Dicembre 2010 - Camera di Commercio di Forlì

INFORMA
PERÚ
INDICE
SITUAZIONE
ECONOMICA
ANALISI MACROECONOMICA
2-7
•
PANORAMA ECONOMICO
2-3
•
INTERNAZIONALE
4-5
•
ATTIVITÀ ECONOMICA
6-7
Dicembre 2010
E
PROIEZIONI
SI RINGRAZIA:
APOYO CONSULTORIA S.A.C.
PER IL MATERIALE GENTILMENTE FORNITO
Bollettino Economico Mensile della
Camera di Commercio Italiana del Perú
Consiglio di Amministrazione della Camera di Comercio Italiana del Perú
Presidente
Onorario:
S.E.
Francesco
Rausi
Presidente:
Hubert
De
La
Feld
1mo Vicepresidente: Barbara Bocci - 2do Vicepresidente: Roberto Levaggi - Tesoriere: José M. Peschiera - Pro
Tesoriere: Paolo Sacchi - Segretario: Manuel Aramburú - Pro Segretario: Gianfranco Castagnola - Consiglieri: Renzo Calda, Carlos Chiappori, Ricardo Ciappi, Giovanni Defendi, Giacomo Orsatti, Daniele Quintarelli - Revisori dei Conti: Lino Battilana, Aldo Lepori - Consiglio Consultivo: Alba Cogorno, Giulia Sanmarco, Paolo Valente, Matteo ButelliSegretario Generale: Alfonso Lanni
CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA DEL PERÙ
Av. 28 de Julio 1365 - Miraflores - Lima 18
Telefax: (0051) 445-4278 / 447-1785
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ANALISI MACROECONOMICA
PANORAMA ECONOMICO
MIGLIORI PROSPETTIVE PER L’ECONOMIA PERUVIANA NONOSTANTE UN AMBIENTE INTERNAZIONALE INCERTO. (1)
Il mese di dicembre è iniziato con alcune conferme negative per l’economia mondiale che contrastano con altre più ottimiste rispetto
all’economia locale:
• La recente crisi irlandese – ancora senza soluzione – evidenzia come la crisi internazionale ha
tuttavia capitoli pendenti, con rischi ed implicazioni non poco preoccupanti per l’economia globale.
• I timori di un brusco raffreddamento
dell’economia cinese in un contesto globale
incerto (USA deboli, la caduta della tigre celtica
ed il rischio bellico nella penisola coreana) hanno
influenzato i prezzi dei metalli a metà novembre.
Nonostante questa volatilità, il livello minimo dei
prezzi sarebbe ancora sufficientemente alto, il
che giustifica una attualizzazione al rialzo delle
quotazioni dei metalli per il 2011. Tuttavia ciò
non è valido o generalizzabile per tutte le commodities.
• L’economia peruviana chiuderà meglio del
previsto questo 2010, specialmente per il forte dinamismo dell’attività privata, e presenta un miglior panorama – rispetto a quello inizialmente atteso – per il prossimo anno.
• Le aspettative imprenditoriali e dei consumatori si mantengono ad alti livelli di ottimismo
La recente pubblicazione dell’edizione 2010 del Latinobarometro, che riflette le percezioni ed aspettative dei cittadini di 18 paesi della regione, mette in evidenza il miglioramento relativo
del Perù nell’ultimo anno: il 40% dei peruviani
considera che il paese sta progredendo, sette
punti percentuali in più che nel 2009. Ciò ha
permesso che il Perù passi dal posto 10 al 6 in
questa variabile (vedere grafico superiore).
Per tanto, cosa ci dovremmo aspettare nelle
prossime settimane e durante l’estate?
