.1 Il bombardamento di
Hiroshima
1.4.2 Hiroshima dopo il
bombardamento
1.4.3 Reazione giapponese
al bombardamento
1.4.4 Sopravvivenza di
diverse strutture
1.4.5 I fatti del 6-9 agosto
1.4.6 Nagasaki durante la
seconda guerra mondiale
1.4.7 Il bombardamento di
Nagasaki
1.4.8 Effetti della bomba
atomica su Nagasaki.
1.5 Reazione giapponese al
bombardamento
1.6 Dibattito sul
bombardamento
1.6.1 Favorevoli all'impiego
dell'arma atomica
1.6.2 Oppositori all'impiego
dell'arma atomica
1.6.3 Primo atto della Guerra
Fredda
1.6.4 Dibattito sui reali effetti
del bombardamento atomico
2. Filosofia: la crisi dell’io messa a
fuoco dai Filosofi del’900 come
Freud, Kierkegaard,
Schopenhauer.
2.1 La crisi dell’io nella
psicoanalisi di Freud
2.2 Un confronto con
Schopenhauer e Nietzsche
2.3 L' interpretazione dei sogni
2.4 Dalla "malattia" alla
"guarigione"
2.5 Esperienze traumatiche
2.6 Freud a confronto con
l’esistenzialismo di Kierkegaard
3. Letteratura Italiana: Il fuoco di
D’Annunzio
3.1 Biografia dell’autore
3.2 Il Pensiero dell’autore
3.3 Il superuomo dannunziano
3.4 Le opere di D'Annunzio Le
opere
3.5 Il Fuoco
6.2 Works
6.3 Jane Eyre
6.4 Charlotte Brontë
and the Italian culture
7. Geografia Astronomica:
i vulcani
7.1 Carattere generali
7.2 Classificazione dei
vulcani
7.2.1 Vulcani a
scudo
7.2.2 Vulcani a cono
- Stratovulcani
7.2.3 In base al tipo
di attività eruttiva
7.2.4 Tipo hawaiano
7.2.5 Tipo
stromboliano e Tipo
vulcaniano
7.2.6 Tipo vesuviano
(o sub-pliniano) e Tipo
pliniano (e peleano)
7.3 Caldere e vulcani
attivi
7.3.1 Laghi vulcanici
7.3.2 Studio dei
vulcani
7.3.3 Attività dei
vulcani
7.3.4 Il vulcanismo
secondario
7.3.5 Il magma
7.3.6 Gli aspetti
positivi dei vulcani
7.4 Vulcani e Clima
7.5 Vulcani e terremoti
7.5.1 Com’è fatto un
vulcano?
7.5.2 Che cos' è un
terremoto?
7.5.3 Come
s’identifica un terremoto?
7.6 I vulcani italiani
8. Storia
dell’arte: l’Espressionismo
8.1 Caratteri generali
del movimento
8.1.1 Origini del termine
8.1.2 Particolarità del
movimento artistico
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4. Letteratura greca: le baccanti di
Euripide
4.1 Biografia
4.2 Contesto storico della
Grecia di Euripide
4.3 Il mondo di Euripide
4.4 Le baccanti di Euripide
5. Letteratura latina: Il fuoco della
passione nei poeti latini Catullo,
Orazio e Tibullo
5.1 Catullo: notizie sulla sua vita
5.2 Il Liber di Catullo
5.3 La poesia d’amore per
Lesbia
5.4 Orazio: Vita e opere
5.5 Il tema dell’amore in Orazio
5.6 Tibullo: breve biografia
5.7 Il Corpus Tibullianum
5.8 La poetica di Tibullo
8.1.3 Alcune opere di
punta del movimento
8.2 Due esponenti di spicco:
Munch e Van Gogh
8.2.1 Edvard Munch:
notizie sulla sua biografia
8.2.2 L'impressionismo e
le opere di Munch in
mostra
8.2.3 Il capolavoro di
Munch
8.3 Vincent van Gogh
8.3.1 Un quadro
sull’artista
8.3.2 Il periodo Olandese
dell’artista
8.3.3 Il suo soggiorno a
Parigi
8.3.4 Arles
8.3.5 Auvers-sur-Oise
1. Storia: il fuoco di Hiroshima
1.1 Una premessa
I bombardamenti nucleari di Hiroshima e Nagasaki in Giappone furono due assalti atomici operati verso la
conclusione del secondo conflitto mondiale.