Primo, una delle migliori campagne natalizie
in molti anni in termini di risultati di vendite
(forse la migliore dalla metà degli anni novanta). E, secondo, una stagione estiva con buoni
risultati di vendite ed avanzamenti dei progetti
d’investimento. In questo ultimo caso, sarà
chiave la conferma che le alleanze elettorali
che si stanno formando limitano (o non fomentano) un incremento delle possibilità elettorali
di candidati con proposte di maggior intervento dello Stato nella materia economica. Al riguardo nella riunione mensile di novembre, i nostri
clienti hanno espresso le loro opinioni rispetto a quali candidati potenziali considerano per una migliore gestione presidenziale (vedere quadro inferiore).
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ANALISI MACROECONOMICA
PANORAMA ECONOMICO
MIGLIORI PROSPETTIVE PER L’ECONOMIA PERUVIANA NONOSTANTE UN AMBIENTE INTERNAZIONALE INCERTO. (2)
Quali possono essere le differenze o le sorprese?
La maggior competizione in diverse categorie e segmenti geografici (per l’ingresso di nuovi operatori o l’ampliamento del portafoglio di
prodotti da parte degli operatori già esistenti) può generare che certe aspettative
di risultati – chissà troppo ottimiste in
alcune categorie – non si compiano.
Per esempio, in alcune categorie di consumo, le elevate aspettative di vendita potrebbero non essere raggiunte (vedere grafico).
In alcuni settori o segmenti, è probabile
che si presentino difficoltà per contrattare
la mano d’opera o i servizi specializzati o
stagionali. Ciò può limitare il compimento
delle mete commerciali in determinati operatori. Tuttavia, il maggior rischio di una crescita accelerata della domanda senza un corrispondente aumento dell’offerta si verificherebbe nel medio o
lungo temine, dove il caso del mercato elettrico è il più emblematico.
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ANALISI MACROECONOMICA
INTERNAZIONALE
EUROZONA: SOLO MISURE PREVENTIVE CREDIBILI METTERANNO FINE AL NERVOSISMO. (1)
Durante gran parte di novembre passato, i mercati finanziari europei hanno riflesso un elevato nervosismo che si è manifestato, tra le altre variabili, in una perdita di valore dell’euro rispetto al dollaro del 7% (vedere grafico superiore). La
preoccupazione si è centrata nei problemi
fiscali e finanziari dell’Irlanda e la possibilità di un effetto contagio verso economie più grandi come Portogallo e Spagna. Questi problemi si sono generati per
il grave deterioramento del sistema bancario irlandese negli ultimi mesi, che ora
mette a rischio le finanze pubbliche data
la decisione del governo di garantire tutti
i debiti ed i depositi delle banche (i finanziamenti equivalgono a 6 volte il suo
PIL, mentre la media di tutta l’Eurozona
è di 3).
Verso la fine di novembre, il governo irlandese è diventato il secondo paese europeo dopo la
Grecia a ricevere un pacchetto di aiuto finanziario dall’Unione Europea (UE) e dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) per un ammontare di 110 miliardi di dollari. Quello che si prova a fare
con questo pacchetto è coprire il costo di ricapitalizzazione delle banche con problemi e tutte le necessità di finanziamento del governo irlandese fino al 2013, assumendo incluso uno scenario avverso.
Tuttavia, lontano dal calmarsi, i mercati finanziari ancora mostrano nervosismo anche dopo il
concretizzarsi del pacchetto di salvataggio per l’Irlanda.
Questo nervosismo si deve in primo luogo alla poca credibilità nelle prove di stress finanziario realizzate a giugno che cercavano di determinare se le istituzioni finanziare europee erano in condizione di sopportare una eventuale ricaduta di questo continente. In queste prove, la gran maggioranza
delle banche sono state approvate, anche
le banche irlandesi che ora dovranno essere ricapitalizzate con il pacchetto di UE
-FMI. Per questo, esiste il timore che il
sistema finanziario europeo nel suo insieme stia in una situazione peggiore
all’atteso.