Il mattino del 6 agosto 1945 alle 8.16, l'Aeronautica militare americana sgangiò la bomba atomica "Little Boy"
sulla città giapponese di Hiroshima, dopo tre giorni dopo eseguì il lancio dell'ordigno "Fat Man" su Nagasaki.
Il numero di vittime dirette è stimato da 100.000 a 200.000, quasi unicamente civili. Per la drammaticità dei
danni diretti ed indiretti generati dalle bombe, e per il fatto che si è trattato del primo e unico impiego in
guerra di queste armi, i due assalti atomici vengono considerati tra gli avvenimenti bellici più significativi
dell'intera storia del genere umano.
Il ruolo dei bombardamenti nella resa dell'Impero
giapponese, così come gli effetti e le
giustificazioni, sono stati oggetto di innumerabili
discussioni. Negli Stati Uniti prevale il
convincimento che i bombardamenti atomici
siano serviti a ridurre il Secondo conflitto
mondiale di parecchi mesi, risparmiando le vite
di milioni di militari (sia alleati sia giapponesi) e
di civili, destinati a perire nelle azioni di terra e
d'aria nella prevista occupazione del Giappone.
In Giappone, l'opinione pubblica, invece, tende
a sostenere come i lanci di bombe siano reati di
guerra perpetrati per velocizzare il processo di
resa del governo militare nipponico.
Universalmente condivisa, è in ogni modo la
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presa di coscienza della gravità dell'evento, che
non è più stato replicato.
1.2 I presupposti del bombardamento
Robert Oppenheimer e Leslie Groves, i responsabili del "Progetto Manhattan"
Gli Stati Uniti, con l'assistenza militare e scientifica del Regno Unito e del Canada, erano già riusciti a
realizzare e provare una bomba nucleare nel corso del Progetto Manhattan, un progetto scientifico-militare
teso a costruire la bomba atomica prima che gli scienziati impegnati nel Programma nucleare tedesco
riuscissero a compiere i propri studi per consegnare a Hitler un'arma di distruzione di massa. Il primo
esperimento atomico, nome in codice "Trinity", si svolse il 16 luglio 1945 ad Alamogordo, nel Nuovo
Messico. Una bomba di prova, chiamata "The Gadget" fu fatta scoppiare con successo. I lanci su Hiroshima
e Nagasaki, pertanto, furono la seconda e terza detonazione della storia delle armi atomiche. Il lancio di
bombe sulle due città del Giappone, in ogni modo, non fu la prima volta in cui gli Alleati colpirono città delle
potenze dell'Asse, né la prima volta in cui questi bombardamenti provocarono numerose perdite civili. In
Germania, ad esempio, il lancio di bombe di Dresda provocò la morte di 130.000 persone e la distruzione di
una delle maggiori città d'arte tedesche. L'Italia subì pesanti lanci di bombe nelle città di Napoli, Catania,
Messina e Bari oltre al quartiere San Lorenzo di Roma che provocò oltre 3000 decessi in una sola notte. Il
lancio di bombe di Tokyo del marzo del 1945 provocò più di 100.000 caduti e danni immensi in termini urbani
ed architettonici. Nell'agosto del 1945 altre sessanta città giapponesi furono pesantemente colpite, e fra le
più colpite, oltre a Tokyo, fu senza dubbio Kobe.
In più di tre anni di conflitto del Pacifico, gli Stati Uniti avevano perso 400.000 uomini, fra morti, feriti e
dispersi. Il mese antecedente il bombardamento, la conquista di Okinawa, che aveva provocato il decesso di
150.000 civili e militari giapponesi, e la perdita di circa 70.000 militari americani, aveva offerto una base
ideale per l’occupazione del Giappone, ma preoccupava i comandi Alleati, che temevano perdite 3-4 volte
superiori, dato l'acceso patriottismo dei soldati giapponesi, crescente a mano a mano che indietreggiavano
verso la terra natale.
Il Presidente degli Stati Uniti d'America Harry S.
Truman, che seppe dell'esistenza del Progetto
Manhattan solo dopo la scomparsa di Franklin
D. Roosevelt, decise di adoperare la nuova
bomba sul Giappone. Nelle sue intenzioni
dichiarate, il lancio di bombe doveva indicare
una risoluzione rapida della guerra, infliggendo
una devastazione totale e infondendo pertanto
nel governo giapponese la preoccupazione di
ulteriore distruzione: questo sarebbe stato
sufficiente per decidere la resa dell'Impero
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giapponese. Il 26 luglio 1945 Truman e gli altri
capi di Stato Alleati stabilirono, nella
Dichiarazione di Potsdam, i termini per la
consegna delle armi giapponese.
Il giorno successivo, i giornali giapponesi
riportarono la dichiarazione, il cui testo fu diffuso
pure radiofonicamente in tutto il Giappone, ma
l’amministrazione militare la respinse. Il segreto
della bomba atomica era ancora custodito, e la
sua esistenza non fu minimamente indicata nella
dichiarazione.
1.3 Scelta degli obiettivi
Nel corso di una riunione tenutasi negli Stati Uniti a maggio 1945, furono suggeriti, come obiettivi, le città di
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Nel corso della riunione si decise di non adoperare la bomba nucleare unicamente su un obiettivo militare,
per scansare di mancare l'obiettivo, e pertanto "sprecare" la bomba.
Nella decisione finale, difatti, dovevano essere tenuti in maggior conto le conseguenze mentali che l'impiego
della bomba atomica doveva avere sul governo giapponese. Per di più era opinione diffusa che la nuova
bomba dovesse avere un effetto a sufficienza spettacolare affinché fosse riconosciuta a livello mondiale. Alla
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e rimpiazzata con Kokura, Nagasaki, e Hiroshima, che ospitava un rilevante deposito dell'esercito, in cui
un'esplosione nucleare avrebbe avuto conseguenze in maggior misura catastrofici dato che le colline che la
attorniavano avrebbero accresciuto l'effetto della bomba.
1.4 Hiroscima durante la Seconda Guerra Mondiale
La priorità per lo sgancio della bomba fu infine data proprio a Hiroshima a fronte della segnalazione che essa
era l'unico, tra gli obiettivi, che non avesse al suo interno e nei dintorni campi per i prigionieri di guerra. Il
centro della città conteneva una quantità di edifici di cemento armato, e alcune strutture più leggere. In
periferia, l'area era congestionata da una miriade di piccole strutture di legno, usate come locali da lavoro,
posizionate tra una casa e l'altra. Alcuni stabilimenti industriali si estendevano non lontano dal limite
periferico della città. Le case erano di legno, con soffitti leggeri, e molti edifici industriali avevano a loro volta
pareti a incastro di legno. La città nella sua interezza era potenzialmente ad altissimo rischio d'incendio.
La popolazione di Hiroshima aveva raggiunto un picco di 381.000 unità prima della guerra, ma prima del
bombardamento atomico la popolazione era rapidamente diminuita a causa di un'evacuazione generale
ordinata dal governo giapponese, tanto che il 6 agosto si contavano circa 255.000 abitanti. Si calcola questa
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cifra sulla base dei dati mantenuti per l'approvvigionamento della popolazione (che era razionato), e le stime
sugli operai e sui soldati presenti in città al momento del bombardamento sono, di fatto, molto poco accurate.