In secondo luogo, si teme che l’apporto
della UE al fondo totale di salvataggio
finisca per essere minore a quanto annunciato inizialmente per l’impossibilità di
alcuni paesi a contribuire allo stesso dati i
loro gravi problemi fiscali. Con ciò,
l’ammontare del fondo di salvataggio
passerebbe dai 750 miliardi di dollari annunciati inizialmente a 580 miliardi di dollari, che non sarebbero sufficienti per implementare un
piano di salvataggio nel caso che un’economia molto più grande come la Spagna entri in problemi.
Questo ambiente di incertezza sta influenzando altre economie con problemi fiscali simili
all’Irlanda, essendo il caso più grave quello del Portogallo. Il forte “effetto contagio” risponde
all’elevato indebitamento di imprese e banche portoghesi che, in relazione alla grandezza della
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ANALISI MACROECONOMICA
INTERNAZIONALE
EUROZONA: SOLO MISURE PREVENTIVE CREDIBILI METTERANNO FINE AL NERVOSISMO. (2)
propria economia, è uno dei più elevati nell’Eurozona (vedere grafico inferiore pagina anteriore) ed
è in mano principalmente a stranieri, in particolare a banche spagnole. Inoltre, si aggrava per lo
scarso avanzamento mostrato fino al
momento dei piani di aggiustamento
per stabilizzare i conti pubblici, e la
possibilità che il suo Congresso non
approvi un bilancio preventivo austero
per il 2011 il prossimo 7 dicembre.
Nelle ultime settimane, i tassi
d’interesse del debito portoghese hanno
continuato ad incrementarsi, il che
complica le condizioni di finanziamento dei rinnovi del debito pubblico a breve termine che si stanno fortemente accumulando per i prossimi mesi (vedere
grafico superiore). Ciò rende molto probabile che il Portogallo sia il prossimo
governo europeo a chiedere aiuto alle autorità europee.
In uno scenario cosi, la situazione del sistema finanziario spagnolo potrebbe vedersi aggravata data
la sua esposizione ad attivi portoghesi.
Per restaurare la fiducia degli investitori è necessario che le autorità europee prendano misure decise e più proattive, oltre a programmi di iniezione di liquidità d’emergenza. In primo
luogo, il fondo di salvataggio ha necessità di essere sufficientemente grande per coprire l’economia
spagnola in un caso estremo. E, in secondo luogo, è necessario realizzare
una valutazione esaustiva e credibile
nel breve termine del sistema finanziario europeo, con piani di ricapitalizzazione urgenti per banche con problemi.
Con questo, si potrà evitare che
“l’effetto contagio” attivato dal panico arrivi ad una economia come quella spagnola che in grandezza supera
Grecia, Irlanda e Portogallo, messi insieme. Attualmente il governo spagnolo
sta mostrando risultati positivi nei suoi
piani di aggiustamento fiscale sotto forma di maggiori ingressi e minori spese
(vedere grafico inferiore), per tanto non dovrebbe avere bisogno di un salvataggio in condizioni
normali. Tuttavia, se il debito spagnolo è influenzato da un forte “effetto contagio”, le ripercussioni sui mercati finanziari internazionali saranno severe.
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ANALISI MACROECONOMICA
ATTIVITÀ ECONOMICA
PIL CRESCEREBBE CIRCA IL 9% NEL 2010 E PIÙ DEL 6% NEL 2011.(1)
I dati più recenti indicano che l’attività economica continua a mostrare un forte dinamismo.
Il PIL è cresciuto del 10,4% a settembre, il secondo maggior tasso dell’anno; mentre la produzione
di energia elettrica si è ampliata del
9,5% e del 8,6% ad ottobre e novembre,
rispettivamente (vedere grafico superiore). Questi risultati danno conto che,
anche se la crescita si è moderata, lo
ha fatto in minor misura rispetto
all’atteso.
Così, mentre la spesa pubblica ha moderato la sua crescita in linea con quanto
atteso, la domanda privata ha accelerato
maggiormente rispetto al previsto.
Quest’ultimo fattore ci ha fatto rivedere
al rialzo le nostre stime di crescita per
la chiusura del 2010 e genera una buona
spinta per il 2011, anno in cui la crescita del prodotto supererebbe anche la nostra proiezione
vigente.