1.4.1 Il bombardamento di Hiroshima
La scelta della data del 6 agosto si fondò sul
fatto che nei giorni antecedenti diverse nuvole
stratificate coprivano la città, mentre il giorno
dell'attacco il tempo era variabile. Va detto che
fino all'ultimo non fu chiaro quale città centrare:
si pensava ancora a Kokura, ma tutto dipendeva
dalle condizioni meteorologiche. Per la scelta fu
deciso di far prendere il volo, prima della
missione vera e propria, un B-29 senza armi, il
cui compito era quello di indicare al comando la
situazione del tempo sopra le città selezionate
per lo sgancio. Quando gli altri B-29 stavano già
volando, ebbero l'ok per colpire Hiroshima
perché il cielo sopra Kokura era troppo coperto
perché permetta lo sgancio. Tutti i dettagli, i
piani precisi della tabella di volo, la bomba di
gravità, l'armamento della bomba con i suoi 60
kg di 235U (uranio 235), furono studiati nei
minimi particolari e tutto si svolse così come era
stato deciso a tavolino.
1.4.2 Hiroshima dopo il bombardamento
Circa un'ora prima del bombardamento, la rete radar nipponico lanciò un allarme istantaneo, individuando
l'accostamento di un gran numero di aerei statunitensi diretti nella zona meridionale del Giappone. L'allarme
venne diffuso pure mediante trasmissioni radio in moltissime città del Giappone, e tra cui pure Hiroshima. I
veivoli si avvicinarono alle coste dell'arcipelago nipponico a un'altezza notevole. Poco prima delle 08:00, la
stazione radar di Hiroshima individuò il numero di velivoli presenti nello spazio aereo giapponese che era
basso - forse non più di tre -, per questa ragione l'allarme aereo fu ridimensionato (il comando militare
giapponese, infatti, aveva stabilito, per economizzare il carburante di non far alzare in volo i propri veivoli per
le formazioni aeree americane di piccole dimensioni). I tre aeroplani statunitensi erano i bombardieri Enola
Gay, The Great Artiste e un altro aereo, in seguito chiamato Necessary Evil, vale a dire "Male necessario"
(l'unica funzione di questo aereo fu quello di verificare, mediante una serie di fotografie, le conseguenze
dell'utilizzo dell'arma nucleare).
Il normale allarme aereo non fu attivato, dato che era normalmente attivato solo all'approssimarsi dei
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bombardieri. Alle 08:15 l'Enola Gay scaraventò "Little Boy" sul centro di Hiroshima.
L'esplosione avvenne a 580 metri dal suolo, con uno scoppio uguale a tredici chiloton di TNT, assassinando
sul colpo fra le 70.000 e le 80.000 persone. Approssimativamente il 90% degli edifici fu completamente raso
al suolo.
Testimone oculare del lancio di bombe di Hiroshima fu il padre gesuita e futuro generale dei gesuiti Pedro
Arrupe, che allora era in missione in Giappone presso la comunità cattolica della città e che diede aiuto ai
superstiti. Per quanto concerne il bombardamento nucleare egli scrisse:
« Ero nella mia stanza con un altro prete alle 8.15,
quando improvvisamente vedemmo una luce
accecante, come un bagliore al magnesio. Non
appena aprii la porta che si affacciava sulla città,
sentimmo un'esplosione formidabile simile al colpo
di vento di un uragano. Allo stesso tempo porte,
finestre e muri precipitarono su di noi in pezzi.
Salimmo su una collina per avere una migliore
vista. Da lì potemmo vedere una città in rovina: di
fronte a noi c'era una Hiroshima decimata. Poiché
ciò accadde mentre in tutte le cucine si stava
preparando il primo pasto, le fiamme, a contatto
con la corrente elettrica, entro due ore e mezza
trasformarono la città intera in un'enorme vampa.
Non dimenticherò mai la mia prima vista di quello che fu l'effetto della bomba atomica:
un gruppo di giovani donne, di diciotto o venti anni, che si aggrappavano l'un l'altra mentre si trascinavano
lungo la strada. Continuammo a cercare un qualche modo per entrare nella città, ma fu impossibile.