La spesa pubblica ha moderato la sua espansione nel 3T2010 (vedere grafico inferiore) in linea
con quanto atteso. Ciò si deve al sempre minor impulso del Piano di Stimolo Economico, il quale
aveva spiegato in gran parte la forte crescita dell’investimento pubblico nel 1S2010, e che si riflette in minori tassi di espansione per l’investimento pubblico (20% nel 3T2010, meno del 35% del
1S2010). Inoltre, le misure applicate dal governo nel 2T2010 per controllare la spesa corrente hanno fatto si che il consumo pubblico sia passato da una crescita del 12% nel 2T2010 a solamente il
6% nel 3T2010.
In contrasto, la domanda privata ha accelerato la sua espansione e si è consolidata come chiaro leader della crescita attuale. Le alte aspettative imprenditoriali e le buone condizioni di finanziamento si sono tradotte in un continuo aumento dell’investimento privato, che ha mostrato
un’espansione del 30% nel 3T2010, il
maggior tasso in due anni. L’incremento
dell’investimento è stato accompagnato
da una maggiore contrattazione di personale da parte delle imprese, il che ha
permesso che l’occupazione riguadagni
i tassi di crescita del periodo pre-crisi
(6% a settembre) e che il consumo privato continui in accelerazione superando il 6% di crescita nel 3T2010.
Questa espansione della spesa privata, maggiore all’atteso ci porta a rivedere le nostre stime per il 2010
(vedere tavola superiore nella seguente
pagina). I dati recenti puntano ad una crescita del PIL vicina al 9% per il 2010, al di sopra di quanto stimato anteriormente.
Anche per il 2011, le prospettive sono più favorevoli. Cosi, ci aspettiamo che la spesa privata si
mantenga dinamica date le buone prospettive del mercato del lavoro, specialmente tra i lavoratori
con ingressi medi e bassi.
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ANALISI MACROECONOMICA
ATTIVITÀ ECONOMICA
PIL CRESCEREBBE CIRCA IL 9% NEL 2010 E PIÙ DEL 6% NEL 2011.(2)
Ciò potrebbe sostenere facilmente i tassi di crescita del consumo privato al di sopra del 6%. Inoltre, le aspettative imprenditoriali ottimiste e l’ampio portafoglio di progetti d’investimento vigenti
permettono di anticipare che il 2011 sarà un
nuovo anno record per l’investimento privato. Oltre alla spinta privata, esistono due
elementi che giocheranno a favore nel
prossimo anno: I) l’apparente scarsa preoccupazione imprenditoriale per le elezioni, e II) la continuità della spesa pubblica data la rielezione di autorità locali e
regionali. Nella campagna elettorale del
2006 la maggior incertezza elettorale provocò nervosismo tra gli investitori, generando volatilità nelle variabili finanziarie
(tipo di cambio, borsa dei valori) e il ritardo
di alcuni piani d’investimento. Oggi, a differenza di quattro anni fa, le elezioni preoccupano poco gli imprenditori (vedere grafico inferiore). Per ciò, l’investimento privato potrebbe crescere più del 12% proiettato vigente. Un
altro fattore che spiegherebbe una maggiore crescita nel 2011 è che una buona percentuale delle
autorità regionali e locali sono state rielette nelle elezioni recenti (6 dei 25 presidenti regionali e 7
sindaci dei capoluoghi di dipartimento), per tanto non ci sarebbe un periodo di “apprendimento”
che ritardi la spesa pubblica in dette località.
Dato che due terzi dell’investimento pubblico sono concentrati nei governi locali e regionali, questo effetto potrebbe fare in modo che l’investimento pubblico cresca più del 7% previsto attualmente.
Le nostre nuove proiezioni per il 2011
saranno pubblicate nel bollettino mensile di gennaio, ma i fattori esposti anteriormente ci permettono anticipare
che la crescita nel 2011 sarà maggiore al 6%, al di sopra della proiezione
vigente.
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