Facemmo allora l'unica cosa che poteva essere fatta in presenza di una tale carneficina di massa: cademmo
sulle nostre ginocchia e pregammo per avere una guida, poiché eravamo privi di ogni aiuto umano.
L'esplosione ebbe luogo il 6 agosto. Il giorno seguente, il 7 agosto, alle cinque di mattina, prima di
cominciare a prenderci cura dei feriti e seppellire i morti, celebrai Messa nella casa.
In questi momenti forti uno si sente più vicino a Dio, sente più profondamente il valore dell'aiuto di Dio. In
effetti ciò che ci circondava non incoraggiava la devozione per la celebrazione per la Messa. La cappella,
metà distrutta, era stipata di feriti che stavano sdraiati sul pavimento molto vicini l'uno all'altro mentre,
soffrendo terribilmente, si contorcevano per il dolore ».
1.4.3 Reazione giapponese al bombardamento
Le bruciature presenti su questa vittima sono simili alle trame del kimono; gli spazi più chiare del tessuto
hanno riflesso l'intensa luce della bomba, minor danno. L'operatore di controllo di Tokyo della Società
Radiotelevisiva Giapponese osservò come la stazione di Hiroshima non fosse più in onda. Tentò di
ripristinare il programma adoperando un'altra linea telefonica, ma tale tentativo non riuscì. Circa venti minuti
più tardi il centro telegrafico ferroviario di Tokyo si accorse che la linea telegrafica maggiore aveva smesso di
operare subito a nord di Hiroshima.
Da alcune piccole fermate ferroviarie entro dieci miglia (16 km) dalla città arrivarono notizie informali e
confuse di un terrificante scoppio a Hiroshima.
Tutti questi comunicati furono passati ai quartier
generali del Comando generale giapponese.
Le basi militari cercarono continuamente di
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mettersi in contatto con la Stazione di Controllo
dell'Esercito di Hiroshima. L'assoluto silenzio da
quella città stupì gli uomini dei quartier generali;
avevano notizia che non c'era stata nessuna
forte aggressione nemica e che ad Hiroshima al
momento non c'era nessun importante
magazzino di esplosivi.
Un giovane ufficiale del Comando generale
giapponese fu incaricato di volare velocemente
ad Hiroshima, atterrare, rilevare i danni e
pertanto tornare a Tokyo con notizie credibili per
il comando. Nei quartier generali c'era la
percezione diffusa che non fosse successo
niente di serio, che si stesse ingrandendo la
portata di un problema di dimensioni limitate.
L'ufficiale del comando si recò all'aeroporto e
prese il volo in direzione sud-ovest. Dopo circa
tre ore di volo, quando mancavano ancora circa
100 miglia (160 km) ad Hiroshima, l'ufficiale e il
suo copilota intravidero una grande nuvola di
fumo causata dalla bomba. Nel chiaro
pomeriggio, stavano incendiando le macerie di
Hiroshima. Il loro aereo giunse presto in città,
intorno alla quale volavano increduli.
Una grande cicatrice sul terreno ancora infuocato e coperta da una spessa nube di fumo era tutto quello che
era rimasto. Atterrarono a sud della città e l'ufficiale del comando, dopo aver comunicato con Tokyo, iniziò
prontamente a preparare le operazioni di soccorso.
A Tokyo, le prime notizie di ciò che aveva certamente provocato il disastro vennero dall'annuncio pubblico
della Casa Bianca a Washington, sedici ore dopo l'assalto atomico a Hiroshima. L'avvelenamento da
radiazione e le necrosi causarono malattie e decessi successivi al bombardamento per circa il 20% di chi era
sopravvissuto all'esplosione iniziale. Alla fine del 1945, altre migliaia di persone cessarono di vivere per via
dell'intossicazione da radiazioni, portando il totale di persone assassinate ad Hiroshima nel 1945 a circa
350.000. Da allora molte migliaia di individui morirono per cause connesse alle radiazioni. Tale cifra include
tutti quelli che si trovavano in città al momento dell'esplosione o che furono in seguito esposti al fallout ed
erano scomparsi prima di tale rilevazione statistica.
1.4.4 Sopravvivenza di diverse strutture
Alcuni dei fabbricati in cemento armato ad Hiroshima erano innalzati in maniera molto resistente per via del
pericolo di sisma in Giappone e le ossature di tali edifici non crollarono, sebbene si trovassero molto vicino al
centro della area rovinata della città. Al momento dello scoppio in aria della bomba atomica, l'esplosione si
riversò verso il basso più che lateralmente, il che facilitò maggiormente la conservazione della Sala della
Prefettura per la Promozione Industriale, ora generalmente nota come Genbaku, o Cupola della bomba-A,
progettata e compiuta dall'architetto ceco Jan Letzel, che si trovava a pochi metri da ground zero, le sue
rovine furono chiamate Monumento della Pace di Hiroshima e furono rese un sito Patrimonio dell'umanità
dell'UNESCO nel 1996, sebbene le opposizioni degli Stati Uniti e della Cina.
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1.4.5 I fatti del 6-9 agosto
Dopo il lancio di bombe di Hiroshima, il Presidente Truman rese noto:
«Se non accettano adesso le nostre condizioni,
si possono aspettare una pioggia di distruzione
dall'alto, come mai se ne sono viste su questa
terra». L'8 agosto 1945 furono lanciati volantini e
furono dati avvisi al Giappone da Radio Saipan
(la zona di Nagasaki non ricevette volantini di
avviso sino al 10 agosto, nonostante la
campagna di avvertimento proseguisse
dall'inizio del mese).
Un minuto oltre le ventiquattro del 9 agosto, ora
di Tokyo, l'Armata Rossa lanciò un assalto verso
la Manciuria con oltre 1.500.000 uomini, 26.137
cannoni, 5.556 mezzi corazzati e 5.000
aeroplani.
Quattro ore dopo, il governo di Tokyo fu
ufficialmente avvisato che l'Unione Sovietica
aveva rotto il patto di neutralità e dichiarato
guerra all'Impero giapponese secondo gli
accordi intercorsi con gli alleati di aprire il nuovo
fronte entro tre mesi dal termine del conflitto in
Europa.
Gli ufficiali anziani dell'Esercito Imperiale Giapponese al principio svalutarono la portata dell'attacco sovietico,
ma ben presto decisero di imporre la legge marziale, di concerto con il Ministro della Guerra Anami, per
arrestare qualunque persona avesse provato a sottoscrivere una pace.
La pianificazione per il secondo attacco fu decisa dal colonnello Tibbets, con il grado di comandante del 509º
Gruppo bombardieri di base a Tinian. Al primo momento previsto per l'11 agosto contro Kokura, l'attacco fu
anticipato di due giorni per le cattivissime condizioni meteorologiche attese dopo il 10 agosto.
1.4.6 Nagasaki durante la seconda guerra mondiale
Urakami Tenshudo, una chiesa cattolica di Nagasaki in rovina a causa della bomba nucleare e con la cupola
capovolta. La città di Nagasaki era uno dei più importanti porti del Giappone del sud, di grande interesse
bellico a causa delle sue diverse attività industriali, che spaziavano nella fabbricazione di munizioni, navi,
rifornimenti militari e altri materiali di guerra.
Al contrario della Nagasaki attuale, la gran parte delle abitazioni era innalzata con una struttura in legno, o
addirittura del tutto in legno, e con i tetti in mattonelle. Molte delle piccole fabbriche e dei vari stabilimenti per
di più ospitavano nelle prossimità alloggi per gli operai in legno, quindi facilmente infiammabili, e ovviamente
non capaci di sostenere l'esplosione di bombe normali, figuriamoci quelle atomiche.
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